I love you El.. Nina.

di EverybodyHurts
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prefazione. ***
Capitolo 2: *** 1x01 ***
Capitolo 3: *** 1x02 ***
Capitolo 4: *** 1x03 ***
Capitolo 5: *** ANNUNCIO IMPORTANTE! ***



Capitolo 1
*** Prefazione. ***


Eccomi qui con una nuovissima storia! (:
Questa volta ho deciso di dedicarmi ad una fanfiction su Ian Somerhalder e Nina Dobrev perché mi piacciono moltissimo insieme. Ho deciso di scrivere ogni capitolo dal punto di vista di entrambi. In questo modo, chi vorrà potrà seguire l'intera storia narrata da Nina, altrimenti potrà seguirla dal punto di vista di Ian. Oppure (per i lettori più accaniti xD) potrete leggerla in entrambi i punti di vista per capire meglio cosa pensano i nostri due protagonisti. Non voglio annoiarvi ancora, vi lascio alla lettura del capitolo! Mi raccomando, lasciatemi un piccolo commentino. Fa molto piacere leggere i pareri altrui sulle proprie storie. (:
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POV NINA.
 
Quando arrivò la fatidica telefonata, stavo in un bar nel centro con Oscar. Sinceramente non pensavo di avercela fatta, ero piuttosto emozionata al provino e, a volte, l’emozione gioca brutti scherzi. Se fossi stata scelta, avrei passato molto tempo sul set. Questo era senza dubbio il mio più grande progetto. Avrei dovuto interpretare Elena Gilbert e Katherine Pierce, protagoniste della serie di romanzi “Il diario del vampiro” di Lisa Jane Smith. Non si trattava di un film, si trattava di stagioni, composte da circa venti episodi ciascuna. L’idea mi aveva attirata da subito, mi sarebbe piaciuto molto interpretare Elena, la ragazza contesa dai due fratelli Salvatore. Avevo cominciato a leggere quei romanzi un paio di mesi prima del provino e non potevo immaginare che vi avrei preso parte. E invece, volli partecipare. Volevo sperimentare nuovi ruoli, volevo fare ciò che amavo: recitare. Al provino, c’erano centinaia di ragazze che si esercitavano nelle battute che bisognava ripetere davanti ai “giudici”, forse più brave di me. E invece scelsero me.
Squillò il telefono proprio mentre io e Oscar stavamo discutendo davanti ad una cioccolata calda e qualche biscottino. Oscar era il mio ragazzo ma era troppo, troppo geloso e possessivo. Mi privava della mia libertà, mi sentivo soffocata al suo fianco. Quella volta, la causa della discussione era una mia uscita con degli amici del liceo, una rimpatriata. Quello che accadde dopo la telefonata, fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Risposi senza sapere chi mi avesse telefonato: non avevo registrato nessun nome in rubrica con quel numero.
<< Pronto? >> dissi spostando gli occhi da Oscar. Mi fissava con aria indagatrice, voleva sapere chi osava disturbarmi mentre ero con lui, evidentemente.
<< Signorina Dobreva? >> chiese una voce chiara e limpida dall’altro capo del telefono.
<< Sì, sono io. Chi parla? >> chiesi inarcando le sopracciglia. Doveva essere qualcuno di importante, nessuno ormai mi chiamava “Nina Kostantinova Dobreva”. Per tutti ero “Nina Dobrev” e basta. In quel momento poi non stavo affatto pensando al provino.
<< Volevo solamente dirle che il provino è andato bene. Entrambi i ruoli sono suoi. Domani sera è stato organizzato un incontro del cast. A breve le invieremo per e-mail l’indirizzo e l’orario. >>
Dimenticai lo sguardo indagatore di Oscar, concentrandomi a fondo sulle parole che mi erano appena state dette. Gli occhi mi si riempirono di lacrime. Ero fiera di me stessa: ce l’avevo fatta. I ruoli erano miei. Non riuscivo ad aprire bocca, sorridevo e basta.
<< Bè? >> fece Oscar ma io lo ignorai.
<< Ci.. sarò. >> dissi balbettando felice.
Nel momento in cui attaccai, cominciò il terzo grado.
<< Chi era? Dove credi di andare? E con chi? >>
Distolsi lo sguardo dal cellulare e guardai Oscar dritto negli occhi. In un certo senso speravo di poter salvare quello che restava della nostra relazione, perciò decisi di condividere la mia gioia con lui. Sicuramente, pensavo, sarebbe stato entusiasta della notizia. Avremmo trovato il modo di smetterla con tutte quelle discussioni, gli avrei detto che anche io avevo bisogno dei miei spazi e lui avrebbe capito.
<< Sono stata presa, Oscar.. >> dissi asciugandomi una piccola lacrima sul mio viso con la mia sciarpa rosa.
<< Presa dove? >> chiese lui incrociando le braccia circospetto.
<< Ti ricordi quel provino? Te ne avevo parlato e.. sono stata scelta! Mi hanno scelta! >> esclamai agitando le braccia, ancora incredula.
Lui mi fissò. Neanche l’ombra di un sorriso.
<< Tu non ci andrai. >> disse con voce dura.
Il mio sorriso si spense. Inarcai le sopracciglia e lo fissai.
<< Che cosa hai detto? >>
<< Hai capito bene: tu non ci andrai. Non te lo permetto, Nina. >> disse con voce ancora più dura. Lo squadrai. Aveva davvero intenzione di comandarmi a bacchetta? Sapevo fare le mie decisioni e le mie scelte, non avevo bisogno di qualcuno che mi comandasse.
<< Cosa significa che non me lo permetti? Senti Oscar, non so come ti sei comportato con le tue ex, ma non ho intenzione di essere la tua schiava. >> sbottai.
<< Pensi davvero che ti lasci baciare tranquillamente altre persone? >> chiese spalancando gli occhi.
Evidentemente non aveva chiaro il concetto di “attrice”.
<< E’ un telefilm, Oscar. Un attrice deve fare ciò che gli viene chiesto! >> esclamai.
<< E allora trovati un altro mestiere, questo non fa per te. >> disse tranquillamente posando il cucchiaio della cioccolata calda sul piattino e finendo l’ultimo biscotto rimasto.
Ero a dir poco inorridita dalla sua calma. Mi alzai di scatto dalla sedia, presi la mia borsa dal tavolo e feci per andarmene.
<< Dove credi di andare? >> chiese. I suoi occhi verdi spalancati in quel modo mi fecero rabbrividire.
<< Me ne vado. Io ho intenzione di recitare, non m’interessa ciò che dici tu. >> affermai voltandomi.
<< Stai facendo una scelta, Nina. O me o quel dannato telefilm. >>
Chiusi gli occhi.
<< Mi dispiace, ma ho già scelto. >> dissi senza voltarmi. Mi diressi verso la porta ed uscii.
Non poteva permettersi di dirmi cosa fare e cosa non fare, non ero sua. Appartenevo solo a me stessa.
Tornai a casa e la prima cosa che feci fu accendere il mio pc per accedere alla mia e-mail. Puntualissima, l’e-mail con l’indirizzo e l’orario allegato era arrivata. Ristorante “La dolce vita” alle 20.30. Nell’e-mail, inoltre, c’erano anche i nomi di quelli che sarebbero diventati i miei colleghi. I miei occhi si concentrarono soprattutto su due nomi: Paul Thomas Wasilewski e Ian Joseph Somerhalder, i due ragazzi che avrebbero interpretato rispettivamente Stefan e Damon Salvatore. Non vedevo l’ora di incontrare il resto del cast sebbene fossi un po’ agitata.
Quella sera decisi di uscire con le mie migliori amiche Ashley e Kris per dare loro la bella notizia. Ci fermammo su una panchina al parco e cominciammo a chiacchierare.
<< Io e Oscar ci siamo lasciati. >> dichiarai.
Ashley e Kris si voltarono subito verso di me, fissandomi.
<< Cos’è successo? >> chiese Kris.
<< Non lo sopporto più, vuole avere l’esclusiva sulla mia vita. Oggi gli ho detto che mi hanno presa per il provino credendo che lui sarebbe stato felice per me e invece mi ha detto che devo cambiare mestiere perché non devo baciare gli altri ragazzi sul set.. >>
<< Hai fatto bene a lasciarlo. Non può comandarti, non sei di sua proprietà. >> disse Ashley.
Kris non parlava, restava ferma immobile a fissarmi. Siccome era una ragazza precisa e molto attenta all’abbigliamento, pensai di non aver coordinato bene il colore delle mie scarpe alla borsa. Cosa potevo aspettarmi da lei?
<< Sei.. stata.. presa? >> chiese con le lacrime agli occhi.
Io e Ashley scoppiammo a ridere. << Proprio così. >> dissi io.
<< Sei il mio mito Nina! >> urlò Kris facendo voltare una coppia di anziani signori.
<< E anche il mio! Siamo così fiere di te. >> esclamò Ashley a sua volta.
Sorrisi felice di condividere con loro la mia gioia.
<< Per quanto riguarda Oscar.. ha ragione Ashley. Non sei di sua proprietà. >> disse infine Kris. Annuii.
<< Già conosci qualche tuo futuro compagno di set? >> chiese Ashley.
<< mmm.. nell’e-mail c’erano due nomi. Uno non me lo ricordo, l’altro era qualcosa tipo “Ian Smulderer”.. >>
Kris e Ashley mi guardarono. << Cosa? Ian Somerhalder? QUEL Ian Somerhalder? Dici sul serio? >>
<< Un momento, come fate a conoscerlo? >> chiesi sorridendo.
<< Abbiamo visto un suo film qualche tempo fa.. Poi DEVI presentarcelo. >> disse Kris.
Io scoppiai a ridere.
Appena tornai a casa, mi misi subito a dormire. L’indomani mi svegliai decisamente agitata, corsi in cucina, bevvi un sorso di latte direttamente dal cartone e mangiai un croissant. Poi mi sedetti sul divano per prepararmi psicologicamente alla cena.
Qualche ora dopo mi ritrovai davanti all’armadio, senza sapere cosa indossare. Alla fine scelsi un paio di pantaloni neri attillati, una maglietta lunga bianca e un maglioncino grigio sopra. Scelsi un paio di tacchi non molto alti, mi pettinai ed ero pronta. Uscii di casa di corsa, ero in ritardo. Tra un vestito e l’altro non mi ero resa conta del passare del tempo. Arrivata davanti alla porta del ristorante, esitai per un istante. Poi scossi il capo e tirai un sospiro d’incoraggiamento. Aprii la porta e finalmente entrai. Il ristorante era già pieno. Come avrei fatto a trovarli? Poi un cameriere mi raggiunse.
<< Signorina Dobreva? >> chiese gentilmente.
<< Sì. >>
<< La stanno aspettando nella sala privata in fondo al corridoio. >>
Ringraziai e mi diressi di corsa verso la stanza. Stavo per fare una figura decisamente pessima: il primo incontro del cast ed io ero già in ritardo. Mi feci coraggio ed entrai.
Il tavolo era molto lungo e c’era un solo posto libero. Dedussi che l’ultima arrivata ero proprio io. Alcuni avevano già socializzato, altri, i più timidi, se ne stavano per conto loro e si guardavano intorno agitati.
Non sapendo cosa dire, balbettai un: << Buonasera. >>
<< Buonasera! >> dissero gli altri in coro.
Mi sedetti al mio posto. Ero capitata vicino ad un ragazzo dagli occhi di un colore meraviglioso: erano azzurri come il cielo. Gli sorrisi timidamente.
Alla mia sinistra c’era un altro ragazzo con i capelli non molto scuri.
<< Piacere, io sono Ian. >> disse il ragazzo alla mia sinistra, quello dagli occhi meravigliosi.
Nello stesso identico momento, il ragazzo alla mia destra disse: << Piacere, io sono Paul. >>
Scoppiai a ridere.
<< Tu devi essere Nina Kostantinova.. >> disse Ian.
<< Nina, basta! >> conclusi sorridendo.
Lui mi sorrise guardandomi negli occhi e finalmente capii per quale motivo Kris e Ashley erano così eccitate dopo aver pronunciato il suo nome.
Una voce squillante giunse dall’altra parte del tavolo.
<< Hey Nina! Io sono Candice ed interpreterò Caroline, lui è Michael, lei è Kat.. >> disse aggiungendo una lunga lista di nomi accompagnati dal rispettivo nome.
Salutai tutti con la mano sorridendo. Mi sentivo già a mio agio.
Quando arrivò il momento dei saluti, Paul mi disse: << Allora a domani. >>
<< Domani? S’inizia di già? >> chiesi.
<< Esatto, domani si comincia! >> affermò sorridendo.
Salutai tutti gli altri eccetto Ian.. non riuscii a trovarlo. Forse se n’era già andato..
Quando andai a dormire, sperai con tutta me stessa che il momento del primo “ciak!” arrivasse presto.
 
 
POV IAN.
 
Quel pomeriggio mi trovavo in un pub con un branco di pazzi, i miei amici. Stavamo passando un noiosissimo pomeriggio tra birre e carte. Linsday, la mia ragazza, era fuori a fare shopping e non avevo alcuna intenzione di accompagnarla. “Accompagnarla” a fare shopping significava entrare in ogni singolo negozio della città, senza alcuna eccezione. Per questo preferivo di gran lunga passare un pomeriggio con i miei amici, seppure in pub con musica d’altri tempi ed una birra in mano.
<< Scopa! >> urlò John facendo cadere a terra gran parte della birra di Zac.
<< Coglione, non gasarti troppo che stai perdendo. >> disse Zac prendendo la birra di John.
<< Stai perdendo anche tu! >> esclamò Robert già completamente ubriaco.
<< In realtà, nessuno qui dovrebbe gasarsi. Sappiamo tutti chi è il campione di scopa qui. E anche il settebello è mio! >> esclamai.
<< Non sentirti figo solo perché fai l’attore eh.. Per me neanche ti prendono per quel telefilm. >> disse Zac squadrandomi.
Io inarcai le sopracciglia.
<< Non portarmi sfiga, idiota. >> dissi ridendo. Un po’ di tempo prima avevo fatto un provino per un telefilm. Se mi avessero preso, avrei interpretato “Damon Salvatore”, uno dei protagonisti di una serie di romanzi.
<< Ahahahaahhahahahha! Oddio quant’è bella la Luna.. c’è tanta erba quassù! >> disse Robert muovendosi in un modo strano.
<< Certo, come tutta quella che ti fumi tu! >> esclamò John.
Io risi strozzandomi con la birra e questo provocò le risate di tutti gli altri.
<< Secondo me davvero non ti prendono.. tu? Un vampiro? Ahahahha! >> scoppiò a ridere Zac.
<< Cosa c’è di strano? Non sei vittima anche tu del mio fascino? >> dissi sorseggiando allegramente la mia birra.
<< Certo, credici amico. >>
<< So che mi ami, non devi tenerlo nascosto.. Linsday saprà capire! >> urlai facendo voltare la ragazza del bancone che mi fissò allibita.
<< Bello, stai fuori come un balcone. Se continui con quella birra finirai peggio del povero Robert che, poverino, crolla al primo bicchiere. >>
<< Hey lasciatemi in pace, in fondo sono il re dell’Universo.. >> disse Robert.
<< Sì, credici! >> esclamò John dandogli una forte pacca sulla schiena.
All’improvviso il mio cellulare squillò. E’ Linsday che ha finito i soldi, pensai. Guardai il display: non era Linsday.
Risposi. << Pronto? >>
<< Somerhalder? >>
<< Sì, chi è? >> chiesi muovendo le braccia invitando i miei amici a fare silenzio.
<< Volevo solamente dirle che il provino è andato bene. Il ruolo è suo. Domani sera è stato organizzato un incontro del cast. A breve le invieremo per e-mail l’indirizzo e l’orario. >>
<< Va bene, la ringrazio. >> dissi e attaccai. Ce l’avevo fatta.
<< Mi dispiace per te Zac, ma sono stato scelto! >> dissi ridendo.
John, Zac e Robert mi guardarono, increduli.
<< Som ce l’ha fatta! >> urlò John.
<< Sei un grande! >> esclamò Zac.
Robert mi fissò annuendo. Pensavo che avesse recuperato un briciolo di lucidità ma.. mi sbagliavo.
<< Complimenti, quella capra in testa ti sta davvero bene. >>
<< Un brindisi a Ian Somerhalder che a breve diventerà il vampiro più figo della storia! >> urlò John con un bicchiere stracolmo in mano.
Riempii il mio e quello di Zac e insieme brindammo. Il povero Robert si era addormentato poco dopo.
La porta del pub si spalancò ed entrò Linsday con minimo trenta buste. Mi venne incontro con i suoi occhi felici “post-shopping”.
<< Amore, non puoi immaginare neanche cos’ho comprato! >> esclamò indicandomi le buste.
<< Già.. non posso proprio immaginarlo. >> dissi mettendomi le mani nei capelli. Quanti soldi era in grado di spendere in così poco tempo?
Linsday si avvicinò e mi baciò. Ricambiai il bacio dolcemente, portando le mie mani sui suoi fianchi. Per farlo, ci misi cinque minuti buoni: dovevo farmi spazio tra le buste.
Bruscamente si allontanò. << Ian Joseph Somerhalder, ti ho già detto che non devi bere. Puzzi di birra. E non devi venire in questo posto. E devi farti la barba, altrimenti mi pungi con quei dannati aculei. >>
<< Ma.. >> cominciai.
<< Niente ma! Ora andiamo subito a casa tua e ti fai una doccia. >> disse prendendomi per la t-shirt costringendomi a seguirla. Mi voltai verso i miei amici che scossero il capo. A volte, quella ragazza era davvero insopportabile.
<< Hey Lins, mi hanno preso per quel ruolo! >> esclamai.
Lei fece spallucce.
<< Per il momento è più importante la doccia! >> disse lei scuotendo la sua massa di capelli ricci e biondi. Io la fissai allibito e non dissi nulla. Neanche un “complimenti”? Neanche un misero sorriso?
Una volta arrivati a casa, entrai nella doccia senza dirle niente.
<< Chi è questa tizia che ti manda e-mail? >> chiese dall’altra stanza.
<< Ti ho già detto che non devi entrare con il mio account. >> urlai.
<< Non c’è bisogno di urlare, ci sento benissimo. Chi è? >>
<< Non lo so. Che c’è scritto? >>
<< Domani sera al ristorante “La dolce vita” alle 20.30 con Nina Kostantin… CHI E’ QUESTA NINA? >> urlò lei.
Uscii dalla doccia, mi infilai l’accappatoio e raggiunsi Lins.
<< Prima ti ho detto che sono stato scelto per il ruolo di cui ti avevo parlato. Domani sera c’è l’incontro con il resto del cast! >> sbottai.
<< Va bene, ma non arrabbiarti ora. >> disse alzandosi dalla mia sedia e avvicinandosi a me.
<< Sai, sei così sexy.. >> disse aprendomi leggermente l’accappatoio.
Scansai la sua mano bruscamente.
<< Senti Linsday, penso che ora tu dovresti andartene. >>
<< Mi stai cacciando? >> chiese avvicinandosi ancora alle mie labbra.
<< Proprio così. >> conclusi riallacciandomi l’accappatoio.
Lei, offesa, si voltò e uscì di casa. Le avevo detto mille volte che non doveva permettersi di aprire la mia casella elettronica. Corsi a cambiare la mia password. Non avevo nulla da nascondere ma il semplice fatto che lei controllasse ogni mia mossa mi dava sui nervi.
Mi misi il pigiama e la sera restai a casa a guardare una partita.
Il giorno dopo realizzai di essermi addormentato sul divano. Era già 12.00. Di raro ero così dormiglione. Pranzai con un panino al volo ed una lattina di coca-cola. Andai a fare una passeggiata nel parco, amavo perdermi tra la natura. Mi ero completamente dimenticato dell’appuntamento di quella sera così, quando l’orologio della chiesa vicino alla piazza segnava le 20.00, corsi all’impazzata verso il mio appartamento. Scelsi un paio di jeans scuri, una t-shirt nera e un paio di scarponi. Spruzzai un po’ di profumo, diedi una veloce pettinata ai miei capelli ribelli ed uscii. Fortunatamente, il ristorante scelto non era molto distante dalla mia casa. Entrai ed un cameriere molto giovane mi venne incontro.
<< Lei dev’essere il signor Somerhalder.. >>
<< Sì, sono proprio io. >>
<< La stanno aspettando nella sala in fondo al corridoio. >>
<< Grazie mille. >> dissi io.
Ero in ritardo? Impossibile, erano appena le 20.31. Infatti, quando entrai, la maggior parte dei posti era vuota. Mi sedetti vicino ad un ragazzo che subito si presentò.
<< Piacere, io sono Michael.. >> disse porgendomi la mano.
<< Piacere mio, sono Ian! >> dissi stringendogli la mano.
A poco a poco la stanza cominciò a riempirsi. Tutti erano davvero gentili e cordiali, si presentarono con un ampio sorriso stampato in volto.
Erano le 20.45 e mancava solamente una ragazza.. la ragazza che avrebbe interpretato Elena e Katherine. L’unico posto disponibile era quello tra me e Paul.
All’improvviso la porta si spalancò. Vidi una ragazza davvero carina. Aveva i capelli marroni e gli occhi dello stesso colore.
<< Buonasera. >> disse balbettando.
<< Buonasera! >> rispondemmo in coro.
Raggiunse il suo posto ed io, come per farle coraggio le sorrisi e lei ricambiò.
<< Piacere, io sono Ian. >> iniziai.
Nello stesso identico momento, Paul disse: << Piacere, io sono Paul. >>
Scoppiammo a ridere tutti e tre. Io e Paul avevamo un tempismo a dir poco perfetto.
<< Tu devi essere Nina Kostantinova.. >> dissi io, sperando di aver detto il suo nome correttamente. Lei mi guardò sorridendo.
<< Nina, basta! >>
Fissai per qualche secondo i suoi bellissimi occhi a cerbiatto e sorrisi.
Intanto gli altri si presentavano alla nuova arrivata.
La cena passò piuttosto in fretta e già avevo cominciato ad ambientarmi. Non che per me fosse un problema, ero sempre molto aperto e socievole.
Poi però, al momento dei saluti, accadde qualcosa di spiacevole: squillò il telefono. Zac.
<< Ian, mi dispiace rovinarti la tua serata ma.. >>
<< E’ successo qualcosa? >> chiesi preoccupato.
<< Sono uscito un attimo per comprare le sigarette e ho incontrato Linsday.. non era sola. >>
<< Con chi era? >> chiesi.
<< Con un ragazzo e.. si baciavano. Mi sembrava giusto avvisarti. >>
<< Hai fatto bene Zac.. grazie. >>
<< Figurati.. scusa. >>
<< Non devi scusarti. Buonanotte. >> dissi e attaccai.
Lasciai il ristorante senza dire niente a nessuno, senza salutare. Non era un gran gesto ma, sinceramente, l’ultima cosa di cui avevo voglia era parlare con qualcuno. 

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Capitolo 2
*** 1x01 ***


Grazie davvero a tutti voi per aver letto la prefazione della mia storia! (: Spero con tutto il cuore che vi abbia incuriosito. In fondo c'è "l'angolo dell'autrice". Spero che questo capitolo vi piaccia. Come al solito aspetto una vostra recensione. (: Un grosso bacio, ci si vede in fondo. :3
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POV NINA.

 
Quella mattina mi alzai più agitata del giorno prima. Ero contenta perché volevo recitare, ma le prime riprese sono sempre quelle che ti lasciano più agitazione nel corpo, più paura. Paura di sbagliare troppe volte una scena, paura del giudizio dei tuoi colleghi che potrebbero avere più esperienza di te. L’imbarazzo di dover affrontare determinate scene con persone che “conosci” da meno di un giorno, facendo credere agli spettatori che vi conoscete da una vita. Non c’era ancora abbastanza feeling tra noi, sarebbe stato difficile. Ma questo era quello che accadeva su tutti i set.
Presi un biscotto al cioccolato, sperando che quest’ansia passasse in fretta. Non ero così ansiosa di solito, forse c’era qualcos’altro che mi bloccava, qualcos’altro di cui non ero a conoscenza. Mi ero svegliata in anticipo per fare una sana e nutriente colazione e farmi una doccia lunghissima e rilassante. Tutto quello che riuscivo a fare, però, era girare a vuoto nella sala da pranzo con una scatola di biscotti al cioccolato in mano. Di tanto in tanto spostavo gli occhi verso l’orologio appeso nella sala da pranzo e realizzai che, se volevo davvero arrivare lì puntuale evitando altri ritardi dovevo riporre quella scatola di biscotti nella dispensa e farmi questa benedetta doccia. Andai in bagno ed entrai. Lasciai che l’acqua bollente mi riscaldasse. La doccia aveva il potere di calmarmi in pochi istanti, soprattutto se l’acqua era bollente. Uscii finalmente rilassata, la doccia aveva avuto l’effetto desiderato. Infilai un paio di jeans ed una t-shirt rossa. Mi pettinai velocemente, tanto ci avrebbero pensato i truccatori e i costumisti al resto. Corsi verso la porta di casa, pronta per uscire.
Il giorno prima avevo dimenticato il computer acceso. Controllai velocemente il mio indirizzo e-mail. Concentrai la mia attenzione sulla prima e-mail contrassegnata come “urgente” e lessi velocemente.
 
<< Questo è il copione della prima puntata, se crede può improvvisare. >>
 
Oh cavolo, pensai. La sera prima non avevo controllato le e-mail e, ovviamente, non avevo imparato a memoria il copione. Come avrei fatto ad impararlo in pochi minuti? Perché ero così sbadata? Come potevo pensare che sarei arrivata sul set e avrei recitato senza sapere quali battute avrei dovuto pronunciare? Il bello era che io ero la protagonista, di conseguenza prima puntata o non, avevo parecchie battute. Stampai i fogli sperando che le cartucce della mia stampante funzionassero ancora.
<< Per favore, per favore, per favore.. >> sussurrai incrociando le dita.
<< Sì! >> urlai quando vidi i fogli uscire dalla stampante. Li presi uno ad uno, li sistemai in una cartellina trasparente ed uscii di casa. Scesi velocemente le scale e per la fretta mi accorsi di aver dimenticato la borsa.
<< Quanto sono stupida! >> urlai.
Tornai velocemente su facendomi ancora una volta le scale di corsa. Presi la borsa ed uscii, sempre correndo. Sicuramente il mio viso era più rosso di un peperone: i truccatori avrebbero avuto un bel daffare con me. Ero un caso disperato.
Arrivata sul set, molti mi stavano aspettando. Candice, Kat e Michael mi salutarono con la mano ed io ricambiai. Notai che erano già perfettamente truccati.
<< Vai in quello stanzino, truccheranno anche te! >> disse Candice.
Ringraziai e seguii il suo consiglio. Quella ragazza era davvero molto gentile, sorrideva sempre.
Entrai nello stanzino che mi era stato indicato e per sbaglio urtai Paul che era appena uscito.
<< Buongiorno Nina. >>
<< Hey Paul, come va? >> chiesi sorridendo. Paul mi stava simpatico, nonostante avessi parlato con lui pochissime volte.
<< Tutto bene. Come ti sembro nei panni di Stefan? >> mi chiese ridendo.
Solo in quel momento notai che anche lui era truccato.
<< ..perfetto! >>
<< Ti ringrazio. Dentro ti stanno aspettando! >> disse Paul indicandomi una porta sulla destra dello stanzino. >>
Ringrazia con un cenno del capo ed entrai.
<< Hey, ben arrivata! >> esclamò una ragazza molto giovane che mi fece sedere su una sedia di fronte ad un enorme specchio.
<< ..scusa il ritardo ma ho avuto parecchi contrattempi questa mattina.. >> dissi mordendomi il labbro inferiore.
<< Figurati, ho appena finito di truccare Paul. Anche se fossi arrivata prima avresti dovuto aspettare, quindi non preoccuparti. Piacere, io sono Jules. Non c’è bisogno che ti presenti, so che sei Nina Dobrev! >> mi disse porgendomi la mano e sorridendo.
Le strinsi la mano e risposi con un semplice: << Piacere mio, Jules! >>
Jules cominciò a truccarmi accuratamente, stando attenta ad ogni dettaglio. Aveva ogni genere di trucco, pettine e cose varie.
Una mezz’oretta più tardi, aveva finito.
<< Eccoti qui, perfetta! >> esclamò battendo le mani. Io accennai un sorriso: era davvero brava.
Uscii dallo stanzino e vidi il resto del cast chiacchierare animatamente. Mi unii a loro.
<< oh, ecco qui la nostra Elena! >> disse una signora battendo le mani. La riconobbi subito, era al provino. Julie Plec.
<< Siamo pronti, quindi. >> disse Kevin sorridendomi.
<< Bene, questo è un momento decisamente emozionante per me e per Kevin. Oggi gireremo la prima puntata, le scenografie sono già tutte pronte. Non vorrete mica mettere in discussione il nostro operato, vero? >> chiese e noi scoppiammo a ridere.
<< Abbiamo una squadra di sceneggiatori fantastici che svolgono il proprio lavoro alla grande, in poco tempo. Ieri sera avete ricevuto il vostro copione, se non l’avete imparato non c’è problema. Vogliamo qualcosa di vostro nel personaggio, vogliamo che mettiate tutti voi stessi in ogni ruolo. So che darete il meglio, altrimenti non sareste qui oggi. Perciò, diamoci da fare e mettiamoci al lavoro! >> disse Kevin energicamente. Tutti, eccitati, esultarono.
Sembra strano dirlo ma.. le prime scene andarono alla grande! La scena più emozionante fu quando il mio personaggio vide Stefan per la prima volta. Dovevo far capire a chi avrebbe guardato il telefilm che già ero interessata a Stefan Salvatore. Era una scena molto intensa. Gran parte della puntata era formata da sguardi e sorrisi, sorrisi e sguardi. Era una cosa decisamente dolce.
Al termine della puntata tutti si complimentarono con me ed io non potei far altro che restituire i complimenti. Tutti erano stati grandiosi, finalmente capivo il perché di quelle scelte. Tutti si erano dimostrati davvero competenti.
Poi però mi venne un dubbio. Ian? Dov’era Ian?
Mi avvicinai a Paul che era quello con cui avevo “legato” di più.
<< Dov’è Ian? >> chiesi.
<< Oggi non aveva molte scene, giusto un paio. Se n’è andato subito. Non aveva scene con te, giusto? >>
<< No, non l’ho proprio visto, neanche questa mattina.. >>
<< Venerdì lo vedrai di sicuro.. >> disse sorridendomi.
<< Venerdì? Domani...? >>
<< No, si gira il Lunedì e il Venerdì. Se dovessero esserci cambiamenti ti avvisano. >>
<< Sempre l’ultima a sapere le cose.. >> dissi scuotendo il capo.
<< ahahahah! Ti lascio il mio numero, così se hai bisogno di chiarimenti.. >>
<< Grazie mille. Tieni, ecco il mio cellulare. >> dissi porgendogli il mio telefono. Velocemente digitò le cifre del suo numero. Feci lo stesso con il suo telefono.
<< Ora devo andare. A presto Nina, è stato un piacere girare con te. >> disse Paul con il suo sorriso a 32 denti.
<< Ciao Paul, è stato un piacere anche per me! >>
Mi fece l’occhiolino e si allontanò. Salutai gli altri e mi diressi verso casa.
Kris e Ashley mi avevano lasciato minimo trenta messaggi in segreteria. “Com’è andata?”, “Richiamami pesto”, “Salutami Ian”, “Non prenderti Ian perché è mio”,  “Cos’avete fatto oggi?”..
Sorrisi e decisi di richiamarle. Digitai il numero di Ashley che ormai sapevo a memoria. Non chiamai anche Kris, sicuramente erano insieme.
<< Proooooooooonto Nina! >> urlò Ash dall’altro lato del telefono.
<< Hey! Sei con Kris? >> chiesi.
<< Sì, aspetta che metto il vivavoce. >>
<< Hey amore mio! >> urlò Kris.
<< Com’è andata oggi? >> mi chiese Ashley.
<< Oh, alla grande, sono tutti molto simpatici e mi sento a mio agio. >>
<< E Ian? >> chiese Ashley.
<< Sapevo che mi avreste fatto questa domanda.. ahaha! Oggi non l’ho visto per niente, non avevamo scene insieme. >>
<< Ma che peccato.. quando girerete insieme? >> chiese Kris.
<< Salvo imprevisti, Venerdì. >> risposi.
<< Tienici aggiornate! >> urlarono in coro.
<< Ora vi lascio perché sono molto stanca. Ciao ragazze, divertitevi! >>
<< Buonanotte piccola attrice! >>
Corsi in cucina: stavo morendo di fame. Preparai velocemente un piatto di pasta al sugo e lo divorai in pochi minuti.
Sebbene l’agitazione fosse sparita, ancora provavo un po’ d’ansia. Non sapevo bene per quale motivo. Forse perché avrei dovuto recitare con Ian Somerhalder? Non sapevo perché nella mia mente Ian era diverso dagli altri, era come se gli attribuissi un diverso grado d’importanza. In fondo Ian, nella mia vita, era al livello di tutti gli altri che avevo appena conosciuto; invece no, ero ansiosa per il semplice fatto che tra pochi giorni avrei recitato con lui. Poi scossi il capo.
<< Nina, Nina, quanto sei stupida.. >> dissi a voce alta.
In quel momento realizzai che Kris e Ashley mi stavano contagiando. Ian non era nessuno per me, avrei semplicemente fatto quello che dovevo e amavo fare: recitare, senza nessun ostacolo. Avrei conosciuto Ian e – speravo – saremmo diventati amici, un po’ quello che stava accadendo con Paul. Avrei recitato nello stesso identico modo in cui avevo recitato quel giorno con persone poco più che sconosciute. Sarebbe stata la stessa identica cosa. Decisi di andare a dormire per mettere fine a quei miei pensieri estremamente contorti.
Poi però il suono del cellulare mi fece cambiare idea. Un sms. Oscar.
 
Nina, mi manchi da impazzire.
 
Turbata, non risposi al messaggio. Ero stata davvero innamorata di lui, una volta. Mi dispiaceva mettere fine alla nostra relazione, perché tre anni insieme non si possono dimenticare. L’unica cosa che mi chiesi però, fu: come avevo fatto a sopportarlo per tre anni?
 
POV IAN.
 
Tornato a casa, aprii la mia casella e-mail. Mi era arrivato il copione. Lo imparai in pochi istanti, nella prima puntata avevo poche battute. Immedesimarmi in un personaggio era l’unica cosa che in quel momento mi faceva sentire meglio.
Ad un certo punto i miei occhi stanchissimi chiesero pietà: abbandonai il copione e mi accasciai sul comodo letto.
Mi svegliai quando sentii la porta di casa aprirsi. Sbadigliai e mi stiracchiai. Quella notte avevo dormito davvero male.
Linsday entrò nella mia camera sorridente con un involucro bianco che emanava un profumo dolce. Avrei voluto prenderla a pugni: entrava sorridente nella mia camera dopo avermi tradito? Decisi di non dirle nulla riguardo alla telefonata della sera prima, volevo vedere se aveva un po’ di coraggio e un po’ di sincerità dentro a quel corpo vuoto, ricoperto solo da abiti firmati e trucchi. Volevo vedere se era capace di dirmi la verità. Perché dovevo sempre sapere tutto dagli altri?
<< Amore mio, ho portato i croissant, ovviamente senza zucchero altrimenti ingrassi. Hai preparato il caffè? >> chiese con la sua voce squillante. Amore mio? Non mi ero neanche alzato, come pretendeva che avessi già preparato il caffè?
Aprì di scatto le finestre e, d’impulso, i miei occhi si chiusero per la troppa luce. Controvoglia mi alzai dal letto e mi diressi verso il bagno, ignorandola.
<< Cucciolo, non mi saluti nemmeno? >> mi chiese bloccandomi e avvicinandosi alla mia bocca.
<< Direi di no. >> risposi scansandola violentemente. Lei andò a sbattere contro l’armadio e mi guardò furiosa.
<< Qual è il tuo problema? >>
<< Il mio problema? Momentaneamente sei tu. >> dissi squadrandola incrociando le braccia al petto.
Lei mi fissò e io mi voltai. Volevo farmi una doccia in santa pace e cercare di scrollarmi di dosso quella bastarda.
<< Io? Cosa ti ho fatto? >> chiese con una vocina flebile, come per dimostrare la sua innocenza.
<< Evidentemente bacia meglio di me.. >>
<< Chi? >> chiese lei alzando la voce.
Sorrisi. << Quello con il quale stavi facendo la troia ieri sera. >> dissi io guardandola negli occhi.
Linsday divenne rossa in volto e aprì la bocca, non sapendo cosa dire. Cominciarono a tremarle le gambe e le caddero di mano i croissant.
<< Capisco il tuo imbarazzo, sai? Fossi in te mi nasconderei dalla vergogna. >> le dissi.
<< Sen..ti.. Ian.. io.. non.. cioè.. era un momento di.. >>
<< ..debolezza? Oh sì certo, chi non ha mai usato questa scusa? >>
<< Per favore, per me esisti solo tu.. >> disse avvicinandosi, ma io la respinsi.
<< Esci da questa casa. >>
<< Lasciami almeno.. >>
<< Esci. Da. Questa. Casa. >>
<< Ma.. >>
<< ESCI DA QUESTA CASA. >> sbottai stringendo i pugni.
I suoi occhi si riempirono di lacrime, poi si ricompose in pochi secondi.
<< Sai che ci perdi solamente tu, vero? >> mi chiese con aria di sfida.
<< E cosa potrò mai perderci? Una troia? >>
Lei si irrigidì.
<< Me ne vado da qui. >>
<< Non aspetto altro. >>
Lei si diresse verso la porta ma la bloccai.
<< Hai dimenticato i tuoi croissant. >>
Lei si voltò, ritornò nella mia camera da letto e li raccolse.
<< Ah, Lins.. devo dirti una cosa.. >>
Linsday si voltò sorridente, credendo che volessi chiederle scusa o qualcosa di simile.  Se davvero lo pensava, si sbagliava di grosso.
<< Il caffè fattelo da sola. >> bisbigliai sorridendo.
Lei scappò furiosa con i croissant in mano. In quel momento mi sentivo un perfetto stronzo. La vendetta aiuta, a volte, ma non migliora le cose. Comunque sia dopo averle detto ciò che pensavo su di lei, mi sentivo più libero.
Mi feci una doccia poi, avvolto dall’accappatoio, mi preparai un caffè e ripassai il copione. Mi sarei sfogato al massimo sul set, avrei impersonato Damon al meglio con tutta la rabbia che avevo in corpo. Aspettavo solo di arrivare lì, dire ciò che avevo da dire e andarmene.
Mi vestii in fretta ed uscii.
Ero decisamente in ritardo. Lessi velocemente l’elenco delle truccatrici che ci avrebbero accompagnato nel corso delle stagioni. I miei occhi furono attratti da un solo nome. Jules Leghminton. Corsi verso lo stanzino. Avevo conosciuto Jules qualche tempo prima, faceva l’aiuto regista in un mio precedente film. Con lei avevo avuto un rapporto molto speciale, eravamo molto amici. Poi però ci eravamo persi di vista a causa dei molti impegni lavorativi di entrambi. Non potevo crederci, l’avrei rivista!
Aprii di scatto la porta. Riconobbi subito i suoi capelli, la sua figura esile. Era molto occupata nel sistemare spazzole, pettini e trucchi. La guardai attraverso l’enorme specchio. Poco dopo alzò gli occhi e i nostri sguardi si incrociarono nel riflesso dello specchio.
<< Ma tu sei.. Ian! >> urlò Jules. Le corsi incontro e l’abbracciai. Con poca forza, riuscii a sollevarla da terra, era davvero leggera. Lei circondò i miei fianchi con le sue gambe, come aveva sempre fatto.
<< Jules.. mi sei mancata tantissimo. >> dissi perdendomi tra i suoi morbidissimi capelli.
<< Non posso crederci, sei davvero tu? >> chiese accarezzandomi la nuca.
<< Quando ho letto il tuo nome sull’elenco.. non potevo crederci. >>
<< Quindi tu sei il nostro Damon! >> esclamò contenta.
<< Così sembra. >>
<< Come ti va la vita? >> mi chiese.
<< Non bene.. oggi ho lasciato la mia ragazza perché ieri ha baciato un altro. >> le dissi.
<< Bastarda. Come può farsi scappare un ragazzo come te.. >>
Scoppiai a ridere e le sorrisi.
<< Vabbè, devo svolgere il mio mestiere, ovvero truccarti. Anche perché sei in ritardo. Gli altri stanno già girando! >>
Allentai la presa e la feci scendere. Mi fece accomodare sulla poltroncina di fronte allo specchio e cominciò ad armeggiare con i suoi strumenti.
Quando ebbe finito, mi alzai dalla sedia e feci per andarmene.
<< Ian.. sono davvero felice. Mi sei mancato anche tu. >> mi disse guardandomi negli occhi. Io le sorrisi dolcemente poi corsi fuori.
<< Ian, finalmente sei arrivato! Devi girare la scena con Caroline e quella con Stefan. Ora Paul è impegnato con Nina, intanto facciamo quella con Caroline, ci vogliono pochi secondi. >> disse la Plec.
Dopo aver girato la scena con Candice, Paul mi raggiunse.
<< Eccoti! >>
<< Hello brother! >> ironizzai.
Lui scoppiò a ridere.
<< Siete pronti? Ian, ricordati che sei il cattivo della situazione, non deve trapelare un minimo della tua umanità dall’interpretazione. E tu Paul, ovviamente sei il portatore di pace. >> ci disse Kevin. Noi annuimmo.
Ero pronto per quella scena, non vedevo l’ora di dare il meglio di me.
<< Damon. >>
<< Ciao fratellino. >>
<< Il cervo mi sembra troppo, non credi? >>
<< STOOOOOP! Paul, quale cervo? Il corvo, il corvo! >> urlò Kevin.
Paul scoppiò a ridere e io lo seguii. Ricominciammo.
<< Damon. >>
<< Ciao fratellino. >>
<< Il corvo mi sembra troppo, non credi? >>
<< Aspetta di vedere cosa faccio con la nebbia. >>
<< Quando sei arrivato? >>
<< Non potevo mancare al tuo primo giorno di scuola. Hai cambiato i capelli: mi piacciono. >>
<< Sono passati quindici anni.. Damon! >>
<< Grazie al cielo! Non li sopportavo più gli anni 90. Quell’orribile stile Grunge.. non ti donava! Ricorda Stefan: è importante non farsi trascinare dalla moda. >>
<< Perché sei qui? >>
<< Mi mancava il mio fratellino. >>
<< Odi le cittadine: sono noiose, non c’è niente da fare. >>
<< Ho trovato il modo per tenermi occupato.. >>
<< Sai che la ragazza di stasera è ancora viva? Sei stato maldestro. >>
<< Ahh.. potrebbe essere un problema.. per te. >>
<< Perché sei tornato ora? >>
<< Potrei fare a te la stessa domanda anche se sono alquanto sicuro che potrei riassumere tutte le risposte con una sola parola: Elena. Mi ha lasciato senza fiato.. Elena. E’ identica a Katherine. Funziona Stefan? Stare con lei, far parte del suo mondo, ti fa sentire vivo? >>
<< Lei non è Katherine. >>
<< Beh, speriamo di no. Sappiamo entrambi com’è andata a finire. Dimmi una cosa: quand’è che hai mangiato qualcosa di meglio di uno scoiattolo? >>
<< Conosco il tuo gioco, Damon, non funzionerà. >>
Rabbia, Ian. Mettici rabbia.<< Ah no? Ma dai, non muori dalla voglia? >>
<< Smettila. >>
Ancora di più, avanti.Non devi sentirti in colpa se l’hai lasciata, ha avuto quello che meritava.<< Perché no? Insieme. Ho visto un paio di ragazze là fuori. Non perdiamo altro tempo. Andiamo al sodo.. da Elena! >>
<< Smettila! >>
<< Immagina il sapore del suo sangue. Io ci riesco. >>
<< Ti ho detto di smetterla! >>
Volo dalla finestra.
<< Sono sorpreso: ti do un 6. Non hai molto stile ma sono piacevolmente sorpreso. Molto bravo con la cosa dell’ AAAAAARGH. Divertente. >>
<< Certo.. per te è solo divertimento. Ma ovunque tu vada muore gente. >>
<< E’ un dato di fatto. >>
<< Non qui. Non te lo permetterò. >>
<< La prenderò come una sfida. >>
<< Damon.. ti prego. Dopo tutti questi anni non potremmo smetterla? >>
<< Io ti ho promesso un’eternità di sofferenze: mantengo la parola. >>
<< Devi stare lontano da Elena. >>
<< Dov’è il tuo anello? Ss.. ah già.. il sole sorgerà tra un paio d’ore e.. PUFF! Cenere alla cenere. Ahahah! Tranquillo.. ce l’ho qui! >>
Prendo l’anello e scaravento Stefan contro il muro.
<< Dovresti aver capito di non essere più forte di me! Hai perso questa battaglia quando hai smesso di nutrirti degli umani. Io non ci riproverei più. Forse abbiamo svegliato Zach.. Scusa Zach! >>  
Fine della scena.
<< Siete stati perfetti, perfetti! >> urlarono Julie e Kevin.
Io e Paul ci abbracciammo.
<< Metti davvero paura nei panni di Damon. >> mi disse Paul.
Scoppiai a ridere. << E’ stato un piacere girare con te per la prima volta. >>
<< Anche per me, Ian. >> disse e gli sorrisi.
Presi le mie cose e andai al parco per un po’, cercando di scacciare dalla mente certi pensieri e di pensare solo all’occasione che mi era stata data.

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Grazie alle 3 personcine che hanno recensito la prefazione! *w*
Grazie alle 4 personcine che l'hanno aggiunta ai preferiti! *w*
Grazie alle 7 personcine che l'hanno aggiunta tra le storie seguite! *w*

Ragazze, davvero. Io non so che dire, sono commossa. :')
Grazie ancora. *-*




 

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Capitolo 3
*** 1x02 ***


Ciaaaao a tutti! :3
Sono una frana, vi ho fatto aspettare un'eternità per questo capitolo! Il problema è che sono parecchio impegnata con la scuola ><
Spero che non vi siate già dimenticati di me! (: 
Mi piace sapere cosa ne pensate quindi con una recensione mi farete felice. <3
Non mi dilungo oltre, buona lettura. *w*
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1x02
POV NINA.
 
<< E va bene Ashley, arrivo. >> dissi alla mia amica che mi stava implorando di andarla a trovare visto che una breve telefonata non le era bastata. Ovviamente lei e Kris volevano sapere ogni minimo particolare.
<< Brava Nina, così si fa! >> urlò Kris e riuscii a sentirla, nonostante fossi al telefono con Ashley.
Sorrisi e riattaccai. Sorseggiai un po’ del mio succo d’arancia, mi vestii in fretta e mi precipitai fuori casa. Affrontai le scale correndo, come facevo molto spesso ormai. Non pensavo a quello che facevo: ero molto distratta. Per questo quando scontrai per sbaglio un ragazzo che stava salendo le scale facendo rovesciare le buste della spesa che portava, per poco non me ne accorsi.
<< Scusa, io non.. >> farfugliai prima di guardarlo negli occhi.
Lui accennò un << non preoccuparti, capita. >>
Poi mi guardò e spalancò lievemente la bocca.
<< Nina. >>
Riconobbi in un lampo il tono della sua voce.
<< Jason! >>
All’improvviso mi abbracciò ed io ricambiai la stretta. Jason era un mio compagno di classe delle superiori. Quando cambiai scuola, non conoscevo nessuno nella nuova classe ma non potrei mai dimenticare il primo giorno di scuola quando, sebbene non mi conoscesse, Jason si sedette vicino a me, mi aiutò ad ambientarmi ed a sentirmi a mio agio. Siamo stati molto amici e, negli ultimi tempi eravamo stati anche insieme. Poi però ci eravamo persi di vista perché lui aveva deciso di trasferirsi in Italia per qualche anno e mi aveva proposto di seguirlo ma.. io non mi sentivo pronta.
<< Devo rimediare a questo casino.. >> disse sorridendo riferendosi alla spesa che si era sparsa per terra a colpa della mia sbadataggine.
<< Lascia che ti aiuti. >> dissi chinandomi e raccogliendo quanto possibile.
<< Come mai da queste parti? >> mi chiese.
<< Ehm.. io vivo qui, quarto piano numero 8. Tu piuttosto? >>
<< Sono il tuo nuovo coinquilino, mi sono trasferito qui qualche giorno fa. >>
<< E’.. grandioso. >> dissi sorridendo. Ero contenta di averlo rivisto, speravo che un giorno riuscissimo a tornare amici come un tempo.
<< Credo che quella sia irrecuperabile.. >> dichiarò indicando una bottiglia di birra distrutta.
<< Lo credo anche io.. vado a prendere qualcosa per pulire.. >>
<< No, non preoccuparti. Se scendevi le scale così frettolosamente, evidentemente hai qualcosa d’urgente da fare. Ci penso io. >> mi disse sorridendo.
<< Dici sul serio? >>
<< Certo, non preoccuparti. E’ stato un piacere rivederti Nina. >>
<< Anche per me, Jason.. >>
Sorrisi e mi diressi verso la porta principale, cercando di evitare “gli ostacoli” lasciati sulle scale a causa mia.
<< Ah, Nina! >> esclamò ed io mi voltai.
<< Mi stavo chiedendo se magari.. una di queste sere possiamo.. uscire. >>
<< Certo, sarebbe fantastico. Sai dove abito. >> gli dissi.
Lui annuì, lo salutai con la mano ed uscii di casa.
Ero stata così tante volte a casa di Ashley che il cemento sembrava essere stato consumato dal mio andirivieni. Bussai delicatamente alla porta ed un secondo dopo Kris ed Ash vennero ad aprirmi ridacchiando e urlando dalla gioia.
<< Dicci tutto, avanti! >> urlarono all’unisono. Avevano le stesse idee contemporaneamente: non era la prima volta che le sentivo dire le stesse cose nello stesso istante. Non era la seconda volta, né la terza, né la quarta: era da quando le conoscevo (praticamente da sempre) che parlavano all’unisono ed io le adoravo anche per questo.
<< Beh, ho girato e.. sono stati tutti molto contenti di me e.. Venerdì torno sul set.. >> balbettai confusamente.
Loro annuivano interessate.
<< Vogliamo i dettagli! >> urlò Kris.
Io scossi il capo sorridendo. << Avete intensione di lasciarmi sulla porta per il resto della giornata? >> chiesi.
Loro scoppiarono a ridere e mi invitarono ad entrare. Kris e Ashley vivevano insieme dal loro diciottesimo compleanno e mi avevano proposto di unirmi a loro ma io avevo rifiutato perché, nonostante le adorassi con tutta me stessa, non ero pronta ad abbandonare la mia libertà. Volevo uno spazio in cui stare sola con i miei pensieri e con la mia musica, una parte “incontaminata” della mia vita dove rifugiarmi al termine della giornata senza dover rendere conto a nessuno. Amavo la mia indipendenza.
Ogni volta che entravo in quella casa rimanevo stupita dal disordine che regnava: come riuscivano a far tanta confusione?
Mi feci spazio tra le tante borse sparse nel piccolo corridoio ed inciampai in una scarpa abbandonata sul pavimento. Loro ridacchiarono.
<< Quanto siete disordinate.. >>
<< Non è vero. Sei tu che non apprezzi l’arte moderna! >> disse Ashley fingendosi seria.
Scossi il capo ridendo.
Mi sedetti sul divano di pelle del salotto facendomi spazio tra gli abiti lasciati lì e Ash e Kris seguirono il mio esempio.  
<< Dettagli? >> chiese Kris irrequieta incrociando le braccia al petto.
<< Dettagli.. beh. Non posso dirvi nulla. Vedrete gli episodi tra un po’, dai! >> dissi io e loro spalancarono la bocca incredule.
<< Che cosa? >> urlarono.
<< Esatto, non riuscirete a convincermi. >> dissi risoluta.
<< Lo sai che sei una.. >> cominciò Ashley.
<< ..ragazza che fa il suo lavoro senza rilasciare spoiler alle sue migliori amiche invadenti? >> conclusi.
<< Non siamo invadenti! >>
<< Sto scherzando! >> dissi gustando le loro facce indispettite.
<< Se vi rilasceranno qualche dvd come ricordo o roba simile.. sai a chi devi farlo vedere per prime, vero? >> chiese Kris in tono di sfida.
Io scoppiai a ridere e annuii.
<< Ma certo, a Jason. >>
<< Chi diavolo è Jason? >> domandò Ashley.
<< Ti ricordi il ragazzo dell’Italia.. >>
<< Ah, quel Jason. Mi hai delusa piccola Nina. >> concluse Kris.
<< Ma è ovvio che le prime a vederlo sarete voi! >> esclamai. Loro batterono le mani e cominciarono a ballare davanti al divano.
<< Ora abita vicino a me.. >>
<< Jason? >>
<< Sì, si è trasferito.. >>
<< Vi siete già incontrati? >>
<< Sì, stamattina. Mi ha chiesto di uscire e ho accettato.. >> dichiarai.
<< Brava Nina! >> urlò Kris con gli occhi a cuoricino.
<< E’ solo un amico, non provo più niente per lui. >> dissi convincendomi della veridicità di quelle parole. Quell’incontro però.. quell’incontro aveva svegliato qualcosa in me ed io non sapevo spiegarlo.
<< Ora devo andare, ci sentiamo presto ragazze! >>
<< Già vai, piccola Nina? >> chiese Ash.
Annuii e stampai loro un bacino sulle guancie.
I giorni a seguire furono piuttosto monotoni: spesa, ripasso del copione, cioccolata, musica e palestra. Niente di nuovo.
Venerdì mattina mi svegliai presto a causa di un terribile incubo: ero sul set e all’improvviso tutti mi urlavano contro dicendo che non ero adatta a quel ruolo.
Ero completamente sudata: dovevo essermi agitata molto nel letto. Mi feci una doccia, m’ingozzai di biscotti al cioccolato e mi vestii. Diedi un’altra letta al copione, presi la borsa ed uscii di casa. Sul pianerottolo incrociai Jason.
<< Nina, buongiorno. >> mi disse con un ampio sorriso.
<< Hey Jason! >>
<< Dove vai di bello? >>
<< Sul set.. sai, sto interpretando due ruoli molto importanti in un telefilm.. >>
Lui spalancò gli occhi entusiasta.
<< Ho sempre creduto in te, Nina. Stasera ci sei? Possiamo andare a mangiare una pizza. >> propose.
<< Certo. Alle otto? >> chiesi.
<< Perfetto. Alle otto sul pianerottolo. Non sembra proprio un appuntamento.. >> disse ridendo ed io feci altrettanto. Lo salutai con la mano e presi la direzione “Set”.
Poche ore più tardi mi trovavo nella casa dei Salvatore dove avrei dovuto girare il mio primo incontro con Damon. Jules mi aveva già truccata. Non avevo ancora visto Ian, probabilmente si stava ancora truccando.
E poi.. lo vidi. Riuscivo a vedere il colore dei suoi meravigliosi occhi anche a parecchi metri di distanza: il contrasto tra il nero corvino dei suoi capelli e il colore così chiaro dei suoi occhi era spettacolare. Per chissà quale motivo, continuava a massaggiarsi la mano destra. Rimasi imbambolata per qualche secondo, poi mi ricomposi quando si accorse di me.
<< Hey Nina. >> disse sorridendo.
<< Ciao Ian. >>
<< La volta scorsa non abbiamo avuto l’occasione di salutarci. Colpa mia: sono arrivato in ritardo e, dopo aver girato, me ne sono andato subito. >> si giustificò.
<< .. ehm, sì, infatti non ti ho visto per niente.. >>
<< Ed eccomi qui. >>
<< Pronti? >> ci chiese Kevin.
Io e Ian annuimmo.
<< Mai stato così pronto. >> disse lui guardandomi.
<< Si comincia! >>
Inizio a camminare avanti e indietro per cercare Stefan. Davanti a me, la porta principale aperta. All’improvviso un corvo viene verso di me ed io, spaventata, mi volto velocemente e.. oh mio Dio. E’ ad un centimetro da me. Troppo, troppo vicini. Il bacio. Qui dovrebbe esserci un bacio – penso. Ma non dovrebbe essere un po’ più indietro? Se non avessi indietreggiato.. Il suo sguardo mi guarda a fondo, è troppo complicato non distrarsi.
<< Scusa se sono entrata così ma.. la porta.. era aperta. >> dico balbettando. Dovrei balbettare come da copione ma mi viene spontaneo per la sua presenza.
<< Tu devi essere Elena. Io sono Damon, il fratello di Stefan. >> mi dice con naturalezza. Troppa naturalezza. Come se quella frase fosse pronunciata da Ian e non da Damon. Mi sto deconcentrando – penso. Riacquisto la lucidità.
<< Non mi aveva detto di avere un fratello. >>
<< Stefan non è uno che si vanta. >> pronuncia queste parole spavaldo, guardandomi sempre più a fondo.
Attimo di silenzio.
<< Prego, accomodati – la sua mano sulla mia spalla – Stefan arriverà a momenti. >>
<< Wow. Questo è il vostro soggiorno? >>
<< Soggiorno, salotto, buono per un’asta di Sotheby’s. E’ un po’ kitsch per i miei gusti. >>
Pausa.
<< Capisco perché mio fratello è così preso. Era ora! Credevo non si sarebbe mai ripreso dopo l’ultima: l’ha quasi distrutto. >>
<< L’ultima? >> chiedo.
<< Sì, Katherine, la sua ragazza. Aaaah, non avete ancora toccato l’argomento imbarazzante degli ex. >>
<< No. >>
<< Ops.. beh, prima o poi verrà fuori. Forse non te l’ha detto perché non vuole che tu creda di essere un ripiego. Lo sappiamo tutti come vanno a finire le storie.. >>
<< Lo dici come se ogni storia fosse destinata a finire. >>
<< Sono fatalista. >> muove le sopracciglia.. combinazione occhi e sopracciglia.. mi disorienta.
<< Ciao Stefan. >> dice senza voltarsi e continuando a fissarmi negli occhi.
<< Elena, non sapevo che saresti passata. >> dice “Stefan”.
<< Lo so, avrei dovuto chiamare.. >>
<< Non essere sciocca, puoi venire quando vuoi. Vero Stefan? Sai, dovrei prendere gli album di famiglia o qualche filmino ma.. devo avvisarti.. non è sempre stato così carino. >> dice avvicinandosi lentamente, senza smettere di guardarmi negli occhi.
<< Grazie per essere passata, Elena. E’ stato bello vederti. >> Stefan.
<< Già, io ora dovrei andare.. Piacere di averti conosciuto, Damon. >> lo guardo.
<< Il piacere è mio Elena. >> mi bacia la mano. Piccolo brivido.
E pensare che quella fu la puntata del mio primo bacio insieme a Paul. E pensare che quei brevi contatti con Ian mi avevano resa così nervosa. E pensare che il bacio non era niente a confronto di quello che avevo provato mentre quell’uomo mi guardava negli occhi.
 
POV IAN.
 
Ignorai l’ennesima chiamata di Linsday e continuai a bere la mia birra. Linsday continuava imperterrita a chiamarmi ed io continuavo imperterrito a rifiutare le sue chiamate. Non volevo cedere, non volevo che fraintendesse qualcosa se io avessi risposto. L’ultima cosa di cui avevo bisogno nella mia vita era una ragazza pronta a tradirmi. All’improvviso Linsday cambiò tattica: mi inviò un sms.
 
Ian, devo parlarti urgentemente. E’ importante. Ci vediamo al parco tra mezz’ora, per favore.
 
Inarcai le sopracciglia: cosa voleva?
Non volevo andarci, non volevo rivederla, non volevo fare niente che riguardasse anche lei. Eppure la curiosità mi spinse ad andarci. Qualcosa d’urgente? Cos’era successo?
Infilai un paio di jeans al volo ed una camicia bianca. Sistemai velocemente i capelli ribelli, bevvi un altro sorso di birra e mi precipitai fuori. In poco tempo arrivai all’appuntamento e la vidi, seduta su quella che un tempo era la nostra panchina: la panchina del “ti amo”, la panchina delle nostre vite intrecciate. Mi costava ammetterlo ma era la verità: era bellissima come sempre. Se solo fosse stata bella anche interiormente.
 
Flashback.
 
Le presi la mano e me la portai al petto. Poi, l’intrecciai alla mia e la guardai negli occhi. Lei sorrise ed in quel momento mi accorsi che non avevo mai visto sorriso più bello del suo. La feci sedere sulla panchina e poi l’affiancai stringendola a me. Lei affondò il volto sul mio petto ed io cinsi le sue spalle con il mio braccio baciandole delicatamente i capelli. Con la mano libera le accarezzai la guancia e lei mi guardò negli occhi.
<< Saremo insieme per sempre, vero? >> mi chiese a voce bassa, quasi un sussurro. Il sussurro degli innamorati, il suono percepibile solo dall’orecchio dell’amante.
<< Non ti lascerò, Lins. >>
<< Promettilo. >> mi disse con voce autoritaria, stavolta più alta.
<< Te lo prometto. Ti amo. >>
I suoi occhi si riempirono di lacrime e le sue labbra raggiunsero velocemente le mie per fondersi in un bacio appassionato..
 
Fine flashback.
 
Quando mi vide mi corse incontro. Pensavo che si fosse avvicinata a me cercando un contatto, cercando di riparare ai suoi danni.
<< Ian.. >> cominciò, quasi implorando.
<< Cos’è successo? >> chiesi duramente.
<< Sono contenta che tu sia venuto.. tieni ancora a me, non mi hai dimenticata. >> disse sorridendomi lievemente. No, non l’avevo dimenticata, nonostante avessi cercato di farlo in tutti i modi, nonostante fossi stato molto duro con lei l’ultima volta, cercando vendetta.
Dinnanzi al mio silenzio, continuò. << Altrimenti non saresti venuto. >>
Spazientito dissi: << Hai intenzione di parlarmene, sì o no? >>
<< Non è come pensi. >> disse d’un tratto, stupendomi.
<< Senti, se sei venuta qui per cercare di affermare la tua innocenza me ne vado. >> le dissi e mi voltai. Lei mi bloccò ed io la guardai: sembrava sincera, voleva davvero che rimanessi.
<< E’ stato Zac a chiamarti, vero? >> mi chiese.
<< Sì. Ora vuoi dargli la colpa? >>
<< Ascoltami bene, Ian. Lui ti ha mentito. >> disse risoluta.
<< Che cosa? Tu mi vieni a dire che lui mi ha mentito? >> chiesi allibito.
Lei mi fissò. << Ma non capisci? Credi davvero che lui mi abbia incontrata per caso? >>
<< E’ uscito per comprare le sigarette. >>
Lei spalancò la bocca. << Lo conosci da una vita, Ian. Davvero ti sei fatto fregare in questo modo? Sinceramente pensavo che tu fossi un tantino più intelligente: Zac non fuma, non ha mai fumato. >>
La verità delle sue parole mi travolse: aveva ragione. Anche Zac mi aveva mentito ed io ero un idiota senza speranza.
<< E con questo, cosa vorresti dire? >>
<< Non capisci proprio, vero? Zac continuava da tempo a chiedermi di uscire, nonostante io stessi con te. Volevo parlartene ma da una parte avevo paura perché non volevo rovinare l’amicizia tra te e lui, vi conoscete da così tanto tempo. Così quella sera decisi di uscire e dirgli che io non volevo lui.. anzi, non volevo nessun’altro al di fuori di te. >>
Spalancai la bocca: non riuscivo a credere a quelle parole.
<< Lui mi ha baciata all’improvviso ed io l’ho respinto. Voleva di più. Al contrario di ciò che tu pensi, non sono una puttana. Lui mi ha minacciata dicendomi che se non avessi fatto ciò che lui voleva ti avrebbe detto tutto. Il resto della storia la conosci. >>
Tutto coincideva alla perfezione. Quelle parole furono coltellate per me. Lui, il mio migliore amico stava in mia compagnia con un unico scopo: portarmi via Linsday. Ed io? Cosa dovevo dire di me? Ero un idiota, un coglione, uno stupido, un ingenuo e mille altre cose messe insieme.
Guardai Linsday senza dirle una parola: non avevo mai ammesso i miei sbagli, ero troppo orgoglioso.
<< So che non sono la ragazza perfetta, Ian. So che delle volte, anzi molto spesso, sono insopportabile e mi ucciderei con le mie stesse mani ma.. non ti tradirei mai Ian. >>
<< Perché.. perché non me l’hai detto quel giorno.. >> balbettai.
<< Se solo mi avessi dato il tempo di spiegare! Non potevo accettare di perdere te a causa sua. >>
<< Io lo ammazzo. >> dissi rabbioso voltandomi velocemente.
Linsday mi raggiunse e mise le sue mani sulle mie guancie.
<< Lui non è importante, ora ci siamo noi. Vorrei tanto ricominciare e.. prometto che non invaderò più i tuoi spazi e non sarò insopportabile. O almeno ci proverò. >> disse guardandomi negli occhi.
Misi le mie mani sui suoi fianchi: quel gesto mi era mancato così tanto, in fondo. Non seppi resisterle: mi avvicinai e la baciai dolcemente. Lei ricambiò spostando le mani tra i miei capelli. Quando ci separammo le dissi: << Io lo uccido comunque. Devo solo incontrarlo e vedrai cosa succederà. >>
Lei sorrise.
Le presi la mano e mi pentii di non averla ascoltata quel giorno: mi sentivo un tale idiota, come già precisato parecchie volte.
<< Comunque sei stupido. >> mi sussurrò all’orecchio.
Io le sorrisi. << Ne sono consapevole. >>
La mattina seguente mi svegliai e la trovai al mio fianco, appoggiata al mio petto. Le accarezzai dolcemente i capelli e lei si svegliò.
<< Stamattina chi prende i croissant? >> le chiesi e lei sbadigliò.
<< Io sono occupata in cose più importanti. >> disse accarezzandomi una guancia.
<< Che giorno è oggi? >> chiesi.
<< Venerdì. >>
<< Venerdì? Ma io devo andare sul set! >> urlai in preda al panico.
<< Ma è ancora prestissimo! >> disse stiracchiandosi.
<< Devo andare. >>
Mi alzai dal letto, mi feci una breve doccia e mi vestii. Mentre stavo per uscire di casa, Lins mi bloccò. << Non mi saluti più? >>
Poggiai sul divano la cartellina con il copione e sollevai Linsday da terra, come avevo fatto con Jules. Presi le sue gambe nude portandomele intorno al bacino e la baciai.
La feci scendere ed uscii di casa.
Ero di buon umore per aver fatto pace con lei, tuttavia non vedevo l’ora di spaccare la faccia a Zac. L’occasione mi si parò davanti proprio quella mattina.
<< Hey Ian, come va? Sono passato a salutarti.. >>
Un mio pugno lo colpì proprio sul naso. Lui indietreggiò e inciampò nei suoi stessi piedi, cadendo.
Mi massaggiai la mano destra. Il suo naso cominciò a sanguinare. Zac mi guardò allibito: << Qual è il tuo problema, amico? >>
<< Amico? Tu, pezzo di merda, mi chiami “amico”? >> dissi prendendolo per la maglietta.
Lui non rispose, spaventato.
<< Cosa volevi fare alla mia ragazza? >>
Lui sgranò gli occhi. << Cosa ti ha raccontato? >>
<< Dovresti saperlo. Non ti uccido solamente perché voglio continuare a fare ciò che amo, ovvero recitare e di conseguenza non voglio finire in prigione. Prima che cambi idea, ti conviene non farti più vedere. >> gli dissi in tono minaccioso, strattonandolo.
Lo lasciai lì per terra con il naso sanguinante.      
Arrivato sul set, corsi da Jules.
<< Buongiorno Ian. >>
<< Ciao Jules. >> le dissi avvicinandomi e baciandole la guancia.
<< Sembri di buon umore. >>
<< Sì, ho appena preso a pugni Zac. Ti ricordi di lui? Il mio migliore amico. >>
<< Oh Santo cielo, cos’hai fatto alla mano? >> chiese prendendomela.
<< Non preoccuparti, guarirà. Ho fatto pace con Linsday, la mia ragazza. C’è stato un grosso malinteso. >>
<< Sono contenta che si sia risolto tutto, Ian. >> disse sorridendomi dolcemente, senza lasciare la mia mano.
<< Fa un po’ male.. >>
<< Vuoi che ti ci metto qualcosa? Non so, un po’ di ghiaccio magari.. >> mi disse preoccupata.
<< No, grazie. Credo di essere in ritardo.. >>
<< Procedo subito! >> esclamò lei indicandomi la postazione trucco.
Io mi sedetti e lei cominciò a truccarmi.
Uscito dalla stanza mi diressi verso la casa dei Salvatore, dove avrei dovuto girare la mia prima scena con Nina.
<< Hey Nina. >> le dissi appena la vidi.
<< Ciao Ian. >> 
<< La volta scorsa non abbiamo avuto l’occasione di salutarci. Colpa mia: sono arrivato in ritardo e, dopo aver girato, me ne sono andato subito. >> le dissi. Magari non le interessava neanche!
<< .. ehm, sì, infatti non ti ho visto per niente.. >> balbettò.
<< Ed eccomi qui. >>
<< Pronti? >> ci chiese Kevin.
Io e lei annuimmo.
<< Mai stato così pronto. >> dissi e guardai Nina. Non vedevo l’ora di girare con lei, sembrava così brava. Ed era davvero carina..
<< Si comincia! >>
Lei entra dentro casa e quando si volta mi vide. Si spaventa.
<< Scusa se sono entrata così ma.. la porta.. era aperta. >> dice balbettando. Sembra davvero sorpresa, mi piace già dalla sua prima battuta.
<< Tu devi essere Elena. Io sono Damon, il fratello di Stefan. >>
<< Non mi aveva detto di avere un fratello. >> dice lei.
<< Stefan non è uno che si vanta. >> pronuncio cercando di avvicinarmi quanto più possibile alla spavalderia di Damon.
<< Prego, accomodati – poso la mano sulla sua spalla – Stefan arriverà a momenti. >>
<< Wow. Questo è il vostro soggiorno? >> chiede lei meravigliata.
<< Soggiorno, salotto, buono per un’asta di Sotheby’s. E’ un po’ kitsch per i miei gusti. >>
Pausa.
<< Capisco perché mio fratello è così preso. Era ora! Credevo non si sarebbe mai ripreso dopo l’ultima: l’ha quasi distrutto. >> dico perfido.
<< L’ultima? >>
<< Sì, Katherine, la sua ragazza. Aaaah, non avete ancora toccato l’argomento imbarazzante degli ex. >>
<< No. >>
<< Ops.. beh, prima o poi verrà fuori. Forse non te l’ha detto perché non vuole che tu creda di essere un ripiego. Lo sappiamo tutti come vanno a finire le storie.. >>
<< Lo dici come se ogni storia fosse destinata a finire. >>
<< Sono fatalista. >>
<< Ciao Stefan. >> dico senza voltarmi.
<< Elena, non sapevo che saresti passata. >> dice “Stefan”.
<< Lo so, avrei dovuto chiamare.. >>
<< Non essere sciocca, puoi venire quando vuoi. Vero Stefan? Sai, dovrei prendere gli album di famiglia o qualche filmino ma.. devo avvisarti.. non è sempre stato così carino. >> dico avvicinandomi a lei.
<< Grazie per essere passata, Elena. E’ stato bello vederti. >> Stefan.
<< Già, io ora dovrei andare.. Piacere di averti conosciuto, Damon. >>
<< Il piacere è mio Elena. >> le bacio la sua bellissima mano morbida..
Dopo le mie scene e dopo aver salutato il resto del cast, corro verso casa impaziente di rivederla. 

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Grazie per le 8 recesioni complessive finora! *w*
Grazie alle 5 personcine che l'hanno aggiunta ai preferiti! *w*
Grazie alle 16 personcine che l'hanno aggiunta tra le storie seguite! *w*

Sono ripetitiva, avete ragione.. ma non so davvero come ringraziarvi. Grazie mille a tutti voi. <3

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Capitolo 4
*** 1x03 ***


Ehm, sì lo so! Sono imperdonabile. Se non vi ricordate più di questa storia posso capirlo, è solo colpa mia. Ci metto una vita ad aggiornare ç_ç Ho avuto molti impegni con la scuola perciò ho avuto poco tempo per dedicarmi alla storia. In compenso però, questo capitolo è più lungo (: Ho deciso di ingrandire la scrittura (non so perché, volevo farlo v.v) perciò il capitolo vi sembrerà lungo secoli e secoli ma non preoccupatevi (xD) più o meno è sempre la stessa grandezza, giusto le dimensioni possono trarre in inganno (: Detto ciò, buona lettura! Spero davvero che il capitolo vi piaccia. Come sempre, spero anche in una vostra recensione. Grazie davvero. <3

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1x03
POV NINA. 
 
Guardai dallo spioncino per vedere se Jason era già uscito di casa e se mi stesse aspettando. Non volevo essere in anticipo e far la figura di quella che si precipita fuori di casa per incontrare un ragazzo: non l’avevo mai fatto. Mi sono sempre considerata una ragazza strana, probabilmente quel pensiero era solamente un qualcosa a conferma di ciò. Spostai una ciocca di capelli che m’impediva di vedere e controllai: Jason non c’era ancora; in effetti l’essere puntuale non era mai stata una sua caratteristica principale. Per perdere qualche minuto, lessi distrattamente alcune pagine di una rivista abbandonata accanto al divano, poi la posai su uno scaffale passando vicino ad uno specchio. Avevo scelto di indossare un vestito nero attillato lungo fino al ginocchio ed un paio di scarpe con il tacco nere non molto alte. Avevo legato i capelli in una coda lunga che mi ricadeva delicatamente sulla schiena. Sistemai accuratamente il vestito e mi diressi ancora una volta verso la porta di casa. Jason era lì ad aspettarmi: indossava un paio di jeans ed una t-shirt. In quel momento realizzai che neanche l’eleganza faceva parte delle sue caratteristiche. In un attimo pensai di non essermi vestita adeguatamente, poi scacciai via quel pensiero ed aprii la porta. Jason si voltò e per un secondo sembrò incantato. Si avvicinò sorridendomi e cordialmente mi disse << Nins, sai benissimo! >>.
Quel soprannome mi fece girare la testa: quello era il modo in cui mi chiamava sempre quando stavamo insieme. Era tornato a galla troppo in fretta: me n’ero completamente dimenticata.
<< Gra..zie. >> bofonchiai.
<< Vogliamo andare? >> chiese.
Annuii e mi diressi verso le scale con lui al mio seguito. Di scatto mi voltai e vidi che stava fissando le mie gambe: imbarazzato distolse lo sguardo. << ehm.. sono troppo elegante? >> chiesi arrossendo.
<< No, te l’ho già detto: credo tu sia bellissima. >>
Gli sorrisi lievemente e continuai a scendere le scale. Uscimmo dal palazzo e mi condusse verso il parcheggio sul retro. Da perfetto gentiluomo mi aprì la portiera della sua macchina nera e mi fece salire, poi prese il suo posto e mise in moto.
Chissà dove mi avrebbe portata!Da quanto potevo ricordare non era un amante di ristoranti di lusso: preferiva luoghi semplici e alla mano.
Mentre riflettevo mi accorsi che Jason mi stava fissando. Mi voltai e i miei occhi color nocciola incontrarono il meraviglioso verde dei suoi occhi.
<< Sai che dovresti guardare la strada, vero? >> ironizzai.
<< Lo so. >> lo squadrai.
<< E allora.. guardala! >>
Lui scoppiò a ridere e si concentrò.
<< Com’è andata sul set? >> chiede lui.
Alla grande. Oh, i suoi meraviglioso occhi!  
<< Bene, sai quanto amo recitare. >>
Annuì.
<< Siamo arrivati! >> esclamò mentre cercava un parcheggio.
Mi guardai intorno e tutto ciò che riuscii a vedere fu un piccolo parco, un pub e.. il pub! Avevo dimenticato quanto amasse girare da un pub all’altro. Mi ci portava spesso.
Realizzai definitivamente di essere troppo elegante: avrei potuto indossare anche un paio di jeans ed una t-shirt: sarei stata sicuramente più comoda e mi sarei sentita meno a disagio. Entrammo dalla piccola porta sul davanti e riconobbi una vecchia canzone che mia madre mi aveva fatto sentire quand’ero piccola. Pochi passi dopo decisi di sciogliermi i capelli per avere l’aria di “ragazza meno sofisticata”. Tolsi il fermaglio e scossi il capo per dare più volume ai capelli. Jason mi sorrise e rimase a fissarmi per un po’. Quando rimaneva imbambolato così mi sentivo davvero a disagio.
Finalmente arrivò un cameriere che ci fece accomodare vicino alla televisione: stavano trasmettendo una partita di calcio. Poco più in là c’era un gruppo di ragazzi che urlava e faceva baldoria ad ogni goal. Mi sedetti dandogli le spalle. Jason si sedette di fronte a me e cominciò a sfogliare il menù. Non me ne accorsi subito ma Jason aveva poggiato il suo giubbotto sulla sedia alla mia destra ed il televisore era parzialmente coperto.
Uno dei ragazzi dietro di me urlò: << Vuoi togliere quel cazzo di giubbotto? >>
Gli altri ridacchiarono ed uno di loro gli rispose: << Smettila, non c’è bisogno di incazzarsi così. >>
Jason li squadrò e cominciò a provocarli << Altrimenti? >>
Uno dei ragazzi (presumo il tizio che gli aveva detto di togliere il giubbotto) si alzò dalla sedia e corse verso Jason mettendogli le mani intorno al collo.
Preoccupata mi alzai, sperando che il tipo la smettesse.
<< Robert cazzo, vuoi smetterla? Sei molto meglio quando sei ubriaco, cretino. Lo tolgo io il giubbotto, non c’è bisogno di fare tanto casino. >> sbottò il secondo ragazzo che si avvicinò, tolse il giubbotto e me lo porse. Alzai lo sguardo e temetti di svenire da un momento all’altro. Ian. 
<< Nina! >> esclamò lui d’un tratto.
<< Ian! >> dissi sorridendo (senza motivo, poi.)
<< Conosci la ragazza di questo stronzo? >> chiese il tizio (Robert?) che aveva ancora tra le mani il collo di Jason.
Recuperai un briciolo di coraggio. << Si da il caso che non sono la sua ragazza e faresti meglio a tapparti quella boccaccia. >>
Lui scoppiò a ridere e si avvicinò.
<< Cos’hai detto, ragazzina? >> chiese.
Il suo modo di fare urtava il mio sistema nervoso. Ragazzina?
<< Qui l’unico ragazzino sei tu. Non sono io che mi arrabbio per così poco. Forse invece di venire qui per mangiare faresti bene a prenderti una sana camomilla, razza di psicopatico. >> gli dissi guardandolo negli occhi e incrociando le braccia al petto. Jason mi fissò stupito e Ian ridacchiò.
Il volto di Robert si fece paonazzo. << Fossi in te starei zitta, sto per perdere la pazienza! >>
<< A me sinceramente sembra che tu l’abbia già persa da un pezzo >> dichiarai disinvolta.
Lui arrabbiato alzò il braccio, chiusi gli occhi e riparai la mia guancia aspettandomi una pizza che.. non arrivò. Pochi secondi dopo li riaprii.
Ian aveva bloccato la sua mano con forza e Robert non riusciva a muoversi.
<< Ian, ma che..? >>
<< Lasciala stare. >> il modo in cui lo disse mi ricordava Damon, più che Ian.
<< Faccio quello che voglio! >> urlò Robert divincolandosi.
Ian aumentò la stretta. << Forse non hai capito. Ti ho detto di lasciarla stare. >>
Se avesse guardato me con quell’aria stile “ti ammazzo ora” sicuramente sarei fuggita a gambe levate. Era incredibile l’intensità del suo sguardo.
Sopraffatto, Robert abbassò lo sguardo e tornò al suo tavolo insieme agli altri che nel frattempo si erano gustati la scena senza intervenire minimamente.
Guardai Ian lusingata dal modo in cui mi aveva “difesa” e lui ricambiò lo sguardo.
<< Ti è andata bene, potevo non esserci. >> sorrise.
<< In tal caso me la sarei cavata ugualmente. >> affermai decisa dubitando però delle mie stesse parole.
<< Ho seri dubbi! >> esclamò ridendo.
Sorrisi. << Grazie. >>
<< Chiama ed io arrivo! >> Scoppiai a ridere e annuii.
<< Certamente, se avrò bisogno mi ricorderò di te. >>
<< Ci vediamo Lunedì, Nina. – disse facendomi l’occhiolino – Buona serata. >> concluse guardando per un istante anche il povero Jason che non aveva aperto bocca.
Finalmente ci sedemmo e lui parlò.
<< Ho fatto una figuraccia.. >> disse mortificato.
<< Di cosa stai parlando? >>
<< Avrei dovuto sapermi difendere, non lasciarmi trattare in quel modo.. >>
<< Non preoccuparti Jason. Quel tizio è arrivato qui all’improvviso.. non pensarci. Ordiniamo qualcosa? >>
Lui sorrise ed io ricambiai. << Sì, dai. >>
Con un gesto chiamò il cameriere il quale poco dopo ci raggiunse.
<< Dite pure. >>
<< Per me una pizza con patatine fritte.. tu Nina? >> chiese lui.
<< mmm.. per me una Margherita. >>
<< Da bere? >>
<< Birra? >>
<< Va bene. >> confermai.
<< Perfetto: pizza con patatine, Margherita e due birre. >>
Jason confermò e il cameriere ci lasciò soli. Qualche minuto più tardi il cameriere tornò con i nostri piatti e noi cominciammo a mangiare in silenzio. Poi, la sua domanda improvvisa mi riportò alla realtà: << Stai con qualcuno? >>
Lo guardai per un istante negli occhi e poco dopo scossi il capo. << No, ho chiuso con un ragazzo una settimana fa.. >>
<< Storia seria? >>
<< Abbastanza. >>
Tornammo a mangiare silenziosi. Jason si alzò e andò a pagare il conto mentre io rimasi seduta per un po’. Jeson si sedette.
<< Pagato? >> chiesi senza guardarlo mentre sistemavo la parte sotto del vestito.
<< Se vuoi provvedo. >> rispose un’altra voce.
Alzai lo sguardo. Beh, quegli occhi erano decisamente troppo azzurri per essere quelli di Jason.
Il suo sguardo, il suo viso, la sua mascella pronunciata, lui, riuscivano sempre a stamparmi un sorriso sulle labbra (oltre al nervosismo crescente in me, s’intende).
<< E’ il tuo ragazzo? >> chiese poco dopo con fare disinvolto, come al suo solito.
Cos’avevano tutti contro la mia situazione sentimentale, quella sera?
Immediatamente scossi il capo, forse un po’ troppo bruscamente tanto che lui spalancò lievemente gli occhi per lo stupore.
<< Avrei scommesso il contrario. >> pronunciò queste parole incrociando le gambe sotto al tavolo.
Di fronte ad un mio prolungato silenzio, continuò. << In effetti non potrebbe mai essere il tuo ragazzo.. >>
Lo guardai dritto negli occhi. << E come fai a saperlo? >> chiesi infastidita.
<< Un ragazzo di solito.. non si comporta come si è comportato lui poco fa. Avrebbe dovuto dimostrare quanto vale, non lasciarsi menare da un tizio qualsiasi. >> rispose calmo.
<< Non c’è bisogno che lui me lo dimostri, so bene quanto vale. >>
<< Quanto vale? >>
Spazientita, mi alzai dal tavolo. Era davvero fastidioso quando si comportava in quel modo. Lui mi bloccò il polso.
<< Cosa vuoi? >>
<< Voglio sapere se quel ragazzo ti piace. >> disse autoritario, fissandomi intensamente.
Sbigottita lo fissai a mia volta. << Adesso devo andare. >>
<< Non mi hai risposto. >> concluse stringendomi ancor di più il polso e avvicinandosi a me.
<< Ian, lasciami subito! >> esclamai divincolandomi.
<< Qualcosa non va? >> chiese Jason che era appena tornato dalla cassa. Quanto cavolo ci voleva per pagare due pizze?
<< Niente, la tua ragazza mi stava spiegando cosa l’ha colpita in te. >> rispose Ian al posto mio sghignazzando.
<< Jason, comincia ad andare, ti raggiungo subito. >>
Jason seguì il mio suggerimento. Fissai Ian negli occhi, con quanta più intensità mi era possibile. << Credo che hanno scelto la miglior persona sulla faccia della Terra per interpretare Ian. >>
<< Grazie, grazie. So di essere affascinante. >> disse spostandosi i capelli dagli occhi.
<< Sei solo un.. un.. un.. >> balbettai. Perché non riuscivo a trovare le parole nel momento del bisogno?
<< ..idiota? >>
<< Sì! >>
<< Touché! Ci vediamo sul set, Nina. >> mi disse dolcemente.
Io aggrottai le sopracciglia e lo lasciai lì, senza salutarlo.
Salii in macchina. << Tutto bene? >> chiese Jason. Annuii.
Il viaggio fu molto silenzioso: se Jason tentava di fare conversazione, io rispondevo a monosillabi.
Arrivati sul pianerottolo, Jason mi chiese: << Posso entrare? >>
Ma certo! Cosa c’era di sbagliato in quella semplice richiesta? Un’entrata da amici, niente di più..
<< Va bene, entra pure. >>
Cinque minuti più tardi passammo dal silenzio straziante alla solennità dei discorsi seri.
<< Nina, perché non sei venuta con me in Italia? >> chiese Jason.
<< Non ero abbastanza pronta.. >>
<< Sì, certo. O forse non mi amavi abbastanza. >> disse lui alzandosi dal divano e venendomi incontro. Impulsivamente, feci un passo indietro.
<< Nina, sappiamo entrambi che siamo la coppia perfetta e.. posso dimostrartelo! >> esclamò lui avvicinandosi sempre di più.
Io indietreggiai ancora, fino ad intruppare contro il tavolino. Lui continuava ad avvicinarsi imperterrito ed io non sapevo come respingerlo.
<< Nina, ricominciamo da capo. >> concluse poggiandomi una mano sulla spalla e con l’altra iniziò ad accarezzarmi la guancia sinistra.
<< Jason, io.. >> balbettai.
<< Non aggiungere altro, so che mi vuoi ancora.. >>
La sua mano scese pericolosamente verso il mio seno. Spalancai gli occhi.
D’un tratto mi baciò e, prendendomi in braccio mi fece sbattere violentemente contro il muro. Cercai in tutti i modi di divincolarmi ma le sue braccia erano troppo possenti.
<< Jason, che stai facendo, lasciami! >> urlai.
Lui sembrava non sentire. Le sue mani viaggiavano sotto il mio vestito e la sua bocca mi lasciava baci sul collo. Con tutta la forza che avevo in corpo lo spinsi via e lui inciampò nel divano e cadde all’indietro.
<< Ma cosa ti salta in mente? Esci immediatamente di casa mia! >> urlai.
Lui si diresse verso la porta poi per un secondo si voltò. << Scusami, io.. non so cosa.. ah, tanto non serve a niente, sono un coglione. >>
Uscì di casa sbattendo la porta. Mi adagiai sul divano con il cuore a mille.
Il giorno delle riprese arrivò. Le tre scene che ricordo di più della 1x03 sono le seguenti: la prima è quando abbiamo dovuto girare il sogno di Elena. Lei pensa di baciare Stefan, si toglie la maglietta ma quando Stefan la imita scopre che in realtà è Damon. Appena lessi il copione l’ansia mi assalì, come sempre. Dovevo mettermi sopra di lui in reggiseno. Accidenti.
<< Ciao Nina. Hai preparato il reggiseno bianco? >> mi chiese appena mi vide.
<< Cretino. >> affermai ignorandolo.
Lui scoppiò a ridere e la sua risata mi contagiò: cercai di restare seria più a lungo possibile ma dovetti ridere con lui.
La seconda.
Feci per entrare in macchina ma appena mi voltai, lui era dietro di me. 
<< Mi hai spaventata. Che ci fai qui? >>
<< Mi sto nascondendo da Caroline. >>
<< Per quale motivo? >>
<< Mi serviva una pausa, lei parla più di quanto io possa ascoltare.. >>
<< beh, ti capisco. >>
<< Sai com’è, lei è molto giovane.. >>
<< Non molto più giovane di te! >>
<< Non credo che sarà una cosa duratura. Mi farebbe ammattire. >>
<< In effetti Caroline può essere un po’ irritante ma siamo amiche dalla prima elementare e questo ha una certa importanza per me. >>
<< Ne terrò conto, anzi scusa se ti ho messa a disagio. Non era mia intenzione. >>
<< Sì che lo era. Perché tu metti sempre dei doppi sensi in qualunque cosa dici. >>
<< Hai ragione. Ho altre intenzioni ma le hai anche tu.. >> 
<< Davvero? >> sì, davvero. Ammettilo Nina che lo baceresti anche ora! 
<< Le vedo. Tu mi vuoi. >> Sì, sì, sì. Anche se mi fai innervosire, caro Ian. 
<< Come hai detto? >>
<< Io ti piaccio, ti senti attratta da me, pensi a me anche quando non vorresti e scommetto che mi hai persino sognato.. e in questo momento vuoi baciarmi. >> si avvicina, si avvicina ed io, sì, sì, voglio baciarlo. E’ vicino, vicino! Poi mi ricordo del copione e gli do una pizza. 
<< Ma che fai? Non so a ce gioco stai giocando con Stefan ma io non voglio farne parte. Non so che cosa sia successo in passato ma chiariamo subito una cosa: io non sono Katherine. >>
La terza scena è quella finale, quando Damon entra in camera mia e mi accarezza dolcemente il volto. Le sue dita mi provocano brividi improvvisi, il suo tocco è così leggero.. 
 
POV IAN.
 
Salii di corsa le scale, sapevo che l’avrei trovata in casa. Aprii la porta velocemente e la chiamai. In breve tempo mi raggiunse: aveva una mia camicia ed un paio di culotte nere.
<< Bentornato! >> disse lei sorridendo.
L’abbracciai e le diedi un leggero bacio sulle labbra.
Si spostò e si diresse in cucina, sculettando. Non avrei potuto non notarla: sapeva benissimo come farmi impazzire. La raggiunsi e la sollevai da dietro. Lei rise e si girò verso di me.
<< Sai che non si ruba? >> le sussurrai all’orecchio destro accarezzandole i fianchi.
<< Cos’ho rubato? >> chiese lei piano.
Con le mani salii ancora più su scoprendole un po’ della sua pelle chiara e liscia.
<< La mia camicia.. >> sussurrai lasciandole baci tra i capelli.
<< La rivuoi indietro? >> domandò lei voltandosi e intrecciando le sue dita dietro il mio collo.  
<< La rivoglio, sì! >> esclamai dolcemente sbottonandole i primi bottoni.
Lei mi bloccò la mano e pose l’indice dell’altra sulle mie labbra.
<< Voglio qualcosa in cambio, prima. >> disse alzandosi sulle punte dei piedi e raggiungendo la mia bocca. Mordicchiai dolcemente il suo labbro inferiore e alzai la sua camicia fino a posizionare le mie mani sui suoi fianchi. Scesi giù verso il suo fondoschiena e le sue cosce.. qui indugiai e con un po’ di forza la sollevai prendendola in braccio. Le sue gambe si avvinghiarono attorno al mio bacino e le sue mani si persero tra i miei capelli. La portai in camera da letto e quasi involontariamente richiusi la porta alle nostre spalle, come per conservare un po’ d’intimità. Senza separarci, ci ritrovammo avvinghiati sul letto, lei sotto di me. Finalmente le tolsi la camicia e lei fece lo stesso con me. Poi ci perdemmo tra le lenzuola e restammo stretti l’uno all’altra per le successive tre ore.
<< Brava, mi hai restituito la camicia. >> le dissi stringendola a me.
<< Sono contenta di quello che ho ricevuto in cambio. >> disse maliziosa accarezzandomi il petto.
<< Cioè, fammi capire, se non avessimo fatto sesso non me l’avresti ridata? >> le chiesi sgranando gli occhi. Lei scosse il capo decisa.
<< E pensare che sul set dovrò farlo con altre ragazze.. >>
<< Che cosa? >> urlò scansandosi bruscamente. La gelosia la divorava ed io mi divertivo molto.
<< Lins, vieni qui, dai.. >> dissi cercando di afferrarla ma lei era più agile e mi sfuggì facilmente.
<< Sai che sono un attore. >>
<< Stai zitto Ian, certe cose potresti risparmiartele! >> sbottò.
<< Ironia zero, eh! >>
<< A domani, Ian! >> urlò lei raccattando qualche vestito sparso per la casa e uscendo.Permalosa, permalosa!
All’improvviso squillò il telefono. Robert.
<< Hey vampiro, questa sera ci sei per una cenetta al pub? >>
<< Sì, certo. Il solito? >> chiesi.
<< Sì. Ho chiamato anche gli altri e, prima che me lo chiedi no! Non viene Zac. >>
Robert attaccò prima che potessi rispondere, com’era solito fare. Mi feci una doccia e mi vestii.
Arrivato al pub c’era pochissima gente. Presi posto di fronte al televisore, sicuramente anche gli altri avrebbero voluto sedersi lì. Robert arrivò qualche minuto più tardi.
<< Damon. >>
Lo squadrai. Odiavo quando mi chiamavano “Damon”, anche solo per scherzare. John e gli altri arrivarono poco dopo e si sedettero vicino a noi.
<< Mi sto sentendo con una.. >> iniziò Robert.
Scoppiai a ridere. Quale ragazza poteva aver anche solo pensato di iniziare una storia con lui?
Robert mi guardò offeso ed io gli diedi una pacca sulla spalla.
<< Ma cos’è successo di preciso con Zac? >> chiese lui ad un certo punto.
<< Non nominarmi quel coglione, ti prego. >>
<< Come vuoi. >>
Il cameriere arrivò e ci chiese cosa volevamo da bere. Tutti optarono per la birra ovviamente. Qualche minuto più tardi, vidi la porta aprirsi. Una ragazza entrò e con delicatezza si tolse il fermaglio, poi scosse i capelli. Mi mancò il fiato per qualche secondo.. era.. perfetta. Indossava un vestito nero e i tacchi. Quando si avvicinò insieme ad un ragazzo vicino al nostro tavolo, la riconobbi. Nina. Lei non mi vide e si sedette. Il ragazzo mise il giubbotto vicino alla televisione rovinandomi la visuale: non che m’interessasse, ero impegnato nell’osservare quelle gambe accavallate perfette. Robert però non la pensava come me infatti cominciò ad urlare. Il calcio per lui era tutto. << Vuoi togliere quel cazzo di giubbotto? >>
Gli altri ridacchiarono animatamente ed io tubato risposi: << Smettila, non c’è bisogno di incazzarsi così. >>
<< Altrimenti? >> chiese il tizio vicino a Nina che evidentemente non aveva mai visto Robert arrabbiato, altrimenti non lo avrebbe provocato in quel modo.
Robert si precipitò verso di lui e lo prese per il collo. Nina si alzò dandomi una buona visuale anche del suo fondoschiena. Rimasi a fissarla a bocca aperta per un po’. Possibile che non mi ero mai accorto di quanto fosse perfetta? Eppure non le servivano tacchi o vestiti corti: era meravigliosa anche in jeans, realizzai. Poi il mio ultimo briciolo di lucidità venne fuori.
<< Robert cazzo, vuoi smetterla? Sei molto meglio quando sei ubriaco, cretino. Lo tolgo io il giubbotto, non c’è bisogno di fare tanto casino. >> sbottai avvicinandomi. Tolsi il giubbotto di lì e lo porsi a Nina la quale mi fissò e per un secondo – potrei scommetterci – rimase a bocca aperta.
<< Nina! >> esclamai fingendomi sorpreso di vederla.
<< Ian! >> disse lei sorridendomi. Oh, il suo sorriso così dolce!
<< Conosci la ragazza di questo stronzo? >> chiese Robert digrignando i denti senza mollare il ragazzo.
<< Si da il caso che non sono la sua ragazza e faresti meglio a tapparti quella boccaccia. >> questa volta parlò Nina che mi lasciò di stucco.
Robert rise e le si avvicinò. Cos’aveva intenzione di farle..?
<< Cos’hai detto, ragazzina? >> chiese.
<< Qui l’unico ragazzino sei tu. Non sono io che mi arrabbio per così poco. Forse invece di venire qui per mangiare faresti bene a prenderti una sana camomilla, razza di psicopatico. >> gli rispose sicura di sé fissandolo dritto negli occhi. Io ridacchiai: sinceramente, non le avrei dato tutto questo coraggio.
Robert imbarazzato disse: << Fossi in te starei zitta, sto per perdere la pazienza! >>
<< A me sinceramente sembra che tu l’abbia già persa da un pezzo >> concluse lei.
Lui arrabbiato alzò il braccio e Nina chiuse gli occhi. Impulsivamente bloccai quella cazzo di mano con forza: non doveva toccarla, non poteva.
<< Ian, ma che..? >>
<< Lasciala stare. >> gli dissi fissandolo intensamente, senza consentirgli di ribadire. Lui non afferrò il concetto.
<< Faccio quello che voglio! >> urlò divincolandosi.
Aumentai la stretta. << Forse non hai capito. Ti ho detto di lasciarla stare. >>
Finalmente quell’idiota si arrese e si diresse verso gli altri.
<< Ti è andata bene, potevo non esserci. >> dissi a Nina.
<< In tal caso me la sarei cavata ugualmente. >> affermò lei decisa.
<< Ho seri dubbi! >> esclamai ridendo.
Sorrise. << Grazie. >>
<< Chiama ed io arrivo! >>
<< Certamente, se avrò bisogno mi ricorderò di te. >>
<< Ci vediamo Lunedì, Nina. – le dissi  – Buona serata. >> conclusi guardando per un istante il tizio che non aveva aperto bocca.
Tornai al mio tavolo e bevvi la mia birra. Di tanto in tanto mi sorprendevo a guardarla. Ad un certo punto il tizio di fronte a lei si alzò probabilmente per pagare. Era il suo ragazzo? Dovevo assolutamente scoprirlo, la curiosità mi stava logorando.
Mi alzai e mi diressi verso il suo tavolo. Si stava sistemando il vestito, di conseguenza non si accorse che il tizio che si stava sedendo di fronte a lei non era il suo ragazzo (o qualunque cosa rappresentasse per lei, insomma).
<< Pagato? >> chiese senza distogliere lo sguardo dal vestito.
<< Se vuoi provvedo. >> risposi io gustandomi il suo sguardo e il suo sorriso.
Non potevo perdere altro tempo: il tizio sicuramente sarebbe tornato a breve ed io dovevo sapere chi fosse.
<< E’ il tuo ragazzo? >> chiesi poco dopo mascherando la mia curiosità.
Lei scosse il capo bruscamente ed io la guardai. Qualcosa dentro di me esultò.
<< Avrei scommesso il contrario. In effetti non potrebbe mai essere il tuo ragazzo.. >>
Mi guardò. << E come fai a saperlo? >>
<< Un ragazzo di solito.. non si comporta come si è comportato lui poco fa. Avrebbe dovuto dimostrare quanto vale, non lasciarsi menare da un tizio qualsiasi. >> le dissi.
<< Non c’è bisogno che lui me lo dimostri, so bene quanto vale. >>
<< Quanto vale? >>
Non sapendo cosa rispondere si alzò dal tavolo ma io le bloccai il polso.
<< Cosa vuoi? >> chiese.
<< Voglio sapere se quel ragazzo ti piace. >> le dissi duramente.
<< Adesso devo andare. >>
<< Non mi hai risposto. >> dichiarai stringendole il polso ancor di più, quasi come avevo fatto con Robert. Questa volta però, non era mia intenzione farle del male.
<< Ian, lasciami subito! >>
<< Qualcosa non va? >> chiese il tizio che era appena tornato dalla cassa. Non poteva andare da qualche altra parte invece di rompermi il cazzo?
<< Niente, la tua ragazza mi stava spiegando cosa l’ha colpita in te. >> risposi sghignazzando.
<< Jason, comincia ad andare, ti raggiungo subito. >>
Jason? Oh, il tizio aveva un nome. Eppure credevo si chiamasse “Inutile”.
Lui si tolse dalle palle, finalmente. Lei intanto mi fissò negli occhi. << Credo che hanno scelto la miglior persona sulla faccia della Terra per interpretare Ian. >>
<< Grazie, grazie. So di essere affascinante. >> le dissi.
<< Sei solo un.. un.. un.. >> balbettò. Non sapeva cosa dire e mi faceva tantissima tenerezza.
<< ..idiota? >> suggerii.
<< Sì! >>
<< Touché! Ci vediamo sul set, Nina. >> le dissi. Lei m’ignorò completamente e uscì dal locale.
Quando la rividi sul set non esitai: amavo fare battutine.
<< Ciao Nina. Hai preparato il reggiseno bianco? >> avremmo dovuto girare la scena del sogno di Elena dove lei immagina di baciare Stefan ma quando gli toglie la maglietta vede che in realtà è Damon.
<< Cretino. >> disse lei ma poco dopo scoppiò a ridere insieme a me.
 
<< Hai ragione. Ho altre intenzioni ma le hai anche tu.. >> 
<< Davvero? >> chiese Elena.
<< Le vedo. Tu mi vuoi. >> ed io ti voglio, sì. Anche se non dovrei pensare a te perché in teoria sono impegnato.  
<< Come hai detto? >>
<< Io ti piaccio, ti senti attratta da me, pensi a me anche quando non vorresti e scommetto che mi hai persino sognato.. e in questo momento vuoi baciarmi. >> mi avvicino, sì vorrei tanto baciarla, eccome se lo vorrei! Eppure so come terminerà quella scena: uno schiaffo, niente più. 
<< Ma che fai? Non so a ce gioco stai giocando con Stefan ma io non voglio farne parte. Non so che cosa sia successo in passato ma chiariamo subito una cosa: io non sono Katherine. >>
L’ultima scena girata è quella in camera sua: devo semplicemente accarezzarle una guancia mentre dorme. Oh, la sua pelle è così morbida.. 
 
-Ian, quella ragazza non sarà mai tua. L’hai vista quattro volte al massimo, molto probabilmente è fidanzata e anche tu lo sei. Non pensare a lei, pensa a Linsday che ha bisogno di tutto l’amore che sai darle, essendo la tua ragazza – mi disse la mia testa.
Ero disposto a seguire quello che mi diceva?


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Grazie per le 11 recesioni complessive finora! *w*
Grazie alle 8 personcine che l'hanno aggiunta ai preferiti! *w*
Grazie alle 2 personcine che l'hanno aggiunta tra le storie da ricordare! *w*
Grazie alle 20 personcine che l'hanno aggiunta tra le storie seguite! *w*

Grazie davvero. <3

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Capitolo 5
*** ANNUNCIO IMPORTANTE! ***


Buonasera! Vi chiedo cortesemente di leggere fino in fondo, sarò breve! :)

Allora, ho deciso di chiudere questa storia e penso che molti di voi se ne siano accrti visto che non aggiorno da parecchio tempo. Perché? Beh, ho realizzato (forse troppo tardi) che mi sono "buttata" in qualcosa di troppo grande, infinito ed estremamente monotono. Eh sì, perché avevo intenzione di creare un capitolo per ogni puntata e sinceramente credo che tutti si sarebbero annoiati a leggere decine e decine di capitoli pieni di "andai sul set, vidi Nina, tornai a casa". Forse avrei dovuto pensarci prima e me ne rendo conto, per questo chiedo scusa. Però sono qui per dirvi anche un'altra cosa: non ho intenzione di abbandonare la scrittura per quanto riguarda Ian e Nina perché come ho già precisato mi piacciono molto insieme e quello che volevo era semplicemente creare un qualcosa di originale che li riguardi. Per questo, se da una parte ho deciso di porre fine a questa storia, ne ho creata un'altra. Questa volta non seguiò uno schema preciso ma sarò io ad elaborare una trama, un intreccio e qualsiasi altra cosa. Se vi è piaciuto il mio modo di scrivere mi piacerebbe davvero tanto che voi continuaste a seguirmi anche lì. Vi assicuro una cosa: quella storia continuerà, questo posso garantirvelo!
Grazie davvero per avermi seguita (siete davvero tanti ad aver messo questa storia tra le seguite/preferite) e spero che abbiate tempo e voglia di seguirmi anche con quest'altra: His love is more important.

Grazie per l'attenzione :)
Per suscitare il vostro interesse e la vostra curiosità vi posto anche un piccolo assaggio:
Nina Dobrev, ricca diciannovenne cresciuta tra libri e vestiti firmati. Ian Somerhalder, ventiquattrenne disoccupato che per guadagnare qualcosa si dedica ad ogni genere di lavoro. I due s'incontrano per puro caso, chiamatelo se volete destino, e Nina dovrà fare i conti con la madre che vorrebbe che lei sposasse un ragazzo "alla sua altezza": ricco e che possa garantirle un futuro sicuro. Quali saranno le sue scelte? L'Amore, quello con la "A" maiuscola, è davvero in grado di vincere su tutto?

Domani o dopodomani posterò il terzo capitolo. Spero di ricevere davvero altre recensioni da parte vostra. Grazie ancora, di tutto.
Un bacio, Jey.

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