Incontro al destino

di sophie97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cominciamo bene... ***
Capitolo 2: *** Morte in città ***
Capitolo 3: *** è solo l'inizio... ***
Capitolo 4: *** Collaborazione ***
Capitolo 5: *** Ti devo un favore! ***
Capitolo 6: *** Scelte ***
Capitolo 7: *** Scusa ***
Capitolo 8: *** Colori ***
Capitolo 9: *** Attesa ***
Capitolo 10: *** Vengo con te ***
Capitolo 11: *** Ultima prova ***
Capitolo 12: *** Un addio ***



Capitolo 1
*** Cominciamo bene... ***


Cominciamo bene…

 

 
 
Era una fredda giornata invernale a Colonia e i poliziotti del distretto dell’autostradale erano quasi tutti al caldo in caserma…
 
Ben era nel suo ufficio a svolgere qualche pratica quando, ad un certo punto entrò Semir, chiudendosi la porta alle spalle e sbattendo un plico di fogli sulla scrivania.
«Buongiorno socio…» salutò Ben senza alzare gli occhi dal foglio «Come mai così in rit…» l’ispettore non finì la frase notando l’aspetto del collega: Semir era bagnato fradicio dalla testa ai piedi e continuava a starnutire:
«Etciù…accidenti!»
«Tutto bene Semir?»
«Bene? Bene un corno!» esclamò il poliziotto con aria piuttosto nervosa.
«Per caso ti sei alzato col piede sbagliato?» chiese Ben notando l’umore del collega.
«Cosa te lo fa pensar…e…e…etciù!».
Ben lo guardò divertito…Semir continuava a gocciolare ed era davvero buffo!
«Deve essere la mia giornata storta…fin’ora non ne è andata una giusta!» continuò l’ispettore.
«Uhm, sentiamo!» si interessò Ben.
«Tanto per cominciare stanotte non ho chiuso occhio: Aida ha l’influenza, la febbre alta e mal di pancia, perciò ha urlato come una matta e non ha dormito;
quando finalmente sono riuscito a farla addormentare ho pensato di riposare un po’ anch’io…peccato che fossero le cinque e la sveglia sia suonata alle sei;
neanche Andrea sta tanto bene da qualche giorno, così le ho portato la colazione a letto…ma sono inciampato sulla sua ciabatta! Mi si è rovesciato tutto il caffè bollente addosso e addio camicia nuova (tra l’altro ultimo regalo di mia suocera);
esco di casa, faccio per prendere la macchina ma questa non parte e così mi avvio a piedi di corsa per non fare tardi;
poco dopo:diluvio universale! Apro l’ombrello ma a causa del vento si rompe quasi subito;
mi faccio tutta la strada sotto l’acqua;
arrivo in ufficio e neanche un buongiorno: la Englardth mi ferma nel corridoio e mi da questi rapporti da finire di scrivere entro un’ora!
Fine…che ne pensi? E…etciù!»
«Penso che ti sei buscato un bel raffreddore caro mio!» commentò Ben «Dà qua…» aggiunse prendendo qualche foglio dal plico portato da Semir «ti aiuto io a finire i rapporti!».
 
Passò un’ora senza che succedesse niente di particolare, fino a quando, dopo l’ennesimo sbadiglio del collega, Ben…
«Ti senti bene Semir? Continui a sbadigliare e tossire e sei bianco come un fantasma, non è che hai la febbre anche tu?».
«Ma figurati…»
«Misurala, va’!»
«Ben, non è necessario!»
«Susanne?! Dov’è il termometro?» urlò Ben ignorando completamente le proteste dell’amico.
 
Pochi minuti dopo…
«38,8!»
«Eh bravo Semir…!»
«L’avevo detto io che è la mia giornata storta!».
«Facciamo una bella cosa…finisco io qua, tu passa dalla Englardth e poi torna a casa, tanto non c’è niente di urgente da sbrigare.» propose Ben.
«Non se ne parla neanch…e…etciù!» rispose Semir.
«Non ho mai conosciuto una persona più testarda di te, Semir!».
 
 
Nella penombra qualcuno osservava…
«Allora? Individuato l’obiettivo?»
«Uhm-uhm…andiamo a riferire i dettagli al capo…così sapremo quando e come agire.».
 
 


 
Ciao a tutti!!=D
Eccomi qua per una nuova storia!
Dunque…non posso anticiparvi chi sono e qual è l’obbiettivo delle due persone misteriose…posso solo dirvi che Ben e Semir avranno da risolvere un caso un po’ strano…
Aspetto consigli e commenti e grazie per l’attenzione!
Ciao!=D
Sophie

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Capitolo 2
*** Morte in città ***


Morte in città

 

La mattinata passò tranquilla fino a che…
 
«Che fame! Vado a prendermi un bel panino…vuoi qualcosa?» esclamò Ben alzandosi.
«No grazie» rispose il collega con l’ennesimo sbadiglio.
 
Poco dopo Ben si stava gustando il suo panino in ufficio quando entrò la Englardth come una furia:
«Andate in autostrada, forza, giro di routine!».
«Ma capo…sta ancora diluviando…dobbiamo proprio?» chiese Ben a bocca piena.
«Si, e senza discutere.» replicò lei «tutto bene Gerkhan?».
«Si, si…» rispose Semir.
 
Poco più tardi in macchina…
«Odio guidare con questa pioggia…non si vede niente…e poi va a finire che si mette a grandinare e mi si rovina pure la macchina…» pensò a voce alta Ben.
“5…a…Cobr…11”  si sentì dalla radio.
«Perché si sente così male?» si chiese Semir.
«Bho…rispondi!» disse l’altro.
«Cobra 11, venite avanti!»
“mort…città…torn……giù…”
«Ma non si capisce niente! Possibile che non…» la protesta di Semir venne interrotta da un colpo sordo sopra di loro…una sagoma nera sul parabrezza…la brusca frenata di Ben…e un attimo di silenzio…
 
«Ma cosa…?» Ben e Semir uscirono di corsa dall’auto, girarono quella cosa, quel sacco nero e lo aprirono…si guardarono le mani:sporche di sangue.
 
 


Un po’ corto lo so…ma tranquille i prossimi avranno una lunghezza più “normale”!
Grazie a tutti coloro che mi stanno seguendo e a ChiaraLuna21 e 1Rebeccam per le loro recensioni…
Cosa racchiuderà quel sacco?
Aspettate il prossimo capitolo e lo saprete…
A presto!
Sophie

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Capitolo 3
*** è solo l'inizio... ***


È solo l’inizio…


 

 
Nebbia.
Nebbia e pioggia.
Ben e Semir non riuscivano neanche a guardarsi negli occhi.
Con cautela aprirono quel grosso sacco caduto sulla loro auto e improvvisamente si fermarono, sbalorditi…
Un cane.
C’era un grosso cane ucciso con tre colpi d’arma da fuoco e ricoperto di sangue.
Gli ispettori rimasero come paralizzati sotto il diluvio…
…presero il sacco e lo posarono lentamente a terra…da questo cadde un biglietto con scritto: “È solo l’inizio” .
 
Un’ora dopo Ben e Semir erano in caserma e avevano spiegato lo strano avvenimento al capo…
«Non capisco…cobra cinque era qui in caserma a quell’ora, come quasi tutti gli uomini del distretto per altro…»
«Eppure…morte…città…» Semir si ripeteva le parole che avevano sentito alla radio prima dell’incidente «non può essere una coincidenza, sembrava…un avvertimento…».
«È stato terribile…pensavo di aver investito qualcuno, con tutta quella nebbia…e poi un cane…ma cosa vuol simboleggiare?» disse Ben ancora scosso.
«Questa storia non mi convince per niente, dovremo indagare…sapete da dove è stato buttato il pacco?» chiese il commissario.
«Sicuramente dal cavalcavia al km16».
«Bene, appena spiove andate lì con la scientifica.».
 
Due ore dopo Ben, Semir e alcuni colleghi erano sul ponte sopra l’autostrada…
Inizialmente non trovarono nessuna traccia, ma quando fecero per andarsene…
«Semir! Guarda!»esclamò Ben raccogliendo un pezzo di carta…
«Che hai trovato?»
«”21.00” » lesse Ben «21? E cosa vorrebbe significare?».
«Mah…questa storia sta diventando sempre più strana…».
 
 
«Ebbene?»
«Sono meno intelligenti di quanto pensassimo, capo…» disse un’uomo dall’altro capo del telefono.
«Meglio così…non capiranno il nostro obiettivo fino a giochi fatti».
 
 
In macchina…
«Certo che è proprio strano…è chiaro che qualcuno si sta divertendo alle nostre spalle, ma un cane…» ragionò Ben.
«Io penso che ci siamo infilati in un bel pasticcio, tanto per cambiare…etciù!» rispose Semir «Alza un po’ di più il riscaldamento, si gela…».
«Oh santo cielo, Semir! Va bene che hai l’influenza e il freddo ci sta…ma da lì a farmi soffocare…» ironizzò Ben.
«Sai…ho una strana sensazione…non so…come se ci sfuggisse qualcosa…» disse Semir.
«Uhm…andiamo bene!».
 
Poco dopo i due poliziotti furono in caserma…
«Trovato qualcosa?» li accolse la Englardth.
«Si, un biglietto con scritto “21.00”,Artmut lo sta analizzando…» spiegò Ben.
«21.00…avete idea di che significato possa avere?».
«No…».
«Capo, c’è una persona che la sta aspettando nel suo ufficio!» intervenne Susanne.
«È già arrivata? Bene!» rispose il commissario e poi, dirigendosi verso la stanza, si rivolse ai colleghi: «Venite con me.».
 
I tre si avvicinarono all’ufficio.
Entrarono.
Una ragazza era seduta su una sedia, voltata di spalle.
Semir si fermò sulla soglia, sbalordito.
Si, era lei…
 O forse era solo un’allucinazione dovuta alla febbre?
 No, era proprio lei, ne era sicuro…
Il poliziotto rimase immobile, riuscì solo a mormorare il suo nome:
«Clara…»
 
 


Buonasera a tutti!
Inanzi tutto grazie delle recensioni e poi…vi ricordate di Clara?
Se no vi consiglio di andare a dare un’ occhiata a “L’ombra dei sentimenti”prima di leggere il prossimo capitolo…perché altrimenti vi anticipo che farete un po’ di confusione…
Ciao!
Sophie=D

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Capitolo 4
*** Collaborazione ***


Collaborazione

 

 
La ragazza si alzò e strinse la mano prima alla Englardth e poi a Ben.
Quest’ultimo si ricordava benissimo di lei, quella che credeva fosse una pazza criminale e poi non era altro che una collega, ed era rimasto anche lui molto sorpreso di vederla.
Clara guardò poi Semir, con quello sguardo impenetrabile che lui non era mai riuscito a sostenere. Infatti dopo poco il poliziotto si trovò a guardarsi la punta delle scarpe.
Ma cosa ci faceva lei qui?

«La collega della criminale Clara Offback è qui per aiutarvi a risolvere il caso. È successo anche da lei, a Düsseldorf, un episodio del genere e il suo capo mi ha contattato per unire le indagini.» spiegò il commissario come leggendo nel pensiero dei due colleghi.
«Due settimane fa ho investito una cosa…era un sacco nero con dentro un gatto morto dissanguato…e dato che da voi è successo con un cane pensiamo che i due casi siano collegati e di avere a che fare con uno psicopatico o qualcosa del genere…» aggiunse Clara.
«Bene ragazzi, mi aspetto da voi ottimi risultati!» esclamò la Englardth e uscì dall’ufficio.

Nella stanza calò un silenzio innaturale.
I tre poliziotti si guardavano, non sapendo cosa dire.
Fortunatmente quel silenzio fu interrotto dallo squillo del cellulare di Semir, che rispose:
«Si, Semir!».
«Ciao sono Hartmut! Ho esaminato il biglietto e ho novità…».
«Tra un minuto siamo da te!» lo interruppe Semir prendendo la giacca e dirigendosi verso l’uscita seguito da Ben e anche da Clara, che sorrise pensando tra sé e sé come sarebbe stato lavorare con Semir dopo tutto quel tempo.

Entrarono in macchina e lei prese posto sul sedile posteriore.
Silenzio per tutto il viaggio.
Una volta arrivati, Hartmut…
«Oh, siete già qui? Che velocità!» poi vide la ragazza e rimase affascinato dalla sua bellezza «Bu…buongiorno signorina…» balbettò.
«Buongiorno!» rispose Clara con un sorriso.
«Allora? Quali sono queste novità?» Ben lo riportò alla realtà.
«Novità? Ah, giusto, allora…ho analizzato il foglietto e non ci crederete mai…» cominciò lo scienziato.
«Spara!».
«Ho trovato un’impronta, è di un certo Arnold Fisher, uno “scienziato pazzo” che si divertiva a fare orrendi esperimenti sugli animali e se questi non andavano a buon fine lui uccideva i malcapitati. Era stato arrestato ma è uscito un mesetto fa.» spiegò Hartmut.
«Puoi vedere dove abita o dobbiamo chiedere a Susanne?».
«Già fatto, Shümberg Strasse,15!».
 
Dopo aver salutato Hartmut i poliziotti erano già in macchina diretti in Shümberg Strasse.
Dopo l’ennesimo periodo di silenzio finalmente Clara trovò qualcosa da dire:
«Ma abbiamo intenzione di stare in silenzio fino alla soluzione del caso?».
«Perché sei venuta?» chiese Semir.
«Questo ve l’ha già spiegato la Englardth, no?».
Semir non replicò.
Perché gli dava addirittura fastidio la sua presenza?
Infondo lei gli aveva salvato la vita e tra l’altro erano passati sette anni e ancora non l’aveva ringraziata.
Non ci riusciva, non ne aveva il coraggio.
 


Questa volta Ben e Semir avranno una nuova collega che li aiuterà a risolvere questo caso piuttosto strano…come sarà il loro rapporto?
Aspettate il prossimo e lo saprete…
Ciao!
Sophie=D
 
PS: grazie mille per le recensioni!!!

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Capitolo 5
*** Ti devo un favore! ***


Ti devo un favore!

 

 

Arrivarono nel posto stabilito verso le 20.30…
Entrarono nella casa deserta e si trovarono davanti ad un’unica stanza adibita a laboratorio scientifico.
Un lungo tavolo era pieno di bottiglie e alambicchi e in qualche gabbia squittivano topolini spaventati.
Perquisirono la casa; non era grande ma per capire cosa contenessero tutti quei contenitori i poliziotti impiegarono circa mezz’ora.

Ore 21.00:
squillò il cellulare di Ben che rispose:
«Jager!»
«Buonasera Jager…» fece una voce calma e persuasiva.
«Con chi parlo?»
«Avete dimenticato il mio ultimo biglietto? A quanto pare non gli avete dato molta importanza…»
«Cosa intende?»
«Intendo che il “21.00” di quel biglietto indicava un orario, che è passato esattamente da…1 minuto e 33 secondi…mi dispiace, io vi avevo avvertito…» continuò la voce misteriosa.
«Di cosa sta parlando?» chiese Ben.
«Chiedetelo al vostro capo…» disse l’uomo prima che la sua voce venisse sostituita da un insopportabile TU-TU-TU-TU-TU…
«La Englardth è in pericolo!» esclamò Ben dopo aver chiuso la conversazione.
 
La chiamarono: niente.
Andarono a cercarla al comando: niente.
A casa sua: niente.

 
I tre poliziotti  si trovavano in caserma seduti a una scrivania. Non sapevano cosa fare, si sentivano demoralizzati…
«Chiedo a Susanne se è riuscita arintracciare il cellulare della Englardth…» disse Ben alzandosi.
«Ma gliel’abbiamo chiesto tre minuti fa!» protestò Semir.
Aveva ricominciato a diluviare.

22.30.
«Allora vado a preparare un caffè.» e Ben uscì dalla stanza lasciando soli Clara e Semir.
«Siete molto legati al vostro capo…» constatò lei.
«Perché, tu non lo sei?» fu la distaccata risposta del poliziotto.
«Lui…non è una persona con un carattere molto facile.».
Ripiombò il solito silenzio ma poi…
«Grazie.» disse Semir guardandola negli occhi.
Clara sorrise…
«Di cosa scusa?»
«Se non fosse per te ora io non sarei qui. Grazie…e scusa se non ti ho aspettato.»
«Quando mi sono svegliata ho subito chiesto di te. Sono rimasta malissimo quando ho saputo che non c’eri…ma comunque è acqua passata…lo hai trovato il biglietto a quanto pare due mesi fa!»
Semir annuì. Ricordava perfettamente tutte le parole scritte su quel foglio.
«Bé…direi che come minimo ti devo un favore…» disse e lei rispose con un sorriso:
«Avrai tempo per restituirmelo.».
 


 
E fino a qui la storia è piuttosto tranquilla…
Dal prossimo capitolo avrà inizio l’azione che caratterizza Squadra Speciale Cobra 11!!!
Grazie a tutti quelli che stanno seguendo e in particolare a ChiaraLuna21 e 1Rebeccam!
Ciao!=D
Sophie

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Capitolo 6
*** Scelte ***


Scelte

 

 
Ben rientrò nell’ufficio notando che adesso c’era una atmosfera molto più distesa di poco prima.
Passò il caffè ai colleghi e ben presto squillò il suo cellulare…
«Pronto?!»
«Ve ne state lì in caserma sapendo il vostro capo in pericolo? Bei colleghi…» era la solita voce misteriosa.
«Ci dica immediatamente dove si trova o giuro che…» Ben viene interrotto dal criminale.
«Giura che cosa? Sa…mi sto divertendo molto con questo commissario, è proprio simpatica…ma dopo un po’ rischia di diventare noiosa…e io me ne libero delle cose noiose…».
«Non si azzardi a torcerle un capello!» esclamò Ben spazientito.
«Ho preparato un gioco per voi…ci saranno…quattro prove da superare…venite dove l’acqua incontra la polvere…e vi spiegherò le regole…» disse l’uomo prima di riattaccare.
«Non posso crederci!» Ben sembrava piuttosto demoralizzato…
« «A Stainer! È un quartiere lungo il Reno, dove ci sono delle fabbriche abbandonate! L’acqua del fiume c’è e lì la polvere non manca di certo!»intervenne Clara.
«Giusto! E c’è anche un’antica centrale idroelettrica ormai abbandonata!».
«Muoviamoci!».
 
I tre colleghi arrivarono sul posto ed entrarono nella centrale.
Verso la parete opposta all’entrata, vicino ad un’uscita di sicurezza, c’erano la Englardth e il criminale, che le puntava una pistola alla tempia.
«Avvicinatevi!» disse Fisher «E buttate a terra le pistole…bravi, così… ora tu vieni qui! Muoviti!» e indicò Clara.
La ragazza andò verso l’uomo molto cautamente…
«Bene…adesso vi posso spiegare le regole del gioco…» continuò lui «Dunque…tanto per cominciare ci saranno due squadre…e già qui siete in vantaggio: quattro contro uno!
Proporrò una prova a ciascuno di voi…le prime saranno più facili e l’ultima la più difficile…se supererete le prove andrete avanti…e andrete avanti anche se durante una di queste prove dovesse scapparci un morto…cosa che non succederà se siete tanto bravi e intelligenti come si dice in giro…adesso è il turno del vostro capo…
Dunque, cara Anna, la tua prova consiste in una scelta…» e diede una pistola in mano al commissario, che istintivamente la puntò verso il criminale, che però aveva già preso in ostaggio Clara: «Non so se ti conviene…».
Ci fu un’attimo di silenzio poi Fisher proseguì nella spiegazione…
«Come ti dicevo la tua prova è la più semplice, devi solo scegliere chi uccidere…uno dei due: o Jager o Gerkhan. Spara.» concluse.
 
Ben e Semir si guardarono un attimo, sbalorditi. Poi guardarono la Englardth, che sembrava come paralizzata.
«Ah dimenticavo…se non scegli tu allora io comincerò con uccidere questa bella ragazza e poi proseguirò…con tutti voi…meglio che perda la vita uno solo, non trovi?» aggiunse l’assassino.
Il commissario guardò prima Ben, poi Semir.
Come poteva scegliere? Erano suoi colleghi!
Puntava l’arma prima verso l’uno poi verso l’altro conscia del fatto che prima o poi a uno dei due avrebbe dovuto sparare…
Cominciò a ragionare…quante persone potevano soffrire per la morte di Ben? E per quella di Semir?
Ma che ragionamenti stupidi…nessuno dei due meritava la morte!
Chiuse gli occhi, ormai colmi di lacrime.
Sperò che fosse tutto soltanto un incubo.
Ma non lo era.
Li riaprì…
…e sparò.
Un colpo tremendo squarciò l’aria…
…rimbombò nel silenzio…
Sembrava che tutto si fosse fermato.
L’aveva fatto davvero…aveva sparato…aveva scelto…
 
Accadde tutto in un attimo:
Ben cadde a terra, privo di sensi.
Ci fu una sparatoria, durante la quale Semir venne ferito di striscio ad un braccio.
Il criminale fuggì dall’uscita di emergenza, con Clara.
Semir si voltò per un attimo verso il collega, che non dava segni di vita…
…ma uscì all’inseguimento di Fisher, trascinandosi dietro la Englardth che invece, in lacrime, voleva chiamare i soccorsi per Ben.
 
 


Allora? C’è un po’ più di azione?
Intanto grazie a tutti coloro che mi seguono e a Chiara e Rebecca per le recensioni e poi…
Scusate se il finale è un po’…confuso, ma era necessario fosse così per proseguire la storia!
A presto!
Sophie=D

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Capitolo 7
*** Scusa ***


Scusa

 

 

 
23.00…
Aprì gli occhi.
Subito vide le immagini sfuocate, ma poi si rese conto di cos’era successo…
Si mise seduto.
Si sentiva come se gli avessero tirato calci e pugni nello stomaco.
Sbottonò la giacca e si tolse il giubbotto anti-proiettile dove si era incastrata la pallottola che altrimenti lo avrebbe ucciso…
 
La Englardth e Semir erano in macchina all’inseguimento di Fisher…
«Ma…perché non ti sei fermato da Ben…? Ehi, Semir! Ascoltami!» disse lei ancora in lacrime.
Ma Semir non sembrava ascoltarla. Era troppo concentrato sulla guida.
 
Ben, ripresosi dal colpo si alzò e corse verso l’uscita:
Semir e il commissario non c’erano, probabilmente Fisher era fuggito e loro lo stavano ancora seguendo.
Chiamò Otto perché lo venisse a prendere per portarlo in caserma.
 
23.30…
La Englardth e Semir entrano in caserma, a mani vuote.
Varcata la soglia per poco il commissario non stava per svenire:
non credeva ai suoi occhi…Ben era lì davanti a lei…vivo e vegeto!
Rimase immobile per qualche secondo e poi tirò un profondo sospiro di sollievo: ecco perché Semir non si era fermato dal collega ed era così tranquillo…sapeva che stava bene!
«Ben…» sussurrò «…pensavo…».
«Lo so, scusi se l’ho fatta spaventare.» rispose Ben e poi, rivolto a Semir «Che hai fatto al braccio socio?».
«E? Ah…è solo un graffio…» spiegò lui distrattamente.
«Tutto bene?»
«Ha preso Clara…per la seconda prova.».
Ci fu un’attimo di silenzio poi Ben parlò:
«Vai a casa Semir, avresti già finito il turno da un pezzo e Andrea ti starà aspettando…e poi qui finchè non richiama quel pazzo non possiamo fare niente…».
«Grazie…a domani!» rispose l’ispettore prima di dirigersi verso l’uscita.
 
24.15:
Semir arrivò a casa, distrutto.
Andrea era ancora in piedi ad aspettarlo…
«Semir, finalmente, pensavo non arrivassi più!».
«Scusa, è stata una giornataccia!» esclamò lui.
«Cos’è successo?» chiese e poi notò la fasciatura al braccio «Com’è che tu e Ben riuscite a mettervi sempre nei guai?».
«Sarà destino!»
«Dai, cos’è successo?»
«Hai presente Clara? Quella che mi aveva “rapito” due mesi fa? Ecco…» e Semir spiegò tutta la storia.
 
Intanto in caserma…
«Capo…posso farle una domanda?» chiede Ben «Perché ha scelto me?».
La Englardth rimase a fissarlo.
Perché aveva scelto lui? Non lo sapeva.
Forse era andata a caso, forse aveva fatto dei ragionamenti…non lo sapeva.
«Non lo so…ho pensato alla famiglia di Semir…ad Aida…scusa.» rispose il commissario.
Se Ben fosse morto non se lo sarebbe mai perdonato.
 

6.30:
Semir si presentò in caserma e trovò Ben e la Englardth, che avevano fatto il turno di notte, mezzi addormentati:
«Novità?» chiese.
«No, non si è più fatto vivo…chissà esattamente cos’ha in mente…» il ragionamento della Englardth viene interrotto dallo squillo del cellulare di Ben…
«Pronto?!»
«Buongiorno…dormito bene? Direi che ora che siete tutti insieme possiamo passare alla seconda prova…che ne direste di venire in Wannelf Strasse? C’è un capannone abbandonato…» e Fisher chiuse la comunicazione con una perfida risata.
«Bene, noi andiamo.» esclamò Semir.
«Vengo anch’io!» disse la Englardth.
«Ma capo…»
«La squadra siamo noi quattro, ricordate? Forza, muoviamoci.»
 



 
Ciao!!
Contenti? Ben sta bene!
Ma quale prova dovrà superare Clara? Aspettate e saprete…=P
Grazie mille per le recensioni di Chiara e Rebecca e a tutte le persone che mi stanno seguendo!
Buona serata!
Sophie=D

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Capitolo 8
*** Colori ***


Colori

 

 

Arrivarono a destinazione verso le 7.00 e, entrati nel capannone, videro di fronte a loro Clara e poco distante Fisher…
Di fronte alla ragazza c’erano quattro grosse scatole di legno di quattro colori diversi.
Ognuna aveva un foro di circa 10 cm di diametro su un lato, coperto da una specie di tendina…
 
«Ben arrivati cari sbirri! Complimenti, direi che avete superato egregiamente la prima prova, quella assegnata ad Anna Englardth…come vi ho già detto però ogni prova sarà più difficile della precedente, perciò…»
«Venga al punto, Fisher!» lo interruppe Ben.
«E va bene, ma non è il caso di agitarsi tanto…dunque…anche questa prova consisterà in una scelta…avete mai sentito parlare di dendroaspis polylepis? » fece una breve pausa prima di coninuare «No, come immaginavo. Si tratta di un serpente, chiamato comunemente “mamba nero”…ed è il serpente con il veleno più letale che esista al mondo…questo rettile viene anche soprannominato infatti “sette passi”…perché la persona morsa dal serpente non ha il tempo di fare sette passi che già si ritrova tra le baraccia della morte…dopo 15 minuti il veleno è entrato completamente in circolo e il suo effetto letale non si può più evitare…».
Ci fu un attimo di silenzio…i poliziotti temevano il peggio.
«E questo cosa centra con la prova che Clara dovrà superare?» si intromise la Englardth.
«Ci stavo giusto arrivando…vedi quelle quattro scatole davanti a te?» continuò il criminale rivolgendosi a Clara «In una di quelle è rinchiuso un mamba nero…tu dovrai infilare la mano in tre di esse…sperando di non andare a disturbare il rettile che se no, magari, potrebbe innervosirsi…».
«Cosa?» sussurrò Clara che fino a quel momento era rimasta immobile ad ascoltare i discorsi di Fisher.
«Forza cara…comincia pure…» la incitò lui.
 
Clara posò lo sguardo sulle scatole.
Doveva scegliere, lo sapeva…ma su cosa si poteva basare? Doveva semplicemente provare a indovinare?
Cercò di ragionare…
C’era una scatola rossa, una nera, una verde e una bianca…
Improvvisamente la sua testa si riempì di ragionamenti che persino a lei parevano impossibili…
Il verde: il colore della speranza. Era anche il suo colore preferito, dopo l’azzurro…
Decise che avrebbe scelto così, in base ai colori…
Si avvicinò lentamente alla prima scatola…e, chiudendo gli occhi, infilò la mano nel buco.
Il cuore le batteva all’impazzata, la fronte imperlata di sudore…
Tastò dentro la scatola: solo legno.
Sospirò e ritrasse la mano, sollevata.
Non pensava che adesso aveva meno possibilità e quindi era più difficile individuare la scatola giusta.

Il rosso: per lei simboleggiava una cosa sola…l’amore. E perché mai l’amore avrebbe dovuto portarla alla morte?
Si fermò un attimo a guardare i suoi compagni di squadra: sentiva che erano vicino a lei…e trovò improvvisamente la forza di andare avanti, più sicura di prima.
Andò verso la scatola rossa e infilò, questa volta decisa, la mano nel foro…
Legno, di nuovo soltanto ruvido legno…e di nuovo un sospiro di sollievo.
Ma adesso rimanevano solo due scatole, due colori: il bianco o il nero?
 
Aveva sempre odiato il bianco.
Le dava un senso di vuoto davvero insopportabile.
E scelse il nero.
Non ci pensò un minuto di più.
Andò verso la scatola nera e fece entrare la sua mano nel foro…
Legno…e…e qualcosa di viscido…
Un dolore lancinante al polso…
Clara impallidì in un istante.
Le sembrò che tutto il mondo le crollasse addosso e si sentì sola…terribilmente sola.
Cadde a terra.
Due rivoli di sangue tiepido le scorrevano lungo il polso.
Le si annebbiò la vista, sentì in lontananza la voce di Semir che gridava il suo nome e alcuni spari…
…poi il nero.
Nero: il colore che aveva scelto.
Nero: il colore della morte.
 
 


Buonasera…
…okay, intanto chiedo scusa a chi si era già affezionato a Clara…mi dispiace, ma lei è andata semplicemente incontro al suo destino…
Grazie a Chiara e Rebecca per le recensioni e al prossimo!
Ciao!=)
Sophie

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Capitolo 9
*** Attesa ***


Attesa

 

 
Aspettare.
Semir non sopportava più quella parola.
Era da tre ore ormai che si trovava in quel corridoio.
Quando passava un medico gli chiedeva come stava Clara e questo gli rispondeva sempre che bisognava aspettare…
Sembrava che tutto dovesse andare storto: Clara era stata morsa dal serpente più velenoso del mondo e aveva poche, quasi zero, possibilità di sopravvivere e Ben era stato rapito da Fisher per la terza prova…
Semir non aveva neanche provato a cercarlo.
Sapeva che prima o poi si sarebbe fatto vivo il criminale e avrebbe detto dove si trovava.
Adesso era lì, davanti a quella stanza, e intorno a lui sentiva solo il vuoto…un vuoto indescrivibile…
Non riusciva neanche a pensare che Clara potesse morire così, da un momento all’altro…gli sembrava impossibile, proprio adesso che avevano appena ricominciato a lavorare insieme.
Una dottoressa uscì dalla sala operatoria:
«Signor Gerkhan?!» lo chiamò.
Il suo volto impassibile non prometteva niente di buono.
 
 
La Englardth stava provando a rintracciare Ben attraverso il suo cellulare con l’aiuto di Susanne quando ricevette una telefonata:
«Pronto?!»
«Quanto mi dispiace che la vostra amica non sia riuscita a superare la prova…» fece il criminale dall’altro capo del telefono con una risata perfida.
«Venga al punto Fisher! Dove si trova?»
«Mi ascolti attentamente commissario: “10-1  17-19-1  3-1-17-1”» e dopo aver ripetuto questo elenco di numeri chiuse la comunicazione prima che la Englardth potesse rispondere.
 
 
«Si?» disse Semir, ritornato alla realtà.
La dottoressa si avvicinò scuotendo la testa «Abbiamo fatto il possibile…e siamo riusciti in effetti a esportare buona parte del veleno però…».
«Però?»
«Ecco…deve sapere che il veleno di questo serpente entra in circolo in solo…»
«15 minuti, lo so.» la interruppe il poliziotto.
«Crediamo che le possibilità che la ragazza si risvegli siano praticamente inesistenti…le prossime ore saranno decisive, bisogna solo aspettare.».
Aspettare.
Si. Questa volta l’avrebbe aspettata.
 
 
Squillò il cellulare di Semir: era la Englardth.
«Pronto?!»
«Semir, Fisher ha appena telefonato!»
«Bene, arrivo subito!» esclamò l’ispettore correndo già verso l’uscita.
Poco dopo al comando…
«Allora? Dov’è Ben?»
«Non lo so…ma mi ha dettato questo numeri…non so cosa vogliano dire…» spiegò il commissario porgendo a Semir il foglio con i numeri.
«Fantastico» sospirò questo.
«Come sta Clara?» chiese lei.
«I dottori…non pensano che si possa svegliare.».
«Mi dispiace…allora, proviamo a ragionare, potremmo…» ma Semir la interruppe:
«Io avrei un’idea capo!» esclamò e, presa carta e penna, cominciò a scrivere numeri e lettere ragionando ad alta voce. Qualche minuto dopo:
«Ci sono! Dobbiamo andare a casa di Ben…subito!»
«Ma come fai a…» la Englardth chiese spiegazioni senza molto successo…
«Lasci stare, dobbiamo sbrigarci!».
 
 
Dall’esterno la casa di Ben sembrava deserta: nessun rumore, solo quello dei passi dei due poliziotti.
Entrarono e si trovarono davanti ad un tavolo su cui era posato un ordigno…una bomba!
Dietro di esso il criminale, che puntava una pistola alla tempia di Ben:
«Oh, bravi, ci avete messo poco a decifrare il messaggio…siamo già arrivati alla penultima prova…contenti? Dunque…tra circa…30 secondi qui salterà tutto in aria quindi a te la scelta ispettore Jager: filo blu, rosso o giallo?».
Ben guardò Semir e il commissario in cerca di un suggerimento, un consiglio…ma loro avevano lo sguardo fisso su quel timer…00.20 secondi…
Ben prese le pinze in mano.
00.17 secondi
Guardò attentamente ciascun filo.
00.12 secondi
Si avvicinò a quello blu, titubante.
00.09 secondi
Perché proprio quello blu? Non lo sapeva, andava a istinto…
00.07 secondi
…e tagliò.
00.06 secondi
Ben rimase per un attimo a guardare il timer…si era fermato! Si era veramente fermato!
Ce l’aveva fatta, aveva superato la prova!!
Ma poi…
…poi si sentì un suono, una spece di “bip” lontano…
…e ricominciò il conto alla rovescia!
00.05 secondi
00.04 secondi
00.03 secondi
00.02 secondi
00.01 secondi…
 
 



Ciao a tutti!!
Inanzi tutto mi scuso perché per questo capitolo vi ho fatto aspettare un po’ tanto…il fatto e che non sapevo dove fosse meglio interromperlo!
Poi grazie a Chiara e Rebecca per le recensioni e alle persone che mi stanno seguendo…
Al prossimo capitolo…e scusate se in questa storia sto facendo andare un po’ tutto storto!
Ciao!=)
Sophie

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Capitolo 10
*** Vengo con te ***


Vengo con te

 

 
00.00 secondi
 
E tutto si fermò.
Ben chiuse gli occhi aspettando la sua fine.
Ma non accadde nulla.
Quando riaprì gli occhi si trovò avvolto nella nebbia…no, non era nebbia, era fumo!
Cominciò a tossire, corse verso l’uscita…e non potè fare ameno di tirare un sospiro di sollievo: davanti a lui c’erano la Englardth e Semir e stavano entrambi bene…gli sembrava un miracolo!
«Tutto bene?» gli chiese il commissario.
«Si, si ma…Fisher?»
«È scappato…dalla bomba non so perchè è uscito tutto questo fumo ed è scappato.» spiegò Semir.
I poliziotti si diressero verso la macchina per tornare al comando…
«E Clara?» domandò Ben.
«È all’ospedale…e non sanno se si risveglierà.»
«Mi dispiace…»
In quel momento squillò il cellulare di Semir:
«Pronto?!»
«Salve ispettore…avete superato persino la terza prova…ma che bravi! Adesso tocca a lei la quarta…o sbaglio?» rispose la solita voce crudele.
«Mi dica cosa devo fare.» Semir sembrava stranamente tranquillo.
«Non troppa fretta Gerkhan, per l’ultima prova ho pensato le cose in grande…voglio divertirmi un po’! Vada al comando; chissà, magari trova qualche indizio…» e riattaccò senza aggiungere altro.
 
Dieci minuti dopo…
«Susanne, è venuto qualcuno durante la nostra assenza?» chiese la Englardth appena entrata al comando.
«No…direi proprio di no…perché?» rispose stupita la segretaria.
Senza neanche ascoltarla gli ispettori si precipitarono nel loro ufficio e cominciarono a rovistare ovunque in cerca di un indizio.
La loro ricerca venne presto interrotta da un nuovo squillo del cellulare di Semir…ma questa volta era l’ospedale!
«Signor Gerkhan? Clara Offback si è svegliata e ha chiesto di lei!» fece la voce di una dottoressa.
«Si…si è svegliata?» balbettò Semir.
Non poteva crederci! Chiuse la comunicazione interrompendo le spiegazioni della dottoressa e, mollato sulla scrivania un plico di fogli, corse verso l’uscita urlando a Ben che stava andando all’ospedale.
 

Percorse quei corridoi molto più velocemente del solito e finalmente arrivò alla sua stanza…alla numero 41!
Entrò, stando attento a non far rumore…e la vide.
Aveva gli occhi chiusi, ma non aveva più tutti quei “tubi” attaccati…respirava da sola!
Lei aprì gli occhi e sorrise:
«Buongiorno ispettore…» disse in un sussurro.
«Come ti senti?»
«Mai stata meglio!» e entrambi si misero a ridere…non succedeva da tanto tempo ormai.
«Io…non mi ricordo…cos’è successo dopo che sono stata morsa? Devo aver perso i sensi…» chiese Clara.
Semir annuì: «Già, e Fisher ha preso Ben per la terza prova…»
«Ben?» la ragazza spalancò gli occhi, preoccupata.
«Si ma tranquilla, Ben ha già superato la sua prova e adesso è in caserma…pensa che ha dovuto disinnescare una bomba!» spiegò lui, e in quel momento entrò nella stanza un’ infermiera:
«C’è una persona che chiede di parlare con lei!» disse rivolgendosi a Semir.
«Ah grazie…arrivo subito…»e il poliziotto uscì dalla stanza.
 
Nel corridoio trovò Ben:
«Ben???»
«Come sta?» chiese lui.
«Abbastanza bene direi, per fortuna ma…»
«Sai cos’ho appena trovato sotto il tuo computer? Un biglietto! Il probleme è che io non ci capisco niente…» spiegò Ben porgendo al collega il foglio.
Semir lo lesse:
«Lo credo che non ci capisci niente, Ben…è scritto in turco!»
«Ah…e cosa dice?»
«Dice che dobbiamo andare nel garage sotterraneo che c’è in Huften Strasse per la quarta prova…» tradusse l’ispettore.
«E non poteva scriverlo in tedesco??? Va bé, andiamo, prima finisce questa storia meglio è…» commentò Ben.
«Un momento!» disse l’altro rientrando nella stanza di Clara:
«Devo andare, ci vediamo dopo…»
«Dove devi andare?» chiese la ragazza.
«A superare la quarta prova!».
«Vengo con te!» annunciò lei.
«Non se ne parla neanche, sei ancora troppo debole…ti sei appena svegliata!» esclamò Semir.
«Ma no, sto benissimo! Ti prego! Tanto la prova la devi superare tu non io!»
«È pericoloso!»
«Appunto per questo voglio venire…» spiegò Clara «e verrò!» aggiunse.
 




Ciao!
Terza prova superata brillantemente…non trovate?
Ma in cosa consisterà la quarta? Cosa succederà a Semir? E Clara andrà con loro?
Aspettate qualche giorno e lo scoprirete…
Grazie mille delle recensioni e al prossimo!
Sophie=D

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Capitolo 11
*** Ultima prova ***


Ultima prova

 

 
Poco dopo erano in macchina tutti e quattro.
Eh si, perché lasciare Clara all’ospedale era stata un’impresa impossibile!
Regnava uno strano clima …
Ben guidava molto bruscamente; la Englardth, seduta sul sedile posteriore “tamburellava” continuamente con le dita sulla sua gamba e Clara, accanto a lei, era soprappensiero…
Sembravano tutti irrequieti.
Tutti tranne Semir, che invece era tranquillissimo.
 
Arrivarono nel parcheggio di Huften Strasse, apparentemente deserto…
Scesero dalla macchina guardandosi intorno preoccupati…e lo videro.
Fisher era lì, davanti a loro, con l’espressione crudele di sempre:
«Oh, Clara Offback! Vedo che ti sei ripresa in fretta…allora avete superato tutte e tre le prove, davvero bravi, complimenti!».
E piombò il silenzio.
Le luci blu del parcheggio creavano un’atmosfera strana, quasi surreale…
Poi il criminale ricominciò:
«Gerkhan…pronto?».
«Mi dica cosa devo fare.» fu la semplice risposta di Semir.
«Ecco…temo che resterai un po’ meravigliato dalla mia richiesta…» Fisher parlava lentamente, come per dare importanza ad ogni singola parola «Uccidimi.».
Semir aggrottò la fronte: «Come?»
«Uccidimi.» ripetè lui «La quarta prova consiste in questo: devi semplicemente spararmi e uccidermi. Facile no?»
«Perché?» la domanda uscì spontanea dalla bocca di Semir…perché?
«Ti basta sapere che io ho i miei motivi e che se non lo fai per i tuoi amici sarà la fine sul serio questa volta.» spiegò il criminale sorridendo.
C’era una trappola da qualche parte, di questo Semir ne era sicuro.
Ma puntò la pistola contro Fisher.
«Forza…spara…che aspetti?» lo incitava lui.
Ma come avrebbe potuto sparare a un’uomo così, a sangue freddo? Era un poliziotto! E non l’avrebbe fatto comunque…perché lui non era un assassino.
Ed era questo che lo distingueva dalle persone che catturava ogni giorno.
Guardò Ben, come cercando un consiglio, una conferma…ma nei suoi occhi lesse solo una cosa: la paura.
Tornò a guardare Fisher e intanto, senza neanche accorgersene, abbassava la pistola.
«Lo sapevo…sei un vigliacco, un buono a nulla!» esclamò quello «Mi dispiace…ma il tempo per superare la quarta prova è scaduto…e ne pagherete le conseguenze…» e estrasse la pistola.
La puntò verso Clara.
Premette il grilletto.
Non ci fu il tempo per riflettere, per pensare a cosa fare.
In quel preciso istante Semir si parò davanti alla ragazza…
…e venne colpito al suo posto.
 
Confusione.
Semir cadde a terra, in un lago di sangue.
Clara, Ben e la Englardth corsero da lui, senza occuparsi del criminale, che ormai era lontano.
Ben rimase immobile a fissare l’amico, sperando che fosse tutto un incubo, solo un maledetto incubo…ma non era così…«Semir…» sussurrò.
Clara gli prese la mano. Semir teneva gli occhi chiusi. Il sangue sgorgava dalla ferita, non voleva saperne di fermarsi.
La Englardth prese in mano la situazione e chiamò un’ambulanza:
«Pronto?!»
«Serve un’ ambulanza in Huften Strasse…presto!»
«Arriviamo subito!»
 
«Semir…» Clara era sconvolta, non aveva nemmeno la forza di piangere.
Semir aprì gli occhi…
«Semir…» ripetè lei provando ad abbozzare un sorriso «Perché…perché…? Semir…resisti…l’ambulanza sta arrivando…» disse e intanto gli stringeva la mano…
Lui sorrise…un sorriso triste:«Ti…ti ho solo restituito il favore…» sussurrò a fatica, prima di chiudere gli occhi…
E poi tutto si fermò.
 
 



Ciao a tutti!
Ehm…scusate se il capitolo è un po’ più corto del solito e temo che il prossimo (e ultimo) sarà ancora più breve…
Grazie a tutte le persone che mi stanno seguendo e in particolare a Chiara e Rebecca e non arrabbiatevi troppo per quello che è successo a Semir…
Al prossimo e buona serata!
Sophie=D

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Capitolo 12
*** Un addio ***


Un addio


 

 
 
«Semir…» Ben continuava a chiamare il suo collega, tra le lacrime, in attesa di una risposta, di una reazione…
E questa risposta arrivò.
Quando pensava fosse tutto perduto Semir per la seconda volta aprì gli occhi…
 
Si sentì in lontananza la sirena dell’ambulanza che stava arrivando.
«L’ambulanza sta arrivando…resisti…andrà tutto bene…io te lo…» Ben venne interrotto dal suo amico, che sussurrò:
«Non fare…non fare promesse che sai di non poter mantenere…»
«Ma…io…»
«Dille…dille che…» e farfugliò qualcosa che il poliziotto non udì. Si avvicinò a Semir per capire quello che gli stava chiedendo…
«Dille che le…le voglio bene…»
«Come? A chi?» chiese Ben che si sentiva confuso, non riusciva credere che il suo partner, Semir Gerkhan, stesse veramente morendo, così…
«A…Aida…» mormorò lui a fatica prima di chiudere gli occhi di nuovo…
Ben non sapeva che questa volta sarebbe stato per sempre.
 
Lo caricarono sull’ambulanza, dove salirono anche Ben e Clara...
 
Adesso Ben cominciava a comprendere il dolore che Semir aveva sofferto per la morte dei suoi colleghi…era terribile…ancor di più perché si sarebbe potuto evitare…
 
Clara lo guardava immobile, non riusciva a pensare che potesse morire…e per colpa sua.
Si sentiva l’unica responsabile…se non avesse insistito per assistere alla quarta prova Fisher non le avrebbe sparato e Semir non avrebbe provato a salvarle la vita…
Ora era lì, pallido in volto e sul suo viso giaceva immobile un’ultima lacrima…
 
Adesso da quell’odioso apparecchio accanto a Semir proveniva un suono monotono e infinito…
Clara era assente…sentiva solo in lontananza le voci dei medici che le apparivano orribili…
“Un arresto cardiaco! Presto, carica 200!”
E lei sussurrò un’unica parola: «Grazie».
“Carica 300!”
Lo guardò per l’ultima volta.
“Carica 360!”
E non smise mai di tenergli la mano.
“Basta…non c’è più niente da fare, mi dispiace…”
E la prima lacrima scivolò da quegli occhi di ghiaccio.
 

FINE!!!
 




 

Ciao!
Si, lo so che mi odierete per quello che è successo…
Spero di aver reso abbastanza bene questo capitolo perché lo ritengo molto importante ma non sono mai stata brava a descrivere i momenti “tragici”…
Come reagirà Andrea quando verrà a sapere cos’è successo? E Aida? Che fine farà Fisher? E Clara? Chi sarà il nuovo collega di Ben?
E chi erano quei due uomini che spiavano i poliziotti alla fine del primo capitolo? Ve li ricordate?
Troverete le risposte a tutte queste domande solo leggendo la prossima storia…
Grazie a tutte le persone che mi hanno seguito e in particolare a Chiara e Rebecca per le recensioni…come farei senza di voi?!=P
A presto!
Sophie=D
 

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