Can you design living through hell and back again?

di echelon1985
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Confession ***
Capitolo 3: *** Loser ***
Capitolo 4: *** Everything ends Tonight ***
Capitolo 5: *** What will happen to us? ***
Capitolo 6: *** Like a war ***
Capitolo 7: *** Long nights and colder eyes ***
Capitolo 8: *** Oblivion and smell ***
Capitolo 9: *** Everyone of us knows ***
Capitolo 10: *** Over ***
Capitolo 11: *** New Ghosts. Old Ghosts ***
Capitolo 12: *** As you wish ***
Capitolo 13: *** Take the red for what it's worth ***
Capitolo 14: *** A box full of sharp objects ***
Capitolo 15: *** Could we dim the sun and wonder where we've been ***
Capitolo 16: *** This is where the world drops off ***
Capitolo 17: *** For every love word said there's another one burned ***
Capitolo 18: *** The new beginning shine while the end slip in the dark ***
Capitolo 19: *** Just One Night ***
Capitolo 20: *** Well the light will it ever come? ***
Capitolo 21: *** It's just the end of the world ***
Capitolo 22: *** The inevitable ***



Capitolo 1
*** Prologo ***





Ebbene si! Eccomi qui a postare il seguito di Earthquake
Ho amato troppo la storia precedente
Non potevo permettere che finisse così presto XDD
I primi capitoli sono già pronti, quindi credo che posterò con una certa regolarità, il sabato, al massimo la domenica.
Mi auguro che vi piaccia, e sarei molto contenta di conoscere i vostri pareri
Quindi, se vi va, lasciatemi un commentino *.*
Per il momento un bacio
Ilaria




Can you design living through hell and back again?





PROLOGO







L’asfalto corre sotto le ruote del  nostro bus, nero e traslucido per la pioggia, mentre attraversiamo il confine dell’ennesimo stato.
Osservo rapito l’immagine di questa infinita retta nera che sembra voler scappare via al mio sguardo,
veloce, troppo veloce perché io possa focalizzarne un punto
Tutto sembra scivolare via troppo rapidamente,
o forse sono soltanto io che non riesco a tenere il passo di tutto quello che mi succede intorno.
Distolgo lo sguardo dalla strada e volto il capo.
Quinn dorme alla mia destra, poco distante da me
Come si misura la distanza tra due persone?
Centimetri? Metri? O sorrisi mancati e parole non dette?
Siamo così stanchi di urlare che abbiamo pattuito questo tacito accordo fatto
di silenzi?
Oppure le parole che potevamo dire le abbiamo dette tutte?
Quando arriviamo a destinazione è buio, ed il nero dell’asfalto si confonde con quello del cielo.
E tutto continua ad andare troppo in fretta
Era scontato, lo è sempre stato, negli ultimi due anni
Qualunque fosse il paese, lo stato e l’albergo io e Quinn saremmo stati insieme.
Oramai la domanda “come ci dividiamo le camere?”  non veniva nemmeno più posta.
Ma stasera sul foglio che una fin troppo sorridente receptionist ci porge, le cose stanno diversamente

Bert McCracken – Jeph Howard  stanza   407
Quinn Allman – Dan Whitesides  stanza   408

Per la prima volta in questa lunga giornata incrocio lo sguardo di Quinn
E’ ferito, e arrabbiato
E’ strano come un semplice sguardo possa fare così male
Sento le parole che vorrei dire scivolare via prima che io riesca a pronunciarle.
Il contatto tra i nostri occhi dura appena qualche secondo
Poi Quinn si volta e sale in camera, concedendomi solo lo spettacolo della sua schiena che si allontana.
Il pavimento sembra volermi inghiottire, perché non riesco a muovere un passo,
mentre fisso il punto in cui fino a pochi istanti prima c’era il mio ragazzo.
Mi riscuoto quando sento la mano di Bert poggiarsi sulla mia spalla.
Prendiamo le nostre cose e saliamo in camera
Lo sguardo di Bert mi brucia addosso
Vorrebbe capire cosa succede
Vorrei capirlo anch’io





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Capitolo 2
*** Confession ***


L’ho dimenticato nel primo capitolo, quindi lo scrivo qui XD
Non conosco i personaggi, che con mio grande dispiacere
appartengono solo a loro stessi (e non a me XD)
Non scrivo a scopo di lucro, anche perché onestamente
chi potrebbe mai pagarmi per sta roba? XD
Tutto quello che scrivo non è mai successo
In pratica: Tutte bugie







“Non sono necessarie grandi tragedie per cambiare delle vite”



Dopo un paio d’ore che mi rigiro nel letto senza sosta mi diventa chiaro che non riuscirò mai a prendere sonno
Così mi alzo deciso a mettermi qualcosa addosso e a fare una passeggiata
Cerco di fare meno rumore possibile mentre cerco dei vestiti in valigia.
Mi volto quando sento la voce di Bert
Evidentemente neanche lui dormiva

- Ehi Jeph
- Scusa, non volevo svegliarti
- Ero sveglio, accendi la luce


Faccio come mi dice, mentre sento di nuovo il suo sguardo addosso

- Non riuscivo a dormire, pensavo di farmi un giro

Mi guarda in silenzio, e mi sento a disagio esposto a quello sguardo carico di domande, delle quali però io non conosco le risposte

- Siamo svegli entrambi, facciamo due chiacchiere, ti va?
- Certo

Mi siedo accanto a lui mentre accende una sigaretta e mi osserva
Sembra un fottuto psicanalista di un film di serie B

- Che succede Jeph?
- Che vuoi dire?


Cerco di assumere il tono di voce più noncurante che mi riesce, mentre mi muovo a disagio sulle coperte

- Beh, sei qui, dividi la camera con me e non con Quinn, è chiaro che
  qualcosa non va
- Già
- E sarebbe?
- Non lo so Bert



A volte le cose cambiano così repentinamente che non puoi fare niente per fermarle
Oppure cambiano un po’ ogni giorno, impercettibilmente, così non te ne accorgi che alla fine
In entrambi i casi ti ritrovi spiazzato
Ti chiedi cosa sia successo
Quando
E perché

Come succede che la persona che ami smette di fidarsi di te?
Quand’è Quinn ha deciso che non sono più la persona a cui affidarsi completamente?
La persona che mai ti farebbe del male
Perché piuttosto ne farebbe a se stesso

Quando ha smesso di vedere?
Di rendersi conto che non c’è niente che sia importante quanto lui?
Che non c’è niente che sia importante oltre lui
La terra potrebbe anche smettere di girare ed implodere, ma io non me ne accorgerei, se solo Quinn fosse nella stessa stanza

Ho passato gli ultimi due anni a far si che ogni giorno fosse il più bello per lui
Migliore del precedente, e di quello prima ancora
Non è stato faticoso
Perchè è come se fossi nato solo per questo
Perché una cosa così bella dovrebbe essere circondata solo ed esclusivamente dalla bellezza

Ma evidentemente non è abbastanza
O quantomeno non lo è più



Il mattino dopo decido che ne ho avuto abbastanza di questa situazione
Devo parlare con Quinn
Ma quando arrivo davanti alla porta della sua camera ed alzo la mano
per bussare il movimento si blocca a metà del percorso
Assurdo
Non riesco a bussare alla porta del mio ragazzo?

Quando mi decido Dan apre la porta sorridendo
Un sorriso che mi infonde un po’ di coraggio, inconsapevolmente

- Hey Jeph
- Buongiorno. Senti Dan, potrei parlare un secondo con Quinn?


Il mio amico sorride e mi da una pacca sulla spalla

- Certo, Quinn è sotto la doccia, vi lascio soli

Mi siedo su uno dei letti ascoltando il rumore dell’acqua, e cercando di immaginare quello che gli dirò
Quando lo scrosciare dell’acqua si ferma rivolgo il mio sguardo alla porta bianca che mi divide da Quinn, aspettando che si apra
I nostri sguardi si incrociano, non appena la porta viene aperta
Quinn indossa un jeans nero, ed è a piedi nudi e senza maglietta
Rimango un attimo ammutolito, come sempre.
E come ogni volta che lo guardo mi domando se possa essere umana tanta bellezza

I suoi occhi interrompono lo sguardo, vagando per la stanza alla ricerca della maglietta da indossare, nera anche quella

- Ciao
- Che ci fai qui?



Il suo tono è ostile, e stanco
Ed io non posso credere che lo stia usando con me

- Quinn... hai chiesto che ti cambiassero stanza senza nemmeno dirmi niente.
   Teoricamente sono ancora il tuo ragazzo, penso che mi spetti una
   spiegazione
- Avevamo litigato, no?
- e quindi cambi camera e te ne vai? Senza dire nulla? Senza parlarne?
- Jeph…



Pronuncia il mio nome piano
Lo soffia via appena, come se gli costasse dolore
Non c’è più traccia di ostilità
Mi alzo dal letto e mi avvicino
Ho bisogno di sapere
Di avere una risposta alla domanda che da giorni oramai non da tregua alla mia mente
Di dare un senso a questa freddezza che non capisco
 
- Che cosa ho fatto?


Il suo sguardo si incatena al mio per un lungo istante
Osservo i suoi occhi farsi lucidi
Lo osservo scuotere piano la testa
Non riesco a capire cosa sta succedendo

- Niente, non hai fatto niente
- Quinn, guardami, cosa c’è?


Scuote la testa più forte, mentre le lacrime finora solo accennate colano
sulle sue guance
Passo le dita sul suo viso per asciugarle
E le sue mani scattano in avanti, ancorandosi saldamente alla mia maglietta
Ogni lacrima è un fallimento,una prova della mia incapacità
Una manifestazione di una colpa che non so di avere
E’ così spaventato, ed io vorrei rassicurarlo e proteggerlo
Ma da cosa?

- Piccolo, qualsiasi cosa sia l’affronteremo insieme, lo sai

- Non te ne andare Jeph, non lasciarmi
- Che dici? Quinn, io ti amo, non ti lascerò mai
- Invece lo farai
- No, non lo farò


Come può anche solo pensare che potrei andarmene?
Come può anche solo pensare che io possa respirare, se lui non c’è?
Quando viene scosso da un singhiozzo io mi sento morire
Che succede? Ripeto nella mia testa
Che succede?
Io darei tutto quello che ho perché sorridesse
Non sono più capace di farlo?
Non lo rendo più felice?
Annullo la distanza che ci separa e lo prendo tra le braccia
Quinn affonda il viso sul mio petto, solo un attimo, un attimo troppo
breve, poi si allontana
Lo osservo confuso, incapace di trovare una spiegazione


- Quinn?
- Sono andato a letto con un altro


Quanto tempo è passato prima che il mio cervello registrasse il senso delle sue
parole?
Non saprei dirlo
Forse si aspettava che io dicessi qualcosa, o che mi allontanassi
Perché le sue mani stringono ancora più forte il tessuto della maglietta
La sento tendersi contro la mia pelle

Come se avessi potuto parlare
Come se non fossi morto in quel preciso istante

Nel momento in cui ha pronunciato quelle parole

Una mano lascia il suo appiglio di cotone e sale ad accarezzarmi una guancia
Non riesco a dire una parola
Non mi allontano
Come potrei?
I morti non si muovono









Questo capitolo è pessimo.
I Know
L’ho scritto tempo fa, e all’epoca mi sembrava buono.
Ma non ho voluto cambiarlo
Quindi chiedo umilmente perdono
in tutte le lingue che conosco

In fin dei conti mi ero stancata un po’ dell’immagine angelica e pura del piccolo Quinn
Ognuno ha i suoi lati oscuri, anche lui, seppelliti sotto quintali di zucchero, ma li ha! XD



Grazie mille a chi ha recensito, e spero continui a farlo, nonostante la terribile riuscita
di questo capitolo

Fliss90: Grazie per i complimenti, spero che ti piaccia XD
Friem: Ecco quello che è successo! Il piccolo Quinn è stato cattivo!
Chemical_kira: Sono contenta che l’idea del seguito sia piaciuta, spero di non deludere le aspettative
Dominil: Sugar, che bello vedere la tua recensione! Anche a me mancavano troppo quei pazzi, non potevo lasciarli così XD
Elyrock: Grazie! Spero che la storia continui a piacerti!



Grazi mille anche a chi l’ha già messa tra i preferiti


1 - Bloody_Weekend
2 - Dominil
3 - Elyrock
4 - fliss90
5 - friem
6 - Isult
7 - Pozzina
8 - _omfg_

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Capitolo 3
*** Loser ***






“Gli esseri umani sono sempre i peggior nemici di sé stessi”




Quinn P.O.V.


Un istante
A volte le cose si capovolgono in un solo brevissimo istante
Un secondo prima la tua vita è perfetta
Quello dopo perdi tutto quello che per te ha importanza
Basta solo uno sbaglio
Un passo falso
e tutta la tua cazzo di vita perfetta va a farsi fottere
E cosa puoi fare?
L’unica cosa che ti è concessa è quella di disperarti
Perché con chi puoi prendertela, se non con te stesso?

Quella mattina quando esco dalla doccia trovo Jeph seduto su uno dei
letti
Lo sguardo fisso ad incatenare il mio
Solo uno sguardo
Nessun sorriso

E l’unica sensazione che riesco è provare è paura
La sento
Così in profondità da percepirla quasi come un dolore fisico

Vorrei che il suo viso fosse ancora illuminato dal solito sorriso dolcissimo
Quel sorriso che rivolge a tutti, ma in particolare a me
capace di farmi dimenticare tutto il fottuto mondo circostante
Perché chissenefrega del mondo se Jeph sorride?

L’ho spento io quel sorriso?
Sento il mio stomaco chiuso in una morsa d’acciaio
Attanagliato dal presagio che quel sorriso non si illuminerà più
guardando me
Che non sarà mai più rivolto a me

Così faccio come al solito
Come ho fatto ogni istante da quel giorno
Da quel cazzo di momento in cui ho distrutto tutto con le mie mani
Perché sono un idiota
e quando ho paura scappo, o attacco
Proprio lui
Proprio la persona che ha reso la  mia vita  bella come non era mai stata
Proprio l’unica cosa che amo

- Ciao
- Che ci fai qui?

- Quinn... hai chiesto che ti cambiassero stanza senza nemmeno dirmi niente.
   Teoricamente sono ancora il tuo ragazzo, penso che mi spetti una
   spiegazione
- Avevamo litigato, no?
- e quindi cambi camera e te ne vai? Senza dire nulla? Senza parlarne?
- Jeph…


Leggo sul suo viso la confusione
come se cercasse di imputarsi la colpa di quello che succede
Per trovare almeno uno straccio di spiegazione
Proprio lui
Totalmente incapace di fare del male
La paura di perderlo è così forte che l’unico modo che ho trovato per
andare avanti è prendermela con lui, per qualcosa che ancora non è
accaduto
So che succederà
So che se ne andrà
Che cosa farò?


- Che cosa ho fatto?


La tristezza del suo sguardo fa così male che per un attimo
mi manca il respiro
Come posso lasciargli credere che la colpa sia sua?
Come posso lasciare che sconti peccati che non commetterà mai?
Perché lui è così
Perfetto
Ed io sono solo un bugiardo

- Niente, non hai fatto niente
- Quinn guardami, cosa c’è?

Sento i miei occhi bruciare per le lacrime trattenute
Vorrei essere forte, più forte, almeno in questo momento
Vorrei non arrogarmi il privilegio di piangere di fronte a lui
Ma sono un debole
Così le mie guance si bagnano di lacrime
Jeph si avvicina e le raccoglie dolcemente con le dita, come se
fossero qualcosa di prezioso
Ed è così che ha sempre trattato me
Come se fossi una cosa rara e speciale
Ma io non sono stato in grado di fare lo stesso con lui

- Piccolo, qualsiasi cosa sia l’affronteremo insieme, lo sai

Scuoto la testa leggermente
La mia mente rifiuta l’idea che probabilmente l’avrò perso quando gli avrò detto la verità
Ma si merita chiarezza
Gli devo almeno questo

Eppure quando le sue dita mi accarezzano non posso fare a meno di cedere
Stringo forte tra le mani i lembi della sua maglietta
Come se questo potesse trattenerlo
Perché la sola idea di perderlo mi fa sentire come se fossi morto dentro

- Non te ne andare Jeph, non lasciarmi
- Ma che dici Quinn? Io ti amo, non ti lascerò mai



Le sue dita sfregano più forte la mia pelle
Ed il suo calore mi penetra fin dentro le ossa
Fin dentro il cuore


Per quanto mi sforzi non riesco ad impedire al mio corpo di tremare
mentre vengo scosso da un singhiozzo
Si avvicina e mi prende tra le braccia
Riempiendo i miei polmoni del suo odore
Come ogni singolo giorno degli ultimi due anni
Mi lascio andare tra le sue braccia
Solo per un attimo
Per fare mio ancora per un istante il profumo della sua pelle
Sa di casa
Di risate
Di amore

E’ l’odore di qualcosa che non c’è più


Ma può bastare un solo breve istante per dire addio a tutto quello che ami?

Mi sciolgo dal suo abbraccio, guadagnandomi un altro sguardo confuso

- Quinn?
- Sono andato a letto con un altro


L’espressione di dolore che si dipinge sul suo viso e annega i suoi occhi è
come un fottuto coltello che scava dentro la pelle
Dentro le viscere
Stringo più forte la sua maglietta
Perché non posso permettere che si allontani
Alzo una mano ad accarezzargli il viso

- Jeph... mi dispiace... te lo giuro, mi dispiace tanto
  Ho fatto una cosa orribile, ma io ti amo, per favore, perdonami


Le parole escono veloci e sconvolte, contaminate dalle lacrime e dalla paura
Ma Jeph non si muove, e non dice una parola
Come se non mi avesse sentito
Come se non fosse qui
E questo silenzio è peggiore di qualsiasi cosa lui possa dire

- Jeph...per favore...
- Io devo andare

Osservo ogni sillaba fuoriuscire come a rallentatore dalle sue labbra
Nella mia mente confusa e disperata posso quasi vedere l’immagine
delle sua parole che fredde e taglienti mi squarciano il petto spaccandomi
il cuore


- No... ti prego...non te ne andare... ti amo...ti amo...

Lo stringo forte, mentre i singhiozzi mi scuotono e le lacrime scendono
veloci sulle mie guance
Ma le sue mani lasciano le mie, e mi allontanano da lui
Ed io mi sento come se il mio cuore avesse smesso di battere

- Io devo andare


Lo osservo allontanarsi, in una manciata di passi che sembra durare appena un secondo
Poi vedo solo il bianco accecante della porta chiusa
Chiudo gli occhi per non vedere quel bianco, così luminoso e puro
Così inadeguato a me
Quando la mia testa realizza finalmente la verità cado in ginocchio, i palmi delle mani a terra
Continuo a chiamarlo come una litania disperata
Ma lui non può più sentire


Dopo un tempo che non saprei definire sento solo due braccia avvolgermi
E la voce rassicurante di Bert













Rieccomi qui con l’aggiornamento.
Chiedo scusa se la settimana scorsa l’ho saltato, ma la mia connessione
aveva deciso di ribellarsi
Ho vinto io alla fine XD

Ecco qui alche il punto di vista del fedifrago biondino XD
Poor Jeph
L
Visto che me l’avete chiesto tutti, non ho ancora deciso se si saprà oppure no
chi è la persona con cui Quinn ha tradito.. chi vivrà…vedrà XD


Passiamo alle recensioni (Vi adoro!)
Grazie mille a:

Friem: Non preoccuparti XD, Quinn non è stato né costretto né niente
           del genere, ha tradito e basta XD
SweetPandemonium: Honey! Mi mancavano le tue recensioni! Ebbene si! Il nostro Quinn è stato cattivo XD
Sweetcurry10: Tesoro, anch’io seguo te! Adoro le tue storie, quindi mi fa molto piacere che ti piaccia!!
Chemical_kira: Anch’io adoro Quinn, volevo mettergli un po’ di pepe però, sennò sembra sempre un angioletto XD …
                        Cmq non credo che Jeph lo perdonerà tanto presto XD


Grazie anche a chi l’ha messa tra i preferiti, che sono aumentati ad 11
Non sapete come sono contenta *.*

PS: Ma che succede a EFP??? E’ tutto cambiato!!
Quindi suppongo che se non vedete l’aggiornamento in prima pagina, lo troverete nella sezione The Used,
visto che ho messo in ordine le storie
come il sito voleva XD

PPS: La mia mente malata sta partorendo una shot su un pairing assurdo XD
Magari in questi giorni fatevi un giretto anche nella sezione multi band XD


Detto ciò, mi fate sapere cosa ne pensate??
Alla prossima.
Ilaria

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Capitolo 4
*** Everything ends Tonight ***


Bert P.O. V.


Quando mi sveglio è già mattina inoltrata, e la stanza è vuota.
Decido di andare a cercare gli altri che probabilmente saranno
nella camera accanto
Mi avvicino alla porta e busso, ma nessuno apre
Sto per andarmene quando sento degli strani rumori provenire
dall’interno della stanza
I suoni mi arrivano ovattati attraverso la porta
ma sembra che qualcuno stia piangendo
Preoccupato poggio una mano sulla maniglia che si abbassa docile
al mio tocco, permettendomi di riconoscere l’origine del pianto

Quinn è seduto per terra, le ginocchia portate al petto ed il viso
nascosto tra le mani
Le sue spalle sono scosse da forti singhiozzi
E sta tremando


Mi inginocchio veloce accanto a lui, avvolgendolo tra le mie braccia
E’ più alto di me, eppure sembra così piccolo
Lo stringo con quanta più forza posso mentre gli accarezzo i capelli

- Quinn, che succede?


Ma Quinn continua a piangere e non dice una parola
Trascino una coperta dal letto accanto a noi e vi avvolgo entrambi
Poi lo riprendo tra le braccia, cercando di calmarlo
Prendo a dondolare piano, come se fosse un bambino piccolo
I singhiozzi si diradano
Ma le lacrime non smettono di sgorgare

- Piccolo, che cos’è successo?
- E’ finita


La sua voce è contaminata dalle lacrime che la rendono pari ad un sussurro

- Cosa è finita Quinn? Che vuol dire?
- Jeph se n’è andato. Mi ha lasciato



I singhiozzi riprendono, più forti
Mi limito a stringerlo più stretto che posso
Ma non riesco a dire nulla
Non è possibile, ripeto nella mia testa
Non può essere

- Ma cos’è successo? Perché?

Quinn scuote solo la testa, e piange
E’ troppo sconvolto per parlare
Lo faccio alzare delicatamente e lo faccio stendere
Mi segue docile, come se fosse una marionetta nelle mie mani
Come se non avesse più volontà
Mi siedo accanto a lui e gli accarezzo piano i capelli,
finchè non crolla esausto e si addormenta
Asciugo piano le lacrime sul suo viso e lo copro

Quando Dan torna in camera gli racconto brevemente l’accaduto
E gli chiedo di restare con Quinn
Io devo cercare Jeph


Esco dalla camera di Quinn, e mi poggio alla porta che mi sono chiuso alle spalle,
cercando di riprendere un minimo di controllo e di calmare quello che mi si agita dentro
Non avevo mai visto Quinn in questo stato
Vederlo così mi ha scosso

Mi stacco dalla porta avvicinandomi alla mia camera
Apro la porta con un colpo secco e vedo Jeph
E’ seduto su uno dei letti, e non da segni di avermi visto
richiudo la porta con un tonfo e mi posiziono davanti a lui
Alza appena il viso
Ma sono troppo arrabbiato per preoccuparmi dell’espressione
del suo volto
Non posso fare a meno di urlargli contro

- Jeph... che cazzo hai fatto?
- Lascami in pace Bert
- Lasciami in pace un cazzo. Sono stato da Quinn, è sconvolto.
- Ti prego... lasciami in pace

Lo trascino per un braccio, con forza, e lo costringo ad alzarsi

- Sei impazzito? L’hai lasciato! Che cazzo fai?
  Io non ho rinunciato a tutto perché tu potessi fargli del male

 

Incrocio il suo sguardo, cercandovi all’interno la spiegazione a questa follia

Lui avrebbe dovuto proteggerlo

Lui non avrebbe mai dovuto ferirlo

- Quinn è andato a letto con un altro

Sgrano gli occhi, cercando di assimilare le parole di Jeph, e di cucirle
addosso all’immagine che ho di Quinn
Invano

- Non può essere
- Me l’ha detto lui

Mi siedo sul letto, mentre lui rimane in piedi
Come svuotato dalle ultime parole che ha pronunciato
Non riesco a crederci
Qualcun altro l’ha toccato
Qualcuno che magari non lo ama
Fa male
Non riesco ad immaginare quanto male possa fare a Jeph

- Jeph... io... Cristo, mi dispiace

- Perché Bert? Perché?

Si siede di fronte a me, prendendosi la testa tra le mani
Mi alzo e prendo posto accanto a lui, mettendogli un braccio attorno
alle spalle
Si lascia andare tra le mie braccia

- Non lo so. Mi dispiace tanto

Dopo queste ultime parole è calato il silenzio
Nessuno dei due ha il coraggio di interromperlo
Ognuno perso nei propri pensieri
All’improvviso però Jeph si allontana da me, piantandomi addosso
i suoi occhi rossi e sconvolti

- Cosa volevi dire?
- Cosa?
- Prima hai detto ‘non ho rinunciato a tutto perché tu potessi fargli del male’
   Che significa?
- Niente, ero solo arrabbiato
- A cosa hai rinunciato Bert?


Abbasso gli occhi, incapace di sostenere il suo sguardo
Sono successe troppe cose perché io possa ancora
indossare la solita espressione falsa e sicura
Il silenzio che ne segue mi fa capire che questa volta non sono stato
in grado di mentire
Ho fallito nell’unica cosa che mi riesce bene


- Tu sei innamorato di Quinn

Il suo tono è infinitamente ferito, e non c’è traccia di domanda nella voce
Lo guardo negli occhi, dandogli una conferma di cui oramai non ha bisogno
Resta immobile
Gli occhi fissi nei miei
Spenti e pieni di dolore, oltre che di rabbia
I suoi occhi... di solito così allegri e luminosi

- Jeph, ascolta

Quando cerco di toccarlo scatta in piedi, come se la mia sola vicinanza gli facesse male
E quando parla il suo tono è arrabbiato e tagliente
Non è adatto a Jeph
Lui non è così

- Cosa? Che devo ascoltare? Di quanto ti dispiace che il ragazzo che ami
  adesso sia libero?
- Questo è ingiusto Jeph
- Sai cos’è ingiusto Bert? Che voi mi abbiate mentito. Tutti quanti






Jeph P.O.V.


Mi chiudo la porta alle spalle ed esco
So solo che devo andarmene da questo posto
Esco dall’albergo e mi incammino sul corso principale
Il cielo è illuminato da un tiepido sole, ma l’aria è fredda
Cammino a testa bassa, sperando che nessuno mi riconosca
Ma non so dove andare
Mi guardo intorno
Il mondo continua a girare come se niente fosse
Osservo le persone camminarmi accanto, entrare e uscire dai negozi,
ridere, parlare
Tutto sembra come prima
Anche io sembro lo stesso
I miei polmoni continuano a respirare
Il mio cuore continua a battere
Perché non smettono?
Perché non si spegne tutto?
Mi sembra tutto così dannatamente sbagliato
Guardo le persone... tutto sembra andare come sempre
Com’ è possibile che sia così?
Chissà se qualcun altro in questa folla si sente come me
Chissà se come me qualcun altro vorrebbe smettere di sentire
Di respirare
Chissà se qualcun altro come me vorrebbe ordinare al suo cuore
di fermarsi
Perché cazzo continua a battere se non ho più niente?

E’ surreale quanto siano effimeri gli esseri umani e le loro vite
Ci metti una vita intera per costruire quello che desideri
Ma bastano cinque minuti perché tutto vada in pezzi
E tutto quello che hai costruito ti crolla addosso
E forse te lo meriti... chissà...
Perché sei stato tanto stupido da credere che potesse durare per sempre
E invece il tuo ragazzo ti ha tradito
E i tuoi amici ti hanno mentito

Vedo l’insegna di un piccolo bar, ed entro
Mi siedo in un tavolino un po’ defilato ed ordino un tè
Dopo qualche ora la tazza di tè è ancora intatta
Ed il mio cellulare non ha smesso ancora di squillare ad intervalli regolari
Osservo i nomi di Bert e Dan alternarsi sul display ad ogni telefonata
Quello di Quinn no, non appare
Penso distrattamente che nel primo pomeriggio avremmo dovuto
rilasciare un’intervista
Saranno andati senza di me, o l’avranno annullata
Poco importa


Mi accorgo del tempo che è passato quando una cameriera si
avvicina per chiedermi se va tutto bene
Deve sembrare strano, sono rimasto ad occupare il tavolo per
delle ore, senza praticamente ordinare niente
Guardo fuori e mi rendo conto che si è fatto buio
Pago il conto ed esco
Decido di tornare in albergo, non ho un altro posto dove andare
e tutte le mie cose sono lì
E’ assurdo, ma il primo pensiero che mi attraversa la mente
appena metto piede in albergo è che dovrei vedere se Quinn sta bene
Passo davanti alla sua camera, e mi fermo un secondo, perché
nonostante tutto l’unico desiderio che ho è vederlo
Scuoto la testa, pensando a quanto posso essere stupido,
poi mi avvio velocemente alla mia camera, sperando di non trovarvi Bert
E infatti non c’è
Al suo posto c’è Dan, che mi si getta praticamente addosso appena registra
la mia presenza
Parla a raffica, senza neanche darmi il tempo di rispondere, come sempre
quando è nervoso o preoccupato

- Jeph... dio, sei tornato... stai bene? Eravamo tutti preoccupati per te...
  non rispondevi al telefono...


Mi sforzo di ignorare l’uso del plurale nelle sue parole e di non prendermela
con lui, in fin dei conti lui non centra

- E’ tutto apposto, sono vivo, no?
- Dove sei stato?
- In giro

- Stai bene?
- Come potrei
- Già, lo so. Mi dispiace tanto
... vuoi mangiare qualcosa?
- No, grazie, non ho fame
- Bert mi ha raccontato tutto, divido io la camera con te, ha pensato
  che non ti avrebbe fatto piacere farlo con lui

Non posso fare a meno di irrigidirmi al pronunciare del suo nome

- Beh ha ragione, o forse ha finalmente avuto quello che voleva
- Andiamo Jeph, sai che non è così
- Io non so più niente Dan... credevo di sapere molte cose... ma adesso
  non so niente
- So che sei a pezzi, ma andiamo Jeph...la colpa non è di Bert, lo sai
  anche tu
- Mi ha mentito
- Si è fatto da parte, non dev’essere stato facile neanche per lui
- Avrebbe dovuto dirmelo
- E cosa sarebbe cambiato se ti avesse detto di essere innamorato
  del tuo ragazzo? Credi che le cose sarebbero andate meglio?
  Io non credo
- Non lo so. Non riesco a ragionare adesso

- Lo so. Forse è meglio se dormi un po’. Ti farà bene
- Già

Faccio come dice e mi metto a letto.
Magari domattina scoprirò che è stato tutto un incubo...






Quinn P.O.V.


Quando mi sveglio Bert è seduto accanto alla finestra, mentre una sigaretta
muore tra le sue dita
Osservo il suo sguardo cupo e preoccupato stagliarsi oltre la finestra
e perdersi tra il grigio dei tetti
La leggera nebbia che ricopre il cielo fa sembrare questa città completamente
priva di colori, come in uno di quei vecchi film in bianco e nero
Lo chiamo, e quando si volta il suo sguardo si addolcisce

- Hey, sei sveglio. Come ti senti?

Mi sento esattamente come questa città, grigio, come se mi avessero
portato via tutti i colori
Solo che nessuno mi ha portato via un bel niente
Ho perso tutto da solo

- Dov’è Jeph? Tu l’hai visto?

Bert mi raggiunge, prendendo posto accanto a me sul letto
Sul suo viso il solito sorrisetto obliquo è stato sostituito da un
sorriso mesto
Il suo sguardo mi toglie ogni dubbio, perché vi si legge chiaramente
che sa già tutto

- Si, l’ho visto. Ora è in camera
- Lui... come sta?
- Non bene Quinn
- Dovresti essere con lui... io non mi merito di essere consolato
- C’è Dan con lui. Ed io sono un amico Quinn, il mio compito è
  quello di starti vicino, non quello di giudicare
- Io... io l’ho perso vero? Non mi perdonerà mai...
- Non lo so piccolo. Non lo so










Eccoci qui con la reazione di Jeph, poverino…
Ed anche con quella di Bert.
Jeph ha scoperto il suo segreto…ed ora ce l’ha anche con lui XD
Mi spiace tenervi sulle spine, ma non si sa ancora l’identità della
persona con cui Quinn ha tradito, e se si saprà, sarà sicuramente molto più avanti XDD

Grazie mille come sempre a chi recensisce, a chi ha inserito la storia tra i preferiti, e a chi legge soltanto(ma potreste laciarmelo un commentino no? XD)
SweetPandemonium: Honey, hai proprio ragione, c’è poco da consolare!
                               Ma il nostro Bert è buono XDD
_omfg_ : Grazie per tutti i complimenti! Sono contenta che Earthquake ti sia
              piaciuta, e spero ti piaccia anche il seguito XD
Dominil: Sugar, non preoccuparti, l’importante è che tu ci sia XD
              A quanto pare questo Quinn un po’ cattivello piace a tutti XD


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Capitolo 5
*** What will happen to us? ***







Quinn P.O.V.




Negli ultimi due giorni mi ritrovo ad aprire gli occhi supplicando
che tutto quello che è successo sia stato solo un incubo
Ma ogni mattina Jeph non è accanto a me
Eppure ci eravamo promessi che non ci saremmo mai svegliati l’uno senza l’altro
Passo l’intera giornata in camera, ignorando Bert che mi prega di mangiare almeno qualcosa,
e cercando disperatamente di tenere la mente occupata

Inizio a prepararmi quando il sole ha oramai abbandonato il cielo,
lasciandolo di un blu scuro e privo di stelle
Stasera suoniamo
Non sono mai salito sul palco con uno stato d’animo del cazzo come questo.
Metto il primo jeans e la prima felpa che mi capitano sotto mano e scendo,
fermandomi davanti alla macchina che ci porterà alla location del concerto.
Bert mi sta dicendo qualcosa, ma in realtà non riesco a sentire niente
Troppo impegnato a pensare che tra qualche minuto lo vedrò
E la cosa mi terrorizza
Cosa gli dirò?
Cosa potrei dire?

Mangiucchio nervosamente le unghia delle mie mani facendole quasi sanguinare,
e tenendo insistentemente gli occhi fissi sull’asfalto nero ai miei piedi
Alzo la testa di scatto, proprio nel momento in cui Jeph e Dan attraversano la porta a vetri dell’hotel
Come se l’avessi sentito arrivare

E’ così bello
Vestito completamente di nero, come i capelli che gli ricadono disordinatamente al lato sinistro del viso
Gli occhi cerchiati di rosso
Ma stavolta non è trucco di scena
Sono solo gli occhi di una persona che non ha dormito
Di qualcuno che ha pianto

I nostri sguardi si incontrano, per una frazione di secondo
Ed è come se un’enorme quantità di spine trapassasse il mio cuore
I suoi occhi sanguinano dolore
Ed io sono colpevole di ogni singola goccia della sua sofferenza

Distoglie lo sguardo da me e si avvicina alla macchina, superando me e Bert
senza pronunciare parola
Dan mi rivolge un sorriso triste, poggiandomi una mano sulla spalla
Prima di raggiungere Jeph e prendere posto accanto a lui

Quello dovrebbe essere il mio posto
Quello dovrebbe essere il mio ragazzo




Il tragitto in macchina si svolge nel più assoluto silenzio
E non appena arrivati alla location Jeph si rintana nel suo camerino
fino al momento di salire sul palco.
Ci dividono appena un paio di metri
Quanto cazzo possono essere enormi un paio di metri?
Vorrei parlargli
Vorrei ascoltare la sua voce
Dio, mi manca così tanto la sua voce...
Ma non ho il coraggio di andare da lui
E comunque non vorrebbe vedermi


Sul palco la situazione è ancora più disastrosa che all’esterno di esso
E non solo per me
Nessuno di noi sembra aver voglia di stare su questo palco

Mancano ancora un paio di date alla fine del tour...
Ce la faremo a portare avanti questa pagliacciata?


Jeph suona tutto il tempo con gli occhi serrati
Come se fosse in un altro mondo
Un mondo nel quale sicuramente io non sono compreso
Io al contrario non ho la forza di distogliere lo sguardo da lui,
mentre la mia mente cerca di acquisire la consapevolezza che da ora in avanti probabilmente
il palco sarà l’unico luogo nel quale mi sarà concesso di posare gli occhi su di lui
E non riesco ad impedire alle mie mani di tremare...
Cerco almeno di non mettermi a piangere, sforzandomi di non lasciar uscire
le lacrime che dall’inizio mi offuscano gli occhi
Ma quando le mie dita iniziano a suonare le prime note di earthquake
tutti i miei sforzi falliscono
Me lo sento dentro, questo cazzo di terremoto
Pianto gli occhi su Jeph, ancora perso nel suo mondo
Apre i suoi occhi su di me, improvvisamente
Il suo sguardo si lega al mio per un lunghissimo momento
Prima di ritornare nell’oblio
“Ho massacrato noi... ho ucciso il nostro amore”
L’ho fatto Jeph?
L’ho ucciso?
Lascia che io ci salvi...



Quando scendiamo dal palco vado dritto al mio camerino, lasciandomi andare
sul divanetto nero accanto alla porta
In due giorni la mia vita è andata completamente a puttane
E tutto quello che sono capace di fare è stare qui a singhiozzare
Che stupido, inutile idiota
Mi riscuoto quando sento un tocco leggero accarezzarmi la testa
Bert si siede accanto a me, passandomi un braccio attorno alle spalle

- Quinn...
- Bert, che devo fare? Io non voglio perderlo. Che faccio senza di lui?
- Vedrai, aggiusteremo tutto


Mi basta guardare il suo viso per capire che non crede nemmeno lui in quello che ha detto
Come potremmo aggiustare tutto?

- Non è vero







Bert P.O.V.


Saliamo sul palco senza nemmeno rivolgerci uno sguardo
E credo che sia stato il peggior concerto che abbiamo mai fatto
Non sembriamo neanche dei professionisti
Ad ogni nota posso percepire l’incertezza del suono di Quinn,
come se le sue mani tremassero
Mi volto verso di lui incontrando i suoi occhi, e mi rendo conto che è prossimo alle lacrime
Jeph invece sembra non essere nemmeno qui
Come se stesse suonando da solo, al chiuso della sua camera
Sforzandosi di tenere tutto il mondo lontano da lui
Perché fa troppo male per affrontarlo
Il mondo l’ha ferito troppo questa volta

A fine concerto seguo Quinn nel suo camerino
E’ sul divanetto accanto alla porta, in lacrime
Fa dannatamente male vederlo così
Ed in un moto di irrazionalità non posso impedirmi di avercela con Jeph
Eppure è lui quello ferito
Quello tradito


Mi avvicino a Quinn, snocciolando parole rassicuranti prive di ogni significato
Me ne rendo conto nel momento esatto in cui incerte escono dalle mie labbra
Lo so
E lo sa anche Quinn

- Forse è meglio chiamare John e annullare le ultime date.
  Non possiamo andare avanti così




Gli occhi di Quinn si alzano, mescolandosi coi miei, e quello che vi si legge
dentro è devastante
Il senso di colpa è il sentimento più crudele e doloroso che si possa provare
Perché a cosa puoi aggrapparti, se la causa di tutto il dolore che provi sei proprio tu?
E per Quinn tutto questo è peggiore
Perché lui sa che le ripercussioni del suo errore hanno un eco su tutte
le persone che ama
Su tutti noi
Il senso di impotenza che provo mi fa sentire come se bruciassi dall’interno
Non posso aiutare Quinn
Non posso cancellare il dolore di Jeph
E probabilmente non posso salvare la mia cazzo di band



Al ritorno in albergo decido di parlare con Jeph
Non ho mai voluto fargli del male
Mai
E per quanto sembri surreale, l’unica cosa che potevo fare è mentire
Mi sento come se non avessi fatto altro che mentire, in vita mia
Mi chiedo se sia rimasta ancora qualche traccia del vero Bert
Io stesso faccio fatica a riconoscere la verità oramai

Ma non ho mai voluto portargli via Quinn
Gli ho detto addio tanto tempo fa
Perché sapevo che era giusto così
Nonostante il dolore sia sempre il medesimo
Dilaniante e oppressivo da farmi mancare il respiro delle volte
Perché chi dice che il tempo aiuta a dimenticare non sa quello che dice
O non ha mai amato


Apro la porta di quella che fino a due giorni fa era la mia camera
E vengo accolto dallo sguardo duro e freddo di quello che fino a due giorni fa era uno dei miei migliori amici

- Che vuoi Bert?
- Dobbiamo parlare
- Io non credo
- Non ho mai fatto nulla per mettermi tra voi, lo sai
- Beh, ora non è più necessario, è tutto tuo
- No, ho sempre saputo che saresti stato tu quello giusto per lui



I suoi occhi si posano su di me
E posso leggervi all’interno tutto il suo dolore
E la sua sconfitta
L’ostilità è solo una maschera
Un travestimento vuoto ed inutile di cui non ha bisogno
Una bugia che si dissolve quando ricomincia a parlare

- Evidentemente ti sbagliavi. Non è così
- Lui ti ama


La stilettata al centro del cuore arriva, puntuale e gelida, come sempre
Ogni volta che penso a Quinn


- Lo credevo anch’io
- E’ così. Lui ti ama, ed è distrutto per quello che ha fatto.
  E’ sicuro di averti perso
- Lo ha fatto. Mi ha perso
- E’ davvero questo quello che vuoi Jeph? Riesci sul serio ad immaginare la
  tua vita senza di lui da adesso in poi?




Vorrei supplicarlo di non farlo
Perche io so com’è la vita senza Quinn
Lo provo sulla mia pelle ogni giorno
Trascinandomi dietro la sensazione di vuoto e di mancanza
Come se niente importasse davvero
Vorrei dirgli di non lasciarlo andare via
Perchè io l’ho fatto
Ed in quel preciso momento mi sono spento
Ma non posso farlo
Così resto in silenzio e lo osservo.
Si siede lentamente, come se anche il più piccolo movimento fosse
faticoso


- Che cazzo dovrei fare? Non riesco neanche a guardarlo, ,mi sento
   come se mi si spaccasse il cuore. Perché l’ha fatto?
- A volte le persone commettono degli errori. Succede e basta.
  E’ stupido, ma è così
- E’ troppo semplice...
- Quindi è finita?
- Io sono finito Bert



Forse lo siamo tutti
Il mattino dopo prendo coraggio e faccio la telefonata più difficile
della mia vita
Annulliamo le ultime date e torniamo a casa...

Che ne sarà di noi?






Salve! Scusate per il ritardo, ma la mia connessione sta tentando un colpo
di stato nei miei confronti.
Prometto che vincerò io! ;D
Passiamo al capitolo. E’ un po’ di passaggio, perché mi serviva a far capire la reazione di Jeph
Adesso iniziano le conseguenze del gesto di Quinn, e come vedete, ci vanno di mezzo un po’ tutti
Era inevitabile.

I know donne, voi morite dalla curiosità di sapere chi è l’uomo del mistero.
Ma è ancora troppo presto, la storia è in evoluzione
Non odiatemi ok? *_*


Come sempre grazie mille per le recensioni! E per i 13 preferiti! *_*
Vi amo!


SweetPandemonium: Honey! Vero, non è Quinn quello da consolare, ma come si Fa??
                                 E’ lo zucchero. Comunque ha già iniziato a pagare… e pagherà…
                                 PS: Dividiamoci i giorni della settimana per consolare Bert ;D

Fliss90: Ehehe è ancora presto per saperlo XD…  Grazie dei complimenti!
             Alla prossima!

Sweetcurry10
: Tesoro, è sempre un piacere leggere le tue recensioni, e sapere che mi segui! Ti adoro!

Akura: Ahah su, l’importante è che tu abbia scoperto del seguito XD
           Fammi sapere che ne pensi!

Dominil: Sugar, la reazione di Jeph era immaginabile. D’altronde quando ami
              come altro potresti reagire? Ma non è certo finita qui! Ti prometto che scoprirai
              l’uomo del mistero… ma dovrai aspettare ancora un po’. Non mi odi, vero?
              PS: Mi ero persa l’aggiornamento della fic sugli A7X… Se il mio pc permette rimedio subito!

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Capitolo 6
*** Like a war ***












Jeph P.O.V.


Preparo la valigia mentre lo sguardo preoccupato di Dan non mi lascia
un secondo
Mi sento come un fottuto animale dello zoo
Mi guardano tutti come se dovessi andare in pezzi davanti ai loro
occhi da un momento all’altro


Stiamo tornando a casa
Mi viene quasi da ridere al pensiero di questa parola
Quale casa?
Fa male solo l’idea di rimettervi piede

All’uscita dell’aeroporto troviamo ad attenderci due macchine.
Segno evidente che John è stato informato della situazione
Salgo in una delle due auto con Dan e ci dirigiamo a casa sua
Due schieramenti
Sembra quasi una cazzo di guerra
E’ questo quello che siamo diventati?
In macchina nessuno dei due sembra aver molta voglia di fare conversazione
In ogni caso non ci sarebbe poi molto da dire
Questa situazione è così palesemente sbagliata e dolorosa
da sembrare surreale


 
La notte sembra non passare mai
Sono immobile a fissare il soffito di una stanza che non è la mia
E non posso fare a meno di chiedermi dove cazzo sia finita la mia vita
Mi scosto le coperte di dosso e cammino a piedi nudi per la casa
Mi sposto in cucina, cercando di non fare rumore
Magari una tazza di tè mi aiuterà a dormire
Prendo posto al tavolo della cucina, con la tazza tra le mani,
e guardo fuori dalla finestra
Il freddo della notte crea una leggera condensa sul vetro, rendendolo opaco

Mi torna alla mente l’immagine delle dita di Quinn
che scrivono il mio nome sul vetro appannato della mia macchina, mentre ride
Gli dicevo sempre di non farlo, che sarebbero rimasti i segni sul vetro
Ma puntualmente mi ritrovavo a ridere anch’io come un idiota
Aggiungendo il suo nome accanto al mio con la punta delle dita

Scuoto la testa per cancellare questo pensiero e mi ritrovo a sussultare,
quando la mano di Dan si poggia sulla mia spalla

- Hei, ho visto la luce accesa
- Scusa
- Niente, ero sveglio. Non riesci a dormire?



Scuoto la testa senza rispondere, prendendo un sorso della bevanda che
si sta velocemente raffreddando nella tazza
E’ ancora Dan a rompere il silenzio, pochi secondi dopo

- Che pensi di fare Jeph?
- Non ne ho idea... credo... che dovrò trovare un posto dove stare
- Puoi stare qui
- Non voglio incasinare tutti quanti Dan
- E io non voglio saperti in una casa, o peggio ancora, in una stanza d’albergo
  da solo. Quindi starai con me. Discorso chiuso


Gli sorrido. Grato del suo aiuto. Ne avrò bisogno.
Il peggio deve ancora venire





Il mattino dopo il cielo è terso e limpido, sembra quasi che qualcuno lassù si
stia prendendo gioco di me.
Mi vesto con una lentezza esasperante, cercando inconsciamente di rimandare
quello che mi aspetta
Mi dico che è giusto così
E che è meglio farlo in fretta. Via il dente, via il dolore.
Ma quando la macchina di Dan si ferma davanti al vialetto di casa mia,di casa nostra
Sento tutta la convinzione di poco prima dissolversi.
Non riesco a muovermi


- Jeph, vuoi che lo faccia io?


Scuoto la testa
Devo farlo io, ignorando il dolore che sembra volermi strappare la carne
Percorro i pochi metri del vialetto senza nemmeno alzare lo sguardo dal
ciottolato sul quale sto camminando
Faccio un grosso respiro, e giro la mia chiave nella toppa
Quinn raggiunge l’ingresso pochi attimi dopo
I suoi occhi spenti si fissano nei miei
Sono sorpresi, e sembrano accendersi di qualcosa che definirei... speranza?
So che tutto questo fa male anche a lui
E non voglio illuderlo, così decido di mettere subito le cose in chiaro

- Sono venuto a prendere le mie cose. Vado a stare da Dan, finchè non trovo
   un altro posto


Lo vedo spalancare gli occhi, come se nonostante tutto non fosse
preparato ad una simile eventualità
Si porta la mano alla bocca, reprimendo un versetto ferito
Distolgo lo sguardo e mi incammino in camera da letto
Quinn non mi segue, ma sento i suoi singhiozzi soffocati invadere l’ingresso
E la mia testa
Riempio il borsone delle cose che mi servono, ignorando il tremore delle
mie mani
Quando ho finito trovo Quinn esattamente dove l’avevo lasciato.
Una mano portata alla bocca e le guance bagnate di lacrime
Fa maledettamente male


- Ora è meglio che vada


Scuote la testa e si avvicina, mentre le lacrime continuano a scendere
bagnando il suo viso

- No
- Quinn, non rendere le cose più difficili
- Ti prego, non puoi andartene
- Invece devo
- Dimmi cosa posso fare... cosa devo fare per rimediare?
- Non c’è niente che tu possa fare


Mi chiudo la porta di casa alle spalle, ma appena fuori sono costretto a fermarmi
Perché non riesco a camminare
Perché sento le forze scivolare via
Posso sentire Quinn piangere attraverso la porta
Ed è come se mi si disintegrasse il cuore

Dan mi raggiunge, togliendomi il borsone dalle mani e abbracciandomi
Non mi ero neanche accorto delle lacrime e dei singhiozzi che mi scuotono
Oramai non sento più niente
Niente
Mi volto un attimo a fissare la porta, come se mi fosse possibile
vedervi attraverso

Non possiamo fare più niente l’uno per l’altro
Ora sto solo cercando di non morire









Bert P.O.V.


Vengo svegliato dal rumore insistente e fastidioso del mio cellulare
che vibra sul comodino
Lo apro di scatto senza nemmeno guardare chi è
Intontito come sono ci metto qualche secondo ad attribuire la voce
al telefono a quella del mio batterista


- Bert, va da Quinn. E’ meglio che non stia solo

Poche parole, e sono già in piedi. Mi rimetto in fretta i vestiti che
avevo ieri sera e salgo in macchina, anche se le nostre case distano
pochissimo l’una dall’altra
Suono il campanello più volte senza che succeda niente
Allora prendo la chiave “per le emergenze” ed entro
Non devo cercare molto, Quinn è seduto nell’ingresso, per terra, la
schiena appoggiata al muro
Lo sguardo vacuo
Devo chiamarlo molte volte prima che dia un qualsiasi segno di aver notato
la mia presenza
Scoppia in lacrime non appena i suoi occhi incontrano i miei
Lascio che pianga, e che parli.
Sconvolto
Disperato come non l’avevo mai visto

Come non avrei voluto vederlo mai
Le parole escono dalla sua bocca sconclusionate, quasi folli


- Ti prego, fallo tornare, riportalo indietro, riportalo da me

Ed io mi limito ad abbracciarlo stretto
Ma non posso fare a meno di domandarmi se sia lui ad aggrapparsi a me,
oppure  il contrario
Lo stringo perché ogni parola che dice sembra uccidermi lentamente
Perché vorrei che amasse me con la stessa disperazione con cui
ama lui
Con la stessa disperazione con cui io lo amo
Eppure se potessi riporterei Jeph indietro sul serio
Se fosse possibile riconsegnerei ancora una volta Quinn tra le sue braccia
Cederei il passo ancora una volta
Se servisse a renderlo felice
Che importanza avrebbe un’altra spada piantata nel petto?
Cosa cambierebbe?
Io sono morto tempo fa











Salve a tutti!
Perdonatemi per il ritardo nell’aggiornamento
Ma il concerto dei Placebo ha occupato tutto il mio week-end! E non mi sono ancora ripresa dall’emozione!
Sono spettacolari live!
Ok, ora la smetto con l’eccitazione post concerto e passo al capitolo

Le cose, come vedete, si stanno evolvendo. La situazione non è per niente facile
E’ importante per me descrivere esattamente le conseguenze delle azioni di Quinn su tutti loro
Perché praticamente tutti ne sono coinvolti

I preferiti sono diventati 14! Grazie!
Grazie mille anche e soprattutto a chi recensisce
Love ya!

SweetPandemonium:  Honey, lo so è difficile non farsi intenerire da Quinny.
Come vedi la divisone in questo capitolo si fa ancora più netta, purtroppo… che ne pensi? Un bacio!

Akura:  Vero, Quinn sta soffrendo moltissimo...ma d’altronde se l’è meritato.
L’uomo di Quinn è ancora un mistero, si saprà solo più avanti.
Hai ragione, Bert si sta comportando bene per ora... fammi sapere che te ne pare di questo capitolo! Baci

Dominil: Sugar, grazie dei complimenti *.*
In questo caso il povero Bert sta pagando delle amare conseguenze, pur non avendo nessuna colpa. Povero!
Spero che anche questo capitolo un po’ corto ti piaccia! Baci!

 

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Capitolo 7
*** Long nights and colder eyes ***







Quinn P.O.V.



Non è passato molto tempo prima che la situazione diventasse da “allarme rosso”
e conseguentemente che John ci convocasse negli studi della Reprise Record
E’ passato appena un mese
I 30 giorni più lunghi e terribili della mia vita
Il periodo più lungo passato senza che io e Jeph ci rivolgessimo la parola
da quando ci conosciamo
E dio, ci conosciamo da così tanto tempo
Come cazzo siamo arrivati a questo?

Non ho ascoltato una sola parola di tutto quello che è stato detto
Mi sono estraniato dal mondo cercando di ignorare il fatto che la
colpa sia solo ed unicamente mia se tutto sta andando a rotoli
Senza avere il coraggio di guardare quelle quattro persone che tanto amo
Quando improvvisamente esco da mio mutismo le mie parole fanno si che
il silenzio cali nella stanza, come se anche l’aria avesse smesso di circolare

- Forse dovrei andarmene

- No

La nota di paura nella voce di Bert fa male al cuore
Ma mi costringo ad alzare il viso solo quando sento la voce di Jeph

- Nessuno va da nessuna parte. Il gruppo è la cosa più importante.
   Tutto il resto non conta


Questa frase ha definitivamente messo fine alla conversazione
Ma io ho ancora un dannato bisogno di sentire la sua voce
Seguo gli altri fuori dagli studi, in silenzio
Solo quando siamo fuori vedo Jeph voltarsi verso di me
Non mi ero nemmeno reso conto di aver pronunciato il suo nome
Credevo di averlo solo pensato
Bert e Dan si scambiano un’occhiata preoccupata, un attimo prima di
lasciarci soli in quel parcheggio

- Cosa vuoi Quinn?
- Solo parlare
- E di cosa vorresti parlare?
- Tu mi manchi Jeph... io non ti manco nemmeno un pò?


I tratti del suo viso si induriscono improvvisamente, gli occhi ridotti a due
fessure color petrolio
La sua voce mi raggiunge, altrettanto dura

- Non farlo, non mettere le cose come se fosse stata una mia scelta
- Ma... lo è stata
- No, io non ho scelto di essere tradito, hai scelto tu. Hai deciso tu
  per tutti e due
- Noi potremmo...
- Di quale “noi” parli Quinn? L’hai scambiato per un paio d’ore di sesso.
  Non c’è più nessun noi adesso. Ci siamo noi quattro, ma questo è tutto
- Ti prego Jeph
- Tu non sei più niente per me


Mentre lo osservo allontanarsi mi meraviglio di come io possa ancora sentire dolore
Pensavo che vederlo lasciare casa nostra avesse definitivamente frantumato
il mio cuore
Mi sbagliavo






Bert P.O.V.


Un’altra notte sta passando senza che io abbia praticamente chiuso occhio
Onestamente non saprei neppure dire quand’è stata l’ultima volta
che ho dormito un’intera notte
Sono rimasto su questo letto ad osservare il colorito del cielo modificare le sue sfumature
rendendole progressivamente più chiare

Un’altra notte ancora


Adesso non manca molto all’alba, lo capisco dall’eterea luce che comincia
a creare strane ombre sulla coperta blu e intatta dove sono disteso
Mi alzo dal letto camminando silenziosamente fino alla camera di Quinn
La porta è aperta così entro e mi siedo accanto a lui
Gli scosto una ciocca di capelli leggermente sudata dalla fronte
E’ completamente aggrovigliato tra le coperte e il suo viso è contratto
da un’espressione sofferente
Percepisco come una morsa stringermi il petto
Vorrei che potesse essere sereno, almeno mentre dorme
Ma i suoi sogni sono agitati e dalle sue labbra rotolano fuori strani suoni
Da alcuni giorni ho preso l’abitudine di fermarmi a casa di Quinn per la notte
Principalmente da quando ha deciso che l’alcool sarebbe stata la soluzione
ai suoi problemi
Sono giorni che non fa altro che sbronzarsi
Giorni che lo recupero ogni sera in un bar a caso e gli tengo la testa mentre vomita anche l’anima
per poi stendermi nella stanza accanto aspettando
insonne il momento in cui mi affaccerò alla sua porta per controllare se sta bene
Vorrei dirgli che facendo così non risolve nulla
Dovrei
Ma un discorso del genere risulterebbe davvero poco credibile da parte mia
Chi voglio prendere in giro?
Se non fossi così preoccupato per lui sarei anch’io ad ubriacarmi chissà dove
pur di non sentire quello che sento adesso
Faccio il giro del letto per stendermi accanto a lui e passo delicatamente
le dita tra i suoi capelli
Lo sento rilassarsi un po’ al mio tocco e l’odore del suo shampoo mi invade le narici
Poi finalmente chiudo gli occhi.


Mi sveglio che è già pomeriggio inoltrato ed il letto è vuoto
Resto ancora un po’ disteso, tendendo l’orecchio per sentire qualche rumore
provenire dalle altre stanze, ma c’è solo silenzio
Quinn non c’è
Cerco un biglietto, o qualsiasi altra cosa che mi dia un’idea di dove cazzo
possa essere andato, ma non c’è niente
Ed il mio stomaco si aggroviglia in una strana sensazione di preoccupazione e paura
Penso che dovrei chiamarlo, ma il cellulare sosta abbandonato sul tavolino
all’ingresso, ed in ogni caso è spento da giorni
Mi infilo le scarpe ed una felpa ed esco a cercarlo






Quinn P.O.V.


La sensazione di confusione e leggerezza si fa lentamente strada tra i
miei pensieri, rendendoli per un attimo più lontani e meno dolorosi
Rido senza motivo mentre il barman riempie distrattamente per l’ennesima volta il mio bicchiere di Jack Daniel’s
Lo bevo tutto d’un sorso e sento la gola pizzicarmi leggermente e il calore
diffondersi nel mio petto
La testa mi gira, come quando da piccolo andavo su quelle giostre che ruotavano
vorticosamente e quando scendevo mi veniva quasi da vomitare
Mi alzo sentendomi poco saldo sulle gambe, pago il conto ed esco
Salgo in macchina e apro il cassettino del  cruscotto alla ricerca di qualcosa
di forte da ascoltare.
Tiro fuori tutto quello che c’è gettandolo distrattamente sul sedile accanto
al mio
Spulcio tra le varie custodie, fino a che non mi ritrovo tra le mani quel cd
Il primo che abbia mai avuto, se non contiamo quelli che rubavo di nascosto dalla collezione di mio padre

Sento perfettamente il dolore colpirmi, anche attraverso la nebbia dell’alcool

Era stato un regalo di Jeph, quando eravamo ancora dei ragazzini
Con la mia paghetta non riuscivo a comprarmi granchè, mentre Jeph
essendo di qualche anno più grande faceva già dei piccoli lavoretti
Sapeva che lo desideravo tanto, ed una sera si era arrampicato fino alla mia
finestra e me l’aveva mostrato
Gli avevo detto che avrebbe dovuto prestarmelo qualche volta
E lui aveva sorriso, puntandomi un dito sul petto per farmi arretrare ed infilarsi
nella mia camera
‘E’ tuo’  mi aveva detto,  ‘l’ho preso per te’

E’ sempre stato migliore di me
L’ho sempre saputo questo
Poggio il disco sulle mia gambe e metto in moto


Quando parcheggio davanti casa di Dan è quasi mezzanotte
L’aria è gelida e mi brucia la gola
Busso al campanello senza sapere bene quello che sto facendo
La testa mi gira ancora
Dan mi apre con un’espressione sorpresa e preoccupata
Devo puzzare di alcool a distanza di chilometri

- Quinn? Cristo, quanto hai bevuto?

Scuoto la testa per dire che non lo so… o che non ha importanza, non saprei dire
Entro in casa ed il calore improvviso aumenta la sensazione di instabilità, facendomi vacillare per un attimo
Mi poggio allo stipite della porta con la mano libera, mentre nell’altra mano tengo ancora il cd

- Posso vederlo?
- Non so se è una buona idea...
- Per favore, voglio solo vederlo
- E’ in camera sua


Dan mi indica una stanza lungo il corridoio.
Mi avvicino ed apro la porta delicatamente, quasi come se dovesse saltare fuori un mostro da un
momento all’altro
Jeph è seduto su una poltrona,in un angolo accanto alla finestra.
Ha l’aria concentrata a guardare il pc poggiato sulle sue gambe,
i fili scuri degli auricolari che spuntano dal nero dei capelli
Lo osservo per un attimo, mentre stringo dolorosamente le dita attorno
alla custodia del cd
Provo a chiamarlo, ma la voce fuoriesce dalla mia bocca flebile ed incerta
E comunque non potrebbe sentirmi
Mi avvicino fino a sfiorargli una gamba, facendogli alzare il viso
Mi guarda sorpreso e triste prima di togliersi le cuffie e spostare il pc sulla finestra accanto a lui
Mi da l’impressione di volersi alzare in piedi, ma non lo fa

- Quinn, che ci fai qui?

I suoi occhi sono freddi su di me
Ed io sono così stanco, così stanco che mi sembra di essere morto









Mi scuso per la prolungata assenza, ma le vacanze e lo studio mi hanno tenuta un po’ impegnata :D
Non c’è molto da dire su questo capitolo, il distacco si acuisce, come inevitabilmente doveva accadere
Bert inizia ad avere un ruolo piuttosto importante nella storia, secondario ma importante
Per la vostra gioia vi informo che tra qualche capitolo, non so esattamente tra quanti, finalmente
apparirà il famoso uomo del mistero, che tanto vi incuriosiva XD
Anyway, vedrete più avanti XD

Allora, passiamo alle recensioni
Come sempre Grazie Mille a chi recensisce e legge.
Love ya’ll


Akura: Nessuna scusante per il piccolo Quinn, non preoccuparti, nessuno gli ha fatto
niente di brutto, è solo stato molto stupido!
SweetPandemonium: Honey, right, Bert è molto dolce e si sta comportando da vero amico, per ora.
Scrivere di loro divisi fa male esattamente come fa male leggerlo, credimi
Ahah una coalizione Dan/Bert, sarebbe splendida XD
Lady_Of_Sorrow: Ti ho fatto aspettare un po’ per l’aggiornamento eh? Spero che
ne sia valsa la pena XD
Chemical_kira: Tesoro, vedere le tue recensioni è sempre un piacere!
La storia si sta complicando, hai ragione! E si, la scappatella di Quinn apparirà, don’t worry XD
ChemicallyUsed: Hun! Mi hai già detto quello che pensi di questo capitolo, dato che lo hai avuto in anteprima XD
Ah si… la scappatella di Quinn ihih, ho in serbo grandi cose XD…Chissà se una delle tue ipotesi ci ha preso XD
Marsfreiheit: Una nuova lettrice, che bello!!
Grazie mille per i complimenti!! Sono contenta che ti piaccia, e che ti stia avvicinando ai The Used, credimi, ne vale la pena, sono dei grandi musicisti!

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Capitolo 8
*** Oblivion and smell ***









Jeph P.O.V.


Le giornate si susseguono tutte uguali al chiuso di questa camera dalla quale esco raramente
in un difensivo quanto inutile tentativo di estraniarmi dai
pensieri che confusi e dolorosi mi affollano la mente
Probabilmente desidero solo fuggire gli sguardi di preoccupazione e compatimento
che mi sento pesare addosso ogni volta che qualcuno mi guarda
Mi sento anche vagamente in colpa nei confronti di Dan.
Mi ha accolto in casa sua, mi è stato vicino, ma non si può certo dire che io
sia di grande compagnia in questo periodo
Così quando sento una mano toccarmi una gamba alzo il viso aspettandomi di
trovarmi di fronte lui
Invece davanti a me c’è Quinn
Ed io non riesco ad impedire al mio cuore di fare un balzo
E’ sempre bello,
quanto di più bello io abbia mai visto
Anche così, stanco e trasandato
Perfino l’odore di alcool che mi punge le narici sembra piacevole

- Quinn, che ci fai qui?

Sposto il portatile dalle mie gambe per tenermi occupato
e frenare l’impulso di alzarmi in piedi e prenderlo tra le braccia
Perché Cristo, è Quinn, ed è l’unica cosa che vorrei fare adesso mentre osservo
il suo viso sfatto e triste
Vorrei abbracciarlo e dirgli che va tutto bene
Come se fosse lui quello da consolare


Lo osservo avvicinarsi con passo vagamente incerto
e se non fossi seduto e ben conscio che mi è impossibile allontanarmi di più, probabilmente sarei arretrato
I miei occhi seguono sorpresi i suoi movimenti
Lo vedo mettersi in ginocchio davanti a me, gli occhi quasi serrati, in un
tentativo malriuscito di trattenere le lacrime

- Jeph..mi manchi...dio, mi manchi così tanto...

Poggia la testa sulle mie ginocchia mentre i singhiozzi cominciano a scuoterlo
Resto immobile dove sono. Non potrei muovermi neanche se volessi
Questa è l’unica frase che riesco a cogliere, tra i sospiri e i singhiozzi spezzati
Adesso che sento l’odore della sua pelle ed il peso del suo corpo su di me
la sofferenza che avevo cercato di ignorare mi colpisce tutta insieme
Mi manca anche lui
Mi abbasso nella sua direzione appoggiandomi a mia volta su di lui
Il naso annegato nei suoi capelli
Lo sento tremare sotto di me

Lo odio per quello che mi ha fatto.
Per quello che ha fatto a noi
O almeno vorrei essere in grado di farlo
Vorrei picchiarlo, vorrei mandarlo via
Ma sono incapace di fargli del male, non potrei mai

Lo spingo leggermente per farlo alzare e farlo distendere
Si rannicchia sulla punta del letto aggrappandosi alla mia maglietta
Non riesco ad impedirmi di toccarlo, passo le dita delicatamente tra i suoi
capelli finchè non si addormenta
Poi mi libero dalla presa della sua mano ed esco
Chiudo la porta poggiandovi poi la fronte sopra
In questo periodo ho finto una forza che non posseggo neanche lontanamente
Ho indossato un’armatura fredda e ostile
Ed ora mi ritrovo a piangere come un idiota
Non posso dimenticare quello che ha fatto


Mi volto quando sento la mano di Dan stringermi la spalla
Lo seguo senza avere veramente coscienza dei miei movimenti, meravigliandomi di essere ancora capace di reggermi in piedi
Poggio la testa sul tavolo freddo della cucina cercando di calmarmi, di raccogliere le idee in un pensiero coerente
 ma riesco solo a piangere

- Dio... mi sento... non riesco a prendere fiato... come se non potessi
   respirare
- Mi dispiace Jeph
- Mi manca Dan...cazzo mi manca da morire



Mi passa una mano tra i capelli, e la lascia lì, mentre prende un grande respiro
come se dovesse dire qualcosa di estremamente difficile

- Forse dovresti perdonarlo


Alzo il viso di scatto ad incontrare i suoi occhi, sorpreso.
E’ la prima volta che si ‘schiera’ , la prima volta che si espone dandomi un parere

- Non guardarmi così, sei a pezzi, ed anche lui
- Come faccio Dan? Non riesco a togliermi dalla testa l’immagine di lui
   con un altro

- Potete superarlo
- Io non lo so...





Quinn P.O.V:


Quando la mattina mi sveglio ho un dolore lancinante alla testa
Tengo ancora un po’ gli occhi chiusi tentando di dare una forma ai
frammenti confusi di immagini che mi tornano alla mente
Sono quasi sicuro di aver sognato tutto, finchè non apro gli occhi e mi
ritrovo in una casa che non è la mia
A quel punto la nebbia nella mia testa sembra diradarsi
La casa di Dan, Jeph, le sue dita che mi accarezzano i capelli
Mi alzo a fatica dal letto e raggiungo la cucina
Dan è seduto al tavolo, una tazza verde brillante tra le mani
Alza gli occhi su di me con un sorrisino mesto sul viso

- Hey, sei sveglio... vuoi un caffè?
- Grazie

Lo vedo alzarsi e trafficare con la macchinetta dandomi le spalle

- Senti Dan... mi dispiace, non sarei dovuto piombare a casa tua così...
  scusami

Si volta piazzando una tazza calda tra le mia mani e un paio di aspirine, per poi risedersi di fronte a me

- Che dici? Non devi scusarti, è tutto ok

Alzo il viso dalla tazza per incontrare il suo sguardo.
E Dan è troppo intelligente per non capire quello che sto pensando
Risponde alla domanda che ho in testa senza bisogno che io la formuli

- Ha dormito sul divano... e stamattina è uscito molto presto


Annuisco senza guardarlo, dandomi mentalmente dello stupido per essermi
illuso per così poco
Sono arrivato qui completamente ubriaco, e Jeph non mi avrebbe mai
mandato via in quello stato
E’ migliore di me
L’ho già detto



Jeph P.O.V.



Quando finalmente mi decido a tornare a casa fuori si è già fatto buio da un pezzo
e la temperatura è quasi vicina allo zero
Mi stringo nella felpa e cammino per le strade deserte e poco illuminate di
Orem
Questo posto non mi è mai sembrato tanto piccolo e stupido
Mi muovo svogliatamente, trascinando i piedi sull’asfalto in un
fastidioso stridio
Salgo in macchina e aspetto che si saturi di aria calda
per poter cancellare questo cazzo di freddo che mi sento addosso
Sono così vicino che farei prima ad andarmene a casa

La verità è che non voglio tornare
La mia mente non riesce a decidere quale sia l’eventualità più dolorosa
Quella che mi fa maggiormente paura
Se tornare a casa e scoprire che Quinn è andato via
Oppure trovarlo ancora lì, doverlo affrontare ancora

Quando apro la porta di casa però percepisco immediatamente
che Quinn non c’è
Lo so
Come se l’aria in casa avesse irrimediabilmente cambiato consistenza
Meglio così, mi dico
Ma non c’è niente in tutta questa storia che sia anche lontanamente
assimilabile al meglio


Mi spoglio distrattamente, senza neppure accendere la luce.
Rabbrividisco non appena la mia pelle entra in contatto con le
lenzuola fredde
Le stesse dove lui ha dormito appena una notte fa
L’odore di Quinn mi si posa addosso, schiacciandomi quasi contro il materasso
Caldo, pesante e tangibile
E non serve a nulla ripetermi che un odore non può essere doloroso
Lo è
Lo percepisco tutto intorno a me
Sa di zucchero
E lo so che in verità lo zucchero non ha un particolare odore
Ma Quinn sa di zucchero
E mi manca

Quando chiudo gli occhi e cedo al sonno sembra quasi che lui sia
qui con me











Salve a tutti
Come promesso non vi ho fatto aspettare molto per l’aggiornamento questa volta
Il capitolo è un po’ corto, ma mi serviva qualcosa di abbastanza immediato, quindi
ecco qui la reazione del nostro bel bassista all’improvvisata di Quinn U_U

La situazione è complicata e dolorosa un po’ per tutti, e siccome sono vagamente sadica
non posso promettervi che le cose andranno a migliorare a breve…ma chissà...
Quello che posso promettervi è che manca poco all’apparizione dell’uomo misterioso!
Promesso! XD

Passando all recensioni, non so dirvi quanto vi adori. Davvero. Grazie.

Lady_Of_Sorrow: Grazie dei complimenti! Eccoti accontentata, sono stata brava con l’aggiornamento stavolta?
SweetPandemonium: Honey, finalmente siamo riuscite a beccarci anche su msn. Mi ha fatto molto piacere.
Hai ragione, fa effetto vedere Bert soffrire così, povero..
MarsFreiheit: Eccoti accontentata... ora sai cos’è successo XD Che ne dici??
Sono molto contenta che tu li stia ascoltando e che ti piacciano!
Akura:
La tua domanda su Jeph ha avuto risposta?? Quinn sta sempre peggio, ma se l’è
proprio andata a cercare! XD
ChemicallyUsed: Hun, questo capitolo non sono riuscita a fartelo avere in preview XD
Forse eravamo troppo prese dalla “nascita” del piccolo BB <3

 

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Capitolo 9
*** Everyone of us knows ***


Angolo dell’autore:
Mi scuso per l’assenza prolungata da questa storia, ma le idee erano molte e ho scritto
e riscritto prima di trovare la soluzione adatta!
Perdonatemi per la brevità di questo capitolo, ma è un po’ un capitolo di svolta, e di passaggio.
Ma vi prometto che i prossimi capitoli saranno più “esplosivi” xD
In ogni caso, qualcosa si è mosso, molte cose, anzi!
Spero che vi piaccia comunque e che non mi odiate per essere sparita xD
Non lo fate, vero? *.*





Everyone of us knows





Jeph P.O.V.


Mi sveglio sudato ed accaldato, nemmeno fossimo in agosto.
Le coperte mi si aggrovigliano intorno come rampicanti che mi
tolgono l’aria, impedendomi di respirare
Le immagini dell’incubo appena sfumato mi tornano alla mente
facendomi sentire improvvisamente freddo
Sangue
La pelle chiara di Quinn che progressivamente si tingeva di rosso
I suoi occhi tristi e spaventati
Non capivo se il sangue fosse mio, oppure suo
E poi le mie mani che lo toccavano, per controllare che stesse bene
E lo ferivano, come se fossero affilate lame di coltelli
E più cercavo di aiutarlo, più gli facevo male
La sua pelle si lacerava
E Quinn se ne stava lì, senza muoversi
Come rassegnato al fatto di meritarselo


Mi alzo di scatto buttandomi addosso le prime cose che mi capitano
Quando busso alla sua porta è già notte fonda
Non do a Quinn neppure il tempo di rendersi conto di quello che
sta accadendo
Me lo trascino addosso e lo bacio, un bacio che sa di disperazione e di bisogno
Poi lo spingo in casa, senza staccarmi di un millimetro
Non lascio spazio tra i nostri corpi e le nostre labbra nemmeno mentre lo spingo in camera
Quinn ricambia il bacio e mi seguo docile, senza chiedere niente
Inizio a spogliarlo prima ancora di toccare il letto
Ho bisogno di sentire le sue pelle sotto le dita
Di sapere che sta bene

Mentre mi muovo dentro di lui mi rendo conto di quanto mi sai mancato
E di quanto mi abbia ferito
Io e lui, il sesso, questa casa
E’ stupendo
E fa male
I suoi gemiti rochi sono come veleno per me
Sapere che qualcun altro ha potuto sentirli
Che li ha offerti a qualcun altro come se non significassero nulla
E' doloroso
Il mio orgasmo ha il sapore della sconfitta e della rabbia
Non posso dimenticare. Non posso


Quando tutto è finito mi stendo accanto a lui per riprendere fiato
Ma è solo per poco
Mi alzo senza dire una parola e mi sposto nell’altra stanza per farmi una doccia
Quando ne esco so che ha capito
Sapeva
Sapeva già che sarebbe successo quando ancora ero steso accanto a lui
Lo sento dal tono provato della sua voce, ancora leggermente roca

- Stai andando via, vero?
- Si
- Non...non vuoi restare?
- Non posso
- Perché?
- Perché non mi fido di te


Mi vesto in fretta, e esco da quella stanza senza voltarmi indietro







Bert P.O.V.


Quando sento il cellulare vibrare nella tasca rispondo in fretta, senza curarmi
di guardare il nome che appare sullo schermo
Sono in pensiero per Quinn, non sono riuscito a trovarlo
Si sta facendo di nuovo sera, è passato quasi un giorno intero
E non so più dove andare
La voce di Dan sembra togliermi un macigno di dosso
Mi informa che Quinn è stato da loro la notte scorsa, che è rimasto lì fino a poco prima
Sta bene
E’ a casa

Ci metto appena cinque minuti a raggiungere casa di Quinn
Busso alla porta, ma non ricevo risposta
Così prendo la mia copia delle chiavi ed entro
Quinn è in camera da letto, profondamente addormentato
Ancora vestito
Gli sfilo le scarpe e lo copro
Resto per un po’ ad osservarlo, per assicurarmi che stia davvero bene
Poi come le notti precedenti raggiungo la camera accanto alla sua

Non ci vuole molto tempo prima che io mi addormenti, data la notte insonne
e la tensione
Mi sveglio improvvisamente quando sento il campanello suonare
Non so bene che ore sono, ma fuori è già buio pesto
Percepisco i passi attutiti di Quinn sul pavimento, ma sono così stanco
Non riesco ad alzarmi per vedere cosa sta succedendo
Ricado nel sonno quasi subito, ma la mia mente si riattiva completamente
quando sento la voce di Jeph
Le parole sussurrate che non riesco a comprendere
E poi i gemiti che rotolano fuori dalle loro bocche incuranti del male che stanno facendo
E dovrei davvero andarmene, finchè ne ho ancora la forza
Eppure non ci riesco
Una parte di me vuole davvero farsi del male
Arrivare al punto di rottura, al dolore più forte possibile
Magari così riuscirò a convincermi una volte per tutte che non sarà mai mio
Resto lì, immobile, ad ascoltare le mie speranze che si spaccano
Senza speranza, e senza nemmeno la forza di coprirmi le orecchie per
proteggermi




Quando il mattino dopo ricevo la telefonata di Dan capisco immediatamente
dal suo tono che Jeph gli ha raccontato di essere stato a letto con Quinn
Forse vuole dirmelo lui prima che lo faccia Quinn
Per darmi la possibilità di accusare il colpo
La mia voce trema ancora quando gli rivelo di sapere già tutto
Il silenzio prolungato da entrambi i lati della cornetta suona come qualcosa di strano


“Mi spiace Bert”

Non rispondo nulla, credo che per la prima volta in tutta la mia vita non ci siano più parole da dire
Posso percepire la sua preoccupazione nel lungo sospiro che riempie l’aria
poco dopo

“Mi dispiace” ripete ancora una volta
“Fa male”
“Lo so”
“Pensavo che prima o poi avrebbe smesso, ma fa male”
“Non puoi cedere adesso Bert”
“L’ho già fatto”
“Quinn ha bisogno di te”
“Non mi pare”
“Si”

Quinn ha sempre avuto meno bisogno di me di quanto io ne avessi di lui
Adesso lo so

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Capitolo 10
*** Over ***


Angolino dell’autore:
Ho mantenuto la promessa e ho postato presto, no?
Anyway, dopo tanti tribolamenti, eccolo qui l’uomo misterioso!
Saprete dell’altro più avanti, in ogni caso! xD
Questo capitolo è abbastanza pieno di avvenimenti!
Ok la smetto e vi lascio leggere!
Hope you enjoy!






Over






Quinn P.O.V.


I giorni a venire non modificano molto la situazione
Jeph ha ripreso ad ignorarmi
I nostri unici incontri riguardano il gruppo
In studio i suoi occhi non incontrano mai i miei, eppure sento
il suo sguardo pesarmi addosso
Dopo la nostra notte insieme sembra ancora più arrabbiato con me.
Aspetto che lo studio si svuoti completamente prima di raccogliere le mie
cose ed uscire.
Ho appena messo piede nel parcheggio quando mi sento tirare per un braccio.
Non faccio in tempo a voltarmi che le labbra di Jeph sono incollate alle mie
Mi trascina nella sua macchina lasciandomi a malapena respirare
Mi ritrovo nudo in pochi minuti, ma non sento freddo a lungo, perché le mani
di Jeph sono ovunque ed io mi lascio andare docile come un agnellino
E’ delicato e attento, e mi sembra quasi di essere tornato indietro nel
tempo, ma quando cerco di unire le nostre labbra si scansa, scendendo a
baciarmi il collo.
Non ho molto tempo per rifletterci perché il piacere mi raggiunge, forte e improvviso, come ogni volta che sono con Jeph.
Ci rivestiamo in silenzio, e quando cerco di iniziare un discorso le sue parole
mi mostrano che non ne ha nessuna intenzione

“Dovrei andare a casa”

Un modo indiretto per dirmi che abbiamo finito, e che posso anche scendere
dalla macchina adesso

Annuisco soltanto, e scendo senza un’altra parola
Resto fermo in questo parcheggio mentre guardo la sua macchina che si allontana, quasi come una puttana che ha terminato il suo lavoro.
Poi me ne vado a casa
Le cose si trascinano in questo modo per giorni
Jeph non mi parla, non mi guarda, non mi bacia mai.
Si limita a scoparmi, per poi mandarmi via freddamente quando abbiamo finito.
E la sensazione è peggiore dell’indifferenza, perché stiamo sporcando tutto
quello che c’è stato tra noi






Jeph P.O.V.

Sotto quest’acqua calda sfrego la mia pelle il più forte possibile per togliermi
il suo odore da dosso
Voglio cancellare tutto quello che mi ricorda lui
Ma ovviamente non è possibile, il suo odore si è attaccato alla mia pelle
la prima volta che l’ho toccato e non è mai più andato via
Come un promemoria posto a ricordarmi ogni dannato giorno quello che
ha fatto

Apro la cabina doccia con un gesto brusco ed indosso un jeans e una t-shirt senza nemmeno prendermi la briga di asciugarmi
La stoffa mi si attacca leggermente alla pelle mentre a piedi nudi cammino
verso la cucina, tamponandomi i capelli con un’ asciugamano, per non sgocciolare ovunque
Lo sguardo di Dan segue ogni mio movimento,provo ad ignorarlo, perché davvero non sono in vena di fare conversazione, ma è inutile
Allora mi volto verso di lui chiedendogli silenziosamente cosa succede.
Mi osserva ancora per un lunghissimo momento prima di parlare

“Che stai facendo?”
“L’intenzione era prepararmi un the”
“Mi riferisco a Quinn”
“Non mi va di parlarne”
“So quello che stai facendo, e non è giusto. Gli stai facendo male”

Al sentire questa frase non posso fare altro che spalancare gli occhi.
Che adesso sia io quello in torto mi suona alquanto surreale

“Io? Forse sei un po’ confuso Danny”
“So come ti senti Jeph”
“Io non credo”

Il mio tono suona più brusco di quanto vorrei, ma lui non sembra farci caso
I suoi occhi sono fissi sul mio viso, ma non riesco a decifrare la sua espressione
Non abbasso lo sguardo, e nemmeno lui lo fa

“Posso immaginarlo. Ma stai sbagliando in ogni caso”
“Questo è assurdo. Sono io quello che sbaglia?”
“Si”
“Sei impazzito, o che?”
“Capisco che ti abbia ferito, e capirei se tu non riuscissi a perdonarlo.
 Ma se è così, allora lascialo andare”


Lo stomaco mi si stringe a sentire il suono delle sue parole
Lasciarlo andare
Dovrei, sarebbe la cosa migliore per tutti
Eppure ogni singola parte di me rifiuta quest’idea
Quando c’è Quinn la mia testa va in una specie di blackout temporaneo
Non vedo altro che lui
Non sento nient’altro
Provo un bisogno violento di toccarlo, di averlo tra le mie mani, di riempirmi
gli occhi della sua figura
Ma ogni volta che lo tocco il mio risentimento non fa altro che aumentare
Eppure non posso smettere
Come posso spiegare tutto questo?

“Lo odio. Dio, io lo odio”
“No, non lo odi”


Dan fa due passi per avvicinarsi, ma istintivamente mi trovo ad arretrare
Non voglio essere commiserato

“Odio il fatto che sia impossibile dimenticarlo”
“Se non ci riesci forse non dovresti”
“Si, dovrei”
“Allora lascialo andare”
“Non ci riesco, non posso farlo”







Quinn P.O.V.


Lascio cadere il telefono dimenticato sul letto, provo a chiamare Bert già da qualche ora
Ma il telefono è staccato
Sono molti giorni che non lo sento, ci vediamo in studio, certo, ma poi
torniamo ognuno a casa propria, siamo lontani
E’ lontano da me
Ed io non riesco a capire.
E non mi sono mai sentito così solo
Dan mi chiama ogni giorno, e ogni tanto viene a farmi compagnia
Credo che divida il suo tempo tra me e Jeph
Fa così male pensare a noi così divisi
Come se fossimo nemici, proprio noi, che siamo sempre stati più
una famiglia che una band



Prendo la felpa dalla sedia davanti alla scrivania e la indosso, deciso a fare
due passi ed arrivare fino a casa di Bert
Probabilmente sarà solo stato impegnato
La temperatura è scesa rapidamente e l’aria è fredda e secca
Penso che nevicherà
Cammino verso casa di Bert stringendomi nella felpa che non mi ripara
abbastanza
Il buio è sceso molto rapidamente, ma la strada principale è illuminata, e
in giro ci sono ancora alcune persone che entrano ed escono dai negozi
Sento l’aria calda provenire da essi quando vi passo davanti e le porte automatiche si aprono al mio passaggio
Le luci accese che provengono dalle finestre mi informano che Bert è a casa
Aspetto pazientemente che apra e che mi sorrida nel suo solito
modo inquietante e caldo allo stesso tempo
La porta si apre, ma del suo solito sorriso nemmeno l’ombra
All’interno la casa è fredda quasi quanto l’aria esterna, come se i riscaldamenti
non fossero stati accesi da alcuni giorni
Gli sorrido cercando di decifrare quello che gli passa per la testa
E’ quieto e silenzioso, e non è da Bert

“Hey Bert, va tutto bene?”
“Sicuro, volevi qualcosa?”
“No, è solo che non ci vediamo da un pò”
“Ci siamo visti stamattina in studio”
“Si, intendevo è un po’ che non ci vediamo al di là di quello”
“Già, che io sappia sei stato parecchio impegnato”

Il suo tono è così risentito.
Sembra che io sia destinato a sbagliare sempre, qualsiasi direzione prenda
Mi avvicino un po’ cercando di capire cosa sta succedendo

“Ho fatto qualcosa di sbagliato?”
“No, non hai fatto niente Quinn, come sempre”
“Che vuoi dire?”
“Che la parte della vittima ti calza a pennello, che ti lasci trattare come una
  qualsiasi volgare puttana, e sto cominciando a credere che ti piaccia”

Le sue parole mi feriscono
Non mi aveva mai parlato in questo modo, non mi aveva mai detto delle
cose così cattive
Deduco che Dan lo abbia informato di quello che succede tra me e Jeph
Ma perché una reazione così risentita?
Sto cercando di fare del mio meglio, in tutto, ma a quanto pare sono un
fallimento su tutta la linea
Ne sono consapevole, non ho bisogno che qualcuno me lo ricordi

“Questi non sono affari tuoi Bert”
“Si? Beh allora perché sei qui?”
“Perché credevo di trovare un amico”
“No, tu volevi solo qualcuno che ti compatisse, ed io sono stanco Quinn, basti
  tu a piangerti addosso, non hai bisogno di altri”
“Perdonami, non ti disturberò più con i miei stupidi problemi”


Mi avvio verso la porta dalla quale sono entrato appena qualche minuto fa
Ma Bert mi raggiunge prima che possa aprirla

“Mi dispiace Quinn, ok? E’ solo che non mi piace vederti in questo stato”






Bert P.O.V.


Ho ceduto, definitivamente
me ne rendo conto quando le parole piene di rancore vengono fuori
dalla mia bocca
Osservo lo sguardo sorpreso e ferito di Quinn mentre le pronuncio
Ma sono ferito anch’io, solo che non posso dirlo
Solo che nessuno vuole saperlo
Il mio è una specie di dolore di serie B, di cui non ho nessun diritto
e di cui non importa a nessuno

Ma è sua la colpa?
Il colpevole sono io, io e la mia stupidità inguaribile
L’ho lasciato andare perché fosse felice, questo è sempre venuto
prima di ogni altra cosa
Ho sofferto per far si che lui fosse felice
E adesso invece di aiutarlo aggiungo altro carico alla sua tristezza
E’ come se avessi fatto tutto per niente

Lo raggiungo prima che possa aprire la porta ed uscire

“Mi dispiace Quinn, ok? E’ solo che non mi piace vederti in questo stato”
“Già, offendermi è di grande aiuto, sai?
“Sto solo cercando di dirti che devi reagire”
“Ci sto provando Bert”
“Facendoti scopare?Come pensi di dimenticarlo se continui?”
“Io non voglio dimenticarlo”

Le persone sono così stupide, e non imparano mai nulla
Continuano a lasciarsi ferire sempre dalle solite stupide cose, come se
fossero sempre nuove, e loro sempre impreparate a riceverle
O almeno io sono così, perché le parole di Quinn continuano a farmi male
come se non le avesse mai pronunciate prima

“Beh dovresti”

Non sono più sicuro che a parlare sia l’amico
Non sono più sicuro che le parole che gli dico siano per il suo bene
Forse sono solo per il mio
Forse sono così stupido da illudermi ancora una volta che se lui lo dimenticasse, forse...
Ma non è così, non sarà mai così

“Non posso farlo”
“Lo so, mi spiace, vieni qui”

Lo abbraccio e lo tengo stretto a me per il tempo che mi serve a capire
Ad accettare
Non è così. Non sarà mai così.






Quinn P.O.V.



Poco dopo aver finito il loro lavoro hanno lasciato tutti lo studio di registrazione
resto seduto per un po’ in questa stanza vuota
Fino a poco fa solo stare seduto in questo posto mi rendeva felice
Dopo aver parlato con Bert ho deciso che la situazione non può
continuare in questo modo
Anche quella mattina Jeph non mi ha degnato neppure di uno sguardo
e sono stanco di questa situazione che non significa nulla
In questo modo noi non significhiamo più nulla
Prendo la macchina e guido fino a casa di Jeph, sicuro di trovarlo da solo
perché Dan questa mattina aveva detto di avere un impegno
Quando Jeph apre la porta i suoi occhi mandano scintille, sorride appena,
ma senza il minimo accenno di allegria, c’è solo malizia in quell’arricciatura
delle sue labbra
Dopo appena qualche secondo le sue mani sono già sulla mia schiena e le sue
labbra sul mio collo
Cerco di allontanarlo, ma c’è davvero pochissima convinzione nel mio
gesto
Voglio che mi tocchi, lo voglio sempre, solo non vorrei che accadesse così
Le sue mani sono calde e mi fanno impazzire
Un istante dopo siamo sul suo letto che profuma di lui
Come sempre il sesso è fantastico, ma non ci sono carezze e baci
Jeph non mi guarda neppure negli occhi, con la testa affondata sulla mia spalla

Il tempo di finire e Jeph è già sotto la doccia, senza una parola
Lo aspetto paziente e quando esce dal bagno sembra sorpreso di trovarmi
ancora qui

“Jeph, possiamo parlare un attimo?”
“Non adesso Quinn, ho da fare”

Mi alzo dal letto e mi avvicino, senza toccarlo, cercando il suo sguardo

“Cazzo Jeph non mi rivolgi neanche la parola. Mi fa male”
“L’ho appena fatto”
“Si, per dirmi che non hai tempo”
“Ed è così”
“Per favore, dobbiamo parlarne. Ti prego”

L’espressione annoiata di poco fa è stata sostituita da una arrabbiata
Le sue braccia sono incrociate sul suo petto ancora senza maglietta
Come una specie di muro di separazione
Distanze su altre distanze, è impressionante il punto a cui siamo
arrivati

“Vuoi parlare Quinn? Ok parliamo. Chi è?”
“Cosa?”
“Chi è la persona con cui sei andato a letto?”
“Jeph ti prego, non era questo che intendevo, volevo parlare di noi”
“Noi siamo questo adesso Quinn”
“Non è vero”
“Si, lo siamo. Ed è colpa tua”


Sono venuto qui per risolvere le cose,per cercare di parlare
Idiota
Noi siamo solo questo adesso
Solo ostilità e recriminazioni
La situazione non può fare altro che peggiorare
Sento i battiti accelerati del mio cuore che quasi mi mozzano il respiro
Non voglio dirlo, non posso


“Tu... tu non lo conosci”

I suoi occhi sembrano diventare neri come la notte, arrabbiati.
Perfino disgustati
Fa un male del diavolo, non riesco a sostenere il suo sguardo
nemmeno per un secondo
Jeph mi tira su la testa con poca delicatezza per costringermi a guardarlo
Poi allontana immediatamente le sue mani da me

“Altre bugie”
“No”
“Tu vieni qui, con quell’aria triste e contrita e mi menti ancora, non posso
  crederci”
“Jeph...”
“Chiedimi ancora perché non posso fidarmi di te Quinn”
“Che importanza ha?”
“Ne ha per me. Voglio sapere con chi ho a che fare. Volevi parlare no?
  Comincia col dirmi chi è”
”Ti prego”
“Non voglio preghiere Quinn, voglio un nome”
“Branden”

Dico il suo nome tutto d’un fiato, urlandolo quasi, buttandolo fuori come se fosse veleno
E’ la fine
Il silenzio che segue non fa altro che darmene la conferma

Quando trovo il coraggio di alzare il viso Jeph non mi sta guardando
La sua testa è calata verso il basso
Provo a toccarlo, aggrappato ancora ad una speranza folle e distruttiva
Questa immobilità mi sta uccidendo
Ma Jeph allontana bruscamente la mia mano e si allontana

“Non puoi averlo fatto davvero”

Percepisco a stento le sue parole, sono poco più che un sussurro sconvolto
Come posso giustificare tutto questo?
Non posso
Chiedo ancora una volta perdono, anche se so che non servirà

“Mi dispiace ”
“Va fuori di qui Quinn. Ti voglio fuori da casa mia. Ora”

E’ finita.
Adesso è finita sul serio






Grazie mille a chi ha recensito! Che bello che vi ricordavate di me *-*

Akura: Lo so, sono sparita, ma alla fine torno sempre! xD
          Aspetto di sapere che te ne pare di questo capitolo!
SweetPandemonium: Honey!! Lo so, nemmeno a me piace veder soffrire Bert, ancora meno
                             il mio piccolo Quinn! Allora pensi che l’uomo misterioso sia valso la pena? Un bacio!
 Xx_ImJustAKid: Eccolo qui il capitolo! Così vedremo se hai indovinato chi era l’uomo misterioso!
                                 Lo so che tu patteggi per Jeph!! L’ho notato dalle minacce a Bert xDD
                                 Mi sono fatta perdonare dell’assenza con questo capitolo?

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Capitolo 11
*** New Ghosts. Old Ghosts ***


Angolino dell’autore:
Rieccomi, anche questa volta sono stata brava con l’aggiornamento, no?
Spero di non farvi aspettare troppo per il prossimo!
Comunque, questo capitolo chiarisce un po’ di cose, mi pare.
Fatemi sapere che ve ne pare!
Alla prossima!



New Ghosts. Old Ghosts




Bert P.O.V.


La consapevolezza non da nessun tipo di sollievo, non a me almeno
E’ più che altro un fastidio costante all’altezza del petto, una strana sensazione
di vuoto, che fa male, ma non abbastanza da uccidermi
Ogni giorno raccolgo i pezzi e me li trascino dietro fingendo come meglio
posso che tutto vada bene
A volte fa più male, a volte, come in questo momento, è un po’ offuscato da altre cose
Quinn è sparito dalla circolazione da almeno un paio di giorni, la stessa cosa
succede per Jeph
Ingoio il doloroso pensiero che magari adesso sono insieme, e busso alla porta
Il viso di Quinn quando mi apre mi fa davvero sentire una merda
Ho sperato che le cose non si rimettessero apposto, ho sperato che due
delle persone che amo continuassero a soffrire
Che schifo
Il racconto di Quinn è poco più che una successione di sussurri
Non piange neanche
La testa bassa e gli occhi asciutti e stanchi
Lo siamo tutti, siamo tutti esausti
A quanto pare la consapevolezza non porta nessun beneficio, a nessuno
Perfino io sono sconvolto dalla rivelazione di Quinn
In tutto questo tempo non mi sono mai chiesto chi fosse quella persona

“Cazzo Quinn, Branden?”
“Già”

Non ho mai voluto sapere
Non vorrei saperlo neppure adesso




Quinn P.O.V.


Resto qui seduto ai piedi del divano a raccontare a Bert quello che è successo
Ogni più piccolo ricordo mi fa male.
Dio, non posso credere di averlo fatto davvero

Quando ho incontrato Branden in quello starbucks non lo vedevo da anni
Da quando aveva mollato la band
Mai uno volta in quegli anni aveva messo piede nel nostro solito starbucks, lo stesso
dove tutti andavamo insieme una volta.
E non pensavo a lui da tanto di quel tempo che vederlo era stato una specie di
shock
Non per lui.
Lui mi aveva sorriso, come se fossero passati appena cinque minuti, nel solito modo che usava sempre
E mi mancava.
Cazzo, quello era Branden.
Mi mancava
Ci eravamo ritrovati a chiacchierare come ai vecchi tempi
Solo di noi, di quello che avevamo fatto.
Quando avevo fatto il nome di Jeph aveva inclinato la testa, uno strano scintillio
negli occhi, e mi aveva sorriso
Passando una mano tra i miei capelli, come se non mi avesse sentito

‘‘Sei bello moro, sembri più grande’’

Quando mi aveva accompagnato alla macchina mi ero chinato per salutarlo
Ma lui aveva voltato la testa e mi ero ritrovato con le sue labbra attaccate alle mie

“Bran, che diavolo fai?”

Ma lui aveva sorriso ancora, prendendo una ciocca di capelli tra le dita

“Sei proprio bello così. Mi sei mancato”

E cristo, non lo so come cazzo siamo arrivati a casa sua
So solo che era come trovarsi in una bolla di sapone
E’ stato tutto così sbagliato che non esistono parole per dirlo
Ho buttato tutto via
Dio, mi faccio schifo per questo





Bert P.O.V.
 
Quando Quinn mi chiede di lasciarlo da solo me ne vado un po’ restio, e
decido che è il caso di parlare con Jeph
E’ giù buio quando arrivo alla porta della casa di Dan
Le luci del portico sono accese, ma in casa sembra tutto spento
Ma io so che è lì dentro
So bene che cosa si prova, la sensazione che la luce ti ferisca, che tutto
quel chiarore intorno sia ingiustificato, che il buio ti permetta di non
vedere i fantasmi che ti trascini dietro
Non è così purtroppo
Loro non ti lasciano mai solo
Busso una volta senza ottenere risposta, così insisto
Non sono sicuro di fare la cosa giusta, non sono certo che saprò dire
le cose che so di dover dire
Il fatto è che fatico a trovare un colpevole oramai
Siamo solo tutti dei perdenti
La terza volta che suono la porta si apre, ci metto qualche secondo a
focalizzare i contorni della figura di Jeph in tutta quella oscurità
Lascia la porta aperta senza dire una parola e sparisce all’interno della casa
Lo seguo, assottigliando gli occhi per orientarmi, solo le  fioche luci del
portico accese fanno si che non sia completamente buio
Jeph è seduto sul divano, la stanza odora di chiuso e delle sigarette di Dan
Mi siedo accanto a lui senza suscitare il minimo movimento
So che immagina che io sappia già tutto
‘mi dispiace’, questo è tutto quello che riesco a dire

“Si lo immagino”
“E’ così”
“Hai campo libero adesso, dovresti esserne entusiasta”
“Lo sai che non lo farò”
“Beh è stupido, a quanto pare tutti hanno una possibilità con Quinn”

Mi aspettavo una reazione ostile, eppure non sono pronto quando succede


“Stronzate. Nessuno a parte te ha una possibilità con lui”

La risata che segue le mie parole ha il potere di farmi venire la pelle d’oca
Così disincantata e spettrale, sembra quasi folle


“Tu proprio non vuoi vedere come lui è veramente”
“Io so esattamente com’è, e lo sai anche tu”
“Già lo so, e mi fa schifo”

Non sono preparato ad ascoltare quelle parole riferite a Quinn, l’immediata
sensazione di rabbia fa si che il mio tono di voce si alzi, non può parlare
di lui in questo modo
Nessuno può

“Non ti faceva poi così schifo visto che hai continuato a scopartelo.
  Era il tuo ragazzo, ed ora cos’è, la tua puttana?”
“Adesso non è più nemmeno quello”


Non so cosa rispondere a questa cosa
Non so come fronteggiare il dolore nella sua voce
E probabilmente quando ricomincio a parlare la mia non dev’essere
poi così diversa dalla sua
Non sono nemmeno certo di parlare a lui, piuttosto mi ritrovo a pensare ad alta voce
 
“Non sai quanto sei fortunato”

Per la prima volta in quella serata Jeph esce dalla sua immobilità
Si volta così velocemente verso di me che posso quasi sentire lo spostamento
d’aria al mio fianco
Non lo guardo, non posso dire quello che mi passa per la testa fronteggiando
i suoi occhi velenosi

“Tu non sai quello che stai dicendo”
“Lo sei, sei fortunato solo ad averlo nella tua vita”
“Tu non sai niente. Non hai idea di cosa si provi ad essere traditi in questo
  modo”
“Ti assicuro che ho una certa dimestichezza col dolore. So cosa vuol dire
  non avere una speranza”
“Non ho intenzione di fare questo discorso con te”

So che ascoltarmi lo farà sentire ancora più arrabbiato con me
Più arrabbiato e basta
So che non vorrebbe che fossi io a dirgli queste cose
Ma nessuno può dirle a parte me, chi altro potrebbe capire?
Io lo amo, proprio come lo ama lui
Ma devo dirle comunque, perché non sono più in grado di tenermele dentro
Perché Jeph deve sentirle
Così continuo a parlare come se non avesse detto niente

“So cosa vuol dire svegliarsi ogni mattina sapendo che l’unica cosa che
  vuoi è l’unica cosa che non avrai mai. Mentre tu puoi averlo, e lo stai
  buttando via”
“Sembra che nessuno di voi abbia notato che non sono io quello che ha
  fatto del male a lui”
“L’hai fatto anche tu”
“Già. E Quinn non se lo merita perché è dolce e carino, giusto?”
“Cristo Jeph, Quinn è umano, come tutti noi. Ha commesso un errore”
“Sbagliare strada è un errore, scoparsi un altro è una fine”
“Non sono tutti perfetti come te, anzi nemmeno tu lo sei. Anche tu l’hai ferito.
  L’unica differenza è che tu l’hai premeditato”

La stessa risata di prima segue le mie parole, ma questa volta riesce solo
a farmi arrabbiare


“E’ Branden, la persona con cui è andato a letto è Bran”
“Che differenza fa?”
“Come fai a dire una cosa del genere? Lo sai quello che ha significato per me.
 Tutti sapevate”
“Non dovrebbe più avere importanza adesso. E’ passato tanto tempo.
 Devo supporre che ti ferisca ancora? Perché se è così Quinn non è l’unico
 che mente”

Questa è l’ultima provocazione.
Il mio ultimo tentativo di fargli capire quello che sta facendo
Quello che rischia di perdere
Che Quinn non è Branden, che Quinn lo ama sul serio

“Quindi sono io il cattivo, è così Bert?”
“Io credo che tu non voglia perdonarlo. Non perché non puoi, ma perché
 vuoi solo fargli del male adesso.
 Ma ad un certo punto Quinn si stancherà di essere massacrato, e allora
 l’avrai perso sul serio. Sarà finita
 E lascia che ti dica una cosa, perché nessuno meglio
 di me la sa, la vita senza Quinn fa schifo.”


Mi alzo dal divano senza un’altra parola ed esco dalla porta.
Ora è lui a dover combattere con i suoi fantasmi
Da solo
Non posso più fare niente per lui







Jeph P.O.V.


Gli studi della Warner hanno un non so che di pretenzioso, qualcosa che ti
fa sentire come in soggezione quando attraversi quelle porte scorrevoli trasparenti e lucide
Guardo nella direzione che una giovane ragazza alla reception mi ha indicato
La porta in legno scuro davanti a me è semiaperta, le persone dentro stanno
parlando di qualcosa che non riesco a capire
Non me ne frega niente e non mi pongo il problema, entrando nella stanza
e guardandomi intorno per trovare quello che sto cercando
Tutto si sblocca in una frazione di secondo
Branden al centro della stanza cade a terra, toccandosi il labbro spaccato e
sanguinante, mentre i suoi amici mi si avvicinano minacciosi
Bran gli fa segno di fermarsi, e gli dice di non preoccuparsi
Già ride, mentre i suoi nuovi amici si stanno allontanando chiudendosi la
porta alle spalle
Bran si rialza e fissa i suoi occhi nei miei

“Dio, come sei diventato prevedibile Jeph”

Ed è come se tutta la rabbia fosse uscita dal mio corpo attraverso quel pugno
Sono solo tanto stanco

“Non era ancora abbastanza quello che mi avevi fatto Bran?”

Ride ancora una volta, pulendosi il sangue sulla manica della felpa
Una risata fredda e senza allegria

“Non ti fai le domande giuste. Dovresti chiederti perché per la
  seconda volta non sei stato in grado di tenerti il ragazzo”
“Perché mi fai questo?”
“Sai Jeph, mi sono sentito in colpa per anni. Tu mi hai fatto sentire colpevole
 perché avevo lasciato la band, e te. Invece ti consolavi con Quinn”
“Che cazzo dici? Non c’era niente tra me e lui allora”
“Ma tu lo amavi già, e fingevi di soffrire per me mentre me ne andavo”
“Non è così. Io amavo te”
“Non ti credo”
“Non importa più oramai. Mi hai spezzato il cuore allora e ci sei riuscito
 ancora una volta adesso. Non importa più”

Gli volto le spalle e mi dirigo verso la porta, non è più la persona che conoscevo io
Nessuno di noi lo è più oramai
La sua voce ironica mi raggiunge mentre sto attraversando la porta

“Porta i miei saluti a Quinn”
“Sta lontano da lui”
“Perché dovrei? L’ultima volta che mi sono avvicinato non mi pareva
 che gli dispiacesse”
“Sta.Lontano.Da.Quinn”
“Non credo che lo farò”
“Tu non lo avrai mai”
“L’ho già avuto”
“Non significhi niente per lui”
“E tu si, Jeph? E’ per questo che è venuto a letto con me?”
 Sei patetico, lui si è scopato un altro e tu vieni qua a difenderlo”
“Hai messo in mezzo Quinn per prendertela con me?”
“Non l’ho certo costretto a scopare”
“Stai facendo male anche a lui oltre che a me, non te ne frega niente?”
“No, io ho solo dato l’avvio, ora sei tu a fargli del male, non lo trovi
 divertente?”


No. Non è divertente







Grazie mille per le recensioni! Vi adoro!
Grazie molte anche a chi legge soltanto! Ma potreste lasciarmi un commentino se vi piace xDD




Xx_ImJustAKid:
Eh si avevi indovinato!! Che ne pensi? La tua opinione di Bert è migliorata?
                         Ha fatto il bravo in questo capitolo! Ecco la spiegazione alla reazione del nostro
                         Jeph, qualcosa dietro c’era! E smettila di trattare male il mio Quinn!! xDDD

SweetPandemonium: In questo capitolo si capisce qual cosina in più su Branden eh, honey?
                                  Sai, ci provo a prendermi cura di Bert, ma in questa storia gli tocca una
                                  brutta parte, poverino *-*

Akura: Ecco il seguito! Non voglio che tu muoia di astinenza!! xD
           In effetti stanno tutti abbastanza male, poveri... ma la situazione non è per nulla semplice.
           Si hai ragione, Branden è uno strano ritorno dal passato.. succede, a volte.

Friem: Si, Branden è l’ex batterista dei The Used, che ha mollato (o è stato cacciato, non si sa bene)
           durante la registrazione di Lies for the liars.
           Ora hai un buon motivo per recensire, no? xD

MarsFreiheit: Grazie! Mi fa piacere che la storia continui a piacerti! Già Branden è stato un gran
                      brutto colpo, povero Jeph! E non posso confermare il tuo presentimento, ma certo
                      le cose non si mettono bene.. Fammi sapere che te ne pare di questo capitolo!                                                                                                                                

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Capitolo 12
*** As you wish ***


Angolino dell’autore:
Non pensavo di riuscirci in una sola settimana, ma ecco qua il
nuovo aggiornamento!
Lascio a voi i commenti, perché il capitolo è molto chiaro, credo.
Aspetto i vostri pareri!
Hope you enjoy!





As you wish





Bert P.O.V.


E’ come se il tempo si fosse fermato. Come se ognuno di noi quattro
vivesse in uno strano mondo parallelo
Non siamo più una famiglia, né una band
Siamo solo la patetica imitazione di quello che eravamo prima
E forse sono solo un egoista, ma non posso permettere che mi venga
portato via anche questo
Non potrei sopportarlo
La telefonata di Dan mi sorprende davvero poco
Le cose si sono mosse troppo in fretta e per il verso sbagliato
Lo sappiamo tutti
Quando si siede davanti a me in questo caffè la sua espressione preoccupata
mi colpisce per un attimo
Non è una cosa che succede tanto spesso con Dan
Lui è sempre quello che sdrammatizza le situazioni più pesanti con una
battuta o uno scherzo
Guardare la sua faccia mi da l’esatta misura di quanto siano gravi le cose
Aspettiamo in silenzio che una giovane cameriera prenda le nostre ordinazioni,
entrambi spaventati di incontrare lo sguardo dell’altro
Ma quando due tazze di caffè vengono posizionate davanti alle nostre facce
non ci sono più scuse, l’argomento non può più essere evitato
Dan si sistema meglio sulla sedia e mi rivolge un sorrisino appannato
Lo osservo ricambiando il suo stesso sorriso


“Bert, la situazione non fa altro che peggiorare”
“Lo so”
“Jeph sembra come impazzito. E’ agitato e scontroso, si tiene tutto dentro.
  Non vuole cedere, e ho paura che quando succederà sarà difficile rimetterlo in
  piedi”
“Ho provato a parlarci. Dan, ormai non so più cos’altro dire. Quinn sta
  nel suo stesso modo”
“E tu come stai?”

Alzo le spalle, cercando di mettere ordine nelle mie parole, perché in effetti
non ne ho un’idea precisa

“Sto facendo del mio meglio, ma non mi pare che serva a qualcosa”
“Non ti ho chiesto questo Bert. Voglio sapere come ti senti”
“Non è facile”
“Si, lo immagino. Sei un buon amico”
“Non è così, lo vorrei, ma non è così”
“Stai aiutando entrambi. Un altro al tuo posto non l’avrebbe fatto”
“Non so se sia la verità, probabilmente se sapessi di avere anche la più
  piccola speranza con Quinn non mi comporterei così”
“Io credo che lo faresti ugualmente. L’hai già fatto”
“Che cosa facciamo?”
“Dio Bert, non lo so”


Non abbiamo trovato grandi soluzioni, ma mi ha fatto bene parlare con Dan.
Tornando a casa fermo la mia macchina davanti casa di Quinn
Vederlo in questo stato mi fa più male ogni giorno
Faccio fatica a riconoscerlo oramai
E’ così stanco, e spaesato
Non c’è niente in quel viso pallido ed in quelle occhiaie che ricordi il
ragazzo sorridente di appena qualche mese fa
E so che è lui stesso la causa di tutto, ma non riesco ad avercela con lui
Sta pagando. Paga quello che ha fatto ogni minuto delle sue giornate                                                                                               
Quando mi apre la porta la fitta allo stomaco è sempre la stessa
Non posso aiutarlo. E non posso aiutare me stesso

Lo seguo sul divano osservando l’ordine maniacale che regna tutto intorno
Questa casa non è mai stata così ordinata come adesso
Ogni cosa va bene quando devi sfinirti pur di non pensare
Mi mordo la lingua per non pronunciare la prima stupida domanda che mi
viene in mente.
Che senso ha chiedere come stai in questi casi?

“Quinn, hai mangiato?”

Scuote la testa silenzioso fissando un punto imprecisato del pavimento
Seguo il suo sguardo fino ad uno scatolone colorato in un angolo sotto
la finestra
La luce proveniente dall’esterno cade sul blu acceso di quella scatola
ricoperta di confuse linee gialle
Blu e giallo, che strana ironia
Gli poso una mano sul braccio per attirare la sua attenzione e Quinn
stacca restio gli occhi dall’oggetto di cartone

“Cos’è?”


Devo aspettare qualche minuto prima di ricevere una risposta, e quando
Quinn parla la sua voce trema, nonostante lui cerchi di nasconderlo

“E’ solo... sono delle cose che Jeph aveva lasciato qui”

Passo una mano tra i suoi capelli e la lascio lì, mentre cerco qualcosa di
sensato da dire

“Piccolo, vedrai che...”
“Non farlo, non dirmi tutte quelle cose che si dicono in questi casi.
 Non tornerà mai da me. Ora lo so”
“Mi spiace”
“Ma andrà meglio. Prima o poi smetterà di essere così atroce,
  di fare così male, no?”

Guardo Quinn e i suoi occhi tristi e grandi
Mi guarda pieno di speranza, e so che dovrei mentire.
Dovrei dirgli una bugia e dargli una speranza
Ma ho come l’impressione che non risulterei credibile

“Non credo di essere la persona giusta a cui fare questa domanda”

Come posso confessargli che no, non passa mai?
Per quanto ti sforzi e per quanto tempo passi, non smette mai di
fare male

“Tu stai bene Bert?”

Quinn si avvicina piano e punta i suoi occhi attenti sul mio viso
Ed è così vicino, mi basterebbe solo allungarmi e posare le mie labbra
sulle sue
Lo voglio talmente tanto che lo stomaco mi fa male per la tensione
Ma non lo faccio
Il mio tempo è passato, mi spezza il cuore ma è così

“Non preoccuparti per me Quinn. Io sto bene”

Mi dispiace Quinn, per te, e per me. Perché non passa mai





Jeph P.O.V.


Mi vesto svogliatamente e senza attenzione, di nero, un riflesso perfetto
dei miei pensieri
Mi do un occhiata distratta allo specchio
I miei capelli stanno diventando un po’ troppo lunghi, dovrei tagliarli, prima
o poi
Non ho nessuna voglia di salire su quel palco, e nessun desiderio di toccare
il mio basso
Strano come le cose più importanti della tua vita smettano tutto a un tratto
di avere senso

La partecipazione a questo festival era stata decisa da mesi, e John non
ha voluto sentire ragioni, è stato impossibile annullarla
Non vedo l’ora di vedere la fine di questi due giorni
Quando raggiungo il bus che ci porterà alla location per un attimo sento le
mie gambe deboli, come se non potessi reggermi in piedi
C’è Quinn là dentro
E non voglio vederlo, non voglio sentirmi i suoi occhi tristi piantati addosso
Faccio un grande respiro ed apro la porta, dando una veloce occhiata
all’interno del bus
Ci sono tutti
Quinn è seduto su uno dei divani neri accostati alla vetrata
Con una maglietta bianca, che gli da un aria falsamente innocente
I nostri sguardi si incontrano per un brevissimo secondo
Distolgo lo sguardo e prendo il mio portatile dalla custodia per tenermi
occupato
E’ quello che faccio per tutto il viaggio
Cercando qualsiasi cosa da fare e comportandomi come se in quel piccolo
spazio ci fossero solo tre persone, come se Quinn non esistesse
Riesco a sentire il peso dei suoi occhi addosso
Vorrei che smettesse di guardarmi
Vorrei che non mi guardasse mai più






Bert P.O.V.


E’ necessario che questa situazione si sblocchi
E’ vitale, per tutti noi
Per questo motivo io e Dan abbiamo chiesto a John di non annullare
questo show
E’ un ultimo disperato tentativo di salvare il salvabile
Il viaggio fino a Phoenix è logorante
Sul bus regna un silenzio mortale a cui nessuno di noi è abituato
Non mi ci abituerò mai
Jeph passa tutto il tempo facendo qualcosa al suo computer, apre la
bocca solo se interpellato, e mai, nemmeno una volta, il suo sguardo si posa
su Quinn
Quinn invece resta tutto il tempo seduto sui divanetti, silenzioso e immobile
per tutto il viaggio, come una specie di pupazzetto inanimato

Il concerto non va male come pensavo
Possiamo ingannare tutte queste persone venute fino a qui solo
per vedere noi
Siamo bravi a mentire oramai

Dopo lo show una macchina ci porta in albergo.
Adesso bisogna solo aspettare e vedere quello che succede






Jeph P.O.V.


Quando apro la porta della camera è come ricevere un pugno al centro
dello stomaco
Mi sembra come se le pareti si chiudessero sopra di me
Quinn è seduto su uno dei letti, accanto alla porta, con lo sguardo rivolto
fuori dalla finestra
Il rumore della porta che si chiude attira la sua attenzione facendolo
voltare nella mia direzione
I suoi occhi si spalancano leggermente
Non posso evitare di stringere i pugni
Non dovrebbe essere qui. Così vicino, così triste, così bello

“Che diavolo ci fai qui?”

Non aspetto nemmeno che risponda. Esco come una furia dalla stanza
e busso con tutta la forza che ho alla porta di Bert e Dan, ma non ricevo nessuna risposta
Allora scendo alla reception per chiedere un’altra stanza.
Mi sento rispondere che è tutto pieno
Ritorno in camera imprecando per l’intero tragitto
Non è divertente, cazzo non lo è per nulla
Sbatto la porta alle mie spalle, e Quinn trasale sorpreso dal rumore
Butto la mia chiave sul tavolino poco distante  mi posiziono di fronte a lui
Cristo, mi fa male solo guardarlo

“E’ opera tua questa?”

Quinn scuote la testa desolato, distogliendo lo sguardo e puntandolo verso
il basso
Le mani poggiate in grembo che si torturano l’una con l’altra
Lo conosco troppo bene per non sapere che adesso vorrebbe portarsi la mano destra alla
bocca e mangiarsi le unghie, come fa sempre quando è nervoso

“Posso chiedere che mi diano un’altra stanza, se vuoi”
“Ho già chiesto, a quanto pare è tutto pieno”
“Possiamo chiedere a Bert e Dan di fare un cambio”
“Certo, perché credi che siamo finiti nella stessa stanza? Sono stati loro”
“Vuoi che me ne vada?”
“E dove vorresti dormire, in corridoio?”

La sua testa si abbassa ancora un po’, ma non risponde nulla
Mi allontano dandogli le spalle e avvicinandomi alla finestra
Le strade sono ricoperte di neve che si sta sciogliendo per via della
pioggia, oramai c’è più fango che altro
Curioso come una cosa così pulita come la neve possa diventare grigia
e melmosa come il fango
Forse succede sempre così alle cose belle
Forse le persone calpestano queste cose con troppa noncuranza
Sono così incazzato che avrei voglia di spaccare tutto, ma non credo
che servirebbe a farmi sentire meglio
La voce di Quinn interrompe il corso dei miei pensieri, mi volto verso
di lui, senza pensare

“E’ solo per stanotte, domani troveremo una soluzione”
“Davvero fantastico”
“L’hanno fatto perché volevano che parlassimo, credo, ma tu non vuoi
  ascoltare”
“Che cosa dovrei ascoltare? Che sei dispiaciuto, che sei pentito, che non
  succederà mai più. Cosa? Quante altre volte dovrò ascoltare queste
  stronzate prima che tu capisca che devi smetterla?”
“Non ho nient’altro da dire a parte questo”
“Si, l’ho notato”
“Che vuoi che ti dica?”
“Niente, voglio solo che tu stia zitto”
“Come vuoi tu”

Il tono della sua voce mi fa scaldare il sangue nelle vene
Istintivamente faccio un passo avanti verso di lui
Non ha il diritto di usarlo con me

“Non farlo, non usare quella vocina triste da vittima, non lo sei”
“Non sto facendo la vittima. Sto cercando di darti tutto quello che vuoi.
 Mi avevi detto di andarmene e non ti ho più cercato. Mi hai detto di
 stare zitto, ed è quello che farò. Tutto quello che vuoi”
“Quello che voglio? Sai cosa vorrei Quinn? Che il mio ragazzo
 non fosse andato a letto con un altro, che il mio ragazzo non si fosse
 fatto scopare dall’unica persona che avevo amato prima di lui.
 Questo, è quello che voglio”
“Non posso cambiarlo, è stata una cosa orribile, ma è solo un errore”
“Solo?”
“Si, solo un errore, in tutto il tempo che siamo stati insieme. Hai
 dimenticato quello che c’era tra noi?”
“Come ti permetti di dirmi questa cosa? Proprio tu? Hai dimenticato
  quello che c’era tra noi molto prima di me”
“Non l’ho mai dimenticato. Non significa niente, non ha significato niente.
 E’ stato...solo sesso”

Non so nemmeno io quello che sta succedendo
Sentire quelle parole dalla sua bocca mi fa come impazzire
Fa così male che mi sembra di perdere perfino la cognizione di me stesso
In un paio di passi annullo la distanza che ci separa e lo attiro a me trascinandolo per i polsi
Stringo così forte che posso sentire perfino le mie dita farmi male

“Sesso, l’unica cosa che vuoi. Posso accontentarti”
“No ti prego”
“L’hai fatto con Bran, puoi rifarlo anche con me, è questo quello che vuoi”
“Per favore, mi stai facendo male”
“Mai quanto tu ne hai fatto a me”

Con uno strattone porto i suoi polsi sopra la sua testa, sempre con la
stessa forza
Quinn non cerca più di liberarli, e quando il suo sguardo incontra il mio
so di averlo già visto prima.
Nel mio sogno, aveva gli stessi occhi.
La paura, la tristezza e la rassegnazione a riempirli
Non riesco a sopportare quello sguardo
Per un brevissimo istante i miei occhi si posano sulla pelle dei suoi polsi
E’ così chiara
Posso vedere i segni rossi formarsi sotto le mie dita
Lo lascio andare, immediatamente
Mi sento come se stessi cadendo, come se tutta la stanza mi
girasse intorno ed io non riuscissi a mantenermi in equilibrio
Sono costretto a sedermi sul letto, mentre le mie mani vanno a
coprire la mia faccia

“Che cosa mi hai fatto. Cristo, che cosa mi hai fatto diventare”

Mi alzo di scatto dal letto e raggiungo in fretta la porta
Devo uscire di qui. Devo uscire






Girls, che belle recensioni!!! Vi adoro!!!

Xx_ImJustAKid: Che ne pensi? Quello che è successo è abbastanza eclatante?
                           Ok ho capito che non posso aspettarmi che ami Quinn
                           come lo amo io! Soprattutto non in questa fic! xD

Lady_Of_Sorrow: Ecco l’aggiornamento! Sono stata brava? xD
                          Hai ragione, lo sto facendo troppo soffrire il mio piccolo
                          Quinn in questa fic. Povero, mi farò perdonare!

SweetPandemonium
: Honey, sono contenta che lo scorso capitolo ti sia piaciuto!
                               Bert è proprio un amore eh? *-*

Friem: Ti tocca recensire di nuovo adesso! xD Ecco come prosegue la guerra.
           Che ne pensi? Comunque il vecchio batterista adesso suona nei Rancid

Akura: Non sono riuscita a leggere la tua recensione :(
           Spero che il capitolo scorso ti sia piaciuto, e aspetto di sapere che
           te ne pare di questo!

ChemicallyUsed: Hun, si Bran è stato un bruttissimo colpo! Adesso nessuno
                         tifa più per il mio piccolino!
                         Grazie per la bella recensione hun!*-*

MarsFreiheit: Grazie dei complimenti! Jeph sta sempre peggio…
                    e le cose non stanno migliorando.
                    Aspetto di sapere che ne pensi dell’evoluzione.

                       


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Capitolo 13
*** Take the red for what it's worth ***


Angolino dell’autore:
Con un giorno di ritardo ecco qua il nuovo capitolo!
Vi avviso già da ora che non so quanto dovrete aspettare per il prossimo,
perché l’università mi sta uccidendo!
Spero di non farvi aspettare troppo.
Non sparirò dei mesi però, promesso!



Take the red for what it's worth






Jeph P.O.V.



Il parco intorno all’albergo è deserto, comprensibile, dato che fa un freddo
incredibile e sta piovendo
Nessuno a parte un idiota verrebbe in questo posto ad un orario così assurdo e con quel tempo
Mi siedo su una panchina, è fredda e bagnata
I vestiti mi si attaccano addosso e i capelli alla fronte
Un’immagine davvero patetica
Infilo le mani nelle tasche del giubbotto per tentare di far fermare il
tremore, o forse solo perché non voglio vederle
Vorrei avere il mio basso adesso, vorrei solo chiudere gli occhi e sentire
la musica quando pizzico le corde.
Vorrei solo poter riempire questo fottuto silenzio intorno, e coprire
le voci dei miei pensieri nella testa
Che genere di persona sono diventato?
Sento il mio cellulare vibrare nella tasca dei jeans continuamente, ma
non ci presto attenzione
Non so nemmeno quanto tempo sono rimasto in questo posto, so solo
che è buio pesto quando Dan prende posto accanto a me su questa
panchina gelida
Alzo la testa e mi accorgo che ha smesso di piovere

“Ti sto cercando da ore”
“Sono sempre stato qui”

Faccio un grande respiro prima di voltarmi ed incontrare il suo sguardo
Anche lui mi guarda, per dei minuti che mi sembrano interminabili, e non
dice una parola
Sono io a rompere il silenzio, credo che tocchi a me, in fondo

“Lui sta bene?”

L’espressione della sua faccia è indecifrabile, forse si sta solo sforzando
di non mostrare la delusione che prova nei miei confronti

“Solo qualche livido intorno ai polsi”

Abbasso ancora una volta la testa, prendendomela tra le mani
Lividi
Il suono di questa parola mi fa salire un conato di vomito
su per la gola
E’ come se non parlasse di me
Io non sono così
Io non farei mai una cosa del genere


“Gesù, come mi sono ridotto”

La mia voce trema così tanto che perfino io riesco a stento a capire le parole
Non posso credere di averlo fatto
E non è la cosa peggiore, quella che mi fa stare peggio

“Non è niente di grave, tra due giorni saranno spariti”
“Non è questo il punto. Io gli ho fatto male, gli ho messo le mani addosso.
  Io desideravo fargli male. Lo voglio ancora”
“Questa cosa è andata troppo oltre Jeph”
“Credi che non lo sappia? Non riesco più a ragionare”
 “Ascolta...”
“No, non dirlo. Mi sono stancato di sentirmi dire che ha fatto solo un errore.
 Non fate altro che dirmelo”
“Che hai intenzione di fare?”
“Non lo so. Vorrei solo che non mi mancasse così tanto”
“Beh una soluzione va trovata, voi dovete trovarla. Perché se non ci riuscite
  siamo fottuti, tutti quanti”
“Non buttarmi anche questo peso addosso Dan”
“Mi dispiace, ma solo voi potete. Torniamo su adesso, sei gelato”

Il suo sguardo è di nuovo preoccupato e protettivo, come sempre.
Sul suo viso un piccolo sorriso di incoraggiamento
Mi limito a scuotere la testa, silenzioso
Non posso tornare là dentro, non posso affrontare lo sguardo di Quinn
Con che coraggio?
Come al solito Dan sembra leggermi nel pensiero

“Quinn è in camera con Bert. Ho portato le mie cose da te”

Annuisco muovendo impercettibilmente la testa, per tenermi occupato
e interrompere il nostro contatto visivo

“Bert non sa quello che è successo. Gli abbiamo solo detto che te ne sei
 andato”
“Perché?”
“Non farmi dire cose ovvie. Avrebbe reagito male, lo sai.
 Quinn non ha voluto dirglielo”







Quinn P.O.V.



Mi stendo sul letto, dando le spalle alla stanza, rivolto verso il muro
Non voglio affrontare lo sguardo inquisitore e preoccupato di Bert
Non voglio rispondere alle sue domande
Sento il materasso abbassarsi sotto il suo peso quando si siede
al mio fianco
Resto immobile ed in silenzio, sperando che mi lasci in pace, che non
mi chieda niente
Mi sistemo meglio le maniche della felpa fin sopra le mani, non voglio
che veda
E’ stupido e impulsivo almeno quanto me, so già come reagirebbe
E non deve prendersela con Jeph
E’ solo colpa mia. L’ho spinto io a tanto
Non mi volto nemmeno quando una sua mano calda si posa sulla
mia schiena e mi accarezza piano, né quando l’altra mano sale ad
accarezzarmi i capelli dietro la nuca
E’ un tocco confortante che non mi merito, ma ne ho un disperato
bisogno

“Mi dispiace, piccolo”

Dice solo questo, prima di stendersi accanto a me e circondarmi con
le braccia
Anche stavolta non rispondo nulla, mi addormento così, con la guancia
di Bert attaccata alla mia schiena e col ritmo del suo respiro


Il secondo giorno di festival scivola via senza che io me ne accorga neanche
Le mie mani si muovono sulla tastiera della chitarra in automatico
Non sento neanche la sensazione delle corde e del plettro sotto le dita
Non sento più niente
Voglio solo tornarmene a casa e bere fino a svenire per non pensare
a quello che mi aspetta, a quello che so di dover fare
So bene che non è una cosa ammirevole, ma niente di quello che ho fatto
negli ultimi mesi lo è
Passo un'altra notte in camera con Bert, e nessuno dei due trova una sola
parola da dire
E’ meglio che stia zitto, come ha detto Jeph, perché ormai non faccio altro
che causare dolore a tutti quelli che amo
Quando finalmente torniamo a casa devo insistere perché Bert mi lasci solo
E’ questo che sono adesso, solo.
Ed è esattamente quello che mi merito

Le mie dita si muovono a scatti sul coperchio di questa scatola colorata
di cartone senza avere il coraggio di aprirla
Quando apro la porta di casa e attraverso il vialetto fino alla macchina
sono già alla seconda bottiglia di vodka, i miei passi sono incerti e
rischio di cadere più di una volta
Se qualcuno mi vedesse penserebbe di certo che è una scena pietosa
Ci metto qualche secondo di troppo ad aprire la portiera del passeggero
con le mani che mi tremano.
Non salgo nemmeno, quando ci riesco, apro solo il cassettino del cruscotto
e prendo quello che devo, poi torno in casa
Finisco le ultime gocce di alcool facendomi bruciare la gola e lacrimare gli
occhi, prima di trovare il coraggio di aprire quella fottuta scatola
Poggio il coperchio per terra accanto a me, senza guardare all’interno,e mi rigiro questo oggettino di plastica tra le mani
Mi ritrovo anche ad annusarlo, come se ancora potesse portare il suo
odore sopra dopo così tanti anni
Poggio con cura il CD tra gli altri oggetti, con le mani che tremano ancora, più
forte, poi richiudo la scatola





Jeph P.O.V.


Ogni singolo, dannato centimetro di questa città mi fa male
Vorrei lasciare questo fottuto posto e non dover vedere più nessuno
Ma l’ho già fatto una volta, me ne sono andato già in passato, e non è servito
a nulla, mi sono solo spostato ed i miei problemi sono rimasti esattamente
dov’erano
Quindi resto esattamente dove sono, pregando che mi lascino in pace
una volta per tutte
Dan bussa alla porta della mia camera solo per i pasti, e dopo ogni risposta
negativa da parte mia chiude la porta ed esce senza una parola
Ho come l’impressione che non sappia cosa dirmi


Mi accorgo che oramai è ora di cena quando sento Dan bussare piano
Le persiane sono chiuse da giorni ed è l’unica cosa che scandisce il
tempo delle mie giornate
Stavolta non mi chiede di raggiungerlo per mangiare, quando entra ha già
un piatto di cibo tra le mani
Sposta il pc dal comodino accanto al letto e ve lo poggia sopra


“Non ho fame Dan, grazie”
“Se non la pianti sarò costretto a ficcarti il cibo giù per la gola personalmente”

Il suo tono di voce è solo per metà scherzoso
Prende posto accanto a me, incrociando le mani sulle sue gambe
In attesa
So che a questo punto tutti si aspettano una decisione da parte mia
So che ogni cosa è nelle mie mani, e vorrei non avere anche questa
responsabilità da portare
Non è giusto, niente di quello che è successo negli ultimi tempi lo è
Ho solo bisogno che qualcuno mi dia una mano, perché non sono così
forte come tutti credono, non adesso, in ogni caso.

Prendo qualcosa dal piatto, cercando di arginare il senso di nausea
Ma Dan non se ne va come mi sarei aspettato, mi osserva immobile
Penso che nonostante tutto lui è sempre qui per me, ed è l’unico che
può darmi una mano, il solo con cui posso parlare


“Sono andato alla Warner e ho preso a pugni Bran”
“Che hai fatto?”
“Si, prima che partissimo”
“L’avrei fatto anch’io. E ti è servito?”
“Tu che ne dici?”
“Perché non me l’hai detto?”
“Non lo so”

Scuoto la testa senza guardarlo, mi sono chiuso, ho tagliato fuori anche
gli amici, non volevo sentire, non volevo parlare
Come per la strana sensazione che se pronunci una cosa ad alta voce
diventa reale
Se lo dico sarò davvero il fallito che penso di essere


“Significavo così poco per lui, Dan? Noi significavamo così poco?”
“Lo sai che non è così Jeph”
“E com’è? E’ stato così semplice per lui finire nel letto di qualcun altro”
“Se stai cercando una spiegazione razionale a quello che ha fatto Quinn
 non posso aiutarti perché beh, non c’è. Ma non è colpa tua”
“Forse io non ero abbastanza”
“Non capisci? Non ha niente a che fare con la vostra storia”
“Come può essere?”
“Ha fatto una cosa stupida, immatura, crudele, spinta dagli ormoni, chiamala
 come vuoi. Ma non ha a che fare con voi”
“Dan...”
“Non lo sto difendendo credimi. Quello che ha fatto è terribile. Ma io so
 che lui ti ama”

Resto in silenzio cercando di assimilare le sue parole
Lui mi ama ancora? Lo ha mai fatto?

“Forse lui non mi ha mai amato”
“Quello che ha fatto non cancella quello che c’era tra voi. Forse sarebbe
 più semplice, ma non è così”
“Mi sento un idiota, lui mi manca”
“Lo so”
“Com’è possibile? Non ho nemmeno un minimo di amor proprio?
 Ogni mattina quando apro gli occhi, prima che il mio cervello si riattivi
 del tutto, la prima cosa che penso è che mi manca svegliarmi con lui.
 Mi manca quando si sedeva a gambe incrociate al centro del letto, con la sua chitarra
e tutti i suoi fogli. Non restava nemmeno un po’ di posto per
sedermi, ma mi piaceva, così restavo in piedi e lo guardavo suonare.
Dio, mi sento come se mi mancasse un pezzo”
“E’ così. Lui è una parte di te. Dovrai farci i conti prima o poi”


Non ho il coraggio di fare i conti con nessuna delle cose che mi perseguitano
Adesso no






Quinn P.O.V.


La testa e lo stomaco mi fanno un male pazzesco.
E’ quasi consolatorio, come se per un attimo coprissero tutto il resto del
dolore
Resto immobile tra le coperte ancora per un po’
Fuori fa freddo e la stanza è gelata, ieri sera ero troppo ubriaco per
ricordarmi di accendere i riscaldamenti
Peccato che nemmeno con tutto quell’alcool in corpo io sia riuscito a dimenticare quello che avrei voluto
Non si scappa da certe cose, alla fine di tutto l’unica cosa che conta è
quello che hai fatto.
Né litri di alcool e neppure tutti i tuoi sforzi possono cancellarlo
Mi scosto le coperte di dosso e per un attimo il freddo mi impedisce di
muovermi, o forse sto ancora rimandando l’inevitabile
Mi sposto in bagno ed apro l’acqua calda infilandomi nella doccia
Nemmeno questo riesce a farmi prendere calore
Quando salgo in macchina mi sembra che la scatola colorata che porto
tra le mani pesi cento chili
Quella scatola colorata pesa quanto tutta la mia vita









Grazie per le recensioni, as usual! Vi adoro, spero che lo sappiate!


Xx_ImJustAKid: Sono riuscita a farti piacere un po’ Bert!! Mi sento molto soddisfatta xD
                       Riuscirò anche con Quinn ù.ù (se se come no xD)
                       Jeph è disperato, hai ragione, e ne ha diritto, ho voluto mostrare quanto
                       lo fosse. Povero. xD

Friem: Forse la tua idea su Quinn non era del tutto sbagliata, qualcosa in questo capitolo
          succede, che te ne pare?

Akura
: Si in effetti l’idea di Bert e Dan non ha avuto grande successo xD, ma almeno ci hanno
          provato. La situazione è difficile per tutti, hai ragione. In questo capitolo ne trovi un
          accenno. Fammi sapere!

SweetPandemonium
: Honey, si è stato un capitolo triste, e mi sa che questo non è da meno.
                               Sei la prima che prova un po’ di tenerezza per il mio Quinn! Ti adoro!
                               E si, la scena finale era molto sensuale nel contesto, era voluto.
                               Giusto per sbavare un po’ xD

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Capitolo 14
*** A box full of sharp objects ***


Angolino dell’autore: Sono tornata!! Non vi ho fatto spettare tantissimo, right?
Mi dispiace avvisarvi che la fine di questa storia non è lontana.
L’epilogo dei nostri eroi è vicino.
Mi sento molto triste all’idea di terminare questa storia
L
Non dico niente sul capitolo aspettando di sapere cosa direte voi
Love ya all!
P.S. : La famosa scatola di cui alcuni mi hanno chiesto era già presente un paio di
capitoli fa, ma in questo si chiarisce di nuovo cosa sia, quindi don’t worry xD






A box full of sharp objects





Jeph P.O.V.


Quando il campanello di casa suona ci metto un attimo di troppo
a realizzare, perso come sono in questo chaos di pensieri confusi
Mi muovo a passo strascicato fino all’ingresso e apro la porta senza
neppure chiedere chi è, pensando che sia Dan che come al solito ha
dimenticato le chiavi di casa
Ma davanti alla porta c’è Quinn
Bello, così bello che per un attimo sento l’aria bloccarsi proprio all’altezza
dei miei polmoni senza che riesca a buttarla fuori
Odio il fatto che sia qui, che riesca a frantumare in meno di un secondo
quello straccio di equilibrio che cerco di mantenere ogni giorno, con sempre
meno successo


“Che ci fai qui?”


Il tono della mia voce fuoriesce molto meno arrabbiato di quanto avrei
creduto
Non riesco a staccare gli occhi dal suo viso, è provato, come non l’avevo mai visto
Per questo forse mi accorgo solo dopo le sue parole della scatola che tiene tra le mani


“Mi serve solo un minuto, sono venuto a portarti questa”


Guardo la scatola colorata senza muovermi, o accennare a prenderla
Aspettando che mi spieghi cosa sia
Quinn la tiene ancora tra le braccia, come se vi fosse aggrappato


“Sono delle cose che avevi lasciato a casa. Penso che ci sia tutto, ma
 se manca qualcosa puoi mandare Dan a prenderla, o puoi farmi avvertire
 nel caso in cui volessi andare tu stesso, così posso non farmi trovare.
 Questo sempre che tu voglia che io rimanga in quella casa, era
 tua in fin dei conti, altrimenti posso cercarmi un altro posto dove andare.
 Ero venuto solo per questo”

La sua voce trema pericolosamente nonostante i suoi palesi sforzi
Si ferma più di una volta tra una parola e l’altra, come per controllarsi
e non piangere, ma i suoi occhi non lasciano nemmeno per un secondo
i miei
Anche le sue mani tremano quando si china a poggiare la scatola sul gradino
davanti alla porta, e vi restano ancorate un attimo di troppo perché io possa
non notarlo, come a non volerla lasciare
Non riesco a dire nemmeno una parola mentre lo osservo allontanarsi
fino a sparire dietro l’angolo
Una strana sensazione mi impedisce di muovermi, di chinarmi verso quell’oggetto di cartone
Resto immobile per molto tempo prima di prendere la scatola e portarla
dentro, poggiandola sul tavolo del salotto
Non riesco ad aprirla, è stupido, ma sto cercando di rimandare questo
momento il più a lungo che posso
La sto ancora fissando così com’è quando Dan rientra e mi raggiunge


“Che cos’è?”
“E’ solo...l’ha portata Quinn, sono solo cose che avevo lasciato a casa”
“Mi dispiace tanto Jeph”


Il tono della sua voce mi costringe ad alzare gli occhi su di lui
E’ impregnato di una tristezza profonda che non riesco a capire
Scuoto la testa senza però incontrare il suo sguardo


“E’ solo una scatola”
“E’ molto di più”
“E sarebbe?”
 “E’ un addio. Ha capito. Ha accettato che non lo perdonerai mai, e ti
  sta lasciando andare. Adesso è finita sul serio. Per questo ho detto mi
  dispiace”


Scuoto la testa ancora una volta impercettibilmente, quelle parole non hanno
senso nella mia mente, non voglio ascoltarle.


"E' solo una scatola"


Lo ripeto ad alta voce, così come nella mia testa, questa volta guardando Dan negli occhi.
Per cancellare quella tristezza che non dovrebbe esserci
E' solo una fottuta scatola di cartone, non si può dare un'importanza così grande ad una cosa così.
Riporto lo sguardo sull'oggetto, lo osservo silenzioso in ogni sua parte, ogni linea gialla su quello
sfondo blu, così colorata e allegra, così inadeguata al mio stato d'animo.
Allo stato d'animo di tutti, a quanto pare.
La voce di Dan mi distrae dai miei pensieri, anche se è come se fosse lontana.


"Non la apri?"
"Che importanza ha?"
"Se non è importante che ti costa aprirla?"



Non rispondo e faccio due passi avanti poggiando le mani le mani sul coperchio della scatola.
Non ho davvero voglia di aprirla, non voglio davvero vedere cosa contiene.
Lo faccio solo sperando che così facendo Dan mi lasci in pace.
Sollevo il coperchio ed inserisco le mani all'interno, il tessuto soffice di un paio di magliette si incastra
tra le mie dita, sono perfettamente piegate, proprio tipico di Quinn.
Le tifo fuori per guardare il resto del contenuto, qualche foto, un paio dei miei plettri con la "U" del gruppo disegnate
sopra, qualcuno degli stupidi oggettini comprati nei giorni liberi di non so più quale tour, ed infine alcuni CD.
Li prendo tra le mani per vedere di quali si tratta, ma uno solo mi interessa, uno soltanto.
E giuro su Dio di non aver mai provato un dolore così forte in tutta la mia vita. Surreale, dato tutto quello che ho provato negli ultimi mesi
Stringo così tanto quel CD tra le mani che le dita diventano leggermente bianche alle estremità.
Mi accorgo delle lacrime e dei singhiozzi solo quando sento le braccia di Dan trascinarmi un pò e stringermi saldamente contro di lui.
Mi sento come un dannato pupazzo di pezza


"Che cos'é?"
"L'ho regalato a Quinn quando eravamo ancora dei ragazzini, lui lo voleva così tanto e non
 poteva comprarselo, così gliel'ho preso io. E' probabilmente il primo regalo che gli ho fatto"
"Forse era necessario per andare avanti"
"Sta cancellando tutto Dan, dall'inizio, anche quello che c'è stato prima, come
 se non avessi mai fatto parte della sua vita, mi ha lasciato andare via"
"Che altra possibilità gli hai lasciato Jeph?"




I miei occhi sono fissi sull'oggetto tra le mie mani leggermente spalancati.
E' solo fottuta plastica, ripeto nella mia testa.
Solo fottuta plastica e qualche canzone di almeno dieci anni fà
Eppure è esattamente come dice Dan, un addio, la dimostrazione che stavolta è finita per davvero
Strano come Quinn sia l'unico in tutta la mia vita con cui ho pensato che potesse durare per sempre
E invece adesso è finita, per sempre.






Bert P.O.V.




Il suono del telefono mi fa sobbalzare nello stato di dormiveglia in cui mi
trovo.
Aspetto che un altro paio di squilli riempiano il silenzio della stanza prima di
decidermi a rispondere, non sono mai buone notizie in questo periodo.
A dir la verità non ricordo nemmeno quand’è stata l’ultima volta che ne ho
ricevuta una.
Alzo la cornetta e la voce di Dan non fa che confermare la mia ipotesi
Come appena qualche mese fa mi dice solo di andare da Quinn, perché
potrebbe aver bisogno di me.
Non indago oltre nonostante la sua voce sia piuttosto agitata.
Il diniego è diventato il mio miglior amico oramai, meno so e meno rischio
di farmi male ancora, o almeno è quello che spero.
Non più di dieci minuti dopo sono a casa di Quinn.
Lui è seduto sui gradini davanti alla porta, guarda davanti a sé ma il suo
sguardo perso mi convince che in realtà non sta veramente guardando nulla.
Cammino verso di lui senza che si renda minimamente conto della mia presenza, e quando
gli parlo i suoi occhi mi osservano stupiti come se fossi spuntato dal nulla.


“Che fai qua fuori Quinn? fa freddo”
“Si, fa freddo”


Il suo viso pallido e scavato mi fa stringere il cuore
Che fine ha fatto il mio Quinn?
I suoi occhi sono lucidi e ricolmi di lacrime, ma nemmeno una cade sul suo viso, come se fossero incollate, come se
neanche piangere servisse più
Prendo posto accanto a lui, vorrei stringerlo, ma sembra così lontano.
Ho come paura che possa rompersi, frantumarsi sotto ai miei occhi


“Cos’è successo?”
“Ho portato le sue cose a Jeph”
“E’ stato cattivo con te?”
“No, no ha detto quasi niente in verità”
“Perché l’hai fatto?”


Non ho nessun bisogno di ascoltare la risposta a questa domanda per saperlo.
La ragione è lampante e dolorosa, la leggo nei suoi occhi.


“Era un modo per salutarlo, l’ultimo che avessi”
“Per dirgli addio”
“Si, è così”
“Ti sei arreso?”
“Non c’era nient’altro che potessi fare”
“Mi dispiace Quinn. Ma forse adesso puoi andare avanti”


Il piccolo sorrisino che spunta sul suo viso mi fa sentire uno stupido, come
se stessi parlando di fantasmi o extraterrestri
Nessuno di noi andrà avanti, forse cambieremo strada, ma non faremo un
solo passo avanti da oggi
Mi chiedo se il Quinn di una volta tornerà mai indietro


“Perché non entriamo in casa?”


Scuote la sua testa così impercettibilmente che se non avessi lo sguardo fisso
su di lui non me ne sarei accorto
E’ così perso, non riesco a sopportarlo


“Non ci riesco”
“Perché no?”
“Lo sai è strano, in tutti questi mesi mi sono sempre ripetuto che era finita, che
  dovevo accettarlo, ma non credo di averlo mai fatto per davvero.
  Ora se metto piede in quella casa diventa reale. Lui non tornerà mai più
  qui, forse per la prima volta adesso lo so sul serio”

Credo che oggi sia il giorno in cui tutti ce ne siamo resi conto


“Vorrei restare un po’ da solo Bert”
“Non sono sicuro che sia una buona idea che tu stia solo adesso”
“Ne ho bisogno. Prometto che non farò niente di stupido”


Mi sento così inutile ed impotente
Ma non posso fare altro che lasciarlo piangere sulla vita che sta lasciando andare.
Posso solo lasciarlo solo a piangere sul suo addio
Nessuno di noi tornerà mai più indietro
Che ne è stato di tutti noi?



P.P.S: Il CD citato appare già nel capitolo 7, se volete farvi un’idea di
           cosa sia, perché in qualche modo è stato un pezzo di congiunzione
           importante





Detto questo.
Grazie mille a chi recensisce e legge, come sempre.
Scusatemi se le risposte ai commenti non sono lunghissimi, ma i libri universitari mi guardano minacciosi dalla scrivania! xD



Xx_ImJustAKid:
Si, lo scorso capitolo era doloroso, questo è proprio emo! xD
                            L’avevo già detto cosa contenesse la scatola, ma qui lo ripeto,
                            niente spiegazioni e complotti come avevi pensato xDD
Friem: Ecco cosa contiene la misteriosa scatola, non era poi un mistero, no?                      
           Ma l’idea è che le cose più semplici fanno più male di quelle grosse ed
           eclatanti,che ne pensi?
Akura: Mi spiace ma non c’è niente di dolce in questo capitolo, lo so, sono sadica xD
            Ma tu mi perdoni, vero?
SweetPandemonium: Honey, mi sa che il lieto fine per Bert è un po’ un’utopia.
                                    Ma tu lo sai che io lo amo, no? Dan è fantastico, hai
                                    ragione, e Quinn e Jeph, beh non potrebbero stare
                                    diversamente purtroppo :<
                                    Ohh che bella la neve *-*

ChemicallyUsed:  Hun amo le tue recensioni, mi commuovono sempre, ya know.
                             Jeph si merita il meglio, ma non è per niente facile farglielo
                             ottenere, e gli altri, beh, ognuno sta affrontando il proprio
                             personale dolore.           

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Capitolo 15
*** Could we dim the sun and wonder where we've been ***


Angolino dell’autore: Eccomi tornata col nuovo capitolo, vi sono mancata? xD
Comunque, vi avverto già da ora, non preoccupatevi, perché questo NON è il capitolo finale.
Sono molto curiosa di conoscere le vostre opinioni su questo capitolo.
Va beh la smetto di chiacchierare e vi faccio leggere.
Vi amo
Hope you enjoy






Could we dim the sun and wonder where we've been




Jeph P.O.V.



L'abbraccio di Dan dura solo qualche minuto, poi si alza ed inizia a riporre
gli oggetti nuovamente nella scatola.
Lo osservo senza comprendere il perché di questo comportamento, e sentendomi
come se mi avesse privato dell'unico appoggio che mi restava.
Rimette tutto apposto con cura, lasciando sul tavolo davanti a me solo quel
cd, tutto questo senza dire una sola parola, e senza mai posare lo sguardo
su di me.


"Che vuoi fare di questa roba?"


Lo osservo stralunato, sorpreso dal tono distaccato, quasi indifferente con
cui mi rivolge quella domanda, come se stesse facendo ordine in garage, e
stesse semplicemente decidendo cosa buttare via e cosa tenere
Non riesco a capire.


"Non lo so, che vuoi che mi importi in questo momento"
"Beh prima decidi, prima puoi ricominciare con la tua vita"
"Tu credi che mettendo ordine in questa roba la mia vita ricominci come se
  niente fosse?"
"Non era questo che volevi? Era così che volevi che andasse"


Queste parole fredde mi lasciano sorpreso e leggermente intontito, come se
provenissero da lontano, da qualcuno che non conosco.
Perché mi sta trattando in questo modo? Proprio nel momento in cui ho più
bisogno di lui?
La noncuranza con cui parla mi fa salire una specie di strana rabbia all'altezza
dello stomaco


"Come puoi dirmi una cosa del genere? Tu credi che io volessi che andasse
  così?"
"Forse no, ma sicuramente sei tu che hai deciso come dovesse finire"
"Io? Io ho deciso?"
"Si, era nelle tue mani Jeph, potevi farla andare in maniera diversa.
  Sei tu che hai scelto il finale"
"Io non ho scelto un cazzo"
"Forse avevi ragione tu, non significavate abbastanza l'uno per l'altro"
"Chi sei tu per dirmi una cosa del genere?"
"L'hai detto tu a me, ricordi?"
"No, io ho detto che io non significavo abbastanza per lui"
"Si, ma tu non hai fatto nulla perché le cose finissero diversamente, perché
  non dovrei pensare che anche lui significasse poco per te?"


Spalanco gli occhi sul suo viso, come è possibile che pensi questo?
Che dica queste cose a me?


"Non c'era niente che significasse più di lui"
"Se fosse vero non saresti qui adesso"


Il suo tono è ancora freddo, e vagamente accusatorio, ma il suo sguardo si
addolcisce mentre prende posto di fronte a me.
Mi fissa negli occhi e prende il cd tra le mani mettendomelo davanti alla faccia.

"Se pensi che questa sia la cosa giusta, che staccarti definitivamente da lui
  possa farti stare meglio, allora ok, continua per la tua strada, ed io ti starò
  vicino. Ma se lo ami ancora allora sei solo un idiota. Ed io lo so che tu lo
  ami cazzo, e dentro di te tu sai che ti ama anche lui, lo sai""
"Lui mi ha lasciato andare Dan"
"E che altro poteva fare? Non gli hai dato speranza Jeph, nessuna possibilità
  di essere perdonato. Così da oggi in poi non sarete più niente l'uno per l'altro.
  E' questo che vuoi?"


La custodia di plastica del cd crea delle strane ombre, per via delle luci del lampadario acceso.
Fuori si sta facendo velocemente buio, è sempre così
in inverno, specie in questo posto.
Distolgo gli occhi dalla finestra e li riporto di nuovo su Dan

"Non voglio che vada a finire così, dio, non voglio Dan"

Posiziona il CD tra le mie mani e per la prima volta in questa serata mi sorride. Lo sguardo fisso e deciso.

"Allora non dovresti essere ancora qui"




Quinn P.O.V.


La temperatura è scesa rapidamente, sento la pelle d'oca sulle mie braccia nude.
Dovrei almeno mettermi una felpa, ma non sono ancora pronto ad entrare
in casa, anche se oramai è buio.
Sento le gambe leggermente intorpidite dal freddo e da tutte le ore passate
seduto su questi gradini.
Se non riesco ad entrare in casa come farò a viverci?
Probabilmente dovrei trovarmi un altro posto dove stare, magari in un'altra città.
Strano che io abbia passato tutti questi mesi piangendo ed ora che è tutto
finito non riesco a versare neanche una lacrima.
Sento solo un enorme dolore e sono stanco, tanto stanco.
Ed è come se fosse diventato tutto chiaro in un solo istante, dopo mesi passati con uno strano velo sugli occhi
Ho continuato a sperare che mi perdonasse, ma come avrebbe potuto?
Nemmeno io riesco a perdonarmi.
Come si fa a dimenticare che ho fatto a pezzi tutto quello che avevamo?
Mi tornano alla mente tanti di quei ricordi in questa casa
E' qui dentro che è iniziato tutto
E' in questa casa che abbiamo smesso di essere solo amici e ci siamo trasformati in qualcos'altro.
Ci eravamo promessi che non ci saremmo mai svegliati separati, e adesso non mi ricordo
quand'è stata l'ultima volta che ho aperto gli occhi e ho trovato Jeph accanto a me
Ed ogni giorno mi sveglio e tengo gli occhi chiusi per un pò, trattenendo quasi il fiato
per sentire qualche rumore intorno a me, qualche rumore che non sento mai.
Siamo stati amici, amanti, fidanzati, ed ora non siamo più niente.
Mi sento come se io non fossi più niente.




Jeph P.O.V.



Salgo in macchina ed apro la custodia del CD inserendolo nello stereo.
Le note di Acquiesce riempiono l'abitacolo mentre la macchina si riscalda lentamente
Non la ascoltavo da anni, da molto prima che tutto diventasse complicato e doloroso
Le parole della canzone sembrano quasi uno stupido scherzo ironico
'Non so come svegliare le cose che sono dentro di me, voglio solo vedere la luce che brilla in fondo ai tuoi occhi'
E ci sto provando.
Sto provando disperatamente a svegliare qualcosa che non siano la rabbia e delusione che mi stanno mangiando dentro
Sono così arrabbiato che abbia voluto cancellare tutto quello che c'era stato.
Siamo stati molto più di un paio di stupide canzoni e qualche maglietta dimenticata in fondo ad un armadio
E sono così spaventato che mi abbia cancellato davvero, che forse non ci sia una possibilità di tornare indietro
Spengo lo stereo e rimetto il CD nella custodia una volta arrivato
davanti a casa nostra, e lo porto con me quando scendo dalla macchina
Le luci del portico sono spente, così ci metto qualche momento a rendermi conto che Quinn è seduto
sui gradini, la testa un pò abbassata e la maglietta gialla troppo leggera per questa temperatura.
Deve avere freddo
Cammino fino a trovarmi praticamente davanti a lui, e le mie scarpe sul vialetto
fanno un rumore strascicato che però lui non sembra sentire.
L'oggetto di plastica nella mia mano destra mi ricorda il motivo per cui sono qui, e quando parlo
la mia voce è così bassa che per un attimo penso che Quinn non sentirà nemmeno quella.
Invece alza la testa e mi guarda


"Perché?"


Nel buio intorno i suoi occhi lucidi e stanchi sono quasi l'unica cosa che riesco a vedere
Stringo ancora per un attimo quel CD tra le dita e poi lo butto sopra le sue gambe.
L'oggettino fa una specie di piccolo rimbalzo e finisce per terra.
Nel silenzio il rumore che fa cadendo sembra più grande e grave di quello che è, ma gli occhi di Quinn non si muovono
di un millimetro, così come le sue labbra che non accennano neanche ad aprirsi, così ripeto la domanda

"Perché mi hai ridato anche quello? E' tuo Quinn, io l'avevo preso per te. Vuoi far finta che non siamo nemmeno mai stati amici?"

La mia voce si alza senza che io l'abbia deciso
E nella poca luce che proviene dalla strada i suoi occhi sembrano diventare
ancora più grandi, e forse per la prima volta in vita mia non riesco a capire quello che c'è dentro
Quinn distoglie lo sguardo da me e abbassa leggermente la testa
senza però guardare nemmeno una volta l'oggetto caduto a terra


"Non importa più oramai"
"Non avresti dovuto. Non dovevi lasciarmi andare"
"So che non mi perdonerai mai per quello che ho fatto, quindi si, dovevo.
 E so anche che non sono nella posizione di chiedere niente, ma ti chiedo lo stesso una cosa, lasciami in pace"


Non posso fare a meno di spalancare gli occhi a quelle parole
La sua voce è così stanca e bassa, vuota quasi, che l'unica cosa che riesco a sentire è paura
Perché io lo conosco, nessuno lo conosce come me, e questa è la voce di una persona che ha preso una decisione.
E non riesco a trattenere le lacrime
Ho sempre pensato che non avrei dovuto piangere davanti a Quinn, perché lui ha bisogno di essere protetto, ma adesso
 sono io quello che ha bisogno di protezione
Ho bisogno di sapere che non è finita
Io ho bisogno che non sia finita



Mi inginocchio davanti a lui, il più vicino possibile.
Le mie ginocchia sono separate dallo scalino solo dal CD ancora dimenticato per terra
Mi sembra tutto così stupido, tutto quello che è successo e tutto
quel dolore.
L'unica cosa che resta è Quinn
L'unica cosa di cui mi sia mai importato


"Quinn.."
"Ti prego, lasciami in pace"
"Non dirlo, per favore. Quinn, guardami"
“No. Tu non mi perdonerai, tu non sei tornato da me”
“Io sono qui”
“No, non sei tornato”



Quinn continua a non guardarmi, scuotendo la testa a destra e sinistra, lo
sguardo totalmente perso come se non vedesse la realtà che gli sta intorno.
Tutto questo deve finire, nessuno si noi può più affrontare questa situazione
assurda
Allungo le mani in avanti e le poggio sulle sue braccia, perché senta che sono
davvero qui con lui
La sua pelle è freddissima e posso sentire i brividi sotto le dita, così sfrego
le sue braccia con un po’ di forza per riscaldarlo, poi mi tolgo la felpa che
ho addosso e la poggio sulle sue spalle


“Quinn guardami, io sono qui”


Finalmente i suoi occhi si spalancano e si posano sul mio viso.
Ed è come se si fosse accorto solo adesso che ci sono anch’io
Mi muovo qualche centimetro verso di lui e lo circondo con le braccia
per un attimo, per fargli capire che va tutto bene
E per la prima volta da non so più quanto tempo non provo rabbia o
tristezza quando lo tocco
So solo che lui è il mio Quinn



“Non dovresti essere qui. Che sei venuto a fare? Tu non lo dimenticherai mai”
“E’ così, non me lo dimenticherò mai, ma posso perdonare”
“Puoi?”
“Si, posso”
“E perché dovresti farlo?”
“Perché per quanto ci abbia provato non sono riuscito a dimenticarmi di te”
“Sei tornato da me?”
“Si”


Un piccolo singhiozzo esce fuori dalla sua bocca, prima che lui si muova in avanti e si aggrappi a me


“Oh Jeph, mi dispiace tanto, mi dispiace”
“Lo so piccolo, lo so”



E tutto quello che devo fare è stringerlo, l’unica cosa da fare adesso.

“Smetti di piangere ok?”
“Stai piangendo anche tu”
“Già, e penso che abbiamo pianto anche troppo tutti e due”


Quinn tira su col naso in un gesto che lo fa apparire molto infantile
Ed io mi chiedo come ho fatto a stare tanto tempo lontano da lui
Lo allontano un po’ da me e mi alzo in piedi, ripulendomi i jeans
senza grandi risultati, poi gli porgo la mano

“Sei gelato, entriamo in casa”



Il suo sguardo si sposta dalla mia mano alla porta, un po’ spaesato
Quinn non accenna a muoversi
E so che c’è qualcos’altro che dobbiamo dirci.
Qualcos’altro che vaga a tratti nei suoi occhi e che lui non riesce a nascondere
So che ha ancora bisogno di realizzare che sono qui

“Perché te ne stavi seduto qua fuori?”
“Non volevo entrare in casa senza di te”
“Sono mesi che entri in casa senza di me”
“Si, ma fino ad oggi non avevo mai realmente pensato che fosse finita per
  sempre”
“Ed oggi l’hai pensato?”
“Oggi lo sapevo”

Mi chino verso di lui ed incastro le sue dita tra le mie, fissandolo dritto negli
occhi.

“Vieni, entriamo insieme”


Lo guardo ancora una volta, poi mi chino a raccogliere l’oggettino di plastica
di cui entrambi ci eravamo dimenticati
Le parole della canzone continuano a risuonare ancora nella mia testa
‘ Ho solo bisogno di vedere la luce che brilla in fondo ai tuoi occhi’
Finalmente si alza, senza lasciare la mia mano, anzi stringendola un po’
più forte
So solo che lui è il mio Quinn
Faremo in modo di riportare indietro quella luce





Grazie
come sempre per le recensioni, vi adoro. Come si dice? Pochi ma buoni!

MarsFreiheit: Ben ritrovata! Si, hai colto il punto, ho scelto quella scatola proprio
per l’immediatezza e la semplicità. Ma ha raggiunto lo scopo, no? xD

Akura
: Volevi il miele? Ahaha spero di averti accontentata! Che ne dici?

Xx_ImJustAKid
: Mi aspetto una crisi isterica chilometrica questa volta!! xD
Ecco, Dan non l’ha proprio preso a sberle (sempre violenta tu ù.ù) ma qualcosa
ha fatto! E a quanto pare le sue tattiche funzionano!
Quinn aveva ceduto le armi, non penso avrebbe potuto fare molto di più, ma sentire una parola buona per lui da te è già un evento! xDD

Friem: Rieccomi, dai non ti ho fatto aspettare tanto, no? E’ vero lo scorso capitolo
lasciava l’amaro in bocca, ma se non provi l’amare non puoi accorgerti di quanto ti
manchi il dolce, così è stato per Jeph! Che ne pensi?

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Capitolo 16
*** This is where the world drops off ***




Angolino dell’autore
: Allora girls! Eccomi tornata con questa storia.
Lo so che mi sono fatta attendere, ma l’università e l’ispirazione si
sono coalizzate contro di me! xD
Comunque, l’importante è tornare! xD
Siccome penso di non essermi fatta capire precedentemente, voglio ribadire:
La storia NON è ancora finita, manca poco, ma non siamo alla fine!
Hope you enjoy!





This is where the world drops off







Jeph P.O.V.


Apro gli occhi lentamente, cercando di focalizzare il luogo intorno a me.
Il peso di un altro corpo attaccato al mio mi ricorda immediatamente
dove mi trovo.
Sono ancora completamente vestito, fatta eccezione per le scarpe.
Giro un po’ la testa di lato e trovo gli occhi di Quinn a fissarmi, sorrido
leggermente godendomi la sensazione
A volte semplicemente ti svegli una mattina e sai
Sai esattamente qual è il tuo posto.


“Da quant’è che sei sveglio?”
“Non mi sono mai addormentato”
“Perché no?”
“Perché ero quasi sicuro che se avessi chiuso gli occhi saresti svanito”

Quinn abbassa gli occhi, interrompendo il nostro sguardo.
Mi ero dimenticato della sua fragilità, di quanto sia enorme il bisogno
di stringerlo e basta
Perché non c’è nient’altro che devi fare con Quinn.
Devi tenerlo stretto e vicino, ed ogni cosa andrà per il verso giusto

Mi giro leggermente sul fianco circondandolo con le braccia, e faccio in modo
che lui faccia lo stesso con me.
Le sue mani si aggrappano un po’ al tessuto della mia maglietta

“Chiudi gli occhi”
“No”
“Chiudili”

Osservo le sue palpebre abbassarsi lentamente e sorrido, stringendomelo
un po’ più addosso.

“Sono qui, mi senti?”
“Si”
“Dormi, sarò ancora qui quando ti sveglierai”




Bert P.O.V.



Il suono del campanello mi distrae dai miei inutili tentativi di tenere la mente
occupata.
Non ho chiuso occhio stanotte, le immagini degli occhi di Quinn così vuoti
e senza luce mi hanno tormentato tutta la notte.
Metto in pausa il lettore dvd e mi alzo per aprire.
Davanti alla porta c’è Dan
Per un lunghissimo momento vorrei solo richiudere questa porta e tapparmi le orecchie
Non mi piace la sua faccia, non mi piace per niente.
Lo faccio entrare mordendomi nervosamente le unghia.
Nella mia testa le idee si confondono e si escludono l'una con l'altra
Dan mi dedica un sorrisino stentato, togliendosi il cappello e prendendo posto sul divano
E a volte semplicemente lo sai quando qualcosa sta per succedere.
Ed il fatto che Dan aviti il mio sguardo è solo una conferma.
Ma ho bisogno di sentirlo in ogni caso
Mi siedo accanto a lui, aspettando che i suoi occhi finalmente si
fermino sul mio viso, in silenzio.

"Jeph è andato da Quinn ieri sera, è tornato a casa"

Ed è così stupido che qualcosa che ti aspetti e che sai che accadrà
faccia così male.

E' una specie di fredda e dolorosa scossa elettrica che mi passa
attraverso tutto il corpo, dolorosa al punto che per un lunghissimo
momento non riesco a dire nulla
Dan poggia una mano sulla mia spalla in silenzio, solo stringendo
leggermente per farmi sentire la sua presenza.
Cerco di mettere ordine nei miei pensieri per dire le parole giuste
Eppure la mia voce è insolitamente bassa quando finalmente riesco
a parlare


"Bene, sono contento per loro, credo...  credo che sia giusto così"
"Non è necessario che tu finga"
"No, lo sono sul serio, Quinn stava così male, tutti e due stavano
 male"
"Stavi male anche tu"
"Non ho mai avuto speranze con lui"
"Ma questo non significa che tu non ci sperassi comunque"


Stavolta sono io a distogliere lo sguardo
Le sue parole non fanno altro che aumentare il senso di colpa
Perché per quanto stupido ed insensato possa essere non ho mai smesso
di sperarci
E la speranza ti uccide, prolungando all'infinito l'agonia.


"Non c'è niente di male Bert"
"Tu dici?"
"L'unica persona a cui hai fatto male sei stato tu"
"Io sto bene"


Mi alzo dal divano e giro per la stanza in cerca delle sigarette, appena
le trovo ne accendo una, restando in piedi davanti al divano come
una inutile statuetta di sale
Vorrei che la conversazione si chiudesse qui, perché non voglio affrontare questo discorso
Probabilmente non ne sono all'altezza
Ma Dan non è dello stesso avviso, perché non accenna a muoversi, e posso sentire
i suoi occhi perforarmi la schiena.


"Puoi farlo adesso Bert, puoi cedere"

Le parole di Dan mi raggiungono quasi lontane
Ed è come se un enorme peso mi fosse stato tolto di dosso, anche se non durerà a lungo
Forse posso cedere, soltanto per un pò
Riprendo posto accanto a lui mentre la sigaretta si consuma velocemente tra le mie dita.
La spengo e ne accendo un'altra con le mani che tremano
E che senso ha il desiderio di continuare a scappare quando la verità ti ha già
raggiunto?


"Mi sento come se l'avessi perso di nuovo"
"Lo so"
"Ma io non l'ho perso Dan, sono stato io a rinunciare a lui"
"L'hai fatto per il suo bene"
"Già, e lui sta bene, starà bene"
"E tu?"
"Mi riprenderò"
"Quando mai l'hai fatto Bert?"

Mai, per quanto ci abbia provato non ho mai smesso di sentirmi
uno schifo.
Solo che questa volta è peggiore, fa più male.


Mi torna alla mente la conversazione che ho avuto con Quinn prima che le cose tra lui e Jeph si mettessero apposto.
Si chiedeva se le cose migliorassero col passare del tempo, se il dolore scomparisse, o almeno si attenuasse.
Non ho voluto dargli una risposta, non ho avuto il coraggio di dirgli che il
tempo non guarisce le ferite.
Ma in alcuni casi evidentemente succede, per Quinn ha funzionato, ha aspettato, e le cose si sono aggiustate
Non è il mio caso, non lo sarà mai.
E' una consapevolezza che fa quasi più male della speranza.





Jeph P.O.V.


Quando Quinn si sveglia il sole fuori è già alto
Lo sento muoversi mentre si esprime in una serie di mugolii assonnati.
Apre gli occhi lentamente e li richiude immediatamente dopo per la luce
improvvisa, affondando la testa contro la mia spalla.
Prendo i lembi delle coperte e li porto sopra le nostre teste, in modo da ripararci
dalla luce e permettere a Quinn di aprire gli occhi.
Quando finalmente lo fa sorrido, e sento le sue mani stringere un pò più
forte la mia t-shirt.
Mi prendo ancora qualche minuto per godermi la sua presenza.
Tutte le lenzuola portano il suo odore.
Gli lascio un leggero bacio sulle labbra prima di scostare nuovamente le coperte, in modo che si abitui alla luce.


"Adesso devo andare"
"Dove?"
"A casa"
"A prendere le tue cose?"
"No Quinn"
"Non vuoi tornare qui?"
"No"
"Ma.. avevi detto che avresti perdonato"


I suoi occhi diventano improvvisamente svegli e più grandi, fissi nei miei.
Sono confusi, e tristi.
Lo avvicino maggiormente a me senza che lui faccia nessuna resistenza


"E' così"
"Mi hai perdonato ma non vuoi comunque stare con me?"
"Voglio stare con te, ma non posso tornare a vivere qui"
"Perché no?"
"Perché sarebbe un errore, non possiamo ricominciare d'accapo
  facendo finta che non sia successo nulla. Dobbiamo fare un passo alla volta
  per aggiustare le cose"
"Come facciamo ad aggiustarle se tu non sei qui?"

“Ce la faremo, ma serve tempo. Lo capisci, vero?”
“Ok”




Lo osservo scostarsi le coperte di dosso e alzasi.
In piedi davanti alla finestra, col sole che si riflette su di lui è bello da impazzire.
So che questo gli fa male
e che sarebbe molto più facile per entrambi tornare alla solita vita, ma non sarebbe la strada giusta.


Mi alzo anch’io e lo raggiungo, poggiandomi contro la sua schiena e circondando la sua vita con le braccia.

“Quinn..”
“Ho capito”
“No, non è vero”


Sciolgo l’abbraccio e faccio in modo che si volti, per guardarlo in viso.
Come ieri sera i suoi occhi sono lucidi e grandi
Desidero che non pianga mai più, ma è una cosa che devo fare
Ho bisogno che Quinn lo capisca.

“Ascoltami, non lo sto facendo per punirti”
“Se anche fosse me lo meriterei”
“Non voglio che pensi questo, ho deciso di lasciarmi tutto alle spalle, ma
  tutti e due dobbiamo farlo. Anche tu”
“E’ solo che quando stamattina ho aperto gli occhi e ti ho trovato ero così
 felice. Ho pensato che finalmente non mi sarei più svegliato da solo”

“Lo so, ma sono sei più da solo. Facciamo un patto, vuoi?”
“Quale?”
“Ogni mattina appena sveglio alzerò il telefono e ti chiamerò, così ti
 sveglierai con la mia voce, ok?”
“Ogni mattina? Prometti?”
“Prometto”

Lo tengo stretto per un po’ godendomi il calore del suo corpo contro il mio.
Poi mi infilo le scarpe e recupero la felpa.
Lascio che Quinn mi accompagni fino alla porta, gli sorrido e mi avvicino
per lasciargli un'altro bacio leggero sulle labbra.
Poi mi chiudo la porta alle spalle e salgo in macchina.

Quando arrivo a casa di Dan sembra non esserci nessuno.
Faccio un giro per la casa per controllare,
ma la luci sono tutte spente e le stanze vuote, così mi sposto in camera mia.
E' la prima volta da mesi che entrare in questa stanza non mi spezza
il cuore
Do un'occhiata alla scatola colorata di oggetti, e sorrido



Bert P.O.V.



Quando Dan mi lascia solo mi risiedo sul divano senza sapere cosa
fare, mi sento un perfetto idiota per quello che mi si agita dentro.
Non trovo nessun rimedio a questa sensazione fottutamente dolorosa.
Mi avvicino all'armadietto dei liquori e tiro fuori due o tre bottiglie,
senza nemmeno prendermi la briga di leggere le loro etichette.
Non è una gran soluzione, ma è l'unica che ho trovato
Un paio d'ore dopo sono quasi completamente sbronzo.
Resto seduto sul divano, anche perché dubito che sarei in grado di
mantenermi in piedi
L'alcool fa venire in mente delle cose molto bizzarre e stupide.
L'unica cosa che voglio adesso è comporre il numero di Quinn e dirgli
la verità.
Voglio dirgli tutto e togliermi finalmente questo peso dal petto che
mi impedisce di respirare.
Allungo la mano verso destra e prendo il telefono.






Grazie a tutte per le recensioni! Vi adoro!


MarsFreiheit: Sono contenta che ti sia piaciuto, e che ti sia commossa.
Adesso però era ora di sentire anche la reazione di Bert! Che te ne pare?

Friem: Non è ancora finita questa storia, e già vuoi lo spin-off?? xD
Mica vi libererete di me e di loro così facilmente! xD

Xx_ImJustAKid: Quanto amo i tuoi chilometrici commenti, lo sai *-*
Meno male, nello scorso capitolo nessuno di loro ti ha fatto arrabbiare xD
Ed è stato molto carino da parte tua cedere Jeph xDD
E adesso c’è Bert…

SweetPandemonium: Honey,  ecco qua la reazione del nostro Bert, sono troppo cattiva con lui?? xDD
Certo che scriverò ancora su di loro!! Potrei mai smettere?? xDD

Akura:
Grazie mille per i complimenti, non c’è bisogno di commenti lunghi o chissà che, mi fa molto piacere
conoscere i tuoi pareri e ti ringrazio per l’apprezzamento *-*
Che ne pensi della reazione di Bert??

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Capitolo 17
*** For every love word said there's another one burned ***







For every love word said there's another one burned




Bert P.O.V.



Il telefono suona a vuoto più di una volta prima che qualcuno risponda dall'altro lato della cornetta.
Sento la mia testa pesante e confusa, e lo stomaco pulsarmi
per il forte desiderio di vomitare.
La voce dall'altro lato del telefono è bassa e preoccupata.
Mi sento un vero idiota, mentre snocciolo qualche parola un pò strascicata per via dell'alcool.
Sono quasi sicuro che niente di quello che sto dicendo abbia un gran
senso, ma non me ne preoccupo particolarmente
Sono abituato all'aspetto curativo delle parole, quasi sempre mi basta prendere un foglio
di carta e lasciare che si riempia della mia
calligrafia disordinata per sentirmi meglio.
Solo che le parole scritte e un pò misteriose di una canzone non sono
mai come qualcosa detta a voce.
Hanno un potere enorme, eppure non è lo stesso potere distruttivo.
Ho sempre trovato sorprendente come una semplice parola potesse
cambiare ogni cosa come una specie di esplosione nucleare.
A volte dimentico quanto una parola possa fare bene, o quanto
possa fare male.
E' quello che tento di ricordare mentre ancora riempio la cornetta del
telefono di strane elucubrazioni da ubriaco
Delle volte desidero con tutte le mie forze tornare indietro, quando
scolarmi una bottiglia di Jack Daniel's o buttare giù tre o quattro
pillole colorate mi dava davvero sollievo.
Da quando ho smesso con quella vita autodistruttiva quelle cose
hanno cessato di curarmi.
Non mi sento meglio, adesso che ho passato gran parte della giornata attaccato
ad una bottiglia e sono completamente sbronzo.
Mi sento solo un tantino più patetico e molto più solo di tutti gli
altri giorni.

 
Non so quanto tempo sia durata questa strana conversazione, così
come non so quanto tempo sia passato quando il suono della porta
mi fa quasi gemere dal dolore per la forza con cui rimbomba nella
mia testa.
Fuori si sta velocemente facendo buio.
Mi aspettavo questa visita dopo tutto quello che ho detto al telefono, era quasi scontato che attivasse una catena di reazioni.
Mi alzo con passo traballante e quasi mi aggrappo alla porta per aprirla ed evitare di cadere.




Quinn P.O.V.



Quando Jeph se ne va mi tolgo i vestiti e mi infilo nuovamente sotto le coperte.
Le lenzuola sono impregnate del suo odore, come un tempo.
Mi ha fatto sentire un pò triste doverlo salutare.
Ho sentito gli occhi bruciare nel momento stesso in cui ho chiuso
la porta, ma so che non sono più da solo adesso.
E' una strana sensazione, forse sono ancora un pò incredulo.
Non pensavo che avrei potuto averlo ancora.
E la paura che se ne vada via di nuovo mi toglie il respiro quando
ci penso.
Mi addormento dopo poco, rassicurato dal suo odore tutto intorno

Il suono del telefono mi fa sobbalzare svegliandomi all'istante.
Devo aver dormito per almeno qualche ora perché quando do una rapida occhiata
fuori dalla finestra il cielo si sta velocemente tingendo di nero.
Alzo la cornetta un pò intontito dal risveglio improvviso, incastrandomi nel filo e rischiando
più di una volta che il telefono mi cada dalle mani.
La voce familiare dall'altro lato mi fa immediatamente spuntare un
sorriso.












Bert P.O.V.


Quando apro la porta il viso di Dan è preoccupato e dispiaciuto.
Distolgo lo sguardo e mi sposto con difficoltà dall'ingresso per
lasciarlo andare, i fumi dell'alcool stanno lentamente svanendo,lasciandosi dietro solo un incredibile
mal di testa ed una fastidiosa sensazione di nausea.
Mi siedo sul divano guardando distrattamente fuori dalla finestra,
aspettando che Dan dica qualcosa.
Lo sento schiarirsi la voce ma nonostante questo continua a restare
in silenzio, probabilmente aspettando un qualche cenno da parte mia.
Posso sentire i suoi occhi squadrarmi anche se non lo sto guardando,
forse per controllare che io sia abbastanza lucido da sostenere
il discorso che entrambi sappiamo di dover affrontare
Evidentemente ho superato questa specie di esame, perché finalmente si decide a parlare


"Come ti senti?"
"Mi scoppia la testa"
"Non ho dubbi. Hai chiamato Quinn?"
"Non ancora"
"Non dovresti farlo"
"Perché no? Che succederebbe se glielo dicessi?"
"E tu cosa pensi che succederebbe?"
"Voglio solo liberarmi di questa cosa, non riesco più a respirare.
  Non posso perderlo un'altra volta senza fare niente"
"Non c'è niente che tu possa fare, non lo avrai mai Bert, lo sai.
 Lo hai perso troppo tempo fà"


Le sue parole fanno così male che vorrei solo mettermi
ad urlare
Ma ha ragione lui, ho sempre saputo che è così
A che servirebbe dirgli quello che provo?
Che diavolo mi aspetto di ottenere?
Sarebbe solo molto egoista da parte mia far soffrire Quinn e Jeph
solo per togliermi un peso.
E probabilmente guardare Quinn negli occhi mentre mi dice che
non mi ama mi ucciderebbe
Nessuna speranza Bert, ripeto nella mia testa, nessuna speranza


"Lo so"
"Mi dispiace tanto"
"Dio, Dan è solo che stavolta fa ancora più male"
"Devi andare avanti Bert"
"E come si fa? Cazzo dimmi come perché io ci sto provando
 da sempre"


Ancora una volta tutto quello che ottengo è un 'mi dispiace'
Dan si sposta in cucina mentre io resto immobile sul divano
Dopo qualche minuto lo vedo tornare con una tazza di caffè
ed un paio di aspirine


"Dove le hai prese?"
"Le ho portate da casa, eri sbronzo al telefono"
"Grazie"


Sorseggio la bevanda calda combattendo col senso di nausea
che mi fa bruciare lo stomaco
Butto giù le aspirine e prendo un'altra sorsata di caffè
La mano di Dan si posa sulla mia spalla e stringe leggermente, come stamattina.


"Jeph era felice?"
"Si"
"Quinn è suo, è sempre stato suo. Non ho il diritto di mettermi in
  mezzo"
"Penso che non l'avresti fatto comunque, anche se io non fossi
 venuto qui"
"Perché lo pensi?"
"Hai chiamato me, potevi chiamare direttamente Quinn ma non
 l'hai fatto"

Ed è la verità
Nonostante il bisogno di far terminare finalmente quest'agonia non l'avrei fatto
Jeph è migliore di me, lo penso ancora
Il fatto che io abbia anche solo sognato di potergli portare via Quinn non fa altro che darmene una conferma
'hai perso in partenza Bert'
Nessuna speranza




Jeph P.O.V.


Gironzolo ancora un po’ per la casa, aspettando che Dan ritorni, ma quando dopo
più di mezz’ora di lui non c’è ancora nessuna traccia mi sposto nuovamente
in camera.
Mi sfilo le scarpe e mi stendo sul letto.
Il silenzio della casa è confortante e funziona come una specie di ninnananna.
Scivolo nel sonno appena pochi minuti dopo.

Quando riapro gli occhi fuori si sta velocemente facendo notte.
Devono essere passate alcune ore, ma la casa è ancora completamente silenziosa.
E’ un po’ strano, non è da Dan stare via un’intera giornata senza avvisare
minimamente.
Mi alzo, spostandomi in cucina per prepararmi un tè, poi prendo la mia tazza
e mi siedo sul divano, recuperando il cellulare dalla tasca dei jeans che
ancora indosso.
La voce assonnata di Quinn mi risponde dopo qualche squillo.
Sorrido immaginandomelo steso tra le coperte, con i capelli arruffati e la pelle
calda di sonno


“Mi dispiace, ti ho svegliato”
“Non importa. Va tutto bene?”
“Si, solo...parlami, ok?”
“Di cosa vuoi che ti parli?”
“Di qualsiasi cosa, voglio solo sentire la tua voce”


Resto in silenzio mentre lo ascolto passare da un argomento all’altro, solo
godendomi la sensazione della sua voce e dei suoi respiri.
Ed è assurdo come non mi serva nient’altro che questo per sentirmi
in pace


Termino la telefonata solo quando sento il rumore della chiave che gira
nella toppa.
Poggio il cellulare sul tavolino e raggiungo Dan nell’ingresso.
Lo osservo posare le chiavi e togliersi il cappello, passando una mano tra i
capelli che stanno diventando veramente lunghi.
Ha l’aria stanca, ma mi sorride.
Entrambi ci spostiamo in cucina, e Dan prende posto al tavolo mentre io
preparo un altro tè, anche per lui questa volta.
Sembra averne bisogno
Quando ho finito porto entrambe le tazze sul tavolo, e prendo posto di fronte
a lui
 

“Che ci fai qui Jeph?”
“Ci abito, sempre che tu non sia stanco di avermi tra i piedi”
“Ma...tu e Quinn?”
“Va tutto bene, tornerà tutto alla normalità, ma non voglio correre.
 Ho pensato di restare qui ancora per un po’ se per te va bene”
“Certo, quanto vuoi. Ma Quinn come l’ha presa?”
“Ha capito”


Dan sorride leggermente.
Restiamo in silenzio per qualche minuto, ognuno perso nei propri
pensieri ed occupati a bere dalle nostre tazze.
Qualcosa lo preoccupa, posso leggerlo dai tratti leggermente tesi
del suo viso

Sono io a rompere il silenzio per primo



“Dove sei stato tutto il giorno?”
“Da Bert”


La sua voce si abbassa di qualche tono mentre pronuncia il suo nome.
Avrei dovuto immaginarlo, ero così preso dalla situazione tra me e Quinn
che non ho pensato a Bert


“Tu gli hai detto...?”
“Si, ho pensato che fosse meglio così”
“Lui sta bene?”
“Jeph, dopo tutto quello che hai passato in questi mesi non farti carico
 anche di questo”
“E’ un no quindi”
“Non è facile per lui”
“Già...Lo sai, mi è mancato veramente tanto Quinn, ed io lo amo molto, ma
 è così assurdo che io mi stia creando una felicità sul dolore di Bert. Ancora una
 volta”
“Era solo questione di fare una scelta Jeph. Poteva soffrire Bert, o potevate
 soffrire tutti e tre”
“Solo matematica, quindi?”
“Sai quello che voglio dire”
“Non so nemmeno bene quello che provo. Delle volte sono incredibilmente
 arrabbiato con lui, perché il pensiero che qualcuno ami Quinn come lo amo
 io mi fa impazzire. Poi penso a quello che ha fatto, in fin dei conti gli
 devo tutto. Mi fa male pensarci”
“Ora pensa solo a te e Quinn, lui si riprenderà”
“Come si è ripreso anni fa?”


Dan incontra il mio sguardo e si lascia andare ad un sorrisino mesto, senza
rispondere nulla


“E’ solo che...dev’essere forte no? quello che prova per Quinn dev’essere
 così forte visto che non è cambiato in tutti questi anni”
”Me lo stai chiedendo perché vuoi sentirti dire che non è così? Posso anche
  farlo Jeph, ma sarebbe una bugia”
“Vorrei non averlo mai saputo”


E Dan ha ragione.
Si, sarebbe una bugia.
E forse non proprio tutto tornerà alla normalità.
E’ qualcosa con cui dovrò fare i conti.






Allora girls, il capitolo parla da solo, non ho molto altro da aggiungere xDD
Grazie come sempre per le recensioni, vi amo!

Xx-ImJustAKid: Ho fatto presto, no? xD Ho fatto la brava, non potevo
distruggere di nuovo la coppia xD
Come sempre Dan è Determinante, facciamolo santo! xD

Friem: Non sono stata così cattiva, dai!! Vi ho solo fatto spaventare un po’ xD
Ma era inevitabile che Bert valutasse l’eventualità di confessare finalmente,
per fortuna c’è Dan! xD

Akura: La reazione di Bert è molto triste, ancora di più in questo capitolo, vero?
Però ha capito che dirglielo non sarebbe servito a nulla, se non a stare più
male ancora. Che te ne pare di questo capitolo?

SweetPandemonium: ihihih paura eh? Ma no dai, alla fine il nostro Bert è
rinsavito, anche grazie a Dan, ma sta sempre peggio, povero cucciolo!

ChemicallyUsed: Hun, Dan continua ad essere meraviglioso, con tutti loro!
Tu sai quanto io sia legata al POV di Bert, perché è un po’ me, spero di essere riuscita a trasmettere quello che sente.
Penso che la paura di Quinn non passerà tanto presto, ma almeno adesso
ha Jeph! Alla fine non ho distrutto la coppia di nuovo, non potevo!


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Capitolo 18
*** The new beginning shine while the end slip in the dark ***


Angolino dell’autore:
Salve girls, sono tornata xD
Questo capitolo un pò lungo mi serviva, era necessario descrivere
la quotidianità, come si stanno muovendo le cose per ognuno di loro.
Come si stanno incastrando i pezzi del puzzle, adesso che alla fine manca veramente pochissimo
Va beh basta. Ho scritto troppo xD
Hope you enjoy!





The new beginning shine while the end slip in the dark



Jeph P.O.V.


La mattina dopo mi sveglio presto, faccio una doccia e mi infilo
un jeans ed una felpa
Le tende sono ancora tirate e la casa è quasi completamente buia, evidentemente Dan dorme ancora.
Io  al contrario non ho dormito molto la notte scorsa, ho ripensato al discorso di ieri sera.
Capisco perfettamente che i miei strani sentimenti verso Bert non
hanno molto senso, credo di essere solo un pò disorientato
dalla situazione.
Prendo le chiavi della macchina e mi chiudo la porta alle spalle.
L'aria è frizzante ed il cielo è limpido.


Dieci minuti dopo giro la chiave nella toppa e cammino piano
per il salotto, fino alla camera da letto.
Quinn dorme a pancia in giù, il cuscino tra le braccia ed il capo
voltato verso la porta.
Le coperte lo avvolgono solo per metà e la t-shirt nera si è leggermente alzata durante il sonno.
Delle volte non posso credere a quanto sia bello, mentre dorme, la mattina
appena sveglio, la sera prima di dormire
In ogni singolo momento della giornata.
A volte mi chiedo come sia possibile che una sola persona possa
riempire la vita di un'altra così tanto da diventare indispensabile.
Ho sempre sentito che Quinn lo era, ma ne ho conosciuto l'esatta
portata quando mi è mancato.
Poggio le cose che ho tra le mani sul mobile scuro accanto alla finestra
e salgo sul letto mettendomi in ginocchio.
Mi chino verso di lui e lo volto delicatamente verso di me.
Ed è esattamente come lo immaginavo ieri sera al telefono
I capelli sparati in ogni direzione e la pelle calda.
Gli sorrido, prima ancora che apra gli occhi, con lo sguardo confuso
per essere appena stato svegliato


"Giorno baby"
"Hey, avevi detto che avresti chiamato"
"Da domani, stamattina non volevo che ti svegliassi senza di me"

Lo osservo sorridere e lo sollevo leggermente verso di me per poterlo
stringere.
Profuma di sonno
Non mi sentivo così al posto giusto da mesi, ma non riesco a non pensare a Bert.
Al fatto che ogni minuto che passo con Quinn
sto facendo del male ad un amico
Eppure non potrei essere in nessun altro posto al mondo.
Questo è il mio posto.
Mi stendo accanto a lui e Quinn si posiziona immediatamente tra le mie braccia, alzando leggermente il viso verso di me
Non sono mai riuscito a nascondergli qualcosa, per quanto ci abbia provato.
Ho cercato di tenerlo lontano da ogni preoccupazione, ma mi ha sempre letto tutto in faccia prima che aprissi bocca

"Jeph, va tutto bene?"
"Certo"
"Non è vero, che c'è che non va?"
"Niente piccolo, ho solo bisogno che tu faccia l'amore con me"


Mi chino su di lui e lo bacio, la sua bocca sa di menta.
Mi stendo meglio e faccio in modo che si posizioni
sopra di me.

Mi prendo tutto il tempo che mi serve per toccare quanta più pelle
possibile.
La sua carnagione chiara sembra ancora più pallida al buio
Passo le mani sulla sua schiena e lo sento sospirare contro le
mie labbra.
Sorrido e lo bacio più a fondo mentre finisco di spogliarlo.
Lascio che anche lui elimini i miei vestiti e poi inverto le posizioni
Lo preparo il più a lungo possibile perché non senta dolore, ma
percepisco comunque la sua tensione.
Il suo corpo è caldo e accogliente, mi muovo piano dentro di lui
e gli accarezzo i capelli, cercando di farlo rilassare.
E' incredibilmente bello con gli occhi chiusi e le labbra leggermente
aperte, anche se non ne esce nemmeno un suono.
Lo sento aggrapparsi alla mia schiena graffiandola leggermente quando aumento il ritmo dei miei movimenti
I suoi muscoli si tendono sempre di più quasi fino a tremare prima
di rilassarsi sotto le mie dita subito dopo essere venuto.
Lo seguo un attimo dopo ed unisco ancora una volta le nostre labbra
prima di staccarmi e riprendere fiato.
Mi sposto accanto a lui per non gravargli con tutto il peso addosso
e mi rilasso, avvicinandolo il più possibile a me.
Lo sento respirare un pò affannato contro il mio collo e posso sentire
il battito del suo cuore contro il mio fianco tranquillizzarsi piano.

Conosco perfettamente il motivo della sua tensione, ma voglio che sia lui stesso a dirmelo.
E' necessario che sia lui a parlarmi di quello che lo spaventa perché
io possa eliminare le sue paure.


"Stai bene?"
"Si"
"Ne sei sicuro? Eri nervoso"
"No, io sto bene"
"Quinn, non mentirmi, riesco a sentire quando sei
 nervoso"
"Forse è solo perché non facevamo l'amore da tanto, a parte quelle
 volte dopo che.."
"Tu lo sai che quello che è successo dopo che ci siamo lasciati
 non aveva niente a che fare con quello che è successo adesso,
 era diverso"
"Si, lo so"
"Non era questa la ragione del tuo nervosismo. Dimmi quella vera"

Abbasso il viso per guardarlo ma lui non guarda nella mia direzione.
E' sempre così quando ha qualcosa di importante da dire, lo fa
ogni volta, quindi non me ne preoccupo e giocherello distrattamente
con i suoi capelli, aspettando che si senta pronto a parlarmi


"E' solo che avevo paura che mentre noi facevamo l'amore tu avresti
 ripensato a... a quello che ho fatto"
"L'avevo immaginato"
"Ed è così? Ci hai pensato?"
"No. Avevo paura anch'io che succedesse, ma no, non ci ho pensato"
"Davvero?"
"Si, è passato piccolo, ok? Lasciamocelo alle spalle"
"Si"

Lo stringo un pò più forte e gli deposito un leggero bacio sull'orecchio, che
fa un leggero schiocco e lo fa increspare gli occhi e ridacchiare.
La sua pelle ha perso l'odore del sonno e adesso sa un pò di me.

"Ti avevo portato la colazione, ma adesso è fredda"
"Non importa, cos'era?"
"Caffè e muffins al cacao e vaniglia come piacciono a te"
"Possiamo riscaldarli nel microonde"
"No, adesso ci vestiamo ed usciamo, ti compro una nuova colazione"
"Da domani mi telefonerai la mattina?"
"Si"
"Ma puoi venire qui ogni tanto, per favore?"
"Quinn noi ci vedremo tutti i giorni"
"No intendevo la mattina, puoi svegliami come oggi qualche mattina?
 Solo qualche volta"
"Certo che si"



Lo osservo alzarsi e cercare qualcosa da mettersi senza muovermi dal letto,
godendomi lo spettacolo del mio ragazzo che gira nudo per la stanza.
Indossa un paio di boxer e si avvicina al letto

"Non ti alzi?"
"No"
"E la colazione che mi hai promesso?"

Gli sorrido e lo tiro verso di me facendolo salire in ginocchio sul
letto, e poi me lo trascino addosso, facendolo ridere

"Ordiniamola e facciamocela portare a casa"


Non sono ancora pronto a condividerlo col resto del mondo
.
Non per questa mattina.



Quinn P.O.V.


Quando chiudo la porta e sento il rumore della macchina di Jeph allontanarsi
fuori è già buio.
Vederlo andare via mi da sempre la stessa sensazione di paura.
Ogni volta che chiudo la porta mi sento come quando lasciò casa nostra, come
se non dovesse tornare mai più.
Mi ripeto ancora una volta che non è così.
Che in un modo o nell’altro sono riuscito a tornare accanto a lui, e che non
mi lascerà più.
Raggiungo la camera da letto e recupero il cellulare dal comodino.
Al cellulare di Bert ancora una volta l’unica risposta che ottengo è la voce
metallica della segreteria telefonica.
Decido di fare una passeggiata e raggiungere casa sua.
Provo a chiamarlo da due giorni ma non sono stato in grado di rintracciarlo.
E’ il mio migliore amico, vorrei sapere come sta, vorrei raccontargli di Jeph, e capire il perché di questi strani silenzi.
Quando arrivo davanti casa sua posso sentire le note del pianoforte dall’esterno.
Resto per un attimo immobile a godermi la musica e la sensazione di pace
che le dita di Bert che si muovono sui tasti riescono sempre a darmi.
Devo bussare un paio di volte prima che la musica si fermi e la porta
venga aperta.
Quello che ricevo è uno sguardo sorpreso ed un sorriso che mi pare forzato.
Bert si sposta dall'ingresso per farmi entrare.
Il silenzio che regna nella casa per un attimo mi fa rimpiangere il suono
del pianoforte.
Prendo posto sul divano mentre Bert mi raggiunge in salotto, e si siede su una poltrona, lontano, invece di sedersi accanto a me.

"Come mai sei qui?"
"Come mai? Sono giorni che il tuo telefono è staccato, ero preoccupato"
"Sto bene, non c'era bisogno di preoccuparsi"
"Non mi pare che tu stia bene, sembri molto strano"
"E' tutto ok. Tu stai bene mi sembra"

Il suo tono di voce si abbassa leggermente, mentre pronuncia l'ultima frase.
Lo osservo interrogativo e in cambio ricevo solo un altro sorriso un pò
forzato.

"Io, si io sto bene. Jeph ed io stiamo mettendo le cose apposto"
"Bene. Sono contento che tu.. sono contento per te e Jeph"


Il suo sguardo è fisso a guardare fuori dalla finestra e raramente i suoi
occhi incontrano i miei
Questo comportamento evasivo non è da Bert.

"Davvero?"
"Certo, sei il mio miglior amico, ovvio che io lo sia, no?"
"Già lo sono, e tu non mi stai dicendo la verità. Non ti fidi più di me?"
"Darei la mia vita per te"

Il tono della sua voce è qualcosa che non riesco a riconoscere.
La sua voce bassa e con un' intonazione esausta non gli appartiene.
C'è dentro qualcosa che non capisco, ma che mi fa uno strano effetto.
Una strana sensazione di tristezza

"Non è quello che ti ho chiesto. E poi che pensi? Che io non farei lo stesso
 per te?"
"Io sto bene. Dovresti tornare da Jeph"

Non posso fare altro che andarmene, perchè è chiaro che Bert non ha
nessuna intenzione di confidarsi con me

"Quand'è che le cose sono diventate così tra noi?"

Non è una vera domanda, e se lo è, non è da lui che mi aspetto una
risposta.
Forse dovrei rispondere io, forse sono stato troppo preso dai
miei casini per essere un buon amico
Mi alzo dal divano e lo guardo ancora una volta, poi mi avvio verso
la porta.
Mi volto soltanto perché sento la voce di Bert chiamarmi

"Quinn.."
"Si?"
"Io..."
"Tu cosa Bert? Dimmelo"
"Io ti... ti voglio bene"
"Ti voglio bene anch'io"






Il giorno successivo lo passo quasi completamente a letto.
Mi sveglio con la voce di Jeph che mi sussurra il buongiorno.
Ascolto il suo tono calmo e rilassato e col caldo delle coperte intorno
è come se mi cullasse con una ninnananna.
Tengo gli occhi chiusi e ascolto soltanto, mugolando solo qualcosa
ogni tanto.

"Vuoi dormire ancora un pò?"
"No, continua a parlare"
"Ok, facciamo così, parlo finchè non ti addormenti"


Quando apro ancora gli occhi il telefono è scivolato dalle mie mani
sulle lenzuola.
Mi alzo dal letto rabbrividendo per il freddo che proviene dalla finestra leggermente aperta.
La chiudo e mi sposto in bagno per una doccia calda, portando il
cellulare con me, nel caso Jeph chiamasse.
Quando il cellulare squilla sono già uscito dalla doccia, mi avvolgo
meglio l'asciugamano in vita e mi stendo sul letto.

"Hey, ben svegliato, di nuovo"
"Mi spiace di essermi addormentato"
"A me no, ho ascoltato il tuo respiro per un pò"
"Mi manchi"
"Sto per venire lì, preparati"
"Per cosa? Possiamo ordinarci qualcosa da mangiare e.."
"No, stasera usciamo. Ti porto fuori a cena"

Prima che io possa chiedere qualsiasi spiegazione Jeph ha già interrotto la telefonata.
Mi asciugo e mi infilo un jeans, poi cerco una maglietta vagamente decente da indossare.
Ne scelgo una nera, e metto una felpa dello stesso colore.
Meno di un'ora dopo il campanello suona interrompendo il
silenzio assoluto della casa.
Apro la porta e resto un attimo sorpreso nel trovarmi di fronte Jeph
Indossa un pantalone nero ed una camicia dello stesso colore.

"Perché hai suonato? Hai le chiavi"
"Perché questo è un appuntamento, ed io sono venuto a prenderti"
"Un appuntamento?"
"Si, ci riflettevo stamattina. Noi non ne abbiamo mai avuto uno vero
 e proprio"
"Jeph noi ci conosciamo da tutta la vita"
"Lo so, ma pensaci, siamo stati amici per anni, e poi siamo quasi
 subito andati a vivere insieme"
"Quindi ora siamo ad un appuntamento? Cioè sei venuto a
  prendermi, mi porti a cena e mi riaccompagni?"
"Esatto"
"Mi sento come se fossi tornato al liceo"
“Lo dici come una cosa brutta”
“No, è carina, un po’ strana, ma carina. Sei elegante. Devo cambiarmi?”
“Sei bellissimo”


Jeph P.O.V.

Impieghiamo circa venti minuti per raggiungere il ristorante nel quale ho
prenotato.
Li passiamo quasi interamente in silenzio, solo guardandoci ogni tanto.
Le macchine che ci passano accanto ogni tanto illuminano l’abitacolo della
macchina ed il viso di Quinn.
E’ più bello ogni giorno che passa
Allungo la mano destra verso di lui e intreccio le nostra dita, guadagnandomi
un sorriso da parte sua.
Lo lascio andare solo il tempo di parcheggiare, per poi riprendere la sua
mano non appena chiusa la macchina.

“Va tutto bene?”
“Si, solo...niente, è stupido”
“Cosa?”
“Credo di essere un po’ emozionato”

Ed è strano sentirglielo dire, ma mi sento allo stesso modo, quindi mi
limito a sfiorare per un attimo le nostre labbra senza dire altro.
E’ una specie di bizzarro nuovo inizio.

La serata trascorre molto tranquillamente, e come sempre non ci sono
grandi momenti di silenzio, c’è sempre qualcosa che dobbiamo dirci, anche
a distanza di tanti anni.
Come se fossimo sempre affamati dei pensieri dell’altro.
Il sapere che esiste una persona che è interessata ad ogni tuo pensiero,
qualsiasi esso sia, per quanto sia stupido o insensato, è una cosa che
mi ha sempre fatto sentire completo in qualche modo.

Il viaggio di ritorno non è molto diverso, la testa di Quinn è poggiata
contro la mia spalla e la sua mano sinistra è intrecciata alla mia sul cambio
della macchina.
Parcheggio sotto casa ed accendo le luci, per poterlo vedere meglio.
Mi serve ancora qualche minuto perché non sono ancora pronto a lasciarlo andare.

“Dimmi qualcosa che non so”
“Cioè?”
“Qualcosa di te che non mi hai mai raccontato”
“Jeph, non c’è niente che tu non sappia di me”
“Andiamo, è il nostro primo appuntamento. Si presuppone che non sappiamo
 tutto l’uno dell’altro”
“Si, ma noi ci conosciamo da sempre”
“Ci sarà qualcosa, anche un piccolo aneddoto, non lo so, qualcosa”
“Ok”

Osservo il suo viso illuminato dalla luce gialla della macchina che crea strane
ombre scontrandosi col buio di fuori, mentre aspetto che pensi a cosa raccontarmi.

“Quando ero piccolo, avrò avuto 4 o 5 anni, i miei genitori lasciarono me e i
 miei fratelli dai nonni. Era in assoluto il primo week-end che passavamo
 senza di loro. Mi ricordo di aver pianto praticamente per due giorni interi.
 Ero così triste, e per qualche strana ragione pensavo che non sarebbero
 tornati mai più.
“Davvero? Le cose da piccoli sembrano sempre troppo grandi per essere
 affrontate”
“Era una sensazione così vivida che non la dimenticherò mai.
 Non l’ho mai più provata…finchè… fino al giorno in cui te ne sei andato da
 casa nostra”

La sua voce è così bassa, e turbata.
Ed il suo sguardo è rivolto altrove, fuori dal finestrino, come se cercasse
qualcosa nel buio.
Faccio in modo che si giri verso di me per poter guardare i suoi occhi.
Ogni volta che ripenso ai mesi passati mi sembra impossibile che siamo
stati in grado di farci tutto quel male a vicenda.


“Mi dispiace”
“No, che dici.. è stata solo colpa mia”
“Mi dispiace che tu sia stato male, in ogni caso”

Circondo la sua vita con le braccia e faccio in modo che faccia lo stesso
con me.
La sua pelle è leggermente fredda
Tiro su la zip della sua felpa per coprirlo meglio nonostante il caldo
della macchina.

“Ma io adesso sono qui”
“Lo so, è solo che.. la provo ancora. Ogni volta che ti guardo andare via”
“Piccolo, ma…”
“No Jeph, lo so. Ho capito perché lo fai, e va bene così, davvero. 
 Dura solo un attimo, la sera quando chiudo la porta dopo che sei andato
 via”
“Ma adesso sai che io tornerò. Lo sai, no?”
“Si”
“Tornerò sempre da te Quinn”

Scendiamo dalla macchina e tengo la sua mano nella mia fino alla porta,
mentre con l’altra Quinn cerca le sue chiavi.
Il freddo fuori in contrasto con l’aria calda della macchina gli ha istantaneamente arrossato le guance.
E’ bello.
Talmente bello che per un lungo momento mi chiedo che cosa sto facendo.
Mi domando se quella che ho preso sia la decisione giusta.
Forse dovrei solo tornare a casa e prendermi cura di lui.
In realtà so che è la cosa giusta da fare, che è necessario perché entrambi
possiamo uscirne più forti.
Vorrei solo che lui non ne soffrisse
Mi accorgo che la porta è aperta solo perché sento gli occhi di Quinn fissarmi

“Che ne pensi se dormo da te stanotte?”
“Non devi, non è per questo che te l’ho detto Jeph. Prenditi i tuoi tempi.
 E’ giusto”
“Lo so”
“E poi è il nostro primo appuntamento, non puoi passare la notte da me al
 primo appuntamento”

La nota allegra nella sua voce mi fa capire che ha davvero capito.
E che stiamo davvero facendo la cosa giusta.
Ma non stasera.
Stanotte abbiamo entrambi bisogno l’uno dell’altro.

“Non importa, io sono uno facile”

Ascolto il suono della sua risatina mentre ci chiudiamo la porta alle spalle.
Stanotte è questa la scelta giusta.
Stanotte il mio posto è questo.




Grazie mille per le bellissime recensioni! *-*

Friem: Il capitolo scorso era un po’ di passaggio. Mi serviva descrivere
tutti i passaggi e gli stati d’animo per rendere più chiare le cose.
Cosa succedeva tra Jeph e Quinn.
E come Bert lo stava vivendo nel profondo.
E alla fine lui ha scelto di non dire nulla, nonostante il dolore.
Che mi dici del capitolo nuovo?

SweetPandemonium: Honey, la reazione di Jeph nei confronti di Bert è appena accennata
Ma non preoccuparti, ci sarà prima della fine.
Ci sarà un chiarimento tra i sue, che poi chiarirà molte cose su Bert in generale.
Dan è un mito, hai ragione, ma poverino, gli ho dato un capitolo di ferie dalla sua professione di psicologo salva amici xDD

MarsFreiheit: Grazie! *-* Sono contenta che ti siano piaciuti!
Si, Jeph e Quinn sono fantastici, e Bert in qualche modo ancora una volta se ne è fatto una ragione.
Lo fa sempre, per quanto gli faccia male
Che te ne pare?

Xx_ImJustAKid
:
awww i tuoi commenti sono l’amore! *-*
Bert non gliel’ha detto, e forse non l’avrebbe fatto comunque, sia per
paura che per lucidità, in ogni caso anche stavolta si è dimostrato
migliore di quello che tutti credono.
Jeph sta male, per ovvie ragioni, e si un po’ gli offusca la felicità, ma ci sarà
un chiarimento tra i due alla fine, di che tipo, ancora non lo so! *-*

ChemicallyUsed: Hun, grazie mille! La tua recensione mi ha commosso *-*
Quello che ti chiedi su Bert, e penso se lo chiedano tutti, verrà fuori non
preoccuparti, oramai siamo agli sgoccioli.
Mi mancherà questo Bert mi mancherà un pezzo di me T.T

Akura: Ahah e se non ci fosse Dan sarebbe stata una tragedia greca!
Mi serviva almeno una persona vagamente sana di mente xD
Il suo amore è più forte di qualunque cosa, credimi.
L’ha dimostrato ampiamente.
Che ne pensi di questo capitolo?

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Capitolo 19
*** Just One Night ***


Angolino dell’autore: Salve girls





Angolino dell’autore:
Salve girls! Rieccoci qui col nuovo capitolo.
E’ abbastanza breve, perché contiene volutamente soltanto il P.O.V.
di Bert.
Adesso che la fine si avvicina ( Manca solo un capitolo, ed il prologo)
è necessario che le cose su di lui si chiariscano,
una volta per tutte xD
Detto questo, buona lettura!








Just one night




Bert P.O.V.


Le note del pianoforte riempiono il silenzio della casa.
Rimbombano tra le pareti chiare e posso quasi sentirle
scivolare sulla mia pelle, dandomi un po’ di sollievo da questa
costante sensazione di soffocamento.
Dalla costante percezione che la mia pelle non smetta mai di bruciare.
Il suono del campanello mi raggiunge come se provenisse da
molto lontano, tanto che ci metto qualche secondo a realizzare
che un suono estraneo sta interrompendo questa strana pace
che cerco di mantenere con tanta fatica.
Il viso di Quinn davanti alla porta ha l'effetto di una pugnalata
al centro del petto.
Cerco di sorridere come meglio posso, pur non essendo molto
sicuro del risultato finale.
Lascio che Quinn prenda posto in salotto e mi siedo
Abbastanza distante da lui da non avere la tentazione di toccarlo
.
Non abbastanza distante da non sentire l'odore della sua pelle.

E' stato stupido da parte mia pensare che non si sarebbe accorto
del mio atteggiamento
Ed ora che i suoi occhi e le sue domande richiedono una spiegazione
non ho la minima idea di quello che potrei dire.
Lo ascolto dirmi che è preoccupato per me, che non riesce a comprendere il motivo dei miei silenzi.
Il mio tentativo di dimostrare che tutto va bene non è abbastanza
persuasivo da convincere la persona che conosco da più tempo
in assoluto.
Riesco facilmente a leggerlo sul suo viso preoccupato.
Sono il suo miglior amico.
Strano come una cosa così bella riesca a fare tanto male.
Mi costringo a posare gli occhi su di lui quando pronuncia il
nome di Jeph.
Odio il fatto che lui possa pensare che non mi fidi di lui, ma non
ho altra scelta che mentire ancora una volta.
Sono davvero il suo migliore amico se non faccio altro che mentirgli?


Vorrei essere migliore di quello che sono
Vorrei riuscire a gioire del fatto che i suoi occhi sono finalmente
tornati ad avere quella luce dentro, quella che li riempiva prima
di questi mesi
Vorrei riuscirci davvero, senza sentirmi completamente devastato
perché non sono io quello che l'ha fatto accadere.
Ancora una volta non sono io


Lo osservo alzarsi dal divano per raggiungere la porta e non riesco
ad impedirmi di richiamarlo.
Guardo il suo viso così bello e che amo così tanto
Eppure dico 'Ti voglio bene’
Questo è tutto quello che posso dire.
E' una frase enorme, eppure non è abbastanza.
Non è sufficiente.

Guardo la porta che si chiude e resto immobile a fissarla
per dei minuti
Il rumore che fa chiudendosi sembra cento volte più forte mentre
nella casa torna lo stesso silenzio di prima.
Raggiungo il salotto e mi siedo sul divano, nello stesso posto
dove
Quinn era seduto fino a poco tempo prima.
Patetico come io mi illuda di poter sentire ancora il suo calore su questo
tessuto freddo.





Con i miei trascorsi ho imparato che delle volte è necessario
chiedere aiuto.
Per questo motivo mi ritrovo ad alzare il telefono quasi immediatamente
Non appena Quinn lascia la mia casa.
Non è necessario che io dica molto.
Mezz'ora più tardi apro la porta e lascio entrare Dan.
Mi sento molto stupido ma ho bisogno che qualcuno mi dia
una visione estranea e distaccata di tutta questa situazione.
Ancora una volta.
O forse ho solo bisogno di strapparmi questa cosa da dentro.
Almeno per un po’

Lascio che lui prenda posto sul divano e mi sposto in cucina per prendere
due birre dal frigo, solo per prendere tempo.
Porgo la bottiglia a Dan e lui allunga una mano per prenderla, ed i suoi
occhi si fissano nei miei
Ed ho come l’impressione che non li lasceranno per tutto il resto della conversazione

"Quinn è stato qui"
"Dovevi aspettartelo"
"Lo so, eppure non è stato così"
"Non gli hai detto nulla?"
"No, nemmeno una parola"
"Come stai?"



Mi limito a scuotere la testa, perché cosa potrei dire?
Quali parole posso usare per esprimere quello che sento?
Come faccio a spiegare che mi sento solo?
Che mi sento un idiota?
Che ogni giorno mi sveglio sperando di non sentire questo peso sul petto, ma che
ogni mattina quel peso è sempre lì, allo stesso posto?
E che non ti ci abitui mai, nemmeno dopo tanti anni?
Dan mi fissa a lungo senza dire una parola.
Il suo sguardo è rassicurante quasi come se mi stesse toccando.
Quasi come un abbraccio


"Non so davvero come diavolo fai"
"A fare cosa?"
"Questo, il fatto di non dire una parola, di lasciarti distruggere
 lentamente da questa cosa, per anni"
"Sei tu che mi hai detto che non avrei dovuto dire niente"
"Lo so, è stata la cosa giusta, e ti ammiro per questo.
 Ma non riesco a capire come tu non possa sopportarlo"
"Mi basta guardare Quinn"
"E come può aiutarti questo?"
"Mi ricorda che ho fatto la scelta giusta"
"In che modo?"
"Prima Quinn ha parlato di Jeph, mi sono sforzato di guardarlo, ed
 ho visto i suoi occhi. Si sono come illuminati"
"E non ti fa male?"
"Così tanto che mi sembra di morire"
"Perché l'hai fatto? Voglio dire, la prima volta"
"Per lui, darei la mia vita per lui"
"L'hai già fatto Bert"
"Parli come se fossi morto"
"Lo sei, hai dato la tua vita per lui, senza renderti
 conto che ci sono tante altre cose al mondo, tante altre persone"


L'unica risposta che riesco a formulare è una piccola, ironica risatina.
Capisco che pensi una cosa del genere, lo penserebbero tutti
Il mondo è pieno di persone, potrei trovare qualcun'altro.
Dovrei
Ma come posso spiegare a qualcuno che nessun’ altra persona
è Quinn?


"Lui è... lui è Quinn. Solo..speciale. Come posso cercare qualcun'altro
 quando ho avuto lui?"
"Quando mai l'hai avuto?"
"Solo una notte, assurdo  vero? Soltanto una notte"
"Ma lo amavi già"
"Io lo amo da sempre, cristo, da sempre"
"Bert, è ora di dimenticarla quella notte"
"Come faccio? Ho davanti agli occhi quello che avrei potuto avere,
 ogni giorno della mia vita"
"Non l'hai avuto perché l'hai lasciato andare, perché diavolo l'hai
 fatto?"
"Perché non ero io quello giusto per lui"
"Questo dovrebbe essere abbastanza per riprenderti la tua vita"
"Io non sono quello giusto per lui, ma so che lui è quello giusto per
 me"



Ed a volte è soltanto che le cose non si incontrano
Non possono convivere, perché non sono fatte per coesistere.
Ed allora non ti resta altro che fare una scelta
Prenderti quello che più desideri anche se non è giusto
O fare la cosa giusta sapendo che ne morirai

A volte semplicemente la cosa giusta non è la cosa giusta per tutti.
Certe volte devi solo guardare gli occhi della persona che ami ed
ammettere che qualcun'altro è in grado di renderli più chiari e sereni
come tu non sei mai riuscito a fare
Alcune volte, e sono quelle volte che ti uccidono, devi solo ammettere di non essere all'altezza.
Che non sei tu "il suo uomo"
Che non lo sarai mai.
E cercare di sopravvivere.







Thanks a lot, as usual!
*__*

Akura: Hai ragione, Bert sta molto male, ma Quinn non può fare molto, lo sente
che Bert non vuole il suo aiuto, anche se non ne conosce i motivi.
E Jeph, povero, si sente sempre in colpa, ma è giusto che si faccia la sua vita.
Anche lui ha sofferto tanto.
Che ne dici?

SweetPandemonium: Honey, Dan è tornato!! Gli ho interrotto le ferie poverino xD
Ma era necessario, lui l’ha capito! xD
E Bert… beh dimmi tu che ne pensi di Bertie, dopo questo capitolo!

Friem: Ahah hai ragione! Ma devi sapere che nella mia mente malata Quinn
è una specie di incarnazione della perfezione, quindi il suo alito sa sempre
di menta! xDD
Sono contenta che ti sia piaciuto il capitolo, di questo che ne dici?

Xx_ImJustAKid: Lo sai che la penso come te, quei due sono perfetti insieme.
E se ce ne siamo accorte noi, se n’è accorto anche Bert che continua a farsi
del male perché li ama entrambi, anche se in modi diversi! xD
In questo capitolo c’è una parziale spiegazione dei motivi di Bert xD

 

 

 

 

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Capitolo 20
*** Well the light will it ever come? ***


Angolino dell’autore: Ok, ho la vaga impressione che mi odierete dopo questo capitolo..
Ma non è ancora finita, eh! xDD
E breve ma intenso, e sappiate che è tutta colpa loro!



Well the light will it ever come?






Il cielo fuori dalla finestra è ancora chiaro e limpido, nonostante siano
oramai le sette di sera.
Sono passati quattro mesi da quando finalmente io e Quinn siamo
tornati insieme.
Ormai l’inverno ha lasciato posto all’estate, sempre noiosa e relativamente
fresca qui ad Orem.
Me ne sto seduto sul letto completamente vestito e pronto per andare, ed
osservo Quinn terminare di prepararsi.
Entrambi siamo un po’ nervosi.
Conosco le mie ragioni per esserlo, ma non comprendo le sue.
Oggi è la prima volta da quando le cose si sono rimesse a posto che io
e Quinn usciamo insieme a tutti gli altri.
La prima uscita “ufficiale”, si può dire, da quando siamo di nuovo una
coppia.
Il pensiero di ostentare la mia felicità con Bert presente mi fa sentire uno
schifo, e mi fa desiderare di rinchiudermi in casa e rimandare questo
incontro ancora una volta.
Ma non si può, non oggi che è il compleanno di Dan.
Resto seduto quasi al centro del letto, con le gambe penzoloni ed i piedi
che non toccano terra, e li faccio oscillare distrattamente ogni tanto, cercando
di scacciare dalla mente che questa è la prima volta che incontro Bert da quando mi sono ripreso Quinn.
Ripreso… rubato… non saprei neanche come dirlo


Il viaggio in macchina passa quasi completamente in silenzio.
Quinn resta tutto il tempo con lo sguardo rivolto fuori dal
finestrino, il panorama verde e giallo scorre davanti ai nostri occhi
senza che nessuno dei due dica una parola.
Forse Quinn percepisce il mio nervosismo e questo lo rende teso.
Nel giardino di Dan, nel nostro giardino,  ci sono già alcuni amici.
Alcuni tavoli sono disposti alle spalle della veranda pieni di ogni tipo di bevanda, quasi tutte alcoliche.
Al centro del giardino due grandi grill emanano un gran calore e odore di carne  e verdure grigliate.
Do un occhiata in giro per guardare chi c'è, in definitiva per controllare se Bert sia arrivato.
Il posto si riempie molto velocemente, ma lui non c’è ancora.
Mi allontano dal giardino ed entro in casa, per cercare Dan e
vedere se gli serve una mano.
Lo trovo in cucina, intento a portare tra le mani tre o quattro contenitori colorati che
sembrano salse, dall'aspetto vagamente inquietante.
Lo alleggerisco di qualcuno dei contenitori abbracciandolo velocemente
a mò di augurio.
Dan sorride e mi precede in silenzio fino al giardino, poso le salse
su uno dei tavoli e mi giro nuovamente per dare uno sguardo ai
presenti.
Dan intercetta immediatamente il mio sguardo



"Non è ancora arrivato"
"Verrà?"
"Mi ha detto di si"
"Ok"
"Avresti preferito che non venisse?"
"No, solo.. sai sono un pò preoccupato"
"Non hai fatto niente di sbagliato, e lui non ce l'ha con te"
"Già, lo so. Ma gli faccio male lo stesso"
"Non potevate uscirne tutti bene Jeph"


Non posso fare a meno di chiedermi se qualcuno di noi, almeno uno, ne sia
davvero uscito indenne



Lo osservo allontanarsi per salutare alcune persone e cerco Quinn in
mezzo alla gente.
Il solo fatto di posare gli occhi su di lui mi tranquillizza immediatamente.
La camicia a quadri azzurra e rossa lascia scoperte le sue belle braccia, un nuovo tatuaggio
fa bella mostra di sè sul suo avambraccio destro.
Le poche porzioni della sua pelle colorate di inchiostro mi fanno sempre uno strano
effetto, nonostante io ne sia quasi completamente ricoperto.
Quasi stonano sulla sua pelle incredibilmente chiara.
Eppure è bellissimo
Passo attraverso la gente che piano sta riempiendo il giardino e mi avvicino, poggiandomi
contro la sua schiena e avvolgendo le braccia intorno alla sua vita.
Riesco a sentire il suo sorriso anche se non posso vederlo.
Resto così per un pò, respirando piano contro di lui, come se non ci fosse nessun altro in questo posto.
Mi allontano quasi contro voglia solo per salutare alcuni dei nostri
amici.



La serata trascorre abbastanza tranquillamente, mangiando e bevendo.
Ci sono molte persone che non conosco, amici di vecchia data di Dan, alcuni componenti della sua vecchia band.
Seduto sulle scale della veranda chiacchiero di bassi con un amico.
Ogni tanto il mio sguardo si posa su Quinn.
E' molto nervoso, e se ne sta parecchio sulle sue, seduto in disparte e quasi completamente silenzioso.
Ancora una volta mi avvicino, prendendo posto di fronte a lui e passando una mano tra i suoi capelli.
Lo sento rilassarsi immediatamente al mio tocco.
Non faccio in tempo a chiedergli che cosa succede che percepisco
degli occhi puntati su di noi.
Li sento, fisicamente, come se il mio braccio fosse improvvisamente diventato
più pesante.
Volto il capo, riconoscendo subito la figura del nostro cantante.
I nostri occhi si incontrano ed il mio tocco su Quinn si ferma all'istante, senza che io l'abbia veramente pensato.
Bert mi dedica un sorrisino mesto, prima di avvicinarsi a Dan e scomparire alla mia vista.


"Che succede?"
"Niente piccolo, mi ero solo distratto. Tu che hai invece?"
"Io? Niente"
"Sei strano. Nervoso"
"Non ho niente, davvero"


Non mi sembra nè il luogo nè il momento per indagare oltre, avrò
tempo di farlo quando saremo soli.
Mi guardo intorno ma per quanto mi sforzi non riesco a vedere Bert.
E' decisamente ora che io vada a parlarci.
Prima o poi il momento sarebbe arrivato.
Lascio Quinn in compagnia di Dan ed entro in casa, dato che nel giardino non c'è traccia di lui.
Lo trovo in cucina, con una bottiglia di birra ancora chiusa nella mano
sinistra ed una sigaretta accesa nell'altra.
E’ sempre il solito Bert, eppure il mio modo di vederlo è cambiato.
O forse non l’ho mai visto per davvero


"Hey Bert"
"Hey"
"Volevo parlarti"
"Non devi dirmi niente Jeph"
"Mi dispiace"
"Non devi, non hai nulla di cui dispiacerti"



Lo osservo allontanarsi senza avere la possibilità di rispondere
assolutamente nulla.
Troppo velocemente perché le cose possano essere davvero apposto
come lui cerca di convincermi

Forse ho davvero bisogno vigliaccamente che lui mi convinca, per
non sentirmi in questo modo terribile.
Per tutto il resto della serata cerco invano il momento di parlargli
ancora una volta.
Ma non riesco mai a trovarlo da solo.
Quindi mi è impossibile continuare il discorso, che nonostante quello che Bert dice, non è terminato.
Ma non adesso.
Non lo finiremo questa sera.



Riesco a distrarmi da questo pensiero chiacchierando con qualche
amico e mangiando qualcosa.
I miei occhi però non lasciano mai Quinn.
Chissà se è normale riuscire a vedere solo una persona in mezzo ad una folla.
Chissà se anche Bert vede solo Quinn, in mezzo a tutta questa gente.



Come prima lui non parla con nessuno, eccetto che con Dan, e anche
quando qualcuno si avvicina è restio e si allontana quasi subito, rimettendosi
velocemente in disparte.
Non posso staccare gli occhi da lui.
Dalla sua pelle chiara e dai colori, che sembrano tutti stare miracolosamente
bene su di lui
Mi sento  vagamente stupido a non aver capito subito il motivo del
suo comportamento.

Saliamo in macchina che la notte è già abbondantemente calata, e la
temperatura più bassa fa quasi pensare che l’estate non sia mai veramente arrivata
E’ arrivata poi, per noi?


Il viaggio in macchina trascorre silenzioso ancora una volta.
Adesso sono io a non dire nulla, mentre Quinn si tranquillizza man mano che la macchina si avvicina a casa.
La parcheggio nel vialetto, ma invece di salutarlo lo accompagno
fino all'interno, chiudendomi la porta alle spalle.
Mi avvio in salotto e mi siedo sul divano, mentre Quinn mi raggiunge
regalandomi un sorriso, finalmente sereno.
Ci sono troppi discorsi in sospeso
Tra me e Quinn
Tra me e Bert
Ed è necessario che almeno uno venga chiuso una volta per tutte.
Adesso.


"Che succede Jeph? Sei strano"
"Sai Quinn, non può funzionare tra noi"







Sempre mille grazie per le recensioni! *-*

ChemicallyUsed: Le motivazioni di Bert sono un po’ più chiare, right?
Ma non completamente… lo saranno però, don’t worry xD
In quanto al tuo amato happy ending… beh vedremo xDD

Xx_ImJustAKid: Ahah Dan lo sa quali sono gli interrogativi, è lo psicologo! xD
So che ci sono ancora dei dubbi, ma la storia non è terminata, giusto? xD

SweetPandemonium: Bert lo ama profondamente, di quell’amore che fa male, purtroppo T.T
Ma come dice Dan (The man!) non potevano uscirne tutti bene, no?
E poi non si sa mai, come dimostra questo capitolo..forse.. xD

Akura: Ahah grazie, ma i vostri commenti mi rendono felice, ed è il
minimo che io vi ringrazi perché leggete i miei deliri xD
E’ vero, la posizione di Bert è difficile, ma per fortuna c’è Dan!!
Che ne dici del capitolo?

Friem: Grazie, visto che l’hai scritto ti do una news, probabilmente ci sarà
uno spin-off di una shot per raccontare poi di Bert, e di cosa gli succederà! xD
Dan, beh Dan è la salvezza di un po’ tutti, non ti pare?
Fammi sapere che ne pensi di questo nuovo capitolo!


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Capitolo 21
*** It's just the end of the world ***


Angolino dell’autore: So che mi odiate dopo l’ultimo capitolo.
Vediamo che ne pensate in questo.
Non dico altro, perché nel capitolo succedono molte, troppe cose.
Lascio a voi i commenti.
Ultima cosa.
Questo è l’ultimo capitolo prima dell’epilogo finale T.T
Hope you enjoy!




It’s just the end of the world

 




Jeph P.O.V.



“Sai Quinn, non può funzionare tra noi”

Gli occhi di Quinn si spalancano immediatamente sul suo bel viso, spaventati.
Mi fa male vederlo così, ma forse è questo quello di cui ha bisogno.

"Come? Ma... ma perchè? Stava andando tutto bene. Vuoi lasciarmi
 un'altra volta?"
"No, io non voglio. Ma non mi interessa stare con te così"
"Perché? Avevi detto che dovevamo lasciarci tutto alle spalle"
"Già, l'ho detto, e l'ho fatto. Ma tu no"
"Che significa?"
"Quinn, non so se riesco a trovare le parole per spiegarti quanto
 sia stato doloroso quello che è successo"
"Lo so, ma.."
"Lasciami finire. E' stato una specie di inferno, e credimi, non sarei
 mai tornato indietro se avessi pensato che sarebbe potuto
 succedere ancora"
"Ma non succede, non ho fatto niente Jeph. Te lo giuro"
"Tu non sei così. In disparte, silenzioso, scontroso. Non voglio che
 tu smetta di parlare con qualsiasi persona che non sia io”
 
"Io pensavo solo che.."
"Cosa? Che andassi in paranoia solo perché parli con un altro
 ragazzo?"
"Non lo so"
"Quinn, sai perché mi sono innamorato di te?"
"Perchè? No, c'è un perché?"
"Certo che c'è. Mi sono innamorato di te perché non avrei potuto
 evitarlo, perché ad un certo punto mi sono reso conto che ogni volta
 che entravi in una stanza era come se cambiasse la pressione dell'
 aria, come se fisicamente fosse impossibile non accorgersi di te.
 Perchè ogni volta che entri in una stanza è come se le cose, tutte
 le cose, diventassero migliori, e ho pensato, anzi, sapevo, che solo
 nelle tue mani avrei potuto mettere la mia vita, perché sarebbe
 stata migliore"
"E non è più così?"
"Non lo so Quinn, dimmelo tu. Sei sempre la stessa persona?
 Quella persona capace di farmi sorridere ogni giorno della mia
 vita?"
"Io voglio esserlo"
"Allora smettila di comportarti così, e ridammi indietro il mio
 Quinn, quello di cui mi sono innamorato"
"Ho solo paura di perderti ancora"
"Abbiamo paura tutti e due che qualcosa vada storto. Ma sai cosa
 penso? La paura non è un buon sentimento su cui ricostruire una
 relazione. Facciamo semplicemente del nostro meglio, e andrà
 bene"


Quinn mi si stringe addosso, ed il suo odore familiare sembra attaccarsi ad ogni fibra dei miei vestiti.
Ed è chiaro che la tempesta è passata, anche questa volta.

In silenzio, con Quinn attaccato addosso che respira regolarmente
contro la mia spalla mi ritrovo a riflettere su quanto sia assurda
questa cosa.
Quello che è successo tra me e Quinn
La separazione, la sofferenza.
Tutto quello che avrebbe dovuto inevitabilmente scalfirci e renderci meno stabili ci ha reso solo più forti.
E dentro di me si è creata la convinzione che se abbiamo separato
una cosa così grossa e devastante non c'è tempesta che possa
buttarci giù.
Ed era necessario che anche Quinn lo pensasse, lo sentisse.

Il suo respiro rilassato ed il buio e i silenzio nella stanza mi trascinano
velocemente quasi ad addormentarmi, prima che succeda
c'è qualcos'altro che devo fare.
Pronuncio piano in suo nome ed il mugolio assonnato che ricevo in
risposta mi fa capire che anche lui si sta addormentando.
Lo chiamo ancora, per essere sicuro che mi ascolti

"Quinn"
"Mmh"
"Penso che dovrei tornare a casa"

Ricevo un'altro mugolio, questa volta con una certa sfumatura di
delusione nella voce.
Lo osservo staccarsi da me e mettersi in piedi, piantandomi in
viso i suoi grandi occhi castani, un pò più lucidi per via del sonno

"Ok, mi chiami domani mattina?"
"No, Quinn.."
"No?"
"No, non hai capito. Penso che dovrei tornare a casa. A casa... qui"

Ed i suoi occhi sono leggermente più grandi e aperti ed un pò confusi adesso, come se cercasse
di capire esattamente quello che sto dicendo
Penso che dovrei alzarmi e stringerlo, così, tanto perché si convinca che sta succedendo davvero
Ma non ho il tempo materiale di passare dal pensiero all'atto perché Quinn mi si getta praticamente
addosso.
Sono quasi certo che mi abbia rotto qualcosa, ma mi ritrovo a ridere
come un idiota mentre lo stringo più forte che posso


"Hey, stai cercando di uccidermi così non dovrai dirmi che non mi
 rivuoi in casa?"
"Idiota, andiamo a prendere le tue cose"
"Adesso? Quinn, è piena notte"
"Non importa"

Rido ancora una volta, senza nessuna intenzione di muovermi o di
lasciarlo andare.
Ed è come se l'avessi sentito tornare in questo preciso momento, il mio Quinn.
Quello irragionevole ed impulsivo.
E bello
Tanto bello che neanche il buoi totale della stanza può nasconderlo.


La tempesta è lontana






Quinn P.O.V.


Arrivo fino alla camera da letto cercando di non inciampare in tutti
gli scatoloni disseminati per la casa, mentre con la mano destra
tengo l'asciugamano che ho legato in vita, sperando di trovare qualcosa da mettermi in tutto questo caos.
La casa è piena di scatoloni nonostante Jeph sia tornato a casa
già da due settimane.
Ma abbiamo avuto di meglio da fare, invece di riordinare.
Il nostro periodo di grazia però termina oggi.
Dobbiamo tornare a lavoro, abbiamo un album da terminare.
Osservo Jeph guardare scettico il casino che c'è in giro, già completamente vestito, a differenza mia.

"Com'è che le mie cose sembrano raddoppiate da quando me ne
 sono andato?"

Ridacchio senza rispondere nulla mentre mi avvicino al letto.
Tolgo dalle sue mani una maglietta scura e recupero un jeans dalla
poltrona piena di vestiti, sperando che sia almeno pulito.
Cerco di allontanarmi per vestirmi ma mi sento afferrare per i polsi,
mentre gli indumenti cadono a terra ai miei piedi

"Jeph, siamo in ritardo. Non sei tu quello fissato con la puntualità?"
"Si, ma è colpa tua che mi giri intorno mezzo nudo"

Mi lascio trascinare sul letto ed allargo le gambe perché vi si metta
in mezzo.
La frizione tra i suoi vestiti ed il mio corpo nudo mi fa salire i brividi
lungo la schiena.
Muovo le mani su di lui togliendogli i vestiti come meglio posso, data
la mia posizione
Scopro la sua pelle colorata e piena di disegni godendomi i mugolii
soddisfatti di Jeph
Penso che arriveremo leggermente in ritardo in sala registrazioni.




Jeph P.O.V.

Lo studio di registrazione è già in attività quando io e Quinn arriviamo.
Il tecnico del suono è già alla sua postazione, dietro il vetro trasparente.
Al di là del vetro Dan sta registrando alcuni pezzi della batteria.
Do un occhiata in giro mentre Quinn tira fuori la sua chitarra e
le nuove partiture che ha scritto, entusiasta di proporle agli
altri.
Mi avvicino e gli lascio un leggero bacio sulle labbra, prima di allontanarmi per
recuperare un the caldo per me, ed un caffè forte per lui, mentre lascio che lui si sistemi.
Principalmente lo scopo è quello di cercare Bert, dato che nella
sala delle registrazioni non c'era traccia di lui.
Chiedo in giro se qualcuno l'ha visto, e grazie alle indicazioni lo
trovo poco dopo.
La porta scorrevole e trasparente della terrazza e solo parzialmente
socchiusa, e Bert è poggiato con le braccia alla balaustra.
Lo sguardo oltre la ringhiera ed una sigaretta appena accesa tra le
labbra.
Mi avvicino piano e mi poggio accanto a lui.

In silenzio, anche se sono perfettamente consapevole che si è
accorto di me
Sta solo prendendo tempo, come me d'altronde.
Aspetto che prenda un altro paio di boccate dalla sua sigaretta
prima di iniziare a parlare
E non voglio esordire con i soliti discorsi sul tempo, e cose così
Non con Bert
Così vado dritto al punto

"Come stai?"
"Sto bene"
"Per favore, non mentire, ok?"
"Che vuoi che ti dica?"
"La verità"
"Non credo che tu la voglia davvero Jeph"
"Penso che oramai sia il caso di parlarne a carte scoperte"
"Non c'è nulla di cui parlare. Quinn è tuo, non è cambiato
 niente"
"Bert.. ti prego"
"Ok, vuoi la verità? Fa male, fa più male della prima volta
 che l'ho lasciato andare. Non riesco a dimenticarlo e non
 riesco a stare meglio. E non penso che mi passerà mai.
 Ecco la verità, non fa bene a te sentirla nè a me spiegarti
 queste cose"
"Mi dispiace"
"E' per questo che non volevo parlarne. Non ha senso che ti
 dica quello che provo perché come unico risultato ottengo
 che tu ti senta il colpa, e non hai niente per cui sentirti colpevole"
"Io mi sono preso il ragazzo che ami"
"Tu non lo sapevi"
"Adesso si, e me lo sono ripreso comunque"
"Perché era così che doveva andare. Spero solo che adesso le cose
 tra di noi non cambino"
"Non cambia nulla Bert. Credo di doverti dire grazie per quello che hai fatto”
“No, non devi”
“Lo sai, eppure non riesco a capire. Tu lo ami quanto lo amo io, così tanto che
 nemmeno gli anni ed il dolore hanno cambiato questa cosa. Come
 hai potuto lasciarlo andare?
Io non avrei mai potuto"
"Per questo lui è tuo"
"Sto solo cercando di capire"
"Sai qual è la prima cosa che mi viene in mente quando penso
 Quinn?"
"Non lo so, so quello che viene in mente a me quando penso a lui"
"Jeph, tu non vuoi saperle queste cose"
"Devo"
"Penso al suo sorriso. Alla prima volta che l'ho visto ed al modo
 in cui sorrideva"
"Che centra questo?"
"Ho fatto due calcoli, quando finalmente mi sono lasciato alle spalle
 la vita del cazzo che facevo. In tutti gli anni che ci conosciamo l'ho
 spento troppe volte quel sorriso.
 Perché era preoccupato, perché era spaventato per me, perché ero
 nei casini, per un milione di ragioni diverse"
"Ma quando hai capito di essere innamorato di lui eri pulito, avevi
 smesso con tutte quelle stronzate"
"Si, ma quello che ho fatto in passato non si cancella, e invece tu.."
"Cosa?"
"Tu sei l'unico, l'unica persona per la quale quel sorriso è ancora
 intatto. Vedo ancora quel sorriso solo quando guarda te, o anche
 solo quando parla di te. Per questo doveva essere tuo"
"E così l'hai lasciato andare"



Il rumore sordo della porta scorrevole sbattuta con forza ci fa sobbalzare
entrambi, facendoci voltare verso l'ingresso del terrazzo.
Quinn è in piedi appena fuori la porta.
Gli occhi grandi, sorpresi e feriti si muovono senza sosta tra me
e Bert.

"Tu mi hai lasciato andare?"

Bert non dice una parola, così immobile che sembra quasi che non
respiri neppure.
Probabilmente l'unica cosa che teneva in piedi la sua facciata
di normalità era che Quinn non sapesse.

Faccio qualche passo avanti verso di lui ma Quinn si ritrae, istintivamente.

"Tu lo sapevi?"
"Si, ma non..."
"E così avete deciso che io non dovessi saperlo. Avete deciso voi
 al posto mio. E' così?"
"Ascolta Quinn.."
"Non voglio ascoltare nulla da te. E tu invece, Bert? Non hai niente
 da dire? Hai deciso chi era il ragazzo giusto per me, chi cazzo credi
 di essere, Dio? E' questo che credi, dato che hai deciso della mia
 vita al posto mio? "


Il silenzio prolungato di Bert mette fine alla conversazione.
Quinn torna sui suoi passi e rientra dalla porta, lasciandoci nuovamente soli.
Il mio primo istinto è quello di corrergli dietro, la delusione che
ho letto nei suoi occhi quando mi ha guardato mi ha mozzato il
respiro.
Mi volto verso Bert, cercando il suo sguardo.
E' desolato e spaurito come credo di non averlo mai visto in tutta
la mia vita


"Va a cercarlo, non preoccuparti per me Jeph. Io sto bene"
"Anche tu dovresti parlargli"
"Non adesso, non posso"
"Mi dispiace Bert, per tutto"
"Anche a me"
"Riuscirai mai a dimenticarlo?"
"Tu potresti?"


Sono io questa volta a rispondere solamente col silenzio.
Do un'ultima occhiata a Bert prima di rientrare a cercare Quinn, sperando solo che sia ancora nel palazzo.



Devo cercare in tutto il piano prima di trovarlo.
E' seduto per terra ai piedi di un divanetto in una delle stanze
adibite agli strumenti.
Mi avvicino e mi inginocchio di fronte a lui, guadagnandomi un
altro sguardo altrettanto deluso.


"Mi dispiace piccolo"
"Non chiamarmi piccolo, tu lo sapevi. E mi hai mentito"
"Mi dispiace che tu l'abbia saputo così, ma non era compito
 mio dirtelo, non spettava a me, lo sai"
"Avrei voluto avere la possibilità di scegliere"
"Di scegliere lui?"

Le parole escono dalla mia bocca senza che io riesca a fermale,  e non
fanno altro che acuire la delusione nel suo sguardo.
Sento la gola seccarsi come impedendomi di respirare.
Non avrei dovuto dirlo, e non lo penso davvero.
E’ il panico a parlare
La paura che adesso che tutto è venuto a galla lui possa rivalutare
la nostra situazione.
Il pensiero, che ho sempre tenuto nascosto in fondo alla mia mente,
di essere solo un ripiego per lui



“E’ questo che pensi? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme
 davvero riesci a pensare che io sceglierei lui? Così quei discorsi sulla
 fiducia erano tutte stronzate?”
“No, non è così”
“Invece si, altrimenti non lo penseresti”
“Io c’ero, te lo ricordi? Ero io quello che ti consolava, so quanto era forte
 quello che provavi per Bert”
“Si, era forte. Eppure niente in confronto a quello che provo per te.
 Ma non è abbastanza, giusto? Per te non lo è”
“Non dire così, per favore”

Lo osservo scostarmi ed alzarmi in piedi, mentre ancora sono ancora
inginocchiato per terra

“Sai che penso Jeph? Penso che non dovresti stare insieme ad una persona di cui non ti fidi”

Ci metto qualche secondo ad assimilare il senso delle sue parole, troppo
scioccato all’inizio per dire qualsiasi cosa.
Sconvolto dalla piega che la situazione ha preso in solo una manciata di ore.
Mi alzo e lo raggiungo prima che possa aprire la porta.
Me lo porto vicino, così vicino che i nostri nasi si toccano e non può fare
a meno di guardarmi negli occhi.
Le mie mani sulle sue braccia ad impedirgli di muoversi.

“Hey, non dirlo. Non dire così. Io ti amo”
“Ne sei sicuro?”
“Quinn… sono io… siamo noi. Noi possiamo superarlo. Noi siamo
 più forti di questa cosa”
“Lo siamo?”
“Si Quinn, si”
“Non avrei potuto scegliere nessun altro Jeph”
“Lo so, piccolo. Mi dispiace”
“Ho bisogno che ti fidi di me, ne ho davvero bisogno.”
“Mi fido, ho solo una vita e l’ho messa nelle tue mani. E’ tua.”

Circondo il suo corpo magro con le braccia e lo trascino il più vicino
possibile.
Lo sento rilassarsi contro di me e mi godo la sensazione del suo odore
tutto intorno.
Mi sembra di respirare solo per quest’odore.
So come si sente Bert, la sensazione di sapere dentro che non c’è
modo di dimenticarlo.

“Continuiamo a registrare o vuoi tornare a casa?”
“Devo parlare con Bert”
“Si, penso che sia giusto. Io torno in sala, va a cercarlo”


Usciamo dalla stanza e sfioro le sue labbra prima di guardarlo allontanarsi.
Fa soltanto qualche passo prima di voltarsi ancora

“Anche la mia vita è tua”





Bert  P.O.V.


Resto immobile su questa terrazza mentre il vento si alza
Guardo nel vuoto con la solita sigaretta accesa tra le dita.
Non so nemmeno quante io ne abbia fumate in questi pochi minuti.
Sono rimasto qui perché sapevo che Quinn sarebbe venuto a cercarmi.
Ci conosciamo troppo bene, sappiamo sempre quello che pensa l’altro.
Io so sempre quello che prova.
Si posiziona di fronte a lui e aspetta che finalmente io lo guardi in faccia.
Non so bene cosa dire, così resto in silenzio, sperando che sia lui a chiedermi
quello che ha bisogno di sapere.
Pronto ancora una volta a mentire
Per lui, per il suo bene.

“Tu mi amavi”
“Già”
“Come hai potuto farlo Bert? Come hai potuto non dirmi niente?”
“Ho cercato di fare la cosa giusta”
“Non spettava a te decidere cosa fosse giusto per me”
“Forse no, ma oramai è acqua passata”

So che deve pormi la domanda che non vorrei mai sentire
Alla quale non vorrei mai rispondere.
So anche che risponderò con un’altra bugia, solo per vedere i suoi
occhi accendersi ancora.

Mentirò di nuovo perché lui possa correre tra le braccia di Jeph e sentirsi
ancora al sicuro e protetto.
E quando succederà da solo curerò le mie ferite

“Mi ami ancora?”
“No”
“Davvero?”
“Non potevo aspettarti per sempre”

Un’altra menzogna per ufficializzare il mio addio.
L’ennesimo.



Non so come sono riuscito ad arrivare alla fine di questa giornata.
Non so come io sia potuto sopravvivere con la sensazione che non
sia soltanto la fine di un giorno, ma la fine del mondo.

Del mio.
Quello che so è che quando metto piede nel parcheggio per recuperare
la macchina l’abbraccio di Dan arriva improvviso ed inaspettato, caldo
Non ricordo molto neppure del viaggio in macchina.
So solo che sono su questo divano, e che le braccia di Dan mi circondano.

“Questa è l’ultima volta che gli dico addio”
“Mi dispiace”
“Devo dimenticarmi di questa cosa prima che mi ammazzi. Per favore
 Dan, aiutami”
“Certo, non so come ma lo farò”
“E solo che c’è sempre quella domanda nella mia testa, non se ne va mai”
“Quale domanda?”
“E se? E se anch’io avessi potuto renderlo felice allo stesso modo di Jeph?”
“Non puoi saperlo”
“Non lo saprò mai”

Ed a volte le cose più semplici sembrano delle grandi, sconvolgenti scoperte.
Ed ho solo bisogno che qualcuno mi lasci crollare
Che mi faccia cedere, e piangere ed urlare
E’ Dan quella persona.

Le sue braccia sono calde, e profuma di pulito, di salvezza, forse
E così piango, sull’ultimo addio.





Sono stata cattiva, lo so.
Ma serviva un po’ di suspance prima del finale xD
Grazie per le recensioni!! *____*

Marsfreiheit: Ahahah la tua recensione/delirio mi ha fatto morire!
Che ki dici adesso??

Xx_ImJustAKid: Mmh ho smontato tutte le tue ipotesi xD
Te l’avevo detto che correvate alle conclusioni troppo in fretta! xD

Friem: Ahah ma io vi adoro! Lo sapete! Ma ci voleva un attimo di
pathos nel finale! xD Che ne dici?

SweetPandemonium: Credo che nella sofferenza questo sia il capitolo
che celebra esattamente quanto Bert sia meraviglioso..
Ed anche Dan! Capitolo pieno, eh?

Jessromance: Passata la crisi di panico? xD
Bello avere una nuova lettrice, sono contenta che la storia ti sia
piaciuta. Del capitolo che mi dici?

Chemical_Kira
: Sono contenta che ti piaccia la storia e che la segui, anch’io
seguo le tue! *__*
C’era una certa spiegazione al non-sense, che ne dici?
Non poteva essere tutto rose e fiori xD

Akura
: Anche se non sembra tutto quello che fa Jeph ha un senso, no?
Ed in effetti non ne sono usciti tutti bene, forse nessuno.
Questo capitolo è pieno di avvenimenti, che te ne pare?

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Capitolo 22
*** The inevitable ***


Allora gente, questa storia (dopo un'attesa infinita) si chiude.
Ci é voluto tanto per trovare il coraggio di scrivere questo
capitolo, perché sono legata a questa storia e perché chi mi
conosce riconoscerà una gran parte di me nelle parole.
Una parte di me evidentemente non voleva chiuderla.
Il punto di vista é quello di Bert, come in earthquake di cui questa
è il seguito, perché solo Bert poteva chiudere definitivamente
il cerchio.


Ringrazio tutti quelli che hanno letto e recensito, e
spero mi facciate sapere cosa ve ne pare.












The inevitable.




Le persone sembrano vivere in base ad uno strano concetto di stabilità, senza la quale si sentono perse.
Non riescono a sopravvivere senza.
La ricercano con una tale forza da crearsela dal nulla, contro ogni ragionevole speranza, contro ogni ragionevole prova contraria.
Questo spiega perché dopo la bufera che ha colpito tutti loro, in un modo o nell'altro, qualche settimana
di distanza sembra aver messo velocemente le cose apposto.


Quando tutti loro mettono nuovamente piede nello studio di registazione
ogni tassello sembra essere tornato al suo giusto incastro.
E le cose sono apposto sul serio, almeno per quel che riguarda Bert.
E non perché si senta bene per davvero, ma solo per l'inevitabile.
Perché sa che se anche avesse potuto cambiare le cose, renderle diverse,
tempo addietro, adesso no.
Adesso non è più possibile.
L'inevitabile è un sentimento strano, ti fa sentire senza speranza e ti distruggi, per combatterlo.
E poi, nel mezzo di tutto questo lavoro, semplicemente smetti di piangere.

Adesso si sente soltanto esausto, svuotato di ogni energia.
Le ha sprecate tutte, fino all'ultima goccia, per convincere Quinn che quello
che ha provato per lui oramai è relegato nel passato.
Le ha sprecate tutte perché ancora una volta Quinn fosse protetto da quelle
verità che avrebbero potuto ferirlo.


Mentre Bert scrive e cancella parole sul foglio bianco, la sua mano destra si macchia
progressivamente di inchiostro, come se i pensieri fossero troppo veloci.
Non c'è il tempo di lasciar asciugare l'inchiostro, che ce ne sono già altri cento, ed altri cento ancora.
Bert ha sempre odiato i clichè, i luoghi comuni, le costrizioni.
Le cose posizionate in caselle stabili ed impermeabili, che gli danno un posto preciso e per questo le soffocano.
Tutte le stronzate sull'amore, su quanto sia fondamentale.
E poi è arrivato Quinn, e Bert ha capito.
Ha capito che non è vero che si può morire per amore, non è vero che senza
una certa persona non si riesca a sopravvivere.
E' più che altro che, senza quella certa persona, non si vuole sopravvivere.
Ma lo si fa comunque, facendoti prendere da altre cose e semplicemente vivendo.
Ti trovi a relegare quell'amore in un piccolo spazio della tua mente, e ci torni
solo di tanto in tanto, quando puoi prenderti una pausa dalla vita, quando sei da solo.
E per quanto questo possa dare una visione meno forte dei sentimenti non è
così, sono più forti di ogni cosa, e restano lì, in modo che tu possa ritrovarli
ogni tanto e scoprire che il caos della vita non li ha cancellati.
Sta lì la loro forza, sono più forti della vita stessa.


Quinn entra nella stanza seguito immediatamente da Jeph, come se fossero
due parti di una stessa cosa, che non riescono a muoversi lontano l'uno dall'altro.
Questo non distoglie davvero Bert da quello che sta facendo.
Cambia solo il respiro della stanza, in qualche modo.
Se davvero l'amore è quello che fa girare il mondo, come dicono tutti, allora 
si spiega perché il mondo sembra girare un pò più veloce quando Quinn è nella sua stessa stanza.


La penna smette per un attimo di scivolare sul foglio
Da il tempo all'inchiostro di asciugarsi.
Da il tempo a Bert di ricomporre la sua facciata dall'emozione costante che gli
trasforma il viso quando Quinn è lì.
Bert tiene gli occhi bassi e guarda le parole nere che si seccano sulla pagina.


Left blind from the brightness of your halo
No one shines, like you do



L'immagine nella sua testa luccica, la fotografia di Quinn che ha sempre
davanti agli occhi anche se non lo sta guardando.
Bert si è sempre chiesto cosa fosse esattamente l'anima di cui tutti parlano.
Si è sempre chiesto come facciano le persone a sapere di averla.
Poi ha compreso, l'ha sentita.
Forte, con chiarezza, quando per la prima volta ha lasciato andare Quinn.
L'ha sentita, fisicamente, perché faceva male, era come se pungesse, come se bruciasse.
Alza gli occhi dal foglio, volgendoli verso la finestra.
Il rumore ipnotico della pioggia lo distrae, non le voci di Jeph e Quinn.
Solo la pioggia.
Bert vorrebbe che piovesse nella stanza, sulla sua testa, su quel foglio sul
quale le parole sembrano apparire senza che lui le abbia davvero pensate.


Sold my life to bring the rain, maybe to wash me clean
Sold my soul to stop the pain, hoping you'd set me free



Passa le dita sul foglio e le sillabe di liquido inchiostro nero sbiadiscono, ma
restano comunque impresse sul bianco, mentre una parte di loro si imprime
sulla pelle di Bert.
Un pò come Quinn.



Bert sente gli occhi di Jeph scrutarlo, perché lui è l'unico che può vedere le crepe sulla facciata.
E' uno dei pochi al quale ha permesso di vedere che quelle crepe esistono.
Bert non se ne preoccupa.
Lui e Jeph condividono lo stesso scopo, tenere Quinn al sicuro.
L'unica differenza è che Bert svolge la sua parte nell'ombra, come gli si addice.


I crawl under ground for cover
Staying out of my mind to keep from dying



I suoi occhi restano fissi sul foglio, a guardare quelle parole che rispecchiano
perfettamente la sua vita, come se le avesse scritte qualcun'altro.
Si sforza di restare fuori dalla sua testa ogni giorno.
Non si ricorda esattamente quando è iniziato quel lavoro costante e faticoso.
La voce di Quinn lo riscuote dai suoi pensieri per lui, lo trascina via dal Quinn
nella sua testa e lo riporta a quello reale.
Posa i suoi occhi su di lui con la solita tranquillità che in realtà non prova.
Quinn gli chiede se vada tutto bene, che cosa lo renda così distratto.
Bert si limita ad alzare a mezz'aria il foglio tra le sue mani, come se fosse una
risposta esauriente.
Ed in effetti lo è, il biondino osserva il foglio ricoperto di parole e gli chiede
di leggerlo.
Come è sempre stato in passato, le sue parole passano attraverso Quinn
prima di poter essere scorte da qualsiasi altra persona.
Bert ha imparato la lezione, mantenere la routine per non compromettere la
facciata, per non risvegliare domande.
Ma questa volta tentenna, prima di passare il foglio a Quinn.
Le canzoni sono sempre state il suo sfogo di verità, il modo di dire ciò
che non si può dire.
Ha paura che ci legga dentro loro due, le cose non dette, le menzogne.
Ma Quinn non nota nulla.
Niente di tutto quello che impregna quelle parole, protetto
com'è dalle dita di Jeph che gli attraversano i capelli e gli fanno
socchiudere gli occhi ogni tanto.
Ogni tocco fa male a Bert almeno quanto fa bene a Quinn.
Ma non ha importanza.




Per un attimo gli occhi di Quinn incontrano i suoi, ed il moro crede quasi
che lui abbia capito.
Che abbia visto la verità in quelle parole che parlando di Bert, e di lui.
E' il cantante ad abbassare gli occhi.
Guarda il foglio bianco macchiato di nero, e le dita di Quinn che lo stringono ai bordi.
Chiare e pulite, a differenza delle sue.
Vorrebbe strappargli il foglio dalle mani, ma cosa penserebbe Quinn?
Si dice che deve mantenere la facciata, ancora.
Una volta era capace di mentire meglio.
Una volta era un bugiardo così bravo da riuscire a convincere persino sè
stesso che tutto andasse bene.


Seems this disease is slowly spreading.
Start running, what would you do?


Gli occhi di Quinn si muovono sul foglio ancora, dall'alto verso il basso, e
poi incontrano quelli di Bert, e sorride.
Il cantante vorrebbe ricambiare, si sforza di farlo, ma non può.
Non ci riesce.
E' stanco, troppo stanco di tutto quel malessere che sembra espandersi
a vista d'occhio, dalla mente, alle braccia, alle gambe, al centro del petto.
Si vede, deve vedersi, perché Dan posa gli occhi su di lui e gli offre
un appiglio.
Perché deve scappare, deve, prima che anche Quinn si accorga dei segnali
sul suo viso.


Il fumo che gli riempie la bocca e i polmoni, mischiato all'aria fredda
del terrazzo, gli fa bruciare la gola.
Il malessere dentro invece gli fa soltanto bruciare gli occhi.
La mano di Dan gli da un pò di sollievo, la sua voce trascina all'esterno
le parole che Bert si ripete da un pezzo nella sua testa.
Deve lasciarlo andare, avrebbe dovuto farlo anni fà.
Prima che quella sensazione mettesse radice dentro di lui.
Prima che il suo respiro si abituasse all'assenza, e allo stesso tempo alla
presenza di Quinn.
E' come trovarsi in un fottuto limbo, in cui la pena è quella crudele di
vedere ogni istante quello che vuole e che non può avere, insieme al
rumore altrettanto crudele di quella vocina che gli dice che avrebbe potuto,
se solo avesse fatto scelte diverse.

Ma quelle scelte non le ha fatte, e la pioggia continua a cadere e
a non ripulire nulla.

Could you forget then what i said?
And how I died inside my head?


Certe volte quando é da solo si chiede cosa proverebbe a dire
tutta la verità, ed a lasciare che per una volta gli eventi prendessero
la piega che decidono, invece di quella che lui gli ha imposto.
Si chiede se quella parte di sé che ha deliberatamente scelto di
spegnere, che ha ucciso, forse? tornerebbe in vita se finalmente
guardasse direttamente negli occhi di Quinn e gli dicesse che
lo ama, così tanto da mettere la sua vita in un fottuto stand-by
per lui.
Il problema é il tempo, quello non é mai stato il forte di Bert.
Non era il momento giusto quando Quinn lo amava, ma lui non
era abbastanza pulito per potergli dare quello che si meritava, e
non é il momento giusto adesso, che quell'amore Quinn l'ha trovato in un'altra persona.
Se esiste qualcosa come il momento giusto, Bert non ha mai avuto la fortuna di incontrarlo.


Sold my life to bring the rain, maybe to wash me clean
Sold my soul to stop the pain, hoping you'd set me free


Si domanda se davvero stia cercando di liberarsi, se non siano
sempre state tutte scuse quelle che l'hanno spinto a rinunciare
prima ancora di provarci.
E' bravo a scrivere di sentimenti ma non altrettanto bravo a gestirli.

Start running, what would you do?

Bert ripensa alle parole che ha scritto.
Quelle parole ancora impresse sul foglio bianco e lasciate abbandonate
su quel tavolino posizionato a pochi centimentri dalla persona della
quale parlano, come un messaggio nascosto.
E' bravo a nascondere le cose Bert, ha esperienza, così tanta che é
sicuro che Quinn non coglierà quel messaggio.
Perché dovrebbe, protetto com'é dalle braccia di Jeph?
Quello é un messaggio che non interessa a nessuno, e probabilmente
l'unico motivo per cui lo nasconde é per non mostrarlo a sé stesso.
Per ottenere una tregua, almeno per un pò.
Nella sua testa ha già ricominciato a correre, prima ancora che i
suoi passi si muovano per davvero.
Spegne la sigaretta sotto la suola delle scarpe e posa i suoi
occhi su Dan, rimasto in silenzio come un'ombra muta accanto
a lui per tutto quel tempo.
Insieme a lui può interrompere la parata, quella specie di commedia
del ridicolo nella quale ogni volta che riesce a sorpassare un muro
ed attraversare una porta ce n'è sempre un'altra più avanti.
Un'altra porta più piccola e soffocante attraverso la quale passare.
E Bert non ha capito se sta andando nella direzione di Quinn, oppure
lontano da lui, ma comunque continua a correre.


Non ritorna nello studio di registrazione quel giorno, nella stanza
piena della presenza di Quinn.
Va dritto verso l'uscita, e anche se non dice una parola sa che Dan
troverà una scusa per quella sua fuga perciò non se ne preoccupa.
La sua facciata é salva, forse ha bisogno di qualche momento di
lontananza per essere sistemata un pochino, ma é salva.




La sua casa lo accoglie buia e silenziosa, e così rimane anche quando
si limita a stendersi sul divano, cercando di mantenere fuori dalla
mente tutte quelle cose che non vuole pensare.
E' uno sforzo inutile, chiunque lo capirebbe.
L'indomani sarà di nuovo nello stesso studio di registrazione, con
lo stesso desiderio insoluto nel petto e quello stesso malessere di
sempre sotto la pelle.
E' l'inevitabile.
Quello che manca é un click, Bert lo sa, quella molla dentro di lui
che gli faccia finalmente dire addio, che gli faccia accettare Quinn
esattamente per quello che é, il suo miglior amico.
Non magra consolazione all'occhio di qualcuno, ma sicuramente
scarsa ai suoi occhi perché sa che Quinn avrebbe potuto essere
entrambe le cose, il fottuto amore della sua vita ed il suo miglior
amico allo stesso tempo.
Così come lo é per Jeph.
Ma le cose sono come sono, e Bert si alza in piedi e si siede al piano.


Lo strumento lo accoglie silenzioso e confortante come sempre.
E' come un'oasi di pace per Bert, e un luogo di verità.
Si siede sullo sgabellino nero e laccato, dello stesso colore del
piano davanti a lui.
Quello é un posto dove le cose sono definite, bianco e nero, bianco e nero.
Niente vie di mezzo, niente sfumature, niente grigio.
Le cose sono quello che sono, e anche Bert si sente davvero sé
stesso quando vi si siede davanti.

Le sue dita si posano sui tasti senza produrre nessun suono, come
se lo accarezzasse soltanto, troppo piano per far sì che escano
delle note.
Le note sono nella sua testa, sempre, senza che lui riesca a fermarle.
Ripensa ancora alle parole che ha scritto, al motivo che l'ha
portato a scriverle.


Sold my life to bring the rain. maybe to wash me clean.
Sold my soul to stop the pain. hoping you'd set me free.
All you fears, all the pain, you know that you can lay it all on me.



Si immagina Quinn al sicuro nella sua casa, nella casa che condivide
con Jeph, e nonostante tutto non si pente di essersi fatto carico di
tutte quelle cose, delle paure e del dolore.
Fa bene a Quinn quanto fa male a lui, ed ancora una volta va bene così.
Non può rimpiangere proprio quello, il motivo che l'ha spinto nel
limbo e continua a tenergli la testa sott'acqua perché non possa
uscirne, senza affogarlo davvero.
E' quello che gli serve per non impazzire, fermo restando che c'è
comunque della follia in quel sacrificio.




Il suono del campanello deve farsi strada nello strano labirinto
senza colori della sua mente prima di essere ascoltato, e Bert
ci mette qualche secondo a capire che qualcuno dal mondo esterno
lo sta richiamando indietro, fuori dalla sua oasi.
Si alza in piedi, non prima di aver accarezzato ancora una volta
delicatamente i tasti, ed apre.


Quinn è davanti alla porta, incappucciato completamente per via
del freddo e della pioggia che oramai cade da giorni.
Lo fa entrare pensando che non c'è stato abbastanza tempo, che
non ha avuto modo di prepararsi a quella visita.
C'è qualcosa di stonato nella fotografia che ha davanti, Jeph non
c'è, e gli occhi di Quinn sono pieni di domande, e di preoccupazione.
E Bert odia vedere quelle cose nei suoi occhi.
Il biondino accende la luce prima di sedersi sul divano, e Bert si
guarda intorno nella stanza illuminata e gli sembra di non riconoscerla.
Ma forse é solo perché Quinn é lì, ad aspettare paziente che anche
lui prenda posto sul divano.
Bert fa un paio di respiri, e non sa se li ha fatti per davvero o solo
nella sua testa, ma sa quello che lo aspetta.
Quando conosci qualcuno da così tanto tempo la fregatura é che non
ci sono più sorprese.

"Dov'é Jeph?"
"A casa, aveva qualcosa in mente e così l'ho lasciato lavorare"
"E perché sei qui?"
"Davvero vuoi giocare la carta del 'non so di cosa stai parlando', con me?"
"Ma tu non stai parlando"
"Che succede Bert?"
"Non so di cosa stai parlando"

Un sorrisetto divertito é già apparso sul viso di Bert, che usa le stesse
parole di Quinn come una battuta divertente.
Non lo sta prendendo sul serio, e non deve, perché Quinn non pensi
che ci sia effettivamente qualcosa di serio da considerare.

"Ti comporti in maniera strana oggi. E' per colpa mia?"
"Perché dovrebbe essere colpa tua?"
"Ok, visto che fai finta di non capire ti farò una domanda diretta.
 Era la verità quando mi hai detto che quello che provavi per me
 era acqua passata? E' la verità che non sei più innamorato di me?"

E poi eccola lì, una specie di luce.
Bert riesce ad immaginarsi perfettamente l'immagine, una porta
dopo l'altra fino ad arrivare all'ultima, quella dalla quale si vede
una luce, l'unica che potrebbe portare all'esterno.
La sua opportunità, lì ed ora, di dire a Quinn quello che desidera
dirgli ogni giorno della sua vita.
E quella vocina dentro continua a sussurrargli crudele e divertita
di non fare lo stesso errore del passato.
Il Bert nella sua testa avvolge una mano intorno al pomello tondo,
il Bert nella realtà sorride ed inclina la testa.


"Io non ti mentirei mai"


La porta scompare così come é apparsa, come in un gioco di
prestigio, e resta soltanto il respiro di sollievo di Quinn.
Bert continua a sorridere anche se quel suono lo ferisce in più
punti, come l'esplosione di una granata.
E non aveva mai riflettutto su quanto fosse faticoso fingere un sorriso.
Pochi minuti dopo Quinn é uscito.


Bert sente il click della porta ed é come se fosse scattato anche
nella sua testa.
Solo che non é il click che aveva immaginato, perché quello in
realtà non esiste.

La verità é che ci sono delle cose che non puoi lasciar andare, e
che l'esistenza non é nient'altro che una strana lotta, infinita, tra
quello che vorresti e quello che realmente hai.
E' l'inevitabile.
Il fatto é che nel mezzo di tutto questo lavoro, ad un certo punto
smetti di piangere.


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