To tell about us

di Zolie
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incontro ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


To tell about us

Prologo


“Ma adesso questo mondo è nostro.
Ora dipende tutto da noi”

Non è passato molto tempo da quando 9 disse questa frase.

Adesso il mondo è rinato.
Ma io scriverò la sua storia e quella dei suoi compagni.
Per non dimenticare.
Perché non si rifacciano gli stessi errori.
Per non sbagliare un’altra volta.
Credo che se 1 fosse ancora qui, sarebbe d’accordo con me.
Visto che adesso lui non ci può più proteggere, io racconterò quello che è successo; 3 e 4
custodiranno questo libro quando sarà finito.

Il mio nome è 26. Ma potete chiamarmi anche Dante.
Prima di tutto dovrò parlarvi di me. Perché è proprio da me che iniziò la storia degli ultimi
nove che salvarono il mondo.

- 26 –

Capitolo 1: nascita


1 anno prima. All’inizio era tutto buio. Non ci capivo niente e la testa mi girava. Avevo così tante domande... Ma non sentivo nessuno lì. Trovai un pezzo di vetro e mi ci specchiai dentro. Davanti a me comparve una stitchpunk bianca, con un occhio verde e uno azzurro. Sul petto e sulla schiena erano disegnati dei grandi simboli, ma non sapevo dire che cosa fossero.
Quello ero io? Eppure... Mi sembrava di essere già stato qualche cos'altro prima di quello, ma non riuscivo a ricordare per quanto mi sforzassi.
Mi guardai un po’ in giro, per capire dove mi trovavo, e vidi una piccola sagoma distesa sul pavimento. Era un bambino, molto piccolo, di circa quattro anni. Pensai fosse addormentato, ma poi mi resi conto che non stava dormendo... Era morto. Sentii le lacrime venirmi agli occhi... Ma perché? Non lo riconoscevo, ma in qualche modo mi sembrava così familiare...

Il rumore di un’esplosione mi portò alla realtà. Sentivo che quel posto era pericoloso. Dovevo andarmene di lì, ma non volevo lasciare il bambino. Dopo un’altra esplosione, stavolta più vicina, sentii la terra incominciare a tremare e pezzi di soffitto cominciarono a piovere dall’alto. Guardando il bambino compresi che non sarei mai riuscito a portarlo fuori in tempo, quindi presi solo il braccialetto che indossava. L’avevo notato prima, era di color oro e sopra di esso c’erano cinque simboli che mi sembravano simili a quelli che avevo addosso. Era molto piccolo e lo indossai a mo’ di fascia, in modo che appoggiasse sulla mia spalla destra e ricadesse sul fianco sinistro.
Corsi e uscii dalla casa appena in tempo. Decisi di allontanarmi da lì, quel luogo puzzava di morte. Ma dopo pochi passi mi voltai indietro per rivedere un’ultima volta quell’edificio appena crollato. Il bambino era da qualche parte lì sotto le macerie, ma non riuscii a vederlo. Qualcosa mi suggeriva che non sarei tornato lì per molto tempo.

Mi guardai intorno: era tutto distrutto e ogni tanto si sentivano delle esplosioni lontane. Quella era la guerra. Ma chi la combatteva? E perché?
Appena creato, avevo perso la mia casa e un qualcuno che potesse amarmi, perciò mi misi in viaggio.
Ma non è corretto dire che non avevo nulla: avevo il compito di capire cosa significassero quei simboli sul braccialetto e su me stesso, avevo il compito di capire chi fosse quel bambino e chi fossi io stesso, avevo il compito di scoprire se vi erano altri come me.
Per questo partii. Perché dovevo. E perché era il mio destino.

Angolino mio:

Vi prego non linciatemi! Ok, come inizio non so se è bello. Vi avviso che è la mia prima ff su 9; questo è un po’ tutto un prologo, la storia vera e propria inizia dal prossimo capitolo. Spero vi piaccia, o vi ispiri almeno un po’.
A presto,
Zolie

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Capitolo 2
*** Incontro ***


Capitolo 2: incontro


Non ricordo per quanto tempo vagai in mezzo al nulla. Il mondo mi sembrava così silenzioso...
Poi all’improvviso sentii un urlo. Entrai nella casa – una delle poche rimaste in piedi – da cui proveniva. La scena che mi si presentò davanti mi paralizzò, era identica a ciò che avevo visto io quando ero nato: una persona stesa a terra e, su un tavolo, uno strano marchingegno. Sempre sul tavolo c’era una stichpunk, color marrone, con una grande cerniera sul petto. Sulla schiena invece aveva un simbolo. Allora c’era qualcuno altro come me!
Decisi di avvicinarmi. Per terra c’era sdraiato un uomo... Non era morto come il bambino, ma respirava affannosamente.
Per poco non mi misi ad urlare quando mi accorsi che mi stava fissando.
- Racconta... Un giorno, fai in modo che tutti sappiano cosa è successo al mondo, perché non si rifacciano gli stessi... – bisbigliò.
Io lo guardai confuso. Cosa intendeva dire? Io non sapevo nemmeno cosa era accaduto, stavo cercando di capirlo da un pezzo, ma non ne avevo idea... E poi come avrei fatto io, che nemmeno conoscevo il mio nome, a raccontare qualcosa? Ne sarei stato in grado?
Quasi avesse letto nei miei pensieri, aggiunse: - So che tu ce la farai. Ne sei in grado... – Si fermò un momento, preso da un attacco di tosse, poi continuò: - Ciò che non sai ancora lo scoprirai, ma è necessario che si sappia... Ti affido questo compito... Prometti che lo farai? -
- Lo prometto – risposi io.
Sorrise per un attimo. – Bene... Grazie – mormorò, prima di chiudere gli occhi.
In quel momento non sapevo cosa pensare.
Avevo fatto una promessa a quell’uomo? Si.
Era una cosa che consideravo al di sopra delle mie capacità? Si.
L’uomo era appena morto? Si.
Non avevo ancora idea di cosa era successo nel mondo? Si.
Mi aveva lasciato anche pieno di interrogativi che non avrebbe potuto chiarirmi.
Però non ero più solo. Mi arrampicai sul tavolo. C’era l’altra stichpunk con me. Sembrava addormentato. E rimasi li ad aspettare che si svegliasse.

Poco tempo dopo la stichpunk si svegliò. Non appena mi notò si spaventò.
- Tranquillo, non ti voglio far del male. – dissi io.
Apri la bocca come per parlare, ma non uscì alcun suono.
- Non puoi parlare? – gli chiesi.
Lui alzò le spalle e scosse la testa. Non ci riusciva.
Si sporse sul bordo del tavolo. Vide anche lui l’uomo steso a terra e si ritirò indietro.
Sapevo come si sentiva. In fondo, io l’avevo vissuto meno di qualche giorno prima. Mi prese per mano e mi fece cenno di voler uscire.
Io lo seguì. Si fermò appena fuori dalla porta, a guardare lo spettacolo che c’era fuori.
Però non ero più solo. Avrei cercato di capire quello che era successo al mondo, ma qualcun’altro sarebbe stato con me.

Risposta alla recensione:


ChibiGirl97: grazie mille per averla messa tra le preferite! Sono contenta che ti piaccia! Su 26 svelerò di più prima o poi. Spero ti sia piaciuto anche questo capitolo!

Angolino mio:


Ed ecco il secondo capitolo! spero vi piaccia! Sapete che accetto recensioni, anche negativa... Quindi fatemi sapere che ne pensate!
A presto (spero!),
Zolie

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