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di gattopazzo95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I belong to you (mon coeur s'ouvre a ta voix) ***
Capitolo 2: *** undisclosed desires ***



Capitolo 1
*** I belong to you (mon coeur s'ouvre a ta voix) ***


I belong to you (mon coeur s’ouvre a ta voix) Così Gabbe, Arianne e Roland iniziarono a spiegare le proprie gloriose ali pronti a partire alla ricerca del luogo della caduta, mentre Cam, Molly e Annabelle stavano iniziando ad architettare il modo per incastrare e impedire nei suoi malvagi scopi Satana. Daniel e Luce, invece, da quando si erano ritrovati non riuscivano a staccarsi, avrebbero potuto continuare a baciarsi con quell’ardente bramosia fino alla notte dei tempi. Ad ogni bacio sembrava che le due anime si compattassero sempre più fino a formarne una sola. Unica. Unita. Per sempre. Ma sfortunatamente il tempo scorre e nove giorni sono già troppo pochi per riuscire a trovare il luogo esatto della caduta.  “Gabbe tu sei quella che ricorda in maniera più vivida i dettagli della caduta, che sai dirmi del luogo?” chiese Daniel.  “difficile da stabilire… però… ricordo di aver avuto subito paura di molti grandi busti squadrati dal viso particolarmente grande” “si anche io le ricordo!” aggiunse Arianne. Daniel come al solito, nonostante si sforzasse non riusciva ricordare nulla di quei giorni, mentre Shelby e Miles erano impegnati fino ai piedi per cercare di capire in quale sperduta parte del mondo potesse mai essere il famosissimo luogo. Miles ebbe un sussulto che attirò tutti gli sguardi su di lui. “il monte Rushmore in South Dakota! I quattro volti dei presidenti! Washington, Jefferson, Roosevelt e Lincoln!” urlò eccitato. Purtroppo la sua eccitazione non fu ricambiata dal resto dei presenti e con fare molto arrogante Cam rispose: “piccolo nephilim, la scultura di cui parli fu iniziata nel 1921, e si dà il caso che io ero tra quei 4000 uomini che lavoravano per Gutzon Berglam, mentre la caduta avvenne QUALCHE millennio prima”. “e poi, caro, io ricordo molti visi non quattro, ma almeno quattrocento o ancor più. Per non dire che… ehi ma vi ricordate quello splendido manto d’acqua che abbiamo attraversato? Era immenso e stupendo! La caduta deve essersi per forza svolta su un’isola e abbiamo di certo attraversato l’oceano” disse Gabbe, suscitando in tutti quegli angelici occhi una sorta di scintilla, come se all’improvviso tutti ricordassero tutto. Cosa in parte vera e in parte no. “scusate ma se invece di rimanere qui impalati a cercare di ricordare dove potrebbe o non potrebbe essere il suddetto luogo iniziamo a muovere le chiappe e andiamo a cercarlo cosa ve ne pare?” mugolò Shelby rompendo il silenzio. “poi sono io quello vecchio! Siamo nel 2012 Tim Berners Lee internet lo ha inventato quasi vent’anni fa!” disse Daniel con un sorriso tirato stampato sul volto “e poi di che roba siete fatti? Abbiamo viaggiato attraverso tremila anni o più, non avete bisogno di un po’ di riposo?” e voltandosi verso Luce “e la mia piccola ha una faccia proprio distrutta”. Luce si sentì sciogliere quando quei due grandi fuochi viola la fissarono in modo così intenso. Eppure, da quando Daniel aveva fatto quell’affermazione si sentiva tutto il peso degli anni attraversati per mezzo degli annunziatori sulle ginocchia, e le sembrava che da un momento all’altro sarebbe caduta svenuta. E forse era proprio in procinto di cadere quando le  braccia forti del suo angelo le cinsero i fianchi e lei si sentì rinata all’istante. “dai Luce che ne dici di andare a casa mia in modo che ti rilassi un po’?”. A quella domanda Luce restò praticamente allibita. *Daniel aveva una casa? E da quanto? E dove?* “dai ti prometto che tra quindici minuti sarai distesa su un morbidissimo letto in schiuma di lattice” continuò lui. “Daniel perché non mi hai mai detto di avere un’abitazione vicino casa mia?” Daniel scoppiò a ridere e disse: “oh capirai quant’è vicino casa tua!” e continuando a ridere la prese nella solita posizione di volo e, alla velocità della luce, volarono via da quel luogo pieno di ricordi, con otto paia di occhi che li fissavano un po’ incuriositi, un po’ stupiti e un po’ maliziosi.  

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Capitolo 2
*** undisclosed desires ***


Undisclosed desires Daniel volava tanto velocemente che Luce non riusciva ad aprire gli occhi. Ed era una sensazione orrenda! Sentiva il calore del suo amato che le riscaldava pure l’anima ma anche il freddo gelido del vento. Prima sentiva l’odore della brezza marina, ma subito dopo l’odore pesante della terra. Nel momento in cui, finalmente, arrivarono, Luce temette di avere una paralisi facciale e di essere rimasta senza capelli. Invece andava tutto a meraviglia se non fosse stato per il fatto che… non riusciva a respirare! Ogni volta che cercava di prendere aria si sentiva pugnalare i polmoni. Ma dove diavolo l’aveva portata Daniel? La risposta giunse subito dopo. “benvenuta nella mia umile dimora” disse l’angelica voce alle sue spalle. Quando Luce si voltò non potè fare a meno di urlare per la sorpresa. Davanti a lei si stagliava un edificio costruito in salita e divisa a metà da niente meno che delle nuvole! Quella UMILE dimora era davvero… angelica! “ma… ma Daniel dove mi hai portata?”. “tesoro siamo a circa 2700 metri dal livello del mare e ci troviamo sull’Everest” rispose allora Daniel. *sull’Everest?* era un folle. Anche per questo lo amava così tanto. “Luce stai attenta” Daniel la prese all’improvviso. Era tanto emozionata che si era dimenticata di respirare, quindi stava per cadere. “dai amore ti porto dentro così potrai rilassarti un po’”. Appoggiò le labbra sulle sue e dopo averla presa in braccio la portò dentro quella macro specie di casa. Non appena entrarono il calore avvolse i loro corpi e Daniel la fece salire fino al piano di sopra, attraverso un lungo corridoio, ed entrò nell’ultima stanza. Lo spettacolo era semplicemente struggente. I muri erano ricoperti interamente da un enorme acquario contenente pesci esotici di ogni tipo ed ogni colore. La stanza conteneva poi solo un’altra cosa. Un’altra enorme cosa. Un colossale letto a sei, sette o forse anche otto piazze. Luce non aveva mai visto nulla del genere. “Daniel, ma sei sicuro di non aver mai provato una qualche simpatia per l’ inferno?” “ Luce ma come ti salta in mente un cosa del genere? Perché pensi questo?” “perché se questo lettone non serve ad organizzare orge sataniche in comodità allora a che serve?” sorridendo Daniel la prese, balzò in volo e la scaraventò sul letto gigante. “amore ho progettato questa dimora con il tempo e con la pazienza, non immagini da quanto tempo sogno di portarti qui” disse Daniel con uno splendente sorriso sulle labbra. “e tu hai fatto tutto questo per me?” “ il mio amore per te è tanto grande cara Luce che, giuro, questa casa e tutte le altre cose che ho in serbo per te sono nulla a confronto”. Intanto  Luce stava iniziando a rilassarsi e quel letto era tanto morbido che le doleva pure la schiena. Quando con una smorfia dolorante si toccò le spalle, Danial fu subito sopra di lei e iniziò a massaggiarle la schiena in modo così… passionale. Alzò la maglietta di lei e il contatto delle sue mani così calde e piene di ardore solo per lei le fecero venire i capogiri. Scivolò da sotto di lui e lo baciò come non lo aveva mai baciato prima. Lui ricambiò e preso dalla bruciante passione che lo pervadeva iniziò a sfiorarle le curve e a spogliarla. Luce era talmente presa dal suo angelo da temere di poter andar in fiamme da un momento all’altro. Ma non accadde. Fecero l’amore tutta la notte senza mai riuscire a staccarsi. Se con quei baci perfetti erano riusciti a unire le proprie anime, quella notte avevano unito i loro corpi. E avevano insieme assaporato il paradiso e la delizia derivante  dall’amore carnale. Eppure Daniel sapeva benissimo che c’era qualcosa che non andava, qualcosa che Luce sperava con tutta se stessa che Daniel non avesse notato.    

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