Intruso

di fellina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***



Come già detto nella HinataxJuugo, la mia mente, a cui prima o poi troverò un nome perché vive indipendente da me, sta plottando da due settimane una storia che penso verrà abbastanza lunghetta. Devo ancora completare il plot e scriverla. Per ora posto questo primo pezzo, il resto lo metterò da dopo le vacanze di Natale.
Fatemi sapere se vi ispira, sono molto accettate soprattutto le critiche negative.
Il titolo è ancora provvisorio.
Per il momento tengo il rating ad arancione. Più avanti, quando sarà, diventerà rosso.
E non so che altro scrivere... per cui buona lettura!
Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà di Kishi-sensei. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.











Scese dall'auto un po' seccato. Non vedeva l'ora che la cosa fosse finita così da potersi fare una bella doccia e poi una dormita come si deve.
Salì sul marciapiede aspettando che la ragazza lo raggiungesse, e giocherellò un po' con le chiavi. Si voltò verso la macchina, lei era ancora seduta dentro. Cosa stava aspettando? Che le andasse ad aprire la portiera? Ebbe la tentazione di chiudere la macchina e andarsene, ma sentiva il bisogno di sfogarsi, a giusta ragione considerando la serataccia che aveva passato.
Guardò l'orologio, erano quasi le due di notte. In genere per mezzanotte avevano già concluso e stava ritornando a casa. Almeno questa abitava vicino al suo appartamento, appena finito sarebbe potuto rientrare senza bisogno di guidare ancora.
Finalmente la ragazza sembrò decidersi a raggiungerlo. La osservò mentre chiudeva lo sportello e gli si avvicinava: capelli rosa, occhi verdi, seni piccoli, un vestitino rosso che metteva in risalto il suo fisico snello. Non brutta, ma niente di particolare.
Gli indicò uno stabile che si trovava praticamente di fronte al condominio dove viveva, ed ebbe come la sensazione che quella tizia lo tenesse d'occhio già da tempo. Non che importava, in un modo o nell'altro veniva sempre perseguitato da altre ragazze.
Due isolati, attraversare la strada, un altro pezzetto e poi sarebbero arrivati. Non gli era mai pesato così tanto. Quella sera, durante la tipica passeggiata che precedeva il "Ti va di venire a casa mia?", si erano dovuti rifugiare in un bar a causa di un forte acquazzone ed erano rimasti lì per quasi un'ora e mezza. E per tutto il tempo aveva dovuto sorbirsi le chiacchiere di lei, i suoi discorsi su quanto era oca un'altra tizia, probabilmente sua amica, e sul futuro roseo, smielato e sdolcinato che si aspettava dal suo ipotetico ragazzo. Stava quasi per farle pietà, le stava quasi per dire "Senti, lasciamo perdere, non sono proprio ragazzo che stai cercando. Se ti aspetti delle cose del genere è meglio che ci salutiamo qui", ma appena l'acquazzone era diminuito era arrivata la solita domanda "Ti va di venire a casa mia?". E allora aveva capito che in realtà era come tutte le altre ragazze che lo agganciavano solitamente, tanti bei discorsi, ma alla fine aprivano sempre le gambe molto facilmente. A lui di certo la cosa non dispiaceva, e non aveva neanche bisogno di andarle a cercare visto che erano loro a pararsi davanti e a chiedere.
Stavano camminando in silenzio quando ad un tratto le sentì cacciare un urlo e lanciarsi verso una figura un po' strana che si stava strascinando poco avanti a loro appoggiandosi al muro.
"Oh mio Dio, Naruto! Che è successo?" chiese la rosa alla strana figura.
"Sakura-chan" la risposta arrivò in un bisbiglio "Tranquilla, non è nulla. Ora mi vado a sdraiare e passa tutto."
"Ma che stai dicendo idiota?!" La vide cercare di sistemarlo in modo da poterlo sostenere ed aiutare a camminare, ma il ragazzo in questione fece qualche passo indietro svincolandosi e sussurrando "No, davvero. Sono quasi a casa", per poi traballare e piegarsi di lato per non finire addosso alla ragazza, arrivandogli di sopra. Il tutto accompagnato da un "Naruto!" squillante e preoccupato.
Ecco cosa poteva rendere ancora più stressante quella serata: un tizio bagnato fradicio e moribondo che gli si accasciava addosso e la tizia di turno che voleva fare la buona samaritana!
"Sasuke-kun, per favore, mi aiuteresti a portarlo fino a casa mia?"
Il moro sbuffò, sistemò un braccio del ragazzo intorno al proprio collo e passò una mano dietro la sua schiena. Riuscì a fare solo qualche passo prima che il ragazzo perdesse completamente i sensi e si afflosciasse a peso morto. Lo afferrò prima che potesse arrivare a terra e se lo caricò sulle spalle.
Arrivarono alla fine dell'isolato, ma avrebbero dovuto ancora attraversare la strada, che era di quelle larghe, a due corsie per senso di marcia, a scorrimento veloce, con il semaforo lampeggiante giallo. Prima di riuscire ad arrivare con il peso morto sulla schiena dall'altra parte sarebbero stati investiti da una delle macchine che sfrecciavano.
Sospirando, disse freddamente alla ragazza "Vieni" e girò l'angolo. Casa sua era praticamente lì, non serviva rischiare inutilmente di morire.
Entrarono nel primo portone e con l'ascensore salirono al terzo piano.
La cosa però lo seccava, e tanto. Non permetteva mai a nessuno di entrargli in casa, non ci portava neanche le ragazze. Quello era un luogo solo per lui, fuori dal mondo, distante da tutto.
La giacca gli iniziava a dare fastidio. Si era imbevuta di acqua a causa del tizio grondante, che in quel momento stava ansimando sul collo. Il suo respiro era caldissimo, rovente. E il suo corpo pesava, tanto.
Notò che la ragazza continuava a guardare preoccupata il peso morto che teneva sulle spalle. Ormai erano dentro l'appartamento, e lui si stava liberando del tizio scaraventandolo, non troppo violentemente, ma neanche con troppa attenzione, sul suo letto.
La rosa si lanciò subito sul moribondo iniziando a toccargli la fronte e spogliarlo dagli abiti fradici. "Prendi una bacinella e riempila di acqua. Porta una spugna morbida, qualche asciugamano e il kit di pronto soccorso."
Sasuke sbatté un attimo le ciglia fissandola incredulo mentre si toglieva la giacca grondante. Gli stava dando degli ordini?  Allora non era solo moine, discorsi smielati e critiche verso gli altri! Apprezzò la sua determinazione, anche se gli diede leggermente fastidio il suo tono di voce.
Uscì dalla stanza e ritornò dopo poco con le cose richieste.
Osservò il ragazzo disteso sul letto, con ormai solo i boxer grigi: prima non ci aveva fatto troppo caso, ma era pieno di graffi e tagli, in particolare uno sul fianco abbastanza profondo. Aveva diversi ematomi sulle braccia. I capelli biondi erano zuppi per la pioggia che sicuramente aveva preso in pieno. Il viso era rosso fuoco e si vedeva senza neanche bisogno di toccargli la fronte che doveva avere la febbre altissima.
La ragazza afferrò la spugna e iniziò a premerla delicatamente sulle ferite per pulirle. "Il fon e… hai qualche aspirina o qualcosa per far abbassare la febbre?"
Fare da assistente gli stava iniziando a dare fastidio, ma, viste le condizioni del tizio, ubbidì senza fiatare.
Mentre la ragazza medicava le varie ferite, il moro gli asciugò i capelli con il fon. Non poté fare a meno di notare le labbra carnose, socchiuse, da cui uscivano a intermittenza gemiti di dolore strozzati.
Una volta che il ragazzo fu asciutto e medicato, lo vestirono con uno dei pigiami di Sasuke e lo infilarono nel letto.
"Sasuke-kun" i suoi occhi verdi lo fissavano senza timore "Grazie. Per qualunque cosa chiamami, te ne prego."
La accompagnò alla porta, poi ritornò in stanza e rimase a fissare l'intruso nel suo letto dalla porta.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Non ci credo neanche io, ho finito il capitolo! E meno male che sapevo già cosa scrivere…
L'immagine qua a fianco è una foto che ho fatto io (con il cellulare, risoluzione schifosa ç.ç) quando sono andata al Cartoomics. Ho beccato sul treno due cosplayer di Naruto e Sasuke versione Piyo Piyo e non potevo non fare una foto. In realtà ne ho un'altra, che metterò nella prossima storia che posto. E vi avviso già che nella prossima fangirlerò in un modo assurdo per quella foto ù.u
Non ho mai fatto caso alla grandezza del carattere, ho sempre lasciato quello di default del sito, come questa volta, perché in alto, dove c'è scritto "Capitolo pubblicato il...." c'è "Dimensione del testo" che permette di ingrandirlo o diminuirlo a seconda delle esigenze. Però se preferite che metto il carattere più grande, basta dirlo (anche perché quel tasto cambia tutta quanta la pagina). Ho cercato di evitare il monoblocco enorme, e...bon, se c'è qualcos'altro di questo genere da modificare, basta che me lo dite e provvederò ^__^
Altra nota: io non capisco niente di economia, è già tanto che so andare a pagarmi le bollette. Per cui, tutte le informazioni che ci sono sulla roba strana studiata da Sasuke sono prese a caso googleggiando a caso. Non sono da prendere minimamente sul serio.






Abbassò la levetta del miscelatore dell'acqua.
C'erano un po' di cose che non riusciva a spiegarsi, ma non aveva voglia né interesse a capire la situazione.
Uscì dalla doccia, strofinando i piedi sul tappetino e tamponandosi il corpo con l'asciugamano. La doccia lo aveva rilassato e ora aveva soltanto sonno.
Sistemò l'asciugamano nella cesta della biancheria sporca e indossò il pigiama.
All'indomani, in realtà quel giorno stesso vista l'ora tarda, avrebbe portato quel ragazzo a casa della rosa o da qualche altra parte e il problema sarebbe stato risolto.

Andò nella camera da letto. Il problema vero adesso era dove dormire. Nel suo letto c'era quel tizio, sul divano del soggiorno non ne aveva alcuna intenzione.
Si ricordò che aveva un futon, preso quando aveva comprato l'appartamento finché non era arrivata la mobilia.
Prese la sedia della scrivania e la avvicinò all'armadio. Lo aveva riposto in alto, ben sigillato, anche se non credeva veramente che lo avrebbe utilizzato di nuovo.
Come venne fuori, il futon si trascinò dietro una scatola, che cadde sul pavimento in legno rovesciando il contenuto.
Sasuke, ancora arrampicato sulla sedia, chiuse un attimo gli occhi e affondò la testa nella plastica del futon che teneva in braccio. Era semplicemente una serata storta, sarebbe passata.
Risistemò la scatola con il suo contenuto di nuovo in alto all'armadio. Stese il futon a terra e ci si sedette sopra dopo aver spento la luce. Si passò le mani nei capelli prima di sdraiarsi. Una buona dormita e sarebbe passato tutto.



Aprì gli occhi completamente sveglio, ma con un mal di testa tremendo. Ecco uno dei casi in cui una buona abitudine si rivelava essere negativa. Sapeva che mancava qualche minuto alle sette di mattina, perché si svegliava sempre a quell'ora, pochi minuti prima che suonasse la sveglia.
Aveva dormito tre, quattro ore al massimo, troppe poche per riprendersi. Ma restare sdraiato sarebbe stato inutile, era talmente abituato ad alzarsi a quell'ora che riaddormentarsi era impossibile. Anche stare coricato gli dava fastidio.
Si alzò e sollevò le tapparelle del balconcino, mentre la sveglia iniziò a suonare. Il cielo era di uno strano colore grigiastro. Non si capiva se era giorno, notte, se sarebbe stato bel tempo o si sarebbe messo a piovere.
Si avvicinò al comodino per spegnere l'allarme e lanciò un'occhiata al ragazzo. Aveva il viso arrossato e leggermente contratto. Non se ne ricordava il nome.
Non aveva idea di quello che doveva fare, perciò pensò di lasciarlo riposare e aspettare Sakura.



Il futon era stato rimesso a posto. La scrivania era invasa di libri, fogli ed evidenziatori. Vi era anche il computer, ma non veniva utilizzato da qualche minuto e perciò lo schermo riproduceva lo screensaver di un acquario tropicale.
Il moro stava creando una mappa concettuale.
Fattori produttivi pluriennali, fattori produttivi d'esercizio.
Immobilizzazioni materiali, immobilizzazioni immateriali.
Fattori anticipati, fattori correnti.


Sentì citofonare e si dovette fermare. Normalmente avrebbe ignorato il suono, soprattutto mentre stava studiando perché interrompere e poi riprendere complicava l'apprendimento. Ma era probabile fosse la rosa ed era meglio controllare.
Andò ad aprire e si ritrovò la ragazza davanti.

"Con permesso" disse lei educatamente, abbassando lo sguardo ed arrossendo un po'.
Sasuke rispose "Prego" e le fece cenno con il braccio di entrare.
La seguì nella camera da letto e rimase dietro di lei mentre Sakura controllava il ragazzo sdraiato.
"La febbre è ancora molto alta." sospirò preoccupata.
"Prendo una giacca così lo portiamo a casa tua, o in ospedale."
"No" rispose la rosa, forse un po' troppo velocemente, voltandosi a guardarlo. "All'ospedale non possiamo portarlo. E a casa mia non conviene nemmeno perché io sto fuori tutto quanto il giorno e a volte anche la notte per il tirocinio."
La ragazza studiava scienze infermieristiche, perciò oltre alle lezioni all'università doveva fare tirocinio direttamente negli ospedali.
Il suo sguardo smeraldino si spostava velocemente, smarrito, dagli occhi neri al pavimento, alla parete, per poi ritornare a guardare il moro, e la sua voce si fece esitante "Non potresti tenerlo qui ancora per qualche giorno? Almeno finché la febbre non scende e la ferita al fianco non sia guarita abbastanza."
Poi, come se avesse realizzato la situazione, sgranò gli occhi. Imbarazzata, iniziò a dire velocemente "Scusami, sicuramente anche tu avrai da fare. Non ti volevo causare problemi, solo che non so proprio come fare. Però verrò ogni volta che potrò per controllarlo, e …"
"Va bene" Il moro bloccò quel fiume di parole. "Può restare qui."
Beh, la cosa non è che gli piacesse, ma non è che quel ragazzo gli avesse dato fastidio. E in quei giorni sarebbe rimasto dentro casa per preparare gli esami, perciò non gli sarebbe cambiato nulla.
Gli occhi verdi trasmettevano gratitudine e felicità. "Grazie mille, Sasuke-kun."

La rosa si voltò nuovamente verso il biondo, portando le coperte ai piedi del letto e controllandogli le ferite.
Gli ematomi erano diventati più grandi e scuri, i tagli più piccoli si stavano cicatrizzando, mentre la ferita al fianco era ancora messa male.
Dalla borsa tirò fuori un cofanetto e da questo prese due pomate ed un rotolo di garza. Medicò il ragazzo, tra i gemiti leggeri dello stesso, sotto lo sguardo attento del moro.
Poi osservò l'orologio, si scusò e andò via di fretta. Lasciò il cofanetto all'Uchiha, in modo da ritrovarselo lì per le medicazioni future.



Una volta che la rosa fu andata via, Sasuke ritornò alla scrivania. I pesci che nuotavano tra le piante acquatiche svanirono, lasciando posto ad un documento pdf quando Sasuke toccò con un dito il trackpad.
Un singulto, seguito da colpi di tosse, lo distrasse dalla lettura.
Il ragazzo si era sollevato a sedere sul letto, inarcando la schiena in avanti, e tossiva talmente forte che sembrava stesse soffocando.
Istintivamente, il moro si sollevò dalla sedia e gli si avvicinò, notando che stava anche sputacchiando muco. Lo vide rizzarsi trattenendo il respiro e gonfiando le guance.
"No, non ci provare, non sul mio letto!" Sasuke afferrò velocemente la bacinella che era rimasta vicino al letto dalla sera prima e gliela scagliò davanti tanto velocemente che l'acqua all'interno schizzò sulle coperte.
"Che diavolo vomiti? Non hai mangiato nulla!" disse seccato il moro, distogliendo lo sguardo per il disgusto. Poi si rigirò, vedendo che non aveva proprio rimesso, ma più che altro sputato saliva e succhi gastrici.
'Forse perché non ha mangiato nulla, ma se dorme come fa a mangiare?' pensò.
Afferrò dei fazzoletti dal comodino cercando di ripulirlo e li gettò schifato dentro la bacinella. Il viso del ragazzo era infuocato, ne sentiva il calore anche senza toccarlo direttamente.
Andò a svuotare la bacinella in bagno, sciacquandola per bene e la riportò vicino al letto per sicurezza.
L'altro era nuovamente disteso, con gli occhi socchiusi e lucidi. Sembrava stremato.
'In genere quando si sta male si bevono cose calde, magari un brodo. Ma se gli dò acqua da mettere nello stomaco non è peggio? Vomiterà sul serio!'
Aprì gli armadietti della cucina in cerca di qualcosa da dargli. 'Del riso semplice gli dovrebbe andare bene.'


"Su, mangia!"
Il biondo era sistemato con la schiena sollevata, sprofondato in cuscini voluminosi appoggiati alla spalliera del letto. Aveva gli occhi socchiusi, era sveglio ma tutt'altro che lucido.
Sasuke era seduto sul letto a fianco a lui con sulle gambe il piatto fumante, in mano un cucchiaio con un po' di riso. Premeva la posata sulle labbra del biondo, cercando di fargliele aprire per imboccarlo.
Lentamente, con molta pazienza, riuscì a fargli ingoiare quasi mezzo contenuto del piatto. Quando vide che il biondo cercava di scansare il cucchiaio e continuava a tenere la bocca sigillata, si arrese, lo ripulì e lo risistemò sdraiato per farlo riposare.



Lo schermo del computer era nero. Essendo passato molto tempo, il pc era andato in stand by. Sasuke lo fece ripartire, ma aveva molta voglia di spegnerlo del tutto. Non era proprio dell'umore di studiare, ma doveva farlo. Fortunatamente, aveva una grande forza di volontà.
Si andò a preparare un tè per rilassarsi e ritornò al computer, riprendendo a studiare e sorseggiandolo di tanto in tanto.

Rimase lì tutto il giorno fino alla sera, alzandosi solo per prepararsi uno spuntino. Una volta chiusi i libri, mise il riso che era rimasto a riscaldare e si andò a sciacquare il viso per riprendersi e prepararsi psicologicamente.

"A noi due" disse sedendosi sul letto vicino al ragazzo con il piatto e un cucchiaio.
Ormai più pratico, impiegò meno tempo a farlo cenare. Riuscì anche a fargli bere due bicchieri d'acqua e mezza tazza di tè.
Gli diede una pillola di quelle del cofanetto come chiesto dalla ragazza e lo rimise a dormire.

Soddisfatto, ripulì il tutto e si mise davanti all'armadio con le mani sui fianchi.
"Adesso tocca a te"
Risalì sulla sedia e tirò nuovamente fuori il futon, facendo attenzione a non far cadere la scatola. Sistemò e si sdraiò.
E anche quella giornata era passata.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***




E' nato! E' nato! E' nato! Il terzo capitolo finalmente è nato! \*o*/
Miracolo!
\*o*/
...
Ma qualcuno si ricorda ancora di questa storia? ._.








Sempre più nervoso, Sasuke continuava ad osservare il libro che aveva davanti senza riuscire a studiare. I suoi occhi scorrevano il testo, ma l'inquietante sensazione di avere uno sguardo fisso addosso lo distraeva dal capire ciò che leggeva.
Tamburellava la matita sul bordo della pagina, senza fare molto rumore perché batteva con la gommina.
Veniva osservato sempre all'università, al konbini, per le strade, e conviveva con quella sensazione da quando era piccolo, ma mentre studiava gli dava i nervi. Non riusciva a staccare la mente dalla realtà per concentrarsi solo su quel libro aperto, perché lo stavano analizzando e registrando ogni suo minimo movimento. Ma anche l'armadio, la libreria, il comodino… Tutto quello presente nella stanza era stato sondato da quegli occhi verdi.

Un conto era lasciare che quel tizio dormisse nel suo letto, un altro era dover avere in casa anche quella ragazza.
La voglia di prenderla e buttarla fuori dal suo appartamento aumentava sempre più, ma era un Uchiha, era educato e non poteva fare un'azione tanto sgarbata. Non in modo sgarbato almeno.

Posò la matita e si avvicinò alla sponda del letto su cui c'era seduta Sakura, che appena notò che si stava alzando fece finta di nulla tornando ad occuparsi del biondo.
"Sembra che stia dormendo tranquillo" appurò osservandolo.
La rosa asciugò il sudore sulle tempie del ragazzo. "Sì, la temperatura si sta abbassando".
"Se vuoi puoi andare a casa. Hai bisogno di riposarti visto che hai lavorato tutta la notte."
"Ma se rimette o si sente male di nuovo…" ribatté istintivamente l'altra.
"Tranquilla, ci penso io. Avrai sicuramente anche tu da studiare e da fare, non serve che ti trattieni qui."
Le vide abbassare il viso, con un misto di preoccupazione e delusione. "Tranquilla, davvero" ripeté.
La ragazza lo guardò con un sorriso triste e si alzò seguendolo verso la porta dell'appartamento.
"Sasuke-kun… Scusami, non volevo darti disturbo. Se si sveglia ti prego di chiamarmi. ...Ciao."
Chiuse la porta, ma non riusciva ugualmente a rilassare la mente: gli esami erano vicini e, anche se era preparatissimo e sapeva di esserlo, era nervoso perché non doveva andare bene, doveva prendere il massimo. Non poteva rilassarsi con l'idea che non avrebbe avuto difficoltà.



Non era riuscito a riprendere a studiare, perciò invece di stare inutilmente sul libro preparò un po' di onigiri e mise un pentolino con dell'acqua sul fuoco.
Mangiò il suo pranzo guardando le sfere d'aria che minuscole si formavano sul fondo del pentolino. Non pensava a qualcosa in particolare, in realtà non pensava proprio a nulla. Quando l'acqua iniziò a bollire forte, ci gettò dentro il quadratino di dado, imboccò l'ultimo pezzetto e andò dal biondo con uno strofinaccio.

Fece tutto in modo sistematico.
Aggiustò dietro le sue spalle due cuscini, si impuntò con un ginocchio sul letto e lo trascinò di forza verso la spalliera sollevandolo da sotto le ascelle. Gli mise il canovaccio come fosse una bavaglietta e ritornò in cucina.
Spense il fuoco, gli ultimi granelli di dado vorticavano tra le bolle mentre una nuvola di vapore profumava l'aria. Versò il brodo in una ciotolina, mettendoci dentro anche un paio di cucchiai pieni di riso dal bollitore elettrico. Afferrò una buona quantità di tovagliolini e si andò a sedere sul letto.

Naruto lo guardava con gli occhi socchiusi e lucidi, ancora un po' febbricitanti.
"Su, forza! Apri la bocca e ingoia" disse il moro immergendo la posata nella ciotolina e premendo l'oggetto metallico tra le sue labbra, che si socchiusero il tanto che bastava a far scivolare il liquido dentro.
Avendo fatto pratica un po' di volte, Sasuke aveva notato che riusciva a fargli mangiare più facilmente il riso se lo accompagnava con il brodo e che dandogli dei comandi a voce il biondo come un automa eseguiva, anche se a fatica. Ed infatti il ragazzo ingoiò stringendo gli occhi e contraendo tutti i muscoli del viso per il fastidio e il dolore. "Fa schifo" soffiò a voce bassa e roca.
Sasuke fece finta di non sentire, ma pensò che se aveva la forza di lamentarsi voleva dire che si stava riprendendo.

"Chi sei?" continuò il ragazzo.
"Uno che si è rotto di farti da balia!" rispose stizzito, prendendo un'altra cucchiaiata e portandogliela con poca delicatezza alla bocca. "Ingoia" comandò. Naruto ingurgitò e in un soffio disse "Ramen" appena prima che la sua bocca si riempisse nuovamente di brodo, che gli colò leggermente sul mento.
Il suo viso venne travolto dalla mano del moro che lo ripuliva con un tovagliolino. "Certo, adesso prendo pure le ordinazioni per la cena!"
"Le ordinazioni…giusto…il ristorante..." mugolò il biondo tra una cucchiaiata e un'altra.
Sasuke lo guardò un po' stranito, ma non ci badò troppo e continuò ad imboccarlo.

Ad un tratto Naruto girò il viso di lato, evitando l'ennesima cucchiaiata. "No" gemette "basta".
"Non rompere e mangia" lo sgridò il moro cercando con la posata di fargli aprire la bocca, mentre un po' di brodo gocciolava inumidendo la bavetta.
"Dai che è quasi finito" lo incitò ancora raccogliendo gli ultimi chicchi di riso. Gli portò la ciotolina alla bocca, facendogli bere ciò che era rimasto.
Andò in cucina a lavare le stoviglie e le posate sporche, poi ritornò in stanza per far nuovamente stendere supino il biondo, ma lo trovò già tra le coperte, addormentato, mentre la bavetta era ad un angolo del letto.



Si era finalmente riuscito a riprendere e stava ripetendo gli argomenti per l'esame del giorno dopo. Il ragazzo aveva continuato a dormire e Sasuke aveva finito quasi per dimenticarsi che stava lì, ma presto ne avrebbe notata la presenza.
Infatti il biondo, dopo un paio di ore di sonno profondo, si risvegliò un po' intontito e si mise a sedere sul letto, osservando la stanza con occhi sottili. Il suo sguardo si fermò su di lui e, con voce un po' roca e impastata, chiese "E tu chi sei?"
"Non ora" rispose Sasuke quasi di riflesso, senza perdere la concentrazione.
"Ti chiami 'Nonora'?" chiese perplesso l'altro, piegando la testa di lato. "Io sono Uzumaki Naruto, piacere."
Sasuke si voltò a guardarlo sbattendo le palpebre confuso, ma ritornò sui libri ignorandolo.
Dopo un attimo di pausa, il biondo continuò "Che posto è?"
"Mh? Casa mia." rispose sbrigativo, nella mente ancora ripassava la terminologia.
"Perché sono qui?" chiese l'altro, senza però ricevere risposta. Il moro era completamente immerso nel ripasso e non notò che il ragazzo faticando si era alzato e gli si era avvicinato. Se ne accorse quando gli fu praticamente dietro le spalle domandando tra lo spaventato e il disgustato "Che roba è?"
Sasuke sussultò leggermente, sorpreso, e notando che si riferiva ai libri rispose "Economia".
"Siamo sicuri che sia scritta nella nostra lingua? Ci sono un sacco di parole strane." disse l'altro prendendo in mano un plico di fogli e osservandolo da vicino. "Cos'è questa parola vicino a 'produttivo' " chiese mostrandogli una riga con il dito.
" Fattore."
"Fa…eh?" chiese assottigliando gli occhi confuso.
"Fattore, fattore produttivo. I fattori produttivi sono quei fattori che rendono possibile la produzione. Con l'investimento il fattore produttivo aumenta, ma diminuisce la liquidità." spiegò come se fosse una domanda d'esame.
Il ragazzo continuava a fissarlo.
"In pratica" continuò il moro "spendi soldi in materie prime per far aumentare la produzione, quando questa darà i suoi frutti recupererai più soldi di quanti ne hai investiti."
"Ah" rispose secco il biondo, spostando lo sguardo sul foglio.
Il moro lo fissò pensando 'Non ha capito niente'. Prese il cellulare che era sulla scrivania, cercò il numero di Sakura tra le chiamate ricevute e le telefonò mentre il biondo posava con orrore i fogli insieme agli altri.
Sentì a malapena uno squillo prima della voce della rosa che lo salutava. "Sakura, il tuo amico si è svegliato e sembra star meglio" disse senza preamboli.
"Oh, bene!" le sentì rispondere contemporaneamente ad un "E' Sakura-chan?" detto dal biondo e subito dopo il cellulare gli sparì dalle mani.

"Sakura-chan" stava piagnucolando il tizio sfortunatamente non più moribondo al telefono "Come sono felice di sentirti, stavo iniziando a pensare di essere finito in un universo parallelo!"
'Che esagerato' pensò il moro guardando l'espressione buffa sul suo viso.
Il biondo continuò a parlare con la ragazza.

"Il ramen di Ichiraku…! …Non so …Miso o pollo? Uhm… Non riesco a decidermi... Davvero? Grande! Sakura-chan sei un angelo! Una dea! … Eh? Chi ti devo passare? … Chi è Sasuke-kun?"
Sasuke allungò la mano facendo segno di dargli il cellulare e il ragazzo glielo porse titubante.
"Sakura"
"Per te è un problema se ceniamo a casa tua? Porto io la cena se per te va bene…"
"Va bene"
"Bene! Che gusto preferisci di ramen?"
Ramen…? "...Al pomodoro."
"Ok, allora a dopo Sasuke-kun!"

"Ma hai la fissazione per il ramen?" chiese scettico al biondo posando il cellulare nuovamente sulla scrivania.
"Non è una fissazione! Io adoro il ramen!" proclamò l'altro solenne.
"Ok…Allora quella cosa di prima è come quando mangi tante ciotole di ramen, hai il portafoglio vuoto però hai anche energie. Se utilizzi quelle energie per lavorare, ti danno una paga e quindi il portafoglio ritorna pieno."
"Ah! Ho capito!" esclamò l'altro. "Il ramen è sempre la cosa migliore del mondo!"
"Al contrario se l'investimento va male..." continuò Sasuke alzando un po' il tono, "Se dopo che mangi ti metti a dormire e non lavori, non ti danno la paga e quindi hai solo perso soldi."
"Ho la pancia piena di ramen! Non sono soldi sprecati!" replicò turbato l'altro.
"Se non li sfrutti per qualcosa di utile sono soldi sprecati."
"Non offendere il ramen!" protestò il biondo, ma per un attimo gli mancarono le forze e si dovette appoggiare con una mano allo schienale della sedia per sostenersi, tenendosi con l'altra il fianco ancora dolorante.
"Torna a riposare, non ti sei ancora ripreso".
A malavoglia e borbottando, il ragazzo seguì il consiglio e si distese nuovamente a letto, riaddormentandosi subito.



"Nah, nah, ma non hai qualcosa da fare?"
Il biondo aveva dormito qualche ora, svegliandosi ancora più vispo di prima. Sasuke stava pensando di dargli una botta in testa per farlo riaddormentare.
"Ci sono dei libri lì se vuoi leggere" rispose indicando la libreria senza neanche voltarsi.
Naruto si alzò, andando a sfogliarne qualche d'uno.
"Ma sono tutti libri noiosi… Non hai dei fumetti? Dei videogiochi?"
"No"
"Che noia!"
"Che stress..."
"E' questa casa che è stressante! Stai sempre seduto alla scrivania? Come fai a svagarti un po'?"
"Non ho tempo da perdere con cose inutili come fai tu!"
"Razza di bastardo, che diavolo vorresti insinuare?"
"Ah" esclamò il moro come ricordandosi "C'è una televisione di là, nella stanza proprio di fronte a questa" continuò, sempre fissando i libri.
"Che arrogante bastardo…" mugugnò l'ospite, voltandogli le spalle stizzito, uscendo dalla stanza.



Sakura arrivò di sera, portando quattro ciotole di ramen, di cui due per Naruto.
Cenarono insieme abbastanza tranquillamente: Naruto pensava solo a divorare il suo pasto, Sakura sembrava aver capito che Sasuke non amava parlare di sé, perciò raccontò lei la sua giornata, cosa aveva fatto durante il tirocinio, delle persone che aveva incontrato.
Il moro fissò entrambi i ragazzi in silenzio: era la prima volta che aveva degli ospiti, che cenava con altre persone da quando era in quella casa. Alla fin fine non era tanto male, anche se Naruto gli dava i nervi, non sapeva neanche lui perché. Punzecchiarlo e vederlo agitarsi era stato quasi divertente.

Quando il biondo finì di mangiare, tirò un forte sospiro di sollievo. "Che bella scorpacciata, sono strapieno!" disse massaggiandosi la pancia. "Ora ci vorrebbe una bella dormita!"
Il moro sogghignò leggermente e il ragazzo si innervosì.
"E' solo perché devo finire di recuperare le forze! E poi sono in ferie in questi giorni! Devo riposare per riprendere al meglio! E…"
Un pugno di Sakura lo fece zittire. "Naruto!"
"Ma… Ha persino osato offendere il ramen! E poi…"
"Ti ha ospitato e ti ha curato! Sii riconoscente!" lo zittì lei nuovamente.
'Lavora? Avrà più o meno la mia età! Sembra un idiota! Non può essere già laureato!' pensò Sasuke. L'astio nei confronti dell'altro era aumentato ancora, trasformandosi in una sorta di rivalità.
Il biondo rimase a borbottare e mise il broncio come fosse un bambino.
"Scusalo, Sasuke-kun" disse la rosa con voce ancora irritata, forzando un sorriso "E' un moccioso idiota impertinente, non ci fare caso".
Quando si voltarono nuovamente verso il biondo, lo videro addormentato sulla sedia.
"E' crollato" sospirò la rosa "Sono stanca anch'io. Domattina dovrebbe essere in grado di andarsene da solo, ma per stasera potresti farlo restare ancora da te?"



La ragazza era andata via, il tizio era di nuovo nel suo letto e Sasuke non avrebbe potuto ancora per quella sera starsene in santa pace da solo.
Guardò l'orologio: era ora della medicazione.
Tirò le lenzuola e si sedette sul letto poggiandosi sulle ginocchia il kit medico. Gli sollevò la maglietta e abbassò il pantalone in modo da scoprire la ferita al fianco. Pensò fosse strano il fatto che durante la cena non ci fosse stata nessuna spiegazione sul motivo per cui era stato conciato in quel modo.
Tolse la garza che vi era applicata e tamponò la zona con un panno umido. Prese la pomata e se ne mise un po' sulle dita prima di iniziare a spalmarla sulla pelle. Il biondo mugolava infastidito.
"Wooh" urlò svegliandosi, saltando all'indietro verso la spalliera "Che diavolo stai…facendo?"
"Sta' fermo un attimo!" lo sgridò Sasuke, innervosito da vari pensieri che gli occupavano la mente. Tagliò un pezzo di garza dal rotolo e gliela applicò sulla ferita, sotto lo sguardo attento degli occhi azzurri.
"Ehm…grazie" disse Naruto un po' impacciato, un po' forse dispiaciuto per averlo trattato male prima visto che comunque il moro lo aveva accudito e continuava ad accudirlo mentre non stava bene.
"Ora dormi" fu la risposta di Sasuke, dandogli una pacca non troppo delicata sulla ferita, facendolo lamentare per il dolore.
"Bastardo!" soffiò l'altro a denti stretti. "Comunque non ho più sonno"
"Allora sparisci e tornatene a casa" disse sollevandosi e andandosi a coricare nel futon.
Naruto lo fissò un po' stranito, sembrava stesse cercando di capire se il moro fosse gentile o no. "Ma adesso è tardi e non ho idea di dove mi trovo!"
"Allora dormi."
Ci fu un attimo di silenzio, che il moro sperò davvero che continuasse.
"Nah… Davvero non hai fumetti?"
"Era meglio quando eri moribondo, almeno stavi zitto" sospirò Sasuke.
"Ehi! Ma che ti ho fatto?" borbottò Naruto offeso, rimettendosi sdraiato su un fianco.
"Ora dormi!"
"Non ho sonno! E' colpa tua che mi hai svegliato!"
'Domani…Domani andrà via e tutto tornerà alla normalità.'

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