Fragments Of A Broken Glass

di Dearly Beloved
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Awakening ***
Capitolo 2: *** Weak ***
Capitolo 3: *** White Paper. ***



Capitolo 1
*** Awakening ***


Fragments Of a Broken Glass

awakening


Mi chiamo Nana Osaki e per chi non lo sapesse sono dannatamente orgogliosa.
Tanto che mi risulta estremamente difficile dire che se non fosse stato per un ragazzo estroverso e di buona famiglia sarei rimasta del tutto pateticamente sola.
Non perché io sia timida, sia chiaro, il solo pensiero che qualcuno possa considerarmi tale mi fa ridere.
Solo che non m'importa di quello che un estraneo dice o fa, anche adesso, ma allora ero un caso disperato.
Per me le persone erano tutte uguali, tutte piene di pregiudizi. E la prima a giudicare ero io.
In fondo ero e sono una disadattata, una teppista, una di quelle che creano sempre inesorabilmente solo problemi, che alla fine viene allontanata dalle poche persone che ama.
Come quando mia madre mi abbandonò e gli anni a seguire io aspettavo davanti alla porta di casa impazientemente che lei tornasse, per ore e ore, fino ad accorgermi di quanto la mia ostinazione fosse inesorabilmente sbagliata. E inutile. E umiliante.
Ero solo una bambina.
Sono anche quella che poi alla fine soffre, ma solo dentro di sé di modo che agli altri possa sembrare spietata e priva di sentimenti.
Perché se qualcuno provasse pena per me mi sentirei terribilmente umiliata, e il mio orgoglio, purtroppo, vince su tutto.
"Teppista" "Disadattata" "Orfana" "Pecora nera" per poi arrivare ad uno dei più recenti "Prostituta".
A quel tempo, negli anni del liceo, le parole mi arrivavano come un'eco lontana, come qualcosa di estraneo alla mia vita.
Mi calunniavano nel peggiore dei modi senza in realtà sapere nulla. Di me, di mia madre, di mia nonna.
Ma in fondo io, da sola, cosa potevo fare?
Poi, un giorno, qualcosa risvegliò bruscamente la mia anima dall'anestesia, come un vulcano quiescente che esplode senza preavviso, una nebulosa che collassa dopo una supernova.
2a liceo.
Note e accordi nuovi alle mie orecchie.
Musica che viene da un CD preso in prestito dal fino ad allora sconosciuto Nobuo Terashima di una band dal nome vagamente porno.
La cosa che per la prima volta dopo tanto e tanto e tanto tempo ha suscitato in me un'emozione vera.

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SALVE! Mi presento, sono l'autrice!:3
Questa è la prima volta che scrivo su "NANA", sono così emozionata!
Questo primo capitolo non è molto convincente dal mio punto di vista, ma sarei molto felice se ai signori lettori piacesse anche soltanto un po'.
Credo che d'ora in poi alternerò i punti di vista di Nana O. e Nana K. come avviene nel manga.
Anche se sono una principiante e non ho pubblicato quasi niente fino ad ora mi piacerebbe ricevere qualche recensione, sono ansiosa di ricevere consigli che mi aiutino a comprendere i miei errori e a perfezionarmi.
Ve ne sarei infinitamente grata! :'D
Posterò il secondo capitolo al più presto,
Reira L. Serizawa.

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Capitolo 2
*** Weak ***


Fragile.
Tanto fragile.
Debole.
Ieri come oggi.
Solo che oggi pago il prezzo dei danni causati dalla mia debolezza, ieri invece mettevo i presupposti perché questa mia attuale situazione prendesse forma.
Ero tanto debole da avere bisogno sempre di qualcuno che stesse accanto a me.
Un uomo, magari. Un uomo che mi reputasse più importante di qualsiasi altra cosa al mondo.
Forse allora ero così stolta da non rendermene conto, ma oggi, guardando indietro al mio passato, capisco che in fondo non era tanto importante chi fosse, mi sarebbe bastato chiunque, bastava che per me fungesse da appiglio.
Solido o fragile poco importava. Fisso o temporaneo, sul momento non m’importava davvero.
Nonostante ciò mi ostinavo a credere che quello costituisse il vero amore.
L’amore che tanto bramavo, senza limiti né condizioni, ma che tuttavia non riuscivo ad avere.
La cosa più dolorosa di tutte, era però vedere come i miei castelli in aria crollassero dopo breve tempo.
Quando il lui di turno mi lasciava mi rendevo amaramente conto che quell’amore che reputavo così vero non era altro che mera menzogna nata e morta nella mia testa.
Eppure la volta dopo sbagliavo di nuovo, e di nuovo ancora.
Mentivo agli altri e a me stessa e sebbene poi questo mi facesse male continuavo a farlo.
Sono passati tanti anni e non sono cresciuta affatto. Ora che passo tanto tempo a riflettere però mi rendo conto di tante cose e realizzo di aver fatto tanti banali errori, dovuti alla mia immaturità, al mio voler tutto e non essere capace di riprendermi ciò che mi veniva tolto, quelli per i quali adesso sono qui e ho perso l’unica persona, l’unico mio vero appiglio, che desideravo restasse al mio fianco per sempre.
Solo in questo sono certa di dire la verità.
Io sono una bugiarda, e l’amore era la mia bugia preferita.
Ma ora so che anche se non mento, sono capace di tenere davvero ad una persona.
Non ad un amante, ad un compagno di letto, no.
A Nana.

Eccomi con il secondo capitolo!
Come si può ben capire dal testo, qui la voce narrante è quella della Komatsu.
Ho cercato di interpretare al meglio questo personaggio, ci tengo molto a conoscere il vostro parere al riguardo.
Ora scappo, mi fareste felice con qualche recensione TwT

Reira L. Serizawa

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Capitolo 3
*** White Paper. ***


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White paper.

 

 

Ti guardi intorno.
Quanto tempo è trascorso ormai? Non hai voglia di pensarci, ma le domande che non ti vuoi porre s’insinuano prepotenti nella tua testa.
Cos’avevi prima di scappare da casa? Prima di intraprendere quella che tempo fa non ti sembrava altro che una missione suicida, e che, in fondo, si è rivelata esserlo?
Niente.
Quindi non ti tocca più di tanto, se neppure adesso hai qualcosa. Che cambia? Almeno ti sei reso utile per il poco che è servito, no?
E adesso il viaggio è finito, e da adolescente squattrinato ti sei fatto uomo, ti sei affezionato alle persone, e loro poi se ne sono andate. Cosa cambia? Anche prima di fuggire –avevi solo quindici anni- non avevi nessuno e, francamente, la cosa non ti aveva mai toccato.
Molto in fondo al tuo cuore, però, resta l’amarezza di essere stato illuso di avere qualcosa che non era lecito ti appartenesse. Il tuo posticino tranquillo nell’appartamento 707, le giocate a Mah-jong, una donna bellissima e triste con un posto vuoto giusto accanto, che sembrava fatto apposta perché tu lo riempissi, una madre che ti aveva scelto perché voleva che tu fossi suo figlio, a differenza di quella biologica. Non te le meritavi mica, tutte ‘ste cose, puoi forse negarlo?
Ti sei prostituito, e come se non bastasse hai raccolto “l’erba del giardino che Dio maledisse”, come avrebbe probabilmente detto la nonna di Nana. Hai nascosto le tue origini alle persone che delle loro esistenze non ti avevano taciuto nulla, e la prima cosa che hai fatto quando li hai conosciuti, è stato dichiarare di avere un’età che non avevi.
Il tuo mito adesso è granelli di cenere dispersi chissà dove, non devi più fare a gara per dimostrare di essere più bravo di nessuno.
L’avevi promesso a Nana, ricordi? Saresti diventato più bravo di lui. Mantenere questa promessa in modo così miserabile ti ripugna.
Ti sei forse meritato anche solo un attimo di quella felicità fugace che la vita ti ha donato con tanta magnanimità pari alla ferocia con la quale te l’ha strappata via dalle mani?
La bambina dalle codine more ti sorride e ti porge una margherita.
“Grazie Satsuki, è stato un pensiero davvero gentile” le sorridi di rimando.
Tu hai ventidue anni, ormai. Quella bambina, sei.
Eppure, la guardi e vedi nei suoi occhi la stessa gioia di vivere che vedevi nei tuoi, sei o sette anni fa, quando tutto andava bene, e tu ti apprestavi a realizzare il tuo sogno.
Come aveva detto Hachiko?
Davanti a te, solo un foglio bianco.
Sono passati sei anni, e tu non hai ancora trovato il modo di riempirlo.

 





Buongiorno/sera/notte.
Caspita, da quanto non aggiornavo.
Per un attimo mi era venuta voglia di lasciarla incompiuta. Anzi, ci pensavo da mesi.
Il capitolo, uhm, devo dire la verità, non mi piace e non mi dispiace. Nel senso che io Shin lo amo da morire (??) e quindi -sebbene siano le 4.33 del mattino mentre scrivo- mi è piaciuto scrivere su di lui. Mi ha dato più soddisfazione dei due capitoli precedenti, in un certo senso, non tanto perché ho migliorato il mio modo di scrivere, perché purtroppo non è vero. Quanto al contenuto, lascio a voi la parola, io non so giudicare con obbiettività un capitolo introspettivo su Shin, e per capirlo sarebbe bene aver visto lo Shin che s’incontra con Hachi, Miu, Yasu, Nobu e la piccola Satsuki sei anni dopo la morte di Ren, quello Shin cresciuto –ma non così tanto…- che vediamo solo (purtroppo) nei salti temporali all’interno del manga. Ho pensato a lui mentre scrivevo, ma forse ho fatto per l’ennesima volta un grosso buco nell’acqua.

So già che non commenterete *pianto amaro*, ma faccio finta di non saperlo e ve lo chiedo comunque: commentate. Positivamente o negativamente, basta che esprimiate il vostro parere, io continuo a sperarci.



Dearly B.

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