Born from the sea -Nata dal Mare

di NinaTheGirlWithTheHat
(/viewuser.php?uid=130154)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** κομιστή του φωτός( komistí̱ tou fo̱tós) ~ Portatrice di Luce ***
Capitolo 2: *** Born from the sea : σε αυτή τη θάλασσα (se af̱tí̱ ti̱ thálassa) – In questo Mare ***
Capitolo 3: *** Αγάπη (agápi̱- amare) ***
Capitolo 4: *** Έγκαυμα {énkav̱ma} – ardere ***



Capitolo 1
*** κομιστή του φωτός( komistí̱ tou fo̱tós) ~ Portatrice di Luce ***


Born from the sea

κομιστή του φωτός( komistí̱tou fo̱tós) ~ Portatrice di Luce

Era buio e non vi era ancora luce. Ad un tratto un bagliore illuminò il cielo e venni così al mondo. Il mio nome è Alba,o forse sono meglio conosciuta come "Aurora" . Il primo raggio di sole,la prima luce del giorno. Sono nata per rischiarare la vita degli uomini dopo il buio della notte. ~
 

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Born from the sea : σε αυτή τη θάλασσα (se af̱tí̱ ti̱ thálassa) – In questo Mare ***


Born from the sea : σε αυτή τη θάλασσα (se af̱̱ti̱thálassa) – In questo Mare

Generata fui dalla figlia di Poseidone,Elettra  e dal Ponto,divinità marina.
Generata fui dalle dolci acque dell’Egeo che bagnano le coste frastagliate della mia patria.
Generata fui come frutto dell’albero degli dei.

Una giovane donna se ne stava seduta su uno scoglio bagnato dalle onde del mare che si infrangevano dolcemente contro di esso come se lo volessero abbracciare nella loro deriva verso il bagnasciuga. I piedi erano immersi nell’acqua piacevolmente scaldata dal sole. Un giovane uomo emerse dalle profondità bluastre portando con sé una collana di perle. La ragazza gli sorrise amorevole e accolse delicatamente il dono del suo amato nelle sue mani.
Lui la guardava rapito mentre lei piena di gioia indossava il prezioso dono del suo amante. Il ragazzo le prese le mani tra le sue e le baciò. Un bacio lungo e pieno di passione seguì le dolci attenzioni che si erano donati.
E da questo,in questo mare venni generata come frutto del loro amore,dell’amore di Elettra e del Ponto.
 

 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Αγάπη (agápi̱- amare) ***


Born from the Sea

 

Αγάπη (agápi- amare)      

 
Amor,ch'a nullo amato amar perdona

Era bella e soave come un sogno,eterea come la sua consistenza.
I capelli erano splendidi,lucenti e lisci come seta.
La bocca,o quella bocca e quelle labbra,profumate come rose,dolci come le pesche.
Ogni giorno lo precedeva con il suo carro,come l’alba precede il giorno.
Quanto avrebbe voluto allungare le braccia verso di lei,le mani a sfiorare anche solamente il lembo del suo peplo.
Avrebbe voluto stringerla a se e cantarle,sussurrando dolci parole,le note di un innamorato.
Quanto avrebbe voluto stare con lei,steso sotto un albero in sua compagnia,al riparo dal caldo torrido – o era forse la sua vicinanza,era forse il suo amore,il suo saperla tanto vicina ma distante allo stesso tempo, a farlo bruciare così tanto?- e insieme ridere e scherzare come solevano fare,lei stesa sulle sue ginocchia e in mano un fiore colto tra i fili verdi.
Che ironia,lui,Apollo, dio del Sole e della Luce aveva paura di scottarsi troppo.
E lei ignorava tutto questo,nella sua beata innocenza,così dolce e ignara!
 
“Apollo?” o dolce musica! “Apollo,svegliati! Dobbiamo andare!” disse destandolo dai suoi sogni.
Occhi perché mi trafiggete con i vostri dardi,perché ferite il mio cuore? Pensava il dio crogiolandosi nel suo amore.
La ragazza lo guardava divertita stando in piedi,tenendo le mani allacciate dietro la schiena.
“Oggi quale ninfa sedurrai,mio caro?” chiese ridendo allegra
Ho smesso di sedurle tempo addietro,da quando mi sono innamorato di te,luce dei miei occhi,fulgida stella,compagna di giochi,dolce musa dei mie sogni e delle mie poesie!
“Non lo so,forse sarai tu la fortunata,Aurora!” la punzecchiò malizioso
“Che onore!” disse ridendo dolcemente
 
E come ogni giorno sperava di poter rompere quella distanza tra i loro carri,tra i loro corpi,tra i loro cuori e le loro anime che un destino crudele o il Fato aveva imposto da tempo immemore,per far sì che lui sentisse ancora di più quel tormento rodergli il cuore.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Έγκαυμα {énkav̱ma} – ardere ***


Born from the sea- Nata dal mare

Έγκαυμα{énkav̱ma} – ardere

Io so cos'è la passione
Ma non lo so se è veleno
Io non so più cosa sono
E se ragiono o se sogno
Annego e il mare è lei
Sento i sentimenti miei
Che non ho sentito mai
L'onda che non affrontai




Bella,bella è lontana,troppo da lui. Il bel peplo la avvolge come un petali di fiore,gonfiandosi appena per la brezza marina. Le mani,quelle mani che stringono le redini del suo cavallo bianco,le vorrebbe sentire sulla sua pelle,amorevoli. C’è lei nei suoi pensieri,solo e sempre lei. Una tentazione,un limite impossibile. Neanche la filosofia lo distoglie da quegli occhi,occhi come fulgide stelle. Il tempo era passato e quell’amore che poteva essere definito adolescenziale,quasi puerile,era diventato bruciante,doloroso come il fuoco della passione. Eros lo aveva trafitto con le sue maledettissime frecce,rendendo il suo cuore ardente come un braciere,indomabile,grande ed imponente.

Lei era ormai la sua ossessione. La vedeva dormire adagiata sulle sue gambe,serena ed ignara,dolcemente ingenua. Forse era cresciuto e lei anche. Erano dei giovani,un uomo ed  una donna,seppur immortali.
Voleva amarla con tutto se stessa,donarle tutta la sua essenza e sentirla sua,per una volta in tutta quell’eternità. Ma lei non lo sapeva,non doveva saperlo.
 
Aurora era considerata una delle più belle dee dell’Olimpo,benché fosse una delle più giovani ed appena sbocciate nel suo splendore. Non che amasse particolarmente la vita mondana dell’Olimpo,preferiva gettarsi tra le onde e la spuma del mare,quindi ogni sua apparizione la rendeva sempre il centro di ogni discorso: compariva e scompariva. C’era chi la ammirava in segreto,chi ne bramava la compagnia,chi voleva sfatarne il mistero. E lei semplicemente non se ne accorgeva,ignara,-come del suo amore-,o semplicemente non se ne curava.

Lui non riusciva mai capire se lei non sapesse mai niente o se capisse fin troppo le cose,se si accorgesse mai delle cose  o se conoscendole fin troppo,preferisse non curarsene.

Aurora era fin troppo intelligente e dolce per venir corrotta dal mondo dell’Olimpo:per questo le aveva  affidato quel compito che lei portava caparbiamente a termine da sempre: precederlo ogni giorno con le sue giumente bianche, nel momento in cui le sue dolci dita coloravano l’orizzonte di un leggero rosa pastello.

 

Carpe Diem. 

Grazie a PetiteCherie,che mi ha aiutata a rivedere alcuni punti della storia. La protagonista di questa  long è Aurora,dea romana dell'alba e corrispondente alla dea greca Eos. Ho frainteso con la messaggiera di Giunone,Iride. *.* Grazie a tutti per  l'attenzione ;)

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=888489