L'amore ai tempi di Facebook.

di Daequan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'amore ai tempi di Facebook. ***
Capitolo 2: *** La battaglia tra un sogno e un sogno. ***
Capitolo 3: *** Siamo i nostri nemici. ***



Capitolo 1
*** L'amore ai tempi di Facebook. ***


"Be', cosa sappiamo di questa ragazza?"

"Che...che è bellissima!"

 

Renato nasconde il viso tra le mani, come in un rifiuto della situazione; e naturalmente l'enfasi del suo gesto non sfugge ai presenti, tra cui lo stesso Edmondo.

Qualcuno sospira una risatina, tutti guardano i due ragazzi intavolare il dialogo.

In quel bar un po' anni 70, col barista dinoccolato che sciabatta lungo il retro del bancone e le paste in bella esposizione, è difficile non essere ascoltati, soprattutto quando si parla di amore non corrisposto.

 

"Grazie, Eddie. No, grazie davvero, sei illuminante. Ero convintissimo che morissi dietro ad una racchia, sai?"

"Ma..."

"Oltre all'ovvia cirostanza della sua bellezza e del fatto che se la vedessi le faresti un abitino di saliva, mi sai dire qualcosa di utile? Che so, dove abita?"

"Ah, qui a Cinisello."

"Oh, la tua stessa città!"

"Eh già, proprio così."

 

Renato si volta verso una persona qualunque con un foglio in mano e, senza chiedersi perché avesse quel pezzo di carta, gli dice: "Segna un più, è un fatto positivo."

Il ragazzo col foglio alza le sopracciglia e segna un più a matita.

 

"Magari, Ed, è del tuo stesso quartiere?"

"Ehm, no. E' di...mi pare Sant'Eusebio."

"Ah. Sant'Eusebio."

 

A parte: "Tu leva quel più."

Edmondo guarda il ragazzo stralunato cancellare un segno sulla carta, quando Renato rincara: "Metti un meno."

Il foglio si sporca d'un altro tratto, e ancora: "Anzi, mettine due, va'."

 

"René, non so quanto funzioni questa cosa del raccogliere informazioni, davvero. In fondo tutto ciò che so di lei è che mi piace, che siamo amici su Facebook, e..."

"L'hai aggiunta tu?"

"Ehm...no, mi ha aggiunto lei. Ma, dico, più che guardarla in foto e sospirare non ho fatto. In definitiva non so alcunché di lei, e quel che potrei sapere non mi deve per forza piacere."

"Senti, ti piace?"

"Non lo so, René! Ti dico che non lo so, non la conosco, ci avrò parlato due volte e solo su internet. E in maniera telegrafica, quel che basta da sapere come scrive."

"Come scrive, allora?"

"Bene. Indiscutibilmente bene."

"A parte: io stavo con Elisa, me la scopavo e tutto il resto, non è che mi interessasse come scriveva "un po'" o "sogniamo". Tu non pensi di badare troppo a queste cose?"

"René! Non vorrai mica vedermi con una capra!"

"Eddie, a me basta che quando facciamo sesso non mi urli "entramelo tutto!", capisci? Ok, neanche io sono così tollerante verso la "sgrammatica", ma ho dei limiti!"

"Be'...non so, io ci bado. Ma non è questo il punto: una ragazza quanto può dire di se stessa con la grammatica e le foto?"

 

Renato abbassa lo sguardo e strabuzza gli occhi. Sente di dover dire un "non lo so", ma non gli va. Non ora, non davanti agli altri che, è sicuro, lo stanno guardando.

Quella pausa va conclusa, e non trova di meglio d'un "sconfiggi la timidezza e prova a parlarci, più di questo...non so dirti."

 

Tutto si spegne, il pubblico volta lo sguardo e torna alle proprie cose.

Edmondo e Renato pagano il conto e si salutano, per poi dividersi.

Con calma la gente tornerà alle proprie case, mentre sono già in strada i due ragazzi coi loro modi e umori opposti.

Uno, innamorato solo d'un'immagine di ragazza, maledice l'altro: avrebbe voluto anche lui fare teatro. Magari non l'avrebbe aiutato a vincere la timidezza, ma l'avrebbe aiutato; magari facendolo innamorare della propria immagine anziché di quelle altrui.

L'altro, invece, si dispiace di non aver aiutato l'amico, ma ha dato spettacolo anche oggi e tanto basta.

Domani è un altro giorno, supponibilmente.

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Capitolo 2
*** La battaglia tra un sogno e un sogno. ***


Il telefono squilla.

 

"Pronto?"

"Oltretutto ci sarebbe anche un'altra che sento spesso su Facebook."

"Mi aspettavo un 'ciao, sono Eddie', ma fa nulla. Chi sarebbe?"

"Allora, ti è mai capitato di non parlare con una persona ma dirle che vorresti parlare senza però usare parole?"

"Passaparola."

"...eh?"

"Passaparola. Non c'ho capito una sega."

"Uff, vediamo...gli scambi di mi piace?"

"Gli scambi di mi piace?"

"E' una domanda!"

"Senza verbo! Gli scambi di mi piace cosa?"

"Oh mamma mia..."

"Vedo gli scambi di mi piace? Pratico gli scambi di mi piace? Imbottiglio gli scambi di mi piace?"

"Ok, ho capito..."

"Aromatizzo gli scambi di mi piace?"

"Basta! Ho capito! Conosci gli scambi di mi piace?"

"No."

"Mi hai fatto tutto 'sto casino per nulla?!""E che ne so io! Dai, che cosa sono?"

"Per inciso, Fabio, oggi sono uscito con René: vi assomigliate persino troppo!"

"Lo so, non per niente ci stiamo sullo stomaco a vicenda. Dicevi?"

"Allora, tu metti mi piace a un suo link. Lei mette mi piace a un link tuo. Tu metti mi piace a un altro suo link, e lei fa lo stesso con un altro tuo link. Cosa ottieni?"

"Due persone che si tempestano di mi piace i link."

"Vai più a fondo!"

"Ah, ok, due persone che si tempestano di mi piace i link e altre 100 che guardano i loro profili scuotendo la testa."

"...va bene, anche. Io però intendo questo: i meccanismi che si attivano tra due persone che si inviano questi piccoli segnali come li definiresti?"

"Ce l'ho! Malati! Ho indovinato?"

"E' incredibile: lascio René e mi convinco che solo tu puoi capirmi. Poi parlo con te e mi convinco che può capirmi solo René. Chi di voi due mi capisce davvero?"

"E dai, sto scherzando! E poi René è un cretino teatrante della mia fava, io sono serio! Chi è questa ragazza?""Una che ho conosciuto su Facebook e che non mi dispiaceva l'estate scorsa. Poi siamo anche usciti una volta, ma..."

"Ma?"

"Eh, Fabio, non la conoscevo così tanto."

"Ah, poi hai scoperto che in realtà era Donato Bilancia!"

 

Edmondo mette un attimo sul tavolo il telefono: chi è Donato Bilancia?

Un giro su Wikipedia e il mistero, se tale si poteva comunque definire, è risolto.

 

"Ah ah, il famoso criminale e assassino seriale italiano!"

"Brava!"

"Brava? Sono ancora un maschio!"

"Ma Wikipedia no. In ogni caso, se non conoscevi questa ragazza non era più semplice conoscerla?"

"Non lo so, è che non voglio essere insistente."

"Ma ci sei uscito, no?"

"Sì, abbiamo anche parlato di tante cose, ma non so quanto si sia trovata bene!"

"Ti ha detto che non s'è trovata bene?"

 

Edmondo si ferma a riflettere. Apre Facebook e cerca tra i messaggi che si è scambiato con la ragazza in questione.

 

"Be', no."

"E allora chi te lo dice?"

"Il mio sesto senso!"

"Ok, si è trovata bene!"

"E comunque non è bella come quell'altra."

 

Dall'altra parte della cornetta si sente un rumore secco, come un applauso. O uno schiaffo."

 

"Tutto bene, Fabio?"

"Sì, ero in fase facepalm. Tu, Eddie, sei strafottutamente fissato con quella ragazza della tua città! 'E' bellissima' di qua, 'Ma è meravigliosa' di là...Eddie, o gliela chiedi o non te la dà!"

"Perché devi ridurre tutto al sesso? Non sarebbe molto più meraviglioso amarsi e basta?"

"Dio, Dio, Dio, perché hai scelto me, Dio? Non potevi farmi martirizzare come tutti?"

"Ok, non ti vedo d'accordo con me."

"Ascolta, io devo andare, però ricorda che puoi decidere di non ridurre le cose al sesso, ma ad una scelta sì, per forza. Quello ti tocca. Scegli."

"Ok, Fabio, a presto."

 

Comunicazione chiusa, e arrivederci. Forse Fabio ha ragione, su tante cose. Certo, esagera coi toni e col sarcasmo, ma alla fin fine bisogna scegliere. Ma tra la bellezza irraggiungibile e la ragazza con cui si immagina il lavorare di ingranaggi e meccanismi, forse tutto si riduce ad una battaglia tra un sogno e un sogno.

E chiunque vinca, la realtà ne uscirà sconfitta.

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Capitolo 3
*** Siamo i nostri nemici. ***


"Ah, poi l'hai fatta la scelta?"

 

Sono passati due mesi dall'ultimo dialogo tra Edmondo e Fabio, e nessuno dei due fino a quel momento si è ricordato l'argomento di quella conversazione, ma quando emerge nella memoria di quest'ultimo è un fulmine. Improvviso.

 

"Ehm, di che scelta parli?"

"Pane e salame o pane e prosciutto?"

"Eh?!"

"La bellezza sconvolgente con cui non hai mai parlato o la ragazza degli scambi di mi piace?"

"Cosa c'entravano pane e salame e...?""Per dire. Cosa hai scelto, uomo?"

"Vedi che riduci tutto al sesso? Dai!"

"Spiegami che cazzo c'è di sessuale in due panini! Hai scelto o no, cristo santo?"

"Boh, nì. Ho cancellato quella bellissima."

"What?!"

"Sì, l'ho cancellata. Tanto non ci siamo mai frequentati, le volte che l'ho vista l'ho vista da lontano e con i lucciconi agli occhi, che senso aveva?"

"Cioè, tu l'hai cancellata perché sei un cretino, dico bene?"

"No, le ho anche scritto perché, le ho detto che non c'era nulla di personale."

"Scusa un attimo. (a parte) Mamma! Portami una spada, la faccio finita!"

"Ho detto qualcosa che non va?"

"Scusa ancora, eh! (ancora a parte) Due, se la prima non è letale via di seconda!"

"Dai, smettila di fare il René!"

"Ancora con 'sto René! Lo so che ci assomigliamo, e la cosa mi dà già abbastanza noia senza che tu me lo ricordi!"

"Ecco, adesso che ho la tua attenzione, hai capito perché l'ho tolta?"

"Come faccio ad averlo capito! Hai detto che non è nulla di personale! Non le hai detto perché l'hai tolta, ma perché non l'hai tolta!"

"Ma io l'ho tolta, non l'ho tenuta!"

"Senza dirle perché, però! Perché Dio non ti ha fatto normale, come tutti?"

"Dio non esiste. E comunque l'ho tolta e amen, non c'era possibilità di vederla fuori dalla nuvola telematica di Facebook. L'altra invece è cotta del suo ex, e quindi..."

"E quindi cosa? Dio santo, proteggimi. E' il suo ex! Non il suo ragazzo, il suo ex! Ex! Ex, capisci?"

"Sì, lo so, ma..."

"Ma cosa, Eddie? Cosa?"

"Sento che non ho speranze. E poi ho già tanti problemi per la testa, tante paure e cazzate che mi bloccano in tante cose!"

"Tutti hanno paura! C'è chi ha paura dei ragni, chi dei morti, chi della propria famiglia e chi, pensa, di scoprirsi un giorno violento o perverso! Noi temiamo tutti noi stessi, c'è chi ha paura di poter diventare un pedofilo, pensa! Non è una paura paradossale, visto che se non lo sei non potrai mai diventarlo e se lo sei difficilmente ti fa paura? C'è chi ha paura di essere omosessuale, e vale lo stesso discorso: l'orientamento sessuale non cambia col fiorire degli anni. Con l'aggiunta che ad essere omosessuale, anche volendo, non c'è alcunché di dannoso per gli altri."

"Tu hai mai avuto queste paure?"

"Io sì, le ho avute. E non sono facili perché non sono razionali. Ma si passano. Comunque torniamo a te: fuori di questi blocchi stai più parlando con questa ragazza?"

"Sì, tutti i giorni."

"E pensavi di dirmelo quando?"

"Ok, era un'informazione importante, in effetti. Ci parliamo spesso da un bel po' di tempo. Sai, con la scusa che cercavo un batterista per la band abbiamo preso a parlare, e così..."

"Finalmente un passo in avanti!"

"Ma non le piaccio, lo so."

"Perché?"

"A lei piacciono i ragazzi seri, credo."

"Eh, mica gli sventrapapere come te!"

"Dai, ancora con 'sta storia!"

"Fa ridere! 'Ti giuro che non sei la tacca numero 632, cara tacca numero 632!' è geniale."

"Talmente geniale che non è una tua battuta, ma è di tua mamma!"

"I cromosomi son quelli. La scelta di cui si parlava la volta scorsa la stai facendo, ora non sprecare tutto con le paure. L'hai vista solo una cazzo di volta, fottitene. Tanto non è l'amore della tua vita né tu sei quello della sua."

"Bon, vediamo che succede. Mi vedi migliorato, come spirito decisionale?"

"Per niente. In compenso pare che Gesù Cristo o chi ne fa le veci si sia accorto che esisti e hai bisogno di un aiuto sovrumano."

"Bah, sarà, io mi vedo migliorato."

"Tu ti vedevi anche normale. Ci aggiorniamo?"

"Sì, dai. Anzi, ancora una cosa: come ci si sente, secondo te, ad avere quelle paure che dicevi te? Quelle sessuali, dico?"

"Come uno che commette costantemente dei delitti, ma senza che commetta costantemente dei delitti. E' un costante allarme fisico e psicologico che snerva finché non ti rendi conto e ne esci. In fin dei conti se ti dicono, che so, che sei un omicida, non importa quanto convincenti e circostanziate siano le voci: tu sai di avere la coscienza pulita. Anche se cerchi di convincerti del contrario."

"Fa piacere sapere che tutto si risolve per il meglio, dunque. A presto."

"Vorrei poter dire lo stesso di te, un giorno. Buttati, e a presto."

"Ah, comunque volevo dirti due cose: a) da quando mi riveli ciò che più ti spaventa smetto di divertirmi, ma mi rendo conto che sei meglio di René. Sei più profondo. E b) se ci scrivessi su un racconto? Dico, so scrivere in un italiano decente e mi piace mettere su queste scenette. Magari funziona."

"Ti ringrazio per il punto A. Cosa non si fa per sentirsi migliori di altri, eh? Mentre il punto b è una cazzata. A presto!".

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