30 short, random stories

di niki_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Di alcool e di chitarre elettriche ***
Capitolo 2: *** Di macchinette per il caffè e di acquomani ***
Capitolo 3: *** Di compagni affidabili e di versioni passate ***
Capitolo 4: *** Di fotocopie e di proposte imbarazzanti ***
Capitolo 5: *** Di feste e di istinti omicidi ***
Capitolo 6: *** Di modi per fregarsi da soli e di pappagalli ***
Capitolo 7: *** Di fermacarte a forma di panda e di perizomi ***
Capitolo 8: *** Di morti e di cucina ***
Capitolo 9: *** Di errori e di identità sessuali ***
Capitolo 10: *** Di ciondoli e di pentimenti ***
Capitolo 11: *** Di gemelli e di masochisti ***
Capitolo 12: *** Di grandi ammodernamenti e di piccanti ricatti ***
Capitolo 13: *** Di premi e di celebrità ***
Capitolo 14: *** Di punizioni e di distruzioni ***
Capitolo 15: *** Di macchine del tempo e di salvataggi planetari ***



Capitolo 1
*** Di alcool e di chitarre elettriche ***


30 short, random stories - 1. Di alcool e di chitarre elettriche
Ragazzuoli, mi sono innamorata!
Mi sono innamorata della fantastica ed incredibile challenge Chi, con chi, che cosa facevano (il link eccovelo qua:
http://freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?c=4642&f=4642&idd=10072644) e così mi sono detta perché no?
Ora, rincomincio con le scuse per quelle poche e benedette persone che stanno aspettando Da una cosa molto stupida può nascere qualcosa di nuovo?: beh, dicamo che dovrete aspettare un pochino tanto, ecco. Ispirazione è molto concentrata su questa challenge... Mi dispiace e mi farò perdonare, lo giuro!
Attenzione! Il rating varia ad ogni storia, ma non arriverà mai al rosso (almeno spero). Comunque sia ve lo segnalerò volta per volta: lettore avvisato, mezzo salvato.
Tanto amore per tutti e uscite a giocare a palle di neve, finché si può!

Rating - Verde (Anche se Sora e Roxas sono sbocacciati non penso che abbia bisogno del rating giallo. Ovviamente correggetemi se sbaglio)
Personaggi - Roxas, Sora, Vanitas
Avvertimenti - AU, Flashfic
Pairings - ///

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono proprietà di Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse Vanitas non si sarebbe mai fatto sconfiggere da Ventus e avrebbe dominato il mondo.

Di alcool e di chitarre elettriche
(#1 - Roxas e Sora sono ubriachi e Vanitas ne approfitta)
Vanitas adora i suoi cugini: Roxas e Sora sono così piccoli ed ingenui che anche un bambino riuscirebbe a fregarli.
Tuttavia anche loro, dopo innumerevoli volte in cui si erano cacciati in situazioni spinose per via del loro sadico parente dagli occhi ambrati, avevano iniziato a diffidare di lui.
L'alcool scioglie tutti i freni inibitori, però. Così Vanitas, dopo averli accompagnati - sarebbe più giusto dire "trascinati di peso" - a casa degli zii (vuota per via di un improvviso viaggio di lavoro) i suoi due adorati cuginetti ormai completamente sbronzi dopo una serata al pub per il diciottesimo compleanno di Riku, li adagia amorevolmente sul divano del grosso salotto e si siede sulla poltrona di fronte in attesa degli sviluppi che ha già pianificato in ogni microscopico dettaglio.
"Grazie, Vanitas", biascica Sora mentre Roxas russa beatamente al suo fianco con la bocca aperta.
"Di niente", replica impassibile il moro con un sorriso tranquillo all'apparenza, ma con una punta di sadismo.
"Come mai tu non stai come noi?", il castano ha gli occhi socchiusi e lucidi.
"Perché l'alcool lo reggo molto meglio di voi donnicciole", sorride sprezzante.
"Vanitas... Vaffanculo!".
"Non si dicono parolacce, cugino", Vanitas fa "no" con l'indice lentamente "Dovresti ringraziarmi per averti portato a casa prima che andassi in coma etilico".
"Grazie, Vanitas, ma non ci casco", Sora imita il gesto "Non sono così fesso".
"E allora io dirò ai miei amati zietti che i loro amatissimi e diligentissimi figli diventano degli ubriaconi appena voltano le spalle", gli mostra una macchina fotografica "Non sarà piacevole. Per voi, almeno".
"Che cugino di merda... Cosa vuoi?", si arrende.
"Un regalo di compleanno anticipato: so che voi due avete messo da parte mille euro, perciò mi chiedevo se potreste affidarmeli per comprare il mio regaluccio...".
"E tu non dirai niente a mamma e a papà?".
"Avete la mia parola di onore", si porta la mano sul cuore con aria solenne.
"Ehi, Ro'", Sora scuote il fratello per una spalla "Il bastardo c'ha fregato. Vuole...".
"Dagli quello che gli pare, ma lasciami dormire", mormora Roxas con una voce da Oltretomba.
"Grazie, cuginetti adorati!".

"Dovremmo denunciarti per estorsione", Roxas osserva accigliato la nuova chitarra elettrica del cugino.
"Non è estorsione, è un regalo di compleanno anticipato", sorride Vanitas continuando ad accordarla.
"Vanitas... Vaffanculo".
Per la cronaca: dentro la macchina fotografica non c'era nessuna foto compromettente.

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Capitolo 2
*** Di macchinette per il caffè e di acquomani ***


30 short, random stories - 2. Di macchinette per il caffè e di acquomani
Mi ero dimenticata di postarvi la lista dei personaggi! Eccovela qui:
1. Roxas
2. Axel
3. Riku
4. Aqua
5. Vanitas
6. Ventus
7. Sora
8. Demyx
9. Xemnas
10. Naminé


Allora, il secondo punto prevede una Riku/Demyx... Questo è crack puro. Cavolo, ci sarà da divertirsi!
Per mia fortuna si prevede un intervento esterno (di cose o di persone) che cercherà di ostacolare l'appuntamento fra quei due perciò sono saltata in piedi urlando (sì, urlando ma per fortuna ero da sola in casa) "Sora!".
Ringrazio ka93 che ha recensito la bastardata di Vantias (tanto amore per Vanitas) e quelli che recensiranno questa. 
Alla prossima!

Rating - Verde
Personaggi - Demyx, Riku, Sora
Avvertimenti - AU, Flashfic, Shonen-ai
Pairings - Akuroku (accenni), Riku/Demyx, SoRi (vaghissimi accenni che probabilmente coglierò solo io. E poi è solo Sora che è cotto)

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse l'Organizzazione XIII sarebbe ancora viva e vegeta. Sono ancora in lutto per loro...

Di macchinette per il caffè e di acquomani
(#2 - Riku vuole chiedere un appuntamento a Demyx, ma qualcosa o qualcuno gli metterà i bastoni fra le ruote)
Al cambio dell'ora esiste un rituale ben preciso: il caffè alla macchinetta della scuola.
Riku e Sora sono in coda per prendere il secondo della giornata in vista della solita, soporifera lezione di matematica.
"E Roxas mi ha detto 'Quel cretino di Axel ha dato fuoco alla collezione di bambole di sua sorella e...'", parla Sora e continuerebbe se un certo biondino dai capelli a spazzola non si appoggiasse di peso alla sua spalla scompigliandogli i capelli "Sì, sì, Sora, sappiamo tutti che Axel è un piromane e Roxas ne è innamorato perso", e poi sorride a Riku "E tu, Nichibotsu*, che racconti?".
"Niente, perché Sora non mi fa mai parlare", sorride di rimando mostrando i denti bianchi come la neve.
A me non ha mai sorriso così, pensa il castano irrigidendosi di colpo.
"Ehi, spazzolone!", il suddetto piromane si sbraccia dall'altra parte del corridoio e Demyx sbuffa spazientito. "Uff, devo andare a sentire cosa vuole... Mi aspettate qui?", ma si capisce benissimo che la domanda è rivolta solo a Riku.
Annuiscono e il biondino si avvia a grandi passi verso Axel. Riku lo guarda per due secondi e poi si volta verso Sora che sta inserendo i soldi nella macchinetta. "Voglio chiedergli di uscire".
"Maledetta, perché non mi accetti i 50 cente... Aspetta, cosa?", il castano rimane a bocca aperta e Riku gliela richiude facendo pressione sul mento "Hai sentito benissimo: voglio chiedere di uscire a Demyx Mizu**".
"M-Ma, Riku! Demyx è...", cerca di controbattere rosso come un peperone, ma si interrompe a metà non sapendo come continuare.
"Demyx è?", ripete Riku come ad incoraggiarlo.
"Demyx è un acquomane!", spara la prima cosa che gli passa per la testa.
Mentre Riku sbatte le ciglia sorpreso, Sora si concentra nuovamente sulla macchinetta riuscendo finalmente a far accettare i 50 centesimi. "Illuminami, Sora: che vuol dire 'acquomane'?", domanda infine.
L'altro si prende un secondo per rispondere mentre imposta lo zucchero. "Come il piromane, ma con l'acqua", preme sul tasto del cappuccino "Al posto di dare fuoco alle foreste, allaga le cantine".
E prima che Riku potesse controbattere - o più probabilmente scoppiare a ridere per l'idiozia appena detta - prende il suo caffè e fila in classe.

Riku e Demyx sono usciti insieme, alla fin fine. Sora li ha pedinati e Riku si è tenuto ben lontano dalle cantine.

*Nichibotsu: tramonto, in giapponese
** Mizu: acqua, in giapponese

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Capitolo 3
*** Di compagni affidabili e di versioni passate ***


30 short, random stories - 3. Di compagni affidabili e di versioni passate
Ed eccoci all'ultimo aggiornamento, almeno per oggi.
Allora, vediamo cosa vogliono da me... Uuuh, Naminé! *risata malvagia* It's time for revenge!
No, davvero, Xehanort-BBS, Kairi e Naminé non li posso vedere. Xehanort almeno è un cattivo per essere cattivo mentre Kairi è un melone - è offensivo per i meloni essere confrontati a lei - e Naminé l'ho odiata in CoM. Degno Nessuno di degno Somebody. (?)
Lasciamo perdere il mio disgusto verso quelle due palle al piede (anche se Naminé è stata utile in KH2 a liberare l'altra... Fortuna, fosse stato per me l'avrei lasciata marcire in quella prigione dove - giustamente - Saix l'aveva gettata) e passiamo ai ringraziamenti ufficiali!
Thanksgivings - Un ringraziamento va a tutti coloro che leggono questa raccolta e a coloro che la recensiscono
. Una speciale menzione d'onore va a ka93, Lizzie Sora e Raven Cullen per averla messa fra le seguite e a Ciel_Chan fra le preferite.
Tanto amore per tutti!


Rating - Verde
Personaggi - Naminé, Xemnas
Avvertimenti - AU, Drabble
Pairings - ///

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse non avrei mai fatto morire la Riku Replica. Un minuto di silenzio anche per lei, poverina...

Di compagni
affidabili e di versioni passate
(#3 - Naminé ha una malattia imbarazzante. Xemnas la aiuterà o se ne approfitterà?)
Naminé si guarda allo specchio storcendo la bocca: sono ormai cinque giorni che quella maledettissima malattia le deturpa il viso, suo punto di forza. 
"Naminé c'è Xemnas, lo faccio entrare?", sua madre bussa alla porta. 
Lei sbuffa e si infila la vestaglia. "Ok", acconsente e Xemnas non si fa attendere. 
"Ti ho portato i com... Oh, santo cielo, Naminé!", quasi si lascia cadere i libri che tiene sottobraccio. 
"Sì, lo so, sono orribile!", si volta lei "Per favore, non dire come sono ridotta!". 
Xemnas spinge all'indietro gli occhiali dalla montatura sottile. "Non lo dirò a nessuno... In cambio delle versioni in classe da qui fino alla maturità...". 
"Andata!".

[110 parole]

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Capitolo 4
*** Di fotocopie e di proposte imbarazzanti ***


30 short, random stories - 4. Di fotocopie e di proposte imbarazzanti
Buongiorno a tutti e ben tornati con 30 short, random stories! *applausi registrati*
In questa storia ci occuperemo di Axel e Ventus alle prese con il primo giorno di lavoro.
Amate e coccolate Ventus, ne avrà bisogno il piccolino.

Non voglio annoiarvi ancora, perciò vi lascio a Di fotocopie e di proposte imbarazzanti.
Tanto affetto per tutti!


Rating - Giallo (parolacce + allusioni neanche tanto velate = giallo pieno. Ovviamente corregetemi se sbaglio)
Personaggi - Axel, Vanitas, Ventus
Avvertimenti - AU, One-Shot, Shonen-ai
Pairings - Ventus/Vanitas 

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse mi sarei assicurata che Xehanort versione pelata non sembrasse il gemello separato dalla nascita di Ruggeri.

Di fotocopie e di proposte imbarazzanti
(#4 - Primo giorno di lavoro per Ventus e Axel. Si vedranno le mutande di Ventus)
Ventus e Axel si conoscono più o meno dalla culla, tutto grazie al gemello del primo, Roxas, che altri non è che il migliore amico del secondo.
E, a quanto pare, sono destinati anche a lavorare insieme per un bel po': il primo giorno di lavoro in una fra le più importanti case editrici di tutto il paese, si ritrovano a dover dividere una scrivania da segretario del vice-direttore generale.
Una ragazza bionda, dalla capigliatura e dal nome assurdo, li accompagna per i vari uffici mostrando loro ogni angolo dell'edificio.
"Tutto chiaro?", domanda alla fine del tour fulminandoli con gli occhi verdi.
"Chiarissimo, Larcene", Axel sorride perfettamente a suo agio.
"Il mio nome è Larxene, ma per voi nuovi arrivati sono la signorina Denki*", neanche aspetta un cenno affermativo che si gira sui tacchi alti ed esce dalla stanza.
"Bel tipettino, nè?", fischia il rosso sedendosi alla sua scrivania e facendo un giro completo sulla sedia girevole.
"Non siamo qui per rimorchiare, Axel", Ventus, più serio, inizia a mettere sulla sua le foto di famiglia.
"Sei uguale a tuo fratello: levate il divertimento a tutto!", si lamenta reclinando la testa all'indietro.
"Siamo gemelli omozigoti, nessuno te l'ha mai fatto notare?".
"Non credevo che i gemelli omozigoti fossero identici anche per carattere", borbotta.
"Credete di essere al bar?", un ragazzo moro in un elegante completo nero si appoggia allo stipite della porta.
"Finché il capo non arriva, sì", Axel, con tutta la tranquillità del mondo ed ignorando i sossurri agitati di Ven, appoggia i piedi sulla scrivania "I capi sono sempre in ritardo", sorride.
"Voi dovete essere Axel Kasai** e Ventus Nikko***", stringe le mani ad entrambi "Piacere, io sono Vanitas Yami****, vice-direttore generale", e sorride vedendo sparire quello di Axel per poi essere sostituito da un'espressione sorpresa, poi spaventata e poi seria e composta mentre toglie immediatamente i piedi dalla scrivania, si schiarisce la voce e dice, professionale: "Il piacere è tutto nostro, signor Yami. E' davvero un onore lavorare in questa prestigiosa casa editrice".
"Infatti è un onore", il sorriso diventa leggermente sadico "Vedete di meritarlo".
"Assolutamente, io ed Axel ne siamo ben consapevoli", Ventus, che non vuole i rimproveri del suo gemello per aver lasciato morire il proprio migliore amico, prova a distogliere il capo da quel mentecatto.
Vanitas si volta appena e gli sorride. "Be', è il vostro primo giorno. Allora", si picchietta il mento con l'indice, pensieroso "Signor Kusai... Mi vada a fare le fotocopie!".
"Le fotocopie di cosa, mi scusi?", Axel scatta in piedi al comando.
"Oh, Larxene ve lo mostrerà", Ventus non può non notare la punta velenosa del sorriso del suo capo.
"E io, signor Yami?", domanda il biondino inclinando leggermente la testa.
"Avrai il tuo da fare, fidati", fa un cenno con la mano come a salutare ed entra nella stanza accanto chiudendo forte la porta.
"Cazzo!", impreca sottovoce Axel scuotendo la testa e avviandosi fuori dall'ufficio in cerca di Larxene.

Sono due ore che Ventus non fa altro che smistare posta e rispondere a chiamate per il suo capo.
"Ventus?", Ven sussulta riconoscendo la voce dall'autoparlante sulla sua scrivania.
"Mi dica, signor Yami".
"Mi andresti a prendere un caffè? Espresso senza zucchero".
"Certo, signor Yami, faccio subito".
"Già che sei per la strada rintraccia il signor Kusai. Dovrebbe già aver finito da un pezzo".
"Sì, signor Yami", si alza e va alla macchinetta del caffè.
Presa l'ordinazione, raggiunge la sala fotocopie. "Ehi, Axel, si può sapere cosa stai combi...", apre la porta e si pietrifica davanti alla scena che si trova davanti: il rosso sta sbattendo i pugni disperatamente contro la fotocopiatrice che sputa - "sputare" è il verbo adatto - fogli su fogli come una mitraglietta impazzita.
"Axel, che cazzo sta succedendo?", per poco Ventus rischia di far cadere il caffè per terra.
Gli occhi smeraldo di Axel si ravvivano notando l'altro. "Ventus, sei l'unico che può salvarmi", si prostra ai suoi piedi.
"Ma qui serve la signorina Denki o un esorcista", cerca di uscire, ma il rosso riesce ad afferrare un po' di stoffa dei suoi pantaloni neri attillatissimi. "No, mi licenzieranno in tronco!", lo supplica facendo gli occhioni dolci.
"Quelli funzionano con Roxas e non con me", lo guarda gelido "E poi se ti copro licenziano anche me", e apre la porta, ma Axel tira all'indietro i pantaloni.
STRAPPP!

Per capire come mai i pantaloni di Ventus ora si trovino in mano ad Axel che li ha semplicemente tirati leggermente all'indietro bisogna fare un paio di passi indietro.
Prima di riuscire a trovare questo lavoro stabile e che gli dà uno stipendio decente per finanziare i suoi studi universitari, Ventus ha fatto di tutto: dal facchino allo spogliarellista, quest'ultimo che è durato solo due settimane. Tuttavia gli sono avanzati un paio di pantaloni, di quelli che se li tiri appena ti lasciano in mutande.
Ecco, siccome quella mattina era un po' di fretta ha infilato il primo paio nero che ha trovato davanti e il caso ha voluto che fossero quelli da spogliarellista.
Così ora Ventus si trova in mutande - mutande con su disegnati due adorabili panda - davanti alla porta aperta dalla quale spunta, nientepopòdimeno, che il suo capo, venuto a cercarli poiché allarmato dai ritardi dei suoi segretari.
"Ooops!", osa dire Axel ridacchiando nervosamente mentre un foglio gli si posa sulla testa.

L'indomani Ventus sta battendo a macchina la lista degli impegni del signor Yami ignorando le occhiate che gli lancia Axel mentre risponde alle chiamate.
"Ventus, c'è una lettera per te", Larxene non bussa alla porta e consegna la busta sulla scrivania del biondo.
"Come mai non è con le altre?", Ventus si leva gli occhiali e la gira in cerca del mittente.
"Mi è stato chiesto di portarla direttamente a te", sorride divertita e si incammina fuori alzando una mano come saluto.
Lui la guarda uscire, si stringe nelle spalle e la apre sorseggiando un po' del suo cappuccino. Salvo poi sputarlo tutto, macchiando irrimediabilmente la moquette chiara dell'ufficio, leggendo la firma e soprattutto il contenuto della lettera.

Per capire che cosa lo avesse spaventato così tanto, senza sforare nel rating rosso, si può riportare la formula di saluto e la firma:
la prossima volta sarò io a strapparteli i pantaloni, ma non mi fermerò solo a quelli.
Vanitas



*Denki: elettricità, in giapponese.
**Kusai: fuoco, in giapponese.
***Nikko: luce del giorno, in giapponese.
****Yami: oscurità, in giapponese

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Capitolo 5
*** Di feste e di istinti omicidi ***


30 short, random stories - 5. Di calamità e di vigili del fuoco
Carissimi, sono tanto felice! La scuola terrà chiusi i battenti fino a mercoledì! *stappa spumante*
Ma ora passiamo a questa nuova flashfic, ultima per oggi.
4 e 1 hanno una cotta per la stessa persona oppure una torta da finire...
Aqua e Roxas si incontrano poco come gusti, fossero stati Aqua e Ventus avrei saputo tirar fuori una Aqua/Vanitas (che è la mia fissa, ultimamente) o una Vanitas/Ventus (che sono carini anche loro, dai), ma una Vantias/Roxas sarebbe un po' crack. E mi è bastato il Riku/Demyx, per il momento.
Quindi che torta sia!
Già che siamo in tema di dolci, ringrazio i pasticcini che continuano a leggere e a recensire questa raccolta. Mi rendete tanto felice!

Rating - Verde
Personaggi - Aqua, Roxas
Avvertimenti - AU, Flashfic
Pairings - ///

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse Marluxia sarebbe stato meno ambiguo sessualmente. Per favore, ditemi che non sono l'unica ad esserci rimasta male quando ho scoperto che Marly è un maschio.

Di feste e di istinti omicidi
(#5 - Aqua e Roxas hanno una torta da finire)
Aqua guarda male la torta che troneggia sul tavolo imbandito della festa di compleanno di Axel.
Roxas, seduto di fronte a lei, finisce di masticare lentamente l'abnorme pezzo di dolce che ha in bocca e lo inghiotte.
"Dio mio!", storce il naso il biondo "Axel, ma questa torta è fatta con i calzini sporchi?".
"Nah, sarebbe scontato", fa 'no' con l'indice mentre la ragazza si porta alla bocca un altro boccone.
Ventus ridacchia divertito e dà una gomitata a Vanitas che sorride sprezzante. "Ringraziate Vanitas per questa magnifica torta", applaude il rosso mentre l'ideatore fa un leggero inchino ai contendenti che lo fulminano con lo sguardo "Grazie, troppo buoni", ridacchia "Ehi, Ro', hai un pezzo di torta qui", e si indica l'angolo destro delle labbra "Sai che per vincere non devi lasciare neanche una briciola, vero?".
"Dai, Aqua, dobbiamo vincere questa sfida!", Kairi si aggrappa allo schienale della sedia e si china al suo orecchio "Tappati il naso, non sentirai il sapore", le sussurra.
"Forza, Ro', non ti farai battere da una femmina!", Sora si batte una mano sulla fronte vedendo l'azzurra accelerare il ritmo.
"Mm... profa a manciavla tu quefta fchifeffa", rabbrividisce il povero biondino masticando un altro enorme pezzo di torta.
"Eeee... Stop!", Axel indica Aqua che si tiene una mano sulla pancia e l'altra sulla bocca "Le ragazze vincono la schifosfida e condannano i ragazzi - tranne me e Vanitas che siamo gli organizzatori dei giochi - a mangiare quella che avanza", addita la torta, integra tranne per le due fette che hanno dovuto mangiare i due contendenti "Ovviamente Roxas è esonerato: siamo cattivi, ma non perfidi", gli strizza l'occhio.
"Grafie".

I compleanni di Axel sono famosi per gli assurdi giochi proposti: uno di questi è, per l'appunto, la gara di chi mangia più schifezze in un tempo prestabilito. I perdenti sono costretti a mangiare tutto ciò che avanza, ma solo dopo aver sentito l'orrendo elenco degli ingredienti che compongono quella roba.
Axel non sa, però, che facendo così non fa altro che aumentare l'istinto omicida dei suoi disgraziati invitati nei suoi confronti.

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Capitolo 6
*** Di modi per fregarsi da soli e di pappagalli ***


30 short, random stories - 6. Di modi per fregarsi da soli e di pappagalli
Buon salve a tutti!
Eccomi tornata con l'aggiornamento giornaliero di 30 short, random stories. A questo proposito volevo dirvi che saranno meno frequenti causa scuola e compiti che ancora devo fare. Che tristezza!
Già che siamo in tema di scuola, questa One-Shot si svolge proprio fra i banchi che noi studenti amiamo/odiamo.
Devo dire che sono stata fortunata come abbinamento: Sora e Riku. E si cacciano nei guai! Oh, se questa non mi viene bene direi che posso ritirarmi dalla challenge! *si scrocchia le dita delle mani*
Ma lasciate perdere le mie solite chiacchiere no-sense! Vi lascio a Di modi per fregarsi da soli e di pappagalli. Buona lettura!

Rating - Giallo (gli insulti alla povera professoressa di matematica - che ricorda tanto la mia - + parolacce varie ed eventuali di Sora e Riku mi hanno portata ad un rating un po' più alto)
Personaggi - Riku, Sora
Avvertimenti - AU, Het, One-Shot, OOC
Pairings - RiKai (accenni. Mel mi ha plagiata, ormai...)

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse Riku avrebbe mantenuto il taglio di capelli del primo gioco. Era così carino!

Di modi per fregarsi da soli e di pappagalli
(#6 - Sora e Riku finiscono nei guai. Ci deve essere un piede di porco o un pappagallo o un cane imbalsamato)
E' stata una giornata normalissima, fino a quel momento, noiosa e prevedibile come ogni altro martedì: alla prima ora la professoressa d'arte ha insistito sull'importanza della differenza fra un tempio perittero e uno dittero, alla seconda la madrelingua ha fatto cantar loro delle tipiche canzoni inglesi e alla terza e alla quarta il professore di latino lo ha interrogato sulle Bucoliche di Virgilio.
Sora sbadiglia rumorosamente, steso sopra il banco, in attesa dell'ultimo supplizio - l'ora di matematica - prima della libertà. "Ehi, Riku", mormora ad occhi chiusi e la guancia attaccata alla fredda superficie in formica "Mi andresti a prendere un caffè, per cortesia?".
"Alza il culetto e vattelo a prendere", replica lui nascondendo nell'astuccio il cellulare per poter mandare i messaggini a Kairi indisturbato.
"Che migliore amico del cavolo", boffonchia e alza la testa sentendo il coro scoordinato di "Buongiorno!" all'entrata della professoressa.
"Buongiorno... Cra!", ripete un pappagallo dal piumaggio multicolore dentro una gabbietta.
"Ragazzi spero che non vi dispiaccia se ho portato Cocò con me", cinguetta l'insegnante, appoggiando la borsa e la gabbia sulla cattedra, e si leva il giubbotto verde acido "Odia stare da sola a casa e oggi mio figlio non poteva guardarmela...".
Sora guarda Riku alzando un sopracciglio. "Non distraetevi troppo, però! Oggi facciamo i radicali", e il castano sbatte violentemente la testa sul banco sapendo di che morte deve morire.
A metà lezione si sente bussare alla porta. "Professoressa, la preside vuole parlarle un secondo", la bidella fa capolino.
"Magari la licenziassero...", sussurra Sora ad un Riku troppo preso a rispondere ad una sdolcinata poesia d'amore inviatagli da Kairi "Ma che ci parlo a fare con te...", scuote lentamente la testa osservando la professoressa uscire.
"Zitto, mi è venuta un'idea!", Riku si alza in piedi e picchietta con due dita la nuca di Sora "Tidus, ci serve un palo".
"Subito", ridacchia già quello e trotterella alla porta rimasta aperta.
"Che vuoi fare, Riku?", domanda Sora.
"Facile", si scrocchia le dita della mano "Guarda e impara".
"Maria Luisa è una palla: se andasse in un campo da calcio verrebbe scambiata per un pallone", dice, serissimo, usando il nome proprio della professoressa.
"Maria Luisa è una palla: se andasse in un campo da calcio verrebbe scambiata per un pallone... Cra!", ripete Cocò.
Sora ridacchia, ma decide di non stare solo ad osservare. "Senza contare che si veste come un barbone"
"Maria Luisa è una palla: se andasse in un campo da calcio verrebbe scambiata per un pallone.
Senza contare che si veste come un barbone... Cra!"
"E non sa neanche spiegare!", continua Riku.
"Cra! Maria Luisa è una palla: se andasse in un campo da calcio verrebbe scambiata per un pallone.
Senza contare che si veste come un barbone.
E non sa neanche spiegare".
"Hai proprio ragione Riku!", annuisce Sora.
"Maria Luisa è una palla: se andasse in un campo da calcio verrebbe scambiata per un pallone.
Senza contare che si veste come un barbone.
E non sa neanche spiegare... Cra!
Hai proprio ragione Riku... Cra!"
"Sora, cazzo mi chiami? Questa ripete tutto!".
"Maria Luisa è una palla: se andasse in un campo da calcio verrebbe scambiata per un pallone.
Senza contare che si veste come un barbone.
E non sa neanche spiegare.
Hai proprio ragione Riku... Cra!
Sora, cazzo mi chiami? Questa ripete tutto! Cra!"
"Ops, siamo nella merda... Bisogna che l'accoppiamo!".
"L'uccello o la prof?", si dispera Sora ma il colpo di tosse di Tidus, segnale per l'arrivo dei professori, non gli permette neanche di aprire la gabbietta per far volar via il pappagallo.
"Siamo fottuti. Questa volta sul serio...", tornati a posto, Riku tira un po' il colletto della camicia quasi stesse per soffocare.
"Naminé", Sora, pallido come un morto, picchietta la spalla della bionda finché non si gira "Tu mi fai da testimone: tutti i miei beni vanno a mio fratello Roxas, ma la PSP la lascio a quel bastardo di Vanitas".
"Maria Luisa è una palla: se andasse in un campo da calcio verrebbe scambiata per un pallone. Cra!", pronuncia Cocò lasciando basita la professoressa.
"Addio mondo crudele! Lo sapevo che dovevo fare il Classico!", il castano si fa il segno della croce mentre il pappagallo continua imperterrito: "Senza contare che si veste come un barbone".
In classe non vola neanche una mosca e la professoressa è di un viola tendente al melanzana.
"Sora, siccome stiamo per morire posso anche dirtelo. Ho rotto io la tua bicicletta".
"Cosa? E io avevo dato la colpa ingiustamente a Vanitas! Una volta tanto era innocente!".
"E non sa neanche spiegare. Cra!".
"Ehm, visto che siamo in tema di confessioni... Ti ricordi Mister Coniglietto, Riku? Beh, in realtà non è fuggito, ma mentre ci giocavo... Diciamo che mi ci sono... Seduto sopra...".
"Tu cosa?!"
"Hai proprio ragione, Riku!
Sora, cazzo mi chiami? Questa ripete tutto! Cra!".
"Nichibotsu, Yoake*, subito in presidenza!", esplode la professoressa indicando la porta.

La punizione di Riku Nichibotsu e Sora Yoake è passata alla storia del Liceo Scientifico Giuseppe Garibaldi come la più severa in 100 anni dalla fondazione e i due, finiti di scontarla, hanno dovuto cambiare scuola per evitare le ripercussioni di quello scherzo.
Da allora odiano ogni tipo di uccello.

*Yoake - alba, in giapponese

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Capitolo 7
*** Di fermacarte a forma di panda e di perizomi ***


30 short, random stories - 7. Di orrendi fermacarte e di perizomi
Salve salvino!
Sono le due passate e io sono ancora in pigiama. Non ho voglia di vestirmi, proprio no, fuori continua a tirare un vento da Siberia e le scuole saranno chiuse fino a venerdì. E io ho soooonno e fra un po' devo uscire. E perché mi sto lamentando qui?
Ok, mi riprendo. Buongiorno a tutti!
Questa One-Shot è il continuo di Di fotocopie e di proposte imbarazzanti e se avete un buon psicologo per Ventus siete pregati di contattarmi. Coccolatelo, ne ha davvero bisogno!
Amore e cioccolata calda per tutti!

Rating - Verde
Personaggi - Axel, Ventus
Avvertimenti - AU, One-Shot, Shonen-ai
Pairings - Vanitas/Ventus (accenni)

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse non avrei mai messo la Gummiship. Dio, quanto odio quella roba!

Di fermacarte a forma di panda e di perizomi
(#7 - Axel compra un regalo orribile per Ventus e non è neanche impacchettato bene)
Dall'incidente in sala fotocopie Ventus ha sempre evitato Axel. Arriva a ora di pranzo, subito dopo le lezioni all'università, e si mette al tavolo di Larxene dalla quale il rosso - solo per averle dato un'innocente pacca sul sedere e ricevuto in cambio una minaccia di morte - si tiene alla larga, lo ignora bellamente per tutto il pomeriggio e la sera accetta il passaggio che il signor Yami gli offre. Che cosa succeda dopo Axel non lo sa né lo vuole sapere.
Quello che sa, invece, è che deve riconquistare il suo collega: non può dividere la scrivania con qualcuno che lo tratta come se fosse un animale rabbioso. Non fa bene alla sua psiche.
"Se non vuole proprio parlarti", si ricorda del consiglio di Roxas "Fagli un regalo. Ventus li adora! Lo riconquisterai in meno di un secondo", e poi, chissà perché, gli aveva fatto un occhiolino complice.
Il problema, sostanzialmente, è questo: Roxas e Ventus, nonostante siano simili in mucchi di cose, hanno gusti agli antipodi. Per fare tre esempi: Roxas ama il metal, odia i gatti ed è stato promosso con un tiratissimo 60 al liceo; Ventus adora la musica classica, ha tre gatti (di nome Bizet, Matisse e Minou) e alla sua maturità gli esaminatori hanno pianto di gioia e gli hanno dato un 100 e lode.
Ormai si sta rassegnando all'idea di avere un automa al posto di un collega quando passando per il centro lo vede esposto in vetrina.
Axel ha trovato il regalo perfetto.

"Buongiorno, Ven!", fischietta allegro Axel tornando dalla mensa.
"Sto bene, grazie, tu?", continua come se il silenzio di Ventus fosse una risposta.
"Parli da solo?", il biondino sbatte sulla scrivania un mucchio di fogli per allinearli e li mette in un angolo.
"No, parlo con te".
"Non mi pare".
"Adesso sì", e sorride. Ventus rotea gli occhi e si inforca gli occhiali concentrandosi sul computer.
Axel si allunga sulla sua scrivania e afferra un fermacarte a forma di panda che fino al giorno prima non c'era. "Beeeello. Chi te l'ha fatto?".
"Mia zia per congratularsi per il mio ultimo esame", sospira "Senti, Axel, forse sono stato un po' troppo duro con te. In fondo è stato solo un incidente", e sorride.
Axel appoggia di nuovo il fermacarte. "Non sei arrabbiato?", sbatte le ciglia.
"No, non lo sono", e lo guarda da oltre le lenti.
"Ah, già, ho una cosa per te!", il rosso torna di corsa alla sua scrivania ed estrae dalla borsa un pacchetto nero.
"Un regalo? Grazie, Axel!", felice come un bambino la notte di Natale, Ventus lo prende dalle mani di Axel e lo studia "L'hanno incartato male...", gli fa notare.
"In realtà quello è colpa mia! Insomma tu non mi parlavi e così ho pensato che oltre a quel regalo ti ci avrei potuto mettere qualcos'altro. Così l'ho aperto, ma poi ho cambiato idea e ho tentato di richiuderlo, ma non sono tanto bravo...", si gratta la testa sulla difensiva.
"L'importante è il pensiero", sorride diplomatico e lo finisce di scartare "A-Axel, ma è...", solleva il regalo portandoselo ad un palmo dal naso.
"Sì, bel perizoma, eh?", sorride Axel orgoglioso di sé "Così la prossima volta che il capo ti vedrà in mutande...", ma non finisce perché qualcosa di coccio - il fermacarte a forma di panda - lo colpisce dritto in fronte facendogli vedere le stelle.
Quando riapre gli occhi si trova steso per terra con Ventus seduto sullo stomaco che cerca di strozzarlo con l'elastico delle mutande.
L'unica psiche che continuando a lavorare in questa casa editrice subirà gravi danni, è senza ombra di dubbio quella di Ventus.

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Capitolo 8
*** Di morti e di cucina ***


30 short, random stories - 8. Di morti e di cucina
Aloha a tutti quanti, miei cari!
Mi sembrava da tanto tempo che non aggiornavo così, con una buona cioccolata calda, mi sono seduta al computer e ho scritto questa storiella in mezz'ora. E  lasciatemelo dire, mi piace tanto.
Non è un AU, sono riuscita a inquadrarla in un fantomatico contesto 358/2 Days, e la caratterizzazione è presa dai video di Giul e FeD (ecco il motivo dell'OOC).
Thanksgivings: ringrazio tutti coloro che leggono & recensiscono. Ringrazio inoltre timeoff98 e Lizzie Sora (di nuovo) per aver messo questa raccolta fra le preferite.
Pace, amore e neve (quasi) infinita. 

Rating - Verde
Personaggi - Axel, Organizzazione XIII, Xaldin, Zexion
Avvertimenti - Flashfic, OOC
Pairings - ///

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse probabilmente Sora avrebbe continuato il suo riposino nella capsula mentre Roxas sarebbe andato con Axel a gustarsi un buon ghiacciolo al sale marino.

Di morti e di cucina
(#28 - Axel è a cena a un tavolo di tredici persone. Uno di loro è morto)
L'Organizzazione XIII era solita riunirsi a tavola, dopo una giornata faticosa alla ricerca di cuori, per cenare assieme e scambiare due chiacchiere sulle missioni appena svolte.
Un venerdì sera, Axel, appena rientrato da Crepuscopoli, si accomodò al suo solito posto accanto a Zexion - che quel giorno aveva un colorito un più smorto del solito - mentre Xaldin serviva una minestra bollente. Il Numero VI, però, dopo aver ingoiato alcuni cucchiaini di brodo rabbrividì e crollò con la faccia dentro il piatto.
Un ancor più gelido Vexen si premurò di tirargli su la testa per poter vedere se respirava, ma la lasciò ricadere dentro la scodella affermando un piatto "E' morto" per poi borbottare qualcosa che assomigliava ad un "Questi giovani d'oggi fanno di tutto per non lavorare".
I membri dell'Organizzazione si guardarono negli occhi mentre Axel, per nulla scosso dalla vicenda, si limitò a finire la sua minestra, pulirsi la bocca con la manica del giubbotto - ignorando le occhiatacce di Xemnas - e sorridere all'indirizzo del Numero III. "Lo sapevo, Xaldin, che con la tua cucina ci sarebbe scappato il morto".
La prontezza di riflessi di Roxas nel lanciare il reflex salvò Axel dal ritrovarsi una delle lance di Xaldin nella croce degli occhi.

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Capitolo 9
*** Di errori e di identità sessuali ***


30 short, random stories - 9. Di sortilegi e di contro sortilegi
No, seriamente, fuori è una Siberia. Sono tornata da tre quarti d'ora e ancora ho il naso e le mani congelate. Non va bene, no, no.
Finendo con le lagne sul tempo, passiamo a quelle su questa One-Shot.
Il Gender Bender! Non ho mai scritto una storia su questo genere, perciò sono andata un po' alla cieca. E poi scrivere un Gender Bender su Kingdom Hearts con Naminé come causa prima è difficile! Fosse stato Vexen avrei potuto improvvisare che faceva un esperimento con Aqua e Xemnas come cavie. *Niki cerca di pararsi il sedere*
La storia, quindi, prevede un alto tasso di no sense e di demenzialità. Ma sul serio, lo ammetto io per prima. Prendete un bel respiro e leggetela tutta anche se l'istinto di mandarmi a quel paese la farà da padrone. 
Ho finito di lamentarmi, tranquilli, ringrazio i santi che leggono e recensiscono. Vi siete guadagnati un posto nel mio personale paradiso.


Rating - Giallo
Personaggi - Aqua, Naminé, Xemnas
Avvertimenti - AU, Gender Bender, Het, One-Shot, OOC (solo per Naminé)
Pairings - Roxas/Naminé, Terra/Aqua, Vanitas/Aqua (nel passato), Vanitas/Ventus

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse Kingdom Hearts III sarebbe già uscito da un pezzo. E per la Playstation2.

Di errori e di identità sessuali
(#8 - Gender Bender! Aqua e Xemnas cambiano sesso, ops! Tutta colpa di Naminé)
Naminé è una strega.
Non inteso come insulto, ma proprio come primo significato del termine: se provate a dirle "Naminé sei una strega", lei non farà altro che ridere con la sua risata cristallina e rispondere un "Lo so, grazie".
Naminé è una strega, ma non come quelle che immaginate ad Halloween, anzi ad un primo esame sembra l'immagine dell'innocenza: un visetto delicato come porcellana, occhi color zaffiro, capelli color del grano. Credereste davvero, guardandola, che sia una strega? Ovviamente no.
Naminé è una strega, ma non si intende di pozioni, né si sa trasformare in gatto all'occorrenza: può, però, manipolare i ricordi delle persone a suo piacimento. Potrebbe cancellare interi anni della vostra vita così come crearne di inesistenti e piazzarli al posto di quelli veri.
Naminé è una strega, ma ciò non le ha impedito di trovarsi degli amici, addirittura un ragazzo, e di vivere una vita pressoché normale.

"Naminé, tu che te ne intendi, che diavolo ci è successo?", Aqua, cercando di mantenere un tono tranquillo e pacato, continua a toccarsi il petto piatto e muscoloso. Xemnas, a bocca spalancata, si tasta i fianchi strettissimi di fronte allo specchio battendo di tanto in tanto le ciglia fitte e nere.
Naminé, dal canto suo, è da mezz'ora che cerca di non far ridere Roxas e il suo gemello alla scena che hanno di fronte. "Oh, questo non era previsto", pensierosa, si alza dalla poltrona e inizia a camminare avanti e indietro.
"Come non era previsto?", Xemnas, con la voce trillante come quella di una donna al primo giorno dei saldi, si volta distogliendo lo sguardo dalla sua figura riflessa.
Roxas si sporge verso Ventus bisbigliandogli qualcosa all'orecchio che pare un "Tieniti forte, adesso ci sarà da ridere", riconoscendo i passi pesanti di Terra su per le scale.
"Cosa diavolo... Aqua!", spalanca la porta il suddetto e per poco non muore d'infarto vedendo com'è la sua compagna.
"Niisan, va tutto bene, respira", Riku arriva e gli poggia le mani sulle spalle "Ora Naminé si occuperà di tutto".
"Oh, se non sapessi che sei tu, Xemnas, ti farei il filo, sai?", ridacchia Sora apparendo dietro l'albino "Sei davvero una bella ragazza. Ti donano le tette...", per poi venire interrotto da Kairi che gli assesta un pugno in testa.
"Come abbiamo potuto cambiare di sesso?", Xemnas si porta le mani alla gola, sentendo che la sua voce è troppo femminea e cercando di abbassare il tono per renderla più roca.
Naminé, con tutta la calma del mondo, indica Terra bloccato sulla soglia della stanza e con la mascella che sfiora il pavimento "Chiedetelo a lui".
"Cosa?", esclamano in coro i tre interessati. "Io non ti avevo chiesto niente per Xemnas", aggiunge il castano agitando le mani come a discolparsi.
L'azzurro chiarissimo intorno alla pupilla di Aqua si estende, come succede sempre quand'è infuriata. "Quindi è colpa tua, Terra, se sono così?", la voce, tuttavia, è ancora calma e piana.
"Aqua, amore mio, no!", Terra suda freddo mentre Riku gli dà un'ultima pacca sulla spalla e lo abbandona al suo destino andando a sedersi accanto a Roxas "Io avevo solo chiesto a Naminé dei ricordi sul tuo passato che ti ostini a non rivelarmi".
"Ancora con quella storia? Quello che facevamo io e Vanitas è acqua passata! Ora ci sei solo tu!".
"Sì, piccioncini, magari ne discutiamo dopo!", tuona Xemnas con vocina isterica "Ora, di grazia, gradirei sapere perché ho le palle nel posto sbagliato!".
"Ti si sente fin dalla strada, Xemnas, abbassa il tono", ultimo della comitiva di amici, Vanitas si scrolla la chioma corvina e sorride agli altri "Avanti, Naminé, sono curioso - ma non solo io, a quanto pare - di sapere il come di questo Gender Bender, a dirlo come nelle fanfiction di Kairi", e accenna con la testa alla rossa.
Naminé annuisce e si siede in braccio a Roxas mentre il moro fa cadere dalla sedia Ventus prendedogli il posto. "Terra mi aveva chiesto di frugare fra i ricordi di Aqua in cerca di quelli passati in compagnia di Vanitas...", ma si interrompe perché il suddetto scoppia a ridere fragorosamente "Bastava chiedermelo, Terra, ti avrei raccontato ogni singolo particolare", ma si zittisce notando come Aqua e Naminé lo guardano trucemente e si limita a issarsi Ventus sulle gambe.
"Dicevo... I ricordi del fidanzamento fra Vanitas e Aqua. Così sono andata a casa di Aqua, non sapendo che c'era Xemnas con lei a studiare. Devo essere fuori allenamento...", si porta l'indice sul mento abbandonandosi di più sul petto di Roxas "Comunque sia, mentre cercavo quei ricordi devo aver accidentalmente rotto un anello della catena che formano la nostra memoria. O forse ho rotto qualcosa a livello genetico... Tanto sta che vi siete scambiati l'identità sessuale", si massaggia le tempie con due dita.
"Scambiati l'identità sessuale?", ripete Xemnas sbattendo le lunghe ciglia.
"Aspetta, quindi non sai come riportarci indietro?", Aqua si lascia cadere per terra lisciandosi i capelli.
"Suppongo che basti scambiare nuovamente le identità sessuali per far tornare tutto come prima", sorride tranquilla.
"Tutto qui?", Ventus cerca di liberarsi della presa ferrea delle braccia di Vanitas intorno alla sua vita, per poi rinunciarvi e mettere il broncio.
"Sono stati loro a fare tutto questo putiferio", Naminé continua a sorridere e si alza "Ora uscite tutti da questa stanza, altrimenti potrei scambiare non solo la loro identità sessuale...".
"Naminé! Potresti far diventare Ven una bella ragazza? Almeno così non potrebbe star sopra neanche permettendoglielo", sghignazza Vanitas lasciando libero l'altro che diventa rosso come un peperone.

Alla fine tutto torna alla normalità: Aqua è tornata donna e Xemnas ha ripreso la sua virilità. L'unico scontento in tutta questa faccenda è Vanitas che non ha potuto far diventare Ventus una formosa biondina.

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Capitolo 10
*** Di ciondoli e di pentimenti ***


30 short, random stories - 10. Di strani amuleti e di pentimenti sinceri
Buongiorno fandom! Dopo un paio di giorni di pausa per elaborare questo maledetto plot sono tornata e se tutto va bene dovrei aver vinto il premio intermedio per aver raggiunto il traguardo dei dieci.
Perciò vorrei ringraziare coloro che mi sostengono (tanto amore per voi) e l'Accademia (??).
Parlando di questa One-Shot: l'ambientazione è quella della precedente, cioè con una Naminé strega che manipola i ricordi.
Ma basta parlare! Vi lascio con Di ciondoli e di pentimenti, coccolate Demyx e Vanitas. Sì, anche Vanitas: è il suo turno di sofferenze e/o traumi.

Rating - Giallo (scuro, ma ancora giallo)
Personaggi - Axel, Demyx, Naminé
, Vanitas, Ventus
Avvertimenti - AU, One-Shot, Shonen-ai
Pairings - Vanitas/Ventus

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse la forma oscura dei personaggi non avrebbe mai avuto un gonnellino da hula. Non so voi, ma io mi sono messa a ridere vedendo Riku per la prima volta in quello stato.

Di ciondoli e di pentimenti 
(#9 - Demyx e Vanitas si scambiano di corpo, ma questa volta Naminé è innocente)
Si racconta che i capofamiglia dei Mizu e quelli degli Yami fossero rivali in una guerra dinastica per il controllo di uno dei più importanti centri culturali del paese. Per far terminare lo spargimento di sangue, una delegazione di cittadini si appellò ad una potente strega che abitava in una grotta dorata. Ella, impietosita dalle suppliche di quegli uomini che avevano attraversato mille pericoli per venire da lei, decise di aiutarli creando due ciondoli identici a forma di chiave che però avrebbero funzionato solo se i due capofamiglia li avessero indossati e recitato la formula nello stesso identico momento: i due si sarebbero scambiati di corpo e avrebbero potuto tornare al proprio solo pentendosi delle loro azioni.
I cittadini ringraziarono la strega e con un astuto stratagemma riuscirono a realizzare il loro piano: i due capifamiglia, spaventati e sorpresi, si pentirono immediatamente delle loro azioni e giurarono di far finire la guerra.
Da quel giorno i due ciondoli furono conservati con grandissima cura da entrambe le famiglie, in ricordo di quella lezione.

Cinquecento anni dopo, Vanitas Yami si trova nel salotto di casa sua davanti alla tv con un grosso bicchiere di limonata in mano ed un pacco di biscotti al cioccolato. Ne sgranocchia lentamente uno mentre osserva disgustato l'ennesimo litigio a Uomini e Donne, troppo pigro per cambiare canale. Solo l'arrivo di Ventus che gli lancia il telecomando borbottando un "Cambia prima che quelle due assatanate si picchino" lo distrae dal suo stato catatonico.
"Sto aspettando solo quello", sorride beffardo dando un altro morso al biscotto "Magari nella lite si spogliano e posso vedere un po' di tette".
Proprio quando gli insulti si trasformarono in grida di guerra un Ventus dalle orecchie rosse si piazza fra lo schermo e Vanitas riuscendo a strappare il telecomando al moro e a spegnere la televisione.
"Mi stupisco che guardi tv spazzatura, Vanitas", Ven si guarda intorno alla ricerca di un qualcosa che lo faccia distrarre "Come mai tenete un ciondolo a forma di chiave in una teca con antifurto?".
Vanitas appoggia il bicchiere di limonata e i biscotti per terra e si avvicina all'altro. "Risale alla guerra civile del 1510, all'incirca", diventa serio e pensieroso all'improvviso, toglie l'antifurto e apre la teca "La famiglia di Demyx dovrebbe averne il gemello, credo. Comunque dicono che - ma per me sono stronzate - coloro che la indossano nello stesso momento e dicono in coro una formula ben precisa", si mette il ciondolo "Che sarebbe, se non ricordo male, Della città io voglio diventare il padrone: fra lui o me mostra chi è il migliore e magicamente si scambiano di corpo. Assurdo, no?", e ridacchia ad occhi chiusi non accorgendosi di venire avvolto da una nebbiolina leggera. Quando questa scompare il povero Ventus crede di morire d'infarto dato che al posto del moro c'è il corpo statuario di Demyx. 
"Ehi, Ventus, smetti di scoparmi con gli occhi: so che hai voglia, ma ci sono i miei in casa", Vanitas inclina la testa inarcando un sopracciglio poi, quasi orgoglioso del suo sex appeal, abbassa la testa "Dove cazzo sono finiti i miei vestiti? E dove li hai presi questi, Ven?".
"Credo che ti debba specchiare", distoglie lo sguardo afferrandolo per un braccio.
"Sei stato molto veloce a spogliarmi. Magari dopo terminiamo l'opera".
"D'accordo farò tutto quello che vuoi, ma ti prego, specchiati", lo sospinge verso uno specchio dalla cornice dorata.
Quando Vanitas si accorge che al posto del suo viso c'è quello del biondino dai capelli a spazzola prima si strofina gli occhi coi palmi, poi guarda Ven con un mezzo sorrisetto come a dire "E' uno scherzo?" e infine esplode in un ululato che - probabilmente - è stato udito fino in Cina.
"Mi sa che non erano cazzate...", mormora il biondo grattandosi la testa.

Dall'altro capo della città Axel sbatte innocentemente le ciglia mentre osserva Demyx che si è rimpicciolito, i suoi capelli diventati ribelli e neri come la pece, i suoi occhi divenuti degni di un vampiro di Twilight. "E fammi indovinare", interrompe il racconto dei ciondoli gemelli "Vi scambiate di corpo".
"Solo se lo facciamo nello stesso istante. Come fai a saperlo?".
"Credo che tu e Vanitas siate telepatici", e gli passa lo specchietto che si porta sempre dietro insieme alla matita e l'eye-liner.
"Per tutte le chitarre elettriche!", e sviene dallo shock.

"Naminé", Ventus al telefono osserva preoccupato Vanitas che si sta ancora fissando allo specchio "Abbiamo un grosso problema".
"Scusa un secondo Ven, mi stanno chiamando dal fisso...", la biondina mette in vivavoce il cellulare e si allontana "Pronto?", sente dire "Come? Demyx si è trasformato in Vanitas? Scusa un momento, Axel, rimani in linea", torna indietro di corsa "Non mi dirai che Vanitas si è trasformato in Demyx...".
"Proprio quello", annuisce Ven "E bisogna fare qualcosa alla svelta: mi pare un pochino sotto shock".
"Vieni a casa mia fra mezz'ora. A fra poco", e riattacca.
Il biondo guarda il povero Vanitas che con lentezza alza una mano per portarsela sul viso. "Naminé ci vuole vedere, andiamo su!", lo incita trascinandolo di peso fuori.

Axel adagia il povero Demyx ancora svenuto su una poltrona, prende una sedia e gli si siede accanto preoccupato. "Naminé perché stai leggendo Naruto?".
Lei non distoglie gli occhi dal manga "Mi sembra tanto una cosa ninja, lo scambio di corpo", asserisce umettandosi l'indice e girando pagina "Chissà, magari trovo qualcosa che ci può aiutare".
"Come ci può aiutare lo scontro fra Sasuke e Itachi, scusa? Non mi ricordo che quei due si sono scambiati di corpo...", le fa notare.
Lei sospira e lo chiude. "Ok, non c'è niente di interessante", e inclina la testa ascoltando i passi su per le scale.
"Eccoci", entra Ven tirando per il polso il povero Vanitas che lo segue docile come un cagnolino "Siediti, Vanitas", e lo sospinge verso una poltrona.
"La storia dei ciondoli gemelli non era così fantasiosa dopotutto", il rosso inclina la testa osservando il biondino sedersi per terra ai piedi di Vanitas.
"No, è tutto vero. La strega che fece quei ciondoli era una mia antenata", sorride Naminé andando alla grossa libreria.
"Quindi tu sai come riportarli alla normalità", Axel si sporge sorridendo.
"Io, personalmente, non posso fare niente. Posso manipolare i ricordi, ma non posso scambiare i corpi: non rientra nella mia area di competenza", scuote la testa "Secondo la storia si devono pentire delle loro azioni".
"Trovo più facile scovare la civiltà segreta dei folletti, ma non Vanitas che si pente di qualcosa", Ven si appoggia alle ginocchia del suddetto con un sorrisetto tirato.
Lei si stringe nelle spalle "Io non posso farci niente. Se Vanitas rivuole il suo corpo deve pentirsi".
"Ben svegliato, Demyx", Axel gli sorride incoraggiante.
"Oh, Axel, ho fatto un sogno orrendo: ero diventato Vanitas e... Aspetta, perché siamo a casa di Naminé?".
"Non è un sogno, Demyx", con un elegante gesto della mano indica l'altra poltrona "No, dai non svenire!", scatta in piedi e inizia a scuoterlo tenendolo per le spalle "Sii uomo e non una donnicciola!".
"Smettila di maltrattare il mio bellissimo corpo!", Vanitas si rianima e agita un pugno in aria, minaccioso, poi si ferma e osserva meglio il suo corpo sbatticchiato dal rosso "Però! Sono davvero un gran gnocco...".
"Bentornato fra noi! Ora, di grazia, potresti pentirti delle tue azioni così ognuno torna a casa?", Ven, con un non rassicurante tic all'occhio sinistro, alza lo sguardo verso il ragazzo.
"Pentirmi di cosa, scusa?", sorride sprezzante, un sorriso che però stona sulle labbra di Demyx.
"Io! Io mi pento, mi pento di tutto!", Demyx si riprende e ribalta Axel che cade all'indietro "Mi pento di aver rubato le caramelle ad Axel a sei anni ed aver accusato di questo Zexion, mi pento di aver rotto i pattini di Sora, mi pento di tutto, ma fatemi tornare nel mio corpo".
"Credo che per Demyx possa andare", sorride dolcemente Naminé scompigliandogli i capelli corvini "Tu, Vanitas che aspetti?".
"Tzè, io non mi pento di niente. Le mie azioni non hanno niente di sbagliato".
Ventus inarca un sopracciglio e poi sorride, si gira verso Demyx e gli fa segno di reggere il gioco "Fai come vuoi, Vanitas. Ti mollo", sorride con calma, si alza e va verso l'altro gettandogli le braccia al collo "Mi metto con Demyx: il tuo carattere non l'ho mai sopportato, ma mi piacevi molto fisicamente. Ora non hai più neanche quello! Demyx, vuoi stare con me?".
"Uh? Ma certo...", incoraggiato da un'occhiata di Ven gli cinge i fianchi e poi rimane pietrificato quando il biondo gli dà un rapido bacio a stampo.
"GIU' LE MANI DA LUI!", scatta Vanitas e acchiappa il suo ragazzo per il colletto della maglia e lo tira all'indietro "D'accordo, bastardo, mi pento di tutte le mie azioni".
"Oh, l'amore!", ridacchia Axel, quando la nebbiolina svanisce, venendo fulminato dagli occhi di nuovo ambrati del moro.
Ven si passa il palmo sulle labbra. "Tutto è bene quel che finisce bene", sorride diplomatico e cerca di fuggire, ma Vanitas non è dello stesso parere e lo riprende nello stesso punto "Non così in fretta, biondino", ghigna "Ricordo che a casa mia mi hai promesso che avresti fatto tutto quello che avrei voluto. Ora vorrei proprio che mantenessi la parola data".
"Oh, l'amore!", ripete Naminé con un sorriso dolcissimo mentre osserva Ventus venire trascinato via implorando l'aiuto degli altri tre.

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Capitolo 11
*** Di gemelli e di masochisti ***


30 short, random stories - 11. Di gemelli e di masochisti
Ammetto di essere un po' in ritardo, un po' tanto in ritardo e vi chiedo scusa per questo. Mi sono concentrata talmente tanto su un altro (l'ennesimo) progetto che frulla nella mia testa vuota che ho completamente dimenticato questa raccolta. Come posso farmi perdonare?
Mentre meditate una punizione adeguata vi dico due cosette su questa drabble: questo plot è una Bonus track, ossia non è prevista fra le trenta che bisogna svolgere, ma appena l'ho vista è stato amore. Per farla breve, le storie pubblicate non saranno più 30, ma 31. Il nome della raccolta rimarrà sempre quello, però.
Beh, vi ringrazio per la pazienza, prometto che non sarò mai più così in ritardo.
Tanto amore!

Rating - Verde
Personaggi - Roxas
Avvertimenti - AU, Drabble, Shonen-ai
Pairings -
Demyx/Ventus, Vanitas/Ventus

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi appartengono a Nomura-sensei.
Se KH mi appartenesse Naminé non si sarebbe fatta mettere i piedi in testa da nessuno e sarebbe stata lei il vero cattivo di CoM.

Di gemelli e di masochisti
(Bonus track! Ventus e Demyx hanno una relazione clandestina. Roxas li scopre)

Roxas ha sempre sospettato che il suo gemello sia un masochista.
Fin da piccolo amava cacciarsi di proposito in situazioni spinose, rubando le caramelle ad Aqua (e si sa quanto sia poco femminile quando si tratta di dolci) o prendendo in prestito la bicicletta di Riku per provare la discesa del Duomo e rischiare puntualmente di finire nel burrone.

Il fidanzamento con Vanitas era stato il culmine. O almeno così credeva.

Perché vedendolo avvinghiato a Demyx capisce che suo fratello morirà dolorosamente a causa della sua tendenza. "Me ne lavo le mani: non ti parerò il culetto anche contro Van!", mormora seccato e poi richiude la porta della camera.

[109 parole]

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Capitolo 12
*** Di grandi ammodernamenti e di piccanti ricatti ***


30 short, random stories - 12. Di grandi ammodernamenti e di piccanti ricatti
Aloha!
Non so da voi, ma qui dopo che un caldo infernale ci aveva fatto pregustare l'estate ora fa un freddo boia. E sono ancora un pochino raffreddata.
E, oltretutto, non ve ne frega niente.
Sono stata brava, ho aggiornato presto, dai. Ah, io vi avverto: il finale è una boiata. Ho avvisato!
Vado a utilizzare il mio tempo in maniera socialmente utile: studiare greco. Solo che mi viene tanto sonno al pensiero... *si addormenta sulla scrivania*
No, non posso addormentarmi! Allora, la storia è una mezza AU ossia Sora & Co. hanno sempre fatto quello che hanno fatto, ma Roxas non è un Nessuno. Prendetelo come... Aehm... Il cugino alla lontana di Kairi che si è trasferito alle Isole del Destino dopo essere cresciuto a Raidant Garden/Fortezza Oscura. Oppure inventatevi la storiella che più vi aggrada, non metto freni alla vostra fantasia!
Ecco, ora posso dormire serena... *si addormenta sopra il Rocci*

Rating - Arancione
Personaggi - Riku, Roxas, Sora
Avvertimenti - AU, One-Shot, Yaoi
Pairing - Roxas/Sora/Roxas

 Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei & Co.
Se KH mi appartenesse Vanitas non avrebbe avuto quelle folte ciglia da donna. Perché Vanitasuccio, perché


Di grandi ammodernamenti e di piccanti ricatti
(# 10 - Quel furbacchione di Riku ha scattato delle foto piccanti a Roxas e ora minaccia di mostrarle in giro. Se Riku non conosce l'esistenza delle macchine fotografiche, tanto meglio)
E poi si stupivano se Riku affermava di volersene andare da quelle Isole!
Roxas era un pochino sorpreso - pochino è un eufemismo - quando scoprì che nelle Isole del Destino, le famose Isole natie dell'Eroe dei Mondi, il Custode della Chiave eccetera eccetera, mancava una cosa basilare come la macchina fotografica. Insomma, avevano telefoni, elettricità, computer, ma le macchine fotografiche no. Aveva avuto seriamente paura quando aveva mostrato la sua Nikon ai suoi amici di questo mondo che gli isolani lo prendessero e lo legassero ad un palo in mezzo alla piazza cittadina urlando "Al rogo la strega, al rogo la strega!".
"Wow, è grandiosa! Me la presti, Roxas?", Riku l'aveva presa in mano con attenzione, studiandola e rigirandosela fra le mani. Roxas ritornò coi piedi per terra - anzi, per essere precisi steso sul letto nella camera che Sora gli aveva messo a disposizione in casa sua - e si voltò verso l'albino "D'accordo, non vedo perché no", scrollò le spalle innocentemente e riprese a leggere il manga che Kairi gli aveva gentilmente prestato "Bah, io di queste cose ci capisco poco... Certo che il disegnatore poteva farglieli un po' più lunghi i capelli a questa ragazza: sembra un maschio!".
Riku lo guardò sorridendo. "Quello che stai leggendo è uno yaoi", il suo sorriso diventò un ghigno divertito "Sai cos'è uno yaoi?".
"Storie di lotta?", alzò gli occhi dal volume.
"No. Storie d'amore omosessuale".
"Ah", Roxas chiuse di scatto il manga salvo poi riaprirlo in fretta e furia per nascondere il viso rosso come un pomodoro molto maturo.

Questo riportava Riku ai bei vecchi tempi.
La casa era immersa nel buio più totale, salvo qualche chiazza di luce che filtrava dalle persiane semichiuse. Aveva aperto la porta silenziosamente, grazie al doppione che aveva trovato nella pianta di cactus nel portico, stando bene attento a non farla cigolare poi si spostò rapidamente per il corridoio a passo felpato sfruttando l'oscurità amica (e Riku si stupiva di poterla chiamare così dopo tutto il casino che era successo).
Le scale non furono un problema: sapeva perfettamente quali gradini scricchiolavano e quali no. Per poco non si ruppe l'osso del collo scivolando su una T-shirt, ma questi sono dettagli irrilevanti per la nostra storia e per la missione di Riku.
Il piano superiore era completamente buio e invaso da vestiti, ma Riku sapeva come muoversi anche per quel campo minato: iniziò a strisciare per terra - come un serpente - vicino al muro, contando le porte che superava. Quando arrivò alla terza sulla sinistra dai gemiti capì che i suoi obbiettivi erano dentro e si stavano dando da fare.
Si mise a gambe incrociate e iniziò ad armarsi: mise il flash e impostò lo scatto multiplo perché una foto sola non bastava, ma quattro lo avrebbero convinto a cedere se non voleva che la sua attività pomeridiana da cinque mesi a questa parte non venisse attaccata a tutti i muri e i lampioni delle Isole.
Poi, con una mossa che aveva imparato da Malefica ai tempi della Fortezza Oscura, fece una capriola per entrare nella stanza buia e scattò quattro foto una dietro l'altra. I gemiti di Sora si fermarono e la faccia di Roxas riemerse dalle sue gambe.
"R-R-Riku?", balbettò il povero Salvatore dell'Universo accendendo l'abat-jour "C-Che ci fai... Ti giuro che non è come sembra!".
Roxas scosse la testa lentamente e le labbra di Riku si aprirono in un sorriso maligno "Sono curioso: se non stavate facendo quello che stavate facendo perché la faccia di Roxas era fra le tue gambe? Perché i vostri vestiti sono sparsi per casa come le briciole di pane in Hansel e Gretel? E, soprattutto, perché stavi gemendo?".
"Perché...", Riku rise di gusto quando Sora cercò di dare una spiegazione logica "In ogni caso, sono sicuro che ora sarai più accondiscente verso i miei desideri, Roxas", riprese l'albino sorridendo nuovamente e in modo velenoso.
"Scor-da-te-lo", Roxas fece 'no' con l'indice e ad ogni sillaba muoveva il dito.
"Ok, sono sicuro che a tutti piacerà come si diverte il detentore del Keyblade", vedendo che il biondo non cedeva passò all'elemento più fragile "Già vedo queste foto appese per tutte le Isole", allungò a dismisura la u di tutte.
"Non puoi farmi questo!", piagnuccolò Sora alzandosi dal letto e avvicinandosi.
"Stai lontano con quel coso!", scattò in piedi "E poi fammici pensare... Sì, lo posso fare eccome se il tuo ragazzo o succhiacazzi o quello che è non mi accontenta!".
"Per favore, Roxas!", sbattendo gli occhioni blu cobalto come una ragazza, il povero disgraziato si inginocchiò di fronte al biondino con le mani giunte.
"Uff, e va bene!", capitolò quello roteando gli occhi "D'accordo, Riku, come vuoi: puoi avere la mia macchina fabbrica ghiaccioli al sale marino per tutta l'estate!".

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Capitolo 13
*** Di premi e di celebrità ***


30 short, random stories - 13. Di premi e di celebrità
Sì, salve.
Fate i bravi e posate qualsiasi oggetto che può essere usato per provocare danni alla mia persona... Ecco, grazie mille.
Mi spiace davvero tanto di non aver potuto aggiornare prima (due mesi, wow), ma la scuola e altri imprevisti mi hanno bloccata e solo oggi sono riuscita a rimettere le mani su questa cosa. Ma so che mi perdonerete perché, sotto sotto, mi volete bene.
Ah, ringrazio tutti quelli che hanno messo questa raccolta fra le preferite e le seguite. Riempite sempre il mio cuoricino di gioia!

Rating - Verde
Personaggi - Axel, Sora
Avvertimenti - AU, One-Shot
Pairing - ///

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei & Co.
Se KH mi appartenesse Sephiroth non sarebbe mai apparso nella saga. Ho perso anni di vita a battere quel maledetto [CENSURA].

Di premi e di celebrità
(# 12 - Sora partecipa ad un reality di cucina e piange in diretta)
Da quando Sora era andato a vivere da solo aveva imparato che per vivere bene bisognava saper cucinare bene.
Dopo i primi tempi passati perlopiù all'ospedale per intossicazione alimentare, aveva preso lezioni da quei DVD che ti spiegano la cucina dalla A alla Z. Quello acquistato dal novello cuoco era uno dei più famosi in circolazione ossia Dai cibi precotti all'alta cucina a cura del pluripremiato chef Axel Shogo. Con il DVD, inoltre, si otteneva un coupon da compilare e spedire per poter vincere - nientepopòdimeno - che un invito a partecipare al programma TV che lo chef teneva la mattina sulla rete nazionale.
Sora lo aveva compilato e spedito senza tante speranze (Riku diceva sempre che sul vocabolario dei sinonimi sotto al termine 'sfortuna' ci fosse il suo nome e la sua foto) e aveva atteso che Axel leggesse, una settimana dopo, in diretta il nome del fortunato vincitore. L'urlo di gioia alla notizia che era proprio lui il fortunato vincitore si sentì fino all'altro capo della città e diversi stormi di uccelli si diedero alla migrazione anticipata.
Così, venerdì 13 maggio, Sora si presentò puntuale come non era mai stato nella sua vita davanti agli studi dove giravano Cucina flambé, il programma dello chef. Dovette sforzarsi parecchio per non scoppiare in lacrime di gioia di fronte a colui che l'aveva salvato dall'avvelenamento dovuto ai suoi manicaretti, ma stringendo i denti c'era riuscito.
"Salve, io sono Axel Shogo. A-X-E-L", gli strinse la mano picchiettandosi la tempia.
"Sora Yoake, molto lieto", rispose con gli occhi luccicanti di gioia.
"Bene, Sora, dammi pure del tu", gli sorrise cordiale "Bene, dato che sei tu il vincitore cucinerò il tuo piatto preferito".
Il castano rimase così stupito che si pietrificò all'istante, ma, dopo vari spintoni da uno dei cameraman, riuscì a sbloccarsi e a raggiungere nuovamente il fulvo.
"Ecco, io vorrei...", si alzò sulle punte e sussurrò il nome del piatto ad Axel che annuì e "Ottima scelta", approvò facendo il segno dell'ok.
Quando fu l'ora, Sora fu scortato da un'assistente fino al suo posto in prima fila da dove poté assistere comodamente a tutto il programma, seguendo ogni minimo particolare dei movimenti dello chef in modo da poterli imitare a casa.
"E con questo la vostra torta ai frutti di Papou sarà perfetta", annunciò un'ora dopo quando già scorrevano i titoli di coda "Ad assaggiarla sarà il fortunato vincitore del nostro concorso, Sora Yoake!".
Titubante, Sora si avvicinò al fulvo e fece un saluto alla telecamera. Axel, nel frattempo, aveva già tagliato un pezzo di torta e glielo stava offrendo.
Poi - ancora non sa spiegare cosa diamine gli sia preso - il castano scoppiò a piangere mentre inghiottiva un boccone "È la cosa più buona che io abbia mai mangiato", singhiozzava con le gote rosse mentre Axel inarcava sospettoso un sopracciglio rivolgendosi alla telecamera.
E Riku, che da casa stava registrando tutto su videocassetta (Sora voleva rivedere quella puntata per anni e anni) aveva spento tutto. Sospirò, tirò fuori il nastro e, attacato sopra un adesivo, scrisse in stampatello con un pennarello rosso FIGURA DI MERDA N° 753: SORA PIANGE IN DIRETTA NAZIONALE per poi andarlo ad aggiungere agli altri settecentocinquantadue.

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Capitolo 14
*** Di punizioni e di distruzioni ***


30 short, random stories - 14. Di punizioni e di distruzioni
Boiate, boiate ovunque in questa raccolta. Questa Flashfic appartiene al genere sopracitato.
Ma credo che con delle richieste del genere non si possa fare altrimenti. Aspettate e vedrete la prossima che cosa vi tirerò fuori! *ride al pensiero*
Quella di oggi è la numero 16, ossia: Time Warp! 5 è tornato bambino. E il mio 5 altri non è che Vanitas.
Scrivere di Vanitas mi viene così facile! Adoro i personaggi cattivi e lui che è tutta la malvagità che il piccolo cuoricino di Ventus aveva è il mio uomo ideale. Fosse vero lo sposerei, mi spiace Aqua e Ven, ma lui è mio! ♥ *risata malvagia*
Sì, il caldo mi sta dando alla testa.
Orbene, nel caso non abbiate letto il secondo capitolo di Fifteen days to fall in love, devo dare un importante annuncio: fra esattamente 7 giorni,  13 ore e 7 minuti (contando che sono le 0.18) parto per l'Australia e sto fuori la bellezza di dieci mesi. Quindi questo è l'ultimo aggiornamento... per un po' di tempo, un po' tanto tempo. Ma se avete avuto la santa pazienza di aspettare quand'ero sommersa dai libri potrete aspettare per aggiornamenti un po' più lunghi, no? Prometto che non la dimenticherò questa raccolta. Come potrei, fra l'altro?

Rating - Verde
Personaggi - Lea, Vanitas, Xehanort
Avvertimenti - Flashfic, Missing Moments
Pairings - ///

Disclaimer - Questa fanfiction è stata scritta senza scopo di lucro; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà di Nomura-sensei & Co..

Di punizioni e di distruzioni
(#16 - Time Warp! Vanitas è tornato bambino!)
L'Oscurità è una gran cosa, ma usata alla lunga comporta seri problemi mentali, Vanitas non può fare a meno di annuire fra sé a questo pensiero.
L'Oscurità alla lunga deve per forza comportare seri problemi mentali altrimenti non si spiega il perché quel vecchio rimbambito di Xehanort l'abbia fatto tornare (forse sarebbe meglio dire "diventare" visto che è già nato adolescente) bambino.
No, seriamente, perché? A che pro? Tutto ciò gli pare solo una stupida perdita di tempo. Insomma, fra pochi giorni si svolge l'esame per diventare Master degli allievi del samurai mancato (Eraqus) che annuncia l'inizio del piano per forgiare il χ-blade insieme all'altra sua metà tutta luce&amicidelcuore (Ventus) e lui è bloccato nel corpo di un bambino di cinque anni per di più privato di tutti i suoi poteri.
Niente Keyblade, niente Unversed per trastullarsi un po'. Noia mortale.
Radiant Garden, per di più, è un posto noioso. È colorato, pieno di fiori, di luce, di persone allegre e sorridenti. Uno schifo, insomma. Quando poi una bambina dai capelli rossicci gli voleva regalare un tulipano, Vanitas aveva davvero creduto di essere nell'apoteosi della merda.
La giornata, per fortuna, è quasi finita. Sta già rallegrandosi di tornare nel suo corpo e distruggere, immediatamente dopo, quell'immondezzaio quando un ragazzino dai capelli rossi lo blocca posandogli una mano sulla spalla.
"Ehi, piccolo, ti sei perso?", esclama sorridendo con un sorriso così ampio che il moro si stupisce del fatto che non gli si stirino i muscoli facciali.
"Lea, smettila di abbordare le persone!", lo richiama uno dai capelli blu.
"Lascia perdere quell'antipatico di Isa", lo ignora e continuando a sorridere "Come ti chiami?", domanda.
Vanitas prende un profondo respiro, conta mentalmente fino a venti e borbotta rapidamente il suo nome.
"Bene, Vanitas - "Vanitas? Ma che cacchio di nome è?", sussurra a Isa inconsapevole che il piccolo e tenero bambino che ha accanto sente tutto e sta progettando un'atroce vendetta contro questo insulso mondo - hai fame? Che ne dici di un bel gelato?".

Quando Xehanort arriva a Radiant Garden deve litigare parecchio con un ragazzino petulante dai capelli rossi per riavere indietro un Vanitas in stato confusionale. Aveva dovuto fingersi il nonno per riuscire a convincerlo e quello aveva annuito e acconsentito a non chiamare le guardie trovando una certa somiglianza fra i due. Insomma, di occhi dorati non se ne vedono in giro molti.
"Ora, Vanitas, mi obbedirai senza fare storie?", gli domanda Xeganort quando tornano a casa.
Il ragazzo, tornato nel suo corpo, annuisce un po' stralunato "Sì, Maestro. Non vedo l'ora di forgiare il χ-blade e distruggere quel fottutissimo mondo. Anche se però", ci riflette su e infine scrolla le spalle "non distruggerlo sarebbe più perfido: Radiant Garden ha già la sua disgrazia personale".

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Capitolo 15
*** Di macchine del tempo e di salvataggi planetari ***


30 short, random stories - 15. Di macchine del tempo e di salvataggi ultraplanetari
Recensisci questo capitolo! Ad ogni recensione un canguro tirerà un calcio all'autrice e un koala con il virus intestinale userà la maglietta di Niki come carta igenica.
Meriterei di peggio, probabilmente. Se volete semplicemente linciarmi i numerini sono lì. *indica* Dlin dlon! Serviamo il numero 3246.
Sappiate che sto lavorando a questa cosa da ottobre. Inizialmente avevo scelto il prompt 14 ossia 2, 8 e un orso polare. Che magnifica avventura! O forse no., e avevo - e ho tuttora - un'idea sensazionale con un crossover con La bussola d'oro, primo capitolo della triologia di Queste oscure materie di Philip Pullman, non so se avete presente. Solo che non riesco a svilupparla! Ci ho provato per giorni e giorni e giorni, ma niente, l'ispirazione era agli stessi livelli della temperatura in una notte di dicembre in Siberia.
Alché stamattina (giuro, stamattina, 4 gennaio 2013) mi sono detta "'Fanculo, la lascio per dopo! Adesso ho bisogno di aggiornare sennò mi trucidano appena rimetto piede in Italia" ed era un po' di tempo che mi frullava in tempo l'idea su questo prompt. All'inizio volevo usare il mio bel Vanitasuccio (potevo scegliere fra Aqua, Van o Ven) ma alla fine ho preso la nostra Keyblade Master perché mi veniva più semplice e lineare.
Se ho fatto qualche errore con la trama di Birth by Sleep imploro il vostro perdono, ma non avevo materiale (né tempo) per ricontrollare alcuni particolari. Sono tremendamente dispiaciuta per le disattenzioni e per il ritardo. Imploro la vostra clemenza.
Ora, scusate, ma ho il numero 3246 da servire *sospira* Auguro un felice 2013 a tutti voi!

Rating - Arancio/giallo (presenza di violenza. Leggera, ma pur sempre violenza)
Personaggi - Aqua, Eraqus, Xehanort
Avvertimenti - Violenza (leggera), What if...?
Pairing - TerraxAqua? (se proprio ce la volete vedere)

Disclaimer - L'autrice non ricava neanche un munny da questa raccolta; Kingdom Hearts e i suoi personaggi sono di proprietà degli aventi diritto.
Se KH mi appartenesse, l'esame per diventare Keyblade Master si sarebbe svolto come in questo video.

Di macchine del tempo e di salvataggi planetari
(#29 - Aqua ha una macchina del tempo e nessuna paura di usarla)
Si diede della stupida, della sprovveduta e della cieca. Una cosa così evidente non le era balzata all'occhio! Come poteva definirsi una Keyblade Master se non ci era arrivata prima?

Era sempre stata una delle regole basilari che regnavano su quei mondi: occhi gialli uguale servitore dell'Oscurità. Anche se aveva giurato di non esserne più soggetto era pur sempre una persona sospetta: il Maestro aveva sbagliato a fidarsi completamente ed immediatamente di lui...
Si fermò un secondo mentre camminava svelta fra le vie di Radiant Garden. Se Terra le avesse assicurato che l'Oscurità non aveva più potere su di lui, lei lo avrebbe accolto a braccia aperte? Certo che l'avrebbe fatto, ne sarebbe gioita e gli avrebbe perdonato tutti gli errori commessi. Si mise a correre fino al castello dello scienziato pensando che in fondo lei non era diversa dal suo Maestro e che avrebbe commesso lo stesso errore.
Ma Terra si poteva ancora salvare, e con lui tutto l'universo, anche se ciò - probabilmente - avrebbe richiesto il suo sacrificio estremo e qualche scombussolamento spaziotemporale.

Quella macchina del tempo creata da Ansem il Saggio era davvero un portento: l'aveva riportata a qualche tempo prima, alla Terra di Partenza, proprio durante un colloquio dei due Keyblade Master. Aqua si nascose dietro un angolo osservando il Maestro e Xehanort parlare degli allievi del primo attendendo il momento propizio.
"Potresti venire a vedere l'esame per diventare Keyblade Master dei miei due allievi, Terra e Aqua" propose, infaustamente, Eraqus "Il tuo giudizio, amico mio, sarebbe prezioso".
Quest'ultimo nascose un sorriso soddisfatto - tutto andava secondo i piani - e aprì la bocca per rispondere ma gli uscì solo un rantolo soffocato. Abbassò gli occhi sul suo stomaco dove la punta del Keyblade della ragazza aveva trapassato il corpo dell'uomo che crollò a terra senza proferir parola.
"Aqua! Ma sei impazzita?" Eraqus, dopo un secondo di sbigottimento, si precipitò sul cadavere dell'amico dopo aver cercato inutilmente di rianimarlo con un Energiga.
"Mi spiace, Maestro, era l'unico modo" disse chinando il capo e dato che l'altro non accennava a parlare - ancora troppo sconvolto che la sua pupilla avesse appena ucciso Xehanort - continuò "È una lunga storia: perché non ci sediamo e prendiamo una cioccolata calda? Se avrà la pazienza di ascoltarmi le racconterò tutto" e poggiatogli una mano sulla spalla lo condusse dentro.

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