Heart or brain?

di Nikoru
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quella fragranza familiare. ***
Capitolo 2: *** Una richiesta inaspettata. ***
Capitolo 3: *** Riuscirò a dirtelo? ***
Capitolo 4: *** Non andartene, ti prego. ***



Capitolo 1
*** Quella fragranza familiare. ***


Quella fragranza familiare.




Ore 02:00. Cross Accademy.
Qui sembra un deserto, sento freddo, l’aria che tira è gelida, la notte è alta, la luna è coperta dalle nuvole.
Anche il mio cuore è coperto dalle nuvole della confusione, non riesco a capire bene cosa io voglia.
L’ultima volta che l’ho vista le ho detto, le ho promesso di ucciderla, appena ritornata. Ora ho voglia di vederla e parlare con lei, sentire la sua voce e perdermi nei suoi occhi.
Però, non posso perdonarla per essere diventata una succhia sangue come me, un mostro, anche se lei è un Sangue Puro. Sì, non l’ha fatto di sua spontanea volontà, è stato quel Kaname, ma.. non doveva diventarlo.
La amo e la odio nello stesso tempo. Però, se l’avessi baciata in quel momento, quando ebbi l’occasione.. forse in questa notte lei sarebbe ancora qui al mio fianco.
« Sangue » Mi risveglio dai miei pensieri dall’odore, comincio a camminare. Forse gli idioti della Day Class hanno bevuto e hanno trovato una nuova vittima?
Anche se questo sangue, questo odore lo conosco, è familiare. Forse.. forse.. « No, non può essere lei » Invece a me pare lei, quella fragranza familiare.
Voglio vedere, voglio seguire questa scia. Così mi affretto a correre, seguo quell’odore, ma quando arrivo lei non c’è. Ma trovo pozze di sangue e ciocche di capelli in terra. L’istinto di bere quel sangue è forte, anche se era lì sul terreno, ma sono in astinenza da molto: però c’è qualcosa che mi spinge a non farlo.
Il posto era lugubre, faceva paura solo avvicinarsi: quel bosco, che di giorno appare così innocuo, ma che la sera si trasforma in un luogo pauroso. « Yuuki, sei tu? » Sento dietro un cespuglio dei sinistri rumori, ma penso che siano scoiattoli, o tutti gli altri animali che stanno lì in quel posto.
« Non ho nulla da perdere » Mi avvicino al cespuglio, titubante: anche se avessi perso la vita, non sarebbe importato a nessuno.

Mi prende un colpo al cuore, per un momento non riesco a respirare, sono prepreso dall’affanno. « Yuuki, cosa ci fai qui? » La vedo in una pozza di sangue, con il braccio segnato da una lunga e profonda ferita. Anche se i vampiri marginavano le ferite velocemente, il dolore era lo stesso, e a volte, quando erano pesanti erano difficili da rimarginarsi.
I suoi capelli castani erano nuovamente corti, indossava la divisa della Day Class, e lei, piangeva.
L’aiuto ad alzarsi e la porto alla fontana, mettendole un po’ d’acqua sulla ferita. « Che ci fai qui? Cos’è successo? » Chiedo preoccupato, cacciando quella voglia di abbracciarla: la vedevo troppo scossa in quel momento, volevo che si calmasse. « Quel posto è un inferno. Sono scappata, mi sono messa a correre ma un ramo mi ha solcato la pelle. » Mi spiega balbettando e singhiozzando, mentre vedo la sua ferita pian piano sparire.
« Ti prego, per il momento non uccidermi. Fallo domani, ora no » Evidentemente ricorda la promessa fatta mesi prima. Voglio dirle che non l’avrei mai uccisa, che l’amo, che il mio cuore sa cosa vuole, ma non è il momento. « Okay. » Mi limito a dire, fissando il vuoto. Però anche se ho sempre quell’aspetto indifferente, ho paura che lei fraintenda tutto, che la odio. « Io… » No, non riesco a tenermi dentro niente, anche se prima lo facevo sempre, ma ora è diverso. Non vedo quel Kaname in giro, ora mi sembra di aver coraggio. Sì, lo so, lei ama suo fratello, anche se è scappata… è strano.
Così l’abbraccio, cingo la sua vita e la stringo a me. Sento l’odore dei suoi capelli, il calore della sua pelle. « Yuuki mi sei mancata. La notte qui è noiosa senza te, non voglio ucciderti, non ne avrei la forza. » Mi confesso in parte, non le dico proprio tutto quello che sento. Voglio che schiarisca le idee, che faccia una dormita. Vedendo il suo volto stanco, la porto nella mia stanza, e la faccio dormire lì. Ne avrò fino alle prime ore dell’alba… ma ormai ci sono abituato. « Tu stai qui, ci vediamo domani mattina, notte » Le dico freddo, come se prima, come se quell’abbraccio di prima non fosse contato per me, come se quelle parole siano volate al vento.

La notte passò velocemente, tra pioggia e vento, un freddo pazzesco, e il solito deserto. Ma qualcuno doveva svolgerlo quel lavoro lì.

Verso le cinque del mattino, vado nella mia camera, per controllare che Yuuki non stesse ancora piangendo.
Cammino a passo svelto ma silenzioso per i corridoi, e tutti dormivano. Arrivo davanti alla porta della camera, e un po’ titubante la apro.
Il letto è disfatto, ma Yuuki non c’è. Però non è andata via; ci sono le scarpe vicino all’armadio. Busso al bagno, deve essere per forza lì. « Yuuki sei lì dentro? » Sento acqua che scorre, probabilmente è lei. Non ricevo risposta.
Mi metto seduto accanto alla porta, socchiudendo gli occhi appena, aspetto lei che esce. Perché sì, lei è lì dentro, ne sono sicuro. « Eccomi, sono pronta: fa pure » La porta si apre, e lei esce vestita con la divisa della Day Class, quella nera che tanto le sta bene. Mi ha detto che è giunta l’ora della sua morte, della promessa. Ma io non voglio ucciderla. Forse l’ha dimenticato. « Sì » Mi alzo e la conduco sul letto. Estraggo la gelida pistola argentata dalla tasca interna della giacca, e la punto sulla sua tempia. Metto il dito sul grilletto. Forse devo farla, devo mantenere la promessa.
Ma la mano si intorpidisce e la pistola insieme alla catenella si sganciano dalla divista, e cadono in terra. « Non ti ucciderò mai, Yuuki. Non me lo perdonerei mai »
Mi siedo accanto a lei, ma dopo neanche dieci secondi, col braccio la butto giù, e mi stendo pure io.
Yuuki non si è mossa, si fa condurre da me, senza fiatare. Cos’ha? « Mi sei mancato, Zero » Mi dice, e per un momento non ci capisco più niente: il mio istinto dice di baciarla, il cuore di abbracciarla, e la mia mente… di dirle che mi è mancata pure lei. A chi devo dare ascolto?
Cerco di tenere l’aria da sostenuto, fare l’indifferente, riuscire a mantenere quel personaggio che mi sono cucito addosso per anni. Meglio non affrettare le cose.
« Alle nove di mattina dovremo fare di guardia quando esce la Day Class. Le solite cose, tu le conosci. Non mancare » Faccio alla fine il freddo e l’indifferente. Mi alzo dal letto, e aiuto anche lei a mettere i piedi per terra. Vado verso la porta, ma sento qualcosa che da dietro mi tiene stretto. Delle braccia intorno al mio petto, una ragazza che mi abbraccia. « Zero, non andartene. Voglio parlare con qualcuno. Ti prego, ti prego ascoltami! » Mi dice tra le lacrime. Mi si stringe il cuore.
Metto la mano sulla maniglia, ma non ho le forze per aprila. Voglio ascoltare Yuuki.
Mi giro e l’abbraccio pure io, metto le mie spalle contro la porta e scivolo con lei. Era così bella anche fra le lacrime. « Smetti di piangere, e dimmi perché sei scappata da lì, Yuuki. » Comincia a spiegarmi tutto, e rimango un po’ allibito dalle sue parole. « Kaname mi considerava poco, e quando incontravamo un vampiro di livello E, dovevo essere sempre io ad ucciderlo. Anche se era un pericolo, mi sentivo una persona orribile. Il posto era diventato insopportabile, e mi sentivo soffocata. E… Zero, non c’eri tu. Se invece fossi venuto con noi, sicuramente, non sarei scappata. Solo se tu l’avessi fatto.
Zero, mi sei mancato, troppo. Mi mancavano le notti di guardia, il contemplare la luna, volare da un piano all’altro, starti a fianco. » Comincio a capire di essere importante per Yuuki. Spero che sia così. Lei, lei.. perché mi sono innamorato di lei? Perché mi sono innamorato nonostante io per lei sono solo un amico? « Yuuki… mi sei mancata pure tu » La guardo negli occhi, sono a un palmo dalla mano da lei. Ora non so cosa fare. Il mio petto è in fiamme, non mi sento più le gambe. Possibile che una ragazza mi mandi in tilt? « Yuuki… » Non riesco a baciarla, e l’abbraccio come prima. Ma mi capita di nuovo.. voglio morderla. No, non posso. La voglia è tanta, sento l’odore del suo sangue, anche se non è più ferita: ha una fragranza così dolce. « Andiamo a fare una passeggiata, vieni » Mi alzo e prendo la sua mano calda, e usciamo insieme dalla stanza. Camminiamo senza dire parola e fissando il basso, verso il bosco che alle prime luci del mattino è affascinante e riservato. Mi accorgo solo ora di tenere ancora la sua mano, ma faccio finta di niente, voglio continuare a stringerla.

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Capitolo 2
*** Una richiesta inaspettata. ***


Una richiesta inaspettata.




Il primo giorno di routine per Yuuki. Chissà cosa diranno quelli della Day e Night class, appena la vedranno.
Penso che la sua compagna di stanza sarà felice di non dover più dormire al buio sola la sera.
Dopo la passeggiata di alcune ore prima, si ritorna in classe alle otto.
Io ho sonno, apro gli occhi a malapena, mentre Yuuki no.. beh, lei ha dormito. Ora sta parlando con i compagni.
Stiamo tutti aspettando il professore della prima ora, come sempre ritardatario, e qui, succede qualcosa di inaspettato. « Zero, posso mettermi qui? » mi chiede lei. La cosa per quanto mi possa sorprendere, mi rende felice.. ma non abbandono quell’aria strafottente. « Sì, fai pure » tiro indietro la sedia per farla sedere. « Perché mi fissi? Non hai mai visto uno studente che aspetta il professore dormendo ad occhi aperti? » Notavo i grandi occhi di Yuuki che mi squadravano con curiosità quasi maniacale.
« Accomodatevi tutti » La voce del ritardatario si fa strada sulle chiacchiere degli studenti, prendendo una posizione autoritaria.
La lezione passa lentamente, ed io e Yuuki non facciamo altro che buttarci occhiate. Incrociamo spesso gli sguardi, ma preso dall’imbarazzo, guardo altrove, ma quando è distratta sono pronto di nuovo a puntarle gli occhi addosso.

La campana suona, finalmente.

« Andiamo » mi alzo e aspetto che anche Yuuki si alzi, e dopo di ché, andiamo al cancello. Perché durante l’ora di educazione fisica, mentre la Night Class va nella palestra, la Day Class esce per una riunione?
La cosa è insopportabile.
Io e lei, ci mettiamo accanto al cancello: uno da una parte, e una dall'altra.
Aspetto impaziente che quei succhia sangue solchino quel pezzo di ferro che divide due specie differenti.

Eccoli.

I cancelli si aprono, e Yuuki cerca di dividere gli studenti in due parti, per far passare gli altri. C’è qualche vampiro spavaldo, che con la scusa di baciare la mano ad una ragazza, infilza i suoi canini nella carne, per succhiarne il sangue. Ma ecco, ecco lei che con il suo Artemis allontana tutti. Come i vecchi tempi.

Via libera, ora si può passare.
Yuuki ritorna accanto a me, ma faccio l’indifferente.
In palestra si fanno diversi esercizi, tutti un po’ noiosi. Poi c’è chi va a fare le vasche in piscina, o chi gioca a pallavolo. Ma tutti, prima, devono fare riscaldamento.
Io opto sempre per la piscina: anche se devo nuotare veloce, mi rilassa.
Di solito Yuuki fa pallavolo, ma uscita dallo spogliatoio dopo riscaldamento, vedo che indossa il costume. « Anche tu nuoto? » « Sì. Mi va di cambiare. »
Beh sì, più di due anni nella squadra di pallavolo.. era ora i cambiare.

Andiamo insieme in piscina, e sì, le metto il braccio intorno al collo. Lei non mi dice niente, ed io faccio il più naturale possibile.
Alcuni studenti cominciano a dire un mucchio di idiozie « Guardate la nuova coppia! » « Che fortuna Yuuki! » « Allora quel Zero prova emozioni. »
Ero infastidito da quelle voci di scherno che si confondevano alle altre, deridendoci.
Yuuki si volta verso me sorridendomi, e questa è la conferma che il mio gesto non le dispiace.
« Siete in sei a fare nuoto, e benvenuta, signorina Cross. Bene, visto questi numeri, fate tutti insieme, vediamo un po’… cinque vasche. Non deludetemi. »
La professoressa si mette a lato della piscina, mentre noi ragazzi ci mettiamo in posizione.
Suona la trombetta e tutti partono spediti, e noto Yuuki essere la prima fra tutti. Una bravura che neanche io conoscevo. Per farmi valere allungo più le braccia, arrivando da lei, mantenendo quella velocità.
Non riuscivo più a continuare, ma non potevo di certo fare brutta figura, così mi sono sforzato per nuotare ancora velocemente.

Io e Yuuki siamo stati i primi a finire le vasche.
Senza neanche asciugarmi vado a sedermi nella panchina dentro il corridoio degli spogliatoi accanto alla piscina. Sento le mie braccia cadere da un momento all’altro, e un accappatoio sopra le mie spalle. « Grazie » le dico preso dall’affanno.
Dopo alcuni minuti, riesco a riprendere un respiro regolare. « Complimenti, sei stata brava. Dove hai imparato? » chiedo. Mi aveva sorpreso. Non conoscevo questo suo lato sportivo.
« Sarà la decima volta in tutta la mia vita che nuoto.. non so, non ho mai frequentato una scuola per il nuoto. Sarà così per natura.. »
Si stende sulla panchina, appoggiando la testa sulle mie gambe. Perché.. perché fa così? Sarò che non ci sono molto abituato, ma mi sento in imbarazzo.
Sbadiglia, ma poi si rimette subito su e mi abbraccia. Il contatto che si crea, mi fa tremare, ma non è freddo, e non so cosa sia. « Zero, tu stai tremando. » « No, tranquilla, non è niente. »

Dopo le attività scolastiche, stranamente, perdo Yuuki di vista. Penso che avrà sonno, così vado nella sua camera del dormitorio, ma non c’è. Allora provo ad andare nella mia: tentativo fallito.
Esco fuori in cortile, vedo tanti studenti gironzolare, la cerco, però, anche con tutta quella folla, non riesco a trovarla.
Mi viene in mente però una cosa. Il preside.
Salgo le scale velocemente, deve essere per forza lì. Apro la porta in modo brusco, e vedo il direttore con il suo grembiulino, il codino che tiene i capelli biondi e gli occhi zuppi di lacrime.
« Yuuuuuuki, finalmente eccoti qui! » le dice con il solito tono melodrammatico, di chi non vede la proprio figlia da dieci anni, abbracciandola.
Però poi ritorna serio. Anche lui aveva una specie di promessa fatta alla sua partenza.. ma con Kaname.
« Yuuki, perché non sei ritornata con tuo fratello? Cos’è successo? Non dovevo fidarmi di lui.. » « Non mi sono persa, non mi ha cacciata. Sono stata io ad andarmene da lì. Non riuscivo a starci.. io, io.. volevo rivedere Zero » sgrano gli occhi al solo pronunciare il mio nome, e abbasso gli occhi, vedendo quelli del preside puntati contro me, che sembravano avere tono di rimprovero. Poi continua « e lei, preside.
Dovevo svolgere sempre orrende mansioni, come uccidere un livello E, e Kaname non stava molto tempo con me. E avevo nostalgia di questo posto, della mia solita vita. Io voglio stare qui. »
Il preside va verso la finestra, sembra riflettere. Dopo cinque minuti ritorna da Yuuki. « Sono stupefatto e un po’ incredulo dal comportamento di Kaname. Ma sei tu a dirlo, Yuuki, non posso far altro che crederti. Okay, resterai qui. Ma prima o poi Kuran verrà in questa scuola, ti cercherà, ne sono sicuro. Allora la scelta sarà tua, ricorda. »
Poi viene verso me, e comincio ad indietreggiare, molto lentamente. Ho paura di quello che mi dirà. « Kiryuu, fa soffrire Yuuki, e sarò pronto a cacciarti via da qui. Lo sai quanto è importante per me. Rinnovo la promessa fatta prima, ma la rinnovo con te. Non deludermi, almeno tu. »
Il suo tono è serio, ma nello stesso tempo dolce. Non mi sta rimproverando, solo avvertendomi. Ma tranquillo, preside Cross, non la lascerò per nulla al mondo. « Stia tranquillo, mi prenderò io cura di Yuuki » rispondo gettando un’occhiata d’intesa alla ragazza.

Un tuono, lo sapevo, devo andare a chiudere la finestra.

Saluto i due presenti, chiudo la porta e vado verso la mia camera. Sta cominciando a piovere.
Lungo il corridoio vedo dalle finestre il cielo incupirsi, farsi strada nell’azzurro grigiastre nuvole. Il ticchettio di pioggia per il momento è piccolo e leggero, ma più vado avanti, più sento questo farsi pesante.
Come se ci fosse qualcosa che mi impedisce di proseguire. Ma alla fine arrivo alla porta. Accedo in camera, e vedo la finestra aperta, fogli in terra, il letto disfatto e una gran confusione. Il vento e la pioggia entrano nella stanza, e mi faccio forza tra quella tempesta per chiudere il suffisso. Subito mi abbasso per sistemare i fogli, e rifaccio il letto. Controllo il bagno, ma lì è tutto apposto.
Mi concedo una pausa: levo le scarpe e sgancio la pistola, stendendomi sul materasso.
Non faccio in tempo a chiudere gli occhi, che sento bussare alla porta. « Zero? Posso entrare? » Sento quella voce, mi precipito all’entrata. Sì, è Yuuki. « Prego.. » Apro grattandomi la nuca, sorridendo a malapena.
« Posso.. posso rimanere qui per la notte? La mia compagna di stanza si è appena trasferita, ed io proprio con la tempesta non riesco a dormire, e poi, sola.. se ti do fastidio non accettare la mia richiesta. Tranquillo, non fa niente » mi chiede. Avrei detto sì subito, immediatamente, ma non volevo dare l’impressione, beh, del maniaco.
Sarebbe stata l’opportunità per conoscerci meglio, per parlare, dato che oltre a quella sera, non abbiamo avuto più modo di discutere. « Per me va più che bene! Yuuki, non aver timore a chiedermi qualcosa » dico infine, perché mi sembrava titubante nella richiesta. « Il preside stasera ci invita a mangiare in un ristorante.. ha detto che con te è deprimente cenare! » Rido, perché era vero. Non c’era l’allegria che lei portava, ma noia. « Vado a prendere il materasso, così stasera non dovrò far fatica. » « Vuoi che ti aiuti? » « No, lascia stare! Tu riposati! »
Va verso la porta, ma prima che potesse uscire, le vado incontro. « Yuuki, sei importante per me, non dimenticarlo » e dopo la lascio andare. Dovevo dirglielo. Deve sapere che nella mia vita, lei è l’unica cosa che conta.

Mi addormento sul letto, finalmente mi lascio andare. Dopo circa un’ora, trovo Yuuki che dorme sul materasso a terra. Com’è dolce quando dorme. Le sfioro il viso, sorrido dolcemente alla bella addormentata.
Facendo attenzione a non creare rumore, vado in bagno a fare una doccia. La ciliegina sulla torta nella giornata più bella della mia vita.
Esco da bagno a torso nudo, indossando i jeans e le scarpe. Già era il momento di prepararsi. Mentre metto la camicia, chiamo Yuuki, invitandola a svegliarsi.
Dopo pochi minuti la vedo alzarsi, prendere i vestirsi e avviarsi in bagno. « Torno fra pochi minuti » mi dice con aria riposata.
Metto un po’ di profumo e sì, sono pronto. Mi siedo sul letto e aspetto che esca.
Ci sarà voluto un quarto d’ora per prepararsi, e un po’ mi risulta strano perché le ragazze in media ci mettono molto di più.
È bella con i suoi jeans chiari e la maglietta nera. Mi piace la sua semplicità nel vestire. « Andiamo » le dico facendole strada. Chiudo la porta a chiave e poi raggiungiamo il preside, che aveva finalmente lasciato il suo grembiule e vestito non più come un direttore.

Andiamo a cenare in un ristorante a poco prezzo, però si stava bene.
Discutiamo del più e del meno, quando il preside però tira fuori una battuta che mi fa imbarazzare, e non poco. « Guardate i due piccioncini.. da quant’è che state insieme? » Beh sì, è ironico, anche perché ha bevuto un bicchiere di troppo, ma sì.. sono diventato rosso.
Verso la mezzanotte usciamo fuori dal locale, e noto il preside Cross ridotto uno straccio. Io e Yuuki lo portiamo fino in camera e gli diamo un po’ d’acqua. Vedendolo ripreso usciamo via, ma prima che varcassimo quella porta, tira fuori l’ennesima battuta, anche questa abbastanza imbarazzante. « Zero, precauzioni stasera! » Evidentemente sapeva che la ragazza veniva a dormire da me.. ma sicuramente non pensavo a quello!

Andiamo in camera e facciamo a turno per andare a mettere il pigiama in bagno. Lei si stupisce vedendomi con dei semplici pantaloncini e una maglietta a maniche corte.. ma la sera sento caldo, ahimè.
Stremato dal sonno, mi butto a peso morto sul letto, incurante di quello che faceva Yuuki. Poi anche lei va sul materasso.
Sentiamo la pioggia farsi forte, mentre prima regnava la pace! I tuoni diventano più forti, e i lampi accecanti. « Zero scusami, ho paura. »
Viene da me e si ficca sotto le coperte, tenendo i pugni serrati contro la mia maglietta. « Notte » dico sussurrandole fra le orecchie.
All’inizio prendere sono è stata un’impresa ardua, ma poi, la stanchezza ha cominciato a pervadere il mio corpo, fino a far chiudere i miei occhi, che fino ad un momento fa, fissavano Yuuki.

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Capitolo 3
*** Riuscirò a dirtelo? ***


Riuscirò a dirtelo?




Perché non ho il coraggio di dirti quel che provo per te? Perché ogni volta, sul punto di dichiararmi, mi tiro indietro? Perché non riesco ad affrontare questa timidezza che sta diventando un muro fra noi due, che non riesco ad abbattere? Odio questo mio comportamento ad intermittenza: prima freddo, poi dolce, e di nuovo freddo, superficiale.
Per favore, non ti allontanare, non voglio farti soffrire, è l’ultima cosa che non farei mai e poi mai.

Ecco che sorge un nuovo giorno mentre io sono qui, a fare guardia in questo campo sterminato.
Basta, vado via, sono stanchissimo. Maledetto cosiddetto “ impegno “.
Barcollo per il corridoio, e finalmente arrivo nella stanza.
Mi faccio strada verso il freddo di quelle quattro mura, raggiungendo il letto. Ehi, sei ancora qui, mi rendi felice.
Prendo Yuuki e la metto sul letto, io mi addormento pochi minuti dopo sul materasso in terra.

Circa tre ore dopo, sento lei alzarsi e andare verso il bagno per prepararsi. Sì, è ora di svegliarsi, ma sento il mio corpo come se fosse in anestesia, non riesco ad alzarmi.
Non è che mi senta male, però ho accumulato davvero troppa stanchezza. « Yuuki, rimango qui, oggi non vengo a lezione.
Sta tranquilla, non uscirà la Night Class per fortuna.
Buona giornata » le dico mentre esce dal bagno vestita e profumata.
« Zero ti senti male? »
«No, tranquilla.. sono solo stanco. Sai, fare di guardia è un pessimo “ impegno “. Ho accumulato troppa stanchezza. Prosegui senza me, penso che di pomeriggio sarò in piedi. »
« Allora, buon riposo! »
Prima di andare mi dà un bacio sulla guancia, il gesto più bello che mi abbia mai fatto, e io, io sorrido come un ebete preso dal sonno e dall'emozione. Sì, sembro un idiota.

Le ore del giorno passano velocemente, e io non sento niente di niente. Se fosse entrato qualcuno nella mia stanza.. non me ne sarei accorto. Caspita se ci voleva. Verso le tre mi sveglio e vado subito a far la doccia e indosso la divisa della Day Class. A volte la odiavo, altre no, e non c’è mai stato un motivo ben preciso.

Mi avvio verso il corridoio, e qui incontro Yuuki che parla con una compagna di classe.
Perché sono geloso anche di una semplice amica? Idiota.
« Ehi ti sei svegliato? » mi chiede. Grazie al cielo, non sapevo che dirle, e non volevo fare la figura del maleducato.
« Beh, sì.. com’è andata la giornata? »
« La solita noia, purtroppo. »
Mentre parliamo sento la voce squillante dell’amica dire « Io vi lascio soli.. a dopo Yuuki! » dandole uno sguardo d’intesa.
Non voglio che si mettano in giro voci su me e Yuuki. Ma si sa com’è.. un orecchio tira l’altro.

« Ti va di fare una passeggiata? » le chiedo lì impalato, fissandola assiduamente, tanto da sembrare un maniaco. Lei accetta. Sì, accetta.
Andiamo fuori dove gli studenti gironzolano e chiacchierano: i gruppetti di ragazze, le combriccole dei ragazzi, le coppiette malamente appartate.. il solito scenario che a volte disgusta, e a volte fa piacere vedere.
Prendo la sua mano e la conduco nel bosco che vi era a pochi passi dal piazzale. Mi decido a dichiararmi, non riesco a rimanere indifferente.
Camminiamo e all’inizio nessuno dei due apre bocca, però prendo coraggio prima che il pomeriggio ci abbandoni alla sera, dove tutto è buio, e tutto si spegne.
« Ti da fastidio se ti tengo per mano? » Pessimo inizio, ma non sapevo da dove iniziare. Non ci so fare.
« N-No.. mi fa piacere, anzi. Zero, perché mi hai portata qui? »
« Perché non voglio che nessuno ci veda, e mi senti parlare. Yuuki, devo.. devo dirti una cosa » ed ecco il mio cuore quasi uscirmi dal petto. Bene.
« Cosa devi dirmi? E se posso, anche io.. dovrei parlarti. »
« Yuuki, sei.. tu per me sei molto, molto importante, farei qualsiasi cosa per non perderti » mi fermo di fronte a lei, guardandola negli occhi.
« Anche per me è lo stesso » continua la ragazza dai castani capelli, e da gli occhi rossi.
« Non riesco più a mantenere questa nostra amicizia, è difficile per me continuare. Scusami, sicuramente a te la cosa non andrà bene, ma… »
Maledetto cellulare che squilla nei momenti meno opportuni, e stupido io che ho dimenticato di spegnerlo. E guarda chi è.. il preside. Tsk.
« Preside? Sì, mi dica. »
« Sei con Yuuki? »
« Sì, perché? »
« Venite nel mio ufficio, fate in fretta. »
Stacco la chiamata un po’ preoccupato.
« Chi era? » mi chiede un po’ seccata.
« Era il preside Cross. Vuole vederci subito nel suo ufficio. Meglio andare. »
Lascio la sua mano e cominciamo a correre, spaventati un po’ da quella chiamata improvvisa, dal tono di voce del preside basso.
Arriviamo davanti alla porta della presidenza, prendiamo fiato e poi entriamo.
« Yuuki, lo sapevo, te l’avevo detto. Kaname sta venendo qui per riportarti via. »
« Cosa? » esclamo a piena voce, sgranando gli occhi.
« Io.. io voglio rimanere. Devo proteggere Zero, e lui deve proteggere me. »

No, non può essere. Non deve essere. Quello lì.. me la porterà via. Ma in fondo lo sapevo, sì.
Il suo scopo è quello di continuare la tradizione, quindi, di sposarsi con Yuuki. Ma non lo permetterò.

« Verso le nove di questa sera, Kaname sarà davanti quella porta, a chiedermi di te. Rifletti bene.
Continuare la tradizione, o stare con Zero. La scelta, è tua » si ferma un momento nel parlare, deglutendo, poi continua « Fai la cosa che ritieni più adeguata per il tuo futuro. Ora potete pure andare » ci da il permesso di uscire.
Preside Cross, le ha dato, mi ha dato, ci ha dato una pessima notizia. Mondo crudele.

Ci avviamo verso l’uscita scossi e intimoriti dall’arrivo del purosangue.
Sento… sento che potrei cadere da un momento all’altro.
Perché ho paura. Paura che Yuuki possa cambiare idea.
« Zero, ti vedo strano, cos’hai? »
« Non voglio perderti un’altra volta. »

Scoppia a piangere e si butta fra le mie braccia: riesco a trattenere le mie lacrime, anche se voglio urlare, piangere di disperazione.
Yuuki, non andare via. Prima, devi sapere quel che provo.
Voglio dirti che... io ti amo.

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Capitolo 4
*** Non andartene, ti prego. ***


Non andartene, ti prego.




Fisso l’orologio spaventato: le lancette segnano le otto e mezza.
Questo silenzio mi sta uccidendo dall’interno. Dov’è Yuuki? Io sono qui fuori, mentre lei è nella mia camera a riposare. Avremmo dovuto aspettare quel Kaname insieme.. ma lei non riesce a tenere la tensione, così è andata lì.
Ma ora basta. Manca mezz’ora, e tutto, potrà finire.

Corro velocemente fra le scale, raggiungendo la mia stanza. Metto la mano sulla maniglia, indeciso se aprirla o no.
Devo farmi coraggio e affrontarla.
La apro e vedo Yuuki accovacciata sul letto; trema.
« Hai freddo? Perché tremi? » le chiedo mentre mi ci siedo accanto, togliendo la giacca della divisa che mi stava facendo soffocare.
« Ho paura, mi porteranno via » dice con un filo di voce, singhiozzando appena.
« Yuuki.. non ho finito di dirti quella cosa, oggi.. » Mi stento accanto a lei, accarezzandole la guancia.
« Zero.. »
« Sì? »
« Anche io dovrei dirti una cosa.. ma prima, parla tu. »
« Avrai notato questo mio comportamento che ho con te, lo sai quanto sei speciale per me.. e devi sapere che io.. io ti amo! » Sì, l’ho detto, l’ho fatto. Finalmente, mi sono tolto un peso dal cuore.
« Era.. era esattamente quello che volevo dirti, Zero. »
Sono contento di questo.
Guardandoci negli occhi, solo dopo una manciata di secondi, mi accorgo che i nostri visi sono incolati. Sento le sue labbra sulle mie, ma sul punto di baciarla, la porta di apre.
« Yuuki, grazie al cielo sei qui! »

La voce di Kaname risuona nella mia mente: è fastidiosa, non voglio sentirla. Kuran, sparisci.

Scattiamo in piedi tenendoci per mano. Cerco di non farmi prendere dal panico e dalla tristezza, che combinati insieme, ogni volta mi distruggono.

Kaname prende la mano di Yuuki, tirandola e portandosela al petto, ingabbiandola in un apparentemente dolce abbraccio.
La mia gelosia non è ancora divampata, ma si può capire anche solo dallo sguardo.

Yuuki sembra turbata da quel contatto, divincolandosi immediatamente. Mi rende felice, anche se forse fa soffrire Kaname. Ma a me che interessa di colui che me l’ha portata via? A volte non mi capisco.
« Allora, ci rincontriamo, Kuran. »
« Penso proprio di sì. Zero, come hai trattato la mia dolce Yuuki? »
« Cosa vorresti dire con questo? »
« Le ultime volte volevi solo morderla. Mi sono preoccupato! »
« Tranquillo, non le ho fatto del male, in alcun modo. »
« Grazie mille, andiamo Yuuki! »
La prende per mano, ma lei rimane immobile senza muovere un passo. Allora resterai qui con me?
« Lasciami stare. »

Noto gli occhi di Kaname dritti su di me, con tono di rimprovero.
Ehi, ma cosa vuoi da me? La scelta è sua, non mia.

« Cosa ti prende, dolce Yuuki? » le chiede con voce calda e ammaliante.
« Non voglio venire con te. »
« Sono venuto qui apposta per te! Dai su, andiamo… »
« Andiamo? Andiamo, sì. Andiamo a riprendere quei giorni di noia e di tristezza, quando mi veniva ordinato di uccidere un livello E, quando non c’era una battuta che facesse ridere.
Andiamo a rincorrere quei giorni in cui Zero mi è mancato da impazzire. Sì, proprio un bell’affare. »
« Zero, sei stato tu a farle dire quelle cose! »
« Lui non c’entra, sono io. Mi dispiace Kaname, anche se siamo fratelli, non siamo destinati a continuare la tradizione.
Mi sono svegliata da quel sogno in cui tu eri il mio principe azzurro. Scusami, Kaname. »

Rimango lì impalato, come un idiota dopo le parole di Yuuki.
Non avrei mai pensato che le avesse pronunciate. E invece mi sbagliavo, e ne sono contento.

« Kiryuu, non te lo perdonerò mai. »
« Non mi perdonerai cosa? » chiedo con voce smarrita.
« Sei stato tu a convincerla a rimanere! »
« Kuran, io ho solo fatto quel che dovevo. Mi sono solo dichiarato, cinque minuti prima che entrassi tu. »
« Cosa? » fa un passo indietro sgranando gli occhi. Sembra avere un attacco d’asma o roba simile.
Poi si avvicina a me, con aria minacciosa.
« È importante seguire la tradizione. Tu lo sapevi, ammettilo. »
« Lo sapevo, ma questo non mi vieta di dirle quel che provo. E poi, la scelta è sua. Non prendertela con me, Kuran. »
Lo allontano con quelle parole, abbastanza seccato, perché continuava a darmi la colpa. Ma era stupido fare così.

« Non mi interessa. Yuuki, dobbiamo sposarci questa settimana, andiamo! »
La prende per mano con gesto veloce, portandola fuori dalla stanza. Lei non cerca di liberarsi.
Ho perso.
Mi siedo nel letto, però mi rialzò subito.
Questa è la mia battaglia.

Rincorro i Kuran riuscendo a raggiungerli.
Esco la pistola dalla giacca, e la punto verso Kaname.
« Non costringermi ad usarla. Lasciala stare. Lei ha già deciso. »
« Che barbaro. Usare un’arma contro un superiore, sapendo di aver perso. »
« Kaname, non voglio rispettare le regole della tradizione. Voglio stare con Zero. »
Le parole di Yuuki mi rasserenano per quanto ancora sia sicuro di perdere.

Caccio via la pistola, in segno di rispetto. Pff, rispetto verso quello lì. Quand’è che sono diventato così idiota?

Si libera dalla stretta del fratello, venendo incontro me.
Mi abbraccia ripetendo di voler stare con me, e io le dico la stessa identica cosa.
Kaname ci guarda in malo modo, avvicinandosi sempre più.
Però sono sicuro di una cosa: farà la scelta più nobile, ne sono certo. « Dolce Yuuki, scusa l’insistenza di prima. Ti lascerò al futuro con Zero.
Se questo è ciò che vuoi, non te lo negherò. »
« Grazie, grazie mille! »
« Ricorda che la porta è sempre aperta.
Ci dividiamo ancora una volta sorellina. Stammi bene. »

Incredibile, si è arreso.
Prima di andare corre dalla ragazza scaldandola in un forte abbraccio. Anche lei si incolla a lui.

« Grazie, Kuran. »
« Fa soffrire la mia sorellina, e sarò pronto ad ucciderti. »
« Tranquillo. Non soffrirà. »
« Allora, addio ragazzi. Buona fortuna. »

Per la prima volta sono riconoscente con Kaname. Mi ha lasciato vivere accanto a Yuuki.
E adesso guardo quell’uomo dalla giacca marrone avviarsi verso il gelido freddo dell’inverno. Mi fa un po’ di tenerezza, mentre io e lei ritorniamo dentro.
Ci teniamo per mano sorridendo e avviandoci chissà dove.
Alla fine, ci ritroviamo di nuovo nella mia camera.
« Dove eravamo rimasti? »
Chiudo la porta posizionandomi davanti a lei.
Guardo i suoi occhi rossi puntati contro i miei con un’espressione dolce.
« Qui. »
Avvicina il mio volto al suo, come prima, quando le nostre labbra si sfioravano.
Accarezzo la sua guancia con la mano destra, chiudo gli occhi e alla fine, la bacio.
Sento fuochi d’artificio scoppiare dentro me, il mio corpo è pervaso da una calda sensazione di piacere.
Finalmente è successo, e non aspettavo altro.

« Ragazzi scusate, vedevo la luce accesa, non potevo non entrare. Con Kaname-- »
La voce squillante del preside ci interrompe. Ridiamo e ci voltiamo verso di lui.
« Scusate, continuate pure! E Zero, un tocco romantico! »
Spegne la luce e chiude la porta, e continuiamo a ridere come due scemi.
Poi la porto al mio petto, l’abbraccio, sentendomi la persona più fortunata sull’intero pianeta.
Finalmente, Yuuki.

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