Messy world di IsAnastaciaHuddy92 (/viewuser.php?uid=52263)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Bugie ***
Capitolo 3: *** Quella sera ***
Capitolo 4: *** Incastro ***
Capitolo 5: *** Whisky veritas? ***
Capitolo 6: *** Nei giochi ci sono soli vincitori e vinti ***
Capitolo 7: *** Primo appuntamento ***
Capitolo 8: *** Ammetti ***
Capitolo 9: *** Amore e Psiche ***
Capitolo 10: *** Quella di cui si era innamorato ***
Capitolo 11: *** Io lo so ***
Capitolo 12: *** L'altra ***
Capitolo 1 *** Prologo ***
Innanzitutto
ringrazio tutti coloro che hanno letto ed apprezzato la mia storia
“Dimenticare-Riviverti”.
Continuo a scrivere con la stessa intenzione di colpirvi ed
emozionarvi, perciò spero che anche questa follia vi
piacerà. House è Cuddy, ebbene sì; in
una dimensione parallela, senza dubbio xD Lui è un bravo
capo perfezionista, lei è la sua incasinata dipendente, che
deve riuscire a fare approvare le sue folli-geniali scelte mediche. Non
so cosa ne uscirà fuori sinceramente, spero solo che vi
piaccia! J
Enjoy the reading…
Cuddy
faceva su e giù per il proprio ufficio, pensando e
ripensando al proprio paziente. Aveva fallito e non se lo sarebbe mai
perdonato, afferrò la pallina bicolore e la
lanciò con forza contro la vetrata che dava sul balcone, la
palla ritornò fra le sue mani, la lasciò andare,
si abbandonò pesantemente sulla poltrona e si
passò una mano fra i capelli, improvvisò una coda
e corse fuori da quella stanza che la stava facendo impazzire.
Quando raggiuse il suo ufficio, si soffermò a guardarlo
prima di aprire
la
porta, lavorava strenuamente come al solito, ed erano le ventuno.
Entrò dopo un profondo sospiro –è colpa
tua…-
House la guardò rattristito, si sentiva in colpa e credeva
che probabilmente lei avesse ragione
-Mi dispiace… per non essermi fidato di te…
quell’esame avrebbe potuto farci capire…-
Cuddy annuì riuscendo a farlo smettere di parlare,
perché in fondo credeva di avere lei tutte le
responsabilità, lei era il suo medico e lei avrebbe dovuto
fare di tutto per salvarlo. Uscì dalla tasca la boccetta
ambrata e ingoiò due pillole, senza mai distogliere lo
sguardo da lui –Cuddy… forse dovresti andare a
casa a riposarti, è stata una giornata orribile…-
Lei uscì lasciandolo terrorizzato.
Quella sera era luminosa, frizzante, le strade affollate e il rumore
delle macchine e della gente felice la irritava. Non riusciva a
condividere quella gioia. Passeggiava tra la folla, per quella via
familiare, credeva che avere la gente intorno l’avrebbe
distratta, ma non faceva che pensare al suo paziente e non riusciva a
dimenticare la sua espressione delusa quando per l’ultima
volta aveva espirato profondamente. Teneva il braccio dolorante sotto
al seno avvolto da una fascia affinché il collo potesse
sorreggerlo; sarebbe stato maledettamente doloroso provare a stenderlo
fino alla tasca del cappotto, quella sera faceva troppo male. Una
spalla colpì distrattamente la sua. Lei sollevò
lo sguardo, una bionda sorridente si scusò. Lo riconobbe,
era House che le stringeva con affetto la mano. La guardò
dispiaciuto e proseguì con indifferenza, fingendo di non
riconoscerla.
Tornò a casa, tutta quella magia di Natale,
quell’atmosfera rituale che si ripeteva con la stessa cadenza
ogni anno era insopportabile. Vi incontrò Wilson davanti la
porta, con in mano una bottiglia di Scotch e una scatola di
cioccolatini –Ti stavo aspettando- lei aprì la
porta senza fiatare. Si sedettero entrambi sul divano, l’uno
accanto all’altro, lei fissava il pavimento in silenzio, dopo
quella giornata aveva finito le parole, le battute sarcastiche e
persino gli insulti sulla nuova cravatta di Wilson –Cuddy,
come ti senti?-
-Versami un po’ di scotch e starò meglio tra pochi
minuti- l’oncologo si alzò dal divano,
andò alla ricerca di un bicchiere e sentì il
rumore di sottovuoto alle sue spalle che emise la boccetta di pillole
quando la dottoressa ne prese altre due. Gli porse il bicchiere senza
elencare le ragioni per cui non sarebbe stato prudente mischiare il
Vicodin con l’alcool, perché Cuddy aveva bisogno
di un amico, non di una lamentosa paternale da parte di un medico
-Sai che dovresti parlare con House…-
-No, non ho intenzione di finire col strapparmi i capelli con la
biondina, sorriso di ghiaccio-
-Esce ancora con Jessica? L’informatrice scientifica?-
-Non me ne importa!- Cuddy bevve il terzo bicchiere di scotch.
-Ma voi due… insomma quella notte deve pur avere un
significato-
-Una scopata come un’altra… certo Wilson che hai
una cravatta orribile!-
-La mollerà, anzi sono sicuro che adesso è
divorato dai sensi di colpa! Tu lo conosci meglio di me-
-Hai davvero un pessimo gusto in fatto di cravatte così come
in fatto di donne-
-Non cambiare discorso- Wilson si tolse con goffaggine la cravatta, era
abbastanza sbronzo anche lui ormai –Tu sei interessata a lui,
anche House lo è… quindi…-
appoggiò la testa sulla spalliera del divano
–dov’ero arrivato?-
-Ti rifarai il guardaroba perché ti vesti come un
finocchio…-
Wilson grugnì, poi la guardò di sbieco e sorrise
–a te è piaciuta quella notte!-
-Senti coscienza sputa senten… anzi sbronzo grillo parlante,
le uniche cose che ricordo di quella notte è che ci furono
molti gemiti… e sai perché? Perché
ero…- terminò il quinto bicchiere della serata
-…ubriaca fradicia e anche lui! Adesso posso dire di aver
tenuto il capo per le palle! Se capisci ciò che intendo-
ammiccò piuttosto confusa, poi ritirò i piedi dal
tavolino sul quale li avevi poggiati fino a quel momento, li stese
sulle ginocchia dell’amico, si sdraiò lungo il
divano e si stiracchiò annoiata –non avremmo
dovuto bere a digiuno…- Wilson russava già
rumorosamente.
Cuddy arrivò a lavoro con tre ore di ritardo, troppo persino
per lei. Si imbatté sfortunatamente in House
nell’esatto momento in cui mise piede in ospedale, per questo
lui in cagnesco le ordinò di andare nel suo ufficio
–Dovremmo parlare di quello che è successo
l’altra notte…-
-Credevo dovessimo parlare del mio ritardo. Che punizione mi attende?-
-Abbiamo esagerato con gli alcolici, un bicchiere tira
l’altro…- House provava a proseguire piuttosto
imbarazzato.
-Ore extra in clinica?-
-La morte di Tredici ci ha scossi profondamente…-
-Oddio non dirmi che vuoi accollarmi uno di quei pazienti noiosi, figli
di ricchi investitori, barra pozzi di soldi per il tuo prezioso
ospedale!-
House sospirò innervosito -…e abbiamo provato a
trovare conforto nell’altro…-
-E’ stato un errore, non succederà più
e bla bla!- il medico annuì incerto, non si aspettava questa
spontanea schiettezza –bye capo!- aprì la porta
–Ah, riguardo il tuo
ritardo, questa settimana dovrai coprire anche i turni di Ben in
ambulatorio!-
-Ma non mi avevi chiamata per parlare di sesso?- House si
avvicinò alla dottoressa, spinse la porta per richiuderla,
si piantò di fronte a lei –dovrei parlarne a
Jessica?-
-Dipende da quello che vuoi dalla tua relazione con lei. Inoltre tutte
le migliori relazioni trovano le loro fondamenta nella menzogna. Voi
non siete diversi. Credi veramente che sia possibile che una donna
possa contare un così grande numero di volte in cui
l’emicrania le abbia impedito di sfilarsi le mutande- lui
sorrise -Se cominci a mentire vuol dire che ci tieni-
-Grazie…- Cuddy annuì ed uscì.
Ok,
non so se questa storia avrà mai senso, ma questa sezione
non può e non deve morire assolutamente, quindi
finché avrò le dite attaccate alle mani ed una
mente contorta ad accompagnarmi, continuerò a scrivere per
voi! Spero che quest’inizio vi piaccia, ci ho pensato a lungo
prima di decidermi a pubblicare perché non so come
l’idea di avere House gentile e Cuddy cinica possa piacervi.
AAA cercasi una beta! Sono terribilmente confusa! :D
Un
bacio Raggi di Sole, l’Huddy vivrà sempre nei
nostri cuori!
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 2 *** Bugie ***
Buongiorno
Raggi di Sole, prima di lasciarvi alla lettura di questo chap, vorrei
sottolineare alcune modifiche apportate ai personaggi originale. Cuddy
è sì
infelice e stronza almeno quanto House, e questo capitolo ne
sarà la prova, ma
non è zoppa come lui, il dolore che la tormenta è
al braccio; Cuddy zoppa non
riuscivo proprio ad immaginarla, resta comunque una strafatta di
Vicodin. House
presenta più o meno le stesse caratteristiche
dell’amministratrice originale,
ma dal momento che lui è un uomo, e lei anche se non indossa
succinti tailleur,
resta una grandissima gnocca, l’attrazione che lui sente
avrà delle
conseguenze. E di certo la brillante diagnosta non gli dirà
di no (come avrebbe
fatto House). Ok, tutto questo discorso sembra abbastanza insensato,
quindi vi
abbraccio voi Huddies che continuate a credere e enjoy the
reading!
-Donna bianca, ventidue anni, il rene ha collassato senza alcuna
ragione
medica, febbre alta da due giorni, dolore alle giunture…-
-Bé, dottore! Io avanzerei l’ipotesi che il dolore
alle giunture sia la
conseguenza della febbre alta, ma io sono solo un’infermiera
che trascriverebbe
nella cartella tutti i sintomi descritti dal paziente, senza
minimamente usare
il cervello!-
Foreman
lanciò la cartella sul tavolo
facendola scivolare verso Cuddy, aggiungendo ironico
–Bé, dottore! Il dolore si
è presentato prima della febbre!-
-Allora il fatto che tu me l’abbia elencato fra i sintomi ti
fa apparire… più
intelligente di un’infermiera!-
Foreman emise appena un monosillabo per poter replicare, ma fu bloccato
dall’avvento di un Wilson preoccupato e sconosciuto ai suoi
occhi. Era la
quarta volta che passava davanti l’ufficio più
grande, tutte le volte
sbirciando furtivamente all’interno, riuscendo ogni volta a
far notare la
goffaggine con la quale simulava un gesto spontaneo rappresentato dalla
sua
testa che si muoveva da una direzione verso l’altra, per poi
poter far cadere
lo sguardo su Cuddy; quando tutte quelle volte era stato anche solo
sfiorato
dagli sguardi dei medici all’interno della stanza, provava
maldestramente ad
allontanarsi.
-Cuddy… no…- la mano sudava stretta contro
maniglia, provò
a chiudere la porta, per poi riaprire
velocemente e aggiungere –Cuddy! Tu sai che…
non…- l’altra mano asciugò il
sudore che lucidava la sua fronte -…è
possibile… che… che… non
credi… io…-
prese un respiro profondo. Taub guardò Cuddy in cerca di
spiegazioni, sperando
che lei si decidesse ad aiutarlo –Wilson vuoi fare outing
qui, davanti a
tutti?- Foreman la guardò con espressione di rimprovero.
-Aaah niente!- sbattè la porta a vetri e andò via
barcollando.
-Cos’ha Wilson?- il chirurgo moriva dalla
curiosità.
-Stanotte crede di aver toccato il paradiso!-
-Ehy- House entrò con discrezione nell’ufficio del
diagnosta si appoggiò con le
spalle al mobile rivolto verso Cuddy, che stava comodamente distesa
sulla
poltrona ad acqua, l’aveva comprata a spese
dell’ospedale, e voleva provarla
per alleviare il dolore alla spalla; stranamente funzionava.
-Buonasera chiappe d’oro-
-Quando riuscirò a liberarmi di questo soprannome?- chiese
il medico sbuffando
divertito
-Solo quando mi spiegherai come fa un uomo nella tua posizione ad avere
chiappe
così sode!- lei ammiccò e riuscì a
strappargli un altro sorriso.
-Come va con il tuo paziente?-
-Taub gli farà la lombare tra…- guardò
il polso privo d’orologio fingendo di
controllare l’orario -…due minuti!-
-Ma il tuo paziente ha le convulsioni!- House si staccò
innervosito dallo
scaffale sul quale si era adagiato qualche istante prima.
-Quindi sai come sta il mio paziente… perché sei
qui?-
-Prima assicurami che Taub non sta eseguendo una lombare…-
-Tranquillo capo!-
-Ho visto Wilson-
-Lo immaginavo…-
-Mi ha spaventato in realtà… stamattina correva
come una trottola in
ambulatorio, poi durante la pausa pranzo ha fatto capolinea nel mio
ufficio,
blaterando confuso qualche ragione per cui doveva andare via,
cancellare tutti
gli appuntamenti…-
Cuddy provò a nascondere un sorriso beffardo e soddisfatto.
Si passò una mano
tra i capelli, stirò le braccia verso il basso,
abbassò il busto, causando così
l’imbarazzo del medico di fronte a lui. La spallina della
maglia con taglio a
barchetta, scivolò giù dalla spalla, lasciando
così che i seni venissero
scoperti agli occhi dell’uomo di fronte. Lui si
schiarì la voce, fu aggredito
da una vampata di calore e fu costretto a liberarsi dalla giacca
dell’elegante
vestito per l’inaspettato innalzamento della temperatura
corporea. Sì, era un
uomo controllato, ma era pur sempre un uomo. E lei era sexy da far
impazzire
chiunque, quei jeans ogni giorno più stretti, quelle
magliette scollate se pur
larghe avevano sempre lasciato poco spazio all’immaginazione,
e la sua l’aveva
traghettato troppo spesso verso porti proibiti. Sembrava poco cosciente
della
sua bellezza, ma era impossibile non notare come tutti gli sguardi
maschili le
fossero rivolti ogni volta che attraversava una stanza.
-Ehm… mi ha chiesto addirittura due giorni liberi
e…- si schiarì di nuovo la
voce, quando lei sollevò gli occhi incrociando i suoi,
notando con piacere che
lo sguardo del medico aveva preso tutt’altra direzione e
adesso provava a
rifocalizzarsi sul suo volto.
-Il sesso ci porta a prendere scelte sbagliate… a proposito,
a cosa devo il
rigonfiamento…- House ingoiò innervosito
–il rigonfiamento nella tua giacca?-
passarono pochi secondi affinché il direttore del
prestigioso Princenton
Plainsboro Hospital riconquistasse il controllo di sé,
permettendosi così di
recuperare il terreno perso.
-Sesso? Il sesso l’ha turbato così?-
-Il sesso ha turbato più te- con lo sguardo la dottoressa
riportò nuovamente la
sua attenzione sulla sua giacca blu.
-È un regalo-
-È la materializzazione del tuo senso di colpa-
-Ho mentito a Jessica- la sbeffeggiò fieramente
–quindi tengo a lei e…-
-Avanti, non avrai mica creduto a quella stronzata che ti ho detto? Non
è un
test valido. Ci sono centinaia di ragioni per cui si mente alla gente,
molte
volte si mente anche alla gente che non si conosce e di cui non ci
frega un
accidente! Si mente per avere ragione, per trarre benefici dalle
proprie
menzogne… si mente per paura, per non ferire gli altri, per
vergogna, e fidati
le ultime tre che ho citato sono le vere ragioni per cui hai mentito
alla tua
biondina!-
-Cosa t’interessa perché ho mentito?-
-Non vorrei che stravolgessi la tua vita basandoti su interpretazioni
errate
delle mie parole. So di avere sempre ragione, ma mi hai frainteso
chiappette-
House annuì poco convinto, facendo capire a quello che in
quel momento era il
suo avversario che voleva solo estrapolare verità senza
rivelarne alcuna, che
non credeva ad una sua sola parola pronunciata
–Cos’hai fatto a Wilson?-
-L’ho seviziato-
Il medico rimase ammutolito per un intero minuto, basito per quella
verità così
inaspettata –Tu sei sua amica… la sua migliore
amica da moltissimi anni… tra
voi c’è feeling, mi sembra una normale evoluzione
di un rapporto così profondo
come il vostro-
-Eravamo ubriachi, non ha nessun valore il sesso se si è
ubriachi- il
riferimento non era stato casuale.
Cuddy si alzò, strinse con espressione di dolore il braccio
tra l’incavatura
dei seni, poi indicò col dito la giacca dell’uomo
–spero che i tuoi sensi di
colpa non ti siano costati troppo- uscì lasciandolo dubbioso.
Grazie
mille a Dea
Elisa e DottEdelstein per aver recensito la mia storia, sono molto
felice che
vi sia piaciuta l’idea, spero di non deludervi con questo
capitolo.
Huddy fans non smettete mai di credere!!!
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 3 *** Quella sera ***
Prima di
lasciarvi alla lettura di questo folle capitolo volevo ringraziare Dea
Elisa,
elixana e evelyn83. Ragazze nemmeno io riesco a guardare
l’ottava serie, è
veramente triste come stagione! Ho provato a guardare la seconda
puntata, ma
ogni volta che si apriva una porta, si cambiava scena oppure si sentiva
il
ticchettio dei tacchi alti avvicinarsi a House, io morivo dentro xD
d’istinto
mi aspettavo comparisse Cuddy. Quindi ho deciso di mollare
definitivamente,
anche se (non voglio che prendiate la notizia troppo sul serio) ho
letto recentemente
che Lisa Edelstein firmerà per registrare ancora qualche
puntata, se volete nel
prossimo chap vi posto il link.
Comunque… evelyn83 che piacere risentirti! Appena leggo il
tuo nome mi viene in
mente i tempi in cui scrivevo l’altra storia,
quell’Odissea xD.
Ad ogni modo ritornando alla storia, io non credo che bisogna sempre
finire a
letto con la persona con cui ci si è ubriacati, soprattutto
nel caso di Cuddy e
Wilson, perché sono troppo amici per vedersi sotto quella
luce, inoltre avevano
bevuto e stanchi erano finiti addormentati sul divano, insomma non
hanno
reagito all’alcool come di solito si reagisce da ragazzi o da
molto più
giovani. Però insomma ognuno ha le proprie idee senza dubbio.
Adesso vi lascio alla lettura!
Enjoy!
Cuddy sedeva a quel tavolo da mezz’ora. Una concentrazione
speciale segnava il
suo sguardo quella sera. Quella sarebbe stata una serata importante.
Molte
persone sarebbero state coinvolte inconsapevolmente nel suo piano e
come
marionette sarebbero state giostrate a suo piacimento. Vestiva un abito
rosso e
succinto per sorprendere l’uomo che aspettava seduta a quel
tavolo. Bretelle
sottili ma braccia coperte da un copri spalle nero, scelta intelligente
per chi
come lei aveva una spalla segnata dal dolore.
Due piatti fumanti arrivarono ad ornare quella tavola e ancora nessuno
era
giunto. Si sforzò terribilmente di mantenere
quell’espressione seria e
convincente sul volto, quando Wilson impacciato e impaurito la
raggiunse al
tavolo. L’oncologo provava
ad avvicinarsi con molta
calma, ma nel tragitto non guardava che lei e inciampò
numerose volte tra le
sedie, facendo surriscaldare gli animi di molti commensali.
Quando finalmente le si sedette di fronte, sussurrò un
“ciao” coperto
dall’affanno, dalla tachicardia e dall’improvvisa
sudorazione fuori controllo,
sembrava avesse corso fino a lì, e invece era solo
emozionato. Cuddy non si
voltò nemmeno per un attimo verso di lui e
continuò a fissare maniacalmente
quel tavolo vuoto diversi metri più in là,
ignorandolo.
Wilson, confuso, la guardava mangiare, e apriva e richiudeva la bocca
alla
ricerca di qualcosa di sensato da dire in quella situazione. Lei si
destò dalla
propria realtà solo quando l’amico
lasciò cadere debolmente la testa sulla mano
sinistra, il gomito gli scivolò dal tavolo e per poco la
faccia non finiva sul piatto
bollente, fu solo in quel momento che lei gli rivolse un veloce sguardo
–Ti sei
presentato alla fine!- gli accarezzò la mano e gli sorrise
carinamente,
terrorizzandolo –Io… io…
eeeh… mi, mi hai invitato…-
-Per festeggiare…- Wilson sgranò gli occhi, ma
per mascherare quell’immensa
agitazione causata dalla sua risposta, afferrò la forchetta
e cominciò a
mangiare nervosamente.
Nel frattempo una coppia molto attraente aveva fatto la sua elegante
entrata
all’interno del ristorante, si era seduta lì dove
Cuddy aveva fino a quel
momento indirizzato il proprio sguardo.
L’uomo accompagnò gentilmente la sedia per far
sedere la sua bellissima
compagna, le passò con dolcezza il menù e adesso
le stringeva la mano con
amore. Wilson interruppe quella visione idilliaca cominciando a parlare
di nuovo
–Io so perché mi hai invitato fuori a
cena…- Cuddy lo degnò per la seconda
volta di una fugace occhiata interrogativa invitandolo così
a proseguire –tutto
questo… l’hai fatto per parlare della notte
scorsa, il che è comprensibile
visto che…-
Jessica giocava frivolmente con un boccolo biondo. E House prestava la
massima
attenzione alla compagna logorroica, come piaceva definirla a Cuddy
–la scorsa notte… possiamo associarle tanti
significati… io capisco che tu col
tempo… si crede… si crede che
l’amicizia possa mascherare
qualcos’altro…-
la biondina si era finalmente ammutolita grazie a quel benedetto calice
pieno
di vino rosso
–però… ci ho pensato a
lungo… è sesso, quindi…-
-Possiamo rifarlo senza trasformare la nostra amicizia? È
questo quello che
vuoi Wilson? Non hai proprio rispetto delle donne tu!!!- Cuddy lo
interruppe,
trovava divertente rendergli tutto più difficile.
-Io… io non intendevo questo! Eravamo ubriachi, non possiamo
sapere se è questo
quello che volevamo veramente… forse…-
House diede un bacio delicato a quella starnazzante gallina sulle
labbra, lei
sorrise, la diagnosta doveva ammetterlo: convinceva come attore,
sembrava
davvero innamorato.
–dovremmo fare finta che non fosse mai successo…-
Jessica si
alzò dal tavolo e si diresse
verso i servizi
–e non
ubriacarci più in quel modo… le
cose torneranno presto alla normalità- mentre Wilson si
sgolava per essere
delicato e salvare il loro rapporto, Cuddy osservava House prendere
l’anello
tra le dite; un costoso e luccicante anello di fidanzamento
–io ti rispetto, e mi dispiace… ad ogni modo mi
assumo tutte le responsabilità
come uomo però…- Cuddy si girò di
scatto verso di lui –finalmente mi guardi,
sono certo che tu la pensi esattamente come me!- lei lo
zittì con un rapido
gesto della mano, sfilò il telefono dalla tasca e
confabulò qualcosa in un
veloce bisbiglio.
Wilson rimase sbigottito, solo in quel momento gli venne in mente la
brillante
idea di guardare nella sua stessa direzione per poi incrociare il suo
sguardo
con quello di House
–Ma che bravo! Ti sei fatto scoprire!- l’uomo
seduto dieci tavoli più in là
sorrise e fece un cenno con la mano per salutarli entrambi
–sei il peggior
osservatore del mondo!- brontolò Cuddy
-Perché c’è un modo giusto per
osservare la gente?-
-Io lo fisso da venti minuti e non si è voltato nemmeno una
volta!-
-È stato-to un caso… aspetta un momento! Tu
sapevi che lui era qui! Mi hai
invitato a cena per spiare House? Per farlo ingelosire? Tu! Tu sei..!-
gli
puntò il dito accusatore arrabbiato –non ci credo!
Perché non gli parli e
basta?-
Jessica era tornata nel frattempo, House aveva nuovamente nascosto
l’anello
nella tasca della giacca.
-House e la sua ragazza! Magnifico- l’oncologo
sbuffò innervosito -Quindi non
sono qui perché volevi chiarire riguardo la scorsa notte! A
te non frega
niente!-
-Non puoi decidere sempre tu l’argomento!-
-Mi hai usato perché stai progettando qualcosa alle spalle
di House!-
-Non metterti a fare il moralista! Tu mi stavi lasciando dopo esserti
divertito
una notte con me! E se fossi stata incinta?-
-Io non ho fatto che pensare a te, a come risolvere questa situazione,
volevo
salvare la nostra amicizia! Ero così scosso che ho
addirittura pensato di
cambiare stato per non rivederti più!-
-Ah e questo sarebbe il tuo modo di prenderti
le tue responsabilità come uomo?-
-No! No! Io… io volevo dire che…-
Cuddy lo interruppe temendo che potesse ricominciare con tutte quelle
frasi
inconcludenti –Non
abbiamo fatto sesso!
La mia cameriera ti ha spogliato e ti ha coperto velocemente con un
lenzuolo! E
non ho sbirciato, se è questa la ragione della espressione
strana sulla tua
faccia, adesso-
-Ah
perché credi sia questa la
ragione?!? Non ci credo…-
Wilson si passò le mani in viso esasperato –E
adesso perché vanno via?-
-Perché la tata ha avuto una piccola emergenza!- Cuddy
sorrise di nuovo, la sua
chiamata aveva avuto l’effetto desiderato
-C’entri tu, eh? Guarda sono a un passo così dal
cantarmi tutto con lui! Te lo
meriteresti!-
-Credevo che gli avrei salvato le chiappette spifferando alla madre di
Sally
che lei e il suo ragazzo avevano fornicato in salotto, e invece House
ha
riposto l’anello nella giacca prima che l’ochetta
gli dicesse che dovevano
tornare a casa… lui è consapevole che sarebbe un
errore…- Cuddy seguiva il
solito proprio processo mentale, che estraniava tutti al di fuori di
sé
-Di che diamine stai parlando adesso? Chi è Sally?-
-La babysitter!-
-Io
me ne torno a casa…-
Wilson si alzò indignato –è stata una
serata davvero... illuminante!-
-Dai, ho ordinato la bistecca e un dessert al cioccolato…
inoltre, muori dalla
voglia di sapere quello che sto pianificando!-
Wilson non voleva farsi ingannare –No! No! Non ne posso
più dei tuoi casini!
Adesso gioca sola!-
-Wilson… tu non vuoi farti convincere da me con la
forza…-
-Goditi la tua cena, Cuddy- la lasciò lì sola,
con un sorriso beffardo stampato
sul volto.
Non le dispiaceva del tutto, era stata una bella serata.
Ok,
spero vi sia piaciuto.
Quello a cui miro, scrivendo una storia in cui le parti sono capovolte,
è il
fatto che in realtà cambierebbe qualcosa se le due parti
fossero invertite.
Ancora non è del tutto evidente, perché la storia
non è arrivata al momento
“cruciale” però presto ve lo
svelerò e spero che vi piacerà!
Un bacio Huddine ♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 4 *** Incastro ***
Buongiorno
Huddies! Sono in
ritardo lo so, mi dispiace, questo capitolo era pronto da un
po’ ma Evelyn mi
hai messa in crisi quando ha detto che era necessario qualcosa di
più, quindi l’ho
modificato, cercando di velocizzare un avvenimento, definiamolo pure,
significativo. Spero di non deludervi, e mi auguro anche di restare IC,
nonostante l’inversione dei ruoli. Wilson è una
povera vittima, ma piace così
per ora. Ringrazio infinitamente BeaCarterLisabian, elixana, ragazze
ecco il
link http://housedailydose.squarespace.com/house-daily-dose/2011/11/20/moving-into-house.html,
leggete
in
basso, la
scrittura in neretto. Inoltre ho letto su facebook questo:
SHORE wants to bring Edelstein back later in
the season for an
undetermined number of episodes. And that would make good storytelling
sense,
particularly if this turns out to be
“House”’s last season.
“There’s
definitely a possibility,” says Shore.
“Nothing has been planned but it’s something I am
very open to and would
actually be saddened if it didn’t happen. It would depend on
us convincing her
to come back.”
Poi
su questo gruppo è in
corso un progetto per la realizzazione di un video, da inviare a LE
https://www.facebook.com/groups/195231547165423/,
se
volete passare è molto
carino.
Grazie
mille evelyn83 per la
recenzione, anche se mi hai mandata in paranoie ahah
Buona
lettura…
Quella
mattina Cuddy si alzò
con un’espressione soddisfatta sul volto. Aveva un progetto
ben preciso in
mente e presto avrebbe preso forma. Si avviò alla cucina
dell’appartamento però,
con la sensazione che qualcosa fosse cambiato intorno a lei, come se i
mobili
fossero stati spostati oppure mancasse qualcosa nelle stanze, ma
osservando con
attenzione in realtà era tutto come prima. Aprì
l’armadio e lì trovo la
risposta. C’era appeso un tailleur color rosa barbie, come lo
definì lei
nell’istante in cui lo vide, e solo un paio di alti tacchi
eleganti. Nessuna
traccia dei suoi jeans attillati o dei suoi pantaloni di pelle o delle
sue
colorate scarpe da ginnastica. Davvero una brutta storia. Wilson
l’avrebbe
pagata cara.
Dormendo
con addosso solo
gli slip, poiché il reggiseno le faceva male alla spalla, e
l’esigenza di
dormire nuda si faceva più grande dal momento che era giugno
inoltrato, si
chiedeva come avesse fatto il suo amichetto perfettino a varcare la
soglia
della sua camera senza arrossire o inciampare facendosi così
scoprire. Andava
doppiamente punito.
Due grosse borse cerchiavano gli occhi dell’oncologo quella
mattina, quando
aveva varcato alle otto e un quarto la soglia dell’ospedale. Stringeva in mano una
tazza fumante di caffè
espresso e si trascinava con poca voglia di vivere. Quando
però si era
avvicinato all’ascensore in attesa che arrivasse al piano
terra, l’infermiera
Mary-bocce-enormi, il soprannome affibbiatele dai medici
dell’ospedale, si era
posizionata accanto a lui e l’aveva salutato con un bel
sorriso.
Erano soli nell’ascensore, e Wilson, nonostante
l’umore, si era deciso a
provarci, in fondo lui ci sapeva fare con le donne. Cominciava tutto
con la
storia dell’amico affettuoso di cui poi accidentalmente si
innamoravano, ma a
lui non interessava raggiungere quel punto, gli bastava portarsela a
letto.
-Come ti trovi qui, al Plainsboro?-
-Sono passati solo due mesi…trasferirsi è sempre
complicato….- quando parlava guardava
con attenzione un punto indefinito di fronte a sè, adesso
fissava la cravatta a
quadretti verdi e blu di Wilson, e questo dava
l’opportunità all’uomo di
ammirare il suo enorme davanzale -…non
conosco molto bene il New Jersey e nemmeno molta gente…
insomma, spero sia solo
l’inizio!-
L’oncologo finse interesse, pronto a sferrare la sua mossa
-Posso farti fare un
giro io della città, così ti fai anche un nuovo
amico!-
-Grazie James, è davvero un pensiero molto dol…-
le porte si aprirono e subito
si richiusero di fronte a loro, l’allarme cominciò
a suonare fastidiosamente,
quella doveva essere la sua giornata fortunata, restare bloccato in
ascensore
con l’infermiera più sexy dell’ospedale.
-Hai sentito?- lei lo guardò confusa –era come lo
squittire di… un CRICETO!!!-
quando l’animale sbucò fuori, l’oncologo
emise un urlo tra il femminile e
l’animalesco, si irrigidì e poi quando il
batuffolo di pelo bianco e nero
cominciò a correre per la stanza più spaventato
di lui, Wilson si appoggiò alle
pareti terrorizzato.
Mary basita per il comportamento del medico, si chinò e
prese il cricetino tra
le mani. Provava ad ignorare l’uomo alle sue spalle,
aggrappato alle pareti.
Le porte si aprirono all’improvviso e Cuddy stava
lì ferma a fissare l’amico.
L’infermiera uscì dall’ascensore
indignata, Wilson sussurrò
-Io ti ammazzo!- e poi si diresse nel proprio studio con i pugni chiusi
per la
rabbia. Lei lo seguì – è vero quello
che si dice, ha davvero due meloni… peccato
che tu Wilson non li assaggerai mai!-
-Cosa speri di ottenere? Sfoghi la tua rabbia su di me? È
una sfida?-
-Voglio che tutti in quest’ospedale credano che io e te
facciamo sesso-
-E perché dovrei mentire?-
-Mi serve che House lo creda… hai problemi con le menzogne?
Perché potremmo
anche fare sesso sul serio, ma hai reagito piuttosto male
l’ultima volta!-
-Perché dovrei volere che ci sia in giro questa voce? Io non
ci guadagno nulla
e in più assecondo un folle! Io ti avevo detto di parlare
con lui… e poi come
mai adesso gli saboti gli appuntamenti e vuoi renderlo geloso? Jessica
è
incinta? Vanno a vivere insieme? Hai paura di perderlo
definitivamente?-
Ignorò la provocazione, e un sorriso vittorioso si fece
largo spazio nella sua
faccia quando l’amico cominciò ad aprire tutti i
cassetti della scrivania alla
ricerca disperata di qualcosa -Wilson non sei nella posizione di
scherzare con
me. Ho appena ferito il tuo orgoglio maschile davanti ad una arrapante
infermiera, sappiamo entrambi che le donne spettegolano e presto tutto
l’ospedale saprà della tua vergognosa brutta
figura. In più io ho il tuo
portatile! Quindi ti conviene collaborare-
Wilson si alzò dalla sedia di scatto, mise le mani sui
fianchi e diventò rosso
dalla rabbia –Restituiscimi il portatile!-
-Me lo tengo insieme alla tua dignità… e
l’amor proprio… ho anche quello da un
paio d’anni, lo sapevi?-
-Cuddy non scherzo! Il portatile mi serve per lavorare! Sono registrati
i miei
pazienti, i miei appuntamenti, c’è tutta la mia
vita lì!-
-Rivoglio i miei vestiti!-
-Te li ho presi ieri sera, mentre cenavi al ristorante! Li riavrai se
tu mi
consegni il portatile! Uno scambio equo-
-Sai Wilson cosa non si può ricomprare? La
virilità, quella che tu hai perso
stamattina davanti a Mary-bocce-enormi, la chiamate così,
vero?- Cuddy faceva
su e giù per la stanza come un poliziotto in sala
interrogatori, se lo stava
lavorando per bene -Quindi io i miei pantaloni di pelle posso anche
riacquistarli, ma tu dove la vai a riprenderti la tua buona reputazione
da
maschio? L’unica soluzione è raccontare in giro
che ti spupazzi una come me!
Metterò una buona parola per te con Poppea quando chiuderemo
con questa storia-
Wilson si buttò sulla poltrona fiaccato –Bene, fai
quello che vuoi… ma sappi
che manipolarlo non servirà a nulla, dovresti semplicemente
dirgli quello che
senti…- Cuddy sbatté la porta
nell’uscire dalla stanza, Wilson sospirò
profondamente
La donna riaffacciò la testa dentro –ma poi chi ha
paura dei criceti? Magari
dei topi potrebbe essere comprensibile…-
-…ho un trauma, sai benissimo che mio nonno…-
richiuse la porta senza
permettergli di continuare. Wilson non ricordava settimane
così faticose con
lei dai tempi del college.
Cuddy contemplava compiaciuta il mazzo di rose rosse che adornavano il
suo
ufficio. Erano le ventuno, il suo paziente stava bene, e poteva anche
tornare a
casa, ma voleva prima completare la giornata con il round finale che
avrebbe
fatto cedere House una volta per tutte.
-Così sarebbero quelli i fiori che ti ho spedito
stamattina…-
-Sono bellissimi… sembra quasi che li abbia scelti
io…- Wilson sorrise, non era
più arrabbiato.
Lei si alzò e stirò la gonna rosa confetto. Quel
costoso tailleur che era stata
costretta ad indossare quella mattina aveva un tocco decisamente meno
professionale, visto che della parte di sopra indossava solo la giacca,
sotto
di quella semplicemente un reggiseno nero che era impossibile non
notare. A lei
non interessava essere provocante, ma le piaceva essere inopportuna,
mettere a
disagio chiunque le stesse parlando, uomo o donna che fosse, le piaceva
imbarazzarli, con le parole e anche con l’abbigliamento se
poteva.
-Ti sta bene… veramente molto bene. Dovresti indossare
più spesso cose così…-
-Wilson stai provando a portarmi a letto? Allora la lezione non ti
è servita a
niente!- l’amico sorrise.
-Ci hanno creduto tutti… non me l’aspettavo! Due
infermiere hanno cercato di
convincermi a lasciarti, mi hanno detto che mi ucciderai lentamente
dall’interno!-
-Ma noi ci amiamo! Non ti farei mai del male!- Wilson sbuffò
in una risata.
-Vuoi dirmi che succede con House?-
-Vuole sposarsi con la bionda!-
-Lei ha detto di sì?-
-Non gliel’ha ancora chiesto… ma le conviene
accettare altrimenti chi se la
prende!- poi sistemò la fascia che sorreggeva il braccio con
espressione
irritata –buonanotte Wilson…- abbandonò
l’ufficio, dirlo a voce alta e
ammetterlo l’aveva messa decisamente di cattivo umore.
-Che fai col mio computer?- House era entrato nell’ufficio
per prendere il
cappotto e finalmente andare via.
Cuddy appoggiò le lunghe gambe fasciate da quella corta
gonna sulla scrivania
del capo –Controllo i tuoi appuntamenti… che
è successo alla strabica? È già
tutto finito? Così mi farai perdere tutti i soldi che ho
scommesso sul vostro
primo bambino strabico!-
Lui chiuse il portatile –E’ partita… sua
madre sta male quindi… e comunque si
chiama strabismo di Venere-
-Non è il modo gentile per dire che ha gli occhi storti?-
House non riusciva a
smettere di guardarle le gambe –Che c’è?
Non hai mai visto una donna in
minigonna?-
Il medico si accorse in quel momento che la stava fissando
–Non ho mai visto te,
in minigonna…-
Cuddy appoggiò i gomiti sulla scrivania, la giacca si
allargò un po’ e House
non riuscì a controllarsi. L’aveva avuta per una
notte, ed era stata sua per
quella notte e adesso sapere com’era fare sesso con Cuddy non
lo aiutava a
trattenere il desiderio, anzi lo incrementava, e non l’aveva
mai avuto così
forte verso una donna come l’aveva avuto per lei dopo quella
notte –È meglio
che vada… si è fatto tardi e…-
La donna prese la bottiglia che aveva nascosto dietro la schiena, era
scotch
–Dobbiamo prima festeggiare il tuo fidanzamento-
Lui avrebbe fatto di tutto pur di non ammettere che lei aveva avuto
ragione, e
che non era riuscito a chiedere a Jessica di sposarlo –Ho del
lavoro da finire,
devo tornare a casa…- House raccolse alcuni documenti dalla
scrivania
frettolosamente
-Se bevi con me e non tenti di scoparmi allora vuoi sposarla sul
serio… è un
test, un giorno mi ringrazierai!- ammiccò –non
approfitterò di te, sto con
Wilson, io non ho la minima intenzione di saltarti addosso- lei
cominciò a
riempire due bicchieri
House si sedette di fronte a lei, poco convinto.
Spero
vi sia piaciuto, da questo capitolo in poi
comincia il divertimento!
Buon Natale Huddies!
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 5 *** Whisky veritas? ***
Ok
credo che ogni scusa non sia
adeguata. Oggi pomeriggio sono tornata a casa dopo un inutile soggiorno
passato
lontano, e inaspettatamente lispirazione č
giunta, proprio quando ormai avevo
perso ogni speranza. Ho cominciato a scrivere e non ho potuto
pių fermarmi. Perciō
dopo questo capitolo comincerō a pubblicare con
pių regolaritā, prometto! Innanzitutto
voglio ringraziare evelyn83, per la tua infinita pazienza,
perō ormai mi
conosci, sai che sono una lumaca! xD Huddyforever grazie mille! La tua
recenzione č arrivata allimprovviso quando ormai
credevo che io me la cantavo
ed Evelyn me la suonava! Ahahahah
Comuque, doveravamo rimaste? Dunque Cuddy ha passato una
notte di fuoco con
House, lui incolpa lalcool, perciō lei lo sfida e
gli chiede di bere di nuovo,
se č veramente innamorato di Jessica, la donna a cui vuole
chiedere di sposarlo,
allora questa volta resisterā. Nel frattempo Wilson sotto
ferree minacce č
stato costretto a raccontare in giro che lui e Cuddy stanno insieme.
Evelyn tu
hai detto che č stata un elemento irrilevante,
perō vedrai che riuscirō a
sorprenderti!
Enjoy
the reading
Sorrideva
compiaciuta mentre lo
guardava sbadigliare di fronte a quel bicchiere di scotch, non capiva
come
fosse riuscita a convincerlo, era stato troppo semplice
Smettila di guardarmi
in quel modo, sei inquietante!-
Lui annuė ma ripose nuovamente quello sguardo assente sulle
sue gambe Non ho
mai visto gambe come le tue-
Cuddy sollevō gli occhi al cielo, tra il lusingato e il
frustrato accese la
lampada accanto alla sua poltrona, House provava a restare serio e
composto, ma
era inutile. Aveva tolto le scarpe lanciandole sulla scrivania tre
metri pių in
lā, e aveva aperto la camicia liberandosi della cravatta.
Stava sdraiato sul
divano, con le braccia dietro la testa, era decisamente a proprio agio.
In
fondo se lei era solo al terzo bicchiere di scotch, lui doveva essere
come
minimo al sesto.
-Sai cosa ho sempre odiato di Wilson? La sua faccia tosta, il modo in
cui viene
a dirti quello che devi fare come se lui fosse lunico
detentore di veritā
assoluta!- lo faceva ormai da unora, tirare su un argomento
a caso,
pronunciare qualche improvvisata sentenza su qualcuno e poi ricadere
nel
silenzio pių totale.
Lei sollevō il bicchiere annoiata E lo dici a me?
Mi rifila i suoi consigli da
quattro soldi da anni!-
House si bloccō di nuovo, poi continuō con un
espressione stupida disegnata sul
volto -Io so che voi due non state insieme, e devo dirtelo Cuddy, mi
hai
sottovalutato, il tuo piano č stato banale!-
-Bč tu non sei di certo da meno! Jessica non sa niente del
costoso anello che
le hai comprato dopo aver giocato al dottore con me!-
House arrossė Glielo
chiederō
-
-Non č me che devi convincere
-
Il medico si mise seduto di fronte a lei Non capisco
perché ti interessa
tanto-
-Perché ho scommesso con tutte le infermiere che morirai
zitella-
Gli strappō un sorriso -Comunque
grazie
per non averglielo detto
tengo molto
a lei, e non vale la pena perderla perché ho alzato troppo
il gomito una sera-
Lei svuotō il bicchiere indifferente, era difficile fingere
che sentir sminuire
quella notte in quel modo non lavesse fatta arrabbiare, si
era decisa
involontariamente di fargliela pagare In fondo cosa vuoi che
sia una notte di
sesso con una donna che non č la tua futura sposa? Quando lo
scoprirā farā i
salti di gioia! Tu non la ami veramente, ma hai
cinquantanni, sei troppo
vecchio per continuare a giocare allo scapolo doro! Lei
č molto pių giovane di
te, considerando anche il fatto che č decisamente molto
pių stupida di te
potrai controllarla proprio come cerchi di fare con tutti.
Lunico dilemma č
come farai a soddisfare le sue voglie sessuali tra cinque anni senza
laiuto
del buon caro viagra? Perō tranquillo, ho fatto una
scommessa pure su quello,
ti farai un bel po di soldi se vuoi entrare nel giro. Certo
sarā anche colpa
di Jessica se sei cosė sessualmente frustrato! La scorsa
notte non ne avevi mai
abbastanza! Urlavi ancora e ancora un milione di
volte- Cuddy ammiccō, poi
amareggiata si alzō, si stirō la gonna e mentre
si avvicinava alla porta di
ingresso, lo vide alzarsi infuriato, la guardava con disprezzo
Con te perō sono stato bravo! Ti ho fatto
urlare!- uno schiaffo sulla guancia
lo paralizzō, la pelle bruciava, il viso arrossiva, lei si
voltō e poggiō la
mano sulla maniglia, sentiva gli occhi rancorosi delluomo
che la tenevano
inchiodata in quella stanza Sei un vigliacco! Meriti una
persona mediocre come
lei!-
Sentiva la sua mano premere contro i suoi fianchi, quella stessa mano
che
esercitava una tale pressione da non permetterle di allontanare il
proprio
corpo dalla porta Poi dirai che č stato
lalcool. Non voglio un altro anello
costoso sulla coscienza-
-Sei proprio una stronza- la baciō divertito, la
baciō eccitato, la baciō per
spogliarla e per farla urlare di nuovo. Ma era lei che conduceva il
gioco, lo
spinse sulla scrivania, lui disteso sotto il suo controllo, e Cuddy che
si
sorreggeva sulle ginocchia, gli baciava il collo, gli mordeva
lorecchio mentre
lui le strappava quella giacca con aviditā
-Ti domino sulla tua scrivania, capo- House non voleva dargliela vinta,
le
slacciō il reggiseno, e le si mise di sopra. Lei rideva
divertita, e lui pensō
che forse non laveva mai sentita ridere.
Un cigolio riportō entrambi alla realtā, la luce
penetrava violenta nella
stanza e due occhi esterrefatti li stavano fissando.
-Cuddy!
Co-cosa stai facendo?-
House si sollevō da sopra il corpo della dottoressa e lei si
mise in piedi
coprendosi i seni con le mani Oh Wilson, tesoro!-
Loncologo alzō il tono della voce poco
convincente Sei una sgualdrina! Sapevo
di non potermi fidare di te!-
-Tu sei un moscio senza palle! Picchialo! Voleva approfittare di me!-
House
stava ridendo, coprendosi la bocca con la mano
Devo picchiarlo? Perché? Per darti anche questa
soddisfazione?-
Cuddy guardō House delusa Certo che fa schifo in
tutto questo qui! Non gli
puoi chiedere niente! Con lui ogni copertura salta!-
Lamministratore la interruppe con tono pacato
Wilson sapevo che era una bugia
ancora prima che lei me lo rivelasse-
-Tanto immaginavo che sarebbe finita in questo modo
-
loncologo si avvicinō
alla poltrona, raccolse la giacca della dottoressa e gliela porse
la prossima
volta perō, chiudete la porta a chiave, TESORO!-
uscė dalla stanza scocciato.
House sorrideva per lincredibile situazione creatasi.
Questa
č allincirca la quarta volta che scrivo questo
capitolo, quindi spero vi sia piaciuto! Un bacio Huddies
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 6 *** Nei giochi ci sono soli vincitori e vinti ***
Io
capisco
benissimo che questa storia suscita tante perplessità. Le
suscita anche a me in
realtà, e vi assicuro che è difficilissimo
trasmettervi l’idea che io ho
riguardo questa condizione in cui ho posto i due personaggi. Ma vi
chiedo di
dimenticare per un istante House e Cuddy come li conosciamo noi, e
immaginare
un uomo distinto, dagli occhi di ghiaccio, che dirige un ospedale e
cela i
propri sentimenti per una bellissima donna che è la sua
dipendente,
un’ingestibile dottoressa che non ha rispetto per nessuno e
fa di testa propria
senza mai seguire nessuna regola. Lui si fa in quattro
affinché l’ospedale
funzioni nel migliore dei modi, ha a che vedere con azionisti e dottori
petulanti, lei invece si isola dal mondo, ascolta tanta musica e legge
troppi
libri. Lavorano insieme da tanto tempo e nutrono rispetto reciproco.
Lei è
affascinata da lui perché sa di essere una persona
impossibile, ma sa che lui
si ostina a provare a gestirla e qualche volta ci riesce, e questo le
piace.
Lui invece è attratto da lei come donna, perché
è diversa dalle altre, per lei
sono importanti poche cose, e nasconde sentimenti che altrimenti non
sarebbe
capace di gestire, nasconde se stessa agli altri ma ha tanto da dire, e
lui è
uno dei pochi che ha visto la sua umanità quelle poche volte
che l’ha mostrata.
Ecco, questi sono i miei personaggi, e sì sono House e Cuddy
invertiti nei
ruoli e negli aspetti, ma non leggete la storia pensando a quello che
conoscete, permettetemi di raccontarvi una storia che non conoscete con
due
personaggi che devono svelarsi e vanno esplorati piano piano. Sono
felice di
leggere le vostre recensioni piene di dubbi, ma datemi il tempo di
raccontarvi
e lentamente le cose appariranno più chiare.
Elixana, per quanto riguarda l’abbigliamento di Cuddy, qui
descriverò spesso
com’è vestita cosicché tu possa
immaginarla meglio, per quanto riguarda il suo
passato, devo ammettere che non ci avevo pensato. xD Se riesco,
proverò a
raccontare qualcosa pure su un amore passato importante e sul
perché il suo
braccio sia dolorante.
Evelyn83, spero di non averti fatto aspettare troppo. Con questo
capitolo si
faranno più chiare molte cose.
Huddyforever, spero di non farti impazzire più e mi auguro
che la mia storia
susciti curiosità non rabbia, mi sta bene anche il riso,
anzi vorrei proprio farvi
sorridere qualche volta!
Silvietta, so bene che l’idea è completamente
folle, penso un po’ sopra le
righe, e magari alle volte ci sono problemi di comunicazione tra quello
che mi
passa per la mente e quello che poi trasmetto, però magari
con questo capitolo
ti convinco di più.
Scusate se vi ho rubato tempo, spero che continuerete a seguirmi,
leggere le
vostre recensioni mi ha incoraggiata a continuare.
Enjoy
the reading!
Era
una giornata tempestosa, la neve era caduta tutta la
notte, e Wilson, da buon amico quale era, era andato a prendere Cuddy
poiché la
sua decappottabile rossa che aveva acquistato stupidamente senza
tettuccio non
le avrebbe concesso di percorrere molti chilometri. Sapeva che era
stata
un’idea folle, comprare un’auto che si
può guidare solo nei giorni di sole, la
gente comune e sana di mente non obbligherebbe mai la concessionaria a
modificare una decappottabile, togliendole una parte così
importante quale era
il tettuccio. Ma un’arroganza
e una
sicurezza come la sua non era facile da contrastare. Così
ogni sera la
parcheggiava nel proprio garage qualche metro distante da casa e
aspettava
giorni migliori per guidarla.
-Forse adesso mi darai ragione… quella macchina non ha alcun
senso- Cuddy lo
guardò confusa, come se non comprendesse le motivazioni di
quel discorso –non
fingere di non capire- lei gli rivolse ancora quello sguardo
–sei un’idiota-
La dottoressa sorrise –Sei invidioso mio caro Wilson!-
-È stata una follia… ma visto che dalle auto si
capisce la personalità del
conducente, si intende che tu sei…-
-…un noioso single. La tua macchina fa schifo-
Wilson non si innervosì nemmeno, lasciò correre
perché tanto provare a farla
rinsanire sarebbe stato un grande spreco di tempo. Cercò
allora, di irritare
lei questa volta –Che cosa sta succedendo con House?
È strano vederlo in questa
posizione… due donne contemporaneamente-
-Abbiamo una tregua. Io non gli faccio domande riguardo
Jessica-la-stupida, e
lui fa sesso con me-
L’oncologo scoppiò a ridere e scosse la testa
–Voglio la verità, o smetto di
farvi da copertura per scopare in tutte le stanze
dell’ospedale, e dico a tutti
che ti ho mollata per una più sexy di te-
-Nessuna è più sexy di me- poi restò
in silenzio qualche istante e continuò
-House vuole mollare Jessica, ma lei è dalla madre malata,
vuole parlarle di
persona e non vuole ferirla in questo momento delicato… bla
bla…- la dottoressa
accavallò le gambe e dal lungo cappotto si scoprì
la gamba destra vestita da
pantaloni di vera pelle e le sue scarpe Nike preferite –Hai
ritrovato i tuoi
vestiti…-
-Li hai nascosti in quella catapecchia in cui vivevi con Amber, e poi
mi ero
stufata di fare shopping pur di mettere qualcosa addosso- poi
aprì i bottoni
del cappotto e Wilson notò, con poco stupore, che la sua
amica non aveva ancora
capito come una dottoressa seria e professionale dovesse vestirsi,
visto la maglietta
larga, troppo scollata sui seni che diceva “Sdraiati e
spogliati. Non sono un
medico… voglio solo vederti nudo”.
–Quando rivedrai il tuo guardaroba?-
-Quando tu smetterai di darmi consigli- Wilson alzò le mani
in segno di resa e
continuò a guidare.
All’ingresso del PPTH, c’era una confusione
terribile, quella neve doveva aver
provocato diversi incidenti durante la notte. Cuddy si
accostò al bancone delle
infermiere di fronte l’ingresso insieme a Wilson,
controllavano se ci fosse
qualche appunto per loro. Un uomo sui trent’anni, moro, dagli
occhi verdi e
molto attraente si avvicinò alla dottoressa –Lei
è la primaria di diagnostica?-
Cuddy lo squadrò maliziosamente, aprì il giaccone
e gli rispose fieramente –Lo
dice pure la mia maglietta che sono un medico- Wilson sentendola
sollevò gli
occhi al cielo e si avviò verso l’ascensore.
-Piacere…- lui le strinse vigorosamente la mano -sono il
dottor Williams. So di
non aver fissato un colloquio… ma ho saputo che avete
bisogno di un medico per
sostituire la dottoressa Hadley… a proposito, mi dispiace
molto…-
Cuddy non lo ascoltava neppure, era veramente troppo bello persino per
essere
un medico –Sei specializzato in..?-
-Neurologia, questo è il mio curriculum…-
Le porse una carpetta, ma lei non la guardò neanche, sorrise
pensando a Foreman
e alla faccia che avrebbe fatto sapendo che ci sarebbe stato presto un
nuovo
neurologo nel team –Ma noi abbiamo l’urgente
bisogno di un neurologo!- lo
squadrò nuovamente, era davvero sexy. In fondo
perché prendersi in giro con un
inutile colloquio, lei voleva assumerlo perché voleva
poterselo a letto
–Andiamo in caffetteria a parlare di lavoro… di
sesso…-
-Cuddy!- quella voce autoritaria ed irritante la bloccò, si
voltarono
contemporaneamente lei e Williams a fissare House arrabbiato di fronte
a loro
–Ho
bisogno di te in ambulatorio oggi-
poi indirizzò uno sguardo curioso verso quell’uomo
accanto a lei
-Lui è il sostituito per il posto vagante nel mio team-
-Piacere, sono il dottor Williams-
-Piacere… non sapevo che la dottoressa Cuddy si fosse
già occupata di assumere
qualcuno. In cosa è specializzato dottor Williams?-
-In neurologia-
House strinse i pugni capendo la motivazione di quella scelta
–Vorrebbe scusarci
solo un attimo… Cuddy nel mio ufficio-
-Non puoi assumere un altro neurologo!- Cuddy si sedette con fare
annoiato sulla
sedia di fronte al decano, lui stava eretto con i pugni chiusi
dall’altra parte
della scrivania –Sono stanco del tuo fare irresponsabile!
Devi fare dei veri
colloqui alla gente prima di assumerla. Non puoi sceglierla in base
alle tue
voglie sessuali!-
-I criteri di scelta li stabilisco io- la dottoressa
appoggiò la schiena contro
la sedia, i lembi del cappotto si allargarono
-Bella maglietta…- disse House sconcertato
-Vuoi farmela pagare per quello che ho detto la scorsa sera?-
-No. Non m’importa di quello che dici. Puoi fare quello che
ti pare con la tua
vita, ma nel mio ospedale devi seguire le mie regole-
-Perché ti ha infastidito?- Cuddy si alzò in
piedi e lo guardò non
permettendogli di sfuggire al suo sguardo
-Non mi ha infastidito affatto-
-Te ne sei andato senza dire una parola- la dottoressa girò
intorno al tavolo e
gli si parò di fronte –Tu non sei soddisfatto-
-Di cosa?-
-Di quello che abbiamo…- gli accarezzò il petto e
scese con la mano fino alla
cintura, poi abilmente con le dita attraversò lo spazio tra
due bottoni. La
mano fredda della dottoressa al contatto con la sua pelle lo fece
sussultare.
La fermò stringendola per il polso –Sei fuori
strada-
-House, l’orgoglio uccide- Cuddy gli diede le spalle e si
avviò alla porta
-Non puoi assumere Williams!-
-Però posso andarci a letto?-
Il decano si tolse la giacca grigia del vestito e le sorrise
–Non oggi… hai un
nuovo paziente… è in gravi condizioni, dovete
cominciare a tirare fuori delle buone
idee subito!- House sapeva che lei non riusciva a pensare a
nient’altro se era
immersa in un caso interessante.
-Alla
fine lo ha
assunto lo stesso! Lo licenzierà però, se non
è bravo a letto. Non so davvero
come gestirla… almeno prima riuscivo a farmi ascoltare,
adesso fa di testa
propria!-
Il
medico
indossava un paio di jeans blu scuri e un maglione beige, sorreggeva la
birra e
ne bevve un sorso inviando un’occhiataccia
all’amico di fronte, Tom Scott, un
uomo distinto che lavorava in banca. I due sedevano sul divano in
salotto, e
passavano una serata tra uomini. L’amico lo stava irritando
con una delle sue
solite domande scrutatrici di verità celata, come le
definiva House –Probabilmente
perché ci sei andato a letto? E lei sa che ti è
piaciuto e ti tiene per le
palle-
House addentò la pizza e continuò a fissarlo
irritato per poi aggiungere –Lei è
una tale manipolatrice, si comporta come se non ci fossero delle
regole, fa quello
che le passa per la testa, non ha rispetto per nessuno..!-
Tom lo fermò con un gesto della mano –Tu non ami
veramente Jessica. Credo che
Cuddy sia la cosa migliore che potesse capitarti in questo
momento… ti ha
impedito di fare una grossa stronzata!-
Ecco le ragioni per cui loro due erano amici, Tom capiva tutto senza
che lui
dovesse spiegarsi –Lascerò Jessica quando
avrò finalmente l’opportunità di
parlarle. Per quanto riguarda Cuddy non c’è molto
da fare… lei è una persona
impossibile, credo che mi farebbe impazzire e credo ci stia riuscendo
già
piuttosto bene-
-Dovresti darle una chance, stai alle sue regole e vedi dove vuole
arrivare…-
-Stai alle sue regole?!? Ma come parli?-
-Per dire… insomma… lei è…
interessante…- House lo guardò di sbieco e
l’amico
continuò – lascia perdere! Probabilmente
l’amore mi ha intenerito…-
Poche ore dopo Tom sedeva ad un caffè in compagnia di Cuddy,
la dottoressa
aveva i capelli legati in una lunga coda e stringeva un barboncino tra
le braccia,
l’uomo prese il cane che gli leccò scodinzolando
tutta la faccia –Guarda che
avrei parlato con House anche senza che tu rapissi il mio cane-
-Non si sa mai…- la donna sorrise.
Spero
di leggere
presto i vostri commenti! Un bacio Sunshines
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 7 *** Primo appuntamento ***
Buonasera
Huddies! Eccomi con un nuovo capitolo,
Jessica (“donna” di House) non è ancora
tornata dalla permanenza a casa della
madre. Li avevamo lasciati che fornicavano sulla scrivania del
“capo”, il caro
Wilson li aveva interrotti, ma loro non vogliono mancare questa
occasione! Grazie
mille per le recensioni huddyforever, elixana, evelyn83, senza di voi
non
continuerei sicuramente!
-Buongiorno
dottor House- si
incontrarono alle porte d’ingresso del Plainsboro, lui le
sorrise, era felice
di rivederla
-Devo parlarti un attimo, dottoressa Cuddy-
-Amo parlare!- l’infermiere seduto al bancone
sollevò accigliato lo sguardo,
sospettava qualcosa. House cercò di recuperare con un tono
serio –Ho un nuovo
caso per te... vieni nel mio ufficio appena hai finito-
Cuddy rivide qualche nota che le era stata lasciata lì, al
bancone nell’ingresso
e lo seguì velocemente. Appena aprì la porta
dello studio, il medico stava già
di fronte a lei, la spinse contro la porta per richiuderla in fretta
–Avevamo lasciato
il discorso a metà- cominciò a baciarle il collo
e la trascinò verso il divano
-Sai quanto mi eccita l’idea di un nuovo paziente, ma sarei
venuta anche se
avessi voluto parlare del colore della tua moquette-
House la spinse sul divano con forza -Sta zitta-
L’uomo
guardava confuso
l’indirizzo che stringeva in mano, poi guardava stupito la
porta rossa di
fronte a sé, poi riportava di nuovo lo sguardo
più serio sul foglietto in mano
e poi ancora il pene di plastica che fungeva da maniglia per entrare
nel
negozio. Non riusciva a crederci: l’appuntamento era dentro
un sexy shop.
Quando entrò, un trans gender molto attraente gli sorrise,
faceva la fila alla
cassa in attesa di poter pagare le sue manette ricoperte di pelo rosa,
nel
frattempo squadrava con malizia il medico. Se le condizioni fossero
state
diverse sicuramente sarebbe uscito immediatamente dal negozio senza
pensarci un
altro istante. Cuddy lo fissava spavalda due scaffali più in
là, lui si
avvicinò arrabbiato –Sei matta? Perché
mi hai fatto venire qui?-
Lei si alzò dalla poltroncina leopardata, lanciò
uno sguardo di complicità al
trans gender –Lady Ass Jessica è una donna
così di classe, non trovi?-
-Il nome “Jessica” l’hai aggiunto tu-
disse lui ovvio
-Forse…-
-Come conosci il suo nome, ad ogni modo? Questa non è la
prima volta che vieni
qui???- House si guardò attorno e si domandava che cosa
diavolo glielo avesse
fatto fare accettare di uscire con lei. Una donna bruna molto attraente
gli si
parò di fronte e si rivolse a Cuddy amichevolmente
–Avevi ragione tesoro, ho
usato l’altalena dell’amore ieri…
è stato meraviglioso!- poi sorrise
cordialmente all’uomo e si allontanò. Era tutto
così ambiguo lì dentro, pensava
House.
-È una tua amica speciale, quella?-
-Non essere ridicolo, non sono quel genere-
-Perché mi hai fatto venire qui? Non immaginavo ti
piacessero queste…- si
schiarì la voce imbarazzato -…bé hai
capito-
-C’è un mucchio di gente malata qui dentro- si
strinse la fascia, facendo leva sul
gomito, in modo tale che il braccio si sollevasse e che il collo lo
sorreggesse
completamente, quella giornata faceva maledettamente male
-Ecco perché tu non dovresti venire qui da sola…-
-Guarda il cassiere…- un bellissimo Drag Queen dagli occhi
verdi smeraldo –la
prima volta che sono venuta qui l’ho fatto per semplice
curiosità…- ed era
vero, House sapeva che lei aveva bisogno di studiare tutto e tutti
–poi l’ho
notato… guarda come volta la testa, offuscamento parziale
della visione
periferica, più di una volta non afferra gli oggetti e
chiude il pugno pochi
millimetri più distante, guarda com’è
vestito, l’ambiente non è riscaldato e
lui sta con quella maglia nera senza maniche, non percepisce il freddo,
o
almeno il suo cervello non gli permette di percepirlo…
l’ho convinto a fare un
test- sollevò la cartella che teneva in mano
all’altezza del petto dell’uomo –cancro
al cervello… quarto stadio… inoperabile-
-Mi dispiace…-
-Non è un mio problema, non lo conosco…- Cuddy si
avvicinò alla cassa, il
ragazzo la guardò, gli bastò quello sguardo per
comprendere. Lei non gli diede
il tempo di aprire la cartella che era già uscita dal
negozio, House dietro di
lei.
-Hai fatto una cosa davvero…-
-È il mio lavoro-
-No. Occuparti dei tuoi pazienti, quello è il tuo lavoro-
-Ti ostini a vedere lati di me che non esistono, House-
Rimasero in silenzio per qualche istante -Ho temuto il peggio quando
sono
entrato…-
-Però un acquisto in realtà l’ho
fatto!- il medico la guardò incuriosito –una
frusta!-
-Ok Cuddy… troppe informazioni!- lei rise di gusto e
salì in auto, posto
passeggero.
-Scelgo sempre io il posto!-
Il telefono suonò fastidiosamente, svegliandola di
soprassalto –il portinaio mi
ha chiamato, mi ha detto che una donna veramente scortese… e
cerco di
ammorbidire i termini che ha usato per descriverti…
è entrata nel mio
appartamento, questa donna veramente arrogante… e provo
sempre ad essere
gentile Cuddy, aveva le chiavi!-
-Perché devi rompere sempre Wilson! Io non la conosco questa
donna- Cuddy si
alzò completamente nuda dal letto e si mise addosso una
camicia bianca da uomo.
-So che stai facendo sesso nel mio appartamento-
-Sono le undici di sera, non ci sei tu nel tuo appartamento?- la donna
indossò
quelle microscopiche mutandine di pizzo rosse e cambiò
stanza, House si rigirò
nel letto
-Io sono nell’appartamento che condivido con te,
quell’enorme attico che ho
comprato quando sei tornata da quell’inutile riabilitazione.
Tu sei
nell’appartamento dove vivevo prima con Amber, dove facevo
sesso con lei-
-In effetti ho trovato coltelli e lacci
nell’armadio… quello che facevi con lei
non era sesso, era sadomaso!- si sedette sul divano, accese la
televisione.
-Cuddy! Smettila per una buona volta!- Wilson faceva su e
giù per il salotto
–Esci dal mio appartamento! Smettetela di fare i fuggitivi!
Di ad House di
andare da Jessica, di parlarle con sincerità e comportatevi
come una coppia
normale!-
-Io e lui non siamo una coppia… è solo sesso!-
Cuddy guardò House sulla soglia,
l’aveva sentita. L’uomo non disse una parola.
Ritornò nella camera da letto,
cominciò a vestirsi, Cuddy chiuse il telefono senza
aggiungere nient’altro. Entrò
nella camera e lo guardava mentre raccoglieva il cellulare e il
portafogli dal
comodino. Se ne andò senza che nessuno dei due dicesse una
parola.
Il
prossimo capitolo arriverà molto presto! Spero
che vi sia piaciuto. Un bacio Sunshiners
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 8 *** Ammetti ***
Buongiorno
a
tutte! Eccomi con un nuovo capitolo… spero con tutto il
cuore che vi piaccia,
mi sono impegnata molto, giuro! xD Purtroppo non posso annoiarvi con
uno dei
miei infiniti monologhi, perché devo tornare a studiare,
devo darmi una delle
materie più lunghe e noiose nella storia
dell’umanità. Volevo semplicemente
ringraziare elixana ed evelyn83 perché mi seguite sempre, e
se non fosse stato
per voi non avrei di certo continuato con questa follia! J
Cuddy
stava in
piedi con una tazza fumante stretta tra le mani, in mezzo
all’ufficio più
grande dove di solito discuteva con i suoi dipendenti; stava immobile
pensierosa, con gli occhi fissi su quell’enorme lavagna.
Pensava a tutto tranne
che al caso ed era nervosa. Com’era possibile che tutti quei
sentimenti nuovi
si fossero intrufolati di nascosto in lei? Era cominciato tutto per
sesso e
doveva continuare solo per quel sesso stupendo che riuscivano a fare.
Niente
sensi di colpa, recriminazioni, pentimenti, o bisogno di pensarlo
costantemente;
cosa che accadeva di continuo ultimamente. Stava andando tutto nella
maniera
più sbagliata possibile, perché lui non provava
niente di simile, aveva la sua
Jessica e lei era solo un gioco per lui.
-Dovremmo
fare
una CT scan completa…- la voce di Williams la
destò dai suoi pensieri
Foreman sbuffò stufato e guardò Taub in cerca di
aiuto, poi cacciò
un’occhiataccia a Cuddy e si rivolse a Williams
–Noi non facciamo mai CT scan
complete… Cuddy odia le
CT scan complete-
La dottoressa li ascoltava a malapena, ingoiò una pillola e
poggiò le gambe sul
tavolo. Poi continuò a fissare la lavagna con la mente da
tutt’altra parte. I
medici aspettarono pochi secondi in attesa che lei desse qualche
ordine, li
degnasse di uno sguardo o qualsiasi altra cosa. Foreman ruppe il
silenzio
–Cuddy!!! Dobbiamo continuare ad ignorare il fatto che un
uomo qualche stanza
più in là sta morendo solo perché tu
devi smaltire i postumi di chissà quale
sbornia?-
-Fate come ha detto Williams!-
Il neurologo strabuzzò gli occhi –Scherzi? Non ha
alcun senso! Dovremmo
controllare la casa in cerca di tossine!-
Cuddy si alzò e poggiò la mano sulla spalla
fasciata, faceva troppo male quella
mattina –Vedi Foreman perché ho assunto un altro
neurologo? Perché sei
incapace! Visto che andrai comunque a casa del paziente, prendimi una
pizza per
pranzo… e portati lo gnomo. Williams occupati della CT-
Cuddy andò nell’altro
ufficio
I medici uscirono ma Williams rimase nella stanza, si alzò e
si avvicinò a lei
–Mi hai assunto per un interesse puramente personale-
-E da dove l’hai dedotto? Dal fatto che non ho mai nemmeno
guardato il tuo
curriculum o perché ti guardo tutto il tempo il culo? Se
devi denunciarmi sai
già a chi rivolgerti- la dottoressa gli diede le spalle e
con andatura stanca entrò
nel proprio ufficio più piccolo.
Williams la seguì –Non hai capito… mi
sta bene così. A me piace lavorare in
questo modo, è… interessante… tu
sei… molto interessante…- lei sorrise
lusingata -…magari potremmo parlarne meglio davanti a un
caffè…-
Cuddy si avvicinò con fare provocante –Oppure in
qualche stanza
dell’ambulatorio? Adesso-
-Vuoi che andiamo in ambulatorio perché lì ci
sarebbe qualcuno che vuoi fare
ingelosire?- la dottoressa lo guardò come offesa per quella
insinuazione –Non
importa…- il neurologo fece spallucce -la tua risposta non
cambierebbe le mie
intenzioni con te-
Lo guardò compiaciuta e si avviò alla porta
seguita dall’uomo.
Ma House era, inaspettatamente, sulla soglia –Dobbiamo
parlare del tuo
paziente-
-Bé… veramente stavo per andare in
ambulatorio… devo essere visitata dal dottor
Williams…- lei fece un altro passo verso la porta, ma il
decano non voleva
spostarsi.
-Non credo…- era sorpreso di vederla comportarsi con tale
superficialità. Gli stava
praticamente sbattendo in faccia la sua scappatella –devo
parlarti in privato…-
Cuddy poggiò una mano sulla spalla di Williams e gli fece
cenno di uscire
-Stai giocando col fuoco! Questa volta io non potrò
aiutarti! Se lo licenzi
dopo che voi due… guarda che può denunciarti e
rischi la carriera!-
-Molto premuroso da parte tua preoccupartene così- lei gli
fece l’occhiolino
come se volesse intendere qualcos’altro
-Guarda che ti sto dando queste avvertenze come tuo capo!- House
aprì la
cartella in mano e continuò in tono imperioso –e
poi che a te piaccia o meno
come uomo, come medico non vale molto! Foreman mi ha detto di come tu
stai
gestendo il caso! Seguendo le idee del tuo amante che non hanno
né testa ne
coda!-
Lei si mise a ridere –Cosa? Guarda che non è
questo il modo di fare i gelosi… funziona
così: tu entri e cominci ad urlare facendo una scenata!
“Io credevo di essere
speciale! Invece tu vai a letto con chiunque! Ma io non sono il tuo
zerbino! Tu
sei mia!!!”-
Il decano arricciò il naso contrariato –Non hai
capito… non ti sto dicendo
queste cose per ragioni personali. La nostra storia sta influenzando il
nostro
lavoro. Tu l’hai assunto per avere una reazione da me, ma
come vedi io non ho
alcun tipo di reazione. Non voglio che ci vai a letto perché
rischi il culo,
Cuddy-
Lei lo guardò studiandolo, forse aveva capito, era paura
quella nei suoi occhi
–Hai detto storia-
House balbettò confuso –Co-cosa?-
-La nostra non è una storia-
-Certo perché vai a letto con chiunque- House le ridiede la
cartella
contrariato
-Pensavo non ti disturbasse-
-In-infatti…-
-Allora perché parli di storia e poi ti lamenti del mio
comportamento?-
-Io… io non mi stavo lamentando…-
Cuddy annuì alla sua affermazione poco convinta
–Abbiamo finito?-
Lui la guardò dritto negli occhi –Non me ne frega
niente! Puoi fare quello che
vuoi! Sei libera e vaccinata ma non compromettere il mio ospedale!!!-
Le diede le spalle e aprì la porta –House? La tua
non è una reazione da
semplice amministratore d’ospedale…-
-Divertiti Cuddy- si allontanò deciso
Williams le prese la mano e la condusse fuori dall’ufficio.
Due minuti dopo quel bel dottore le stava sfilando via la maglia, le
baciava il
corpo mentre lei si sorreggeva con le mani su quel lavandino. Erano nel
bagno
degli uomini, lui aveva chiuso la porta a chiave e adesso le abbassava
la
cerniera dei suoi jeans preferiti. Cuddy odiava che House dovesse
decidere
della sua vita. In un altro momento se lo sarebbe goduto il sesso con
un uomo
dieci anni più giovane di lei. E invece non faceva che
pensare a quelle parole.
Quando Williams le slacciò il reggiseno, aveva perso ogni
voglia di continuare
a riflettere e si concesse totalmente a quel momento di puro
divertimento.
Wilson
si
accarezzava la guancia arrossata. Cinque dita erano stampate su quel
visetto da
bravo ragazzo. Non si spiegava il perché di una tale
reazione, anzi aveva
qualche sospetto, ma piuttosto che andare a parlare con la diretta
interessata
decise di rivolgersi direttamente alla fonte del suo problema.
Spalancò le porte dell’ufficio del decano e gli
puntò contro il dito –Tu! E
lei! Mi avete proprio stufato!- spostò la mano che copriva
la guancia, e
strinse i pugni sui fianchi. Lo fece bollire di rabbia
l’espressione d’innocenza
disegnata sul volto dell’uomo di fronte a sé
–Non fingere di non capire, House!-
-Wilson chi ti ha ridotto la faccia in quel modo?-
-Questo è la punizione quotidiana che ricevo per essere
amico di quella pazza!
Ed è colpa tua se adesso la mia sofferenza è
addirittura raddoppiata!-
House era ancora più confuso di prima –Quella
pazza sarebbe Cuddy..?-
-Chi altrimenti?- gli si sedette di fronte e proseguì
–senti è inutile che
continui a girarci intorno… lei ti piace e non solo come
compagna di giochi!
Sii sincero almeno con te stesso!-
-Tu cosa vuoi saperne di quello che voglio io?-
-L’ho vista entrare nel bagno degli uomini con quel nuovo
dottore…- House
deglutì e si appoggiò completamente alla poltrona
–Vedi? Sei geloso!-
Il decano tenne lo sguardo basso –Guarda che la cosa non mi
tocca nemmeno un
po’… sono stato io a dirle che può fare
quello che vuole-
-Oh ti prego! Metti l’orgoglio da parte!-
-Senti stare con lei… significherebbe diventare matto
assieme a lei… e io tengo
alla mia salute mentale-
Wilson sbuffò stufato –Se continui a negare potrei
anche arrivare a credere che
te ne sei innamorato-
-Di Cuddy? Lei è…- ci pensò un attimo
e gli scappò un leggero sorriso
-Stai sorridendo… pensi a lei e sorridi-
House
lo guardò
pochi istanti in silenzio –Ok Wilson!-
L’oncologo si alzò soddisfatto
–Buonanotte House…-
-Non mi hai detto chi ti ha dato lo schiaffo!-
-Cuddy ha detto all’infermiera Mary-bocce-enormi che io avevo
fatto una
scommessa su di lei, riguardo al fatto che me la sarei portata a letto
al primo
appuntamento… poi mi ha convinto a chiederle di uscire e
come vedi…- Wilson
indicò la parte interessata del viso. House
sbuffò a ridergli in faccia –Non
ridere! È colpa tua se sono diventato un bersaglio
quotidiano!- poi si chiuse
la porta alle spalle.
Buona
serata Huddies!
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 9 *** Amore e Psiche ***
Buongiornooo!!!
O meglio buon pomeriggio! Concedetemi
un capitolo assurdo xD nel senso che stanotte riflettevo, e alla fine
ho
partorito questo. A me è piaciuto, e forse potrebbe non
essere inteso nel verso
giusto.
Grazie mille evelyn83 e elixana, come leggerai si parlerà
della storia più
importante che Cuddy abbia mai avuto. Stacy è stata
importante per House,
Thomas è stato il grande amore di Lisa. Anche se la vera,
grande ed importante
storia d’amore è stata l’Huddy! E
sarà così anche nella mia storia,
perché sono
semplicemente perfetti insieme!
Enjoy
the reading!
Cuddy
guardava
il cielo sopra la sua testa. Stava sdraiata sul letto, e finalmente
capiva
perché Thomas le avesse regalato quella enorme finestra.
Ogni volta che lei
vedeva comparire una nuova stella si ricordava di lui, e di cosa le
avesse
detto una volta “Le stelle mi hanno sempre ricordato i tuoi
occhi”. Adesso però
quelle stelle ricordavano a lei di lui. Quel regalo per il loro
più bell’anniversario.
Forse perché fu l’ultimo.
Un giorno lo vide raccogliere tutto in una valigia, e senza una parola
lui
abbandonava l’appartamento. Forse per un po’ lei lo
aveva aspettato ma poi ci
aveva definitivamente rinunciato. Ogni sei mesi lui le inviava una
lettera e
lei con regolarità la bruciava nel camino senza aprirla.
Era stato uno scrittore squattrinato per la maggior parte del tempo
trascorso insieme,
ma non era un santo. Si vendicava nel peggiore dei modi ad ogni torto
subito ed
è stato un bene per entrambi che lui se ne fosse andato.
Pochi secondi si era concessa per respirare profondamente, e
dimenticare,
giurava a se stessa che ogni giorno avrebbe dimenticato qualcosa in
più di lui.
Cinque anni dopo era ancora lì a chiudere gli occhi e a
perdere memoria di un
nuovo lineamento del suo volto. Adesso però non era poi
così difficile, c’erano
due occhi di cristallo che la inseguivano quotidianamente nei suoi
pensieri.
In quel silenzio, però riconobbe il rumore di quelle scarpe,
quelle suole che
soffocavano la pesantezza dei passi, rubandone il rumore ad ogni
incontro con
il pavimento, belle e costose scarpe di pelle da uomo. Si
alzò e si avviò
velocemente alla porta. Il suo profumo. Quel profumo che le inebriava
la mente.
Attraversava le fessure, penetrava gli infissi per raggiungere lei. Lui
era lì.
Era lì, dietro quella porta e probabilmente non avrebbe
bussato. Probabilmente
si era pentito di essere arrivato fino a lei e aver trovato il coraggio
di
cercarla.
Bussò piano, perché non voleva essere veramente
sentito. Cuddy inspirò e
coraggiosamente aspettò il secondo pugno contro la porta. Ne
arrivarono altri
due, questa volta più decisi. Aprì la porta
sorridente. House stava in piedi
nervoso sulla soglia, e sorreggeva un grande quadro, glielo
mostrò senza dire
nulla.
Lei osservò con esperienza la tela -Il quadro di Amore e
Psiche… House…- Si
voltò e tolse un vecchio quadro di paesaggio per appendervi
quello. Lui restò
sulla soglia e la inquieto.
-So quanto ti piace l’arte…-
Cuddy rimase davanti il quadro dal quale non riusciva a staccare gli
occhi. A
lui piaceva guardarla quando era impegnata in qualcosa, a lui piaceva
guardarla
sempre, adesso in quella vestaglia corta di seta bianca. Lei si
voltò e capì la
vera ragione di quel regalo -La storia d’amore di un Dio e
una mortale… non ti
starai elevando troppo in alto dottore?-
Quell’uomo tanto sicuro di sé, stava arrossendo
solo al sentire la sua voce.
Quell’esperto medico tanto ambizioso diventava piccolo quando
l’aveva davanti a
sé come in quel momento. Qui, adesso, mentre lei assaggiava
le sue labbra
delicatamente. Era un bacio infinito, non c’era malizia, non
c’erano giochi,
era solo il sapore di ciliegia che soffocava il suo palato, era quello
il modo
in cui lei gli stava risucchiando il cuore, gli sciupava il respiro.
Incontrò i
suoi occhi che si mescolarono con i suoi. Le accarezzò il
viso con semplicità –Mi
sono innamorato di te- un’espressione attonita sul viso e
neanche il tempo di
respirare che lui se n’è già andato.
Buona
serata Huddies!
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 10 *** Quella di cui si era innamorato ***
Perdonatemi
per il ritardo. Quando ho cominciato
questa storia sapevo che sarebbe stato difficile continuare,
però non credevo
così tanto. Ogni volta che pensò di proseguire mi
viene l’ansia perché temo di
deludervi o di scrivere qualcosa che va troppo lontano dai personaggi,
perché
anche se le posizioni e i caratteri sono invertiti, devo comunque
mantenere
fede alla loro personalità. Vi ringrazio per le recensioni
BeaCarterLisabian,
elixana, pollon003, evelyn83, Pax! Ho parlato di Thomas solo
perché volevo far
conoscere qualcosa del suo passato, elixana voleva sapere se Cuddy
è mai stata
sposata o ha avuto una relazione importante (Stacy per House), Thomas
è stato
l’uomo che le ha spezzato il cuore, ma le scrive sempre
perché Cuddy è una
donna che entra nel cuore ed è difficile da dimenticare, per
questo Evelyn non
ho voluto approfondire il discorso. Non so perché ma io
trovo sempre più
importante la forma della storia, che è quella che poi ho
provato a scrivere,
mentre invece la fine di una storia secondo me non rende mai giustizia
alla
storia in sé. La sminuisce e in qualche modo ne da
un’idea alterata.
Però
se vuoi sapere qualcosa di più su Thomas
proverò ad parlarne un altro po’, se insisti lo
faccio tornare ahahaha xD
Quella
di cui si era
innamorato
Wilson
entrò nel
proprio ufficio, sussultò quando vide quel corpo dormiente
sul divano, chiuse
la porta con forza cercando di svegliarla, ma ottenne solo un lamento e
allora
aprì le tendine e le luci del mattino la infastidirono tanto
che Cuddy si mise
un cuscino sopra la faccia –Che diavolo ci fai qui?- si
mormorò
-Io ci lavoro! È il mio ufficio Cuddy!-
La donna si rigirò sul divano e gli diede le spalle
–Devi alzarti! Aspetto dei
pazienti! House sta arrivando per il controllo del mese
sul…- Cuddy sobbalzò,
prese la coperta la lanciò addosso all’amico,
aprì la porta del balcone e
scavalcò il muretto per raggiungere il terrazzo del proprio
ufficio –Dove vai?-
-Nel mio ufficio, come mi hai detto tu-
Wilson l’afferrò per il braccio sano e la
tirò dentro la stanza –Dico House e
fuggi? Dimmi, come funziona?-
-Ehm… è un nuovo gioco…-
provò a divincolarsi ma l’oncologo non mollava la
presa
-Spiegamelo-
-Jimmy lasciami! O ti faccio picchiare da un’altra
infermiera!- aggiunse
sarcastica
La porta si aprì, Wilson si distratte un istante per vedere
chi fosse entrato e
nel frattempo Cuddy correva via dall’altra parte del balcone.
-Ciao House!- l’oncologo lo guardò un istante per
riportare lo sguardo
indagatore verso l’amica che chiudeva le tende del proprio
ufficio per non
farsi vedere.
-Wilson… che guardi? Cuddy è già
arrivata?- in quel momento la dottoressa
scostò le tendine rosse e mostrò un foglio con
una scritta a caratteri cubitali
“NON MI HAI VISTA STAMATTINA”. L’oncologo
sbuffò annoiato, si allontanò dal
balcone, chiuse la porta scorrevole e si sedette alla scrivania
spiegando al
decano che non vedeva l’amica dalla scorsa sera.
House sorrise compiaciuto –Bè…
è ancora presto per lei- diede un’occhiata
veloce all’orologio –sono solo le nove…-
Ma Wilson non si riteneva soddisfatto, in fondo meritava anche lui
qualche
rivincita una volta ogni tanto, rifletté qualche istante,
House nel frattempo
riordinava le cartelle che aveva in mano e si era appropriato
completamente
della scrivania –Pensi che mi aiuterai oppure starai impalato
lì tutto il
giorno?- l’oncologo si riprese dalla sua riflessione e si
affacciò al balcone
–No, io voglio aiutarti!- disse in un ghigno vendicativo.
Urlò, allora
dirimpetto al balcone di fronte –CUDDY!!! House sta venendo
da te! Vieni
qui!!!- il decano lo guardò stupito e fu ancora
più stupito quando vide la
dottoressa correre per i due balconi e fare un imbarazzante ingresso
nella
stanza in cui si trovava lui.
-Forse sarebbe il caso di lasciarvi soli per chiarire ma non voglio
perdermi
questo spettacolo!- aggiunse Wilson ancora con quel sorrisetto malvagio
stampato sul volto
House la guardò deluso –Ti stavi nascondendo da
me?-
Cuddy era fin troppo imbarazzata –No…-
-Riguarda ieri sera? -
La dottoressa si concesse qualche secondo prima di rispondere, doveva
mettere
insieme le idee -Quello che hai detto… credi di pensarlo ma
non è così… tutto
quello che è successo fra noi è successo
perché tu hai avuto paura ad
impegnarti seriamente con la tua fidanzata. Come risposta istintiva sei
scappato, ti sei ubriacato e sei finito a letto con me. Nulla di quello
che è
successo è la realizzazione di ciò che tu volevi
bensì solo la
materializzazione delle tue paure. Scappi da un impegno e ti tuffi in
un altro-
House
la
conosceva, e in impegni quali quelli che coinvolgevano la sfera
sentimentale,
richiedevano che lei vi fosse aiutata a comprendere. Lui sapeva che
doveva
annientare le paure di quella donna che sembrava tanto forte, ma che in
fondo
era troppo fragile ed insicura da credere di non meritarlo -Cuddy io
non ho mai
provato nulla di simile per Jessica-
-Non è vero… volevi sposarla!- Wilson in quel
momento decise di lasciarli da
soli.
-Ma poi ho cercato te…-
La dottoressa gli impedì di continuare -Per paura! Tu mi
stai usando come scusa
per sfuggire dall’impegno che richiede il matrimonio-
-Smettila di razionalizzare... tu provi lo stesso…-
-House io…- ma lui le impedì di aggiungere anche
una sola parola a quello
sproloquio, chiudendole la bocca con un bacio. Lei si
irrigidì tanto da
costringerlo a staccare le proprie labbra dalle sue. Temette per un
istante di
aver frainteso veramente tutto. Ma lei lo guardò negli
occhi, la delusione nel
suo sguardo le fece comprendere che quello che diceva era vero, era la
pura
verità. Lo tirò per la cravatta e lo
baciò con passione -Vorresti mentirmi
ancora..?-
-Sta zitto- un bacio e un bacio ancora.
House e Cuddy sedevano ad un piccolo tavolo rotondo della caffetteria,
fra loro
due sedeva anche Wilson in uno stato di evidente disagio. La neo coppia
non
pronunciava una parola ma si sorrideva maliziosamente attraversando il
corpo
del’oncologo con lo sguardo come se non ci fosse. Ad un certo
punto Wilson
sussultò e poggiò le mani sul tavolo per
riprendersi –Cuddy quella è la mia
gamba, stai accarezzando la mia gamba!- lei lo ignorò e
spostò il piede verso
la gamba di House. Un’altra risatina frivola
arrivò all’orecchio dell’oncologo
e credette di non poter sopportare oltre –Volete smetterla di
comportarvi come
se foste soli a questo tavolo?-
-Wilson se ci comportassimo come se fossimo soli, adesso staremmo
facendo sesso
su questo tavolo-
House intervenne –Mi dispiace… la smettiamo-
Cuddy diede un calcio a Wilson –Ahi! Perché?-
-Perché rovini sempre tutto… io mi stavo
divertendo!- la dottoressa gli rispose
puntandolo con un dito sporco di maionese. House mangiava nel
frattempo,
godendosi la scena
-Guarda che io ti sto facendo un favore!- le povere dita del suo piede
sinistro
furono selvaggiamente calpestate come l’uva in periodo di
vendemmia da Cuddy
–Ahi!!! Sei proprio… perché?- Wilson
adesso batteva la scarpa sul pavimento
cercando di far passare l’intorpidimento.
-Perché non si rifacciano i favori fatti agli amici!- Cuddy
fece spallucce e
continuò a mangiare ricominciando a massaggiare la gamba del
suo ragazzo
Wilson si alzò di scatto e prese il vassoio in mano ormai
stanco di sopportarla
–Sei insostenibile… certo House che tu non stai
tanto bene per aver deciso di
stare con lei- la dottoressa si mise a ridere, ma House
bloccò Wilson per il
braccio -Resta con noi-
-Cosa? In compagnia di questa squilibrata?-
-Sì appunto va via Wilson!- Cuddy gli indicò
l’uscita e ingurgitò cinque
patatine velocemente
-Noi abbiamo bisogno di Wilson. Nessuno in ospedale deve sapere di noi
due, non
finché…-
Lei lo interruppe con la bocca ancora piena –Nessuno
sospetterà niente se ci
limitiamo a pranzare insieme…- deglutì in fretta
–potrebbero cominciare a
sospettare se non la smetti di guardarmi in quel modo-
ammiccò divertita, ma
House continuò a guardarla serioso
-Io e te che pranziamo soli insieme è poco credibile
perché tu hai passato gli
ultimi quindici anni ad evitarmi per tutto l’ospedale! Wilson
ci serve!-
-E anche perché ogni volta che ci incontravamo tu mi
guardavi con quello
sguardo loquace che diceva “se ti prendo, non so che ti
faccio”! Non
dimentichiamoci questo punto!- Cuddy si stava divertendo, lo stava
prendendo in
giro, voleva ribadire il suo punto, sapendo che in realtà
quella che guardava
House in quel modo era lei, anche se lui con tutto
l’autocontrollo che aveva
non resisteva dall’osservarla quando lei si allontanava
ancheggiando o quando
indossava una di quelle magliette eccessivamente scollate e lo sguardo
cadeva
inevitabilmente sulla pelle scoperta della dottoressa.
Nonostante tutto lo fece ridere a crepapelle quando ripeté
il concetto ostinata
–Smettila! Wilson deve restare!-
L’oncologo passò il braccio tra i due scocciato,
ricordando loro la sua
presenza lì, poiché ancora una volta il mondo si
era fermato, ed erano rimasti
loro due soli dimenticando tutto ciò che avevano intorno
–Io sono qui! Avete
pensato almeno, di chiedere a Wilson cosa intende fare?- i due lo
guardarono
interrogativi –Intende andarsene e lasciarvela sbrigare da
soli!!!- l’uomo si
allontanò incavolato
-Stavamo dicendo che mi trovi sexy…- House le diede uno
sguardo di rimprovero,
ma poi sorrise, era la solita Cuddy, quella di cui si era innamorato.
Per
ora sembrano una coppia felice e bla bla…
però…
Vi aspetto il prossimo capitolo che arriverà prima di
questo, prometto! xD
Un bacio Raggi di Sole
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 11 *** Io lo so ***
Bene,
da dove comincio con le
scuse? Mi dispiace da morire, non potete immaginare! Non sono
più entrata nel
sito perché ogni qual volta mi sentivo in colpa per avervi
lasciato così, sul
più bello. Non ho giustificazioni, lo so. Ho letto tutte le
recenzioni di
Swindle, se ti va ci sentiamo via messaggi in privato, mi piacerebbe
molto
avere un confronto con un altro autore. E grazie mille huddyforever per
il tuo
incoraggiamento, quando l’ho letto, mi sono decisa a chiedere
aiuto ma
probabilmente tu non hai letto la posta! xD Comunque ragazze, spero di
ottenere
il vostro perdono, è tutta colpa mia che mi vado a cercare
le storie
complicate. Ma ogni volta mi trovo sempre in una nuova
difficoltà, e
l’insoddisfazione di scrivere sempre una cosa più
orribile dell’altra.
Grazie mille evelyn83, elixana, BeaCarterLisabian, l’unica
ragione per cui
continuo a postare è che le vostre recensioni mi danno
sempre molta
soddisfazione. GRAZIE INFINITE!
Adesso proviamo a tornare alla storia, allora: House le ha detto di
amarla,
Cuddy si nasconde tra gli uffici dell’ospedale, ma il suo
tentativo di fuga ha
poco successo, perché c’è un Wilson
vendicativo che la costringe ad affrontare
i suoi fantasmi, ed è così che Cuddy espone ad
House tutte le sue paure e lui
da bravo innamorato distrugge tutte le sue insicurezze. Il problema
resta
sempre lo stesso, ovvero devono nascondere la loro relazione in quanto
Jessica
(distante miglia) crede ancora di essere l’unica sua donna.
Presto infatti
tornerà costringendo House a mettere le cose in chiaro.
Intanto loro sono come
due fuggitivi. E questo capitolo in realtà esplora la loro
relazione, ma è solo
di transizione, spero vi lasci una bella sensazione come l’ha
lasciata a me
mentre la scrivevo.
IO
LO SO
Cuddy
ingurgitò divertita
l’ultimo cucchiaio di gelato. Si leccò le labbra
sensualmente, ed ogni traccia
di cioccolato sparì. House scoppiò a ridere
divertito. Era una bella scenetta
quella: lui stava seduto sul letto appoggiato alla spalliera, a petto
nudo e un
paio di boxer. Lei stava sdraiata ai piedi del letto, completamente
nuda
avvolta nelle lenzuola. Stirò il braccio verso House, e gli
diede il barattolo
da cinquanta grammi di gelato, ormai vuoto. L’uomo lo
poggiò per terra e la
guardò fingendosi arrabbiato –Credevo che lo
avremmo condiviso quando mi hai chiesto
di andare a prendere qualunque cosa purché fosse al
cioccolato-
Lei si stirò come un gatto e sbadigliò annoiata
–Questo è il prezzo che devi
pagare per aver detto quelle paroline magiche-
House aprì il cassetto del comò e uscì
fuori un’intera barra di cioccolato
bianco al latte, la scartò e ne ruppe un pezzetto
–Io non trovo affatto
divertente il fatto che io ti abbia detto d’amarti e che
adesso tu ne
approfitti-
Cuddy stirò nuovamente il braccio e con fare capriccioso si
brontolò –Dammene
un pezzetto!-
Lui diede un morso e continuò il suo discorso
–Avrai il tuo cioccolato solo
quando ammetterai che sei perdutamente innamorata di me!-
Per tutta risposta Cuddy cominciò a fargli il solletico
sulla pianta dei piedi
con una ciocca di capelli, House si dimenò divertito ma
subito piegò le
ginocchia. Lei non aveva altra scelta, avrebbe dovuto mettere da parte
la
propria pigrizia per raggiungerlo e finalmente prendersi la sua amata
cioccolata –Sarei poco sincera se dicessi di amarti
adesso… io farei di tutto
per un po’ di cioccolata-
Lui diede un altro morso, e le sorrise –Sai… io
sono uno che si accontenta…-
-Non mangiarne più! Così la finisci tutta!- a
quel punto si era arresa, non
avrebbe ottenuto niente in quel modo, e lui le stava mangiando tutta la
cioccolata. Doveva usare la violenza.
Tirò su il lenzuolo per coprirsi e si avvicinò a
lui, lo guardava
maliziosamente, sembrava le fosse passato il desiderio del dolce.
Cominciò a baciarlo, le piaceva sentire il sapore del
cioccolato nella sua
bocca, gli lasciò il pieno controllo sul suo corpo,
permettendogli di
accarezzarla ovunque senza freni, nel frattempo lei andava a tentoni
ricercando
la barretta. In un istante House era sopra di lei, e lei aveva
raggiunto la
cioccolata; lo allontanò da sé, ma quando stava
per dare un morso al dolce, lui
le bloccò il braccio, Cuddy si divincolò, si
alzò dal letto, House afferrò il
lenzuolo che la copriva riuscendo a farla arretrare, ma un attimo dopo
Cuddy
correva nuda verso la poltrona di fronte al letto.
-Ma tu guarda quanto ingegno e costanza impieghi per un po’
di cioccolata!-
Cuddy ormai non lo ascoltava più, mangiava divertita
perché aveva vinto. House
si alzò, si avvicinò a lei e le porse la mano,
avevano capito entrambi, Cuddy
lasciò perdere la cioccolata e fecero l’amore su
quella poltrona tutta la
mattina. In fondo per lei era importante aver vinto.
House
pigiò insistentemente
il tasto dell’ascensore, era la quarta volta, sembrava si
fosse rotto. Si era
deciso di andare a chiamare un tecnico, ma le porte si aprirono con un
scatto e
ne uscì Williams con un espressione imbarazzata; dietro di
lui, Cuddy. L’uomo
accennò un saluto e si allontanò lasciando i due
in una situazione di evidente
disagio. House allora, entrò nell’ascensore in
silenzio e premette un tasto che
non guardò nemmeno.
-Williams è così sexy di prima
mattina… non che di pomeriggio lo sia meno,
però…-
Il medico annuì, fingendo di ascoltare con poca attenzione,
allora lei
continuò, una provocazione non
è una vera
provocazione se non vi trai una reazione -…non ho
mai visto dei polpacci
grossi come i suoi… cioè sono
così… muscolosi… e ovviamente per
polpacci
intendo dire…-
-Posso capire il fine di tutto questo discorso?- House si
voltò verso di lei, e
con molta diplomaticità non le diede nessuna soddisfazione
-Mmh… niente… non volevo fare un
confronto… non voglio dire che Williams è
più
dotato… si può dire dotato o sembrerei volgare?-
Cuddy trattenne una risata, e
House strinse i pugni dalla rabbia. L’ascensore si
bloccò di nuovo, si pentì di
non aver semplicemente chiamato il tecnico piuttosto che aspettare e
finirci
dentro con lei.
La dottoressa sbuffò -È la seconda volta questa
mattina… devo dire che è più
divertente restare bloccata con Williams che con te… non
dici una parola!-
-Parlando di cose serie… ho ricevuto l’ennesima
lamentela da parte di Foreman
sul tuo nuovo acquisto… sembra che sia spesso inopportuno
nella differenziale-
Lei fece un gesto di sufficienza con la mano e con un ennesimo sbuffo
gli rispose
–Foreman vuole che rinunci ai miei divertimenti, inoltre si
sente minacciato
visto che Williams è un neurologo come lui-
-La verità è che non avresti mai dovuto assumere
un altro neurologo!!!- House
alzò involontariamente la voce
-Perché non me lo chiedi?-
House la guardò confuso –Cosa?-
-Se ho fatto sesso con Williams, prima in ascensore…- Cuddy
si avvicinò a lui,
gli mise le braccia intorno al collo e avvicinò le labbra
alle sue senza
incontrare alcuna resistenza.
Fu House a stamparle un bacio –Io lo so- disse, lasciando lei
questa volta
interdetta –io so che sei stata una sola volta con Williams
per farmi
arrabbiare… io so che tu non starai più con
nessun altro uomo… perché io lo so…
che tu mi ami-
Lei sorrise e decise di non contraddirlo –L’ho
licenziato Williams, prima in
ascensore… e tu sai troppe cose-
Un
bacio grossissimo!
Isabella
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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Capitolo 12 *** L'altra ***
Ragazze
che dirvi?
GRAZIE! Siete stupende! Evelyn83, huddyforever, elixana, swindle! Sono
più
serena dopo aver letto le vostre parole… mi complesso
troppo, invece dovrei
lasciarmi andare e fidarmi un po’ del mio istinto. Quindi
senza troppi indugi,
ecco il nuovo capitolo. Faccio una premessa: vi ricordate come House ha
detto
al suo team che stava con Cuddy? Questo, invece, è il modo
in cui io immagino
Cuddy lo direbbe al suo di team. A me ha fatto ridere, spero di
trasmettervi l’ironia
che voglio dare a questo dialogo tra lei, Foreman e Taub.
-Swindle
tu mi hai
chiesto come mai la relazione tra House e Wilson nella mia storia
sembra non
essere così intima e complice come tra Cuddy e Wilson. In
realtà io ho
sfruttato la loro amicizia nella mia storia, perché
è Wilson che fa realizzare
a House quello che lui prova per Cuddy. Wilson lo obbliga a riflettere,
ad
essere sincero con se stesso, House lo ammette proprio
all’oncologo che sente
qualcosa per Cuddy, poi piomba nel cuore della notte da lei con il
quadro di
Amore e Psiche e dice che l’ama. Per il momento mi basta
così… è probabile che
più avanti Wilson dovrà intervenire di nuovo,
forse dovrà chiarire le idee a
lei, oppure dovrà far rinsavire House-
Enjoy
the reading
L’altra
Quella
era un giorno
di festa e richiedeva un abbigliamento appropriato, così
quando Cuddy fece
ingresso al Plainsboro fu impossibile non notarla, in quegli stretti
jeans blu
chiari, e quella camicetta con solo tre bottoni e così
bianca da essere
trasparente. Nel trascinare, dentro l’ufficio di diagnostica,
un carrello
troppo grande con sopra dei pezzi di una batteria, provocò
in Taub e Foreman un
misto di sorpresa e paura. La conoscevano però, e pensarono
che quella dovesse
essere la solita ossessione settimanale per cui presto avrebbe perso
interesse.
Il neurologo aprì la cartella e ignorò del tutto
la dottoressa che cominciò a
scendere i pezzi dello strumento cercando di ricomporre la batteria
–Donna, trent’anni, arresto cardiaco e rush su
tutto il corpo… il fegato ha
ceduto in seguito alla somministrazione…-
-Cuddy, a che serve?- Taub era troppo curioso.
-A festeggiare… oggi torna l’ochetta ed
è giunto il momento di renderlo
pubblico…- Taub la guardò ancora più
interrogativo e lei tirò fuori una
fotografia dalla tasca e l’attaccò alla lavagna.
L’immagine era un poco
sfogata, il chirurgo plastico si alzò per guardarla da
vicino con attenzione.
Ritraeva House addormentato, quasi del tutto nudo, un lembo di un
lenzuolo
rosso copriva a fatica le parti intime dell’uomo. Cuddy
accanto a lui, sveglia,
con le dita indice e medio sollevato, in segno di vittoria e un sorriso
beffardo stampato sul volto.
Taub, attonito e anche un po’ disgustato, si voltò
verso Foreman, il medico non
vedeva la foto, seduto dall’altra parte del tavolo,
cosicché il collega la
stacco dalla lavagna e gliela poggiò sul tavolo.
Cuddy godeva della loro sorpresa, si sedette alla batteria e
cominciò a
strimpellare sui piatti e il tamburo.
-Non vuoi darci una spiegazione riguardo questa foto..?-
Foreman zittì Taub –Mi sembra abbastanza
ovvio…-
-House non frequenta un donna? Quell’informatrice
scientifica?- il chirurgo
sembrava indignato, e voleva a tutti i costi una spiegazione
plausibile.
-Evidentemente ha smesso!
-Guarda i capelli di House…- Taub indicò il punto
in questione della foto,
ottenendo la completa attenzione di Foreman –Sono
più corti… se li confronti
alla lunghezza attuale, devono essere passati almeno tre mesi dal
momento in
cui è stata scattata la foto… e più o
meno due mesi fa ho visto la bionda in
caffetteria con House… quindi… Cuddy è
stata “l’altra” per tutto questo tempo!-
A quel punto il neurologo sorrise –House è una
persona adulta e se Cuddy è
stata “l’altra”, come dici tu, per tutto
questo tempo, è perché anche House
l’ha voluto… di questo tradimento hanno
responsabilità uguali entrambi… nessuno
ha obbligato nessuno-
Cuddy fermò i piatti, posò le bacchette, e si
alzò dallo strumento –Aspettavo
che qualcuno di voi dicesse qualcosa di sensato…-
-Lei è una donna attraente e manipolatrice… potrebbe essere stata lei a
sedurlo e lui non
è riuscito a resistere- Taub continuava il suo sproloquio.
-È così che giustificavi i tuoi tradimenti? Sono
stato manipolato e sedotto?-
Cuddy era sempre più felice di ascoltare Foreman prendere,
sorprendentemente,
le sue difese.
-No… io ne avevo la piena responsabilità! Una
volta sono andata a letto con una
donna che non sapeva nemmeno che fossi sposato… qui
è diverso… tu la conosci!
Riesce a farci agire come vuole lei… figurati se non riesce
a convincere un
uomo…-
La dottoressa solo in quel momento decise di intervenire
–…House non è idiota
come le donne che sono venute a letto con te… la cui idiozia
è già dimostrata
nel fatto che SONO VENUTE A LETTO CON TE!-
Riuscì a zittire Taub una volta per tutte, poi
guardò l’orologio –Maledizione!
Sono già in ritardo! La scema è arrivata da
un’ora! Credete che sia sufficiente
un’ora per dire ad una donna “Cara mi sbattevo la
mia dipendente mentre tu
curavi la mammina malata”? Spero di sì!-
Uscì dall’ufficio lasciando ancora più
sbalorditi i medici.
Spalancò la porta di quell’ufficio con prepotenza.
Cuddy stringeva un mazzo di
rose rosse in mano, voleva ringraziarlo per il bellissimo regalo. Il
suo cuore
però, si strinse alla vista di quella scena. Jessica era in
stato di evidente
commozione, le sue braccia stavano intorno al collo di House, lui la
stringeva
per i fianchi mentre riceveva quel bacio sulla guancia.
Cuddy credette di morire, in realtà lo fece, ma solo per
brevi istanti. Era il
suo cuore quello che la supplicava di andar via da quella stanza, erano
le sue
gambe che stavano per cedere, era la sua mente quella annebbiata e
disorientata. Non era una persona violenta ma se in quel momento,
avesse dovuto
usare violenza contro qualcuno, avrebbe ferito se stessa,
perché meritava di
essere punita una donna che riponeva fiducia in un uomo simile.
-Wow! Che bel quadretto! Dovrei parlare con il pittore
perché ti mancano le
corna, idiota!- House e Jessica non si erano accorti del suo ingresso,
si
sciolsero da quell’abbraccio quando sentirono la sua voce, in
quella stanza
c’era troppa energia, si percepiva un’atmosfera di
gioia che Cuddy non poteva
ignorare, e che nessuno al suo posto avrebbe potuto ignorare.
-Aspetta ma io ti conosco!- indicò House con il mazzo di
rose rosse che
stringeva in mano –sei quello che è venuto a letto
con me ieri! E anche il giorno
prima! E il giorno prima ancora! Per tre mesi! Aspettava che tua madre
ricevesse
un miracolo e guarisse perché a quel punto ti avrebbe
scaricata! Evidentemente
tua madre è morta!-
-Cuddy ora basta!!! Sta zitta!- House cercò di recuperare ma
non c’era nulla
che l’avrebbe fermata.
Jessica gli aveva lasciato la mano e disorientata adesso sedeva sul
divanetto.
Apriva la borsetta, cercava dei fazzolettini perché gli
occhi bruciavano di
dolore, il trucco colava e i singhiozzi erano rimasta l’unico
suono rimbombante
in quella stanza che leniva e sfregiava gli altri presenti.
-Sei un porco troglodita! Ti consiglio che alla prossima la ingravidi
subito!
Così sicuro che non ti molla!- Si sentì un
singhiozzo troppo forte, Jessica
tremava, si alzò, l’uomo provò a
fermarla ma lei usciva da quell’ufficio nel
suo corpo minuto e quel pancino evidente che nascondeva un segreto.
Cuddy era
esterrefatta –È incinta…-
House si passò una mani tra i capelli come esausto
–Non potevi notarlo prima!
Prima di ferire volontariamente la donna che aspetta il mio bambino!
Sei
entrata qui e non hai nemmeno riflettuto! Il tuo primo desiderio
è stato quello
di farmela pagare! Devi fidarti di me! Io avevo bisogno che tu per una
volta ti
fidassi di me! Invece sei la solita cinica ed egoista!!! Non hai
riguardo per
nessuno se non di te stessa! Se vuoi che funzioni..!-
Cuddy gli buttò i fiori in faccia, interrompendo il suo
monologo –Infatti… non
funziona!-
Prima
o poi questo
momento doveva arrivare… spero di aver fatto agire i
personaggi nel modo più
vicino alla loro personalità!
Non vi arrabbiate, abbiate fede xD
Il prossimo capitolo arriverà presto, prometto!
Un bacio Raggi di Sole
♥ ♥ ♥ WH4E ♥ ♥ ♥
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