Un'estate da Rock-Star

di Atena89
(/viewuser.php?uid=2883)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il concerto ***
Capitolo 2: *** Incontri e Scontri ***
Capitolo 3: *** Partenze ***
Capitolo 4: *** Una notizia inaspettata ***
Capitolo 5: *** A spasso per Atene ***
Capitolo 6: *** Tutti al mare!! ***
Capitolo 7: *** La prova ***
Capitolo 8: *** Decisioni e Indecisioni ***
Capitolo 9: *** Una brutta sorpresa ***
Capitolo 10: *** Si torna indietro.. ***
Capitolo 11: *** Finalmente Amore ***
Capitolo 12: *** E vissero felici e contenti... ***



Capitolo 1
*** Il concerto ***


Capitolo 1: Il concerto

Il palalottomatica di Roma ero pieno di ragazze urlanti per il concerto della giovane star Jesse McCartney. Le loro urla si sentivano fino all’ingresso della metropolitana! Tra queste risaltavano due giovani in particolare: una aveva dei morbidi capelli castani-rossi che le ricadevano lisci fino alle spalle e gli occhi verdi, mentre l’altra aveva dei lunghi capelli biondo ramato e gli occhi nocciola. Indossavano entrambe due bei vestitini estivi pieni di colore e ricami, cosa che le faceva risaltare molto nella folla di jeans e t-shirts che indossavano le altre ragazze. Anya, scrutando il mare di sedili con i suoi occhi verdi, trovò i loro posti e chiamò la sua amica Noemi. Non riuscivano ancora a capacitarsi di essere al concerto di Jesse McCartney!!

L’adrenalina nella grande sala era già ai massimi livelli, ma li superò del tutto quando il bel cantante biondo fece il suo ingresso sul palco. Come se fossero state punte tutte contemporaneamente da un grande ago posto sui sedili, le ragazze si alzarono in piedi e cominciarono ad urlare e ad applaudire. Jesse cominciò a parlare ringraziando tutti i suoi fans di essere venuti, e mentre parlava Anya disse a Noemi:

-         Oddio non posso crederci!!! Siamo al concerto!!!! Mamma mia hai visto quanto è bello??!!! Ha un viso così angelico!-

-         Non me lo dire!!!! È come se fossimo in un sogno! E poi hai sentito che bella voce! Dio è stupendo!

La musica partì e Jesse cantò tutta la sera le sue canzoni più belle, ovviamente accompagnato da un coro instancabile che gli faceva da sottofondo. Dopo l’ultima canzone alcune ragazze dell’ultima fila intonarono “Sei bellissimo” e il biondino decise di rompere le sue stesse regole per scendere e salutare di persona le sue fans più accanite. Il capo delle sue guardie del corpo provò a fermarlo, ma Jesse gli rispose a tono:

-         Come faccio ad andare via così? Ma le hai sentite?! In nessuna altra città in cui sono stato ho trovato questo calore! Cosa vuoi che mi succeda?-

-         Ma signore, le fans a volte possono fare delle cose pericolose…-

-         Oh, ma per favore! Stammi vicino allora così non mi rapiranno..! – disse sardonico.

Scendendo dal palco dedicò più di un’ora alle fans sedute alle prime file per foto, autografi e domande varie.

Anya e Noemi non appena si resero conto di quello che il loro cantante preferito stava facendo, decisero letteralmente di catapultarsi giù per rimediare anche loro una foto con un autografo. L’impresa però si rivelò più dura del previsto, dato che anche tutto il resto della fauna femmine presente al concerto aveva deciso la stessa cosa. Scalciarono e scalpitarono, spinsero e vennero spinte(è incredibile l’effetto che può fare una star sulle ragazze), ad un tratto si persero anche di vista, ma nonostante gli sforzi non riuscirono a raggiungere il loro idolo in tempo: Jesse infatti, convinto ormai di aver ringraziato abbastanza le sue devote fans, se ne stava andando. Noemi, non potendo credere di aver rimediato lividi e spinte solo per vederlo di schiena, cominciò a chiamarlo a gran voce, ma niente; Jesse McCartney stava andando via e non era riuscita a fermarlo.

Dopo un po’ finalmente gli animi cominciarono a raffreddarsi e le ragazze a ricomporsi, visto il modo in cui si erano ridotte. Con molta più calma di quanta ce n’era stata nelle due ore precedenti, la massa di gente cominciò a defluire via dalla corsia principale dell’ingresso del palalottomatica; Noemi riuscì a trovare Anya e le disse in tono molto sconfortato:

-         Accidenti… gli sono arrivata a tanto così!- e alzò indice e pollice, che quasi si toccavano- Che ingiustizia! –

-         Dai non fa niente… Almeno ti è andata meglio di me! Io sono stata caricata da un mucchio di elefanti rosa con un cartellone grande quasi come casa mia che urlavano come zitelle inacidite! Penso che domani mi verrà un bernoccolo grande come un melone!-

-         Vabbè dai.. Almeno abbiamo visto il concerto!- disse Noemi con un gran sorriso

-         Si hai ragione!… Ma che ore sono? È meglio che usciamo sennò mio padre non ci vedrà mai!-

Nella folla enorme che occupava il grande spiazzo davanti l’ingresso del luogo, Anya ci mise un po’ a riconoscere il padre. Stava per tirare fuori il cellulare e fargli uno squillo, quando sentì una voce chiamare forte:

-         Anastasia! Noemi! Sono qui!!-

Tornando a casa, le due ragazze erano completamente in estasi: certo, forse non avevano rimediato l’autografo del loro cantante preferito, ma avevano comunque assistito al più bel concerto della loro vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Incontri e Scontri ***


Capitolo 2: Incontri e scontri

L’estate a Via del Corso era sempre molto speciale. La strada si riempiva di ragazzi vestiti con abiti sfavillanti di colori e le vetrine contribuivano a rendere tutto come dentro un grande caleidoscopio. Anya passeggiava tranquillamente chiacchierando con Noemi. Entrambe portavano almeno due buste ciascuna più la borsa e facevano fatica a portare tutto. Faceva un caldo allucinante e le ragazze decisero di cominciare ad incamminarsi verso la fermata dell’autobus che le avrebbe riportate a casa, tanto avevano già trovato tutto quello di cui avevano bisogno. Noemi, che aveva la vista più acuta, vide in lontananza il 60 Espresso e, incitando Anya, si misero a correre. Le buste sbatacchiavano di qua e di là e non era sempre possibile riuscire ad evitare tutti. Anya cercava di colpire meno persone possibili, ma improvvisamente il suo cellulare prese a squillare. “Accidenti ci mancava solo questo!”pensò la ragazza.

-         Noemi! Aspetta!- disse

-         Cosa c’è?-

-         Il telefono!-

Noemi tornò indietro e prese una delle buste di Anya, permettendo così all’amica di rispondere al telefono senza dover smettere di correre. Anya non ce la faceva più: tra il caldo e la corsa stava esaurendo le energie. Fortunatamente l’autobus era stato bloccato dal traffico e le due erano praticamente arrivate. Nell’ultimo tratto, Anya abbassò la testa per poter rimettere il cellulare nella borsa e perse di vista la folla davanti a lei. Proprio in quella frazione di tempo…SBAM! Anya non ricordava di aver mai dato una botta così in tutta le sua vita. Lo scontro frontale l’aveva fatta cadere a terra, e con lei erano cadute anche tutte le sue cose. L’altro “accidentato” invece era riuscito a rimanere in piedi, ma anche a lui erano caduti il cellulare e il portafogli.

-         Oddio scusa non ti ho proprio visto!-

Anya aveva ancora la testa frastornata e non era riuscita a vedere chi le stava davanti. Quando lui parlò, tuttavia, capì che era un ragazzo e che doveva essere un turista: parlava inglese. Meno male che Anya aveva fatto uno scambio culturale con l’America e che quindi la lingua non era un problema!

-         Non fa niente!- disse, ma senza ancora guardarlo in faccia.

-         Aspetta, ti aiuto a tirarti su-

Il ragazzo le tese la mano, Anya la prese e si tirò su. Finalmente riuscì a guardare chi le era venuto addosso…. E le prese un infarto. Jesse McCartney, il suo idolo, il cantante più bello che lei avesse mai visto, un angelo sceso in terra e suo amore segreto, stava in piedi davanti a lei e le sorrideva. Per circa 5 minuti buoni rimase immobile con la bocca aperta a fissare quella visione dagli occhi azzurri, senza riuscire a dire o fare niente che potesse salvarla dalla mastodontica figuraccia che stava facendo. Dal canto suo Jesse era un po’ divertito e un po’ imbarazzato; non vedendo reagire la ragazza davanti a lui, decise di prendere in mano la situazione:

-         Tutto bene?- le chiese

-          Ehm…I-io…E-ecco io…C-cioè…-

Ma cosa cavolo stava facendo?! Balbettava? Ma non aveva mai balbettato in vita sua! C’era decisamente bisogno che qualcuno o qualcosa la sbloccasse. Per fortuna arrivò Noemi:

-         Anya ma che fai? Perché ti sei fermata? Abbiamo perso l’autobus, lo sai?-poi vide che tutte le cose di Anya erano a terra- Ma che è succ…- poi vide Jesse.

Per un po’ rimase sbigottita anche lei, ma Anya si era ripresa e si era anche resa conto che se non avesse detto qualcosa al più presto sarebbero passate entrambe per menteccate.

-         Scusa… Si sto bene! E non è stata solo colpa tua, anch’io stavo correndo!-

-         Ok, non fa niente…Anya, giusto?-

-         Anastasia...Anya per gli amici!- rispose lei tutta rossa in viso- E lei è la mia migliore amica Noemi-

-         Piacere, io sono Jesse!-

-         Si, lo sappiamo!- sussurrò Noemi. Jesse fece un altro sorriso…Dio quanto era bello!

-         Oh, acc…- esclamò Anya:

Nel trambusto infatti non si era resa conto del macello intorno a lei. Tutti e tre si chinarono a raccogliere le proprie cose, senza accorgersi però di un particolare: i cellulari di Anya e Jesse erano identici. Non guardando con attenzione, distratti dalla confusione e dall’imbarazzo, i due ragazzi se li scambiarono. Quando ogni cosa era tornata al proprio posto(si fa per dire), i tre si rialzarono e Jesse disse:

 

-         Bè ragazze, è stato un piacere! Anya, Noemi…A presto!- e se ne andò.

Le ragazze si appurarono che il biondino fosse fuori portata d’orecchie, poi urlarono:

-         AHHHHHHHHHHH!!!!!!!! Oddio non ci posso credere!!!!-

-         Abbiamo parlato con Jesse McCartney!!!!-

-         Lo hai sentito? Mi ha chiamata Anya!!!-

Andarono avanti così per tutta la strada fino a casa, ancora incredule per tutto quello che era successo. Dopo aver salutato Noemi, Anya si diresse verso casa sua e le squillò di nuovo il telefono. Questa volta l’operazione non era così complicata e rispose senza problemi:

-         Pronto?-

-         Jesse?-

-         Jesse????- domando incredula Anya- Ma chi parla?-

-         Pronto, sono il manager di Jesse McCartney, tu chi sei?-

La giornata stava prendendo sempre di più una piega incredibile.

-         Il manager? Bè guardi che ha sbagliato numero!-

-         No è impossibile! Ho il numero in memoria, è automatico!-

Inizialmente Anya ci stava credendo, poi cominciò a pensare che doveva essere uno stupido scherzo

-         Si vabbè come no il manager di Jesse.. e io sono la moglie di Brad Pitt!-

Detto questo attaccò e si rimise il telefono in tasca. Una volta a casa si buttò sul letto, prese in mano il suo cellulare, lo aprì e…. “Ehi aspetta un attimo!”pensò”ma questo… non è il mio telefono! Cosa diavolo…” Entrò nel menù e si rese conto che era in inglese. Ad un tratto le rivenne in mente lo scherzo telefonico… e se non fosse stato uno scherzo?  Se durante lo scontro i due telefonini fossero stati scambiati per sbaglio? Sfogliò tutta la rubrica in cerca della voce ‘manager’, ma non la trovò. Evidentemente Jesse lo aveva memorizzato con il suo vero nome, ma qual’era? Stava cominciando a pensare di chiamare il suo numero per vedere se era veramente stato scambiato, quando il telefono squillò di nuovo. Avrebbe dovuto rispondere? Decise di sì.

-         Pronto?-

-         Signorina sono il manager di Jesse. Non riattacchi per cortesia non è uno scherzo!-

-         No ha ragione, mi scusi per prima!-

-         Purtroppo c’è stato uno scambio! Un piccolo errore!-

-         Si me ne sono accorta! Bè non fa niente, non c’è problema, mi dica dove alloggia Jesse e le riporterò il telefono!-

-         Mi dispiace contraddirla, ma un problema c’è!- disse il manager con voce sconsolata- In questo momento Jesse non è più a Roma, ma in viaggio per Atene!-

-         ATENE??????- Anya non era stupita…. Era decisamente sconvolta!

-         Si, è la sua prossima tappa per il concerto!-

-         E ora come facciamo? Non posso stare senza il mio telefono io, pensi una famosa rock-star!-

-         Purtroppo lui non può tornare indietro….quindi se non è un problema, dovrebbe raggiungerlo lei in Grecia!-

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Partenze ***


Capitolo 3: Partenze

Anya non riusciva ancora a crederci… LEI sarebbe dovuta partire per la Grecia e riportare il cellulare a Jesse McCartney? Cominciò a camminare avanti e indietro per la sua stanza pensando: “Oh mio Dio… queste sono cose che accadono nei film, non nella vita vera!! Cosa faccio adesso” Non riuscendo a trovare una soluzione decise di raccontare tutto ai genitori. Disse loro come erano andate le cose fin dall’inizio: la passeggiata al centro, lo scontro con il cantante, lo scambio dei telefonini, la chiamata-scherzo, la chiamata vera e la sconvolgente richiesta di partire. I genitori di Anya erano sempre più increduli del racconto della figlia; non credevano alle loro orecchie. Poi sua madre disse:

-         Scusa una cosa, ma possibile che questo con tutti i soldi che ha non può mandare qualcuno a riprendersi il cellulare?-

-         L’ho detto anche io al manager- rispose Anya- Ma lui mi ha detto che in questo momento sono tutti ad Atene per organizzare il concerto, e siccome ci sono stati dei problemi non possono permettersi di rinunciare a nessuno-

-         Anya tesoro, forse tu non ti rendi conto di quanto possa costare un viaggio andata-ritorno ad Atene più il soggiorno in albergo- le disse il padre

-         Per questo non vi dovete preoccupare, il tizio mi ha assicurato che è tutto spesato!-

Ci fu un attimo di silenzio. Anya intuì dalla faccia dei genitori che la situazione non era delle migliori. Probabilmente avrebbero detto no… era questo che voleva? Rifletté un attimo sulla possibilità di andare in Grecia con tutto pagato e di rivedere di nuovo Jesse. Pensandoci bene, si rese conto che quello che voleva era avere la possibilità di partire. Rischiando il tutto per tutto disse ai genitori:

-         Mamma, papà, vi prego non ditemi no! In diciassette anni di vita non vi ho mai dato problemi, sono sempre andata bene a scuola e non ho mai preteso niente più del necessario! In questo caso si tratterebbero solo di un paio di giorni senza nemmeno il bisogno di spendere troppi soldi. Qual è il problema? Non vi fidate di me?-

-         Ma certo che ci fidiamo..! è solo che…-

-         Che cosa? Vi prego, potrebbe essere la mia occasione! E poi, sapete bene da quanto tempo desidero fare un viaggio in Grecia!

-         Noi…oh e va bene!- disse la madre

Anya era al settimo cielo: ce l’aveva fatta! Corse ad abbracciare i suoi genitori e mentre li teneva stretti, assicurò loro che tutto sarebbe andato per il meglio. Richiamò il manager di Jesse(stavolta il nome lo sapeva) e gli disse che sarebbe partita. Si misero d’accordo per l’orario e il giorno della partenza, in modo tale che da Atene fosse stato possibile per lui prenotare il volo e farle trovare qualcuno all’aeroporto al suo arrivo. Era ancora super eccitata quando suonarono alla porta. Un po’ saltando, un po’ correndo Anya andò ad aprire e si trovò davanti Matteo, suo fratello maggiore. Il bel ventenne aveva gli stessi occhi verdi della sorella, ma i capelli erano neri corvini. Anya e Matteo si passavo appena tre anni di differenza e tra loro c’era un rapporto fantastico. Infatti, Matteo era letteralmente pazzo di sua sorella e, nonostante il gran numero di ragazze che gli ronzavano intorno, spesso le chiedeva di accompagnarlo quando usciva per avere, così diceva lui, un “punto di vista femminile” sulle sue compere. Dal canto suo Anya adorava il fratello, anche perché spesso e volentieri le presentava i suoi amici, che non erano affatto male! Quando vide il fratello Anya, già contenta per conto suo, gli si buttò addosso e non lo lasciò andare per almeno dieci minuti. Al che Matteo esclamò:

-         Ehi! Non che mi lamenti, ma come mai tutto questo slancio stasera? Torno sempre a quest’ora, non mi pare di essere stato via tre anni!- e si mise a ridere.

Lasciatolo andare Anya raccontò per la seconda volta cosa le era accaduto quel pomeriggio e gli disse anche della decisione dei genitori di lasciarla partire. Anche Matteo, come del resto chiunque avesse ascoltato quella storia, rimase scioccato, ma allo stesso tempo era felice per sua sorella. La abbracciò forte e le disse all’orecchio che se lo meritava veramente.

Il resto della serata servì ai preparativi. Anya aveva il volo per Atene prenotato per il pomeriggio del giorno seguente, quindi non aveva un minuto da perdere. Non sapeva quanti giorni di preciso sarebbe rimasta, perciò decise di portare con sé un po’ di tutto: qualche abito per la sera,  pantaloncini comodi e canottierine, per visitare Atene di giorno, e anche tutto l’occorrente per il mare. In seguitò chiamò Noemi per informarla di tutto quello che era successo dopo che lei era andata via.

 

                              ****************************************

 

L’aeroporto di Fiumicino era imponente. Anya non aveva mai preso l’aereo in vita sua e quando cominciò a rendersi conto che da lì a pochi minuti sarebbe dovuta salire su uno di quei mostri volanti, per di più da sola, il nervosismo prese il posto dell’euforia. Ad accompagnarla erano venute le persone che amava di più: i suoi genitori, la sua migliore amica Noemi e suo fratello Matteo. Tutti insieme la accompagnarono al check-in e rimasero con lei fino alla chiamata del suo volo. Il momento dei saluti era arrivato. Con un groppo alla gola Anya abbracciò per prima Noemi, promettendole che l’avrebbe tenuta aggiornata in tempo reale su quello che sarebbe accaduto; poi abbracciò a turno sua madre e suo padre, e qui i suoi occhi cominciarono a diventare lucidi; alla fine rimase solo Matteo. I due fratelli si abbracciarono forte; Anya sentì le prime lacrime scenderle sul viso, ma poi il fratello si staccò, le porse una bustina da lettere e disse:

-         Ho un regalo per te-

Anya si asciugò le lacrime, prese la busta, la aprì e dentro ci trovò 100 euro.

-         Matteo ma… -disse la ragazza

-         Ti prego prendili, sono lo stipendio di due settimane!-

-         No, non voglio toglierti dei soldi! E poi lo sai, è tutto spesato!-

-         Non vorrai andare in giro senza un soldo?! Dai, usali per comprarti qualcosa di carino, e quando lo farai penserai al tuo pazzo fratellone!-

-         Non ho bisogno di soldi per pensare a te!- gli disse Anya dolcemente- Grazie Matti, ti voglio benissimo- e riprese ad abbracciarlo

-         Anch’io ti voglio bene piccola! Mi raccomando, fa attenzione. E se qualche greco o quella rock-star da strapazzo ti fanno qualcosa, chiama tuo fratello e io verrò di corsa con i miei superpoteri per ridurli in poltiglia!-

Entrambi risero anche se avevano tutti e due gli occhi lucidi.

La voce all’interfono annunciò l’ultima chiamata per il volo diretto ad Atene. Anya si diresse verso il suo gate e prima di oltrepassare le porte che l’avrebbero portata verso la più grande avventura della sua vita, si girò un’ultima volta a guardare la sua famiglia. Fece loro un ultimo cenno di saluto e poi si imbarcò, ringraziando Dio di avere vicino delle persone così speciali come loro.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Una notizia inaspettata ***


Prima di cominciare questo capitolo vorrei specificare un paio di cose: prima di tutto io non sono mai stata ad Atene, quindi tutte le descrizioni che troverete in questo e nei prossimi capitoli sono assolutamente parto della mia mente e non si riferiscono a niente di realmente esistente(fatta eccezione x il partenone, di cui parlerò nel prox cap); secondo, non posso ovviamente conoscere il vero nome e la vera personalità del manager di Jesse McCartney(ne tanto meno la sua), quindi ho dovuto inventare tutto ciò che li riguarda adeguandolo alla mia storia, e ci tengo a specificarlo. Quindi, leggete da questo cap in poi come storia puramente di mia immaginazione, non reale.

 

 

Capitolo 4: Una notizia inaspettata

Volare era decisamente la cosa più bella che Anya avesse mai fatto. La sensazione di quando l’aereo si alza in volo, l’incredibile spettacolo che si vede dai finestrini… tutto era fantastico. Si divertì moltissimo quando le hostess e gli steward fecero la tiritera sulle uscite di sicurezza, la maschera dell’ossigeno e la cintura di sicurezza! Rise per dieci minuti, facendo anche una magra figura davanti ad un bellissimo steward.

Il volo filò liscio per quasi tutto il tempo. Ci fu solo un momento di panico per Anya quando abbassarono il carrello d’atterraggio. Il fatto era che il suo posto si trovava esattamente perpendicolare a dove si trova il carrello, e quando questo scese per permettere all’aereo di atterrare, Anya sentì una forte scossa sotto di sé. Non avendo mai volato prima, non poteva sapere che non era niente, così cominciò a sussurrare “Ecco..io lo sapevo..ora cadiamo…” e a tremare, fino a che la tipa seduta accanto a lei non la tranquillizzò spiegandole la situazione. Anya stava tenendo il conto: era già la seconda figuraccia che faceva. Ok che lei era una specialista in figuracce, ma se andava avanti così avrebbe fatto ridere di lei tutta la Grecia!! Per fortuna non successe nient’altro fino all’arrivo ad Atene.

L’aeroporto era enorme e imponente e Anya trovò un po’ di difficoltà a recuperare la sua valigia. Per un momento temette di non farcela, ma poi trovò il nastro dell’aereo proveniente da Roma, prese il bagaglio, uscì e si guardò intorno. Molta della gente che era con lei sull’aereo aveva amici o parenti che la stavano aspettando, Anya invece aveva ricevuto istruzione di cercare il classico tipo in smoking con il cartellino. Per non creare fraintendimenti aveva detto di scriverci sopra  “Anastasia”. Si fece largo tra la folla finché non trovò il suo uomo: era un energumeno di almeno due metri, indossava degli occhiali da sole e si guardava intorno con fare circospetto. Quando Anya lo raggiunse, lui la accompagnò ad una limousine e non disse una parola per tutto il viaggio. Arrivati all’albergo le fece consegnare le chiavi della sua stanza e le disse che aveva tutto il tempo che voleva per sistemarsi e rinfrescarsi, lui l’avrebbe aspettata di sotto. Appena fosse stata pronta, sarebbero andati al teatro dove si facevano le prove e lì avrebbe potuto riprendersi il suo telefono.

Anya era sbalordita: l’albergo dove alloggiava era il più bello che avesse mai visto. Essendo tutto spesato, aveva immaginato che sarebbe stata in un bel posto, ma quello doveva essere l’albergo più prestigioso di Atene. Ovunque c’erano persone vestite con abiti di lusso che si muovevano qua e là, inframmezzate da un altrettanto nutrito numero di facchini. Uno di questi prese la valigia di Anya e la accompagnò alla sua stanza. Anche quella era favolosa: aveva un piccolo salottino con una vista stupenda, un bagnetto e la camera da letto. Anya ci mise un’oretta per sistemarsi e riscendere. D’altronde, non sapendo quanto sarebbe dovuta rimanere, non si era portata molto.

L’energumeno vestito di nero la fece salire di nuovo sulla limo e la accompagnò al teatro. Quando entrarono percorsero un lungo corridoio adibito ai camerini degli attori. In quell’occasione erano quasi tutti vuoti, fatta eccezione per quelli che occupavano Jesse, le due coriste e la band. Alla fine del corridoio si aprivano il retro del palco, le quinte e infine il palcoscenico vero e proprio. Anya si aspettava di sentire le familiari note delle canzoni di Jesse, visto che stavano facendo le prove, ma rimase delusa. Infatti, un gran numero di persone si aggiravano affannosamente per il palco spostando cavi, provando luci, mentre Jesse stava parlando dietro le quinte con un tizio vestito di viola. Anya non sapeva cosa fare: sarebbe dovuta andare da lui? E poi cosa avrebbe fatto? Stava cominciando a provare qualche battuta da dire, quando il gigante accanto a lei chiamò a gran voce Jesse e il tipo che stava con lui, facendoli avvicinare. Il momento della verità era arrivato… sarebbe resistita? Non sapeva ancora cosa dire che il tipo vestito di viola disse:

-         Salve Bob! Allora, questa deve essere la ragazza romana. Come sta signorina? – si rivolse a lei

-         Bene grazie- rispose nervosamente Anya. Bè, non era poi così difficile!

Il nervosismo si stava placando, ma il tipo in viola pensò bene di farlo tornare, e di aggiungerci l’imbarazzo, dicendo:

-         E Brad Pitt come sta? Spero che il vostro sia un matrimonio felice!-

Con quella frase Anya capì che lo stravagante tipo in viola altri non era che il manager di Jesse. Ovviamente alludeva alla prima telefonata che le aveva fatto dopo lo scambio dei telefoni, e Anya non sapeva cosa rispondere. Provò a dire qualcosa, ma fu interrotta da Jesse:

-         Hank lasciala stare! Non poteva sapere chi eri, è logico che ha pensato allo scherzo!- poi anche lui si rivolse ad Anya- Scusalo è un matto incurabile! Ti dico solo una cosa: guarda i suoi vestiti!-

Anya si mise a ridere e riuscì a cancellare la tensione. Nonostante si trovasse di nuovo davanti al suo idolo, lui era riuscito(sicuramente meglio della prima volta) a metterla subito a suo agio. Hank trovò da ridire sulla battuta di Jesse, ma comunque il momento di ilarità passò subito.

-         Ah, vedo che hai conosciuto Bob!- disse Jesse

-         Si, è venuto lui a prendermi all’aeroporto e mi ha anche accompagnata all’albergo- rispose Anya.

-         Con lui sei in buone mani, è la mia migliore guardia del corpo!-

Ecco spiegato il motivo della sua “loquacità” e dei suoi modi.

-         Bè bando alle ciance- disse Hank- Mi scusi signorina, ma andiamo un po’ di fretta. Il cellulare del sig. McCartney?-

Anya si mise la mano in tasca e ne tirò fuori il telefono. La stessa cosa fece Jesse, e se li scambiarono. Poi Hank cominciò a blaterare sul fatto che stavano perdendo tempo e che sarebbero dovuti tornare subito a lavoro, altrimenti non sarebbero stati pronti in tempo. La ragazza fece per voltarsi ed andarsene, ma Jesse la fermò:

-         Aspetta…Anya, se non ricordo male!-

Lei fece un sorriso: una rock-star internazionale, la SUA rock-star, si ricordava il suo nome.

-         Visto che sei venuta fino a qui, perché non resti? Puoi assistere alle prove!-

-         Io… volentieri grazie!-

Si andò a sistemare in platea, ovviamente in prima fila, aspettando che il bel biondino cominciasse a cantare. Il tempo passava, Jesse non cantava e Anya si era stancata di vedere tecnici vari fare avanti e indietro. Non riusciva a capire cosa stava accadendo. Perché non provava? Vide Jesse parlare con alcune persone, dopodiché scese le scalette del palco e raggiunse Anya in platea.

-         Ti dispiace se mi siedo qui?- le chiese

-         No, assolutamente!-

-         Mi dispiace che devi aspettare, ma a quanto pare ci sono dei problemi a livello tecnico-

Aveva appena finito di parlare che Hank li raggiunse

-         Jesse sono desolato, ma il concerto non ci può essere stasera!-

-         Perché?- chiese incuriosito il ragazzo

-         Bè non ci ho capito niente, ma a quanto sembra i tecnici dicono che ci sono dei problemi con lo spazio e l’acustica, quindi gli serve più tempo per preparare bene tutto.-

-         Quanto tempo di preciso?-

-         Un paio di giorni…-

-         Va bene, non è un problema! Vorrà dire che questa volta girerò un po’ la città prima del concerto! Ehi ho un idea! Anya, tu quanto tempo devi rimanere qui?-

-         Bè, veramente non lo so!- Anya era un po’ spiazzata da quella domanda. Non si aspettava di essere tirata in bello in quella conversazione. Rispose Hank per lei:

-         Le ho prenotato l’albergo per tre giorni-

-         Ottimo! Che ne diresti di visitare Atene insieme in questo lasso di tempo? Non sarai venuta qui per riportarmi il cellulare e basta!- disse Jesse

-         No certo, avevo intenzione di girare un po’ Atene.. ma sei sicuro che vuoi che ti accompagni? In fin dei conti… non ci conosciamo molto!-

Anya era stupita di se stessa: era incredibile come stava riuscendo a far sembrare tutto una cosa normale! In cuor suo era al settimo cielo per la proposta di Jesse, e ancora non riusciva a capacitarsi di come non gli era saltato al collo per quanto era bello! E lui, altrettanto normalmente di lei, disse:

-         Bè sai, fino ad ora tutte le città che ho toccato con il mio tour le ho dovute visitare da solo, e per quanto potevano essere belle, dopo un po’ mi annoiavo e mi sentivo anche un po’ triste! Se andiamo insieme ci faremo compagnia e avremo tutto il tempo di conoscerci! Che ne dici? Ti va?-

Se le andava??? Ma cero che si!!!!! Un’occasione così non se la sarebbe lasciata sfuggire per niente al mondo. Lui e lei da soli in giro per Atene… sembrava un sogno! Anche se avrebbe voluto urlare per la gioia, mantenne un certo contegno:

-         Ok si, va bene!- disse e gli fece un sorriso

-         Perfetto!- fece Jesse e le sorrise di rimando.

Tra gli sguardi un po’ ambigui e preoccupati di Hank, i due giovani si diedero l’appuntamento per il giorno successivo, tornarono all’albergo(che era lo stesso) e andarono ognuno nella propria stanza.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** A spasso per Atene ***


Capitolo 5: A spasso per Atene

La mattina successiva Anya si svegliò verso le otto. L’appuntamento con Jesse era solo verso le dieci, ma voleva avere abbastanza tempo per prepararsi come si deve. Si fece una doccia e affrontò l’eterno dilemma che affligge tutte le ragazze ogni mattina: come si sarebbe vestita? Anya si era portata dei vestiti comodi e freschi per visitare Atene di giorno, ma non aveva di certo potuto immaginare che lo avrebbe fatto in compagnia di Jesse McCartney! Si diresse verso l’enorme finestra del salone, l’aprì e uscì sul balconcino: era una bellissima giornata e il sole picchiava forte. Vestirsi elaborata era fuori discussione, si sarebbe squagliata in pochi minuti; poteva mettersi la gonna, ma la prospettiva di scarpinare tra i sassi dovendo far attenzione che quella non si alzasse non era molto allettante. Ci pensò ancora per dieci minuti, poi finalmente decise: avrebbe indossato dei calzoncini corti e una canottierina, proprio come aveva deciso a Roma. In fondo, aveva pensato, il loro non era un appuntamento galante, Jesse voleva solo visitare la città, quindi non c’era bisogno di agghindarsi più di tanto. Per di più non voleva dare l’impressione di “scodinzolargli” dietro, Jesse ne doveva avere fin sopra la testa di gallinelle stupide che cercavano di fare colpo su di lui. Scelse comunque l’abbinamento più carino, si mise un filo di trucco e si legò bene i capelli: se c’era una cosa che non sopportava era il calore che facevano i capelli sulle spalle nelle calde giornate estive. Anya guardò l’orologio: mancavano dieci minuti alle dieci. Dalla valigia tirò fuori un piccolo zainetto, in cui mise tutto ciò che le sarebbe servito per la “gita”, e scese giù nell’atrio, dove si doveva incontrare con Jesse. Il ragazzo la stava già aspettando vicino la reception. Anche lui aveva optato per un abbigliamento casual, indossando dei semplici pantaloni a tre quarti e una t-shirt. Anya gli si avvicinò e lo salutò. Lui rispose calorosamente e disse:

-         Ehi, sembri proprio la classica turista!-

-         Bè siamo qui per questo no?- rise lei

-         Si hai ragione! Andiamo!-

Uscirono dall’Hotel e per prima cosa visitarono il centro della città, che era proprio lì vicino. Passeggiando per il corso videro moltissimi negozi e intanto parlavano. Anya gli raccontò della sua famiglia, della scuola e di come fosse una vita normale da 17enne. Jesse era molto interessato alle sue parole. Infatti, come lui stesso raccontò alla ragazza, lui era entrato nel mondo dello spettacolo da piccolo, facendo l’attore. In seguito aveva fatto parte di una band ed ora, a soli 19 anni, era un cantante solista affermato e recitava anche nel telefilm “Summerland”. Non aveva mai avuto una vita normale e in cuor suo invidiava un po’ Anya. Essendo Jesse il suo idolo, lei ovviamente sapeva già queste cose, ma non glielo fece notare. Era felice che il biondino si stesse aprendo con lei e ormai non provava neanche più imbarazzo. Anzi, si trovava talmente a suo agio che, se non fosse stato per alcune ragazzine che corsero verso Jesse urlando per chiedergli l’autografo, si era quasi scordata di essere in compagnia di una rock-star internazionale.

Dal centro della città si spostarono nella periferia, dirigendosi verso la collina dove sorgeva il Partenone. Il monumento antico era imponente e sovrastava tutta la città. Fecero non poca fatica per arrampicarsi fino a su(Anya si congratulò con se stessa per la scelta dei vestiti), finché non si trovarono proprio davanti l’ingresso. Sia Anya che Jesse erano affascinati da quella visione.

-         è bellissimo vero?- disse Jesse

-         Splendido- confermò Anya

-         Sai, uno dei rimpianti che ho è di non aver potuto studiare Storia dell’arte a scuola-

-         Davvero?- Anya era sorpresa- Io l’ho cominciata proprio quest’anno! Se vuoi posso farti da guida e parlarti un po’ di questa meraviglia!-

Anya stava scherzando, ma Jesse la prese sul serio:

-         Lo faresti? Mi piacerebbe molto!-

-         Cosa?! No dai, stavo giocando!-

-         Io no! Per favore…- e assunse l’espressione del bambino che supplica.

Anya non riuscì a resistere e scoppiò a ridere. Anche Jesse rise e chi li vedeva da lontano poteva pensare che fossero una coppia. Alla fine Anya si calmò e alternando una frase seria ad un sorriso parlò a Jesse del Partenone, dicendogli tutto quello che riusciva a ricordarsi. Mentre Anya parlava, Jesse la ascoltava e la osservava contemporaneamente. Era completamente stupito da quella ragazza. Sapeva che era una sua fan, l’aveva capito dalla sua espressione la prima volta che si erano incontrati, ma non si comportava come tale(per esempio non gli aveva chiesto l’autografo) e di questo le era grato. Nonostante l’avesse appena conosciuta si trovava bene con lei e sentiva di poterle parlare liberamente. Jesse non vedeva i suoi vecchi amici da tanto tempo e gli mancavano molto, ma in compagnia di Anya riusciva a dimenticarsene.

Il resto della giornata passò in fretta. Mangiarono dei panini seduti su un prato, continuando a ridere e scherzare. L’autista di Jesse, poi, fece fare ai ragazzi un giro completo di tutta la città, passando per le vie e le piazze più famose, e fermandosi ogni volta che uno dei due vedeva un bel negozio. Comprarono entrambi molte cartoline e si divertirono pensando a cosa scrivere su ognuna di esse che non fosse uguale. Anya comprò un regalo per Matteo: un braccialetto fatto di fili colorati che formavano la scritta “Ti voglio bene” in greco.

Erano ormai le sette di sera e l’autista si diresse verso il loro albergo. Prima di andare ognuno nella propria stanza Jesse chiese ad Anya:

-         Domani ti va di andare al mare? Potremmo affittare una barca e accostarci ad uno degli isolotti che circondano la costa-

-         Mi piacerebbe, si! Però… ecco vedi io non mi sono portata molto denaro, perché Hank mi aveva detto che era tutto spesato e…- ed ecco di nuovo l’imbarazzo.

-         Ma scherzi! Tu non devi tirar fuori un soldo! Penso io alla barca, tu pensa al costume, all’asciugamano e alla tintarella!-

Sfoggiando uno dei suoi migliori sorrisi Anya ringraziò Jesse. Si misero di nuovo d’accordo per l’orario del giorno seguente, poi si divisero. Anya salì nella sua stanza e appena entrò si buttò sul letto. Era esausta, ma contenta: aveva passato una delle più belle giornate della sua vita. Prima di chiamare il servizio in camera per la cena(era troppo stanca per cambiarsi e scendere di sotto), prese il telefono e chiamò Noemi, raccontandole tutte le splendide cose che erano successe.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Tutti al mare!! ***


Capitolo 6: Tutti al mare!

Le luci del palcoscenico erano tutte accese, la musica era pronta, le coriste erano in posizione, mancava solo una cosa… Anastasia, in tutta la sua bellezza, salì sul palco. Lo scroscio di applausi e le urla dei fans erano incontenibili. La musica partì e Anya cominciò a cantare la sua canzone, incantando tutti con la sua splendida voce. Trasportata dalla musica, chiuse anche gli occhi. Il pubblico cominciò a tirale rose rosse e lei era al settimo cielo… niente avrebbe potuto interrompere quel momento….

TOC TOC!

Le luci sparirono, le voci si affievolirono e un fastidioso rumore accompagnato da una luce penetrante presero il loro posto.

TOC TOC!

Di nuovo quel rumore! Cosa stava succedendo?! Irritata Anya si guardò alle spalle e contemporaneamente riaprì gli occhi: la sua camera dell’albergo di Atene si materializzò davanti a lei. La luce penetrante che aveva preso il posto dei riflettori non era altro che la luce del sole e il suono che sentiva era qualcuno che bussava alla porta. “Oh.. era solo un sogno”pensò tristemente la ragazza. Si girò nel letto e guardò la sveglia: erano le nove. Il suo cervello cominciò a ronzare… c’era qualcosa che non andava… ma cos’era..?

La persona fuori la porta bussò una terza volta, distogliendo Anya dai suoi pensieri. Non riuscendo a ricordare cosa le mancasse decise che intanto sarebbe andata ad aprire la porta. Si avviò verso il salottino con il pigiama, pensando si trattasse solo di un cameriere, aprì e si trovò davanti Jesse.

Il ricordo del loro appuntamento delle otto per andare al mare la colpì come una bastonata in pieno viso. Ecco cos’era!! La sera prima si era dimenticata di regolare la sveglia e aveva fatto tardi all’incontro! Non vedendola arrivare Jesse doveva essere venuto davanti la porta della sua stanza per vedere se era tutto ok. Come sempre Jesse sorrideva e, scrutandola da capo a piedi, le disse:

-         Forse, ho scelto un brutto momento?-

Anya gli stava  per rispondere “Perché?”, quando realizzò di essere in pigiama, senza trucco e con tutti i capelli arruffati. “OH MIO DIO!!!!!”, voleva piangere. No davvero, se non fosse stato per il fatto che mettersi a piangere avrebbe solo rovinato ancora di più la situazione, l’avrebbe fatto sul serio. Si passò velocemente le mani nei capelli, giusto per abbassare le ciocche più ribelli, e cercando di sorridere disse imbarazzata:

-         Oh... ehm… Ciao! S-scusa ma...ehm....la sveglia, ecco, non ha suonato!-

-         No… scusa tu! é che non ti ho vista scendere e mi stavo preoccupando!-

Anche il tono di Jesse era imbarazzato, ma si vedeva benissimo che stava tentando di nascondere una risata. Anya doveva assolutamente andare a sistemarsi, così gli disse:

-         Vieni accomodati. Io faccio una volata in bagno e giuro che tra dieci minuti massimo andiamo via!-

Lo fece entrare, prese di corsa la sua borsa e si rifugiò in bagno. Facendo più velocemente di come non aveva mai fatto in vita sua si diede una sistemata: si vestì, si truccò e si pettinò. Prima di andare via prese l’occorrente per la spiaggia che si era portata, e intanto si scusava di nuovo con Jesse per il ritardo. Lui però disse che non c’era nessun problema, tanto la barca l’aveva prenotata per tutta la giornata.

Per arrivare al piccolo molo sulla costa della penisola presero la limousine di Jesse. In seguito, Bob li aiutò a caricare il loro bagaglio sulla piccola imbarcazione e un piccolo marinaio anziano che stava lì(il proprietario della barca) spiegò ai ragazzi come si manovrava. Quando tutto fu pronto, partirono. Non potevano allontanarsi molto, così si fermarono al primo isolotto con un po’ di spiaggia che trovarono. Anya sistemò gli asciugamani, poi andarono subito a tuffarsi. L’acqua era splendida, trasparente e molto bassa. Sia Jesse che Anya sapevano nuotare molto bene, ma comunque non si spinsero molto a largo. Si divertirono a schizzarsi addosso e Jesse fece anche prendere uno spavento terribile ad Anya strisciandosi, mentre era sott’acqua, contro le sue gambe. Credendo che fosse un pesce o qualcosa di peggio, la ragazza urlò e fece per uscire dall’acqua. Quando invece il biondino riemerse ridendo a crepapelle, lei rientrò e lo inseguì per tutto il bagniasgiuga, cercando di affogarlo. Quando furono stanchi abbastanza da non poter più muovere un muscolo andarono a sdraiarsi sugli asciugamani.

Il sole picchiava duro e nessuno dei due voleva rischiare un’insolazione, specialmente Jesse che, solo il giorno seguente, avrebbe dovuto fare un concerto. Entrambi si spalmarono la protezione, ed entrambi si trovarono in una situazione imbarazzante quando arrivò il momento della schiena. Alla fine, superando la tensione, decisero di aiutarsi a vicenda. Per prima toccò ad Anya. Mentre Jesse le spalmava delicatamente la crema, lei sentì un brivido correrle lungo la schiena. Inizialmente lo attribuì al fatto che un cantante famoso, che in più lei adorava, la stava “accarezzando”. Poi però pensò che in questi due giorni passati con lui, il fatto che quel ragazzo fosse Jesse McCartney non le aveva attraversato il cervello neanche una volta. Era stata in compagnia di un ragazzo spiritoso, allegro, bello(ovviamente!) ed era stata benissimo. Forse… cercò di scacciare un pensiero che le venne in mente, ma senza tanti risultati. Infine, accettò la realtà: si stava innamorando di lui.

Jesse finì il suo compito e venne il suo turno per essere “incremato”.

Anya gli massaggiò dolcemente la schiena mentre faceva il suo lavoro e Jesse provò a sua volta lo stesso brivido lungo la schiena. Come poteva essere? Era una bella giornata! Ma il ragazzo non era stupido. Abbandonò subito la scusa del tempo e capì che il brivido era stato provocato da Anya. Più era il tempo che passava con lei, più Jesse si rendeva conto che quella ragazza aveva un qualcosa di speciale che lo attirava come una calamita. Non era solo un fatto di bellezza fisica; certo, per lui Anya era una bellissima ragazza, ma quando quella mattina l’aveva vista tutta scarmigliata non era indietreggiato. Anzi, gli aveva fatto una tenerezza incredibile. Stare con lei lo faceva star bene, gli faceva dimenticare di essere una persona famosa, sempre assediato da fans e fotografi, e credeva di essere una persona qualunque. Pensò alle tante risate che si erano fatti in questi giorni e realizzò solo in quel momento che dal giorno seguente non l’avrebbe più vista. “Non rivedrò più il suo sorriso…non sentirò più le sue risate..”, una tristezza incredibile lo invase e grazie a questa arrivò alla stessa conclusione a cui era arrivata Anya: si stava innamorando di lei.

Ben presto comunque entrambi furono pronti per prendere una bella abbronzatura, così si chiusero ognuno in se stesso. Anya tirò fuori dalla borsa il suo fidato i-pod, si mise entrambe le cuffiette e si abbandonò alla musica, cullata dalle dolci note familiari delle sue canzoni preferite.

Passò all’incirca un’oretta, poi Jesse si alzò e disse ad Anya che andava a fare un giro dell’isola, era stanco di stare sdraiato. La ragazza rispose che per lei non c’era problema, tanto lei sarebbe rimasta lì a prendere il sole. La musica andava e Anya perse la concezione del tempo.

 

Tornando verso il loro angoletto, Jesse notò che Anya era distesa sull’asciugamano con le cuffiette nelle orecchie e gli occhi chiusi; pensando che non la sentisse nessuno, stava canticchiando una canzone. Senza farsi sentire si sedette sul suo asciugamano, che stava accanto a quello di Anya, e si mise ad ascoltare. Non aveva mai sentito quella canzone, ma capì dal ritmo e dalle parole che doveva essere una canzone d’amore. Anya, completamente ignara di tutto, continuava a cantare:

 

Anytime you need love baby I’m on your side

Just let me be the one I can make it alright

Anytime you need love baby you’re in my heart

I can make it alright....

 

Nonostante la ragazza stesse appena sussurrando, Jesse notò che aveva una voce molto bella ed era anche piuttosto intonata. Non voleva interromperla, ma si rese conto che la scena era un po’ comica e si lasciò sfuggire una risatina… Risatina che ovviamente non sfuggì ad Anya. Infatti, quando si rese conto che il bel biondino la stava ascoltando, e stava anche RIDENDO, si tirò su velocemente, si tolse le cuffiette e, con il viso di una delicata sfumatura color peperone, esclamò:

-         Oddio che figura!!!!….- si coprì il viso con le mani- ….Scusa non sapevo che eri tornato altrimenti non avrei…-

-         Non avresti cosa? –

-         Bè… non mi sarei messa a cantare! Devo averti perforato le orecchie non è vero?-

Altra risatina da parte sua:

-         No perché dici così! –

-         Ma dai…. Mamma mia sorpresa a canticchiare da Jesse McCartney… bene ora posso anche sparire dalla circolazione!-

-         Piantala. Guarda che invece ho notato che canti piuttosto bene-

Jesse rideva, ma aveva un tono serio.

-         Dici così solo per non far diventare enorme la già grandissima figuraccia che ho fatto!-

Anya si tolse le mani dal viso e lo guardò: era veramente bellissimo. La ragazza si aspettava di vederlo ridere, dato che la stava prendendo in giro, ma si accorse che gli occhi di Jesse stavano brillando. Rimase catturata dalla magneticità di quello sguardo, finché lui non la riscosse dicendo:

-         Non sto scherzando giuro! E per dimostrartelo domani mattina verrai con me in sala prove e ti farò cantare quella canzone ad un microfono vero!-

-         COSA????!!!!!! No scusa, a te il mare fa male! E tu credi davvero che io mi metta a cantare davanti a tutti i tuoi amici  in sala prove??!!!- Anya era letteralmente scioccata.

-         Allora prima di tutto non sono i miei amici ma lo staff acustico, e poi non ci sarà nessuno! Arriveremo lì con un po’ di anticipo così potrai cantare liberamente! Ti ascolterò solo io!-

“E’ proprio questo il problema!!” pensò Anya. Poi però un’ immagine cominciò a farsi strada nella sua mente: Lei..sul palco…mentre cantava la sua canzone d’amore…lui che la ascoltava rapito dal suo canto…Quante volte nei suoi sogni più sfrenati aveva vissuto questa cosa? Ora finalmente avrebbe potuto farla avverare! Lo guardò di nuovo: come si fa a dire no a Jesse McCartney? La ragazza sospirò, si fece coraggio e alla fine disse:

-         E va bene, ma mi devi promettere che non mi ascolterà nessuno!-

-         Parola di lupetto!- risero entrambi- Senti dimmi una cosa, cos’era che stavi cantando?- chiese Jesse incuriosito.

-         E’ una canzone di Kelly Clarkson, si chiama Anytime- rispose Anya- La conosci?-

-         No non l’ho mai sentita, però mi piace!-

-         Secondo me è una delle 4 canzoni d’amore più belle che esistano.-

-         Davvero?- Jesse fece un sorriso- E quali sarebbero le altre tre?-

-         “You and me” dei Lifehouse, “I’ll be” di Edwin McCaine e..

Anya arrossì e non riuscì ad andare avanti.

-         Cosa c’è?- chiese il ragazzo

-         Ti giuro che non lo sto dicendo perché tu sei qui ma perché lo penso davvero!-

-         Ok, ma che cosa?- La curiosità si stava impadronendo di Jesse.

-         L’ultima canzone è “Becouse you live”…-

Anya pensava che ora Jesse non le avrebbe più palato come una vera amica, ma l’avrebbe solo considerata una delle sue tante fans. Non sapeva però che si sbagliava di grosso. Jesse infatti reagì in una maniera a dir poco inaspettata: diventò tutto rosso, abbassò lo sguardo e in un tono molto imbarazzato ringraziò Anya. Anya non si aspettava di certo una reazione del genere e per non rovinare la situazione si affrettò a cambiare discorso:

-         Ehm… le conosci le altre canzoni?-

Jesse rialzò la testa e facendo tornare a risplendere il sorriso sul suo bel viso, rispose:

-         “I’ll be” si, perché faceva parte della colonna sonora di “Cinderella Story” insieme alla mia “Beautiful soul” e sono assolutamente d’accordo con te, è una canzone d’amore stupenda. L’altra però non l’ho mai sentita.-

-         Ce l’ho qui sull’ i-pod se ti interessa!- Anche Anya sorrise, contenta di essere uscita da quella situazione imbarazzante.

-         Oh si mi piacerebbe!-

Anya fece per allungare una cuffietta a Jesse, che le stava seduto di fronte, ma il filo era troppo corto. Allora disse al bel cantante che si sarebbe dovuto avvicinare con il suo asciugamano, altrimenti non avrebbe potuto sentire un bel niente. Jesse però non seguì il consiglio, anzi, si alzò in piedi e si rimise seduto sull’asciugamano di Anya, ad appena due centimetri da lei. In questo modo, disse, non avrebbero avuto problemi né con le cuffie né con la schiena. 

Una nuova sensazione che non aveva mai provato prima si impadronì della ragazza. Cercando di non pensarci, prese le cuffiette e ne mise una nell’orecchio di Jesse. L’operazione risultò più difficile del previsto e il ragazzo, ridendo, prese anche lui in mano la cuffia e insieme tentarono di sistemarla. Le loro mani si sfiorarono più volte, ma anche se l’imbarazzo di entrambi parlava più di mille parole, nessuno dei due voleva far capire all’altro cosa stava provando. Anya fece partire la canzone e le note magiche risuonarono nelle loro orecchie. Jesse fece molta attenzione alle parole e concordò con Anya: era veramente una canzone d’amore molto bella. Per un attimo immaginò quelle note accompagnate dalla visione della bella ragazza romana e si lasciò sfuggire un sorriso. Anya provò a chiedergli cos’era che l’avesse fatto ridere, ma Jesse deviò il discorso. La canzone finì ma, distratti dalla conversazione, nessuno dei due si tolse la cuffia. Ad un tratto una canzone familiare ad entrambi prese il posto di”You and me”. “Why don’t you kiss her”, una delle canzoni del cd di Jesse, suonò le sue note e per un momento Jesse rise. Era strano stare seduto sulla sabbia vicino ad Anya e sentire nella testa la sua canzone. Anya si scusò imbarazzata:

-         Oh… mi ero dimenticata che dopo veniva questa! Mi dispiace se vuoi la levo!-

-         No, non fa niente! È strano ma mi piace!-

Continuando a sorridere ascoltarono la lenta melodia. Superando l’imbarazzo, Jesse alzò gli occhi e li fissò in quelli verdi di Anya. Una sensazione di pace lo pervase… non voleva lasciare quella ragazza. Sentiva che doveva fare qualcosa. Dal canto suo Anya era tra le nuvole. Dal momento in cui Jesse aveva cominciato a guardarla negli occhi, aveva sentito un’ondata di calore attraversarle tutto il corpo. Anya si sentiva un po’ strana: aveva già avuto dei fidanzati, ma con nessuno di loro si era sentita nello stesso modo in cui si sentiva in compagnia di Jesse.

Quando arrivò il ritornello le parole che Jesse conosceva bene sembravano rispecchiare esattamente quello che sentiva in quel momento:

 

A voice here inside my head

Softly says

Why don’t you kiss her?

Why don’t you tell her?

Why don’t you let her see the feelings that you hide

Couse she’ll never know

If you never show

The way you feel inside.

 

Il momento era magico. Tutti e due volevano la stessa cosa, ma nessuno dei due aveva il coraggio di ammetterlo. La forza della musica trasportò via dalla loro mente i dubbi e le incertezze e mosse i loro sentimenti. Jesse si fece coraggio e cominciò ad avvicinare il suo viso a quello di Anya. La ragazza capì che Jesse voleva baciarla e non si tirò indietro. Le loro labbra stavano per toccarsi e… la musica si interrupe di colpo. Il momento tornò bruscamente alla realtà e nonostante fossero ormai a pochi millimetri di distanza, tutti e due si ritrassero per vedere cos’era accaduto. La spiegazione era molto semplice: erano finite le batterie dell’i-pod. Si guardarono di nuovo e realizzarono che si erano quasi baciati. Non sapendo cosa fare Anya sorrise e Jesse la assecondò. In un attimo cominciarono a ridere proprio come avevano fatto fino a quel momento. La situazione si riprese e il resto della giornata passò come se niente fosse.

 

Verso sera tornarono alla barca e mentre si dirigevano verso la costa, dove li stava aspettando Bob, Jesse chiese ad Anya:

-         Senti… stasera ti va di cenare fuori? No perché stavo pensando che tu domani te ne vai e… mi piacerebbe passare con te queste ultime ore…se tu vuoi…-

Anya non aveva mai visto Jesse così nervoso. Anche lei lo era, ma la felicità per quello che stava accadendo era mille volte più forte.

-         Mi piacerebbe molto..- disse in un tono dolcissimo

Sorridendo, Jesse le sfiorò delicatamente la mano e la lasciò andare solo quando arrivò il momento di attraccare.

 

                              **********************************************

 

Anya era di nuovo in albergo. Erano tornati per potersi cambiare prima di andare a cena. Mentre parlava a telefono con Noemi, raccontandole le novità, scelse di indossare lo stesso vestito che aveva durante il concerto di Jesse a Roma. Questo particolare evitò di dirlo al ragazzo! Muovendosi con molta grazia si diresse verso la reception, ormai divenuta il loro punto d’incontro abituale. Questa volta Jesse non era ancora arrivato, ma lo dovette aspettare solo pochi minuti. Indossava dei jeans scuri e una camicetta bianca e quando vide Anya sfoggiò il suo bellissimo sorriso. Lei gli sorrise di rimando e insieme si diressero verso la limousine.

Il ristorante si trovava in un punto caratteristico della città, con tutti i tavoli all’aperto. Cenarono in piena tranquillità, un po’ parlando un po’ semplicemente guardandosi.

Finito di cenare fecero una passeggiata lì intorno, scoprendo una piccola collinetta che, alzandosi, mostrava metà Atene immersa nelle luci dei lampioni. L’atmosfera era molto romantica. Si aggiunse poi un violino che suonava dalla finestra di un locale lì vicino e Jesse non resistette più. Gettando al vento ogni cattivo pensiero prese Anya per le mani e cominciarono a ballare.

Anya non aveva mai vissuto un’esperienza come quella. E ormai non aveva nessun dubbio: era totalmente, perdutamente innamorata di lui. Si guardarono di nuovo negli occhi e si persero ognuno nell’immensità dell’altro. Jesse non poteva più stare senza di lei e sentiva che se non l’avesse baciata subito non l’avrebbe fatto mai più. Questa volta non c’erano batterie che si potevano scaricare, ma anche se il violino avesse smesso di suonare, loro non si sarebbero fermati. Non era la musica che li guidava, ma l’amore. Un amore che nessuno dei due aveva mai provato prima d’ora e che non li avrebbe mai divisi. Dolcemente Jesse sfiorò le labbra di Anya e ben presto tutto intorno a loro svanì. Si baciarono a lungo, dimenticandosi di tutto il resto.

 

 

 

 

 

 

Ciao! Questo è decisamente il mio capitolo preferito! ^__^ Volevo ringraziare Avalon, Katie 93 e Hilary92 per le recensioni che mi hanno lasciato…GRAZIE!!! Non immaginate quanto sia gratificante!! Saluto anche chi magari ha solo letto la mia storia senza recensire, ma se mi lasciaste un commentino mi fareste molto felice!! ^__^

Baci virtuali a tutti da Atena89

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** La prova ***


Capitolo 7: La prova

Tornare in albergo fu come viaggiare su una nuvola. Anya si sentiva leggerissima e non la smetteva di sorridere. Non riusciva a vedere il brutto in niente, neanche se l’avesse voluto. Che bello essere innamorati! Non voleva tornare a casa… voleva stare vicino al suo innamorato.

Jesse era contentissimo. Neanche tutta la sua fama, tutte le sue fans e lo strabiliante successo del suo primo disco potevano eguagliare la felicità che provava in quel momento. Da quando erano scesi dalla collina non aveva lasciato la mano di Anya per un momento e, ogni qualvolta ne aveva la possibilità, la teneva stretta. Jesse adorava stare con lei e avrebbe rinunciato a tutto pur di non lasciarla andare.

Mentre la limousine li riportava indietro a Jesse venne di nuovo in mente una cosa: l’indomani sera, dopo il concerto, Anya doveva partire. Sarebbe tornata a Roma e vederla sarebbe diventato praticamente impossibile. L’incredibile sensazione che aveva provato da quando l’aveva baciata svanì così rapidamente che gli sembrò fosse stata risucchiata via. In un lampo, il sorriso svanì dalle sue labbra e una forte tristezza lo invase. Forse per la prima volta in due ore, lasciò la mano di Anya e si chiuse in se stesso. La ragazza si accorse di questo cambiamento e dolcemente gli chiese:

-         Ehi… che cos’hai?-

-         Niente…- Jesse non la stava guardando: teneva gli occhi bassi.

-         Non è una faccia da niente quella! Ti prego dimmelo…- e gli accarezzò dolcemente il viso.

Già di per se una persona innamorata non può resistere alle suppliche della sua dolce metà, figuriamoci se questa lo accarezza! Socchiudendo leggermente gli occhi per assaporare meglio quel tocco Jesse rinunciò alla battaglia e confessò:

-         è che… tu domani te ne vai e… e io non ti vedrò più….-

Anya non aveva pensato a questa cosa. Certo, sapeva che prima o poi sarebbe dovuta partire, ma non immaginava che il giorno fatidico fosse così vicino. Talmente tanto era stata presa da Jesse che l’aveva completamente dimenticato. Lì per lì si rattristò anche lei, ma poi si ricordò di una cosa:

-         Bè ma domani potremmo stare ancora insieme. Non sei stato tu a chiedermi di cantare una certa canzone alle tue prove?- il tono di Anya era leggermente malizioso.

-         È vero lo avevo scordato!-

Il pensiero di poter passare ancora un po’ di tempo con lei rincuorò un po’ Jesse; o almeno lo distrasse momentaneamente! Contenta che lui avesse ripreso a sorridere, Anya si accoccolò sul suo petto e lui le passò un braccio intorno alla vita. Rimasero così per tutto il resto della strada.

Quando arrivarono all’hotel, Jesse baciò Anya sulla fronte, poi andò nella sua stanza. Camminando quasi a un metro dal suolo Anya andò nella sua e pensò che non voleva niente di meglio dalla vita.

                              

 

                                *********************************************

 

Per la seconda volta in tre giorni Anya entrò di nuovo nel teatro principale di Atene. Questa volta però l’atmosfera era diversa: non c’era nessun tecnico che le girava attorno trasportando cavi, e nessuno stava provando le luci o gli strumenti. Tutt’altro, nell’aria aleggiava uno strano silenzio e se non ci fosse stato Jesse al suo fianco, Anya avrebbe avuto un po’ di paura. Camminando piano, il ragazzo la portò fino al pannello elettrico e accese le luci. Man mano che il biondo alzava le piccole leve, i riflettori sul soffitto si accesero, illuminando a giorno l’intero palcoscenico. Jesse chiese ad Anya il cd sul quale si trovava “Anytime”, la canzone che la bella romana aveva cantato sulla spiaggia; poi si diresse verso la consolle per inserire il disco e far partire la musica, facendo attenzione però ad eliminare la voce: si doveva sentire Anya cantare, non Kelly Clarkson. Mentre lui trafficava con quelle cose tecniche, Anya rimase stupita dalla sua abilità, che di certo aveva acquisito lavorando sempre a stretto contatto con i suoi collaboratori.

Tutto era pronto, ma Jesse, prima di scendere in platea e lasciare ad Anya il suo spazio, le si avvicinò e disse:

-         Ok, ora rilassati. Come puoi vedere non c’è nessuno qui a parte me, quindi stai tranquilla. Non pensare a niente, pensa solo a cantare... Canta per me.-

Le sfiorò le labbra con un bacio e scese in platea. In attesa che partisse la musica, Anya non poté fare a meno di notare una cosa: Jesse si era andato a mettere seduto esattamente dove si era seduta lei il giorno in cui era arrivata. Lì avevano parlato “veramente” per la prima volta e, soprattutto, avevano saputo del rinvio del concerto. Proprio lì Jesse le aveva chiesto di passare quei giorni insieme e si erano potuti conoscere. Il romanticismo di quel ragazzo era incredibile!

Sorridendo appena Anya si preparò ad affrontare quella prova. Il nervosismo era molto e crebbe fino alle stelle con l’iniziare della musica.

No non poteva farcela…. Era troppo… no, non voleva…. Spaventata alzò lo sguardo e il viso di Jesse fu la prima cosa che vide. Era il viso di una persona che credeva in lei, avrebbe mai potuto deluderlo? Guardò nei suoi occhi profondi e un immenso coraggio si diffuse in lei, come se Jesse avesse capito cosa lei stava provando e glielo avesse mandato solo con la forza dello sguardo e dell’amore. Dimenticandosi completamente di tutte le sue paure cominciò a cantare, accompagnando la musica con la sua splendida voce.

 

Anytime you feel

Like you just can’t hold on

Just hold on to my love

I’ll help you be strong

 

Anya non staccò un attimo gli occhi da Jesse. Cantò la sua canzone d’amore esclusivamente per lui e non ce l’avrebbe mai fatta se lui non fosse stato lì. Vederlo le dava coraggio e gli dedicò ogni singola parola della canzone:

 

Ogni volta che ti senti come se non puoi più farcela

Tieni duro sul mio amore

Io ti aiuterò ad essere forte

 

Era questo quello che provava. E voleva che lui lo sapesse.

Jesse non aveva mai sentito prima d’ora una voce così. Sembrava che ci fosse un angelo a cantare e l’aspetto meraviglioso di Anya sembrava confermarlo. Era completamente catturato dalla sua bravura e sentire quelle parole, quella dichiarazione d’amore, uscire dalle sue labbra in un modo così fantastico, lo fece estraniare dal resto del mondo. Sentiva lo sguardo di Anya su di sé e capì che la ragazza non stava solo cantando una canzone, ma la stava cantando per lui. Le stava esprimendo tutto il suo amore attraverso quella musica. Un moto di affetto smisurato gli scoppiò nel petto e sentì l’impulso irrefrenabile di stringerla, di baciarla, di amarla.

Anya finì la sua canzone sempre più convinta e Jesse era sempre più rapito. Infine, anche l’ultima nota si spense e….. un grande scroscio di applausi si profuse all’interno del teatro. Da dietro le quinte, dall’ultima fila degli spalti e da ogni piccolo anfratto del teatro sbucarono fuori persone. ACCIDENTI!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Totalmente assorta dalla musica, Anya non si era accorta di tutta quella gente! Ma quando era arrivata? E da dove? E, cosa più importante, L’AVEVANO SENTITA CANTARE????????!!!!!!!! La prima sensazione che provò fu rabbia: come aveva potuto Jesse tirarle un tiro così mancino? Aveva promesso che non ci sarebbe stato nessuno! Adirata girò immediatamente lo sguardo su di lui, ma Jesse era stupito quanto lei. Lo sentì chiedere a chiunque gli passasse sotto mano cosa stava facendo lì. Capendo che non era stata colpa sua, la rabbia di Anya cedette il posto all’ormai familiare imbarazzo. Pietrificata, non sapeva cosa fare. Ci pensò la marea di tecnici a distrarla: ogni singola persona che un attimo prima era sbucata fuori dal nulla, ora stava andando da Anya a congratularsi con lei per la sua performance. Perfino Hank le fece i complimenti! La vasta gamma di emozioni che provò nello spazio di un nano secondo terminò bene: dopo stupore, rabbia e imbarazzo ecco la felicità. Felicità per i complimenti, per la riuscita della canzone e per aver finalmente cantato una canzone in pubblico ad un microfono vero. Bè…lei non sapeva della presenza del pubblico, ma era comunque un passo avanti!

Dopo che Anya ebbe ringraziato tutti, e che Jesse ebbe spiegato la situazione ad Hank, i due ragazzi poterono appartarsi un attimo da soli. Abbracciarsi fu la prima cosa che venne in mente a tutti e due. Anya sentiva l’adrenalina scorrere nelle sue vene e, con fare eccitato, raccontò a Jesse tutto quello che aveva provato in quei minuti. Non le importava che lui già lo sapesse (avendo fatto un tour e avendo cantato molte volte dal vivo), voleva dirglielo e sapeva che lui voleva ascoltarla.

Dal canto suo Jesse non faceva che ridere e assecondarla, contento che lei si sentisse così bene. Quando capì che la ragazza era veramente soddisfatta di quello che aveva fatto, sganciò la bomba:

-         Anya devo dirti una cosa importantissima! Hank ti ha sentito cantare e pensa che tu canti molto bene, per questo motivo….ti offre di venire in tour con noi come corista principale!!!!!!-

Ogni muscolo di Anya si bloccò, compreso quello della bocca, che rimase aperta. Incurante del fatto che in quella posizione Jesse le poteva vedere tranquillamente tutta la trachea(e non è proprio un bello spettacolo), si ripeté nella testa le parole del ragazzo: LEI corista principale nel tour mondiale di Jesse McCartney??!! Cominciò a fare dei piccoli respiri affannosi, aprendo sempre di più la bocca in un sorriso:

-         Non mi stai prendendo in giro vero? Ti prego dimmi che non mi stai prendendo in giro!-

-         Te lo giuro!!- disse Jesse ridendo- Pensaci Anya: potrai cantare quando vorrai e davanti a milioni di persone!! Potremmo fare una canzone insieme! Adoro la tua voce e un duetto con te sarebbe il massimo! E poi…-prima di continuare le prese il viso tra le mani- potremmo stare ancora insieme..!-

-         Non vorrei altro dalla vita ma…. Mi devi dare un po’ di tempo. Io… non sto dicendo di no, ma ho bisogno prima di sentire una persona. Puoi aspettare un po’?- Anya era leggermente preoccupata.

-         Certo che posso aspettare..! Fai quello che devi fare, chiama chiunque ti faccia stare bene! Io ti aspetterò qui al teatro, ci sono le mie prove! Ok?-

Jesse non era deluso o arrabbiato, era dolce e innamorato. Stampandogli un veloce bacio sulle labbra Anya corse via, verso l’uscita del teatro. Fermò il primo taxi che passò e si fece portare subito all’albergo. Da lì aveva la possibilità di chiamare Matteo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Ciao Ragazzi!!! Grazie di nuovo a tutti quelli che mi hanno recensito(in particolare Hilary e Sensation), vi voglio bene!!!!! Mi avete reso felicissima e spero che questo nuovo cap vi piaccia! A presto la vostra Ari!^__^

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Decisioni e Indecisioni ***


Capitolo 8: Decisioni e Indecisioni

Durante tutta la corsa in taxi Anya non fece altro che ripensare alla proposta di Jesse. Avrebbe dovuto farlo? Così avrebbe avuto la possibilità di cantare e stare con Jesse allo stesso tempo…. Ma la scuola? E la famiglia? Non ce la faceva da sola a decidere, aveva bisogno di una mano… e sapeva già da chi. Nonostante tutto il bene che le voleva, non voleva chiamare Noemi, perché essendo sua amica e fan di Jesse anche lei, avrebbe consigliato ad Anya sicuramente di partire; non avrebbe considerato il lato negativo della cosa, ma solo quello positivo. Non che Anya volesse sentirsi dire di non partire, figuriamoci! È solo che la decisione era così importante, e le avrebbe cambiato così tanto la vita, che aveva bisogno di un giudizio più obbiettivo. Aveva bisogno di Matteo. Suo fratello, infatti, era l’unica persona in grado di darle il consiglio giusto: le voleva bene e non voleva che le succedesse niente. In questo caso lui avrebbe pensato più a ciò che era giusto per sua sorella, piuttosto che solo alla felicità del momento.

Il taxi raggiunse l’albergo, Anya pagò la corsa e si diresse verso il banco informazioni. Le altre volte che aveva parlato con la famiglia, o con Noemi, Anya l’aveva fatto con il suo cellulare, grazie ad una tariffa speciale. Questa volta però la conversazione sarebbe stata più lunga delle altre, così decise di chiedere se nell’hotel ci fosse un telefono per le chiamate internazionali. Il consierge le indicò una sala apposita per questo genere di chiamate e le disse che il prezzo della telefonata lo avrebbero aggiunto al suo conto. “Ancora meglio!”pensò la ragazza “Il conto lo paga Hank!”. Dovette aspettare una decina di minuti che uno dei telefoni a disposizione si liberasse, poi poté fare la sua chiamata. Le rispose sua madre e perse un paio di minuti per parlare con lei di come stava andando la “vacanza”. Non le disse della richiesta: ci avrebbe pensato più tardi, quando si fosse chiarita le idee anche lei. Finalmente la madre le passò Matteo e, senza neanche aspettare un saluto da parte sua, lei iniziò a dire:

-         Oh, Matti grazie al cielo! Devo dirti una cosa di vitale importanza, ma mi devi giurare che non mi interromperai fino a che non avrò finito-

-         Ok, ma se inizi così mi fai preoccupare!-

Il tono di Matteo era allegro, ma Anya non credeva che stesse scherzando più di tanto.

-         Allora, stamattina ho cantato una canzone davanti a Jesse. L’ho fatto perché lui ieri mi ha sentita canticchiare e siccome gli è piaciuta la mia voce, mi ha chiesto di fare una prova con un microfono vero. Dovevamo essere solo io e lui, ma molta gente che doveva raggiungere Jesse per le SUE prove si è presentata con un po’ di anticipo e ha sentito anche la mia performance. Quando ho finito di cantare tutti sono venuti da me a farmi i complimenti. Non facevano altro che dirmi “Quanto sei brava!” e “Che bella voce!”. Gli sono piaciuta talmente tanto che… Hank, il manager di Jesse, mi ha chiesto di diventare la loro corista principale!!! La cosa comporterebbe girare il mondo per tutte le restanti date del suo tour, cioè fino a settembre!!!! Si tratta di un mese e mezzo!!!!! Che devo fare Matti?-

Anya aveva un tono a dir poco disperato. Matteo ci pensò un po’ su e disse:

-         Anya, ma perché lo stai chiedendo a me? Cioè, io ne sono onorato, ma è una tua decisione!-

-         Non voglio che tu mi imponi cosa devo fare, vorrei solo un tuo parere sulla situazione! Ti prego sei la persona di cui mi fido di più al mondo!-

-         Tesoro…. Tu cosa vorresti fare? Vuoi partire?-

Lo voleva? Ma certo che si… da quando Jesse glielo aveva chiesto lei non aveva fatto altro che pensare ai bei momenti che avrebbero potuto passare insieme. E poi… cantare era la cosa che le piaceva di più al mondo, in questo modo lo avrebbe potuto fare sempre. Voleva partire, ma non voleva che una decisione presa troppo velocemente potesse rovinarle la vita.

-         A me piacerebbe moltissimo poter partire. Sia per il canto sia per…Jesse-

Aveva esitato un po’ per finire quella frase: non gli aveva ancora detto di lui.

-         No Anya, non lo fare solo perché ti piace Jesse McCartney! È solo un cantante! Se lo devi fare deve essere per motivi seri!-

-         Matteo….Io lo amo…-

Così gli raccontò tutto. Lui non disse una parola e ascoltò in silenzio quello che la sorella aveva da dire. Quando lei ebbe terminato lui riprese il discorso:

-         Va bene, se lo dici tu ci credo. E proprio per questo io… ti consiglio di partire.-

-         Davvero?- Anya non riusciva a crederci- E… se poi non sono all’altezza?-

-         Ma cosa dici?! Sei bravissima e lo sai!-

-         Lo dici solo perché sei mio fratello!- non era molto convinta della sua obbiettività ora!

-         Lo dico perché è vero! Ti ho sentito farlo molte volte!- lui non ammetteva repliche.

-         E che mi dici di mamma e papà? A loro non ho mai detto di questa mia passione. Vogliono che diventi una “brava ragazza studiosa”, non una cretinetta che insegue uno stupido sogno…-

Anya era preoccupata. Matteo forse era d’accordo con lei, ma alla fine erano i genitori che dovevano decidere.

-         Allora prima di tutto tu non sei una cretinetta e il tuo sogno non è stupido!- ora sì che il ventenne faceva sul serio!- poi ti dico una cosa che non avresti dovuto sapere, ma date le circostanze… Ti ricordi quella volta che hai partecipato a quella gara scolastica di canto?-

-         Si allora?- Anya non capiva dove il fratello voleva arrivare

-         Arrivasti in finale, l’unica parte della gara aperta al pubblico. Mi invitasti a venire, ma mi chiesi di non dirlo a mamma e papà. Bè… mi dispiace dirtelo così ma ti mentii.-

E a quel punto Anya capì. Lacrime leggere cominciarono a rigarle il viso, mentre Matteo finiva di raccontare:

-         Proprio perché sapevo quanto sei brava e quanto tieni a questa cosa, dissi loro della finale e li invitai a venire, chiedendo loro di restare nascosti in modo che tu non li potessi vedere. Ti hanno sentita cantare Anya e ne sono rimasti affascinati. Non ti hanno mai detto niente fino ad ora perché volevano mantenere il segreto e poi… non volevano farmi passare dei guai!- risero piano tutti e due- Ma loro sanno tutto e sono sicuro che se glielo permetterai ti diranno la stessa cosa che sto per dirti io: segui i tuoi sogni. Insomma, quando ti ricapita? Vai piccola e fai vedere a tutto il mondo di cosa sei capace! Rendimi fiero di te… non che non lo sia già ovviamente!- finì il suo discorso ridendo.

Ora Anya piangeva sul serio. Non voleva farsi sentire così, ma le parole del fratello l’avevano toccata nel profondo del cuore.

-         Grazie Matti… tu non immagini nemmeno quanto ti voglio bene!-

-         Certo che lo immagino, anche perché io te ne voglio ancora di più! Ora ti passo mamma così puoi parlare con lei. Ti mando un abbraccio fortissimo e mi manchi tanto! Se decidi di andare, passa prima da Roma, così posso vederti!-

-         Te lo prometto!-

Se solo avesse potuto avere Matteo lì davanti a lei, Anya lo avrebbe stretto fortissimo. Teneva molto a lui e, come al solito, le era stato di grande aiuto.

Parlò a turno con sua madre e con suo padre e, tra una lacrima e l’altra, prese finalmente la sua decisione: sarebbe partita. Il tour le avrebbe fatto perdere solo i primi giorni del nuovo anno scolastico, lasciando così ad Anya l’opportunità di realizzare il suo sogno senza togliere niente allo studio. Più felice che mai uscì dall’albergo e cercò un taxi per ritornare dal suo Jesse.

 

 

 

Ringraziamenti speciali:

 

Hilary92: Grazie tantissimo!!! Ogni tuo commento mi lascia una tale gioia dentro!!! Se ti interessano, ho scritto delle one-shot su Harry Potter(L’amore ci salva la vita) e su Le cronache di Narnia(Amore Fraterno)… Baci Ari….(wow ho una fan!!!)^__^

 

Sensation: Ciao Arianna!^__^ Ke strano scrivere il mio nome! J Cmq ti ringrazio molto per i complimenti, sono felice ke ti piaccia la mia storia, ed in particolare Anya!!! Tengo molto a lei, è il primo personaggio ke mi invento totalmente! Jesse ovviamente è mitico!!!! ^__^ Un bacio Arianna!

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Una brutta sorpresa ***


Capitolo 9: Una brutta sorpresa

Con molta calma, Anya arrivò al teatro e si incamminò per l’ormai familiare corridoio. Nell’aria aleggiavano le note della canzone “Good Life” che Jesse stava provando per il concerto. Anya non voleva interromperlo, così si fece appena intravedere da dietro le quinte, fece segno a Jesse che avrebbe aspettato lì dietro la fine della canzone, poi si mise seduta comoda su un amplificatore. Leggermente più dietro di lei, nascosti dalla tenda rossa del teatro, stavano Bob e Hank. Con il frastuono della musica non riusciva a sentire bene cosa stavano dicendo, ma ad un tratto riuscì a distinguere chiaramente il nome “Anastasia”.

Ok, origliare non è una bella cosa, ma se si tratta di una cosa che la riguarda, Anya era più che giustificata! Senza farsi vedere si avvicinò ai due, quel poco che le poteva permettere di sentire bene il loro discorso. Era stato Bob a pronunciare il suo nome e Hank gli stava rispondendo:

-         Si Anya la ragazza di Roma, quella dell’incidente con il telefonino! Anastasia è il suo nome completo, ma da tutti si fa chiamare Anya. Il che, detto fra noi, è una cosa piuttosto stupida!-

Ehi! Ma come si permetteva quell’essere pomposo di giudicarla! No dico, ma uno non è neanche più libero di farsi chiamare come gli pare! Pensasse al suo di nome, HANK, che era molto più stupido. Ad Anya piaceva moltissimo il suo nome e non sopportava la gente che lo criticava o, peggio, lo storpiava. Ormai aveva perso il conto di quante volte l’avevano chiamata Agnia o Alia o Anastacia, come la cantante. Prese mentalmente nota di inventarsi una storpiatura del nome Hank, così la prossima volta che ci poteva parlare si sarebbe vendicata, poi si rimise ad origliare.

-         Stamattina lei e Jesse sono venuti presto e lui le ha fatto cantare una canzone. Sentissi che voce che ha! Per una ragazzina di 17 anni è un vero portento!-

Anya glissò sulla “ragazzina” solo perché Hank le aveva fatto anche dei complimenti.

-         Dopo che l’ho ascoltata sono stato d’accordo con Jesse: dobbiamo portarla con noi in tour!-

E così era stato Jesse a proporre l’idea. Doveva volerle davvero molto bene. Dopo questa frase, Anya si sentì ancora più convinta della sua scelta.

-         Sarà la nostra gallina dalle uova d’oro! Abbiamo fatto un vero affare!-

Gallina? Affare? No, Anya aveva decisamente perso il filo del discorso.

-         Perché?- chiese Bob. Anche Anya era curiosa di saperlo!

-         Perché quella ragazzina non ha la minima idea di quanto si prende una corista decente per cantare degli stupidi ritornelli! Le potrò rifilare a mala pena un 300 euro a serata e lei sarà pure contenta! Anzi, ti dico di più! L’ho osservata bene e credo sia innamorata di Jesse! Lo seguirebbe anche gratis! Quel ragazzo è un vero genio! Non appena ha capito che quella italiana faceva al caso nostro, ci ha subito provato con lei! Ovviamente Anya ci è caduta con tutte le scarpe, e senza spendere un centesimo! Ci farà risparmiare un sacco! Tanto più che ora Patty, la nostra VERA corista principale, sta male! Quando lei sarà guarita, rimanderemo Anya a casa con un “premio di consolazione”!- e si fece delle grosse risate.

Dire che Anya era pietrificata era poco. Perse la sensibilità di ogni singola parte del corpo e ci  mancò poco che svenisse. Chiamando a raccolta tutte le forze di cui disponeva, si allontanò da loro e si avviò verso il corridoio dei camerini. Quando fu certa che nessuno era la per vederla, appoggiò la schiena al muro, chinò leggermente la testa e cominciò a piangere.

Non poteva crederci… come aveva potuto Jesse mentirle così? Lei aveva creduto in lui e se ne era persino innamorata. Tutto quello in cui aveva creduto e sperato crollò come un castello di sabbia. Pensò al suo sogno, ai suoi genitori, a Matteo… cosa avrebbe detto di lei? “Che sono una stupida ragazzina! Mi sono fatta fregare, come ha detto Hank?, con tutte le scarpe.” Pensò la ragazza tra le lacrime. Era tutto troppo bello per essere vero….

 

Jesse finì la sua canzone e andò subito dietro le quinte, credendo di trovare lì Anya. Non sapeva che era andata in corridoio, quindi cominciò a cercarla. Non ci mise molto, infatti la trovò vicino al suo camerino, stranamente appoggiata al muro e con la testa china.

-         Sei qui! Perché te ne sei andata?…. Anya ma cosa c’è?- il suo tono passò da allegro a preoccupato non appena vide che la ragazza stava piangendo.

Allungò una mano e fece per accarezzarle i capelli, ma lei lo scansò con un gesto brusco della mano, accompagnato dalle parole:

-         Non ti azzardare mai più a toccarmi-

Il viso di Anya era rigato dalle lacrime, ma la sua espressione era dura.

-         Cosa? Anya ma che sta succedendo? Che ti prende?- Jesse non capiva.

-         Te lo dico subito che mi prende: tu mi hai usata! Non ti voglio vedere mai più per il resto della mia vita… Sei un bravo attore lo sai? Tutte le carezze, gli sguardi dolci, le parole carine….gli abbracci….- più andava avanti più le lacrime scendevano copiose, e la sua durezza diminuiva per lasciare il posto alla totale delusione-… i baci…. Era tutto finto. Il tuo unico scopo era quello di rimediare una “ruota di scorta” per Patty vero? Meglio se a buon mercato… così mi hai illusa per bene… e io ci sono caduta….-

La tristezza sul viso di Jesse era indescrivibile. I suoi occhi erano lucidi e guardava Anya come se volesse implorarla a fermarsi solo con lo sguardo:

-         Anya credimi, non capisco una parola di quello che stai dicendo! Non capisco cosa c’entra Patty e non capisco perché tutto ad un tratto mi accusi di averti ingannata! Io ti a…-

-         NO!!!!!- Anya gridò con tutta la forza che aveva in corpo, e intanto piangeva- Non voglio sentire più neanche una bugia! Non ti basta avermi già fatto così male….!-

Non potendo sopportare oltre quella situazione si girò di scatto, cominciando a correre verso l’uscita del teatro. Una volta fuori girò a destra, percorrendo la lunga strada che la portava verso la piazza grande. Jesse le corse dietro e più volte la chiamò a gran voce, disperato per il suo comportamento. Non aveva la più pallida idea di cosa lei avesse in mente per poter dire certe cose, ma voleva fermarla e capire. Anya però non si fermò. Solo un momento si girò per urlargli forte “MI FAI SCHIFO!”. Quelle parole bloccarono Jesse più di ogni altra cosa. Con la morte nel cuore vide l’unica ragazza che lo aveva reso veramente felice scappare via per sempre. Sapeva che ormai non l’avrebbe più rivista.

 

Anya non sapeva dove stava correndo. Imboccò un piccolo vialetto alla sua sinistra e si inginocchiò per terra, piangendo tutte le lacrime che la sua disperazione poteva darle. 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Si torna indietro.. ***


Prima di cominciare anche questo capitolo, permettetemi di dire una cosa:

SIAMO I CAMPIONI DEL MONDO!!!!!!!! ^__^ FORZA ITALIA!!!!!!!!!

Ok, ora ke mi sono sfogata… buona lettura!

 

Capitolo 10: Si torna indietro..

Anya non seppe mai quanto tempo di preciso rimase in quel vialetto a piangere. Solo quando sentì dentro di se che non ce l’avrebbe fatta a rimanere un secondo di più in quella città, decise di tornare all’albergo. Lungo la strada chiamò l’aeroporto, cambiando il suo orario di partenza previsto. Voleva tornare a casa, non voleva più vedere niente che le potesse ricordare Jesse o parlare con qualcuno che avesse avuto a che fare con lui.

 

Jesse rientrò nel teatro e, molto controvoglia, riprese le sue prove. Si bloccò un paio di volte quando le canzoni che interpretava gli facevano venire in mente Anya, finché non ci rinunciò totalmente. Hank era super arrabbiato. Non capiva perché il ragazzo si comportava in quel modo e non capiva nemmeno dove fosse andata a finire Anya. Per la cento milionesima volta chiese a Jesse che fine le avesse fatto fare, e per la cento milionesima volta lui rispose:

-         Hank non lo so! Come te lo devo dire! Non so dove sia, ma puoi metterti l’animo in pace… non credo che la rivedremo più….-

Chiunque conosceva Jesse poteva notare quell’ala di tristezza che veleggiò nella sua voce durante le sue parole, ma ad Hank non importava come lui si sentisse in quel momento. L’unica cosa che gli interessava era il fatto che il suo “affare” più grande era sparito e doveva assolutamente capire perché: forse c’era ancora modo di rimediare.

-         Perché? Che cosa le hai detto? Accidenti ai giovani… possibile che devi sempre rovinare tutto!?-

-         Senti un po’ tu! Io non le ho detto proprio niente! Comunque ti ho già detto che non ti devi preoccupare: il concerto stasera si farà, con o senza di lei! Tanto è questo che ti importa no?-

Con appena un velo di amarezza, Jesse si allontanò dal suo manager per andare a rintanarsi nel suo camerino.

 

Appena riuscì a tornare nella sua stanza, Anya prese il suo cellulare e chiamò Noemi. Ricominciando a piangere e sfogandosi con la sua migliore amica, si mise a preparare la valigia. Buttò tutto quello che le capitava sotto mano nello scomparto principale, senza curarsi dell’ordine: era l’ultimo dei suoi pensieri. Al telefono, Noemi non disse una parola fino alla fine del racconto di Anya; poi cominciò a rincuorare un po’ la ragazza:

-         Oh tesoro mi dispiace tantissimo! Dio se solo potessi essere lì con te! Prima ti abbraccerei forte, poi andrei da quel californiano da strapazzo e lo gonfierei di botte!-

-         Grazie… Mi sento uno straccio…- Anya non riusciva quasi a parlare.

-         Lo so.. Senti, vuoi che chiami io a casa tua per avvertire del tuo ritorno? No credo tu ti senta in grado di poter rispiegare tutto daccapo!- disse Noemi

-         Si guarda mi faresti un favore enorme!-

Detto questo Anya disse a Noemi l’orario preciso della sua partenza, in modo tale da permettere loro di potersi regolare per andarla a prendere. Completamente sconfortata prese il suo bagaglio, scese di sotto e avvertì la reception che lei stava andando via e che per il pagamento dovevano rivolgersi ad Hank. Sistemate le ultime cose uscì fuori e aspettò con pazienza l’arrivo di un taxi.

 

La folla davanti il teatro stava cominciando ad aumentare, le ragazze greche presenti erano super eccitate, Jesse ne poteva quasi sentire le urla fino al suo camerino. Non si sentiva veramente in grado di poter fare un concerto decente quella sera. Pochi minuti prima aveva chiamato l’aeroporto, sospettando che Anya volesse ritornare il più presto a casa sua, e i suoi sospetti furono confermati: l’aereo sarebbe partito da lì a un’ora. Doveva fare qualcosa… non sapeva se poteva fermare Anya in qualche modo, ma doveva pur provarci! E se non ci fosse riuscito, almeno si sarebbe sfogato e avrebbe potuto cantare decentemente! Presa la sua decisione, cominciò a fare dei piccoli esercizi respiratori, per prepararsi al concerto.

 

La strada tra l’albergo e l’aeroporto era piuttosto lunga, dato che il primo si trovava verso il centro della città mentre il secondo era più in periferia. Seduta sul sedile posteriore del taxi, Anya teneva gli occhi puntati fuori, ma non stava veramente guardando ciò che le passava davanti. Nella sua mente scorrevano le immagini dei bei momenti passati con Jesse. Se non fosse stato per il fatto che lei stessa aveva sentito le parole di Hank, non si sarebbe mai potuta capacitare di quello che era successo. Ancora non riusciva a credere che il ragazzo le avesse mentito il quel modo, soprattutto perché sembrava così sincero! E poi la sua espressione quando lei gli aveva detto la verità… Scollò bruscamente la testa tentando di cacciare quei pensieri dalla mente. “Anya la devi piantare!”si disse” Ti ha mentito, punto e basta! Non ha scuse!”.

Il tempo rispecchiava esattamente l’umore di Anya: era cupo e grigio. Ticchettando prima piano, poi sempre più forte, una pioggerella estiva scese dal cielo, impedendo alla ragazza di continuare a fissare l’esterno della vettura. In un inglese assai discutibile, il tassista disse ad Anya:

-         Mi scusi signorina, le dispiace se accendo la radio? Questo tempo mi fa una tristezza!-

-         Faccia pure non c’è problema…- il tono di Anya era rassegnato.

Il tassista girò un paio di stazioni, fermandosi infine sulla frequenza della principale radio Ateniese. La speaker stava blaterando chissà cosa in greco, ma ad un tratto ad Anya sembrò di distinguere chiaramente le parole “Jesse McCartney”. Per prima cosa pensò si trattasse di un semplice scherzo della sua mente, viste anche le condizioni in cui si trovava. Poi però alla voce della speaker si sostituì il rumore tipico di persone in attesa dell’inizio di qualcosa, e un piccolo stacchetto musicale(lo stesso che Anya aveva sentito al concerto di Jesse a Roma) introdusse il cantante. “Ma allora è una persecuzione!” pensò scoraggiata Anya. Evidentemente il concerto di Jesse era un tale evento, che avevano deciso di trasmetterlo anche per radio. Anya non credeva di poterlo sentire…. Sperò con tutte le sue forze che il tassista cambiasse stazione, rendendosi conto che non glielo poteva chiedere lei, tuttavia lui la precedette e, quasi come se le avesse letto nella mente, disse:

-         Le dispiace se lascio qui? Sa, a mia figlia piace molto questo cantante e siccome non è potuta andare al concerto, glielo voglio registrare!-

Arrendendosi ormai ai fatti e non potendo impedire a un padre di fare un regalo alla figlia, Anya rispose che non si doveva preoccupare. Si mise con la testa appoggiata al finestrino, fissando le gocce di pioggia che cadevano, e cercò di non ascoltare.

 

Jesse fece il suo ingresso sul palco e un urlo stridulo si alzò dagli spalti. Lui però non ci fece caso, anzi, si avvicinò alla piccola band che lo accompagnava e consegnò loro un piccolo foglietto. Sopra c’era scritto il nuovo ordine delle canzoni che avrebbe eseguito quella sera. Con lo sguardo perso chissà dove si diresse verso il microfono, lo prese in mano e con un gesto zittì la folla. Attese un attimo che ci fosse abbastanza silenzio, poi si fece coraggio e disse:

-         Salve a tutti! Ragazzi prima di cominciare vorrei dire due parole. Vi prego di non interrompermi con urla e cose varie, perché per me è molto importante. Vedete, io nelle mie canzoni parlo spesso dell’amore. Un amore nascosto, dolce, ritrovato o perso. Ma in tutta la mia vita, neanche una volta, mi è mai capitato di poter provare quelle cose che vado cantando. In questi giorni però, qualcosa è cambiato. Una ragazza speciale è entrata nella mia vita, sconvolgendola completamente e rendendomi il ragazzo più felice del mondo. Con lei riuscivo a provare cosa vuol dire veramente essere innamorati…. Ed è per questo che stasera vorrei dedicarle questo concerto. Se mi sta ascoltando, vorrei che sapesse che ogni singola parola di ogni singola canzone che canterò sarà rivolta a lei, per farle capire quanto tengo a noi due….-

Jesse fece un segno alla band e quelli cominciarono a suonare la prima canzone.

 

All’interno del taxi, Anya inizialmente non fece caso al fatto che Jesse prima di cominciare a cantare stava dicendo due parole. Anche a Roma lo aveva fatto… Cercò di distrarsi, di non sentire quello che stava dicendo, ma le parole le entrarono a forza nella mente. E più Jesse parlava, più Anya si rese conto che stava parlando di lei. Il ragazzo non le stava solo dedicando il concerto, stava dichiarandole il suo amore davanti a tutte quelle persone e, incosciamente, le stava chiedendo di tornare. Anya era distrutta. Quelle parole l’avevano toccata nel profondo del cuore, ma non sapeva cosa doveva fare. Sarebbe dovuta tornare indietro? Dire a Jesse quanto anche lei lo amava? ….Ma Hank? Le sue parole l’avevano veramente sconvolta! Eppure… Anya si chiese se Jesse avrebbe potuto farle una dichiarazione del genere solo fingendo. Aveva bisogno di una spiegazione, non poteva andarsene così e rischiare di perdere l’amore della sua vita. Era ancora indecisa su cosa fare, quando attaccò la prima canzone. Le note le risuonarono nella mente, accompagnate dalle immagini del loro “quasi” primo bacio: Jesse stava cantando Why don’t you kiss her.

Anya credeva di aver pianto tutte le lacrime che aveva, ma al suono di quella musica eccole di nuovo nascere nei suoi occhi e scendere giù per il suo bel viso. La ragazza chiuse gli occhi e, nonostante le lacrime, si aprì in un leggero sorriso. Non aveva più dubbi: sarebbe tornata. Al diavolo Hank, l’unica cosa in cui credeva era l’amore che sentiva dentro di lei; quello che sapeva stava provando anche Jesse.

Alzandosi di scatto dal sedile, si sporse verso il tassista e lo pregò di tornare indietro. Quello era piuttosto confuso, ma Anya riuscì a convincerlo a cambiare direzione e a dirigersi verso il teatro.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Finalmente Amore ***


Capitolo 11: Finalmente Amore

È incredibile come la pioggia riesce a bloccare completamente una città. Nessuna di esse è mai sfuggita a questa maledizione, nemmeno Atene. Anche quella sera infatti, il tragitto già piuttosto lungo che doveva percorrere il taxi di Anya, era reso interminabile dalla chilometrica coda di macchine che bloccavano il passaggio. La pioggerellina estiva che aveva distratto Anya dal guardare fuori il finestrino, permettendole di ascoltare le parole di Jesse, si era trasformata in un vero e proprio acquazzone; aveva creato il panico.

Anya non resisteva più. Stava letteralmente smaniando: il concerto andava avanti e se non fosse arrivata al più presto l’avrebbe perso per sempre. Buttando al vento le buone maniere, ogni cinque secondi incitava il tassista a sbrigarsi, rischiando anche di scatenare in lui una crisi di nervi.

 

Jesse continuava a cantare. Dopo Why don’t you kiss her era passato a Without you, She’s no you, Beautiful soul e Come to me. Ad ogni stacco tra una canzone e l’altra si guardava bene intorno, sperando di vedere Anya sbucare da chissà dove. Il tempo passava però e lui rimaneva sempre più deluso. Non essendo proprio dell’umore giusto per cantare qualche canzone allegra, decise di fare anche Take your sweet time.

 

Riuscendo ad intravedere un po’ la strada attraverso la coltre di pioggia Anya intuì che erano nelle vicinanze del teatro. Mancavano solo un paio di chilometri alla sua destinazione. Tuttavia il traffico si immobilizzò completamente, spegnendo quel piccolo lume di speranza che si era acceso nel cuore della ragazza. Ancora una volta prestò attenzione alla radio e riconobbe le note di Take your sweet time. Era incredibile come Jesse riusciva sempre a spiazzarla… il concerto continuava e lui fino a quel momento aveva cantato solo canzoni d’amore. Le aveva fatte praticamente tutte, ne mancava solo una. La più importante; quella che Anya stessa aveva definito “una delle 4 canzoni d’amore più belle del mondo”.

 

Jesse finì anche quella canzone. L’amarezza, la disperazione e la delusione si impadronirono di lui. Non poteva continuare così. Decise di giocarsi l’ultima carta: se Anya non fosse tornata dopo quella canzone(sempre se lo stava ascoltando) , allora non sarebbe tornata mai più. E se così fosse stato, avrebbe rinunciato alla battaglia, regalando al suo pubblico anche il resto del suo repertorio.

Per l’ultima volta si guardò intorno, poi fece cenno alla band.

 

Era passata un intera canzone e il taxi era esattamente allo stesso punto di quando quella era cominciata. L’angosciante attesa stava raggiungendo livelli stratosferici.

Ma ecco finalmente la canzone che Anya aveva atteso fin dalle parole di Jesse. Bastarono le prime note a farle capire che si trattava di Because you live; le stesse note che la convinsero ad interrompere quell’agonia. Per la gioia del tassista Anya gli disse che la sua corsa finiva lì. Pagò il dovuto, prese il suo bagaglio e si lanciò in una corsa sotto la pioggia.

 

Jesse pronunciava i versi della canzone letteralmente con il cuore in mano. E anche se Anya era scesa dal taxi e non poteva più sentire, quei versi le risuonavano nella mente, rispecchiando esattamente quello che stava provando:

 

Staring out at the rain with a heavy heart

It’s the end of the world in my mind

Then your voice pulls me back like a wake up call

 

Già... coincideva tutto: la pioggia, il cuore appesantito dalla tristezza, la fine del mondo, la voce del suo amore che l’aveva risvegliata...

Quando arrivò il ritornello, entrambi i ragazzi chiusero gli occhi nello stesso istante e cantarono,  esprimendo all’altro tutto l’amore che sentivano:

 

Because you live and breath

Because you make me believe in myself when nobody else can help

Because you live my world has twice as many stars in the sky

 

Anya riaprì gli occhi e si accorse che l’ingresso del teatro era lì davanti a lei. Un sacco di gente era ammassata davanti l’entrata principale, ma lei evitò tutti passando per la porta di servizio. Sgocciolando come un panno appena uscito dalla lavatrice fece di corsa tutto il corridoio dei camerini. Purtroppo però quando giunse in prossimità del palcoscenico, venne bloccata da degli enormi pinguini. Lì per lì rimase sbalordita, poi realizzò che non si trattava di pinguini(ovviamente!) ma di guardie della sicurezza. Tentò di convincerli che non era una fan di Jesse, che conosceva Hank e che se gliene avrebbero data la possibilità poteva dimostrarlo, ma non ci fu verso. Fortunatamente si unì a loro Bob, attirato dalla confusione. Non appena riconobbe Anya ordinò ai suoi uomini di lasciarla andare, permettendo alla ragazza di farsi vedere da Jesse.

All’oscuro di tutto quello che stava succedendo ad appena pochi metri da lui, il ragazzo continuava a cantare. Anya coprì l’ultimo tratto che la separava da lui con un fiatone degno di un corridore del Tour de France, sperando di arrivare in tempo.

Ed eccolo la, finalmente. Continuando a respirare affannosamente si fermò di botto, proprio al limite della quinta laterale. Attirato da una strana sensazione, Jesse sentì l’impulso irrefrenabile di girarsi a destra e….. la vide.

Come un bocciolo di rosa che si schiude in ritardo, la felicità sbocciò dentro di lui, riempiendo di gioia il suo cuore e cancellando quel senso di oppressione che non lo aveva abbandonato neanche un attimo da quando lei se n’era andata. Distogliendo lo sguardo dal pubblico e fissandolo su Anya, Jesse cantò la strofa successiva tutta per lei:

 

I’m so glad I’ve found an angel

Someone

Who was there when all my hopes fell

 

Poi la fissò dritto negli occhi e pronunciò le parole magiche:

 

I wanna fly looking in your eyes

 

Le labbra di Anya si schiusero in un sorriso e le sue lacrime si mischiarono alla pioggia che ancora le scorreva addosso.

Jesse terminò la canzone, ma stavolta non si guardò intorno né fece segno alla band di attaccarne un’altra. Con un sorriso enorme prese di nuovo il microfono e disse al pubblico:

-         Ok gente, ora c’è una piccola pausa di alcuni minuti! Ci vediamo tra un po’!-

Rimise il microfono sull’asta e corse verso Anya.

Non persero tempo a salutarsi… non ce n’era bisogno. Tutti e due sapevano bene perché Anya era lì e per il momento le parole erano inutili. Con lo slancio della corsa Jesse si buttò tra le braccia di Anya e lei lo accolse con calore. Aggrappandosi l’uno all’altro come se non si vedessero da anni, tenevano entrambi gli occhi chiusi e assaporavano quel momento di commozione. Anya ricominciò a piangere ed anche a Jesse scese qualche lacrima. Dopo un po’ Jesse sciolse l’abbraccio e, ancora lacrimando, prese il viso di Anya tra le mani, dicendole:

-         Sei tornata….!-

-         Non potevo andare via… Ho sentito la tua dedica e… non potevo proprio..!- Anya era visibilmente commossa.

-         Anya te lo giuro, qualsiasi cosa tu abbia sentito, chiunque te l’abbia detto, erano tutte bugie! Io non so cosa possa aver scatenato in te quella reazione, so solo che… che ti amo più di ogni altra cosa al mondo e che non voglio lasciarti andare via!-

Piangendo vistosamente Anya guardò negli occhi Jesse e disse:

-         Perdonami…. Anch’io ti amo!-

E si baciarono. Un bacio liberatorio, ma allo stesso tempo pieno di promesse, che valeva più di mille parole.

Quando si staccarono Jesse passò delicatamente una mano sul viso di Anya, asciugandole le lacrime

-         Non voglio vederti piangere mai più, va bene?-

-         Certo- sorrise lei- Comunque non è tutta roba mia, è anche la pioggia!-

Solo in quel momento Jesse si rese conto che la ragazza era completamente zuppa. Ridendo appena le chiese:

-         Ma che hai combinato? Ti sei fatta la doccia vestita?-

-         Tu non puoi saperlo, ma fuori sta letteralmente diluviando! Ho sentito quello che hai detto mentre ero sul taxi che mi stava portando all’aeroporto. Inizialmente mi sono fatta riportare indietro, ma poi il traffico ha bloccato tutto. Quando ho sentito che stavi cominciando Because you live non ho resistito più, così sono scesa e me la sono fatta tutta di corsa sotto la pioggia!-

-         Tu sei matta..!- le disse Jesse, ma intanto si compiaceva con se stesso: ce l’aveva fatta!

-         Tu credi? Forse ti sei dimenticato del fatto che proprio a due centimetri da noi migliaia di persone stanno aspettando che tu esca per cantare?!-

Anya ora rideva. Il momento di tristezza era passato e non voleva riviverlo mai più. Ora poteva stringere Jesse a sé e sentiva di poter ricominciare a sorridere.

-         Accidenti è vero! Senti, aspettami qui ok? Finisco il concerto e poi mi racconti tutto!-

Fece per andarsene, poi ci ripensò, tornò di alcuni passi indietro e le sussurrò all’orecchio:

-         Vedi di non sparire stavolta…!-

Anya gli sorrise e gli fece l’occhiolino. Lui le stampò un veloce bacio sulle labbra e ritornò al suo pubblico.

Le canzoni che seguirono furono tutte decisamente più allegre. Sia Anya che Jesse si sentivano più liberi ora, come se si fossero tolti un macigno dal petto, ed erano carichi abbastanza da festeggiare.

 

 

 

 

Ringraziamenti:

Hilary 92: Grazie grazie grazie!!! È sempre un piacere leggere i tuoi commenti! ^__^ Un bacio grande!

 

Sensation: Ciao Ary!!!!!! Mi disp ke sei stata male!! L Cmq spero ke ora sia tutto a posto! Grazie ancora x i complimenti! Un bacio grande!!!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** E vissero felici e contenti... ***


"Black Chancery"'>Capitolo 12: E vissero felici e contenti...

Il caos alla fine del concerto fu quasi pari a quello di Roma, l’unica cosa che mancò furono le corse affrettate verso di Jesse. Infatti, contrariamente a come aveva fatto nella capitale italiana, questa volta il bel biondino non rimase in sala per firmare autografi; anzi, si affrettò verso l’uscita affinché potesse raggiungere prima possibile Anya e chiarire bene la situazione con lei. Ci fu come al solito qualche furbetta che tentò di superare la sicurezza, ma il fedele Bob era sempre pronto.

Evitando amici, tecnici e collaboratori(compreso Hank), Jesse prese Anya per mano e la portò nel suo camerino:

-         Qui possiamo parlare in pace!- le disse.

Prima di raccontare cosa aveva sentito, Anya si guardò intorno. Era la prima volta che entrava nel camerino di Jesse e ne rimase affascinata: sembrava di essere nella stanza di un adolescente. Non c’erano specchi enormi con luci accecanti o armadi pieni di vestiti di scena, come la ragazza si era aspettata. Subito davanti l’ingresso si trovava una piccola scrivania su cui erano sparsi dei cd e fogli di vari colori; al centro c’erano due grandi poltrone con un tavolino in mezzo e lungo tutta la parete era stato steso un cartellone bianco sul quale erano attaccate foto di ogni tipo.

Anya lasciò un secondo Jesse vicino la porta e si avvicinò alle foto. Alcune erano ritagli di giornali, immagini di attori o cantanti famosi, ma la maggior parte mostravano ragazzi e ragazze che sorridevano, scherzavano e salutavano con la mano. In molte di queste foto Anya riconobbe Jesse stesso. Notando l’interesse della ragazza, Jesse la raggiunse vicino al muro e si mise a spiegare chi era ogni singola persona ritratta nelle foto. Proseguirono avanti, avanti, finché…. Anya fermò lo sguardo sull’ultima foto e sorrise: erano loro due vicino al Partenone. Sempre con il sorriso sulle labbra Anya si girò verso Jesse e gli disse:

-         Questa è decisamente la migliore di tutte!- risero entrambi- Certo che sono proprio belle…!- aggiunse poi

-         Già, non saprei stare senza! Quando ho cominciato il tour ho pensato ad un modo per potermele portare sempre dietro, ed eccolo qua, semplice e pratico! Ogni volta che cambio città non devo fare altro che staccare direttamente tutto il cartellone e metterlo in valigia! Così almeno mi ricordo sempre delle persone a cui voglio bene..-

-         È molto dolce da parte tua-

Si fecero per un istante gli occhi dolci, poi Jesse la fece accomodare su una delle poltrone e le offrì da bere. Sorseggiando una coca cola Jesse le chiese ancora una volta cosa le fosse successo quel pomeriggio. Anya si fece forza(era penoso per lei doverlo raccontare per l’ennesima volta) e gli disse tutto:

-         Dopo che ti ho salutato mentre cantavi Good Life sono andata a sedermi dietro le quinte e ho sentito Hank e Bob che parlavano. Non volevo origliare ma ho sentito il mio nome, così mi sono avvicinata per ascoltare cosa avessero da dire su di me- mentre Anya parlava Jesse annuiva con il capo- Inizialmente ero solo un po’ infastidita, visto che Hank in pratica stava dicendo che sono una cretina-

-         Ehi! Ma come si è permesso! Io lo…- Jesse si stava alterando

-         Aspetta non è tutto! Dopodiché ha cominciato a dire che se io avessi accettato la proposta di diventare corista sarebbe stato un affarone, avrebbe potuto rifilarmi pochi spiccioli a sera e chiuso il discorso… - Jesse era sempre più infuriato- … anzi, visto che aveva notato che provavo qualcosa per te era sicuro che vi avrei seguiti anche gratis. –

Anya non guardava Jesse, fissava il pavimento. Ora doveva dire la cosa più difficile:

-         E per finire.. ha detto che tu avevi capito tutto questo fin dall’inizio e che quindi avevi fatto finta di provare anche tu qualcosa per me per essere sicuro che avrei accettato-

-         COSA!?!?!- Alle ultime parole di Anya Jesse era scattato in piedi- Ma cosa..come.. come si è permesso quel.. quel foruncolo ambulante di dire certe cose!!! Io lo ammazzo… io, lo licenzio!!! Anya ti giuro, non farei mai una cosa simile!-

E continuò a sbraitare contro Hank, usando anche dei termini poco carini. Anya però non lo stava a sentire: la sua reazione esagerata le aveva fatto capire la verità più di mille parole. Quando Jesse si fu calmato, il ragazzo si rimise di nuovo seduto sulla poltrona e guardò Anya negli occhi dicendole:

-         Mi dispiace tantissimo. Per colpa di quell’essere hai dovuto soffrire così tanto… Ora però non pensiamoci più.- le fece un sorriso e la prese per mano- Senti ma, prima di tutto ciò, cosa avevi deciso? Saresti venuta con noi? Perché la proposta è ancora valida!-

-         Bè.. io avevo deciso di si, ma Patty?- Anya non sapeva cosa fare.

-         Ancora con Patty! Ma di lei non me ne frega niente! Hank l’ha voluta per forza come corista principale, a me è sempre stata antipatica! Tu sei molto più brava!-

-         Lo pensi davvero? O lo dici solo perché vuoi che venga con te?-

Anya non poteva rischiare di nuovo che qualcosa rovinasse tutto, doveva essere sicura. E Jesse la accontentò:

-         Ne sono sicuro!-

Ora Anya si sentiva veramente bene. Tutto era tornato al suo posto e non voleva altro. Si alzò dalla sua poltrona e si andò a sedere in braccio a Jesse, cingendogli il collo con le braccia. Jesse la strinse forte a se e chiusero entrambi gli occhi, assaporando quegli attimi.

 

                        **********************************************

 

Hank si aggirava disperato nei corridoi del teatro. Non aveva più visto Jesse dalla fine del concerto e voleva sapere dove fosse andato a cacciarsi. Sfortunatamente per lui Jesse e Anya uscirono dal camerino di Jesse proprio mentre Hank stava passando lì davanti. Non appena li vide il manager cominciò a straparlare, ma Jesse lo fermò con un gesto imperioso della mano. Se il suo sguardo avesse potuto congelare Hank sarebbe diventato un ghiacciolo. In un tono serio che Anya non gli aveva mai sentito prima Jesse disse:

-         Tu faresti meglio ad andartene via subito. Se te ne andrai senza dire niente non userò la forza-

-         Cosa, ma che ho…?-

-         Sei licenziato!- imperò Jesse

Hank era a dir poco scioccato. Aprì e chiuse la bocca un paio di volte ma senza farne uscire alcun suono. Quando riacquistò l’uso della parola chiese con appena un filo di voce “Perché?” e lì Jesse gli disse cosa aveva combinato. Lo accusò di aver inventato tutto e di aver approfittato della sua posizione.

L’espressione di Hank passò da stupita ad arrabbiata, finché, preso da uno scatto di rabbia, non tentò di attaccare Anya gridando”è solo colpa tua!”. Sorpresa Anya si coprì dietro Jesse, mentre lui cercava di chiamare Bob, impegnato com’era a fermare Hank. L’energumeno vestito di nero non tardò ad arrivare, prese Hank per la vita e lo scaraventò letteralmente a terra. Poi, con molta tranquillità, se lo caricò sulle spalle e disse:

-         Mi scusi un momento signorino, vado a gettare la spazzatura!- e uscì.

Sia Anya che Jesse risero. Ormai si era fatta notte fonda, così i due ragazzi si diressero all’albergo. Dormirono sonni tranquilli e al risveglio prepararono le valige. La prossima tappa del tour era Madrid, ma dovevano prima passare da Roma. A parte il fatto che Anya aveva bisogno di prendere più cose da portarsi dietro, doveva mantenere una promessa.

 

 

Ritornare a Fiumicino fu fantastico per Anya. Se non fosse stato per il fatto che aveva sentito i suoi per telefono, si era quasi scordata l’italiano! Durante l’attesa della fine del concerto Anya aveva di nuovo telefonato a tutti per annullare il vecchio appuntamento e quella mattina stessa li aveva richiamati per fissare il nuovo.

Mano nella mano, Jesse e Anya uscirono dal loro Gate e trovarono ad aspettarli le stesse persone che avevano accompagnato Anya alla partenza da Roma solo quattro giorni prima. Appena si videro tutti quanti si aprirono in caldi sorrisi e Anya lasciò la mano di Jesse per correre da loro. Il primo a venirle in contro, naturalmente, fu Matteo. Ridendo e urlando i due fratelli si abbracciarono stretti.

-         Sapevo che saresti ripassata!- le disse Matteo

-         Una promessa è una promessa!- rispose Anya.

Mantenendosi leggermente distante Jesse osservò Anya abbracciare quello che doveva essere il suo famoso fratello, i genitori e una ragazza che riconobbe essere Noemi. Non fece torto a nessuno, tenendoli tutti stretti a sé per molto tempo e parlando svelta di tante cose tutte insieme.

Quella ragazza era veramente eccezionale, aveva così tanto amore da donare! Si sentiva veramente fortunato di poterla avere accanto e di poter continuare a dividere con lei le esperienze che la vita gli stava regalando.

Distogliendolo dai suoi pensieri Anya prese Jesse per un braccio e lo avvicinò alla sua famiglia. Parlando un po’ inglese un po’ italiano lo presentò a tutti(tranne che a Noemi!) e disse loro che si sarebbero fermati solo un paio di giorni; il tempo necessario per poter sistemare tutto prima di partire. Tutti insieme si diressero verso l’uscita e Matteo cominciò a parlare con Jesse. Anya non riuscì a sentire quello che i due ragazzi si stavano dicendo perché era impegnata in una conversazione con i genitori, ma fu lo stesso contenta: era un buon segno se facevano amicizia! Soprattutto perché Matteo era sempre stato geloso dei fidanzati di Anya!

Tornando a casa Anya rifletté sulla situazione: aveva dei genitori splendidi, un fratello magnifico, una migliore amica che considerava una sorella, presto sarebbe partita per un tour mondiale in cui avrebbe potuto cantare sempre e, cosa più importante, aveva Jesse al suo fianco. Cosa voleva di più dalla vita? ASSOLUTAMENTE NIENTE.

 

                                                                       Fine

 

 

 

 

Eccoci qua, siamo giunti alla fine! Ringrazio di nuovo Hilary 92 e la mia Ary per avermi ancora reso felice con i loro splendidi commenti e le ringrazio già da ora per quelli futuri! È stato un piacere scrivere questa storia e spero che lo sia stato anche per voi! Un saluto anche a tutti quelli che hanno solo letto senza recensire! Un bacio vi voglio benissimo!!!

Arianna

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=84309