Paris.. with you.

di _NyuKumi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Fato. ***
Capitolo 2: *** Partenza. ***
Capitolo 3: *** Realtà. ***
Capitolo 4: *** Interesse. ***
Capitolo 5: *** Sguardi. ***
Capitolo 6: *** Lacrime. ***



Capitolo 1
*** Fato. ***


 

 

  • 6 Febbraio 2011, aeroporto Beauvais, Parigi. 

 

 

 

Anna, sbrigati cavolo! Se non ci muoviamo perdiamo il pullman che ci sta aspettando fuori l'aeroporto!!”

Mia cugina non era mai stata più assillante!

SI HO CAPITO!” urlai talmente tanto che si girarono tutti a guardarmi.

Trascinavo con fatica la valigia che, in quel momento, desideravo solo incendiare.

Il nostro viaggio d'istruzione stava iniziando. Si, il tanto desiderato viaggio del quinto anno. Che esperienza.. magnifica. Già.

Se solo non fosse stato in quel periodo.. se solo..

Erano le 15.30 e, a causa di un problema prima della partenza, arrivate tardi all'aeroporto, stavamo perdendo il pullman che ci avrebbe portate all'hotel. Vi lascio quindi immaginare il caos generale: professori e alunni in preda al panico che correvano come forsennati. Tra quelli naturalmente c'ero anch'io.

Correvo, con la valigia che ogni tanto si rovesciava, lo zaino pesante in spalla, senza guardare niente e nessuno. All'improvviso sentì le spalle di qualcuno finirmi brutalmente in faccia.

Oh.. I'm so sor-”

Feci per chiedere scusa, ma quando vidi il volto della persona che avevo appena scontrato rimasi zitta. Non riuscivo a parlare, non sapevo nemmeno più come si facesse.

Choeson.. Ah.. I'm sorry!”

Un sogno! Sto sognando vero?!

Eh si, poteva essere solo un sogno!

Perchè il ragazzo che avevo davanti, che mi chiedeva come stavo, guardandomi perplesso, era lui.. Yang Yoseob.

 

  • Una settimana prima. 

 

 

Un altro noioso giorno di scuola.

Il Lunedì è sempre stato tremendo, una botte in fronte, come si dice qui.

Accendevo e spegnevo il display del telefono, mentre la professoressa continuava a ripetere parole incomprensibili. Presi le cuffiette con attenzione, cercando di non farmi notare, e iniziai ad ascoltare un po' di musica.

Lights go on again

Quanto adoro questa canzone. Quanto adoro loro.

La tolsi improvvisamente, non volevo pensarci.

Non dovevo pensare che tra una settimana il gruppo che tanto adoravo si sarebbe esibito non in Corea, non in Asia, ma in Francia.

E io in Francia ci sarei andata, sì, proprio il giorno del concerto. Peccato però che io non ci sarei stata.

Cazzo, cazzo, cazzo! Pensa ad altro, pensa che invece di deprimerti dovresti seguire la lezione..

Certo.

Ma a chi volevo darla a bere. Desideravo andare a quel concerto più di qualsiasi altra cosa, desideravo vederli dal vivo. Eppure il destino ha voluto che in quel periodo avrei passeggiato tra le vie di Parigi, ma con la mia scuola.

Che destino crudele, che destino bastardo!

Gli occhi iniziarono a gonfiarsi facendosi man mano più lucidi.

Non avrei potuto sentire la sua voce a pochi metri da me.

 

Una volta uscite da scuola, mi sfogai con la mia amica, Mariarosaria, solo lei poteva capirmi almeno un po'.

Chi cazzo me l'ha fatto fare di decidere di venire a questo stupido viaggio! Almeno se rimanevo in Italia non pensavo a quanto vicini erano i B2ST e non potevo vederli!”

Ero proprio incazzatissima.

Lo so come ti senti, ma pensa positivo: ti distrai, o almeno cercheremo di tenerti distratta! Tutto quello che devi fare è non pensarci! E' difficile, sì, ma almeno provaci! E' da giorni che va avanti questa storia.. !”

Mi dispiace assillarvi in questo modo, ma non riesco a pensare ad altro. I B2ST, Yoseob, la sua voce, mi perderò tutto questo.. “

Quando vidi il volto giustamente arrabbiato di Mary iniziai a ridere! Poverina, proprio non ce la faceva più a sentire i miei lamenti!

Ok ok, La smetto! Però almeno mi hai messo di buon umore!”

Dai almeno questo! E poi cosa ne sai, potresti incontrare il tuo Yoseob passeggiare insieme agli altri sulla Champs Elysées! Mai dire mai!”

Se bella, è la realtà non un libro di fantascienza questo!”

 

Continuai a ridere per tutto il tragitto, poi entrai in casa, vidi il loro poster appeso al muro e la depressione tornò.

Che danno.

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Capitolo 2
*** Partenza. ***



 

Ragazzi, lunedì è il grande giorno! Mi raccomando, non voglio essere ripetitiva: siete maggiorenni, comportatevi come tale! Siate puntuali, rispettosi e...”

Bla bla bla..

Era un mese che ripeteva sempre le stesse cose! Ormai avevamo imparato una specie di poesia. Eppure era lodevole il fatto che non si fosse stancata di sentirsi, perché da un po' noi non ce la facevamo più!

Eh si, mancava un giorno alla partenza! Tutta la classe non vedeva l'ora.. e anche io, per carità! Sarebbe stata sicuramente un'esperienza bellissima e non mi era mai passata per la testa l'idea di non andarci..

Ma per i Beast sì.

AHHHH! BASTA! Ogni volta i miei pensieri ritornano a quel cavolo di concerto! E che palle! Goditi il viaggio, ti divertirai, girerai posti nuovi. Viaggiare non era una delle tue più grandi passioni?! Forza Anna, riprenditi!

Si cavolo, dovevo proprio riprendermi! Non poteva mica essere l'ultimo concerto della loro carriera?! Chi lo sa, magari il prossimo si sarebbe tenuto proprio in Italia! Già, non bisogna perdere le speranze. E dovevo assolutamente smetterla di piangermi addosso, manco fosse la fine del mondo.

Mi sarei goduta il viaggio, avrei cercato di pensare il meno possibile a loro.. a lui.

 

DRIIIIIIIIIN! DRIIIIIIIIIN! DRIIII...

Ahhhh... ma che ore sono?!”

Il display del telefono segnava le 2 del mattino: il grande giorno era arrivato!

Lasciai a malincuore il mio carissimo (e soprattutto caldissimo) letto per dirigermi in bagno. Ci misi mezz'ora per lavarmi, anche se la maggior parte del tempo lo passai a rianimarmi: non ero per niente sveglia. Anche ora non riesco a dare un senso a quell'orario assurdo: il pullman per Roma partiva alle 3 del mattino, era lì infatti che avremmo preso l'aereo per Parigi.

Una volta uscita dal bagno mi.. stesi di nuovo sul letto! Avevo troppo sonno!

Devo alzarmi, devo... AHHH HO SONNOO!!”

E' sempre stato un trauma svegliarsi presto e a quest'ora lo era ancora di più.

Alla fine, con un po' di buona volontà, mi convinco del fatto che se non mi sarei data una mossa, potevo scordarmi del viaggio, infatti mi alzai velocemente e indossai qualcosa di decente. Le valige erano tutte pronte, aspettavano solo di essere prese e portate fuori da quella casa. Dopo il giorno precedente, avevo fatto di tutto per cercare di dimenticare il concerto e in un certo senso ci ero riuscita: la sera uscii con le mie amiche e mi divertii molto, e anche in quel momento mi passava per la testa di tutto, ma del concerto che si sarebbe tenuto in quei giorni niente! Non vedevo l'ora di partire!

Prima di andare via svegliai i miei genitori per salutarli:

Mamma, papà! Sto per uscire.. Mamma, papà.. MAMMA!”

Ah Anna.... mh... sì, vai che fai tardi a scuola.. ciao!”

Non riuscì a trattenere una risata, l'orario l'aveva proprio stordita!

Mà che stai dicendo?! Sto per partire.. la Francia, ricordi?”

Giusto tesoro scusa!”

Si alza, il tempo di capire dove e come muoversi, mi viene vicino e mi abbraccia. Anche se per una settimana, mi mancheranno quegli abbracci.

Divertiti, ok? Chiamami ogni tanto e fammi sapere se va tutto bene!”

Si Mamma, ti porterò un bel po' di souvenir!”

Intanto, svegliato dai rumori e dal nostro abbraccio mieloso, si sveglia anche mio padre che (a differenza di mia madre) capisce subito dove sto per andare. Si avvicina e mi da un bacio, uno di quelli che odio tanto, sull'orecchio.

E dai! Se continui così va a finire che divento completamente sorda!!”

Questo vale per tutta la settimana! Penso che le raccomandazioni te le ha già fatte la mamma, quindi vai che altrimenti fai tardi.”

Detto questo mi bacia sulla guancia come un normale essere umano e entrambi mi accompagnano alla porta. Li saluto un ultima volta e vado via, pronta a partire.

 

Eccoti cavolo! Finalmente sei arrivata, ti sto aspettando da mezz'ora!”

Calmati Alessà, lasciare il letto è stato traumatico! Mi sono sdraiata e alzata non so quante volte. Potrebbero organizzare viaggi con orari decenti! I professori dove sono?”

Sono tutti laggiù, che aspettano il resto degli alunni. Il pullman è arrivato un quarto d'ora fa.”

Guardandomi intorno, notai felicemente che non ero l'unica ad avere problemi di sonnolenza, ma tutti i miei compagni avevano una faccia inguardabile e ore di sonno arretrato. In quel momento desideravo salire sul pullman solo per addormentarmi!

Dopo qualche minuto arrivò il resto della mia classe e tutti gli altri. Così, posate le valige, salimmo tutti sul grande pullman a due piani.

Tra chiacchiere e canzoni cantate in coro, dopo una mezz'oretta crollarono tutti, uno dopo l'altro. In quel momento il sonno era più forte dell'eccitazione.

Anche io ero sul punto di addormentarmi, ma prima di concedermi completamente ad Orfeo, presi l'iPod, misi “riproduzione casuale” e guarda caso capitavano tutte canzoni che conciliavano il sonno! Bene!

Un paio di canzoni, poi sentii la melodia di “Fiction”.

... Kkeut naji anheun neowa naui iyagi sogeseo oneuldo in Fiction...”

Alla fine della canzone mi stavo finalmente coricando, quando, prima di chiudere completamente gli occhi, sentii una lacrima scivolare sulla guancia.

Capii che, alla fin fine, non avevo dimenticato un bel niente.

 

 

Dormii così profondamente che mi svegliai proprio quando arrivammo a Roma, pronte a partire per Paris.

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Capitolo 3
*** Realtà. ***


 

 

 

Cavolo, si è già scaricato l'iPod! E io ora che faccio in aereo?!

Prima di scendere dal pullman notai sfortunatamente che avevo dormito durante tutto il viaggio con l'iPod acceso, quindi niente più musica fino al nostro arrivo in hotel!

Mah, forse è meglio così. La mia operazione “scordati dei Beast” avrà più successo senza la musica!

In effetti, se continuavo ad ascoltarli, altro che dimenticarmi del concerto, come potevo dimenticarmi di loro che cantavano dal vivo le mie canzoni preferite?!

 

Completamente storditi dalle ore di sonno, senza un briciolo di forza, prendemmo le corrispettive valigie dal portabagagli. A stento riuscivo a riconoscere la mia, ma grazie ad un gentilissimo ragazzo di una sezione a me sconosciuta (mi resi conto di non aver mai visto quel ragazzo in cinque anni) che mi aiutò a tirarla fuori, riuscì a raggiungere in tempo la mia classe, che si stava avviando verso l'entrata dell'aeroporto.

Erano le 6 e mezza del mattino e c'era una folla immensa.

Persone che con calma facevano shopping svaligiando ogni negozio che si trovavano d'avanti; altre che correvano a più non posso, impaurite dalla possibilità di perdere il proprio volo.

Noi eravamo nella prima categoria: i professori ci avvisarono che, essendo arrivati con un ora di anticipo, avevamo una mezz'oretta di svago.

Così, presi tutti dall'euforia, fatto in fretta e furia il check-in e i controlli vari, senza le valigie come palle al piede, ci avviammo anche noi per iniziare il nostro “shopping sfrenato”.

E non eravamo nemmeno arrivati a Parigi.

Ahhh ragazze, guardate quanto è carino quel vestito!!”

Ormai erano andate.

Chiara, scusa, ma non avrai mica intenzione di spendere tutti i soldi qui a Roma?!” le chiesi ridendo. Anche io ero attratta da parecchie cose, ma cercavo di trattenermi!

Che senso aveva andare all'estero senza uno spicciolo?

Si, ma guardalo! Sarebbe perfetto per la festa di Lucia il mese prossimo, sai che figurone!”

Non riuscimmo a persuaderla. Ci costrinse ad entrare nel negozio, aspettare che lei provasse il vestito desiderato e farle dei complimenti dicendole quando le stesse bene.

Vi prego ammazzatemi!

Dopo qualche altro giretto qua e là per l'aeroporto, mi accorsi che mancava ancora un po' di tempo alla fine dell' “intervallo”:

Ehi! Ale, Chiara! E' ancora presto. Laggiù c'è un bar, perchè non prendiamo qualcosa? Ho fame, non ho fatto colazione, voi?”

Si bella idea!” Risposero all'unisono.

Ci sedemmo e dopo qualche minuto arrivò il cameriere. Ordinammo 3 caffè e due cornetti.

Il tempo passò tra chiacchiere e risate, eravamo molto eccitate. Non vedevamo l'ora di arrivare a destinazione.

Ad un certo punto mia cugina, Alessandra, fa la fatidica domanda. Non l'avesse mai fatta.

Ah, Anna, ma quel concerto di cui mi parlasti settimane fa? I Best, com'è che si chiamavano?”

BEAST Ale, BEAST.. E comunque, scusa se ti posso sembrare antipatica, ma sto cercando disperatamente di non pensarci. Sai benissimo che non ci vado.”

Chiara rideva, mi aveva sempre presa in giro per i “cinesi” che ascolto. In realtà lei non mi era nemmeno mai andata tanto a genio, ma era amica di mia cugina e cercavo di mettere da parte la mia antipatia, quando c'era Alessandra.

Ma come fai a pensare di andare a sentire dei cinesi cantare, invece di venire al viaggio con noi?! Ti dirò, hai fatto la scelta più saggia! Spendere tutti quei soldi per un concerto cinese! Ahahah!”

Ma brutta stronza razzista che non sei altro! Sono 5 maledettissimi anni che cerco di non dare peso alle cagate che spari ogni santo giorno, non farmi rovinare il faticosissimo lavoro che ho fatto fino ad oggi!

Era proprio questo quello che avrei voluto dirgli, o forse peggio. Ma mi trattenni.

Ahahah! Chiara, davvero, diventi ogni giorno più divertente, sai? Toh! Guarda un po': è tardi. Dovremmo avviarci, i professori saranno in pensiero!”

Le rivolsi il sorriso più falso che potevo fare in quel momento. Lasciai la mia parte dei soldi sul tavolo, presi la borsa e mi avviai da sola al posto in cui dovevamo incontrarci con tutti i ragazzi.

Arrabbiatissima, borbottai parole incomprensibili fino a quando non mi raggiunsero anche loro.

 

La Quinta A?? Dove sono i ragazzi della Quinta A?!”

PROFESSORESSA! SIAMO TUTTI QUI!” urlò la rappresentante di classe da lontano.

Quando ci avvicinammo i professori ci riunirono tutti per comunicarci qualcosa. Sembravano un po' allarmati.

Ragazzi, ci siete tutti?? Bene, perché c'è stato un contrattempo e l'aereo partirà con massimo 30 minuti di ritardo! Non so come sia potuto accadere, ma dobbiamo adeguarci e aspettare un altro po'. Questa volta però non vi concedo nessun “giro turistico”. Rimarrete qui, tutti uniti. Non voglio perdere di vista nessuno.”

Ecco, ci mancava solo il ritardo del volo. Com'è possibile che un aereo parta in ritardo?! Cos'è, un treno, la metro?! Pensandoci, non so perchè, mi venne da ridere!

Stranamente il tempo passo in fretta e alle 8 in punto prendemmo una specie di tram che ci portò fuori il grande aereo. Non era la prima volta che ne prendevo uno, ma ogni volta che lo vedevo, così grande, pensando a quanto in alto andasse, mi venivano i brividi.

Salimmo tutti insieme, con le Hostess che salutavano in francese ogni persona che entrava, e ci sedemmo nei posti assegnati.

Guarda caso mi capitò proprio il posto vicino a quella vipera di Chiara. Bene. Meno male che, insieme a lei, vicino a me c'era anche una ragazza della sezione B con cui ero sempre andata d'accordo. D'altronde, anche lei, come me, leggeva manga e avevamo più o meno le stesse passioni.

Passai il viaggio parlando con lei, cercando di evitare Chiara e facendo qualche pisolino ogni tanto.

Alle 10 finalmente arrivammo all'aeroporto Parigino.

 

 

Quello che succede adesso già lo conoscete.

Quindi è inutile riparlarne.

Vi dico solo questo: Yang Yoseob, il mio membro preferito dei B2ST, uno degli Idol che mi ha sempre attratto, era di fronte a me. Non sapevo cosa fare, come comportarmi.

Era lì, che preoccupato continuava a chiedermi come stavo. Ancora non riuscivo a capire se stavo sognando, se era la realtà.

Forse il desiderio del concerto mi stava facendo avere delle allucinazioni?!

Intanto Alessandra continuava ad urlarmi contro di muovermi, che stavano andando tutti via.

Non riuscivo a sentirla.

Solo quando lui mi prese la mano, per aiutarmi ad alzarmi, mi ripresi.

Era tutto vero.

Grazie, faccio da sola!” Non so perché, ma la frase mi uscì in coreano, nella maniera più spontanea possibile.

Mi guarda perplesso e mi rendo conto della cavolata che avevo appena fatto.

Parli coreano??”

MA.. TI SEMBRA IL CASO DI VANTARTI DEL FATTO CHE HAI STUDIATO COREANO IN QUESTO MOMENTO??!! CHE FACCIO ORA?!

Completamente impazzita, non sapendo cosa fare, decisi di ascoltare mia cugina che continuava a chiamarmi a squarciagola. Corsi via, senza dirgli niente.

 

Durante il tragitto verso l'hotel non riuscivo a far altro, oltre che a pensare alla GROSSA figuraccia che avevo fatto un momento prima.

 

 

*E siamo arrivati al momento clù (?) della fanfiction! Ringrazio tutti quelli che la stanno leggendo e che continueranno a leggerla! Se avete qualche consiglio o qualche critica fate pure! Spero vi appassioni ancora di più andando avanti con i capitoli! Chu ~

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Capitolo 4
*** Interesse. ***


 

 

 

Cosa.. cosa è successo poco fa?! Io, Yoseob, mano, lui.. AHHHHH!

ERA TUTTO VERO!

E io sono scappata come una cretina, senza dirgli assolutamente nulla! Ma cosa mi è saltato in testa?! Gli ho anche risposto in coreano!

Sconsiderata, sei una sconsiderata!

L'ora nel pullman l'ho passata tutta così, a delirare (a volte anche ad alta voce). Non riuscivo a stare seduta e continuavo a muovermi in continuazione. Prendevo il telefono, accendevo il display, lo spegnevo, lo accendevo di nuovo. Contavo i soldi, svuotavo la borsa.

Dovevo fare qualcosa, qualcosa per cercare di distrarmi, ma era tutto inutile.

TU, CAVOLO, POTEVI EVITARE DI URLARMI DI MUOVERMI, SAREI STATA PIU' CALMA E RAGIONEVOLE!!!”

Anna, Anna, calmati per favore! Stai dando i numeri da quando siamo saliti qui sopra! E ancora non ho capito bene cosa diamine è successo poco fa. Mi spieghi, con calma, cosa ti turba?”

Cercai di spiegarglielo in maniera chiara e soprattutto con massima tranquillità. Ma in quel momento mi sembrava la cosa più difficile del mondo. Come potevo rimanere calma in un momento del genere?!

Allora.. sì, cioè... Ma come hai fatto a non capire cosa è successo, scusa?!! No, aspè, te lo spiego, ok? Allora....”

Sì, ero calma.

Devo dire che sei calmissima. Metti in ordine le idee e quando avrai formulato un discorso sensato, potrò capire cosa è successo. Magari posso anche darti qualche consiglio no? Se non tua cugina, chi altro può farlo?”

Apprezzai molto il fatto che lei volesse aiutarmi, ma in quel momento Alessandra non poteva proprio comprendermi al 100%.

Ok. Adesso ti spiego. Prima, in aeroporto, hai notato quel ragazzo d'avanti a me? Con gli occhiali da sole? Dietro c'erano altri cinque ragazzi. Ricordi?”

Mmmh, mi pare di si. Cioè, il ragazzo non lo ricordo, ma i cinque ragazzi dietro mi sembra di averli visti di sfuggita. Quindi?”

QUINDI.. Quei ragazzi, sai chi erano?? I BEAST! Quelli del concerto di mercoledì, quello al quale desideravo tanto andarci!! E il ragazzo proprio di fronte a me, Yoseob, mi ha aiutato ad alzarmi, o almeno ci ha provato... capisci?!! Ed è anche il mio bias.. ehm, cioè, uno dei miei cantanti preferiti! Non ce la posso faree!”

Ma davvero?! Oddio che fortuna! Perché ti disperi così, li hai visti, a pochi centimetri da te, non dovresti essere contenta? Le ragazze che andranno al concerto li vedranno da lontano, mentre tu hai avuto un vero e proprio incontro ravvicinato con loro! Io sarei felicissima al posto tuo!”

Come non detto, non avrebbe mai capito..

In quel momento avrei preferito mille volte vederli dal vivo che così, in quella situazione. E soprattutto, la figuraccia che avevo fatto poco prima.. parliamone.

Cosa starà pensando in questo preciso istante di me?! Che sono una pazza ragazza straniera che parla coreano?!

Mah, forse il mio cervello stava faticando troppo, perchè qualche minuto dopo chiusi gli occhi e caddi in un sonno profondo.

 

 

 

 

  • Aeroporto Beauvais, Parigi.

 

Hyung.. ti muovi? Se ci riconoscono è la fine, muoviamoci! HYUUNG!”

Eh? Ah.. Dongwoon-ah.. scusami. Ero sovrappensiero..”

Stai ancora pensando alla ragazza di poco fa? Dai, forse ci conosceva. Ha parlato coreano? Sei sicuro?”

Si, mi ha risposto in coreano.”

E allora sapeva chi eri! Mica tutti gli asiatici parlano coreano! Magari era anche una nostra fan..”

Beh, si. Il ragionamento di Dongwoon aveva senso. Ma, non so perchè, non riuscivo a non pensare a quella ragazza. C'era qualcosa.. eppure l'avevo vista per neanche 5 minuti. Era come se in quei pochi istanti in cui l'avevo guardata, mi fosse sfuggito qualcosa. Ma cosa? Non mi era mai successo qualcosa del genere. Ero.. incuriosito.

Yoseob-ah, Dongwoon-ah! Che state facendo? Il furgone è arrivato, ci sta aspettando qui fuori!”

Si hyung, arriviamo! Forza!”

Dongwoon mi prese per un braccio e mi trascinò fuori dall'edificio.

Quando uscimmo, una marea di ragazze urlavano i nostri nomi, impazzite.

OPPAAAA! SARANGHAEE!”

AAAHHH!”

Dopo tanto tempo, ancora non mi ci ero abituato a tutto questo.

Non ero infastidito, anzi, ero stupito. Un semplice gruppo coreano, così famoso e amato anche all'estero. Le nostre fan straniere urlavano, ci scrivevano lettere e cartelloni nella nostra lingua. Ero commosso!

Dopo aver salutato tutta quella gente, salimmo nel furgone. Le fan continuavano a filmarci e a farci foto, urlando a squarciagola.

 

Ci volle meno di un'ora e arrivammo all'hotel. Non era niente di speciale, un semplice hotel a quattro stelle, molto più modesto rispetto ai posti in cui avevamo alloggiato precedentemente. Per fortuna, lì fuori non c'era tutta la folla che avevamo trovato all'aeroporto. In quell'occasione cercammo di tenere il tutto segreto, per avere più privacy. Quindi, a parte qualche fotografo quà e là, non c'erano fan urlanti. Accanto al nostro furgone era parcheggiato un pullman. Uno di quelli grandi, dove viaggiano i turisti. Non eravamo i soli. L'hotel sarebbe stato parecchio affollato.

Prendemmo i nostri bagagli e ci avviamo all'ingresso.

Era proprio all'ingresso che notai un gruppo di persone, più o meno una cinquantina, che coprivano tutta la reception. Erano dei ragazzi, che ascoltavano attentamente 5 persone più anziane. Doveva essere una scuola, o qualcosa del genere.

Hyung, visto quante ragazze carine?!”

Dongwoon si rivolse a Junhyung, non perdeva mai l'occasione per fare commenti.

Idiota, secondo te abbiamo il tempo di pensa' a queste cose??”

Dongwoon lascia perdere, ormai Junhyung è completamente perso! Ricordi? Lui e Hara tra un po' vanno a nozze!”

Quanto mi piaceva prenderlo in giro! Peccato che ogni volta che toccavo quel tasto, mi guardava malissimo. Mi colpì la testa, e iniziò a stringermi forte il braccio. Faceva sempre così quando lo infastidivo.

Scusa scusa scusa! Mi lasci?! SCUSA HYUNG!”

La prossima volta ti uccido!”

Rideva, ma mi faceva malissimo ogni volta!

Il nostro manager chiese alla folla d'avanti la reception di farci spazio, ma visto che sembrava che nessuno lo stesse ascoltando, si fece avanti da solo, per farsi dare le chiavi delle camere e altre informazioni.

Passato qualche minuto, tutte quelle persone che prima occupavano almeno la metà dell'hall dell'albergo, salirono le scale per dirigersi nelle proprie camere. Proprio mentre stavano andando tutti via, vidi una ragazza bassina, con una felpa viola, proprio di fronte a me.

Mi ricordava qualcuno, ma proprio non riuscivo a capire chi.

Poi ho ricordato l'episodio di qualche ora prima, all'aeroporto:

La felpa viola, capelli corti...

La ragazza di stamattina!”

Per fortuna non mi sentì, era già andata via.

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Capitolo 5
*** Sguardi. ***


 

 

  • Anna.

 

Non avevo mai dormito così tanto: tra pullman, aereo e ancora pullman avevo perso il conto di quante volte mi ero appisolata. Beh, appisolata.. si fa per dire. Forse sarà stato lo shock, ma in quelle ultime ore di viaggio che erano rimaste avevo dormito così profondamente che se Alessandra non mi avesse svegliata probabilmente sarei rimasta nel pullman.

Avevo anche sognato.

Frammenti di sogni che andavano e venivano. Alcuni familiari, altri estranei. Sognai me, al concerto, e il volto di Yoseob che ogni tanto compariva impercettibile. Quello che successe la mattina mi aveva proprio sconvolta, ormai ero fuori di testa.

 

Era quasi l'ora di pranzo quando arrivammo all'hotel. Dopo che il nostro mezzo di trasporto parcheggiò, uscimmo tutti velocemente e appena fuori tirammo un sospiro di sollievo. Niente più aerei o pullman.. almeno per il momento. Prendemmo le valige e tutto il nostro rumorosissimo gruppo entrò nell'albergo: un bellissimo hotel a quattro stelle!

I primi ad entrare però furono i professori, che chiesero alla reception tutte le informazioni, il numero delle stanze e le rispettive chiavi. Poi ci riunirono e ci divisero in gruppi di tre o quattro persone a stanza. Io avrei passato la settimana in stanza con mia cugina, Alessandra, e altre due compagne di classe. Ti pareva che tra le due capitò Chiara, la meno desiderata. In quel momento però non mi sembrava il caso di pensarci troppo.

Appena finirono di farci le solite raccomandazioni, ci consegnarono le chiavi e ci accompagnarono al piano in cui si trovavano i nostri alloggi.

La nostra stanza era al quinto piano e quando aprimmo la porta rimanemmo ad occhi aperti: la stanza era luminosissima! C'erano due letti matrimoniali, che al solo guardarli percepivi quanto potessero essere comodi, e una grande finestra coperta da una tenda rosa chiaro che lasciava entrare la giusta quantità di luce. In alto, quasi al centro della stanza, c'era un televisore che trasmetteva canali italiani e stranieri. Il bagno, infine, non era grandissimo, ma all'interno c'era lo stretto necessario. Insomma, stavamo una favola!

Il tempo di ordinare un po' le nostre cose, subito alcune ragazze ci vennero a 'disturbare' per informarci che avremmo pranzato in albergo e subito dopo saremmo usciti per fare un piccolo giro del quartiere, giusto per occupare il resto della giornata che ci era rimasto. Così, informate della novità, dopo esserci rinfrescate con una bella doccia, scendemmo al piano di sotto per mettere qualcosa sotto i denti. Finalmente.

Infatti, dopo tutte le cose successe qualche ora prima, non mi era proprio passata per la testa l'idea di mangiare, ma quando mi fecero notare l'orario, iniziai a sentire il mio stomaco brontolare.

Ahhh! Finalmente si mangia! Stavo giusto morendo di fame.. “

Che c'è? Ti è tornato il buon umore? Eppure prima eri uno straccio!”

Grazie per lo straccio!

Ho deciso di non pensarci, di godermi questo viaggio, come mi ero ripromessa prima di partire! E poi ora ho fame, e sai che quando voglio mangiare penso al cibo e nient'altro!”

Giusto, come ho potuto dimenticare una cosa del genere?!”

Tra le chiacchiere e le risate che ci scambiavamo in quel momento io e Alessandra, improvvisamente sentii qualcuno ridere e urlare alla fine del corridoio..

Hyuung! Secondo te qui a Parigi riusciamo a trovare un posto che vende Kimchi??”

Ma tu, in Francia, pensi al Kimchi?! Dovresti sperimentare i piatti tipici e..”

Piatti tipici tipo lumache?! Scordatelo!”

Ora pensa a chiamare questa cavolo di ascensore che oggi pranziamo qui..”

Non.. non può essere vero. No.

Non di nuovo, non così!

Inizialmente pensavo di non aver visto bene, che forse, non indossando né lenti a contatto e né occhiali, avevo scambiato quelle sei persone per qualcun altro. Pensavo che, l'episodio di quella mattina mi stava portando SERIAMENTE alla pazzia. E invece no.

Il cuore batteva all'impazzata, quasi svenivo sul colpo. Le gambe stavano per cedere, in quel momento non riuscivano a reggere il peso del mio corpo. In preda al panico presi il braccio di mia cugina e iniziai a stringerlo talmente forte che iniziò ad urlare.

AHIA! Puoi lasciarmi il braccio per cortesia e spiegarmi che ti prende ora?!”

Feci un piccolo cenno con la testa per indicare i ragazzi che avevamo davanti. Semplicemente lei rimase zitta.

Dopo qualche attimo di silenzio, qualcuno parlò.

Ah.. aspetta.. Ma, hyung! Lei è la ragazza dell'aeroporto!!”

Dongwoon divertito spinse Yoseob in avanti. Sembrava imbarazzato.

Sì, davanti a me, per l'ennesima volta, c'erano i B2ST.

 

  • Yoseob.

 

Il nostro manager ci accompagnò alla stanza, al quinto piano.

Mentre l'ascensore saliva, pensavo alla ragazza vista poco fa all'ingresso.

Mi sono confuso? Era davvero lei?

Ancora non riuscivo bene a comprendere il perché non facevo altro che pensarci da quando avevo lasciato l'aeroporto.

Forse, la cosa del coreano e la sua agitazione, mi avranno fatto incuriosire. Magari, voglio semplicemente capire il perchè del suo comportamento. Sì, dev'essere per forza così.

Cinquième étage.”

Eccoci arrivati.

Finalmente possiamo riposarci per qualche minuto! Non vedo l'ora di stendermi sul letto!”

La nostra stanza si trovava alla fine del corridoio e, come poi capii, era diversa dalle altre. Le cosiddette “camere V.I.P” o di lusso. Quando la porta si aprì davanti a noi c'era una stanza enorme con due letti matrimoniali e un letto a castello. La luce ricopriva ogni parete grazie alle grandi finestre e, soprattutto, al balcone che si trovava alla nostra destra. Affacciandoci, potevamo vedere le vie parigine perfettamente.

Inoltre c'era qualunque comodità: un grande frigo, armadi capienti, due televisori e persino un aggeggio per fare del caffè o del thè.

Non riuscimmo a trattenerci e, dopo aver fatto un lungo respiro per inghiottire tutta l'aria pulita che c'era in quella stanza, ci gettammo nei letti come non avevamo mai fatto.

Una sensazione stupenda.

Dopo tutte quelle ore di viaggio, qualche minuto di riposo ci voleva eccome.

Ahhh! Rimarrei così per l'eternità!”

Preso dall'euforia, iniziai a rotolarmi avanti e indietro su quel letto enorme e a saltare da un letto ad un altro.

Yoseob-ah! Capisco l'eccitazione, ma noi siamo stanchi.. se ti stai fermo un attimo!”

Questi letti sono stupendi!”

Si, ma non significa che devi saltarci sopra.”

Doojoon iniziò a rimproverarmi, come faceva sempre, ma, come ogni volta, evitai di ascoltarlo.

Andai verso Gikwang che stava quasi per addormentarsi e gli lancia un cuscino contro.

Si alzò di sobbalzo e mi guardò arrabbiatissimo: prese anche lui un cuscino e lo tirò verso di me.

Fu così che iniziò la lotta dei cuscini. Grazie a me.

Sembrava un ring di wresting, quando improvvisamente entrò il nostro manager.

Dopo la bella sgridata, chiamo a sé Doojoon, gli disse qualcosa. Quando rientrò in camera ci informò che era ora di pranzo e dovevamo scendere al piano di sotto, era già tutto pronto. Poi mi prese in disparte tirandomi per un orecchio. Ecco, doveva sgridarmi, come solo il Leader sa fare.

Sei sempre il solito idiota!”

Mi passò una mano tra i capelli, rideva. Ecco questa era il rimprovero del nostro Leader.

Uscimmo dopo qualche minuto tutti insieme, e mentre aspettavamo l'ascensore sentii dei passi lungo il corridoio e delle risate, erano delle ragazze.

Non capii al volo che lingua parlassero, quindi non mi soffermai ad ascoltare. Dongwoon però si rivolse a me appena le tre ragazze ci raggiunsero:

Ah.. aspetta.. Ma, hyung! Lei è la ragazza dell'aeroporto!”

Alzai gli occhi e la vidi. Nemmeno il tempo di fare o dire qualcosa che quell'idiota mi spinse verso di lei. Ero imbarazzatissimo.

La ragazza aveva la stessa espressione che aveva al nostro primo incontro, sembrava shockata. Forse era davvero una nostra fan? In effetti mi avrebbe fatto piacere.. una scusa per rivolgerle la parola.

Ciao, ci rivediamo! Capisci il coreano, vero?” Fu Hyunseung a parlare.

Dopo qualche minuto di silenzio, rispose, la voce le tremava leggermente.

S-si! Non sapete quanto sia agitata in questo momento.. !”

Rispose ridendo, sempre con quell'agitazione che in qualche modo la rendeva carina. Si passò una mano nei capelli corti lisci e fece un piccolo inchino.

Allora sei una nostra fan?! Sei qui per il concerto?” Anche Gikwang sembrava molto curioso.

In realtà no.. sono qui con la mia scuola. Al concerto non potrò esserci, purtroppo.”

A quel punto la sua espressione cambiò: dall'agitazione passò alla tristezza. Evidentemente, avevamo toccato un tasto dolente.

Arrivò l'ascensore e visto che erano troppe le persone che dovevano entrarci, alcune scesero per le scale. Quindi c'eravamo io, Hyunseung, Junhyung, lei e l'altra ragazza che l'accompagnava. Durante la discesa, rimanemmo in silenzio.

Intanto la ragazzina continuava a girarsi i pollici, guardando in basso.

E io continuavo a guardarla. Forse se n'era anche resa conto, visto che più volte si girava di scatto verso di me, per poi ritornare a guardare il pavimento.

Quando le porte si aprirono, mi ricordai di una cosa.

Non so il suo nome! Cavolo..

Stava per uscire, quando poi finalmente trovai il coraggio di aprire la mia dannata bocca! Fino a quel momento, infatti, ero rimasto in silenzio come un idiota.

A-aspetta..”

Le sforai leggermente la mano. Lei si girò, guardava sempre in basso, come se non riuscisse a guardarmi negli occhi.

Com'è che ti chiami.. ?”

Ah.. si, giusto! Mi chiamo Anna, piacere!”

Detto questo s'inchinò, prese la mano dell'amica e corse via.

Anna..

 

  • Anna

 

Ecco, prima Dongwoon che lo spinge verso di me, e ora questo. Praticamente incollati, insieme nell'ascensore. Ma lo fanno apposta?!

Non sapevo se definirmi fortunata o meno. Il fatto era che io e Yoseob eravamo a pochi centimetri di distanza e qualche minuto fa avevo parlato con Hyunseung e Gikwang.

Continuavo a guardare in basso, come un idiota. A volte mi giravo, sentendomi osservata.

Infatti, l'idol continuava a fissarmi e non riuscivo proprio a capire il motivo.

Cos'ho di strano ora?! Ma a che piano dobbiamo arrivare?!?!

Neanche il tempo di continuare a disperarmi che le porte si aprirono e subito mi precipitai fuori l'ascensore.

Una voce però mi fermò. Era lui.

A-aspetta..”

Cercai di mantenere al meglio la calma, mi girai verso di lui. Provai a guardalo, ma era tutto inutile.

Andiamo con calma. Su, ce la posso fare!

No, non riuscivo a guardarlo e lui se ne accorse.

Com'è che ti chiami?”

Vuole sapere il mio nome?!

Ah, si.. giusto! Mi chiamo Anna, piacere!”

Ormai stremata, presi per mano Alessandra e ci precipitammo nella sala da pranzo.

 

 

Ecco finalmente il quinto capitolo! ** Scusate se sono un po' lenta ad aggiornare, ma con la scuola e tutto il resto, ho poco tempo per scrivere. Gomen nasai ^^”

Spero di non farvi aspettare troppo per il prossimo capitolo!

Grazie per le recensioni e per chi segue la mia FF :3

Bye bye ~

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Capitolo 6
*** Lacrime. ***


 

 

  • Anna

 

Rallenti o no?! La sala da pranzo è qui!”

Si, ma.. Hai capito cosa è appena successo?! Noi, loro, lui... “

.. sono dietro di noi.”

Bene.”

Ero corsa via da quell'ascensore in fretta e furia, perché non potevo rimanere in quello stato ancora per molto, e loro erano ancora lì dietro?!

Dovrei essere la persona più felice del mondo, eppure in quelle situazioni mi sentivo una deficiente: ero in imbarazzo, non sapevo che fare e come comportarmi. Non volevo apparire ai loro occhi come la classica fangirl urlante, ma non riuscivo nemmeno a rimanere ferma e impassibile. Insomma, avevo appena scoperto che i miei idoli alloggiavano nel mio stesso albergo e che li avrei visti per cinque giorni lungo quei corridoi, come potevo contenermi? Così, il risultato era una ragazzina strana che balbettava e non riusciva a stare ferma. In quei momenti mi facevo solo pena.

Senza far caso alla loro presenza, feci un lungo respiro, presi la mano di Alessandra e entrai nella sala da pranzo.

Sei sicura che va tutto bene?”

Bisbigliò.

Che cavolo bisbigli?! Tanto non capiscono un cavolo!

Non ti preoccupare, va tutto bene. Semplicemente, devo comportarmi come se non ci fossero. Facile no?”

Sì, facilissimo.

Raggiungemmo le altre che ci avevano lasciato due posti liberi. Le ringraziammo sorridendo e ci sedemmo, gli altri, loro, presero posto a qualche tavolo di distanza, ma riuscivo comunque a vederli bene. E questo non aiutava.

La cosa peggiore era che Yoseob continuava a girarsi verso di noi, non sempre, forse era una mia impressione, ma il suo sguardo vagava ogni tanto verso il nostro tavolo.

Ecco che inizio a farmi film mentali. Ma la smetto?!

Anna, Anna! Li hai visti quei ragazzi? Che sono: cinesi, giapponesi..? Sono proprio carini!”

Alzai gli occhi al cielo e feci per rispondere, quando mia cugina parlò al posto mio.

Meglio non toccare questo discorso, vè?”

Mi guardò e sorrise.

Quanto ti amo in questo momento.

Si, grazie mille! Comunque, Noemi, forse un giorno ti spiegherò con calma chi sono.. “

Mi guardò perplessa, si incuriosì ancora di più, ma Alessandra, ancora una volta, le disse di lasciar perdere. Benedetta ragazza.

Il pranzo non era un granché, le pietanze avevano aspetti e sapori piuttosto strani, ma io pensavo a tutt'altro. Il mio sguardo si volgeva verso il loro tavolo troppe volte. E il mio intento di far finta di niente era, quindi, praticamente fallito.

Arrivato l'ultimo piatto, ormai piena (non solo di cibo, ma anche la mia testa era piena di cavolate che andavano e venivano), mi alzai di scatto.

Ragazze io salgo, mi sono ricordata di non aver ancora chiamato mia madre. Quando si decide qualcosa venite a chiamarmi voi?”

Si, vai tranquilla!”

Presi la felpa che avevo appoggiato sulla sedia e andai via.

Ancora una volta sentii il suo sguardo addosso.

 

Mamma? Si.. ehm, è che me n'ero proprio dimenticata, scusa! Sì, va tutto bene, abbiamo appena finito di pranzare, tra poco dovremmo uscire.”

Ti sento un po' strana.. è forse successo qualcosa?”

Cosa dovrebbe essere successo?! Si che mi sto divertendo! Ok, ti chiamo io domani allora.. un bacio mà!”

Attaccai.

Camminavo avanti e indietro per tutta la stanza: l'immagine dell'aeroporto, dell'ascensore, del pranzo, non riuscivo a togliermele dalla testa.

Dovrei vedere il bicchiere mezzo pieno in questi casi e invece.. !

.. Bene, adesso parlo anche da sola!”

Mi gettai sul letto urlando e agitando le gambe in aria.

Ahhh! Non è possibile!!”

Anna..? Stai bene?” disse ridendo Debora, l'altra nostra coinquilina, appena entrata nella stanza.

Apparentemente no, ma sto bene. Non preoccuparti!” sorrisi, meglio evitare di spiegare anche a lei la situazione.

Tra mezz'ora dovremmo scendere per fare un giro qui intorno, sono venuta per avvisarti.

Io però devo assolutamente fumare una sigaretta. E' da ieri che non lo faccio, sono in astinenza.. Vieni fuori con me? Prendi anche una boccata d'aria magari!”

Volentieri!”

In effetti una boccata d'aria era proprio quella che mi ci voleva. Mi alzai dal letto e seguì la ragazza che aveva preso un pacchetto di Merit e l'accendino. Durante il tragitto verso l'uscita speravo di non incontrarli di nuovo, di non fare un altra figuraccia e, per fortuna, non accadde nulla di tutto questo.

Allora.. come mai prima ti agitavi così tanto?” rise e respirò via il fumo.

Bella domanda! Te lo spiegherei anche, ma poi dovrei ucciderti!”

Spiritosa!”

Risi.

Dai per sdrammatizzare un po'! Comunque nulla d'importante, cose mie.” Tagliai corto.

Perchè si ostinano a chiedermi cosa è successo? Non ne voglio parlare, ci arrivate?!

Ok, ho capito che è meglio non chiederti nulla! Ti lascio nei tuoi problemi. Se poi ti serve aiuto non venire da me!”

Qualche altro tiro, poi Debora gettò la sigaretta davanti a sé, in un tombino. Mi chiese di aspettarla lì mentre lei andava a chiamare le altre.

Vai vai! Ti aspetto.”

Fuori l'albergo c'era una strada piena di negozi e supermercati, ma a quell'ora erano tutti chiusi e in pausa. Poche persone passeggiavano silenziosamente, da soli o in compagnia, rendendo le vie quasi completamente deserte. Mentre guardavo le persone passarmi davanti, presi il telefono per controllare l'orario.

Qualche secondo dopo un ragazzo sulla ventina mi si avvicina. Non era francese, infatti mi chiese qualche informazione in inglese.

Oh, I'm sorry. Can I ask you something?”

Of course!”

Per fortuna con l'inglese me la cavavo piuttosto bene.

How many stars have this Hotel?”

.. Che domanda è mai questa? Esiste l'insegna sa?? Mah..

Ehm.. I guess fou-”

Feci per rispondere, ma accadde qualcosa, tutto troppo velocemente, non riuscì a far niente: accanto al ragazzo straniero si avvicinò un uomo alto, con un cappello scuro. Aveva in mano quello che poteva sembrare una pistola e la puntava contro di me. Bruscamente mi tirò via il telefono da mano, poi mi ordinò di dargli tutto quello che avevo. Io non mi mossi di una virgola, lui mise le mani nelle mie tasche e prese i pochi soldi che c'erano.

Mi diede una forte spinta tanto da farmi cadere a terra. Poi fuggirono via, insieme.

Ma.. cosa...”

Ancora a terra iniziai a piangere.

 

 

  • Yoseob

Ahhh sono pieno! Certo che la cucina francese non è niente male!”

Hyung tu mangi qualsiasi cosa ti mettono davanti! A me invece faceva schifo quasi tutto.. “

Erano appena le due e mezza di pomeriggio e eravamo ancora seduti al tavolo. Gli scolari che erano con noi in quella sala da pranzo erano andati quasi tutti via. Anche le amiche della ragazza di nome Anna non c'erano più. Lei fu la prima ad andarsene, sembrava agitata.

Non chiedetemi il perché lo sappia, ma non riuscivo a non lanciare un occhiata di tanto in tanto al loro tavolo. Riguardo al pranzo, non avevo apprezzato a pieno la nouvelle cousine, avrei preferito mille volte del kimchi, ma non mi lamentai e mangiai quasi tutto, forse era la fame.

Yoseob-ah, perchè non vai alla reception a consegnare la chiave della vostra stanza? Che ora andiamo direttamente al palazzetto per provare. Meglio lasciarla qui, se qualcuno la perde vi ammazzo!”

Non ti fidi proprio di noi eh?” risposi ridendo, poi mi alzai con le chiavi in tasca diretto all'hall.

Si ma, cosa gli dico ora? Francese non se ne parla.. inglese? Proprio me dovevano mandare..

Arrivato alla reception cercai qualunque vocabolo, qualunque gesto per farmi capire ma ci misi comunque un po' per riuscirci.

Stavo per tornare dagli altri, quando sentii dei singhiozzi provenire dall'entrata dell'edificio. Sembrava che qualcuno stesse piangendo.

Aumentai il passo preoccupato e arrivato fuori vidi una ragazza a terra, che singhiozzava pesantemente. Le mani le coprivano il viso, ma capì subito chi fosse. Mi precipitai verso di lei, abbassandomi per aiutarla a rialzarsi.

E-ehi.. stai bene? Cosa è successo?”

Tolse le braccia lentamente dal volto, tirando su col naso. Gli occhi erano gonfi e pieni di lacrime.

Senza dire nulla, mi abbracciò.

Non seppi far altro, a parte stringerla a me.

 

 

  • Anna

 

Ancora non riuscivo a connettermi con la realtà. Un incubo, cos'era?

Degli sconosciuti mi avevano derubata. Di nuovo. Ormai era diventato un trauma.

Continuavo a piangere e non riuscivo a far altro. Ero lì a terra da parecchio, non mi chiedevo neanche più dove fossero le ragazze, pensavo solo ai volti di quei due che mi puntavano la pistola contro.

Improvvisamente qualcuno mi prese per le spalle. Mi strattonò leggermente.

Era Yang Yoseob.

Senza pensarci, senza rendermi conto di quello che avrebbe potuto pensare, delle conseguenze, mi gettai su di lui, piangendo sempre di più.

 

 

 

Ecco il sesto capitolo! ** Vi faccio sempre aspettare tantissimo, mi dispiace ç__ç Spero che il capitolo vi piaccia, ho deciso di movimentare di più la storia :3 Cercherò di essere più veloce le prossime volte. Ri-ringrazio tutte le persone che stanno seguendo la mia fanfiction, vi sono molto grata *^^^*

Bye bye  ~

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