Baby sitter per caso

di Beauty
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Piccoli imprevisti ***
Capitolo 2: *** Colazioni esplosive e fidanzati mancati ***
Capitolo 3: *** Nasi troppo cresciuti e lupi mannari troppo complessati ***
Capitolo 4: *** Confessioni imbarazzanti ***
Capitolo 5: *** Questione di...letto ***
Capitolo 6: *** Ai lupi mannari piace il cioccolato? ***
Capitolo 7: *** Giochi, magie e abbandoni ***
Capitolo 8: *** La favola di Grimmauld Place ***
Capitolo 9: *** La resa dei conti ***
Capitolo 10: *** Tutta colpa di zio Felpato ***



Capitolo 1
*** Piccoli imprevisti ***


 

Remus Lupin uscì da Grimmauld Place sapendo di andare incontro ad una serata che definire disastrosa sarebbe stato un cortese eufemismo.

Quel pomeriggio c’era stata l’ennesima, sfinente, interminabile litigata con Tonks. Ormai la cosa si trascinava da settimane, e la tiritera era sempre la stessa. Lei cominciava con il dirgli che era innamorata di lui, e lui le presentava sempre le solite ovvie e valide ragioni – o almeno, secondo Remus erano ovvie e valide, ma quella ragazza sembrava avere la testa più dura di quella di un Troll! – per cui non potevano in alcun modo stare insieme: innanzitutto, c’erano tredici anni di differenza, fra loro due, senza contare che l’uomo non aveva in tasca neanche mezzo galeone, e infine, ultimo ma non ultimo, era un lupo mannaro. Possibile che Tonks non riuscisse a capire che rischiava di farle del male ad ogni luna piena?, si disse Remus, con una punta di esasperazione.

Evidentemente no, non lo capiva, si rispose, dato che continuava ad insistere e che ogni discussione si concludeva, come quel giorno, con il pianto disperato della ragazza.

Tuttavia, c’era una novità. Anziché scappare via da Grimmauld Place in lacrime, Tonks gli aveva proposto di passare a casa sua, quella sera.

- Così potremmo parlare da soli…- aveva detto, accennando allo stuolo dei membri dell’Ordine della Fenice, che assistevano a bocca aperta al diverbio.

Remus sospirò, mentre saliva le scale che conducevano all’appartamento di Tonks. Fosse dipeso da lui, se ne sarebbe rimasto a Grimmauld Place, ma la sua innata educazione – nonché la minaccia di Sirius di farlo dormire nella cuccia del cane! – gli avevano impedito di darle buca senza preavviso.

Suonò il campanello. Quando la porta si aprì, Remus assistette ad una scena sconcertante.

Tonks, furiosa, i capelli rosso fuoco dalla rabbia, pallida e scarmigliata, che lo guardava in cagnesco. Remus rimase interdetto.

- Ehm…ciao…- mormorò alla fine.

- Che ci fai qui?- ringhiò Tonks.- Non ho né tempo né voglia di discutere con te! Vattene!

E gli sbatté la porta in faccia.

Quella sarebbe stata un’ottima occasione per fare dietrofront, ma ormai quel comportamento aggressivo aveva acceso la curiosità di Lupin. Bussò di nuovo; non se ne sarebbe andato di lì senza una spiegazione.

- Sei ancora qui?!- abbaiò Tonks, riaprendo la porta.- Te l’ho già detto! Non ho voglia di litigare! Si può sapere che cosa vuoi?

- Mi hai invitato tu - rispose Remus, con una smorfia.

Tonks arrossì violentemente, ma in compenso sembrò calmarsi.

- Oh…ehm…io…sì, è vero, hai ragione…scusa…- mormorò imbarazzata.- E’ solo che…ecco…ho avuto un piccolo imprevisto…

- Se vuoi, me ne vado…- propose Remus.

- No!- si affrettò a dire la Metamorfomagus.- Vieni, entra.

Remus entrò, e Tonks lo guidò in un salottino piccolo ma confortevole, benché un po’ disordinato.

- Siediti…- disse la giovane strega, indicando un sofà sommerso di cuscini e libri.- Io…sono subito da te. Faccio in un attimo.

Detto questo, Tonks si voltò ed entrò in una piccola stanza, presumibilmente la cucina. Lupin stette seduto per un quarto d’ora buono, ascoltando un po’ in ansia i rumori metallici provenienti dalla cucina, corredati dalle colorite imprecazioni della ragazza.

D’un tratto, appena due secondi dopo averla sentita borbottare qualcosa sui calzini a strisce di Merlino, l’uomo udì un tonfo sordo, cui seguirono i gemiti di dolore di Ninfadora.

- Tonks! Va tutto bene?- chiese, scattando in piedi.

- Sì, sì, non ti preoccupare, è tutto sotto controllo…quella stupida pentola…!

- Ti serve aiuto?

- No, no, io…

- Ninfadora, ma quand’è pronta la cena?- Remus sentì una voce infantile alle sue spalle.

Si girò. A pochi metri da lui c’era una bimbetta sui sei anni, bionda, con lo stesso viso a cuore di Ninfadora e gli stessi occhi castani. Indossava un pigiama bianco, era a piedi nudi e teneva in braccio una di quelle Barbie Babbane.

- Ehi, ciao!- lo salutò la bimba, agitando una manina.

- Ciao - sorrise Remus.- E tu chi saresti?

Tonks fece capolino sulla porta della cucina. Era spettinata e con la maglietta fradicia.

- Allora, Dora!- esclamò la bambina.- Io ho fame!

- Sì, sì, lo so, non piagnucolare, tra poco è pronto…- rispose Tonks, cercando di asciugarsi la maglietta a colpi di bacchetta.- Wilhelmina, torna in camera, io e questo signore dobbiamo parlare…

- Non chiamarmi Wilhelmina, Dora!- si arrabbiò la bambina.- Lo sai che non mi piace! Io mi chiamo Will, non Wilhelmina!

Tonks sospirò.

- Va bene, Will, ma ora, per favore, fa’ la brava e…

- Lui chi è?- chiese Wilhelmina indicando Remus.- E’ un tuo amico?

- Sì, lui…sì, è un amico.

- Ciao! Piacere, io mi chiamo Will!- si presentò la bambina, tendendogli la mano come un’adulta.

Remus gliela strinse, con un sorriso.

- Io sono Remus Lupin…e tu sei…?

- Mia sorella - Tonks rispose al posto di Will.

- Non mi avevi mai detto di avere una sorella…- fece Remus.

- Credimi, c’è un perché - ironizzò la ragazza. Will le fece la linguaccia.

- Allora? Quand’è che si mangia?- chiese poi.

- Ma sei un pozzo senza fondo!- esclamò Tonks.- Hai mangiato solo qualche ora fa, possibile che tu non riesca ad aspettare cinque minuti?

- Erano cinque minuti anche mezz’ora fa!

- Ecco, l’imprevisto di cui ti avevo parlato!- disse Tonks a Remus, che osservava divertito quella scena.

- Ci sono anche i tuoi genitori?- s’informò il mago.

- No. E’ proprio questo il problema- disse Tonks, osservando Will che andava a sedersi sul sofà, pettinando la sua Barbie.- I miei hanno deciso di partire per una settimana…sai, sono venticinque anni di matrimonio…

- Tanti auguri.

- Tanti auguri un ciufolo!- rispose Tonks.- Loro sono partiti alla volta di qualche località caraibica, e mi hanno mollato lei!- e indicò la sorellina.

Remus sorrise.

- Perché sei tanto nervosa? Non sembra tanto pestifera…

- Prova a stare in sua compagnia per qualche ora e vedrai che cambierai immediatamente idea- fece Tonks, scuotendo il capo. - Non fa altro che piagnucolare tutto il giorno. Ninfadora ho fame, Ninfadora ho sete, Ninfadora ho voglia di giocare…

- Che ti aspettavi? E’ una bambina…

- E’ una piaga della natura, altro che bambina! Da che è arrivata ha già rotto un bicchiere e un piatto!

- Il bicchiere mi è scivolato!- si difese la piccola.- E il piatto non l’ho rotto io, sei stata tu!

- Oh, ma sta’ un po’ zitta…- borbottò Tonks.

La ragazza si sistemò una ciocca di capelli dietro all’orecchio, tornando a rivolgersi a Lupin.

- Senti - disse, un po’ imbarazzata.- Scusa per tutto questo trambusto, ma ora possiamo parlare…

- Sai che non cambierò mai idea su di noi, Ninfadora…- sospirò lui.

- Punto numero uno, sai che non voglio essere chiamata così. Punto numero due - Tonks alzò la voce.- Wilhelmina, vai in camera!

- Non chiamarmi Wilhelmina!- protestò la bambina.

- Non importa, vai in camera!

- Perché?

- Perché l’ho detto io! Fila in camera!

- Di che dovete parlare?

- Non sono affari tuoi, peste!

- Dovete parlare di cose da grandi, vero?

- Sì, esatto! E ora vai in camera tua!

- Voglio sentire anch’io.

- No.

- Io sono abbastanza grande!

- Ho detto di no!

- Ma perché?

- Perché no!

- Tonks, non pensi che sarebbe il caso di…- provò ad intervenire Remus.

- Taci tu!- ringhiò Tonks, al che il mannaro pensò bene di rimanersene fermo buono e zitto nel suo angolino finché le acque non si fossero calmate.

Tonks si voltò verso la sorellina, ben decisa a non dargliela vinta per nessuna ragione al mondo.

- Stammi bene a sentire - sillabò.- Quando io ti dico di andare in camera tua tu ci devi andare di corsa, hai capito?!

Will, per tutta risposta, le fece un’altra linguaccia.

- Sei cattiva!- gridò la bambina.- Lo dirò alla mamma, quando torna!

- Oh, ma che paura…!

- Tonks…- fece Lupin, timidamente.- Tonks, non senti anche tu odore di brucia…

- Morgana, la pasta!- urlò Tonks.

Non fece in tempo a rendersi conto che l’intera cena era andata in fumo, che subito si sentì il rumore assordante di un allarme antincendio. Will si tappò le orecchie con le mani.

Dal soffitto, cominciarono a spruzzare dei violenti getti d’acqua.

- Stupidi aggeggi Babbani!- imprecò Tonks, tutta bagnata, cercando di bloccare l’allarme e il connesso sistema antincendio.

- Tonks, che stai facendo?- gridò Remus, prendendo in braccio Wilhelmina affinché si bagnasse il meno possibile.

- Non lo so! Questo coso non vuole spegnersi!- strillò la ragazza di rimando, mentre armeggiava senza successo con una marea di pulsanti.

- Vieni, usciamo di qui!- disse Remus, con la bimba che si stringeva a lui, prendendo per mano Tonks.

 

Alla fine, qualcuno del condominio ebbe la bontà di chiamare gli spegnifiamme Babbani, spiegarono in coro le due sorelle Tonks, coniando un nuovo termine che Lupin riuscì alla fine ad associare ai pompieri.

Beh, per una volta, c’era da riconoscere che non era stata l’imbranataggine cronica della padrona di casa – o almeno, non solo quella – a far impazzire l’allarme antincendio. I vigili del fuoco dissero che c’era un problema al sistema.

- Ma davvero? Non me n’ero accorta!- ironizzò Tonks, con una gran voglia di prendere a schiaffi quel bellimbusto del comandante.- Quando lo risolverete?

- Ci vorrà almeno una settimana, signorina…- rispose l’uomo.

- CHE COOOSAAA???!!!- strillò la ragazza, incredula.- Ma sta scherzando?! Non potete accelerare un po’ i tempi?

- Temo di no, signorina. Ho paura che per questa settimana dovrà trovarsi un altro alloggio…- ghignò il comandante, voltando le spalle alla comica figura di Ninfadora che lo fissava con gli occhi sgranati.

Lupin riuscì a fermarla in tempo prima che la Metamorfomagus cominciasse a colpire il malcapitato con una serie di Schiantesimi a raffica.

- Idiota!- bofonchiò Tonks, prendendo in braccio sua sorella.

Erano riusciti a recuperare poche cose dall’appartamento allagato, tra cui il bagaglio di Wilhelmina e alcuni dei suoi giocattoli.

- E ora dov’è che parcheggiamo il fondoschiena, io e te?- chiese Ninfadora, senza guardare la bambina, concentrata solo sulla tristissima immagine del salotto sommerso d’acqua.

- Potreste venire a stare da noi…- propose Remus, sperando con tutto il cuore che Tonks non fraintendesse la natura di quell’invito.- Da me e da Sirius, intendo. A Grimmauld Place.

- Grimmauld Place?- fece Will. - Che cos’è?

- E’ una casa - spiegò Remus.- E’ il nome di una casa…

- Wow…com’è che casa tua non ce l’ha un nome, eh, Ninfadora?

La ragazza non si degnò di risponderle, tutta concentrata sulle parole di Remus.

- Ci salveresti la vita…- sospirò alla fine.- Ma Sirius lo sa che deve venire anche la piattola?

- Testa di drago…- sibilò Will.

- Ne sarà felice, vedrai - la rassicurò Lupin.- Non ci saranno problemi. D’altronde, siete le sue cugine.

- Andata…- acconsentì Tonks.- E, già che ci sei, digli di ordinare una pizza…

 

- Ehm…vedo che una sola marmocchia per casa non è bastata alla piccola Andromeda…- commentò seccato Sirius, osservando critico le due sorelle Tonks.- Potevi anche avvertirmi, Lunastorta…- sibilò, dopo che Ninfadora e Wilhelmina furono salite al piano di sopra.

- Oh, andiamo, Felpato!- esclamò Lupin.- Quante volte Tonks si è fermata a dormire qui senza preavviso?

- Non parlo di lei, parlo della bambina!- specificò Sirius.

- E’ buonissima, Sirius. E’ la bambina più dolce che tu possa incontrare…

- Questo l’avevo intuito. Il problema è un altro…

- E cioè?

- Tu e Tonks fate in modo di tenerla chiusa in camera sua, domani sera…

- E perché?

- Perché domani sera ho un appuntamento qui con Emmeline Vance…non so se mi spiego…e non vorrei mai che la bambina vedesse che noi…sì, insomma, hai capito, no?

- Sei incorreggibile!- sbuffò Lupin, ma poi sorrise, e si diresse verso la propria stanza.

- Ehi, Lunastorta!- chiamò Sirius.- Dimenticavo: com’è andata fra te e mia cugina? Quella grande, intendo…

- Niente di fatto…per fortuna…

- E poi sarei io quello incorreggibile…

- Davvero, Felpato, non insistere…

- Okay, solo un’ultima cosa: come si chiama la bambina?

- Wilhelmina.

- Wilhelmina?!

- Sì, ma odia il suo nome. Preferisce essere chiamata Will. Chi ti ricorda?- sorrise Lupin, prima di sparire oltre la porta di camera sua.

Sirius ridacchiò, scuotendo il capo.

- Ninfadora e Wilhelmina…- mormorò a sé stesso.- La cara Andromeda è sempre stata una ragazza un po’ strana…

 

Qualcosa si mosse nel buio. La figura, forse umana, si avvicinò ad un piccolo tavolo di legno tarlato, su cui era posta una fotografia. L’ombra la prese in mano, scrutandone i volti ridenti. Rise sommessamente, osservando le due persone che vi erano ritratte: una ragazza dai capelli rosa sorrideva e agitava la mano in segno di saluto, tenendo in braccio una bambina bionda, che rideva contenta.

L’ombra smise di ridere, sbattendo la fotografia sul tavolo con malgarbo.

Ora che aveva lasciato Azkaban, ora che era di nuovo libera, nessuno avrebbe più potuto distoglierla dalla sua vendetta. Andromeda l’avrebbe pagata, pensò. E il prezzo sarebbe stato altissimo.

 

Angolo Autrice: Okay, premetto subito che questa è una storiella semplice e senza troppe pretese, che mi è venuta in mente non so come…:)! Spero che abbiate la bontà di leggerla e di farmi sapere che ne pensate, all’inizio pensavo ad una One-shot, ma poi mi sono resa conto che non avrebbe reso nel migliore dei modi.

Tutti i personaggi appartengono alla zia Row, mentre la storia e la piccola Wilhelmina sono di mia invenzione! Dunque…il nome Wilhelmina potrebbe suscitare qualche perplessità, ma essendo la sorellina di Tonks mi sembrava strano che avesse un nome “normale”…e che sopportasse il proprio senza protestare, così che Wilhelmina è stato modificato in Will…

Comunque, ora sono sotto lo stesso tetto: una bambina dolce e curiosa, il caro vecchio Sirius e Remus e Tonks innamoratissimi ma che litigano a causa della cocciutaggine di lui…Che succederà?

E chi è la misteriosa figura avvolta nell’ombra?

Per scoprirlo, non vi resta che leggere!

Allora, che ne dite? Non è niente di speciale, ma me lo lasciate un commentino ino ino? Consigli e critiche sono ben accolti.

Grazie, ciao!

 

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Capitolo 2
*** Colazioni esplosive e fidanzati mancati ***


 

Tonks mise a tacere la sveglia con una violenta manata, ficcando ancora di più la testa sotto le coperte. Quel giorno sarebbe stato orribile, lo sentiva, tra Caramell e quel pipistrellaccio di Scrimgeour la giornata non poteva andare peggio. Se poi ci si mettevano anche i minacciosi nuvoloni temporaleschi fuori dalla finestra, allora tanto valeva rimettere la testa sotto le coperte.

Stava giusto accarezzando l’idea di fingere un improvviso attacco di peste bubbonica e rimanersene a casa a poltrire, finché non le tornò in mente un piccolo dettaglio della sua vita: sua sorella!

Scattò in piedi, sicura che Will stesse combinando qualche disastro. Guardò l’orologio: le sette e mezza. Wilhelmina era mattiniera – le rompiscatole non dormono mai! –, certamente era da più di un’ora che girava per casa combinando un guaio appresso all’altro!

La sua ipotesi venne avvalorata, mentre scendeva le scale in tutta fretta, dalle grida di rabbia di Kreacher.

- Mezzosangue, feccia, luridi mocciosi…

- Andiamo, Kreacher, non è successo niente di grave…- Tonks sentì il suo piccolo tesoro – non quella nana di Will, Remus! – mentre cercava di rabbonire quel vecchio Elfo rompipluffe.

- Ma stai ancora cercando di ragionare con quello?! Lascialo perdere, è mezzo suonato!- quella era la voce di Sirius.

Fantastico, erano tutti in piedi per assistere all’ultima prodezza di Will, tranne lei! Ora sarebbe passata per la sorella maggiore irresponsabile e menefreghista, solo perché era rimasta addormentata!

- Marmocchi combinaguai, piccoli mostri…

- Kreacher…

- Ma lascialo perdere, Lunastorta! Tanto è inutile!

Alla fine, Lupin si convinse a non insistere, e l’Elfo Domestico se ne andò continuando a borbottare le sue maledizioni a mezza voce.

- Ah! Ti sei svegliata!- esclamò Sirius non appena la vide.

Anche Remus alzò gli occhi su di lei, ma subito distolse lo sguardo, tutto rosso in viso. Tonks si rese conto solo in quel momento di avere ancora addosso la sua camicia da notte più scollata e corta che possedesse. Va bene, la notte prima se l’era messa addosso nella speranza che l’amore della sua vita – si parlava sempre di Remus, ovvio! – decidesse di fare un salto in camera sua per darle la buonanotte, ma inutile dire che ciò non era avvenuto.

Perché s’innamorava sempre dei ragazzi perbene?

In ogni caso, finse di non scomporsi, e finì di scendere le scale, stando bene attenta a non inciampare.

- Buongiorno a tutti…- salutò.- Allora, come va?

- Ehm…diciamo che potrebbe andar meglio…- mormorò Lupin.

- Perché?- fece Tonks, speranzosa.

- Beh…- esordì suo cugino, con un ghigno.- Diciamo che stiamo scoprendo sempre più somiglianze fra te e tua sorella…

- Che ha combinato stavolta?!- strillò Tonks, quando sentì uno strano rumore proveniente dalla cucina. La Metamorfomagus corse in direzione della stanza.

- Tonks…forse non è il caso che…- provò a fermarla Lupin, ma ormai era troppo tardi.

- CHE COSA HAI FATTO?!- urlò la ragazza.

Nella stanza c’era un pandemonio. Il fornello era tutto annerito, il pavimento era allagato, a terra giacevano scomposti cocci di stoviglie e qualche briciola di cibo, il tavolo era spostato e solo una delle quattro sedie era riuscita a rimanere in piedi. In mezzo a tutto quel macello, in piedi in un angolino, c’era Wilhelmina, con ancora addosso il pigiama, a piedi nudi, con in mano la sua inseparabile Barbie, mentre sgranocchiava un biscotto al cioccolato.

- Che cosa hai fatto?!- ripeté Tonks, mentre Lupin e Sirius facevano capolino alle sue spalle.

- Volevo preparare la colazione…- rispose candidamente Will, dando un altro morso al biscotto.

Ninfadora stava per lanciare un grido che avrebbe notevolmente compromesso la lucidità mentale dei presenti, se non che si accorse dell’espressione intenerita e vagamente adorante con cui quei due bellimbusti alle sue spalle guardavano quell’angioletto della sua sorellina.

- Che bambina deliziosa…- commentò Sirius, osservando prima la bimba poi la quantità di roba da mangiare ammassata a casaccio sulla tavola.

- Grazie, Will - disse Remus.- Sono sicuro che sarà ottima…

- MA VI SIETE RIMBAMBITI TUTTI E DUE?!- gridò Tonks, con i capelli rosso fuoco per la rabbia.- Ha distrutto la cucina!

- Andiamo, Tonks - fece Lupin, sfoderando la bacchetta.- Con qualche incantesimo tornerà tutto a posto. Vero, Felpato?

- Verissimo. E poi, cuginetta cara - aggiunse Sirius facendole l’occhiolino.- Da quel che ho saputo tu non sei esattamente nella posizione di criticare…

Tonks sbuffò, limitandosi a formulare solo dentro di sé le sue numerose su quanto imbecilli fossero gli uomini e quanto poco bastasse loro per farsi abbindolare da un visetto angelico.

Tutti e tre si misero a ripulire la cucina. O meglio, iniziarono in tre, ma poi i due maghi si videro costretti a terminare il lavoro da soli, dato che la Metamorfomagus con gli incantesimi casalinghi faceva più danni di quanti non ne avesse fatti la piccola Will.

Alla fine, decisero tutti quanti di gustarsi la colazione preparata dalla bambina, che consisteva in qualche biscotto e due o tre brioche poste sul tavolo.

- Complimenti, Will - disse Lupin.- Sei una cuoca fantastica.

- Grazie!- trillò Will.

- Concordo pienamente…- fece Sirius a bocca piena, addentando famelicamente una brioche.

Tonks si sedette malamente su uno sgabello, dando un morso ad un biscotto.

- Ma non si potrebbe avere almeno un po’ di caffè?- borbottò.

- Tonks…- fece Lupin, stancamente.- Devo ricordarti che abbiamo appena messo in ordine? E poi, la colazione che ci ha preparato Will è deliziosa, no? Così la offendi…

- Giusto!- puntualizzò Will, con aria seriamente offesa.- Tu mi offendi sempre!

- Devo farti un elenco di tutte le parti del mio corpo che sono rimaste offese da quando sei nata tu?- la rimbrottò Tonks.

- Io non ho fatto niente!- si difese Wilhelmina.- Non è colpa mia se alla tua età non hai ancora imparato a stare in piedi!

- Senti chi parla! Io non saprei stare in piedi? Chi è che mi ha quasi rotto l’osso del collo facendomi lo sgambetto, l’anno scorso?

- Non l’ho fatto apposta! E’ stato un incidente!

- Basta, smettetela di litigare!- intervenne Lupin.

- Ha cominciato lei…!- urlò Tonks.

- A volte stento a capire chi delle due ha sei anni e chi ne ha ventidue…- sospirò Sirius.

- Taci tu!

Alla fine, si calmarono. Nella stanza piombò il silenzio, ma c’era un’atmosfera tesa. Remus si rese conto che Tonks lo stava guardando di sottecchi, con uno sguardo pieno di rimproveri. Si sentì enormemente in imbarazzo, sapeva cosa volevano dire gli occhi della ragazza. S’ingegnò per pensare a qualcosa da dire, qualunque cosa.

- Will è una Metamorfomagus come te?- buttò lì alla fine.

Per tutta risposta, la ragazza gli sferrò un violento calcio da sotto il tavolo.

- Ma che ho detto?- protestò Lupin a mezza voce, tutto dolorante.

- Non svegliare il Dissennatore che dorme…- sibilò Tonks, a denti stretti, con un’occhiata che voleva dire che gli avrebbe spiegato tutto più tardi.

Will si rabbuiò di colpo. Remus non sapeva perché, ma si rese conto di aver involontariamente toccato un tasto dolente. Cercò di rimediare.

- Come si chiama la tua bambola?- chiese, notando la Barbie che la bimba si trascinava sempre dietro.

Will ridivenne immediatamente allegra.

- Si chiama Ninfadora!- disse, mostrando la bambola. Remus notò che aveva i capelli rosa cicca.

- Ninfadora? Bel nome.

Tonks sbuffò, alzando gli occhi al cielo.

- Eh, sì!- fece Will. - Lo stesso nome della tua fidanzata!

Quella frase innocente fu come una secchiellata di acqua gelida in un freddo pomeriggio nevoso. I capelli di Tonks divennero color tempesta, mentre prendeva a fissare il povero licantropo con aria truce. Remus si sentì avvampare. Gli occhi di Sirius dardeggiavano dall’uno all’altra, mentre le sue labbra erano increspate in un sorriso malandrino.

Anche Wilhelmina, seppur molto piccola, dovette rendersi conto che c’era qualcosa che non andava.

- Che c’è?- chiese a Lupin.- Tu non sei il fidanzato di Dora?

- No!- si affrettò a dire lui.- No…io…io e tua sorella non siamo fidanzati…

I capelli di Tonks divennero di un tristissimo grigio topo. Sirius sospirò, scuotendo il capo.

- Oh…- fece Will, un po’ dispiaciuta.- Peccato…

- Già - rispose Tonks, acida, alzandosi da tavola. Si vestì con un colpo di bacchetta.- Io devo andare al lavoro…- mormorò poi, con voce senza espressione.

- Tonks…- provò a dire Remus.

- Non devi dire niente - sillabò la ragazza, avviandosi verso la porta.

- No, Tonks, non hai capito, io volevo dirti che…

- Will, fa’ la brava mentre non ci sono. Ci vediamo stasera.

- Tonks…

Ma la ragazza uscì di fretta, andando incontro alla violenta pioggia che aveva preso a cadere.

Remus guardò Sirius con uno sguardo insieme interrogativo e impotente.

- Tranquillo…- ghignò l’ex detenuto.- Presto se ne renderà conto da sola…

Wilhelmina sospirò.

- Non so proprio come fai ad essere il fidanzato di quella troglofita di Dora…- disse.

- Troglofita?

- Sì.

- Vorrai dire troglodita…- la corresse l’ex professore, con un sorriso bonario.

- Sì, quello. Mia sorella è una troglofita, non so come fai ad essere il suo fidanzato…

- Will, te l’ho già detto, io non sono il suo fidanzato…

- E perché?- chiese la bimba.

- Credimi, ce lo stiamo domandando tutti, piccola…- s’intromise Sirius. Lupin gli lanciò un’occhiataccia, per poi proseguire:

- Beh, io sono un po’ troppo vecchio per lei, no?- sorrise.

Will lo scrutò con attenzione.

- Troppo vecchio, dici?- disse infine.- Strano…

- Che cosa?

- No, è che non riesco a vedere i capelli bianchi…

Sirius cominciò a sganasciarsi dal ridere.

- Questa ti sta bene!

- Falla finita, Felpato!- ringhiò Lupin.

- Te la sei cercata! Prova a dirle anche che sei troppo povero, vediamo che ti risponde…

- Povero?- fece eco la piccola, sempre con quello sguardo enigmatico.

- Sì. Vedi, Will…- disse Lupin.- Io sono troppo vecchio e troppo povero per poter stare con tua sorella…

- In effetti, quella giacca ha bisogno di essere ricucita…- osservò Will. - Sei quasi peggio del mio papà…

- Ti piace proprio farti umiliare, vero?- sghignazzò Felpato.- Forza, ora dille anche che sei un…

- Zitto!- disse Lupin, in fretta.- Non vorrai spaventarla?- sussurrò.

- Sei che cosa?- insistette Will.

- Lui è un…- fece per dire Sirius.

- Una sola parola in più, Felpato, e ti annodo la lingua!

- Un lupo mannaro?- concluse inaspettatamente Wilhelmina.

I due uomini rimasero a bocca aperta.

- Me l’ha detto Ninfadora…- proseguì timidamente la bimba.- Ha detto anche che tu credi di essere pericoloso…

- Sì…sì, è così…- sospirò Remus, tenendo gli occhi bassi.

Will non disse niente, rimanendo per un attimo pensosa, con uno sguardo assorto.

Si sentì bussare con violenza alla porta. Tutti e tre si precipitarono ad aprire.

Bagnata fradicia, con i capelli azzurri appiccicati al viso, Tonks entrò in casa.

Guardò uno ad uno Sirius, Remus e Will.

- Potevate anche dirmelo, che era domenica!

 

Angolo Autrice: Okay, in questo capitolo non è che succeda molto, ma abbiate pazienza, fra poco arriva l’azione. Comunque, che ne dite? Lo so, il finale del capitolo è a dir poco idiota, ma abbiate la bontà di perdonarmi, sono una novellina…! :). Come mai Will se l’è presa tanto quando Remus a parlato di Metamorfomagus? E che cos’ha in mente la piccola?

Nell’attesa di scoprirlo, ringrazio le 50 persone che hanno letto, e in particolare alliearthur per aver aggiunto la mia ff fra le seguite, e Sailor Marty TD fan, MoonyPhoenix e v91 per aver recensito e per averla aggiunta alle seguite. Ringrazio anche PiccolaStellaSenzaMeta, lei sa perché. :)

Ciao, al prossimo capitolo!

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Capitolo 3
*** Nasi troppo cresciuti e lupi mannari troppo complessati ***


 

- Non voglio!

- Will, smettila di fare i capricci!

- Io quella non me la metto!

- Non puoi stare in pigiama tutto il giorno!

- Ho detto di no!

La bambina cercò di divincolarsi, ma Tonks la riacciuffò per la maglietta. Le due finirono distese sul pavimento, e subito incominciò una lotta fra la sorella maggiore, che tentava in tutti i modi di infilare alla minore una maglietta rosa, e quest’ultima, che proprio non ne voleva sapere.

- Stai ferma!- gridò Tonks, riuscendo ad infilarle una manica.

- Lasciami!

- Will, ho detto di…

Wilhelmina riuscì a divincolarsi dalla presa della sorella, si liberò dello scomodo indumento e tentò di fuggire verso la porta della stanza, se non che la trovò bloccata.

- Ma che succede qui?- fece Remus, perplesso.

Will fece un gran sorriso e alzò le braccia verso di lui, come per farsi prendere in braccio. Lupin l’accontentò con un sorriso.

- E’ un’ora che siete chiuse qui dentro…- disse.

- Salvami!- fece Will, indicando la sorella.

- Salvarti?

- Ruffiana!- bofonchiò Tonks, rialzandosi dal pavimento.- Ora vieni qui e finisci di vestirti senza fare tante storie!

- No!

- Will, se non fai la brava ti metto nel frullatore di papà e lo accendo al massimo!

- Vai a farti avvelenare da un Doxy!

- Si può sapere qual è il problema?- chiese Remus.

- Lei è cattiva!- disse Will.

- Non esageriamo. Forse un po’ rissosa, a volte…- sogghignò il mannaro.

- Non fare tanto lo spiritoso tu - sbuffò Tonks.- Non può stare in pigiama tutto il giorno.

- Sì che posso!- insistette la piccola.

- Tua sorella ha ragione - disse Remus.- Sai, oggi verranno qui parecchie persone…

- Chi?- chiese Will, incuriosita.

- Tutte le persone che fanno parte dell’Ordine della Fenice, come tua sorella.

- Ma sono persone simpatiche? Perché Ninfadora non lo è per niente…

- Mostriciattolo!

- Certo - si affrettò a dire Lupin.- Persone molto simpatiche.

- Come te e lo zio Felpato?

- Sì, come me…e lo zio Felpato…

- Va bene…- acconsentì Will.- Ma io quella non me la metto!- aggiunse poi, indicando la maglietta rosa chiaro che Tonks teneva in mano.

- Tu ti metti quello che dico io!

- No!

- Perché non vuoi, Will?- chiese Remus.- Il rosa è un così bel colore…a tua sorella piace tanto…

- Appunto! Io non mi vesto come piace a lei!

Lupin ci pensò un po’ su, alla fine ebbe un’idea.

- Will…ti ricordi la moto volante di zio Sirius?

- Sì! Zio Sirius me l’ha fatta vedere ieri sera! Mi piace un sacco!

- Bene…facciamo così…se tu ti metti quello che dice Ninfadora, allora io ti prometto che chiederò allo zio Sirius di farti fare un giro…

- Affare fatto!- esclamò Will, correndo a mettersi la maglietta.

Tonks osservava la scena a bocca aperta.

- Fatto!- trillò infine la bambina. Si sentirono dei rumori al piano di sotto.

- Sono arrivati…- osservò Tonks.- Will, scendi…noi…noi arriviamo subito.

- Va bene. Ah, Remus…- disse poi.- Dovrei farti vedere una cosa, dopo. Puoi venire nella mia cameretta più tardi? E’ davvero importante…

- Ma certo - sorrise Lupin.- Verrò sicuramente.

Will fece un sorrisone, poi scese.

- Pure civetta, adesso…- sospirò Tonks.- Chi lo sa, magari diventeremo cognati, un giorno. Oh, no, giusto, tu sei troppo vecchio…persino per me.

- Tonks, non ricominciare a discutere…

- Non ci sarebbe alcun bisogno di discutere, se tu non ti ostinassi con queste ridicole scuse!- sbottò Tonks, guardandolo in cagnesco.

- Tonks, io…

I rumori al pianterreno si intensificarono; nella stanza piombò il silenzio.

- E’ meglio scendere…- mormorò infine Lupin.

Tonks annuì, e scesero.

 

***

 

- Maledetto quest’occhio, maledetto chi me l’ha portato via, maledetto quel damerino di Barty Couch Junior!- imprecò Malocchio, togliendosi l’occhio magico che si era incastrato per l’ennesima volta. Riempì un bicchiere d’acqua e ce lo pose dentro.

- Malocchio, per l’amor di Merlino, già è abbastanza disgustoso, vogliamo ricordarci che c’è anche una bambina piccola?- commentò la signora Weasley, che non appena aveva messo gli occhi su Will non aveva perso occasione per strapazzarla di coccole e baci e riempirla di biscotti e dolci al cioccolato. Non che alla bambina tutto ciò dispiacesse, tutt’altro.

- Non c’è problema, Molly…- fece Tonks, noncurante.- Una volta ha portato a casa un Vermicolo morto e me l’ha infilato nel letto…

Wilhelmina, in effetti, non sembrava troppo sconvolta dall’occhio magico che galleggiava nell’acqua. Anzi, lo guardava con un misto di curiosità e ammirazione.

- Dunque, dov’eravamo rimasti?- chiese Kingsley.

Arthur Weasley gettò in mezzo al tavolo una fotografia. Will si sporse a vedere. Mostrava la faccia di un uomo, ma era un uomo strano, quasi un misto fra un essere umano e un lupo. Aveva i denti affilati e gli occhi cattivi. Will, che sapeva leggere, tradusse mentalmente le lettere scritte sotto la fotografia.


Fenrir Greyback 


- Che brutto muso!- commentò la bambina.

- Credimi, piccola, dal vivo è anche peggio - disse il signor Weasley.- Ha morso altri due bambini, questa settimana - aggiunse poi, ad alta voce.

- Il Ministero non fa niente?- chiese Sirius a Kingsley e Tonks.

- Che vuoi che faccia?- rispose quest’ultima.- Ha messo una taglia sulla sua testa, ma anche se qualcuno l’avesse visto, non lo denuncerebbe mai…

- Non se ci tiene ai suoi figli…- aggiunse Lupin, stringendo i pugni.

La porta d’ingresso si aprì. Entrò un uomo, bagnato fradicio. Anche se non aveva idea di chi fosse, a Will stette subito antipatico. Aveva un aspetto sgradevole: era alto e con il volto giallognolo, vestiva di nero così com’erano i suoi capelli, lunghi e unticci. E poi, aveva un enorme naso, il naso più grande che la bambina avesse visto in vita sua.

Ma quello che la fece davvero arrabbiare fu l’occhiata infastidita che le lanciò non appena fu entrato, quasi stesse fissando un fungo velenoso.

- Lei è la sorella di Tonks, Severus…- disse Lupin.

- Sul serio? Vorrà dire che anziché una sola mocciosa per casa ne avremo due?- rispose quell’antipatico.

Will aggrottò le sopracciglia e lo guardò arrabbiatissima, ma lui le passò di fronte senza neanche accorgersene.

- Scusate il ritardo…- disse, prendendo posto.

- Prego, Mocciosus - ghignò Sirius.- Facevamo anche a meno di te, sai? Non ci sei mancato per niente.

Piton non si degnò di rispondere; il signor Weasley riprese a parlare di Grayback.

- E Harry, come va?- chiese, quand’ebbe finito, rivolto al professore di Pozioni.

- Come al solito - rispose Piton con una smorfia.- E’ tale e quale suo padre. Sembra quasi che si diverta a prendersi gioco di me…

- Lo credo, con quel nasone!- fece una vocina in un angolo.

Tutti si voltarono verso Will.

- E’ vero - disse la piccola.- Non ho mai visto un naso così grande in vita mia.

Sirius prese a ridere sguaiatamente, quasi cadde dalla sedia. Anche Tonks cominciò a ridere, mentre tutti gli altri cercavano disperatamente di rimanere seri.

Piton rimase impietrito a guardarla. Infine si alzò, mentre tutti cercavano di ricomporsi, fatta eccezione per Sirius, che continuava a ridere sfacciatamente.

- Deduco che la riunione sia finita - disse, tra i denti.- Io vi saluto. Ninfadora, forse sarebbe il caso di mettere una museruola alla tua sorellina…- e uscì sbattendo la porta.

- Non ho mai assistito ad una scena simile…- sghignazzò Kingsley.

- Beh, era ora che venisse a sapere la verità…- commentò Bill.

- Già…- fece Malocchio.- Comunque, ha ragione. La riunione è finita. Mi raccomando, state attenti a Greyback, ci aggiorniamo fra tre giorni. E ricordate: vigilanza costan…ehi, dov’è il mio occhio?

Nel bicchiere era rimasta solo l’acqua.

- Wow!- esclamò Will, portandosi l’occhio magico di fronte al proprio.- Che bello! Devo chiedere a Babbo Natale di regalarmene uno…

- Ehi, bimbetta, mettilo giù, non è un giocattolo!- disse Malocchio.

- Che magia è? Come si fa a vedere tutte queste cos…ooops!

L’occhio magico le cadde di mano. Rotolò fuori dalla cucina, lungo il corridoio, dirigendosi verso la porta d’ingresso.

- Fermatelo!- urlò Malocchio, zoppicandogli dietro; Will prese a rincorrerlo, mentre tutti i membri dell’Ordine si affacciavano per vedere cosa sarebbe successo. La bambina fu più veloce, e riacciuffò l’occhio magico per prima.

- L’ho preso!- esultò ad alta voce.

- No, Will, non grida…- fece la signora Weasley, ma ormai era troppo tardi.

Il ritratto della signora Black si svegliò, e la padrona di casa prese a strillare a squarciagola.

- MEZZOSANGUE, IBRIDI, MUTANTI, FECCIA CHE INSOZZA LA MIA CASA, PICCOLI LURIDI MOCCIOSI…!

Kreacher accorse al frastuono.

- Qualcuno la faccia tacere!- urlò Molly, mentre Remus e Sirius si precipitavano a tirare le tende del quadro.

- MARMOCCHI! PICCOLI DIAVOLI! SCHIFOSE BESTIOLE!

- Zitta, vecchia strega!- gridò Sirius, mentre Lupin, con uno sforzo immane, riuscì a richiudere le tende.

Tornò il silenzio. Tutti sospirarono di sollievo.

Will guardò perplessa prima i membri dell’Ordine della Fenice, poi il quadro della signora Black, infine l’Elfo Kreacher, che si stava allontanando borbottando le sue solite maledizioni.

Qui dentro di normale ci sono solo io, pensò la piccola, scuotendo il capo.

- Forza, bambinetta! Ridammi il mio occhio!- disse Malocchio, tendendo la mano.

- Restituisciglielo, Will - ordinò Tonks.

- Va bene…do solo un’ultima occhiata, okay?- fece la piccola, portandosi l’occhio magico all’altezza del proprio.

- Oh!- esclamò d’un tratto, osservando la sorella.- Remus, tu sei un lupo mannaro, giusto?

- Sì…- fece Lupin.

- Oh…Ninfadora, sei sicura che tu e Remus non siete fidanzati?

- No!- rispose Tonks, seccata, sentendosi addosso gli occhi di tutti.- No, non siamo fidanzati. Quante volte te lo devo ripetere?

- Uhm…- fece la piccola, pensosa.- Ma se non siete fidanzati, allora perché indossi un reggiseno con i lupetti che si rincorrono?

- IO TI AMMAZZOOOOOOOOOOOOO!!!!!!

 

***

 

- Will?- Lupin bussò alla porta aperta.- Will, posso entrare?

- Ciao, Remus!

Wilhelmina era seduta sul letto, con una marea di giornali, fotografie e cianfrusaglie varie ammassate sulla coperta.

- Mi volevi mostrare qualcosa, vero?- chiese Remus, sorridendo ed entrando nella stanza.

- Sì! Dai, siediti!- la bambina indicò un punto del letto rimasto libero.

Lupin si sedette, incuriosito.

- Volevo parlarti - incominciò Will, serissima.

- Di che cosa?

- Di te e di mia sorella.

- Will - sospirò Remus.- Te l’ho già spiegato. Noi non siamo…

- Non siete fidanzati, lo so. Ma questo non significa che non possiate fidanzarvi- continuò la bimba, imperterrita e sempre serissima.

- Ti ho già spiegato anche perché non possiamo stare insieme…

- Lo so. Ma mi hai detto una bugia.

- Come?- fece Lupin, stupefatto.

- Tu hai detto di essere troppo vecchio. Ma non è vero.

Remus rimase in ascolto, incuriosito.

- Intanto, una persona vecchia è piena di rughe, ha i capelli bianche e va in giro con un bastone…- disse Will.

- Non era quello che intendevo…- cominciò Remus, ma la bimba non gli diede tempo di finire.

- Tu invece non hai rughe, hai i capelli castani e non usi il bastone!- concluse la piccola, soddisfatta.

Lupin sospirò. Non faceva una piega, ma doveva spiegare a quella bambina cosa veramente intendesse lui con troppo vecchio.

- Hai ragione, Will…

- Certo che ho ragione!

Il mannaro ridacchiò.

- Hai ragione, ma io non intendevo vecchio in quel senso. Quando dico che sono troppo vecchio per Ninfadora, voglio dire che sono troppo grande.

- Beh, certo, tu sei altissimo, e lei è alta come uno Gnomo da giardino.

- No, Will…- Lupin si fermò un attimo, cercando le parole giuste.- Sono troppo grande nel senso che ho molti anni più di lei…

Wilhelmina non rispose, assumendo nuovamente quell’espressione seria e pensosa.

- Il mio papà ha cinque anni in più della mia mamma…- concluse infine.

- Non è la stessa cosa, Will…- disse Remus.- Io e tua sorella abbiamo ben tredici anni di differenza!

- Oh…Allora forse ho qualcosa che fa al caso vostro…- si mise a rovistare in mezzo a tutte quelle cose, estraendone un giornale. Lupin lo guardò: era una di quelle riviste di gossip e cronaca mondana, uno di quei settimanali per signore.

- E questo dove l’hai preso?

- Ninfadora ne ha un cassetto pieno…

Will sfogliò velocemente le pagine del giornale, arrivando al punto che le interessava.

- Leggi!- disse, sventolandogli sotto il naso la pagina.

Lupin lesse, incuriosito; l’articolo che Wilhelmina gli aveva indicato era intitolato La sindrome Moore. Parlava di personaggi famosi, Remus non ne conosceva nemmeno uno, ma aveva afferrato il succo del discorso: questa fantomatica sindrome Moore prendeva il nome da due donne, tali Julianne e Demi Moore – che fossero sorelle? Mah… – le quali erano felicemente sposate rispettivamente con un uomo di dieci e di quindici anni più giovane.

Beh, un bel record...

- Visto?- incalzò Will. - Un sacco di gente si sposa con persone più giovani…

Remus non seppe che rispondere; in effetti la piccola aveva centrato il punto. Non era il tipo da farsi condizionare da una sciocchezza letta sulle pagine di un giornale, né tantomeno dai discorsi facili di una bambina di sei anni, ma non poteva negare che Will, nella sua ingenuità, avesse ragione. Il mondo era pieno di persone che si amavano nonostante l’età. In effetti, ora che ci pensava, Kingsley Shacklebolt stava per sposarsi con Hestia Jones, e tra i due passavano almeno una decina d’anni.

- La mia mamma dice sempre che l’amore non ha età…- mormorò Will.

- Sì, l’ho sentito dire anch’io…- sorrise Remus.

- Beh, è vero, no?

Remus non rispose, continuando a pensare a come quell’adorabile e furba bambina gli avesse in pochi minuti smontato una scusa che sembrava perfetta.

- Allora, tu e Dora vi fidanzerete?- incalzò la bambina.

- Mi dispiace, piccola, ma temo proprio di no…- sospirò il mannaro, guardandola come per scusarsi.

- Ma perché no?- gemette lei.- Non hai visto? L’età non conta…

- Forse hai ragione…- ammise Lupin.- Ma non è solo questo…Ci sono anche degli altri problemi, te l’ho già detto…

- Quello che sei troppo povero e sei un lupo mannaro? Non preoccuparti, troveremo una soluzione anche a questo…

Remus rise.

- Will, dimmi una cosa: perché ci tieni tanto che io e tua sorella ci fidanziamo?

- Beh, stareste bene insieme, no?- fece Will. - Sai, tutti i suoi fidanzati mi hanno sempre trattata come una bambina piccola, anche se io non sono piccola. Facevano finta di non vedermi, oppure cercavano di essere gentili solo per piacere a Ninfadora o a mamma e papà. Ma poi, di nascosto, mi prendevano sempre in giro e a volte mi tiravano i capelli…Tu invece no…

- Io non ti tirerei mai i capelli, Will…

- Lo so, è proprio per questo che dico che mi piacerebbe che fossi il fidanzato di Ninfadora…perché tu sei sempre buono e gentile con me, con tutti…e poi, se vi sposate, io potrei…

- Non credo che io e Remus ci sposeremo mai, sorellina!- una voce l’interruppe. I due alzarono lo sguardo all’unisono. Tonks era in piedi sulla soglia della camera, le mani sui fianchi e i capelli blu scuro, segno che era parecchio innervosita.

- La mamma dice che non si deve spiare!- gridò la piccola, indignata.

- La mamma non è qui.

Ninfadora avanzò, guardando entrambi come se volesse incenerirli.

- Allora, vecchio lupastro, la mia sorellina è riuscita a convincerti?

- Ninfadora…

- Non c’è “Ninfadora” che tenga!- urlò. - Doveva essere una bambina di sei anni a farti capire che non sei affatto vecchio? Non ci arrivavi da solo?

- Tonks, forse Will avrà smontato la mia teoria sugli anni di troppo, ma questo non vuol dire che…

- Ricominci?! Quante volte devo dirtelo che non m’importa! Non me ne frega un accidente se sei più grande di me, se sei povero, né tantomeno se sei un lupo mannaro!

- Basta! Non litigate!- gridò Will.

- E tu?- fece Tonks.- Da quando in qua ti hanno eletta Miss Posta del Cuore? Tu? Tu che non riesci neanche a…

Tonks si portò entrambe le mani alla bocca; aveva parlato troppo, lo sapeva. Non aveva terminato la frase, ma sua sorella non era stupida, aveva capito benissimo cosa stava per dire. Wilhelmina abbassò lo sguardo, con le lacrime agli occhi. Scese dal letto, dirigendosi verso la porta.

- Will…- mormorò Tonks.- Will, mi dispiace…scusami, io non volevo…

- Lasciami in pace!

Will uscì dalla sua stanza, sbattendo la porta.

 

Angolo Autrice: Ok, il mix di idee pietose è pauroso…Dunque, sappiate che non mi sono affatto dimenticata nella misteriosa (?) ombra del primo capitolo, solo sto aspettando il momento adatto per tirarla fuori…momento che non dovrebbe tardare ad arrivare…:). Vediamo, comincia a capirsi un po’ meglio che Will ha qualche problemino…di che si tratta? E riuscirà a risolverlo? E riuscirà anche a smontare tutti i dubbi del nostro bel mannaro? A questo proposito, scusatemi se l’idea della Sindrome Moore è molto banale, ma va intesa in un’ottica “bambinesca”…Nel prossimo capitolo, la nostra Will continuerà ad occuparsi dei problemi di cuore di sua sorella, ma stavolta, pasticcerà un po’ con la magia, utilizzando…Beh, per scoprirlo, non vi resta che leggere!

Come sempre, vi invito a commentare senza lesinare critiche e consigli!

Nel frattempo, ringrazio le 39 persone che hanno letto, e in particolare fay90, Lunastorta99 e Selene Potter93 per aver aggiunto la mia storia alle seguite, aloiv_aloiv per aver recensito e per averla aggiunta alle preferite, DoraremusLupin per la sua recensione e per aver aggiunto questa ff alle seguite, e alliearthur e MoonyPhoenix per aver recensito.

Ciao, al prossimo capitolo!

 

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Capitolo 4
*** Confessioni imbarazzanti ***


 

Remus osservò perplesso la scena di Will che scappava fuori dalla cameretta con le lacrime agli occhi. Tonks gettò un sospiro, lasciandosi cadere seduta sul letto della sorellina; appoggiò i gomiti sulle ginocchia e si coprì gli occhi con i palmi delle mani, mentre i capelli diventavano verde melma.

- Sono una stupida…- gemette, asciugandosi qualche lacrima.

Si sentiva morire; avrebbe voluto avere con sé una Giratempo per poter tornare indietro di qualche minuto, per potersene stare zitta. Provò il fortissimo impulso di prendersi a schiaffi.

Lupin, allibito, si sedette accanto a lei e le posò dolcemente una mano sulla spalla, nel tentativo di consolarla e nel contempo sperando che non interpretasse male quel gesto.

- Tonks?- chiamò, mentre la ragazza continuava a tenere il viso nascosto nelle proprie mani.- Tonks, che succede?

- Sono una stupida - ripeté lei, fra le lacrime.

- Non fare così…Allora, mi vuoi dire che è successo?

- Io non volevo…- singhiozzò, guardandolo negli occhi.- Lo giuro, non volevo. Cerco sempre di evitare l’argomento, ma…- e riprese a piangere.

- Dora - fece Lupin, fermo e deciso.- Dora, non fare così. Se mi spieghi qual è il problema, allora forse potremmo cercare di risolverlo…

Tonks sembrò riscuotersi; si mise a sedere diritta, si asciugò una lacrima con il dorso della mano, quindi inspirò profondamente prima di parlare.

- Will non riesce a fare magie - disse infine.

Remus rimase a bocca aperta.

- Temiamo che sia una Maganò - continuò Tonks, sconsolata, evitando di guardarlo, concentrata solo sulle proprie ginocchia.- Sai, per i miei genitori questo non conterebbe, e nemmeno per me…è mia sorella, capisci, io le voglio bene, non importa se è una strega o no…Il problema…- e qui riprese a piangere, ancora più disperata di prima.- Il problema è che lei, Will, ci sta malissimo…soffre da morire, e ogni volta che mi vede usare la bacchetta magica mi guarda come se…- non riuscì a continuare, scossa dai singhiozzi, abbandonando il capo contro la spalla di Lupin.

Il mannaro le cinse le spalle, abbracciandola, senza parole. Non avrebbe mai immaginato che Will avesse questo problema. Sembrava una bambina così allegra e solare…eppure, in fondo, c’era qualcosa che la faceva sentire triste.

- Ma…Tonks…- disse d’un tratto, cercando di consolarla.- Tonks, forse è un po’ presto per saltare a conclusioni affrettate, no? Insomma, tutti i maghi cominciano a fare magie a sette anni…Will ne ha solo sei...

- Ne ha sei e mezzo…- precisò Tonks, scostandosi da lui.- E poi, sai anche tu che non è vero. I maghi manifestano comunque qualche forma di magia prima dei sette anni…io facevo accidentalmente cadere le pentole della mamma con la forza del pensiero…Will, invece, niente, quasi fosse figlia di due Babbani…E comunque, resta il fatto che ho combinato un casino!- concluse, con disperazione.

Lupin non sapeva che ribattere; si sentì infinitamente idiota e inutile.

- Beh, si può rimediare - disse d’un tratto, alzandosi in piedi. Tese una mano a Tonks, la quale l’accettò sforzandosi di sorridere. Remus l’aiutò ad alzarsi, conducendola in direzione della porta.

- Vieni, andiamo a cercare Will…

 

***

 

Trovarono Wilhelmina nell’ultima stanza in fondo al corridoio, una specie di sgabuzzino che, ai tempi della famiglia Black, aveva spiegato una volta Sirius, veniva utilizzato come “camera da letto” per gli Elfi Domestici. Ora, invece, era solo una stanzetta buia e polverosa, la cui unica traccia di arredamento era uno specchio rotto poggiato malamente contro una parete.

Will era rannicchiata in un angolo, con la testa bionda affondata contro le ginocchia.

- Will…- mormorò timidamente Tonks, cercando di toccarle una spalla.

- Vattene via!- gridò la bambina, scostandosi con rabbia al tocco della sorella e riprendendo a piangere.

- Will, ascoltami…- riprovò la ragazza, inginocchiandosi sul pavimento polveroso.- Will, mi dispiace, okay? Scusami, ero arrabbiata…non volevo farti piangere, davvero…

Wilhelmina sollevò piano il capo, asciugandosi qualche lacrima, e guardò Remus con aria interrogativa.

- Sul serio, Will - confermò il licantropo.- Ninfadora è davvero dispiaciuta…

La bambina sembrò riprendersi, ma subito riprese a singhiozzare.

- Ma perché non riesco a fare magie?- disse, fra le lacrime.- Io non capisco…la mamma ci riesce, papà ci riesce…persino lei - e accennò a Tonks con una smorfia di sufficienza - ci riesce…perché io no?

Prima che i due potessero risponderle, la bambina gattonò fino allo specchio infranto, osservando la propria immagine riflessa. Strizzò gli occhi come se stesse cercando di ricordare qualcosa, ma quando li riaprì e rivide la propria immagine, nel suo sguardo c’era solo una gran delusione.

- Non riesco neanche a fare quello che fa sempre Ninfadora…- mormorò, con la voce rotta, osservando sconsolata i suoi capelli sempre biondi e i suoi occhi sempre marroni.- Papà mi ha detto una bugia…

Lupin inarcò le sopracciglia, lanciando a Tonks un’occhiata interrogativa.

- Mio padre, una volta, ha giurato di aver visto gli occhi di Will avere un flash di azzurro…- rispose la ragazza, seppur di malavoglia.

- Questo significa…?

- Che potrebbe essere una Metamorfomagus, sì - concluse Tonks per lui.- Ma non è detto - sussurrò, in modo che la bimba non potesse sentire.- E’ stato solo un flash, e mio padre sarebbe anche capace di dirti che Tu-Sai-Chi è un campione mondiale di tip tap…

- Ma non importa!- esclamò Remus, prendendo in braccio Will, la quale parve essersi notevolmente rasserenata.- Non importa, può anche darsi che tuo padre abbia avuto ragione, Dora. Se Will è una Metamorfomagus, allora automaticamente è anche una strega…

- Davvero?- fece Wilhelmina, con un gran sorriso, sperando davvero che il suo nuovo amico – nonché futuro marito di Ninfadora, appuntò mentalmente – stesse dicendo la verità.

- Ma certo - confermò Lupin.- E’ solo questione di tempo, e presto sarai perfettamente in grado di esercitare i tuoi poteri magici. E diventerai una strega in gamba proprio come tua sorella…- concluse Remus, facendo l’occhiolino a Ninfadora, la quale, maledicendo se stessa e i suoi capelli per essere diventati rosso fuoco a quel gesto, disse:

- Giusto, Will. Vedrai che presto riuscirai anche tu a…

- CHE FINE AVETE FATTO TUTTI QUANTI?- sentirono gridare dal piano di sotto.

- Siamo qui, Sirius…- rispose Remus.

- AVETE INTENZIONE DI SCENDERE AD AIUTARMI A PULIRE IL CASINO CHE HA FATTO FIEROBECCO O DI RESTARVENE LASSU’ A POLTRIRE?

- Io opterei per la seconda…- bofonchiò Tonks.

Alla fine, però, si decisero a scendere.

 

***

 

Le lacrime e i problemi per quel giorno non erano ancora finiti, a quanto pareva.

Neanche un’ora più tardi, infatti, Tonks sentì suonare al campanello con ripetuta violenza. Ond’evitare l’ennesima crisi isterica di sua zia Walburga, la ragazza si precipitò ad aprire la porta, imprecando mentalmente contro quel pazzoide, chiunque fosse, che aveva la brillante idea di scampanellare in quel modo.

Will, che stava scendendo in cucina con l’intenzione di sbirciare se la signora Weasley avesse casualmente dimenticato un po’ di torta al rabarbaro, nel vedere sua sorella correre incespicando in direzione della porta d’ingresso, si bloccò a metà delle scale, accovacciandosi sui gradini in attesa di vedere che sarebbe successo.

- Ma insomma, si può sapere che Merlino hai da suonare in questo modo?!- ringhiò Tonks, aprendo la porta.- Non lo sai che quella pazza della signora Black al minimo rumore…?

Si bloccò, vedendo di fronte a sé un’Emmeline Vance più depressa che mai.

- Emmeline?- fece Tonks, sorpresa.- Emmeline, ma che ci fai qui? Che ti è successo?

Quella, per tutta risposta, attaccò a singhiozzare, gettandosi fra le braccia della Metamorfomagus.

- Ma che avete, oggi, che siete tutti depressi?- gemette Tonks, ricambiando l’abbraccio.- Emmeline, che è successo? C’è stato qualche attacco dei Mangiamorte? Qualcuno è stato ferito?

La Vance fece di no con la tesa, continuando a singhiozzare.

- Ma allora che è successo?- chiese Tonks.

Wilhelmina, non vista, si sporse per osservare e sentire meglio.

- Tonks, io non ce la faccio più…!- fece Emmeline.- Se continua così, io impazzisco…!

- Di che parli?

- Sirius…- disse la donna, sciogliendosi dall’abbraccio della collega e asciugandosi gli occhi con un fazzoletto.

- Oh…- fece Tonks, con l’aria di chi la sapeva lunga.- Senti, so che a volte esagera con le sue battute, ma cerca di avere pazienza, non ti offendere, lui è fatto così…

- No, no, non hai capito!- disse Emmeline.- Magari facesse qualche battuta…magari dicesse qualcosa, mi parlasse…e invece, mi tratta solo come un oggetto!

- Oh…capisco…- fece la ragazza, realizzando che intendeva dire la Vance.- Ma hai provato a dirglielo? Insomma, a fargli capire che tu lo ami…

- E secondo te, non è abbastanza quel che faccio?- protestò la donna.- Insomma, Tonks! Io sono innamorata di lui dai tempi della scuola, e invece lui…lui vuole solo che io…- non finì la frase, scossa dai singulti.

- Beh, almeno tu hai ottenuto quello…- buttò lì la ragazza.- Magari Remus pretendesse la stessa cosa da me…

Will si accoccolò di più contro la ringhiera, stringendo la bambola Ninfadora tra le mani. La cosa si stava facendo interessante.

- Mi prendi in giro?- singhiozzò Emmeline.- Io lo amo! Lo amo per quello che è! Gliel’avrò detto almeno un miliardo di volte, ma lui…credevo che anche lui fosse innamorato di me, e invece…non mi ha mai detto neanche “ti amo”…A lui interessa solo fare l’amore con me!

Fare l’amore, pensò Will. E che vuol dire?

Intanto, Ninfadora aveva abbracciato Emmeline.

- Sta’ tranquilla…- sussurrò.

- Io non ne posso più! Perché non vuol capire che io lo amo?!

- Non ti preoccupare, vedrai che tutto si risolverà. Em, fermati a cena da noi, stasera. Proveremo a parlargli…

Le due donne presero a confabulare sottovoce, e Will non riuscì più a sentire quel che stavano dicendo. Beh, poco male, pensò, non ci stava capendo niente. Si alzò, ma l’idea di sgraffignare qualche fetta di torta l’aveva abbandonata. Ora c’era un’altra cosa che la incuriosiva.

Aveva imparato una cosa nuova…

 

***

 

- Zio Sirius!- Will entrò di corsa in cucina.

Sirius se ne stava in piedi con la schiena appoggiata al muro, sorseggiando un po’ di Whiskey Incendiario. Sorrise non appena vide entrare la bimba.

- Dimmi, Will…

- Zio Sirius, dovrei chiederti una cosa…- fece Will, sedendosi a tavola. Sirius la raggiunse.

Wilhelmina aveva deciso di chiedere spiegazioni allo zio Felpato. Quella stessa mattina l’aveva sentito vantarsi con Remus della sua straordinaria intelligenza; chi meglio di lui avrebbe potuto aiutarla?

- Zio Sirius, che vuol dire fare l’amore?

Poco ci mancò che Sirius si soffocasse con il Whiskey Incendiario che gli era andato di traverso, a quella domanda. Continuò a tossire incessantemente per cinque minuti filati, sotto lo sguardo perplesso della cuginetta.

- Will…dove…dove l’hai sentito?- ansimò alla fine.

Will fece spallucce.

- Allora, che significa?- insistette.

Sirius si passò una mano fra i lunghi capelli corvini, visibilmente imbarazzato. Cavoli, e ora come faceva a spiegare una cosa del genere ad una bambina di sei anni?

- Beh…vedi, Will…fare l’amore significa…insomma, è una cosa che si fa quando due persone si vogliono molto bene…

- Oh…- fece la bimba.- Tipo mangiare un gelato insieme?

- Qualcosa di simile…- fece Sirius, un po’ rincuorato che la bambina avesse trovato da sola una soluzione, benché tutta sua.

- E come funziona?

Argh! E adesso? Che diamine, lui non era mai stato molto ferrato sulla teoria! Preferiva di gran lunga la pratica…Ma, Merlino, Will aveva sei anni! Non poteva mettersi a fare certi discorsi su api e polline!

- E’ un bacio sulle labbra…- dichiarò infine, decidendo che avrebbe lasciato l’onore di tale spiegazione ad Andromeda.

- Ah, ora ho capito!- esclamò Will, saltando su dalla sedia.- E’ come nei cartoni animati, allora! Succede sempre quando qualcuno dice ti amo. Dopo, si baciano sempre…

- Sì, esatto…è proprio un bacio sulle labbra che avviene dopo che qualcuno ha detto ti amo!- confermò Sirius, ben felice della piega che aveva preso il discorso.

- Ma come si fa?- fece Will dopo un momento.- Intendo, cosa bisogna fare perché qualcuno dica ti amo?

- Beh, in genere, lo si dice quando si è innamorati…- buttò lì Sirius.

- Sì, ma se qualcuno è innamorato e non vuole dirlo?

- In tal caso…ci sono altri modi per dimostrarlo…tipo farsi dei regali, o…

La bambina sbuffò, battendosi un palmo sulla fronte e scuotendo il capo con aria corrucciata.

- No, no, no, zio Felpato, non hai capito. Quello che voglio dire è…come si fa per costringere due persone a dirlo? Se no, come fanno poi a fare l’amore?

- Will…diciamo darsi un bacio, che ne pensi?- propose Sirius con i sudori freddi.

- Va bene…comunque, come si fa?

L’ex detenuto ci pensò un po’ su, prima di rispondere.

- Si potrebbe usare una magia…- dichiarò infine.

- Oh…

Allora non ho speranze, pensò Will, appoggiando il mento sul piano del tavolo.

- Utilizzare una magia…- proseguì Sirius.- Oppure, una pozione magica…

- Una pozione magica?- Will s’illuminò.

- Sì…oppure…

- Grazie, zio Felpato, grazie!- la bambina lo abbracciò brevemente, per poi sgattaiolare di corsa fuori dalla cucina.

Sirius sorrise, buttando giù un altro sorso di Whiskey Incendiario, sollevato.

 

***

 

Un filtro d’amore non è buono a niente, sbuffò Will, sfogliando un libro di Pozioni che aveva rubato da uno degli scaffali di Tonks. Erano ore che se ne stava chiusa in camera sua, e ancora non aveva trovato niente che facesse al caso suo. Sotto la voce Filtri d’amore non aveva trovato nulla che riguardasse propriamente il dire ti amo.

Riprese a sfogliare il librone, alla ricerca di una soluzione.

Lo sguardo le si posò su una scritta:

 

Basta un sorso, e per un’ora esatta si sarà costretti a dire solo e soltanto la verità

 

Solo e soltanto la verità, pensò Will. Quindi, anche dire ti amo a qualcuno.

Lesse gli ingredienti; non era molto difficile da preparare, una capatina nella cucina di Grimmauld Place e si sarebbe procurata tutto l’occorrente.

La bimba posò il libro, mentre un sorrisetto malandrino le si disegnava sulle labbra.

 

***

 

- Ecco qui…- disse Tonks, posando con attenzione l’ultimo piatto sulla tavola, proprio sotto il naso di Emmeline Vance, prima di prendere posto accanto a lei.

La situazione era veramente assurda. Tonks ed Emmeline erano sedute vicine, rispettivamente l’una di fronte a Remus e l’altra a Sirius. I due uomini evitavano di guardarle, scambiandosi di tanto in tanto un’occhiata imbarazzata. Tonks aveva perennemente una luce di rimprovero e risentimento negli occhi, mentre la Vance era ancora depressa dal pomeriggio. Lupin sapeva che significavano quelle occhiatacce da parte della Metamorfomagus, e anche Sirius aveva intuito quale fosse il problema di Emmeline.

- Tonks…- Lupin si schiarì la voce, nel tentativo di dare un taglio a quella situazione oltremodo imbarazzante.- Dov’è Will?

- Ha detto che sarebbe scesa tra due minuti…- rispose Tonks, con voce incolore.

- Eccomi!- trillò una voce.

Will entrò in cucina, reggendo con fatica un vassoio con quattro bicchieri d’acqua.

- Scusate il ritardo…- disse.- Ma…volevo prepararvi qualcosa da bere…- aggiunse, assumendo la stessa aria della mamma quando offriva qualcosa a degli ospiti.

- Grazie, Will - disse Remus, gentilmente, prendendo uno dei bicchieri.

- Grazie mille - Sirius imitò l’amico.

Anche Tonks ed Emmeline presero un bicchiere.

- Cosa c’è sotto?- borbottò Ninfadora, osservando con diffidenza il bicchiere d’acqua, come alla ricerca di un Avvincino nascosto dentro. Sua sorella non era mai stata un tipo casalingo e servizievole, e tutta quell’improvvisa gentilezza non la convinceva.

- Andiamo, Tonks, è acqua del rubinetto…- bisbigliò Lupin, bevendone un sorso.

- Molto buona, Will, davvero - fece Sirius, buttando giù quasi tutto il contenuto del bicchiere.

Anche Emmeline Vance ne sorseggiò un po’, e lo stesso fece Tonks, vinta l’iniziale diffidenza.

Will si sedette a capotavola, osservando preoccupata i quattro, che avevano ripreso a mangiare. Aveva preparato quattro bicchieri perché nessuno sospettasse niente, ma aveva messo la pozione magica solo in due. Peccato, però, che aveva clamorosamente confuso le carte, prima di scendere.

Tonks smise un attimo di mangiare, sollevando lo sguardo su Remus, che appariva pensoso ma che allo stesso tempo la scrutava di sottecchi.

- Che hai da guardare, Rem?- fece.

- Scusa, Ninfadora, è che proprio non posso fare a meno di guardarti…

Lupin lasciò cadere la forchetta, avvampando vistosamente. Tonks rimase a bocca aperta, mentre Emmeline e Sirius si girarono nella sua direzione.

- Io…- boccheggiò Remus, chiedendosi perché mai avesse detto una cosa simile.

- Cos’hai detto, Remus?- incalzò Tonks, ancora incredula.

- Ho detto che non riesco a fare a meno di guardarti perché ti trovo meravigliosa.

Si portò una mano alla bocca. Ma perché stava dicendo quelle cose?Che gli saltava in mente?

- Cioè…hai detto che mi trovi meravigliosa?- ripeté Ninfadora, non credendo alle proprie orecchie.

- Sì, sei stupenda, sei la ragazza più straordinaria che io abbia mai conosciuto, è proprio per questo che ti amo.

Erano tutti ammutoliti, Lupin compreso.

- Io…- provò a dire.- Io…mi dispiace, non so che cosa…non…è come se non riuscissi a controllare quello che dico…

- Evvai!- esultò improvvisamente Will.- Ha detto ti amo! Dai, Dora, ora diglielo anche tu!

- Lo sapevo che c’era il tuo zampino…- fece Tonks, combattuta fra la voglia di urlare contro sua sorella e l’istinto di saltare al collo di Remus.

Intanto, però, Emmeline era balzata in piedi, con le lacrime agli occhi, e aveva preso ad urlare in faccia a Sirius.

- Visto?!- gridò.- Hai visto? Lui ha avuto il coraggio di dirle quello che prova, mentre tu…tu…tu mi consideri solo una bambola, uno straccio vecchio!

- Ma no, Em…- si difese Sirius.- Non penso affatto che tu sia uno straccio vecchio, come potrei? Io sono pazzo di te…

Stavolta fu Sirius ad avvampare ed Emmeline a rimanere a bocca aperta.

- Ops…- gemette Will.

- Ma…ma perché non l’hai detto prima?- fece la Vance.

- Perché avevo paura che tu mi rifiutassi, e temevo di soffrire a coinvolgermi troppo, ma so che non potrei vivere senza di te…

- Oh, Sirius!- trillò Emmeline, gettandogli le braccia al collo.

- Will…- fece Lupin.- Will, che hai messo in quell’acqua?

- Una pozione magica…- confessò la piccola.

- Che pozione?

- Non lo so, una cosa tipo Veriterum, o Vertaserus

- Veritaserum?

- Sì, esatto, quello. Ma Sirius non c’entrava niente. Era per voi due, te e Dora. Devo aver confuso i bicchieri…

- Non ti sgrido solo perché la tua bravata ha avuto un effetto positivo…- disse la sorella, osservando il licantropo con aria sognante.

- Ma perché hai messo del Veritaserum nell’acqua, Will?- gemette Lupin.

- Perché così tu e Ninfadora potevate dirvi ti amo e fare l’amore.

Piombò il silenzio. Tutti si guardarono i faccia.

- Chi ti ha detto questo?- sibilò Tonks, con i capelli viola.

- Io!- saltò su Sirius, per poi tapparsi immediatamente la bocca con le mani.

- Tu?!- fece Tonks, alzandosi in piedi e guardandolo con aria minacciosa.

- Zio Felpato mi ha detto che significa baciarsi sulla bocca…- pigolò Wilhelmina.

- Sirius?- fece Tonks.

- Sì?

- Comincia. A. Correre.

- No, Tonks, calmati, lascia che ti spieghi…- urlò Sirius, precipitandosi fuori dalla cucina con la Metamorfomagus alle calcagna.

- Che hai detto a mia sorella?Io ti strozzo, cagnaccio pulcioso!

- Ferma, Tonks!- Emmeline Vance si parò di fronte alla ragazza, mentre Sirius se ne stava rintanato in un angolo, tremante di paura.

- Senti, Tonks…- sussurrò la donna.- Dai, non farne un dramma. Hai sentito, Sirius le ha detto che si tratta di un semplice bacio, niente di più. Non c’è bisogno di scaldarsi tanto. E poi - aggiunse, accennando maliziosamente ai due uomini - l’effetto della pozione non durerà ancora a lungo. Io direi di approfittare della situazione, finché ne abbiamo la possibilità…

- Uhm…sì, forse hai ragione…- concordò Tonks.- Tu - si rivolse a Sirius.- Con te facciamo i conti più tardi…e vale anche per te…- aggiunse, parlando con la sorellina.

- Remus?- chiamò poi.- Io e te dobbiamo parlare…

Il mannaro si affrettò a salire al piano di sopra, seguito a ruota dalla ragazza, ben decisa a fargli un vero e proprio terzo grado amoroso.

Will rimase in piedi in mezzo al corridoio; dopo due minuti, vide Sirius ed Emmeline abbracciarsi e infine scambiarsi un bacio appassionato. Beh, in fondo, non era andata poi tanto male, concluse, pensando bene di tornarsene in cucina e di finire il dolce.

Probabilmente, anche per Remus e sua sorella il Verterum, o come si chiamava quell’intruglio, avrebbe funzionato.

 

***

 

- Ehi, ma ti vuoi fermare?- ansimò la ragazza, raggiungendo Lupin in cima alle scale.

- Senti, Tonks, mi dispiace per quello che è successo stasera…

- A me no!

- …ma noi non potremo mai stare insieme - concluse il mannaro.

- Oh…- fece Tonks, abbassando lo sguardo, un po’ delusa.- Vedo che l’effetto del Veritaserum è già terminato…

- No, il Veritaserum farà effetto ancora per un po’, purtroppo per me…- Lupin scosse il capo, aprendo la porta della propria stanza.- Quello che ti dico è la verità: io sono troppo povero e troppo pericoloso, per te…

- Non è vero…- fece Tonks, con la voce incrinata, cercando disperatamente di non mettersi a frignare come una bambina.- Questo è solo quello che tu credi, ti sbagli, non è la verità…

- Non importa. Io e te non potremo mai amarci…- sospirò Remus.- Anche se io già ti amo più della mia vita…- sussurrò, prima di sparire oltre la porta.

 

Angolo Autrice: No, no, no, fermi! Vi prego, abbiate pietà, pensate a quanta fame c’è nel mondo! Tirarmi addosso pomodori e uova sarebbe uno spreco immenso! :)

Okay, mi scuso per il ritardo, e anche perché questo capitolo è penoso, spero che il prossimo mi verrà un po’ meglio.

Dunque, ora si è capito qual è il problema di Will…riuscirà a risolverlo? E come andrà a finire fra Remus e Dora? A questo proposito, per quanto riguarda il Veritaserum, ho pensato che una pozione magica non richieda capacità magiche vere e proprie per essere preparata, e così anche Will ha potuto cimentarsi in questa sfida.

Spero che il dialogo fra la piccola e lo zio Felpato non sia risultato troppo…idiota (?), o comunque poco adatto ad una ff del genere. Se è così, chiedo scusa a tutti…:). Ultima precisazione: non ho idea di come mi sia venuto in mente questo accenno di Sirius/Emmeline Vance, semplicemente mi piaceva l’idea e l’ho inserita. A questo proposito, ci tengo a chiarire che Emmeline Vance non è l’ennesima Mary Sue, e che questa non si evolverà in una di quelle storie del tipo Sirius/Chiunquenonsiaabbastanzaveloceperscappare. XD La loro storia inizia e finisce qui (con un bel lieto fine…), e questa è essenzialmente una Remus/Ninfadora. Spero di non aver deluso le speranze di nessuno, con questo…perdono! :P

Dunque, che succederà nel prossimo capitolo? Vi posso solo accennare che a Grimmauld Place succederà qualcosa di inspiegabile, mentre Remus, Dora e la piccola Will si troveranno a condividere una situazione un po’ scomoda…e imbarazzante! Di che si tratta? Per scoprirlo, non vi resta che aspettare il prossimo capitolo! :)

Nell’attesa, ringrazio le 71 persone che hanno letto e in particolare Aylas, Dora_Tonks, ilaila92, Lupinuccia e Strix per aver aggiunto la storia alle seguite, AlexandraB per averla aggiunta alle ricordate, e xela182, DoraremusLupin e MoonyPhoenix per le loro recensioni.

Ciao, buone vacanze a tutti e al prossimo capitolo!

Dora93

 

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Capitolo 5
*** Questione di...letto ***


 

Will dormì fino a tardi. Le vicende della serata precedente l’avevano stremata e, anche quando ormai era completamente sveglia, se ne stette per un’ora intera a poltrire sotto le coperte, circondata da cuscini e peluche di ogni tipo, alzandosi solo quando cominciò a sentire un certo languorino.

Entrò nella cucina di Grimmauld Place ancora in pigiama, e rimase abbastanza stupita nel trovarla piena di gente.

I membri dell’Ordine non sembrarono accorgersi di lei, tutti concentrati sulle parole che stava dicendo un mago nero molto alto; la bimba andò a sedersi su uno sgabello in un angolo, sperando che almeno la signora Weasley avesse la bontà di rivolgerle qualche attenzione.

- So che avevamo stabilito di aggiornarci fra tre giorni…- esordì Kingsley, con aria grave.- Ma la situazione sembra che ci stia sfuggendo di mano…

- Di che parli?- domandò Lupin.

- Greyback - rispose il mago. - Ieri notte ha morso un altro bambino.

- Non l’ha portato via, vero?- chiese Tonks, ben sapendo quali erano le intenzioni di Greyback, quando mordeva i bambini.

- No. Sembra quasi che lo faccia per divertimento - soggiunse Bill Weasley.- E’ inarrestabile. Dobbiamo fermarlo.

- Dov’è stato avvistato l’ultima volta?- chiese Sirius.

Bill gettò in mezzo al tavolo una pianta di Londra. Il ragazzo notò Will rannicchiata in un angolo, che osservava attenta la scena con vispa attenzione. Abbassò il tono della voce, indicando con un dito un punto sulla cartina. Tonks si sporse per vedere meglio: era a pochi chilometri da Grimmauld Place.

I capelli della ragazza divennero verde melma, mentre i suoi occhi presero a dardeggiare da Sirius e Remus a sua sorella. Deglutì, sentendosi le mani sudate.

- No…- mormorò, con la gola improvvisamente secca.- No…Bill, tu pensi davvero che…?

- Tonks…- Lupin le sfiorò una mano, cercando di rassicurarla.- Tonks, Greyback non sa niente di Will…Stai tranquilla, vedrai che andrà tutto bene…

Tonks annuì, sforzandosi di sorridere, anche se in realtà aveva una gran voglia di piangere.

- State a sentire - Remus alzò la voce, rivolgendosi a tutti i membri dell’Ordine.- Abbiamo detto che dobbiamo fermarlo, no? Bene, io avrei una proposta…- esordì.

Tutti prestarono ascolto.

- Stanotte, fermatevi tutti qui…- disse Lupin.- Faremo dei turni di guardia, mentre gli altri dormono, alcuni di noi pattuglieranno il quartiere. Se Greyback si fa vivo, o se ci accorgiamo di qualcosa di sospetto, allora invieremo dei Patronus per chiedere rinforzi. Che ne pensate?

- Potrebbe funzionare. Se non altro, avremo la situazione sotto controllo - acconsentì Malocchio.- Ma come facciamo a sistemarci? Intendo, per la notte…- aggiunse subito dopo, tremando all’idea di essere costretto a condividere la stanza con Piton.

- Per quello non c’è problema - intervenne Molly.- Penserò io a sistemare le cose…

- Se vuoi una mano, Molly…- si offrì Tonks, ora un po’ più tranquilla dopo la proposta di Remus…abbastanza tranquilla da riuscire a tornare al suo obiettivo principale…

 

***

 

- Allora, Kingsley lo mettiamo con Hestia, e Bill con il signor Weasley…- rifletté Tonks ad alta voce, sollevando una pila di cuscini con la bacchetta e disponendoli sopra un materasso.

- Ma stai parlando dei turni di guardia o dei posti letto?- chiese Sirius, inarcando un sopracciglio.

- Ma dei posti letto, no? Ai turni ci pensa Malocchio. A proposito, lui e il suo occhio dove li mettiamo?

- E vuoi mettere Kingsley con Hestia?!- sbottò l’ex detenuto.- Ma che sei matta? Quei due si sposano fra un mese, se li metti in stanza insieme cosa credi che potrebbe succedere? Devo ricordarti che c’è anche tua sorella di sei anni, qui?

- E allora com’è che tu ti sei subito accaparrato il posto nella camera con Emmeline Vance?- lo punzecchiò Remus.

Sirius avvampò, suscitando l’ilarità delle sorelle Tonks.

- Vedi di tenere giù le zampe, rubacuori!- lo ammonì scherzosamente la maggiore.- Hai combinato già abbastanza disastri ieri, con mia sorella…

- Perché? Per quella storia del fare l’amore?- chiese Will, con aria innocente.

- Will, tesoro, avevamo deciso che non avremmo più toccato quell’argomento…- mormorò Tonks, augurandosi che sua madre non venisse mai a conoscenza di qualunque cosa quel sacco di pulci di suo cugino avesse detto a Will.

- Va bene…- sospirò la bimba, osservando con occhio scettico sua sorella che, con espressioni decisamente colorite, tentava invano di piegare delle lenzuola.

Per quanto Tonks s’impegnasse, gl’incantesimi casalinghi non le riuscivano proprio. Lei e la sua totale incapacità nello stirare una camicia erano la disperazione di sua madre.

- Per questo il mio papà dice che non la sposerà mai nessuno…- sussurrò Will a Sirius, il quale soffocò a stento una risata.

Alla fine, Remus le mostrò un po’ di pietà.

- Tonks, aspetta…- disse, abbassandole dolcemente il braccio e sfoderando la propria bacchetta.- Prova così…

E, mormorando un semplice incantesimo, il mannaro riuscì a ripiegare perfettamente le lenzuola, le quali si disposero automaticamente sul letto senza neanche una piega.

- Wow!- esclamò Will, ammirata.- Sei proprio bravo…

- Grazie - sorrise Lupin.

- Sì, Remus è sempre stato una perfetta donna di casa…- fece Sirius, guadagnandosi una gomitata da parte dell’amico.

- Grazie, Rem - disse Tonks, osservando sconsolata le lenzuola piatte e ordinate.- Saresti la gioia di mia madre…

- Sei veramente bravo - ripeté Will.- Remus, tu te la cavi bene con gli incantesimi casalinghi?

- Abbastanza. Non sono perfetto, ma qualcosa riesco a fare - rispose modestamente il licantropo.

- Oh, allora non ci sono problemi!- esclamò la piccola, felice.

- Che vuoi dire, Will?

- Quando ti sposerai con Ninfadora. Papà dice sempre che far fare le pulizie a lei è un suicidio dichiarato…

- Non ha tutti i torti…- convenne Sirius, ricordandosi di quella volta che sua cugina aveva dato fuoco alle tende del salotto nel tentativo di asciugarle.

Ma le parole innocenti di Will avevano fatto il loro effetto.

- Will - tentò di spiegare Remus.- Will, ti abbiamo già spiegato che io e Ninfadora…

- Lascia perdere, tanto ormai si è fissata con quell’idea!- ringhiò Tonks a mezza voce, raccogliendo innervosita un altro paio di lenzuola dal pavimento.

Piombò il silenzio, che si protrasse per diversi minuti. Tutti, Sirius, Remus e Tonks, lavoravano senza profferire parola, mentre Will si era rimessa a giocare con la sua bambola.

Remus era imbarazzatissimo. Erano passate solo poche ore dall’incidente – se così lo si poteva chiamare – del Veritaserum, ma la situazione fra lui e la Metamorfomagus si era fatta ancora più tesa di quanto già non fosse. Tentò di rompere il ghiaccio.

- Hai notizie riguardo alla tua casa?

Non l’avesse mai chiesto!

- Perché? Non vedi l’ora che me ne vada?- strillò Tonks, guardandolo in cagnesco.- Non hai che da dirlo, io e Will ci troveremo subito un altro posto!

- Calmati, Tonks, non ho detto questo, io…- cominciò Lupin, ma un improvviso capogiro lo fece barcollare. Impallidì di colpo, e fu costretto a sedersi.

- Remus? Che hai?- fece Tonks, inginocchiandosi accanto a lui, preoccupatissima.

- Lunastorta? Che c’è? Ti senti male?- anche Sirius accorse, seguito da Will.

- Sto bene, sto bene…- il licantropo si sforzò di sorridere.- Domani. Luna piena - sussurrò.

- Vado a prenderti un po’ d’acqua…- disse Sirius, uscendo in fretta dalla stanza.

Will aveva osservato tutta la scena in silenzio. Tonks sospirò, ancora vicina al mannaro, e si voltò verso sua sorella.

- Will, per favore, esci…- mormorò.

- Ma io…- cominciò la piccola.

- Per favore…- sussurrò Tonks, implorandola con lo sguardo.

In un’altra occasione, Will non avrebbe ubbidito neanche sotto tortura, ma lo sguardo di Ninfadora, che ora stava aiutando Remus a rimettersi in piedi, le sembrò tanto disperato da convincerla. Uscì dalla stanza, ma si fermò poco lontano, nascondendosi dietro ad un mobile di legno.

- Sto bene - sentì dire a Remus, che ora riusciva di nuovo a stare in piedi.

Tonks aveva paura di lasciarlo.

- Sto bene. Non c’è bisogno che mi sostieni - disse Lupin, gentile ma deciso, allontanandosi delicatamente dalla ragazza.

- Remus…per favore, lascia che ti aiuti…- provò ad insistere Tonks, ma il mannaro si allontanò di nuovo da lei.

- Che cosa c’è?- sbottò la Metamorfomagus, ora con i capelli grigio topo. - Che hai? Ti senti in imbarazzo perché ora so cosa provi veramente per me? Perché so che la storia del vecchio, povero e pericoloso era tutta una finta montata su per chissà quale motivo?

- No, Tonks, ti sbagli - rispose Remus, con una voce stranamente dura.- E’ vero. Io ti amo, ti ho sempre amata, e ieri sera l’ho ammesso. Ma resto comunque dell’idea che io sia troppo povero per poterti offrire qualcosa di buono nella vita…

- Non m’interessa…Io voglio solo te…- disse Tonks, con la voce incrinata.

- No, Tonks, non potrei mai farti questo…- fece per andarsene, ma venne colto da un altro capogiro, benché più lieve di quello precedente; la ragazza se ne accorse, e fece per sostenerlo, ma Lupin si divincolò.

- E’ questo che vuoi?- ringhiò, rifiutandosi di guardarla, mentre la rabbia e l’umiliazione si facevano strada nel suo animo.- E’ questo che vuoi? Passare il resto della tua vita accanto ad un uomo malato? Amare un essere spregevole, che rischia di farti del male ogni plenilunio? Amare un mostro?

Remus uscì dalla stanza. Tonks si appoggiò al muro, lasciandosi scivolare fino a sedersi per terra. Nascose il volto fra le mani, iniziando a piangere.

Will, che aveva ascoltato tutto dal suo nascondiglio, sospirò, delusa, avviandosi verso il piano inferiore della casa.

 

***

 

La bambina indossò il cappottino e uscì nel giardino di Grimmauld Place. Il cortile era incolto, l’erba le arrivava alle ginocchia, e il prato era pieno di foglie cadute. Anche la siepe che lo separava dalla strada aveva un urgente bisogno di cure.

Will sospirò, raccogliendo un rametto da terra. Guardò le foglie cadute ammassate in un angolo, concentrando la propria attenzione su una di esse; le puntò contro il rametto.

- Wingardium Leviosa!- scandì, come aveva sentito fare tante volte da Ninfadora e mamma e papà. Non accadde niente. Riprovò più e più volte, ma sempre con lo stesso risultato. Gettò via il rametto, concentrandosi solo con il pensiero.

Ti prego, ti prego, vola!, implorò mentalmente, ma la fogliolina rimase ferma al suo posto.

Will si buttò a sedere sul prato, sospirando sconsolata.

D’un tratto, sentì un fruscio proveniente dalla siepe. Si voltò; improvvisamente, dal cespuglio sbucò rotolando una bella palla gialla.

Wilhelmina si alzò in piedi, raccogliendo la palla. La esaminò con attenzione, tornando poi a guardare la siepe. Era immobile.

- Ehi!- chiamò la bambina.- Ehi, c’è qualcuno lì?

Nessuna risposta. Improvvisamente, di nuovo quel fruscio; le foglie della siepe si mossero. Will cercò di vedere attraverso di esse, ma, per quanto si sforzasse, riusciva solo a distinguere il nero. Eppure, qualcuno o qualcosa stava provocando quel fruscio.

Will si avvicinò, lentamente, reggendo la palla nelle mani.

Cominciò a spirare un gelido vento autunnale; le foglie si sollevarono in aria, i capelli della bambina si mossero al vento. La siepe continuava a muoversi, il fruscio non cessava, anzi, ora era sempre più forte e più vicino.

- Chi è?- fece Will, con la voce tremante di paura.

D’un tratto, dal nero, spuntarono due grandi e inquietanti occhi gialli.

Will sentì il fiato mozzarsi.

- Will!- si sentì chiamare da lontano.

La bambina voltò il capo in direzione della voce; quando tornò a fissare la siepe, i due occhi erano spariti.

- Will!

Ninfadora la raggiunse, con il fiato corto.

- Ma che fine avevi fatto?- chiese.- E’ un’ora che ti cerco…

- Scusa, io…io stavo giocando…- balbettò la bambina.

- Ah…dove l’hai presa quella palla?

Will fissò il pallone giallo; fece spallucce.

- Vabbé…senti, è meglio rientrare, è ora di pranzo…

Tonks la prese per mano, conducendola all’interno di Grimmauld Place; Will si voltò un’ultima volta a guardare la siepe. Era immobile. E nera.

 

***

 

Tonks si strinse nel bavero del cappotto, lottando contro il vento notturno per raggiungere Grimmauld Place. Avrebbe anche potuto Smaterializzarsi, ma aveva preferito ripercorre per intero la strada, nel caso ci fosse qualcosa di sospetto lungo il tragitto.

Il suo turno di guardia era appena finito, Bill Weasley era giunto a darle il cambio. Ora, finalmente, avrebbe potuto rintanarsi sotto le coperte.

Era stato tutto tranquillo, nessun movimento strano o altro; ma, se da una parte Tonks era contenta al pensiero che Greyback non si fosse fatto vivo, dentro si sentiva morire di rabbia per la consapevolezza che, vicino o lontano che fosse, quel mostro restava pur sempre in circolazione.

Aprì la porta d’ingresso di Grimmauld Place con un colpo di bacchetta ed entrò, dirigendosi immediatamente al piano di sopra. La porta della camera da letto di sua sorella era socchiusa; Tonks sbirciò dentro, e sorrise: Will le dava le spalle, accoccolata sotto le coperte, addormentata.

La ragazza proseguì lungo il corridoio, indossando nel mentre il pigiama con un colpo di bacchetta; fece una smorfia: era un pigiama pesante, bianco con gli orsacchiotti disegnati sopra. Avrebbe potuto anche sceglierne un altro per l’occasione, si rimproverò, aprendo la porta della stanza.

A Grimmauld Place, quella notte, c’era quasi tutto l’Ordine della Fenice, fatta eccezione per Hagrid, Silente, Piton e la McGranitt, che invece erano rimasti ad Hogwarts. Comunque, anche se durante la notte ci si svegliava per darsi il cambio, avevano dovuto organizzare una specie di bivacco per starci tutti a dormire. Così si erano create delle vere e proprie convivenze notturne: Kingsley con Hestia Jones, Bill con suo padre, Malocchio con i gemelli, suo cugino con Emmeline Vance – a proposito, erano loro due che stavano facendo tutto quel rumore? –, mentre lei, si disse non senza una punta d’orgoglio, era riuscita ad accaparrarsi il posto migliore.

Entrò nella camera in punta di piedi. Remus aveva finito il suo turno un paio d’ore prima, e ora stava dormendo come un bambino. Cucciolotto, pensò Tonks con tenerezza.

Okay, lo ammetteva, la stanza era sua, e quindi lui aveva avuto diritto al letto, mentre lei si era dovuta sistemare su una brandina traballante in un angolo, e la cosa non è che le andasse troppo a genio. Avrebbe di gran lunga preferito condividere il letto matrimoniale…ma, beh, meglio di niente, si disse, cercando di fare il meno rumore possibile stendendosi sulla brandina.

Si presentarono immediatamente due problemi: uno, quella brandina di ferro cigolava in maniera ossessiva; due, era anche incredibilmente scomoda. Tonks cercò di trovare la posizione migliore per dormire, rigirandosi continuamente fra le lenzuola, con tutto un corredo di scricchiolii e cigolii vari.

- Che stai facendo?- sentì gemere nel buio, dopo una buona mezz’ora di quella musica.

- Rem?- chiamò la ragazza, sottovoce.- Dormi?

- Dormivo - precisò Lupin, leggermente innervosito, con la faccia affondata nel cuscino.

- Ops…ti ho svegliato?

- Secondo te???!!!

- Scusa - bisbigliò Tonks, scivolando vergognosa sotto le lenzuola.

- Hai intenzione di finirla presto, con tutto questo movimento?

- Non è colpa mia, è questa stupida brandina che non ne vuol sapere di collaborare…

- Collaborare?

- Continua a cigolare ad ogni minimo movimento, è indecente, proprio non capisco perché gli aggeggi peggiori debbano toccare sempre a me, è la stessa storia dell’allarme antincendio, ricordi, è da quando mi sono trasferita lì che continua a dare problemi, l’ho anche detto in riunione di condominio, ma i Babbani sono tutti dei gran spilorci, non l’avrebbero riparato neanche…

- TONKS!- sbottò Lupin, con disperazione.- Tonks, ti prego, è tardi, non ho voglia di sentirti chiacchierare…

- E perché? Io sono sveglia, tu sei sveglio…- provò ad insistere la ragazza.

- Mi hai svegliato tu! E, a dirla tutta, ci terrei davvero a rimettermi a dormire. Quindi, per favore, trovati una posizione comoda e definitiva e dormi!

- Okay…- fece Tonks, un po’ delusa.

Va bene, fallito il tentativo di approccio col mannaro. Ma il problema della brandina restava: che dannati affari Babbani, era incredibile tutto il rumore che facessero, e quanto fossero scomodi, per Merlino, come si poteva pretendere che una povera Metamorfomagus assonnata come lei riuscisse ad addormentarsi in quelle condizio…

CRASH!!!!!!

Lupin alzò gli occhi al cielo, con un gemito, ma pensò che fosse inutile voltarsi a guardare. Il rumore metallico e il tonfo che era seguito, corredato dai lamenti di dolore di Ninfadora, erano sufficienti a fargli intendere che fine avessero fatto la brandina e colei che un attimo prima ci stava sopra.

Tonks si alzò tutta dolorante, togliendosi di dosso quel che rimaneva della brandina.

- E ora?- fece ad alta voce.

- Credo che dovrai trovarti un altro letto…- disse Lupin, con ovvietà.

- Okay, genio, ma dove?

La ragazza fece per muovere qualche passo, ma subito inciampò nel tappeto, finendo lunga distesa per terra. Si rialzò a fatica.

- Non riesco neanche a vedere dove vado…- borbottò.- Come credi che faccia a raggiungere la porta con questo buio?

- Sappi che non ho alcuna intenzione di accendere la luce.

- E allora che proponi di fare?

- Non saprei…ma il tappeto dev’essere molto comodo…- ghignò il mannaro.

- Vai a quel paese, Lupin!- sbuffò Ninfadora, cercando di avanzare a tentoni, ma incespicò immediatamente.

Lupin si sollevò a sedere, di malavoglia, allungando un braccio e afferrando quello della ragazza.

So già che me ne pentirò…

- Ferma - sospirò, guidandola verso di sé. - Vieni qui.

L’aiutò a sedersi sul letto; Tonks s’infilò svelta sotto le coperte, stendendosi supina accanto al mannaro. Trattenne a stento l’impulso di mettersi a saltellare sul letto dalla felicità.

- Grazie…- sussurrò, cercando di sembrare suadente.

- Prego. Ora fai la brava e dormi - borbottò Remus, girandosi dall’altra parte.

Quest’ultima mossa non piacque per niente alla ragazza.

- Ehi, ma perché mi dai le spalle?

- Che volevi, che stessi a guardarti finché non ti addormentavi?- fece Lupin, scocciato.

- Non sarebbe male, come idea…- osservò la Metamorfomagus.

- Tonks, per favore…

- Scusa.

- Dormi.

- Okay.

- Grazie.

- Prego. Remus?

- Cosa c’è?!

- Me lo dai il bacio della buona notte?- chiese Tonks, con una voce dolce.

- Oh…- gemette il licantropo.- Riuscirò a dormire per qualche ora senza interruzioni?

Tonks non rispose, ma ridacchiò silenziosamente.

Non sperarci troppo…

 

***

 

Will non era ancora riuscita a prendere sonno. Erano ore che se ne stava rintanata sotto le coperte, con gli occhi spalancati nel buio.

Non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine di quei due occhi gialli. Non era sicura di quel che aveva visto, ma se si era trattato di un’allucinazione, beh, era un’allucinazione di quelle coi fiocchi.

Osservò per l’ennesima volta la stanza buia. Tutti gli oggetti, nell’oscurità, assumevano forme inquietanti, e la luce che filtrava dalla finestra formava sul pavimento delle ombre paurose.

Lo sguardo le si posò sulla palla gialla, che aveva riposto su un cassettone in un angolino. Will si disse che forse l’aveva posizionata un po’ troppo sul bordo; infatti, la palla cadde e rotolò fino alla finestra, fermandosi proprio sotto di essa.

Will non era una bambina paurosa, ma quella notte era terrorizzata perfino al pensiero di mettere il naso fuori dalle coperte. Tuttavia, dato che comunque non sarebbe riuscita a dormire, si fece coraggio e si alzò.

Raccolse la palla da terra, quindi si fermò a scrutare la luna, quasi piena. Ebbe un’improvvisa sensazione, come il presentimento che qualcuno la stesse spiando. Si avvicinò quasi meccanicamente alla finestra, sbirciando giù verso il cortile.

Quel che vide le fece gelare il sangue.

Giù, in piedi sotto alla sua finestra, c’era qualcuno. Wilhelmina riuscì a distinguere solo una figura, un’ombra umana, grande e possente, che la stava guardando con due grandi occhi gialli.

Il cuore di Will fece un balzo nel petto; strillò, lasciando cadere la palla, e corse fuori dalla stanza.

 

***

 

- Ahi! Ninfadora, vuoi stare un po’ più attenta? E’ mezz’ora che continui a tirarmi calci!

- Scusami. Non lo faccio apposta, davvero…- si difese la ragazza.- Sai, credo di muovermi parecchio nel sonno…

- Che notizia!- ironizzò Lupin.

- Non lo faccio apposta - ripeté Tonks.- E’ così da sempre. La mattina mi sveglio sempre con tutte le coperte aggrovigliate, a volte non c’è più neanche il cuscino, io non so proprio perché…

- Tonks?

- Sì?

- Sto per spingerti giù dal letto.

- Scusa.

La ragazza si decise ad ammutolire, con gran sollievo di Remus.

Ma la calma non durò a lungo.

- Remus?

- Cosa c’è ancora?- gemette lui.

- Non ti sembra strano? Questa situazione, intendo…

- Che vuoi dire?

- Io e te…nello stesso letto…dopo quello che è successo…

Remus sospirò. Sì, certo, certo, ci aveva pensato; quella situazione gli richiamava alla mente dei bei ricordi, su di lui e Tonks, e quasi si stupiva di se stesso per il suo autocontrollo, in quel momento.

Tuttavia, non doveva cedere.

- Tonks, te l’ho detto un milione di volte…- disse.- Io sono troppo…

- Ninfadora!

Si sentì una voce dal corridoio, poi dei passi frettolosi, infine, la porta che si spalancava. Tonks e Lupin si sollevarono a sedere, ma non fecero in tempo a vedere quel che stava succedendo, che Will si catapultò sul letto, rintanandosi sotto le coperte in mezzo a loro.

- Will!- fece Lupin, sorpreso, osservando la chioma bionda della bambina sparire sotto il piumone.- Will che succede? Hai avuto un incubo?

- Will, quante volte ti ha detto la mamma che sei grande per dormire nel lettone?- disse Tonks, giurando a se stessa che, se la sua adorabile sorellina le avesse rovinato la piazza con le sue mattane, allora quella sarebbe stata la volta buona che l’avrebbe data in adozione.

- Non ci voglio tornare in camera mia!- gridò la bambina, sempre da sotto le coperte.

- Perché?- chiese la sorella, ora non più infastidita ma un po’ in ansia per lo strano comportamento di Wilhelmina.

- C’è qualcuno.

- Che cosa?- Remus scattò in piedi, vestendosi con un colpo di bacchetta.- Che hai detto, Will? C’è qualcuno in camera tua?

- No, non in camera mia. In giardino.

- Tonks, tu resta con Will. Io avverto gli altri.

La ragazza si alzò, prendendo in braccio la sorellina.

- Remus, non pensi che forse dovremmo…- esordì, ma un rumore di vetri infranti la mise a tacere.

- Viene dalla camera di Will…- disse Lupin, uscendo di corsa dalla stanza, seguito a ruota dalle due sorelle Tonks.

Quando giunsero nella cameretta della bambina, videro che il vetro della finestra era stato rotto, e che i cocci giacevano scomposti sul pavimento.

- Che sarà stato?- balbettò Tonks, ancora incredula.

- Non so…un sasso, forse…o uno Schiantesimo…- mormorò Lupin, avvicinandosi alla finestra. Il cortile era deserto.

Si sentirono dei passi nel corridoio; poco dopo, sulla porta fece capolino un assonnatissimo Sirius Black.

- Ma che succede qui?- domandò, con un poderoso sbadiglio.

- Felpato, avverti gli altri!- disse Lupin.- C’era qualcuno in giardino. Tonks, tu resta con Will…

Entrambi uscirono di corsa dalla stanza – o meglio, Lupin di corsa, mentre Sirius lo seguì ancora mezzo intontito – e le due sorelle rimasero sole nella stanza. Will tremava di paura; Ninfadora si chinò, stringendola in un dolce abbraccio.

 

***

 

- Niente - annunciò Lupin, rientrando in camera qualche ora dopo.- Non abbiamo trovato nessuno.

Tonks e Will, che si erano alzate al suo entrare, si rimisero sedute sul letto, deluse.

Quella notte, era stato mobilitato tutto l’Ordine della Fenice; Will aveva descritto per filo e per segno quello che aveva visto, e i maghi avevano pattugliato tutta la strada di Grimmauld Place e dintorni, ma non avevano trovato niente e nessuno.

- Sei sicura di quello che hai visto, Will?- domandò Remus; la bambina annuì, ancora timorosa.

- Beh, qualunque cosa fosse, se n’è andata…- concluse Tonks, rimboccando le coperte alla sorellina, che, nonostante lo spavento, cascava dal sonno.- Rem, non ti dispiace se dormiamo qui, stanotte? Non mi fido a rimandarla in camera sua…- sussurrò poi.

Lupin sorrise.

- Ma certo. Stenditi pure anche tu, se vuoi.

- Okay…tu non vieni?- chiese Tonks, sdraiandosi accanto alla sorella.

- Ehm…no, io…non è il caso…

- E dai, non fare il timido!- ridacchiò Will.

Remus abbozzò un sorriso, e si convinse a provare a dormire almeno un paio d’ore.

Erano in tre, lui, Tonks, e la piccola in mezzo a loro. Will sorrise, accoccolandosi accanto a lui.

- Però…sei davvero comodo, Remus…- disse, prima di addormentarsi.

Il licantropo sorrise, accarezzandole i capelli biondi.

- E’ una bambina meravigliosa…- sussurrò poi a Tonks.

- Sì…ogni tanto riesce anche a risultare carina…- sorrise la ragazza.

Il mannaro chiuse gli occhi, e presto si addormentò a sua volta. Tonks, invece, rimase sveglia. Era accanto a due delle persone che amava di più al mondo, pensò, e, per quanto potesse sembrare assurdo e paradossale, quella scena ricalcava uno dei suoi sogni.

Immaginò se stessa e Remus felici insieme, con una bambina, una figlia loro che avrebbe reso ancora più dolce quei momenti, proprio come stava facendo ora Will.

Fu con questa dolce immagine nella mente che si abbandonò al sonno.

 

Angolo Autrice: Rieccomi qui di nuovo con il quinto capitolo! Scusate per il ritardo, e scusate anche se questo capitolo è venuto un po’ lunghetto, spero di non avervi tediato troppo.

Dunque, in questo capitolo ho dato più spazio a Tonks e Lupin, e, dal momento che so che qualcuno ci sarà rimasto male per il fatto che, pur trovandosi a letto insieme non abbiamo…ehm…come dire…concluso niente! J, vi pregherei di avere pazienza, presto la loro storia arriverà ad un punto decisivo…anche grazie alla piccola Will, naturalmente. A questo proposito, scusate se in questo capitolo ha avuto poco spazio, ma nel prossimo tornerà alla carica…lei e Tonks si troveranno infatti ad affrontare…un piccolo problema peloso (e con questo ho detto parecchio, spero di avervi incuriosito almeno un po’…:D). Allora…chi è che perseguita la piccola Will? E come pensate che se la caverà alle prese con un lupo mannaro durante la luna piena? Per scoprirlo, non vi resta che leggere il sesto capitolo! :D

Nel frattempo, ringrazio le 70 persone che hanno letto, e poi Alyssia98, ilaila92, laisaxrem, e _Pandina_76 per aver aggiunto la mia ff alle seguite, Sailor Marty TD fan, AllyRiddle e Alcyone_ per averla aggiunta alle seguite, e infine v91 e PiccolaStellaSenzaMeta per averla aggiunta alle seguite e per aver recensito, e potters_continuous, DoraremusLupin e MoonyPhoenix per le loro recensioni.

Bene…credo di non aver dimenticato nessuno…J. Fa piacere sapere che siete così in tanti a seguire la mia storia, grazie a tutti :).
Dunque, non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo capitolo!

Ciao!

Dora93

 

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Capitolo 6
*** Ai lupi mannari piace il cioccolato? ***


 

Will si svegliò con la strana sensazione di stare fluttuando. Sbatté le palpebre, ancora assonnata, riuscendo alla fine a mettere a fuoco il viso di sua sorella che la stava trasportando lungo il corridoio di Grimmauld Place, tenendola in braccio, con il capo appoggiato contro il suo petto.

- Dora…- mormorò Will, con la voce un po’ impastata.- Dora, ma che succede?

- Niente…- sussurrò Tonks, con uno strano sorriso, accarezzandole i lungi capelli biondi.- Niente, è tutto a posto. Torna a dormire, Will, è ancora presto…

La bambina notò che i capelli della sorella avevano assunto una strana tonalità grigio scuro, ma era ancora troppo assonnata per riuscire a fare domande. Richiuse gli occhi, scivolando in un lieve dormiveglia; l’ultima cosa che sentì prima di riaddormentarsi completamente fu la dolce sensazione di sua sorella che la deponeva delicatamente nel suo letto e le rimboccava le coperte, prima di uscire dalla stanza, non senza prima averle dato un leggero bacio sulla fronte.

 

***

 

La giornata si sarebbe potuta definire tranquilla: Will si svegliò intorno alle dieci del mattino, fece colazione, giocò con la sua bambola e gironzolò qua e là per tutta Grimmauld Place. Non ci furono più strani incidenti, e della figura dagli occhi gialli della nottata precedente, nemmeno l’ombra.

Tutto calmo, insomma. Se non che Will, sin dalla mattinata, notò qualcosa di insolito: sembrava quasi che Remus Lupin fosse letteralmente scomparso da Grimmauld Place.

A colazione non c’era, e non si fece vedere nemmeno per pranzo. A dire la verità, a mezzogiorno la bimba vide Tonks salire al piano di sopra reggendo in mano un vassoio pieno di roba da mangiare, per poi ritornare due minuti dopo, con lo stesso vassoio ancora intatto.

- Niente, non vuole mangiare. Sta’ ancora male…- la sentì sussurrare a Sirius. Aveva ancora i capelli grigi, il che significava che era triste o di malumore.

Anche lo zio Felpato sembrava più giù di morale del solito.

Nel pomeriggio ritornarono tutti i membri dell’Ordine della Fenice, e discussero per più di due ore sugli avvenimenti della serata precedente. Wilhelmina si sarebbe aspettata che anche Remus partecipasse alla riunione; invece, non si fece vedere.

Quando l’assemblea fu terminata, la bambina sentì Kingsley Shacklebolt domandare sottovoce a sua sorella e a Sirius:

- Come sta Lupin?

Ma, prima che loro potessero rispondere, quel nasone antipatico e giallognolo prese la parola, con un ghigno:

- Come vuoi che stia, Shacklebolt? Mal di luna. Il lupo perde il pelo ma non il vizio.

Tonks lo fulminò con lo sguardo.

- Sai, Mocciosus - ringhiò Sirius.- Sto cominciando ad avere la tentazione di chiuderti in cantina con lui, stanotte. Così, magari, Lunastorta potrebbe pensare di rimediare all’errore che ha compiuto vent’anni fa…

- Che errore?- domandò Piton.

- Quello di non sbranarti!

Piton non si degnò di rispondere; Will aggrottò le sopracciglia, pensosa. Che voleva dire lo zio Sirius?

Alla fine, se ne andarono tutti, e rimasero solo in tre, lei, sua sorella e Sirius. Will si fece coraggio e chiese:

- Ma Remus dov’è?

I due maghi si guardarono brevemente negli occhi. Alla fine, fu Tonks a parlare.

- Non si sente bene, oggi - disse, con un sorriso amaro.

- Perché? Che cos’ha?- insistette la bambina.

Tonks cercò aiuto nello sguardo del cugino.

- Non è niente di grave - rispose Sirius, dopo un attimo di riflessione.- Gli capita spesso. Ma domani mattina sarà di nuovo in forma, vedrai…

Wilhelmina ci pensò un po’ su, quindi tornò alla carica:

- Ma che cos’ha, esattamente? Il raffreddore, per caso?

- No, lui…vedi, Will - fece Tonks, con aria grave.- Remus è malato. Molto malato, mi capisci?

- Ma è grave?- chiese Will.

- Beh, più o meno. Vedi, tu sai che lui è un licantropo, vero?

Will annuì.

- Bene, ecco…essere un licantropo vuol dire trasformarsi…

- Trasformarsi in un lupo ogni notte di luna piena, lo so, me l’ha spiegato papà!- concluse per lei la piccola, con aria di ovvietà.- Ma perché sta male? Non c’è mica la luna piena!

- Beh…diciamo che questo è un extra compreso nel pacchetto…- tentò di spiegare Sirius.

- Oh…e non può mangiare?- domandò d’un tratto la bambina, lanciando un’occhiata al vassoio che Ninfadora aveva abbandonato ancora integro accanto al lavandino.

- Non ne ha molta voglia…- replicò Tonks, con una smorfia.- D’altronde, quando si sta male non si ha mai molta fame…

- Io ho sempre fame, anche quando ho la febbre - ribatté la piccola.

- Perché tu hai un inceneritore al posto dello stomaco…- commentò la Metamorfomagus a mezza voce.

- Quindi ora Remus è diventato un lupo mannaro?- chiese la piccola subito dopo.

- Non ancora…ma tra poco lo sarà…- disse Sirius, gettando un’occhiata fuori dalla finestra e osservando il sole che tramontava.

Will incrociò le braccia sul tavolo e vi poggiò il mento sopra; Remus non aveva mangiato niente, pensò.

Quindi sarebbe stato affamato, quella notte…

 

***

 

Will mise furtivamente il naso fuori dalle coperte; la sua cameretta era buia. Scese cautamente dal letto, tenendo in mano un sacchetto di plastica gonfio di qualcosa. Lo osservò con un sorriso che le illuminava tutto il viso. Fece per uscire dalla stanza, ma si bloccò.

Aveva uno strano presentimento. Tornò sui suoi passi in punta di piedi, raggiungendo la finestra; gettò un’occhiata timorosa in giardino, proprio nel punto in cui la sera prima c’era quell’ombra dagli occhi gialli. Trattenne il fiato. Nessuno.

Tirò un sospiro di sollievo, e si avviò tranquillamente verso il piano inferiore, attenta a non far rumore. Trotterellò in direzione della cantina; Sirius aveva parlato di una cantina con quel nasone antipatico, quindi Remus doveva essere lì, pensò. Spinse la pesante maniglia d’ottone verso il basso, e la porta si aprì con un cigolio acuto; per un attimo la piccola temette che quella signora mezza svitata del quadro in corridoio cominciasse a strillare come al solito, ma non accadde niente.

Will si fece coraggio, spinse la porta ed entrò.

Si ritrovò nel buio più totale.

- Oh, mannaggia!- esclamò, ripetendo quello che diceva sempre Ninfadora quando inciampava o faceva qualcosa di imbranato – quindi, praticamente sempre! –, anche se non sapeva esattamente cosa significasse.

Una lunga scalinata conduceva alla cantina; l’unica luce era quella della luna piena, che filtrava attraverso una stretta finestrella, disegnando la sua sagoma sul pavimento scuro. Will scese cautamente i gradini, reggendo la borsa di plastica con una mano e appoggiandosi saldamente alla ringhiera con l’altra; una volta scesa, fortunatamente senza incidenti, si posizionò proprio sulla sagoma di luce della finestra. Con quel buio, se lei non poteva vedere Remus, almeno lui avrebbe potuto vedere lei, no?

Sentì un rumore di passi, poi un fruscio. Silenzio. Un guaito. Uno starnuto canino.

- Remus!- chiamò la bambina.- Remus, vieni! Sono io, Will!

Un altro guaito. L’ombra di un muso appuntito che sbucava dall’oscurità.

- Ciao! Sono venuta a trovarti. Dai, vieni qui!

Il lupo si mosse nel buio, guaendo sommessamente. Non sembrava aver intenzione di uscire allo scoperto.

- Su, forza! Non fare il timido, non ti mangio mica!- ridacchiò Will, sedendosi a gambe incrociate.

Il lupo si rassegnò ad uscire allo scoperto, accucciandosi di fronte a lei con il muso poggiato sul pavimento di pietra e le orecchie basse.

- Oh, finalmente!- esclamò Will.- Come va?- chiese poi.

Remus alzò un orecchio, guardandola di sottecchi.

- Non hai più la febbre, no? Ninfadora e Sirius hanno detto che non hai mangiato. Hai fame?

Il lupo continuò a guardarla.

- Tieni, ti ho portato un po’ di queste…- Will aprì il sacchetto e ne estrasse una manciata di caramelle e una tavoletta di cioccolata, che pose sul pavimento.

Remus sollevò il muso da terra, osservando prima Will poi i dolci.

- Vuoi sapere dove li ho presi? Dalla dispensa privata di Ninfadora!- ridacchiò la bambina.- Sai, lei pensa che io non ne sappia niente, ma io invece ho visto dove li nasconde. Allora, che ne dici? Ai lupi mannari piace il cioccolato?

- Ai lupi mannari non lo so, ma a Remus Lupin decisamente sì!- fece una voce da in cima le scale. Sia Will sia il lupo voltarono il capo in direzione della porta.

- Ninfadora!- esclamò Will.- Che ci fai tu qui?

Era la voce di sua sorella; Will non riusciva a vederla bene, ma ne distingueva vagamente la sagoma in cima alla scalinata.

- Ho semplicemente fatto due più due e sono giunta alla conclusione che dietro la scomparsa delle mie provviste c’eri tu, sorellina!- rispose Tonks.

- Mi hai seguita?

- Beh, mi dispiace ammetterlo, ma sì. Posso scendere? Oppure tu e il nostro signor-sono-troppo-pericoloso siete in riunione privata?- detto questo, cominciò a scendere i gradini.

- Va bene…però, Dora, sta’ attenta al terzo scalino, è molto scivoloso e…

Due secondi dopo si sentì un tonfo sordo, accompagnato da un grido.

Altri due o tre colpi, poi silenzio.

- Ahi…- si udì un lamento nel buio.

Il lupo abbandonò nuovamente il muso sul pavimento, con aria rassegnata.

- Te l’avevo detto…- fece Will, mentre Tonks si rialzava massaggiandosi il fondoschiena con un’espressione di puro dolore dipinta sul viso.

La ragazza raggiunse a fatica la sorellina e il mannaro, accovacciandosi accanto a quest’ultimo.

- Allora, signor Lupin, che intenzioni ha?- domandò, con una punta di ironia.- Intende sbranare due povere fanciulle indifese come noi?

Remus scosse il muso, con fare seccato.

- Come immaginavo…Tu - si rivolse a Will.- Tu, che cosa credevi di fare, sentiamo?

- Volevo portare da mangiare a Remus…- rispose semplicemente Will. - Ho pensato che avesse fame…

- E hai deciso di portargli del cioccolato…Beh, devo dire che ci hai azzeccato...- Tonks prese la tavoletta e la scartò. La divise in tre pezzi, ne porse uno a Will e ne addentò un secondo; il terzo lo tenne sul palmo della mano, sventolandolo di fronte al muso di Remus.

- Allora, Rem?- incalzò, notando l’espressione contrariata del mannaro.- Che c’è, non ti piace più il cioccolato? Non ci credo! Che hai?

Il licantropo ritrasse il muso, quasi intimorito.

- Che cos’ha?- domandò Will.

- Niente. Seghe mentali.

- Eh?

- Non vuole prendere il cioccolato dalla mia mano. Ha paura di mordermi. Perché lui è troppo pericoloso per me.

Will non capì bene quell’ultima frase, ma stette ad osservare sua sorella che posava il pezzo di cioccolato sul pavimento. Lupin lo annusò furtivamente, quindi lo ingoiò senza troppi complimenti.

- Ti piace?- chiese la bambina.

- E come no? E’ un cioccolato-dipendente - rispose Tonks per lui, addentando un altro pezzetto di cioccolato.- Allora, Will, che ne dici del nostro Remus versione mannara?

- E’ molto buono…- la bambina lo accarezzò lievemente sul capo. Il lupo fece per ritrarsi, ma poi si rassegnò a gustarsi la carezza.

- Eh, già…- Tonks la imitò, anche se con più energia.- Remus è un lupo buono, non un lupo cattivo.

Anche se lui non ci crede…

- Crede di essere cattivo?- Will era stupefatta.

- In un certo senso…

- Comunque, lui è un lupo buono - ribadì Will.- Un po’ spelacchiato, forse…- aggiunse poi, sollevando un sopracciglio.

Tonks scoppiò a ridere, mentre il lupo le osservava come se fossero state due marziane.

- Avanti, Will…- disse Tonks, riprendendo fiato.- E’ ora di andare a letto…

- Ma io…- provò a protestare la bambina.

- Niente “ma”. Su, fa’ la brava e vai a dormire. Io e Remus dobbiamo fare una chiacchierata…

Will si alzò, con un sbuffo.

- Okay…Buona notte, Dora…buona notte, Remus…

 

***

 

Una volta in corridoio, Will fece per tornarsene in camera, ma qualcosa la bloccò. Sentì dei rumori provenienti dall’esterno. Dei passi sommessi, il secco crack di un ramo spezzato.

Infine, un ululato.

Non era Remus, pensò, lui era in cantina, quell’ululato invece veniva da fuori.

Will aprì la porta d’ingresso, uscendo in giardino. Non c’era nessuno. Mosse qualche passo, fino a ritrovarsi a pochi metri dalla siepe. I rumori erano cessati. Will fece per tornarsene indietro, quando udì di nuovo quel fruscio, quello stesso fruscio del giorno precedente. Si voltò di scatto. Le foglie della siepe si mossero. Lentamente, dal buio, apparve di fronte a lei un grosso lupo mannaro, dal folto pelo marrone scuro, con due grandi e inquietanti occhi gialli.

Will era come pietrificata.

Il licantropo avanzò nella sua direzione, lanciando un lugubre ululato. La bambina prese ad indietreggiare lentamente, senza riuscire a staccare gli occhi dal quel grugno schiacciato e cattivo.

L’animale si bloccò, posizionandosi saldamente sulle quattro zampe. Scrutò attentamente la piccola con quei suoi due occhi gialli.

Ringhiò, scoprendo due file di denti affilati.

Will gridò.

 

***

 

- …e guai a te se domani provi ancora a rifilarmi la storia del troppo pericoloso!- concluse Tonks, trionfante.

Remus voltò il muso di lato, rifiutandosi di guardarla.

- Oh, e falla finita di fare la vittima!- continuò la ragazza.- Guarda che tanto io non mollo, non credere che ti libererai di me tanto facilmente, io…

Si sentirono dei rumori. Tonks si bloccò. All’improvviso, udirono il grido di un bambino.

- Will!- urlò Tonks con disperazione, uscendo di corsa dalla cantina.

 

***

 

Si precipitò fuori in giardino; quello che vide la fece inorridire. Sua sorella era immobile, le spalle contro il muro esterno di Grimmauld Place. Di fronte a lei, un grosso lupo mannaro.

Greyback.

- No!- urlò Tonks, sfoderando la bacchetta.

Greyback l’ignorò, e spiccò un balzo in avanti, pronto a piombare addosso a Will.

- Stupeficium!

Lo Schiantesimo della ragazza lo scaraventò dritto contro un albero. Tonks si precipitò incontro a sua sorella.

- Stai bene?- chiese, in apprensione.

- Sì, io…sì, sto bene…- balbettò la bambina.

Udirono un ringhio; si voltarono, solo per vedere Greyback rialzarsi, più arrabbiato e famelico di prima. Tonks lanciò un altro Schiantesimo, ma lo mancò. Il licantropo spiccò un altro balzo.

- STA’ GIU’!- gridò la ragazza, gettandosi con Will di lato.

Greyback atterrò facilmente sulle zampe alle loro spalle, pronto ad un nuovo attacco; la bambina ansimò, mentre la sorella le faceva scudo con il proprio corpo. Tonks riuscì a rimettere in piedi Will, spingendola di fronte a sé in modo che potesse trovare riparo da Greyback, che ora ringhiava ferocemente nella loro direzione. Will corse a ripararsi dietro ad un albero; Tonks fece per seguirla, ma incespicò, finendo lunga distesa per terra.

Greyback si sollevò sulle zampe posteriori, pronto a sferrarle una zampata. La ragazza urlò, cercando di ripararsi con un braccio.

All’improvviso, qualcosa volò addosso a Greyback, colpendolo al fianco e scaraventandolo a terra. Will non si mosse, spaventata ed euforica insieme. Tonks abbassò il braccio. Di fronte a loro, a proteggere lei e sua sorella, c’era Remus.

Greyback si rialzò a fatica. Lupin ringhiò. L’altro mannaro non si fece impressionare, tornando subito alla carica e gettandosi addosso a Remus; i due rotolarono sull’erba, mentre cominciava tra di loro una lotta fatta di morsi e graffi.

- Will! Tonks!- Sirius uscì di corsa da Grimmauld Place, accorrendo a soccorrere le due cugine.- Vi siete fatte male?

- Stiamo bene…- mormorò Tonks.- Sirius, aiutalo! Fa’ qualcosa!- la ragazza indicò Remus, che stava cominciando a cedere sotto i colpi dell’avversario.

Sirius impugnò la bacchetta e pronunciò un Incantesimo, che però andò a vuoto. Lupin cadde riverso a terra; Greyback gli fu subito addosso, mordendolo alla gola.

Tonks gridò; Will si chinò di scatto, raccogliendo un sasso da terra. Prese velocemente la mira e lo scagliò, colpendo Greyback in pieno muso. Il mannaro lasciò andare Remus, e si rivolse rabbioso verso la bambina, ma quell’attimo di distrazione bastò a Lupin per riprendersi. Il licantropo si sollevò sulle zampe posteriori, colpendo Greyback con una zampata che lo fece sanguinare, e venne immediatamente raggiunto dagli Schiantesimi di Tonks e Sirius, che ebbero il potere di metterlo nuovamente a tappeto.

Greyback si rialzò, ma preferì non continuare la lotta. Si volse indietro, balzò oltre il cortile di Grimmauld Place e prese a correre, scomparendo nel buio.

- No, sta scappando!- gridò Tonks, cercando di inseguirlo, ma si bloccò non appena vide Lupin di fronte a lei. Remus si voltò di scatto, ringhiò, e le balzò addosso. Tonks lanciò un grido, finendo con le spalle a terra sotto le possenti zampe artigliate del mannaro. Una mano della ragazza colpì accidentalmente un sasso appuntito, e prese a sanguinare.

Tonks ansimò, mentre il cuore le batteva a mille, il mannaro ancora sopra di sé. Il lupo ringhiò sommessamente.

- Remus…- sussurrò Tonks, quasi implorando.

Gli occhi castani della ragazza incrociarono quelli verdi e dolci del lupo. Remus parve riscuotersi; si allontanò immediatamente dalla ragazza, ritraendosi come un animale in trappola. Tonks si rialzò a fatica, ma non sembrava essersi fatta male, a parte il taglio sulla mano.

- Ninfadora! Ti sei fatta male?- Will corse incontro alla sorella, osservando preoccupata la mano sanguinante.

- Non preoccuparti, è solo un graffio…- mormorò Tonks, mentre Remus aveva preso a guaire sommessamente.

Sirius l’aiutò a rialzarsi, osservando l’alba che si stava facendo strada all’orizzonte.

- Vieni, ti aiuto a disinfettare quella ferita…- disse l’ex detenuto.- Venite, è meglio rientrare. Vale anche per te, Lunastorta…- aggiunse, rivolto all’amico.

Ma solo Sirius e le sorelle Tonks rientrarono; Lupin rimase da solo, in giardino, ad attendere il momento in cui sarebbe ritornato umano, lanciando uno straziante ululato alla luna piena che stava lentamente scomparendo.

 

***

 

Albeggiava. Una fioca luce entrava dall’unica finestra, senza riuscire a combattere il buio. Un fruscio di seta nell’oscurità, quindi il passo nervoso e secco di un paio di tacchi.

Un Incantesimo sibilato nell’aria, con la voce vibrante d’ira:

- Crucio!

Greyback si accasciò sul pavimento, lanciando urla di dolore. Si contorse per diversi minuti, gridando e implorando, finché la tortura non cessò. Il licantropo ansimò.

- Mi dispiace, io non…

- Taci, inutile, schifoso essere!- lo zittì immediatamente l’ombra avvolta nell’oscurità a pochi metri da lui.

- Io…

- Tu hai fallito! Non ero stata abbastanza chiara?! Vuoi che ti ripeta quanto fosse importante che la tua missione riuscisse?! Crucio!

Greyback fu nuovamente colpito dal dolore.

- Vi prego, signora…vi prego…

La tortura cessò.

- E’ inutile!- ringhiò l’ombra.

- Vi prego, signora…se mi lasciaste ritentare…solo una volta…

- No! La prossima luna piena sarà solo fra un mese. Dovrò agire da sola…

L’ombra si allontanò, lasciando il licantropo inginocchiato sul pavimento, ancora dolorante.

Solo un paio di giorni, si disse, il tempo che si calmassero le acque, che quegl’imbecilli di Auror abbassassero un po’ la guardia, quindi avrebbe agito.

Avrebbe avuto la sua vendetta.

 

Angolo Autrice: Va beeeeene, so che molti di voi mi diranno che Remus non si sarebbe mai e poi mai presentato in quelle condizioni di fronte ad una bambina indifesa, ma credo che abbia capito che Will non avrebbe ceduto per nessuna ragione…tutta la sua sorellina, la piccola! J

Comunque, spero di non essere stata troppo prevedibile in questo capitolo. Dunque, cominciano a scoprirsi le carte in tavola…ma, in fondo, l’avevate già capito, vero?

Bene, il prossimo capitolo sarà ricco di eventi, sia per i nostri due innamorati sia per la piccola Will…Che succederà? Beh, per scoprirlo, non vi resta che leggere il prossimo capitolo!

Ringrazio Bollicina95 e vidia per aver aggiunto la mia ff alle seguite, MooneyDora per averla aggiunta alle seguite, alle preferite e per la sua recensione, e infine PiccolaStellaSenzaMeta, v91, DoraremusLupin e MoonyPhoenix per aver recensito.

Ciao a tutti, e al prossimo capitolo!

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Capitolo 7
*** Giochi, magie e abbandoni ***


 

Angolo Autrice: Ciao a tutti! Oggi vi rompo le scatole un po’ prima perché devo darvi un avviso: nell’ultima parte di questo capitolo il rating si alzerà leggermente…Non guardatemi così! Tranquilli, non sono impazzita del tutto, diciamo che da verde passerà ad un verde scuro, rating giallo al massimo! J

Comunque, vi auguro buona lettura, il resto dei miei sproloqui è a fine capitolo, insieme ovviamente ai ringraziamenti.

 

Sirius Black non era il tipo da perdere tempo. Non appena ebbe terminato di medicare la lieve ferita di Tonks ed essersi assicurato che anche Will stesse bene, contattò immediatamente Malocchio, il quale, dopo aver borbottato migliaia di fantasiose maledizioni, convocò l’intero Ordine della Fenice a Grimmauld Place. Tutti i maghi si presentarono in fretta, ma ancora mezzi addormentati, assonnati, e con dei gran sbadigli; Fred e George Weasley non si scomodarono neanche per vestirsi, presentandosi con addosso solo il pigiama.

L’unica ad essere completamente sveglia e vispa come al solito era Wilhelmina, la quale sembrava non aver perso neanche un briciolo di tutta la sua energia, nonostante fosse rimasta sveglia praticamente per una nottata intera. Quindi, benché Ninfadora le avesse esplicitamente detto di andarsene a letto, la piccola si nascose dietro l’uscio della cucina di Grimmauld Place, ben decisa ad ascoltare tutta la riunione.

Riunione che si protrasse per parecchio, fino a mezzogiorno; in effetti, nessuno sapeva bene a cosa pensare. Sirius mise più volte in evidenza il rischio che avevano corso, soprattutto la bambina, e Tonks ad un certo punto saltò addirittura in piedi strillando che sua sorella era quasi stata morsa e che bisognava assolutamente fare qualcosa. Ma nessuno pareva voler andare più in là di quella che a tutti sembrava una semplice casualità.

- Non credo che si sia trattato di un vero attacco ai danni di tua sorella, Tonks…- dichiarò infine Hestia Jones.

- Ah, no? E come me lo chiami, allora?- ringhiò Tonks.

- Quello che intendo dire - spiegò Hestia, pacata.- E’ che Greyback ha scelto tua sorella a caso. Non credo che volesse colpirla intenzionalmente. Ha attaccato lei così come avrebbe potuto fare con qualsiasi altro bambino…

- Ragiona, Tonks - soggiunse il signor Weasley.- Greyback ha sempre scelto le sue vittime indiscriminatamente. Per lui un bambino vale l’altro. Non credo che ci fosse qualcosa di…ehm…personale, dietro a tutta questa storia…

Tonks cercò di ribattere ancora, ma presto finì anche lei per auto convincersi di questa teoria; in effetti, pensandoci bene, che avrebbe potuto avere Fenrir Greyback contro sua sorella?

- Beh, l’importante è che alla piccola Tonks non sia successo nulla di male…- fece d’un tratto Piton. Tutti si voltarono a guardarlo, stupefatti di quell’uscita inaspettata e quasi amichevole; ovviamente, Piton si affrettò ad aggiungere:- E’ una fortuna che il licantropo si sia saputo trattenere…anzi, i licantropi…

- Crepa, Mocciosus!- abbaiò Sirius, trattenendosi a stento dal mettergli le mani addosso.

- Che c’è, Black?- Piton inarcò un sopracciglio.- Ho semplicemente detto che il tuo amico Lupin è eccellente nel tenere a freno i suoi istinti animaleschi…anche se si deve perfezionare, ovviamente…- ghignò, scoccando un’occhiata alla fasciatura alla mano di Tonks.

- Ti do trenta secondi per muovere le chiappe e uscire da qui, prima che io ti…

- Sirius, calmati!- intervenne Kingsley.

- No che non mi calmo! Se questa sottospecie di macchia d’unto non leva le tende immediatamente io giuro che…

- Sirius, ora basta!- lo ammonì nuovamente il mago.

- Risparmia il fiato, Shacklebolt - disse Piton, alzandosi e avviandosi in direzione dell’uscita.- Io me ne vado. Mi raccomando tua sorella, Ninfadora, tienila lontana dai pericoli…e con questo sai cosa intendo…

- Va’ a quel paese, Piton!- ringhiò Tonks, ma il professore di Pozioni era già uscito da Grimmauld Place sbattendo la porta e svegliando così la signora Black.

Will corse al piano di sopra per non sentire le urla del quadro, e anche per riflettere bene su quel che aveva sentito. Remus non si era fatto vedere per tutta la mattina; la bambina lo aveva visto solo all’alba, per un paio di secondi, scorgendolo mentre si trascinava stancamente verso la propria stanza chiudendo la porta dietro di sé; e al momento la porta continuava a rimanere serrata senza che il minimo rumore venisse udito oltre ad essa.

Will era un po’ preoccupata per Remus, ma quello che la preoccupava ancora di più era ciò che aveva detto quel pipistrellaccio nasuto. Aveva definito il suo nuovo amico come un pericolo…e, ora che ci pensava bene, anche lo stesso Remus le aveva detto di essere troppo pericoloso per poter essere il fidanzato di sua sorella…

Ma Remus non era pericoloso, concluse Will tra sé e sé, lui era la persona più gentile che avesse mai incontrato…

 

***

 

Alla fine, dopo pranzo, Remus si fece finalmente vedere. Will era contenta che stesse meglio, e anche Ninfadora e lo zio Sirius sembravano esserlo. Ma c’era qualcosa che non andava.

Sin da subito, la piccola si rese conto che, se Remus e zio Felpato continuavano a chiacchierare e a ridere come al solito, ciò non valeva anche nei confronti di sua sorella. Lei e Remus si parlavano a malapena, e il mannaro sembrava voler sistematicamente evitare la ragazza.

Tonks tentava ogni volta di attaccare bottone, cercava di parlargli in ogni occasione, e lui le rispondeva gentilmente come sempre, ma parlando a monosillabi, sbrigativo, e facendo di tutto per non incrociare lo sguardo della Metamorfomagus. Con lei, Will, l’uomo parlava normalmente, la guardava negli occhi, era gentile come al solito e le sorrideva sempre. Ma con Tonks, pareva quasi avere paura di qualcosa, e Will non poté fare a meno di notare che Remus continuava a lanciare occhiate di sottecchi alla mano bendata di sua sorella.

Dopo un’ora di questa tiritera, Will lanciò un sonoro sbuffo. Insomma, lei era ben decisa a fare fidanzare sua sorella e Remus, era sicura che loro due sarebbero stati molto bene insieme, e che lui era di gran lunga più simpatico di tutti gli altri fidanzati di Ninfadora. Ma se neanche si parlavano, allora come avrebbero fatto a sposarsi e a chiedere a lei di fare da damigella al loro matrimonio?

Bisognava assolutamente che facessero la pace, si disse, alla disperata ricerca di un modo grazie al quale il suo piano avesse successo.

Dunque, cosa facevano lei e i suoi amichetti per fare la pace dopo un litigio?

- Perché non facciamo un gioco?- propose d’un tratto.

Tutti e tre la guardarono.

- Un gioco?- ripeté Remus.

Will annuì.

- Ehm…Will, non credo che Remus sia molto in forma per…- provò ad obiettare Tonks.

- Ma certo, Will, molto volentieri - Lupin non la lasciò finire.- Che gioco vorresti fare?

- Non saprei…un gioco da fare tutti insieme…- Will ci pensò su un attimo.- Che ne dite di nascondino?

- E’ un gioco Babbano - precisò Tonks, notando che Sirius stava guardando sua sorella con gli occhi sgranati.

- Ah…e come funziona?- domandò l’ex detenuto.

- Uno di noi conta fino a cento tenendo gli occhi chiusi, e gli altri si nascondono - spiegò Will, sorridente.- Poi quello che ha contato va a cercarli. Vince chi non riesce a farsi trovare.

- Sembra abbastanza facile - commentò Lupin, alzandosi da tavola.- Allora, chi è che conta?

- Io!- saltò su immediatamente Tonks.

La ragazza si coprì gli occhi con le mani, cominciando a contare ad alta voce, mentre Remus, Sirius e Will iniziarono a cercarsi un nascondiglio. Tonks sghignazzò; era sempre stata un gran baro nei giochi. Sbirciando attraverso le dita scorse Remus dirigersi in fretta al piano di sopra.

Ottimo posto per nascondersi, tesoro…

 

***

 

Will corse a perdifiato per tutta Grimmauld Place alla ricerca di un luogo adatto per nascondersi. Alla fine sgattaiolò in una stanza, praticamente vuota; Will fece per girare i tacchi, quando la sua attenzione venne attirata da qualcosa sulla parete.

Si avvicinò.

Sul muro c’era un enorme disegno, un grande albero i cui rami erano ornati da strani ritratti con dei nomi sottostanti. Alla sommità dell’albero c’era una scritta:

 

La nobile e antichissima casata dei Black

 

Toujours pur

 

Will scrutò il disegno, incuriosita. Era pieno di brutte facce, pensò, ma lo sguardo le cadde su un nome in basso, quasi alle radici dell’albero.

Sirius Black, lesse mentalmente. Era il nome dello zio Felpato, ma la sua fotografia non c’era; al suo posto, campeggiava un segno scuro, quasi una specie di bruciatura. Un segno simile si trovava poco più in là, e sotto di esso era scritto un altro nome: Andromeda Black.

Lo stesso nome della sua mamma, si disse la piccola, osservando i due ritratti ai lati di esso. Uno raffigurava una donna bionda, unita con altre due linee ad un uomo e ad un ragazzo, anch’essi biondi. Will ricordò di averli incontrati, una volta. Erano andati tutti insieme, lei, Ninfadora e i suoi genitori, a fare compere a Diagon Alley, e quando li avevano visti in un negozio, l’uomo e il ragazzo gli avevano subito voltato le spalle. La donna bionda e la sua mamma, invece, erano rimaste a fissarsi a lungo, e sembravano tutt’e due parecchio tristi e imbarazzate. Alla fine, anche la donna bionda aveva abbassato lo sguardo e si era affrettata a raggiungere l’uomo e il ragazzo.

Una volta tornati a casa, la mamma aveva pianto per tutta sera, nonostante papà cercasse di consolarla; Will non aveva capito bene che cosa fosse successo, e aveva chiesto spiegazioni a Ninfadora, ma lei non aveva voluto dirle niente.

Lo sguardo le si spostò sull’altro ritratto accanto al nome della madre. Era una donna bruna, con dei grandi occhi neri e cattivi, dal viso duro, che la fissava con aria truce. Will si spaventò: quella donna le faceva paura, sembrava quasi che il suo volto cattivo stesse per uscire dalla parete per farle del male.

Will rimase immobile a fissare quegli occhi maligni per un tempo che le parve infinito, incapace anche di muoversi.

 

***

 

- Insomma, Tonks, quante volte te lo devo ripetere?!- sbottò Lupin, mentre lui e la ragazza camminavano fianco a fianco lungo il corridoio.

Tonks sbuffò; aveva pensato che tentare di baciarlo per dirgli che l’aveva trovato avrebbe dato una scossa a quel vecchio lupastro testone. E invece no.

- Tonks, io sono troppo…

Remus si bloccò; lui e la ragazza si fermarono di fronte ad una porta lasciata aperta. Inginocchiata sul pavimento, con lo sguardo fisso al muro, c’era Will. Non parlava e non si muoveva, sembrava quasi in trance. Tonks entrò per prima, inginocchiandosi accanto alla sorellina.

- Will…- mormorò, toccandole delicatamente una spalla.- Ehi, Will, che succede?

- Io…scusa, Dora è che…quella signora…- balbettò la piccola, indicando velocemente il ritratto sulla parete, prima di affondare la faccia contro il petto della sorella. Tonks strinse Will in un abbraccio, osservando il ghigno cattivo di Bellatrix Lestrange.

- Will, non è niente…è solo una fotografia…- provò a dire la ragazza, accarezzando i capelli di Will.

- Ma chi è quella signora?- balbettò la bimba.

- Lei è…- iniziò la Metamorfomagus, ma le parole le morirono in gola.

Lupin le venne in aiuto.

- Lei si chiama Bellatrix Lestrange, Will. Ed è una signora molto cattiva…- aggiunse, tristemente.

- Lo so…- fece la bimba, sempre con la fronte contro il petto della sorella.- L’avevo capito, mi guarda come se volesse farmi male…

- Ma lei non ti farà male, Will - dichiarò Tonks, fermamente.- Nessuno ti farà male, tantomeno Bellatrix Lestrange.

Remus aprì la bocca per parlare, ma qualcos’altro attirò la sua attenzione; all’abbraccio di Tonks era sfuggita una ciocca dei lunghi capelli biondi di Will; solo che non erano biondi. Ora era azzurra; un azzurro turchese.

- Tonks…- boccheggiò il mannaro.- Tonks, guarda…

La ragazza sollevò lo sguardo e vide la ciocca turchese di Will; la prese delicatamente fra le mani, a bocca aperta come la sorella.

- Ehi, ho vinto!- Sirius fece capolino sulla porta, ma nessuno gli diede retta. Subito anche l’Animagus si accorse della ciocca turchese della piccola, che dall’azzurro passò all’arancione, per poi tornare di nuovo all’azzurro e infine al normale biondo scuro.

- Will…tu…tu sei una Metamorfomagus…- mormorò Remus.

- Significa…che sono anche una strega? Che posso fare magie?- domandò la piccola, ancora incredula.

- Sì, tu…- Lupin non riuscì a terminare la frase, interrotto di colpo dall’urlo di felicità di Tonks, che ora aveva preso a saltellare per la stanza con Will in braccio, riempiendola di baci.

- La mia streghetta! Quanto sono contenta, Wilhelmina mia!

- Non chiamarmi…

- Non ci posso credere!- Tonks rise, euforica, saltando in braccio a Remus.

I due si ritrovarono con il viso a pochi centimetri l’uno dall’altra. Ci fu un attimo di silenzio, poi Tonks si staccò da lui, imbarazzata.

- Lo devo dire a mamma e papà!- disse.- Chissà come saranno contenti! Remus, vero che mi presti il tuo gufo?

- Sì, certo, ma non so se riuscirà a sostenere il volo…- obiettò Lupin, prendendo in braccio Will, la quale stava tranquillamente facendo le prove nel cambiare i colori dei suoi capelli.

- Come?- fece Tonks, non capendo cosa volesse dire l’uomo.

- I tuoi genitori non sono in vacanza dall’altra parte del mondo?

- Oh, è vero…beh, gli telefonerò…!- concluse Tonks, dirigendosi fuori dalla porta.

- Siamo rovinati…- Sirius scosse tristemente il capo.

- Oh, e falla finita, razza di cocker!- lo rimbeccò la ragazza.- Ho visto una di quelle cose che i Babbani usano per telefonare qui fuori…come cavolo si chiama…?

- Una cabina telefonica?- suggerì Remus.

- Sì, esatto, una cabina telefonica!- Tonks corse fuori dalla stanza, scendendo in fretta le scale.

- Tonks! Sta’ attenta! Non correre!- gemette Remus.

- Sì, sì, non ti preoccupare, non finirò per terra!- strillò la ragazza dal piano di sotto.

- Non ci conterei troppo…- disse Sirius, sporgendosi per vederla.- Tonks, vai piano!

- Sì, sì…oh, Merlino, mia madre non ci crederà…!

- Tonks, non urlare, mia madre potrebbe…Oh…oh, Merlino…Tonks…TONKS, STA’ ATTENTA AL PORTAOMBRELLI!

CRASH!

 

***

 

- Secondo voi com’è successo?- chiese Sirius quella sera, mentre lui, Remus e Tonks erano seduti al tavolo della cucina di Grimmauld Place, con un mazzo di carte disordinatamente sparpagliate sul ripiano.

- Non saprei…forse lo spavento di ieri notte…- disse Remus, scrutando le carte che aveva in mano.

- Oppure lo shock che le ha provocato l’aver visto il grugno di mia zia…- fece Tonks.- Ehi, Sir, ma come cavolo si gioca? Questo cos’è?- chiese, sventolando una carta di fronte al naso del cugino.

- E’ un asse, Tonks…- sospirò Sirius.- E ora che me l’hai mostrato, sono certo di avere la vittoria in pugno…

- Capirai!- sbuffò la ragazza, riprendendo a scrutare le proprie carte con aria indagatrice.

- Ehi, che state facendo?- Will entrò saltellando in cucina, sedendosi fra Remus e sua sorella. Aveva i capelli biondi con qualche ciocca rosso fuoco. Per ora non riusciva ancora a far cambiare colore a tutta la capigliatura, ma solo ad alcune ciocche, che vertevano essenzialmente sull’azzurro, il rosso, l’arancione e qualche volta il verde. Oltre a questo, la piccola sapeva solo allungare leggermente le dita delle mani, ma Lupin si dichiarava ottimista: a suo parere, presto sarebbe stata in grado di gestire perfettamente i suoi poteri da Metamorfomagus, oltre a naturalmente fare piccole magie.

- Un gioco - disse il licantropo.

- Che cos’è?- fece la piccola, incuriosita.

- Chiedilo a lui!- sbuffò Tonks, accennando al cugino con il capo e fissando in cagnesco le proprie carte.- E’ lui che ci ha trascinati tutti e tre in questa faccenda…

- Arthur mi ha spiegato come si gioca - disse Sirius.- Ha detto che si chiama poker. Chi vince prende i soldi…- e qui accennò ad una manciata di pochi galeoni in un angolo.

- E chi è che sta vincendo?- chiese Will.

- Lui - Sirius indicò l’amico, che aveva dalla sua parte già un bel gruzzoletto.- Anche se non so quanto sia regolare, dato che questa partita sembra seguire un filo logico tutto suo…

- Wow…- fece Will, osservando la manciata di monete accanto a Remus.- Allora sei diventato ricco…!

- Beh, più o meno…- sorrise Remus.

- Ma certo che sei ricco!- insistette Will, ora con qualche ciocca azzurra.- Tutti quei soldi non ci sono nemmeno nel mio salvadanaio. Ora puoi fidanzarti con Ninfadora.

Lupin la guardò, e così fecero anche Sirius e Tonks. La ragazza posò lentamente le proprie carte, spostando lo sguardo dal mannaro alla sorella.

- Perché dici questo, Will?- balbettò Remus.

- Tu hai detto di essere troppo povero per Dora - rispose semplicemente la bambina.- Ma ora non lo sei più - e indicò la manciata di galeoni.

- Non credo che questi siano sufficienti, Will - disse l’uomo con un sorriso a metà fra il divertito e l’amaro.

- Perché no?

- Beh, questi soldi sono troppo pochi, Will - spiegò Remus, pacatamente, cercando di evitare lo sguardo di Tonks.- Per poter stare con Ninfadora, ne avrei bisogno di molti di più…Dovrei avere un lavoro, capisci?

- Baggianate!- bofonchiò Tonks, con i capelli grigio topo.

- Oh, allora è questo il problema!- esclamò Will, con l’aria di chi la sapeva lunga.- Ma non ti serve un lavoro!

- Come?- il mannaro la guardò, sorpreso e incuriosito insieme.

- Non lo conosci il detto? In amore non conta il denaro!

Sirius scoppiò a ridere.

- Mi piace come ragiona, la piccola…

- Sì, per una volta sono d’accordo con lei…- aggiunse Tonks, guardando Lupin come se volesse incenerirlo.

- E poi…- proseguì Will, non vedendo l’imbarazzo del mannaro.- Il mio papà lavora, ma la mia mamma no. Lei fa la casalinga. Tu e Dora potreste invertire i ruoli…

- In che senso?

- Nel senso che lei potrebbe lavorare, e tu potresti…beh, potresti fare il casalingo, no?

Sirius rise più forte, e Tonks si unì a lui. Anche Remus non poté fare a meno di sorridere per quell’uscita inaspettata.

- Non vedo l’ora di vederti con indosso il grembiule di pizzo!- sghignazzò Tonks.

Will sorrise tra sé, soddisfatta di se stessa.

 

***

 

L’orologio scoccò le nove di sera. Will, non avendo dormito per un’intera nottata, era presto crollata per il sonno. Sirius se n’era andato a dormire presto, e ora anche la bambina dormiva. Si era addormentata fra le braccia di Remus, la guancia posata contro il suo petto e le braccia avvolte dolcemente intorno alle spalle del mannaro. Lupin sorrise, cullandola delicatamente, mentre Tonks li guardava sentendo il cuore sciogliersi.

- Che ne dici, la mettiamo a letto?- sussurrò infine la ragazza.

Lupin annuì, ed entrambi salirono al piano di sopra. Tonks tirò indietro le coperte in modo che Remus potesse adagiare Will sul materasso, quindi la ragazza le rimboccò il piumone e le lenzuola. Will vi ci si accoccolò, stringendo a sé la bambola Ninfadora. Tonks le diede un bacio sulla fronte, quindi lei e il licantropo uscirono dalla stanza, chiudendo la porta.

- Grazie…- sussurrò Tonks.

- Di niente.

- Ci sai fare con i bambini, eh?

Remus sorrise, stringendosi nelle spalle. Guardò Ninfadora, dicendosi che mai si sarebbe abituato completamente a lei e ai suoi modi di essere, ma dovette convenire che, nonostante tutte le sue stravaganze, restava comunque una ragazza meravigliosa, sotto ogni punto di vista.

- Bene, credo che anch’io andrò a nanna…- dichiarò Tonks.

- Ti accompagno fino alla tua camera - propose Remus, senza sapere bene neanche lui il perché.

Tonks sorrise.

- Volentieri, grazie.

Si avviarono lentamente, l’uno di fianco all’altra.

- Senti, mi dispiace…- disse Tonks, quando furono giunti alla porta della sua stanza.

- Per che cosa?- chiese Remus, stupito.

- Per aver cercato di baciarti, oggi - la ragazza arrossì, distogliendo lo sguardo.

Lupin non seppe che rispondere.

- E’ che…- proseguì Ninfadora, trovando il coraggio di guardarlo negli occhi.- E’ che io ti amo, Remus. E so che anche tu mi ami.

- Tonks, io…

- Non negarlo! L’hai detto tu stesso. O ti sei già scordato del Veritaserum?

- No, non me ne sono dimenticato. E non avevo nessuna intenzione di negare.

Entrambi si resero conto solo in quel momento di quanto fossero vicini, terribilmente vicini.

- Io volevo solo dirti…- continuò il mannaro.- Volevo solo dirti quanto sia felice che Will mi abbia dato quel Veritaserum. Senza quello, forse non avrei mai avuto il coraggio di dirti che…

Remus sentì di non riuscire più a resistere. Annullò ogni distanza, baciando Tonks sulle labbra. La ragazza ricambiò il bacio, dolcemente, avvolgendogli le braccia intorno alle spalle, mentre l’uomo le accarezzava delicatamente i capelli rosa cicca.

Tonks aprì la porta della sua stanza, senza smettere di baciarlo. Entrarono, stendendosi sul letto della ragazza. Remus si staccò un attimo per ammirare il viso illuminato di felicità della ragazza, per poi ricominciare a baciarla, dolcemente, sulle labbra, sul viso, sul collo. Tonks lo abbracciò, stringendolo a sé. Remus tornò a baciarla sulle labbra, ma, mentre lei cominciava a slacciare lentamente i bottoni della sua camicia, lo sguardo del mannaro cadde sulla mano bendata della ragazza.

Improvvisamente, gli ritornò alla mente ogni particolare della nottata precedente. Lui che si aggrediva Ninfadora, che le saltava addosso e la gettava a terra, lei che lo implorava, mentre dentro di sé si faceva strada quell’istinto terribile, irrefrenabile, soffocato solo all’ultimo, prima che fosse troppo tardi…

Si staccò velocemente da lei, mettendosi a sedere sul letto, ansimando. Tonks si sollevò sui gomiti, osservandolo con un’espressione indecifrabile, un misto di delusione, rabbia e sofferenza.

- Remus?- chiamò.- Remus, che ti prende?

- Io…- ansimò il licantropo. Scattò in piedi.- Io…io non posso…

Si diresse velocemente verso la porta, maledicendosi per essere stato tanto stupido e avventato.

- No!- gridò Tonks, cercando di fermarlo.- Remus, no…

- Non posso…- ripeté Lupin, aprendo la porta della stanza.- Mi dispiace, Ninfadora, ma…

- No, smettila, non dire un’altra parola!- Tonks scattò in piedi, arrabbiata e frustrata.- Remus, se ora esci da quella porta, sappi che tu con me hai chiuso! Non ho intenzione di perdere tutta la mia vita appresso a te e alle tue mattane! Se esci da qui, tu mi hai persa per sempre...

L’uomo non rispose, rimanendo un attimo immobile sulla soglia della stanza, fissando il pavimento.

- Scusami, Tonks - disse infine.- Perdonami, ma io…io preferisco rinunciare a te, piuttosto che correre il rischio di ferirti…o peggio…

- No…- ripeté la ragazza, ansimando.

- Io ti amo, Tonks…ma non voglio farti del male…

Remus uscì dalla stanza, chiudendosi la porta alle spalle.

Tonks rimase immobile, in piedi al centro della camera, incapace di muoversi e di distogliere lo sguardo da quella porta. Infine, si lasciò cadere a terra, in ginocchio sul pavimento, e cominciò a piangere, abbandonandosi alla disperazione.

 

Angolo Autrice: Lo ammetto io stessa, non ci sono parole per descrivere quanto faccia schifo questo settimo capitolo. Scusatemi, so che non è un granché, ma prometto che nel prossimo m’impegnerò di più. Dunque, probabilmente molti di voi si aspettavano che la fantomatica ombra misteriosa (Sì…misteriosa…come no…Nd Voi) apparisse in tutto il suo splendore in questo capitolo, ma mi dispiace dirvi che dovrete aspettare il prossimo. In compenso, Will ha finalmente trovato un briciolo della sua magia (e non è finita…), e, ovviamente, c’è finalmente stato il momento che tutti voi stavate aspettando…anche se forse non è esattamente come lo stavate aspettando…Lo so, dopo questa rischio seriamente il linciaggio, ma non preoccupatevi, andrà tutto bene, vedrete…Dunque, nel prossimo capitolo ci sarà la svolta decisiva della vicenda…che cosa accadrà? Beh, leggete e lo scoprirete! J

Nel frattempo, ringrazio tutti coloro che hanno letto, Always89 e ilex94 per aver aggiunto questa storia alle seguite, AllyRiddle e Sandyblack94 per averla aggiunta alle preferite, Argetlam e DracoLikesHamsters per averla aggiunta alle seguite e per le loro recensioni, e infine vidia, v91, DoraremusLupin, PiccolaStellaSenzaMeta e MoonyPhoenix per aver recensito.

Bene, non mi resta che salutarvi e darvi appuntamento al prossimo capitolo!

Ciao!

Dora93

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Capitolo 8
*** La favola di Grimmauld Place ***


 

Rosso, blu. Rosso, blu. Rosso, blu.

Will stava provando i suoi nuovi poteri da Metamorfomagus di fronte allo specchio di camera sua. Era incredibile come la sua magia si stesse sviluppando in così poco tempo, aveva osservato Lupin quella mattina. Nell’arco di neanche ventiquattr’ore, Will era già in grado di mutare completamente il colore dei propri capelli, e non più soltanto alcune ciocche, anche se le tinte rimanevano sempre le stesse; la bambina poteva inoltre cambiare anche il colore degli occhi, mostrando una particolare predilezione per l’azzurro. Per quanto riguardava gli altri poteri, beh, quella mattina Will aveva tentato con scarso successo di trasformarsi in una copia di Kreacker, ma aveva ottenuto solo le orecchie e il naso uguali a quelli dell’Elfo, con grandissimo scorno di quest’ultimo.

Dai, avanti…rosa! Un bel rosa cicca…

Niente, i capelli erano ancora verde chiaro. Will sbuffò, quindi chiuse gli occhi e li strizzò, concentrandosi quanto più poteva.

Su, forza! Rosa, rosa, rosa, rosa, rosa!

Will aprì gli occhi, facendo un salto di felicità quando scorse la stessa tonalità rosa cicca dei capelli della sorella sui propri. Felicità che venne immediatamente smorzata alla vista del suo naso, ora in tutto e per tutto uguale a quello di Severus Piton.

Will sbuffò di nuovo, costringendo i capelli e – soprattutto – il naso a ritornare normali. Era contenta di aver scoperto di essere una Metamorfomagus come Ninfadora, ma, per Merlino, quanta fatica faceva a gestire i suoi poteri!

Stava per rimettersi ad esercitarsi, quando un frastuono proveniente dal piano di sotto la raggiunse, seguito dal rumore di qualche cosa che andava in frantumi.

Will scese di corsa le scale, bloccandosi sull’ultimo gradino alla vista di quella scena. Sua sorella, con i capelli rosso fuoco e la faccia di una che aveva passato la notte in bianco a piangere, stava scaraventando un povero vaso innocente nella direzione di Remus. Il mannaro si scansò appena in tempo, mentre l’oggetto andò a fracassarsi contro il muro.

- Maledetto bastardo!- strillò Tonks, fuori di sé. - Come osi chiedermi se sto bene?! Come osi rivolgermi la parola dopo quello che hai fatto?!

- Tonks, per favore, calmati!- disse Remus, cercando di tranquillizzarla, ma ottenendo l’effetto opposto.

- Come faccio a calmarmi?! Schifoso ipocrita!- gridò nuovamente sua sorella, sovrastando paurosamente le urla della signora Black.- Sei solo un vigliacco! Ma come ho fatto a innamorarmi di te?!

Tonks non resse più, e attaccò a singhiozzare, sotto lo sguardo colpevole del mannaro. Sirius, che era rimasto per tutto il tempo immobile ad osservare la scena in disparte, zitto e attonito, la raggiunse a passo svelto. Le pose le mani sulle spalle.

- Tonks, ora basta…- sussurrò, indicando con un’occhiata Will, anche lei interdetta.

La ragazza annuì, asciugandosi le lacrime con il palmo della mano. Inspirò profondamente, nel tentativo di calmarsi.

- Va bene. Hai ragione, Sir - disse infine.- Devo smetterla. Non vale la pena di disperarsi per lui…

Tonks si allontanò da Sirius, dirigendosi in direzione delle scale; passò accanto a Will senza neanche guardarla, quasi come se la bambina fosse stata un fantasma, e prese a salire i gradini, in silenzio, a capo chino.

- Mi dispiace tanto, Tonks…- mormorò Remus, colpevole. Tonks si bloccò sul primo pianerottolo, sollevando lo sguardo sul mannaro.

- Non dire niente - disse, con voce incolore.- Non dire niente, Remus. Ricordati solo quello che ti ho detto ieri sera, prima che mi lasciassi. Tu con me hai chiuso.

Ninfadora finì di salire le scale, e Will, Remus e Sirius la sentirono percorrere il corridoio quasi di corsa, prima di sentirla entrare nella sua stanza sbattendo la porta. Sirius sospirò, scuotendo il capo, mentre Remus prese a fissare il pavimento.

Will immaginò che sua sorella, a quest’ora, fosse distesa sul letto, a piangere.

 

***

 

Erano le dieci di sera passate. Remus salì stancamente le scale, diretto alla sua stanza. Tonks non si era fatta vedere per tutto il giorno, e la porta di camera sua era sempre rimasta sbarrata. Lupin si sentiva infinitamente in colpa, tutto avrebbe voluto tranne che far soffrire la donna che tanto amava, ma in cuor suo sentiva che quello che aveva fatto era giusto. Tonks ora stava male, ma presto si sarebbe ripresa e avrebbe capito di meritare di più, molto di più di un vecchio lupo mannaro squattrinato come lui.

Remus passò distrattamente di fronte alla cameretta di Will, ma si bloccò non appena vide, dalla porta aperta, la bambola Ninfadora fluttuare a mezz’aria. Will, seduta sul letto, la stava fissando con sguardo attento e concentrato. La bambola si avvicinò di più alla bambina; tremò leggermente, per poi finire a terra.

Will sospirò di delusione, mettendosi a stendere sotto le coperte. Remus rise, entrando nella stanza e raccogliendo la bambola da terra. Si avvicinò al letto della bambina, porgendole il giocattolo.

- Volevi questa?- le chiese, con un sorriso.

Will annuì, prendendo la Barbie.

- Grazie.

- Credevamo fossi a letto già da un po’…

Will fece spallucce.

- Non riesco a dormire - confessò infine.

- Come mai?- chiese Remus, rimboccandole le coperte.

- Non so…

- Beh, c’è sempre un motivo, se qualcuno non riesce a dormire…- sorrise Lupin, sedendosi sul letto accanto a lei. Will fece di nuovo spallucce, ma poi aggiunse:

- Quando non riesco a dormire, la mamma mi racconta sempre una favola. Ti va di raccontarmene una?- chiese la bambina.

- Certo - acconsentì il mannaro.- Che favola ti piacerebbe sentire?

Will ci pensò un po’ su.

- Una mia amica una volta ha parlato di una storia che si intitolava Cappuccetto Rosso - disse. - Io non l’ho mai sentita; tu la conosci?

Lupin annuì; i suoi nonni erano stati dei Babbani, quindi poteva vantarsi di una certa conoscenza, in merito alle favole dei Non-Maghi.

- Me la racconti?- chiese la bimba.

- Va bene…dunque…- cominciò Remus.- C’era una volta una bambina, che veniva soprannominata Cappuccetto Rosso per via della mantella rossa regalatale dalla nonna che indossava sempre…

- Com’era fatta?- chiese d’un tratto Will.

- Come?- fece Lupin, stupito.

- La bambina. Com’era fatta?

- Beh, indossava sempre una mantella rossa…

- Sì, d’accordo, ma quello è solo un vestito. Intendo dire, di che colore aveva gli occhi, i capelli…cose così, insomma…

Remus sorrise malandrino.

- Beh, era una bambina molto carina, con gli occhi castani e i capelli biondi, ma nessuno era sicuro che fossero davvero biondi, perché questa bambina era una Metamorfomagus e poteva cambiare il suo aspetto come e quando voleva…

Will capì il gioco, e sorrise.

- Continua.

- Bene…Un giorno la mamma diede a Cappuccetto Rosso un cestino con dentro dei dolci e le disse di portarli alla nonna, che era malata e viveva in mezzo ad un bosco…

- Strano posto dove vivere…- commentò Will.

- Già…La mamma disse a Cappuccetto Rosso: “Mi raccomando, non fermarti a parlare con nessuno durante la strada”…

- Ma lei si fermò - concluse Will.

- Come fai a saperlo?- chiese Remus.

- E’ sempre così, nelle favole - rispose Will.- Quando i grandi dicono di non fare una cosa, i bambini la fanno sempre.

Lupin sorrise.

- Credo che sia il bello delle favole, no?

- Sì, ma nelle favole se disubbidisci non ti mettono in punizione…Chi incontrò Cappuccetto Rosso?

Remus proseguì.

- Cammina cammina, Cappuccetto Rosso incontrò un lupo…

- Un lupo?- fece Will, incredula.

- Sì. Un vecchio lupo cattivo.

- Come si chiamava?

Remus si strinse nelle spalle.

- Non saprei…non credo che i lupi abbiano un nome…

- Ma tu ce l’hai!- esclamò Will.

- Io…

- Facciamo così. Il lupo si chiamava Remus.

Lupin avrebbe tanto voluto ribattere, soprattutto in vista del seguito della storia, ma Will stava aspettando con ansia che lui continuasse; prese un bel respiro, e proseguì.

- “Dove stai andando, bella bambina?”, chiese il lupo a Cappuccetto Rosso; “Sto andando a casa della mia nonna”, rispose lei…

- Ma Cappuccetto Rosso non lo sapeva che non bisogna parlare con gli sconosciuti?- protestò Will.

- Beh…evidentemente no…

- Qualcuno avrebbe dovuto spiegarglielo. Che successe poi?

- “Facciamo una scommessa”, disse il lupo a Cappuccetto Rosso. “Scommetto che io riuscirò ad arrivare a casa della nonna prima di te”. Cappuccetto Rosso accettò la scommessa e, mentre lei, proseguiva lungo la strada, il lupo prese una scorciatoia…

- Lo sapevo - sorrise Will. - I lupi sono sempre i più furbi. Arrivò prima Remus, vero?

- Sì, arrivò prima…il lupo.

- E che fece una volta arrivato?

- Il lupo bussò alla porta della casa della nonna. “Nonna, sono la tua nipotina”, disse, facendo la voce di Cappuccetto Rosso. “Entra, la porta è aperta”, rispose la nonna. Il lupo entrò, e trovò la nonna a letto…

- Com’era la nonna?- chiese la bambina.

- Un’anziana signora, suppongo…Perché ridi?- chiese Remus, notando che Will stava sghignazzando sotto i baffi.

- No, scusa, è che…Cappuccetto Rosso somiglia a me, il lupo si chiama come te…mi stavo immaginando la nonna che somiglia allo zio Sirius…

Anche Remus non poté fare a meno di sorridere, al pensiero del caro vecchio Felpato sdraiato sotto le coperte con tanto di occhiali e cuffietta.

- Su, continua…

Lupin deglutì, nervoso. Quella era la parte della storia che gli piaceva di meno.

- Beh…il lupo…il lupo entrò e…mangiò la nonna…

Trattenne il fiato, in attesa che Will cominciasse a dare qualche segno di spavento; ma la bambina non fece una piega, anzi, gli chiese di continuare.

- Quindi, il lupo indossò gli abiti della nonna e si mise a letto. Quando Cappuccetto Rosso arrivò, bussò alla porta. “Nonna, sono la tua nipotina”, disse. “Entra, la porta è aperta”, rispose il lupo, imitando la voce della nonna. Cappuccetto Rosso entrò e si avvicinò al letto. “Nonna, ma che occhi grandi che hai”, disse…

- Io avrei detto che avevi dei begli occhi verdi…- disse Will.

- “E’ per vederti meglio”, disse il lupo. “Nonna, ma che orecchie grandi che hai”, disse Cappuccetto Rosso…

- Non è vero, quando sei un lupo tu non hai le orecchie tanto grandi…

- “E’ per sentirti meglio”, disse il lupo. “Nonna, ma che denti grandi che hai”…

Lupin si bloccò; non avrebbe voluto continuare, avrebbe dato qualsiasi cosa per non farlo, ma Will stava solo aspettando che proseguisse.

- “E’ per mangiarti meglio”, disse il lupo, e mangiò Cappuccetto Rosso.

Remus attese che Will cominciasse a strillare, che si spaventasse a morte, che lo mandasse via, ma non accadde nulla del genere. La bambina continuava a guardarlo attentamente, facendogli cenno di continuare. Lupin inspirò profondamente, prima di terminare.

- Il lupo, sazio, si mise a dormire; poco dopo, un cacciatore, passando di lì, udì il lupo russare. Entrò in casa, sicuro che l’anziana nonna non potesse russare così tanto…

- Mica tanto - commentò Will.- Zio Sirius russa come un Troll dopo il pranzo di Natale…

- Il cacciatore vide il lupo che dormiva, con una gran pancia. Il cacciatore, allora, capì subito cos’era successo; uccise il lupo e gli aprì la pancia, liberando così Cappuccetto Rosso e la nonna, che vissero per sempre felici e contente.

Remus tirò un sospiro di sollievo; era convinto di essere arrivato sano e salvo alla fine, ma si accorse che Will ora sembrava davvero spaventata.

- Will? Tutto bene?

- Il…il cacciatore ha ucciso Remus?- balbettò la bambina.

- Beh…sì…

- Ma perché?

- Perché era cattivo, Will…

La bambina tacque, pensosa.

- Aspetta!- disse d’un tratto.- Ora la racconto io, la storia.

Remus rimase a sentire, incuriosito.

- Avevamo detto che Remus era arrivato per primo, no? Bene. Remus entrò in casa, e cominciò a ridere e a scherzare con lo zio Sirius, perché erano molto amici. Dopo un po’ arrivò anche Cappuccetto Rosso, e rimase insieme a loro. Poi però, d’un tratto, arrivò il cacciatore, che si chiamava Fenrir Greyback, e che cercò di mangiarsi Cappuccetto Rosso e lo zio Sirius. Ma Remus fu più forte di lui e lo mandò via, salvando tutti e due. Allora Cappuccetto Rosso disse: “Grazie per averci salvato, Remus, tu sei un lupo buono, e ti meriti un regalo”. Allora, Cappuccetto Rosso chiamò sua sorella Ninfadora perché la venisse a prendere. Quando Ninfadora entrò e vide il lupo se ne innamorò follemente, e anche Remus si innamorò di lei, benché fosse una gran rompiscatole. Però al lupo questo non importava, così si sposarono e vissero per sempre felici e contenti con Cappuccetto Rosso e lo zio Sirius. Fine.

Lupin non seppe che dire, dopo quella strana conclusione.

- Non ti piace?- fece Will. - Io preferisco molto di più questo finale. Tu no?

- Io…è un bellissimo finale, Will…- Remus sorrise amaramente.- Ma questo non sarà mai possibile, lo sai…

- Perché no?- protestò Will. - Nelle favole i lupi non vivono mai felici e contenti, perché sono sempre cattivi. Ma tu non sei cattivo, Remus, tu sei buono, e tu e Ninfadora vi meritate un bel lieto fine, no?

Remus fece per rispondere, quando sentì dei singhiozzi sommessi alle proprie spalle. Entrambi si voltarono, riuscendo a scorgere Tonks che correva via in lacrime. Lupin si alzò e le corse dietro, e lo stesso fece Will dopo qualche istante.

- Tonks! Tonks, fermati!- Remus riuscì a raggiungere la ragazza e ad afferrarla per un braccio, fermando la sua corsa.- Tonks, ascolta, mi dispiace, io…

La ragazza cominciò a prenderlo a pugni sul petto, debolmente, senza smettere di piangere.

- Sei uno stronzo, Remus!- singhiozzò.- Sei veramente uno stronzo! Ti piace vedermi così, vero? Ti diverte vedermi soffrire!

Lupin la fermò, prendendole i polsi.

- No, Tonks, credimi, io sto male quanto te! Ma è per il tuo bene, io sono troppo…

- Smettila! E’ una storia che so a memoria! Che imbecille che sei, stronzo e pure imbecille!- gridò Tonks fra le lacrime.- Mia sorella, mia sorella!, una bambina di sei anni, perfino lei in questi giorni ha smontato tutte le tue fesserie, e tu ancora non molli! Sarebbe più dignitoso se me lo dicessi in faccia, che non mi ami, invece di andare avanti con queste patetiche scuse!

Will era rimasta ad osservare la scena in silenzio.

- Ninfadora…- mormorò.- Ninfadora, io…

- Cos’hai da guardare tu?!- le urlò Tonks.- Sempre tra i piedi, con quella ridicola faccia da santarellina! Cosa ti credi, di essere diventata importante, ora che hai i poteri magici?! E’ da quando sei nata che non faccio altro che sopportarti, perché non ti levi dalle scatole una volta per tutte?!

Will non rispose; Tonks e Remus ripresero a litigare, ma la bimba non rimase a sentire.

Corse dritta in camera sua, si sedette sul letto, e cominciò a piangere.

Era vero, allora. Quello che aveva sempre sospettato, era vero. Ninfadora si arrabbiava sempre con lei, non la sopportava. Lei, per sua sorella, era solo un peso.

Non le voleva bene.

 

***

 

Will attese che le urla di Remus e di sua sorella cessassero. Presto, in tutta Grimmaul Place tornò il silenzio. La bambina scese dal letto e si vestì.

Aveva deciso, era la cosa migliore per tutti. Prese il suo zainetto e vi infilò dentro il pigiama e qualche merendina, e se lo mise in spalla. Guardò la bambola Ninfadora, la prese in mano e le diede un bacio, quindi uscì dalla propria camera.

Will attraversò l’intera Grimmauld Place al buio, in silenzio, finché non raggiunse la porta d’ingresso; girò il pomello d’ottone ed uscì.

La bambina cominciò a correre, lasciandosi Grimmauld Place alle spalle. Correva, correva, non perché stesse scappando o avesse paura, ma perché in quel momento le sembrava l’unica cosa che potesse fare. Aveva lasciato Grimmauld Place, era scappata. Sua sorella non la voleva, e lei se ne sarebbe andata, non importava dove, non aveva una meta, ma non sarebbe più tornata a casa.

Will corse a perdifiato, lasciandosi alle spalle prima Grimmauld Place, poi l’intero quartiere. Alla fine, giunse in un parco, e si fermò in mezzo al verde, a riprendere fiato. Si guardò intorno; tutto il parco era al buio, e gli alberi mandavano delle lunghe e spaventose ombre.

Will cominciò ad avere paura; strinse a sé la bambola Ninfadora, indietreggiando istintivamente.

D’un tratto, udì di nuovo quel fruscio, quello stesso fruscio di due sere prima. La bambina trattenne il fiato, pronta a ritrovarsi di fronte quel lupo dagli occhi gialli.

Invece, al fruscio seguì un rumore secco di tacchi sul marmo e, al posto del lupo, dall’oscurità si materializzò la figura alta e slanciata di una donna.

Will la riconobbe, era la stessa donna che aveva visto in quel ritratto sul muro; aveva gli stessi occhi malvagi e lo stesso sorriso freddo e cattivo.

- Ciao, piccola bastarda…- ghignò la donna.

Mentre diceva questo, accanto a lei apparve Fenrir Greyback, tale e quale l’aveva visto nella fotografia di Arthur Weasley, con la stessa aria famelica e gli stessi occhi gialli.

- Mi hai fatto male, con quel sasso, lo sai?- ringhiò il licantropo.

Will cominciò ad indietreggiare lentamente, respirando con affanno; avrebbe voluto mettersi a correre, ma sentiva le gambe come di piombo.

- Prendila!- ordinò la donna a Greyback.

Il mannaro le volò addosso; Will gridò, mentre la sua bambola finì abbandonata a terra.

 

***

 

Tonks non riusciva a darsi pace; non solo per Remus, ma anche per Will. Si era pentita di averla trattata così male, era conscia di aver esagerato.

Si alzò dal letto, dirigendosi verso la sua stanza; probabilmente a quell’ora dormiva, si disse, ma vederla le avrebbe dato un po’ di sollievo.

Tonks aprì la porta; il letto di Will era vuoto. La ragazza pensò che sua sorella si fosse arrabbiata e che avesse deciso di nascondersi per farle un dispetto. Prese a cercarla per tutta Grimmauld Place; girò tutte le stanze, mentre la sua angoscia cresceva mano a mano che la sua ricerca andava a vuoto.

Alla fine, con il cuore che batteva all’impazzata, Tonks corse al piano di sopra, precipitandosi in camera di suo cugino.

- Sirius!- lo chiamò, spintonandolo perché si svegliasse.- Sirius, svegliati!

- Che c’è?- biascicò il mago con la voce impastata.

- Hai visto Will?

- No…non è in camera sua?

- Oh, Merlino, no…- gemette Tonks.

- Che succede?- Remus fece capolino sulla porta.

- Will è sparita…- fece Tonks.

- Sparita?!

- Non la trovo da nessuna parte…

- Dobbiamo andare a cercarla - Remus prese la mano di Tonks e la condusse verso l’uscita.

Sirius si vestì con un colpo di bacchetta.

- Vengo con voi!

- No, Sirius!- disse Remus.- Ricorda che sei ricercato! Se qualcuno dovesse…

- Nelle vesti di Felpato nessuno mi noterà…- detto questo, Sirius si trasformò in cane.

Tutti e tre uscirono nel buio della notte.

 

***

 

Il fiuto di Felpato era incredibile. Sirius seguì la scia di Will fino ad un parco; Tonks entrò quasi di corsa, e subito qualcosa urtò contro lo stivaletto della ragazza. Ninfadora abbassò lo sguardo; la bambola di sua sorella giaceva abbandonata nell’erba. Poco distante da essa, la ragazza scorse una specie di braccialetto con una medaglietta d’oro.

Tonks li raccolse entrambi, esaminando attentamente la medaglietta. Ricordò improvvisamente che sua madre ne aveva una uguale; le aveva raccontato tante volte che suo padre, Cygnus Black, ne aveva regalata una a ciascuna delle sue figlie per il loro diciassettesimo compleanno.

La ragazza sentì il cuore fare un balzo nel petto e il sangue ghiacciarsi nelle vene.

- Tonks!- Remus la raggiunse.- Tonks, che succede?

La ragazza si voltò a guardarlo, priva di espressione, mormorando una parola a mezza voce.

- Bellatrix.

 

Angolo Autrice: Eccomi qui di nuovo con il settimo capitolo! Va bene, è orrendo, ma purtroppo non ho avuto molto tempo in questo periodo (Sempre la solita scusa…! Nd Voi). Dunque, ho modificato il titolo del precedente capitolo, in quanto mi è stato fatto notare – giustamente – quanto simile fosse alle Winx e quanto banale risultasse. E’ un periodo nero per i titoli, abbiate pazienza…

Dunque, Will è scappata di casa ed è stata rapita…So che Tonks qui è stata parecchio cattiva, ma cercate di capirla, con quello zuccone anche lei perde le staffe, ogni tanto…Comunque, Bellatrix e Greyback hanno portato via Will…che succederà?

In attesa di saperlo, ringrazio le 115 persone che hanno letto, potters_continuous e Tatydanza per aver aggiunto questa storia alle seguite, ilcuginogino per averla aggiunta alle seguite e alle preferite, Nymphadoraa per averla aggiunta alle preferite e per aver recensito, e DracoLikesHamsters, DoraremusLupin, PiccolaStellaSenzaMeta, MoonyPhoenix e v91 per le loro recensioni.

Bene, non mi resta che salutarvi e…ci vediamo al prossimo capitolo!

Ciao!

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Capitolo 9
*** La resa dei conti ***


 

- COME FACCIO A CALMARMI?!

Tonks si mise le mani nei capelli ora neri, cercando di non mettersi a piangere.

- Come faccio a calmarmi?- ansimò di nuovo.

Sirius indietreggiò istintivamente, lasciando che la cugina riprendesse un po’ di autocontrollo.

- Bellatrix ha preso Will! Lo capite, questo?- strillò Tonks in direzione di tutti i membri dell’Ordine della Fenice, accorsi non appena Sirius e Remus li avevano informati dell’accaduto.

- Lo capiamo, Tonks, e stiamo facendo tutto il possibile per trovare il nascondiglio di Bellatrix…- fece Bill Weasley, pacato.

- Ah, davvero? A me sembra solo che ve ne stiate seduti intorno ad un tavolo senza fare niente!- sbottò Tonks, squadrando i presenti con aria truce.

- Tonks, ora basta!- sbottò Malocchio.- Non ti permetto di tenere questo tono…

- Mia sorella è stata rapita! Che tono volete che usi?!

- Tonks, noi vogliamo aiutare tua sorella…- disse Kingsley.- Ma non abbiamo assolutamente idea di dove si trovi Bellatrix Lestrange in questo momento…

- Ma davvero? E provare a cercarla, magari?- ironizzò la ragazza.

- E’ quello che stiamo facendo.

- Non è vero! Quello che state facendo è guardare una cartina ingiallita, nient’altro!

- Tonks, non ragioni…- provò ad intervenire Sirius.

- Io ragiono benissimo!- urlò Tonks.

- Tonks, noi troveremo tua sorella - disse Bill.- Ma non è una cosa semplice. Potrebbe volerci del tempo…

- Del tempo?!- Tonks balzò in piedi.- Will è nelle mani di una pazza assassina! Vi rendete conto?! Dobbiamo trovarla subito, altrimenti potrebbe anche…

- Tonks, ora basta - fece Malocchio.

- Ma…

- SILENZIO HO DETTO!- urlò l’uomo.

Tonks si azzittì. Rimase immobile, boccheggiando, forse alla ricerca di qualcosa da dire.

- Tonks, questa la considero insubordinazione!- ringhiò Malocchio.- Se non ti rimetti immediatamente a sedere e non chiudi la bocca, mi vedrò costretto ad escluderti dalla missione.

La ragazza non rispose; abbassò lo sguardo, scrutando intorno a sé tutti i membri dell’Ordine, uno ad uno, ma nessuno sembrò mostrarle alcun tipo di solidarietà.

- E va bene - disse infine, sentendo le lacrime salirle agli occhi.- Va bene. Se voi non mi volete aiutare, allora vorrà dire che andrò a cercarla da sola!

Detto questo, Tonks uscì di corsa dalla stanza, dirigendosi verso la porta d’ingresso. Afferrò un mantello e fece per girare il pomello d’ottone, quando si sentì afferrare con forza per un braccio.

- Fermati, Tonks…- riconobbe la voce di Remus Lupin.

- Lasciami andare, Remus!- disse, senza voltarsi, cercando di divincolarsi.

- Non puoi andare.

Tonks si girò, fissandolo in cagnesco.

- Remus, io ti giuro che se non mi lasci andare, io ti…

- Non puoi andare a cercare Will da sola, Tonks - ripeté Lupin.

- Sì che posso! E lo farò! Voialtri statevene pure lì a discutere…

Remus le si parò davanti, bloccandole l’accesso alla porta.

- Spostati, Remus.

- Non sai nemmeno dove si trovi Bellatrix. Come credi di riuscire a salvare Will, se non sai neanche dov’è?- continuò Lupin, calmo.

Tonks digrignò i denti; aveva ragione, non sapeva dove si trovassero in quel momento Bellatrix e sua sorella. Ma non poteva comunque starsene con le mani in mano!

- Non importa! Le troverò, dovessi perlustrare tutta Londra! E ora, spostati!

- Tu non andrai da nessuna parte, Tonks.

- Ho detto spostati, altrimenti…

- Questo è un ordine, Tonks!- Lupin alzò la voce; la ragazza ammutolì.

- Tonks, ti ricordo che io sono un tuo superiore - proseguì il mannaro.- E in qualità di superiore io ti ordino di andare immediatamente in camera tua e di restarci fino a che non ti manderò a chiamare! Sono stato chiaro?

Tonks non rispose, ma si voltò e corse al piano di sopra, in lacrime.

Lupin sospirò; non avrebbe voluto farlo, ma quello era l’unico modo per impedirle di fare sciocchezze.

 

***

 

Tonks sbatté la porta e tirò un calcio ad una sedia, prima di andarsi a sedere sul letto. Si prese il capo fra le mani, piangendo di rabbia e disperazione.

Dopo qualche minuto si costrinse a calmarsi; inspirò a fondo, estraendo dalla tasca la medaglietta che aveva trovato nel luogo in cui Will era stata rapita. La osservò attentamente.

Ad una prima occhiata poteva sembrare una semplice medaglietta, ma Tonks, improvvisamente, si accorse che nell’oro era incisa una piccola scritta.

 

Rivela il tuo segreto

 

- Rivela…il tuo…segreto…- mormorò Tonks.

Non appena ebbe pronunciato queste parole, la medaglietta cambiò forma nelle sue mani, diventando una chiave dorata.

 

***

 

Will mugolò, aprendo lentamente gli occhi.

Si sentiva tutta indolenzita, le ossa doloranti e la testa pesante come un mattone. Non appena riuscì a mettere a fuoco le immagini, capì di essere distesa su di un grande letto a baldacchino, in una stanza buia, senza un briciolo di luce, piena di polvere e ragnatele, con pochi mobili mezzi tarlati. Faceva freddo, e nell’oscurità non riusciva a distinguere quasi niente. Fece per alzarsi, ma solo in quel momento si rese conto di avere i piedi bloccati e i polsi legati alla testiera del letto; un fazzoletto le imbavagliava la bocca, impedendole di parlare.

Will mugolò qualcosa, nel tentativo di chiedere aiuto.

- Fastidioso, vero?- fece una voce.

Will si guardò intorno, spaventata, mente dall’oscurità spuntava una donna alta e slanciata, la stessa che l’aveva portata via la notte prima; accanto a lei c’era Fenrir Greyback, che la guardava come se avesse voluto divorarla.

- In genere non mi avvalgo di questi rudi e volgari metodi Babbani…- proseguì Bellatrix, con tranquillità, quasi stesse facendo una conversazione da salotto, accennando alle corde.- Ma purtroppo, con il Ministero che mi sta alle calcagna e quegli idioti di Auror che mi danno la caccia, utilizzare troppa magia può risultare pericoloso, oltre che uno spreco di energie…E me ne serviranno parecchie, più tardi…- sogghignò, accomodandosi su una seggiola poco più in là, sotto lo sguardo attonito e spaventato della bambina.

- Tua sorella è in ritardo - osservò Bellatrix.- Non può essere tanto stupida da non capire l’indizio che le ho lasciato. Quella medaglietta era una traccia così ovvia che anche un bambino ci sarebbe arrivato…

Bellatrix notò lo sguardo interrogativo di Will, e sogghignò nuovamente.

- Si vede che sei la figlia di un Sanguesporco. Hai gli stessi capelli di quell’essere spregevole di tuo padre, nonché la stessa espressione vuota. Vedi, piccola bastarda…- Bellatrix si alzò, avvicinandosi alla bimba così tanto da ritrovarsi con il viso a pochi centimetri dal suo.- Ti rivelo un segreto - sussurrò.- Io sono molto arrabbiata con la tua mamma. Molto, molto arrabbiata. Perché la tua mamma, la mia cara sorellina Andromeda, ha gettato me e tutta la sua famiglia nella vergogna e nel disonore. Ci ha fatto diventare lo zimbello di tutto il Mondo Magico, sposando quel Mezzosangue di Ted Tonks. Per tutta la vita, sono stata sbeffeggiata per questo, da tutti, perfino da mio marito e dall’Oscuro Signore. Capisci che ora io voglio fargliela pagare, vero?

Bellatrix si allontanò, ridendo sguaiatamente, sotto lo sguardo di una sempre più confusa Will.

- E quale modo migliore per farlo, se non portandole via ciò che ha di più caro al mondo? Le sue figlie. Anche se, ti dirò, non pensavo di arrivare a questo punto…- si voltò a fissare Greyback, lanciandogli un’occhiata mista di odio e disprezzo.- Questa sottospecie di rifiuto umano avrebbe dovuto fare fuori te e la tua sorellina durante il plenilunio; purtroppo quell’altra bestia che vi siete fatte amica ha mandato a monte i miei piani. Così, ho pensato di portare te qui…Ninfadora ti vuole troppo bene per lasciarti morire, sarà lei a venire da me…A quel punto, non mi resterà altro da fare se non scegliere chi sarà la prima a morire.

 

***

 

Tonks chiuse il pesante cancello di ferro battuto alle sue spalle, osservando l’imponente costruzione che si stagliava di fronte a sé.

Sua madre le aveva raccontato che una volta Black Manor era stata una dimora bellissima e grandiosa; ora era solo una specie di rudere in rovina, sporco, decadente, che sorgeva nel bel mezzo di un giardino abbandonato e incolto.

Tonks non perse tempo, e infilò la chiave dorata nella serratura della grande porta in legno di quercia dell’ingresso, che si aprì con uno scricchiolio. La ragazza salì le scale, lasciando che fosse il suo istinto a guidarla. Aveva lasciato Grimmauld Place di nascosto da tutti, sicura che quella chiave l’avrebbe guidata da sua sorella. E così era stato.

Alla fine, giunse in fondo ad un lungo corridoio tappezzato di ragnatele cui faceva da termine una porta mezza tarlata. Tonks l’aprì.

- Will!- esclamò, vedendo sua sorella distesa al centro di un letto a baldacchino.

La ragazza corse da lei, liberandola del bavaglio.

- Will, stai bene?- chiese Tonks, preoccupata, cominciando a sciogliere i nodi ai polsi.

- Ninfadora, no, è una trappola!

Improvvisamente, uno Schiantesimo colpì la ragazza al centro della schiena, facendola finire a terra. Tonks gemette di dolore, cercando di rialzarsi; Will si ritrovò con un braccio libero, ma l’altro era ancora bloccato, e così anche le caviglie.

La bimba strizzò gli occhi, concentrandosi quanto più poté. Il polso si assottigliò, permettendole di sfilarlo dal nodo della corda.

- L’amore e la preoccupazione a volte possono portare a distrazioni fatali. Non te l’hanno mai detto stronzetta?- Bellatrix si avvicinò lentamente a Tonks, la quale si sollevò sui gomiti, guardando in faccia sua zia.

- Lasciala andare, Bellatrix - ansimò.- Lei non ti ha fatto niente…Lasciala andare…

- Vorrei tanto, cara Ninfadora, ma purtroppo non posso. Tua madre avrebbe dovuto pensarci, prima di mettervi al mondo…

Tonks sfoderò la bacchetta.

- Stupeficium!

L’incantesimo colpì Bellatrix in pieno petto, scaraventandola contro la parete dall’altra parte della stanza. Ninfadora si rialzò in piedi, pronta a ricevere il contrattacco della Lestrange. Nel frattempo, Will era riuscita a sciogliere anche i nodi alle caviglie.

- Ehi, tu, dove credi di andare?!- Fenrir Greyback, accorso a tutto quel rumore, sollevò Will per il bavero della maglietta. Le diede una violenta scrollata, ma la bambina non si fece intimidire, e lo morse su una mano. Greyback lanciò un urlo di dolore, e lasciò andare Will.

- Will, scappa!- gridò Tonks, rispondendo alle raffiche di incantesimi della zia.

La bambina gettò un’ultima occhiata alla sorella, quindi si precipitò fuori dalla porta, correndo lungo il corridoio.

- Idiota! Prendila!- ringhiò Bellatrix, rivolta al mannaro.

Greyback non se lo fece ripetere due volte, e si lanciò all’inseguimento della bambina.

La lotta fra zia e nipote proseguì senza esclusione di colpi. Ninfadora sembrò avere la maglio per un momento, ma presto cominciò ad accusare i colpi dello Schiantesimo ricevuto poco prima. Cominciò a soccombere agli incantesimi di Bellatrix, finché uno di questi non ebbe il potere di farla cadere in ginocchio e toglierle la bacchetta di mano.

Bellatrix rise, trionfante, avvicinandosi con la bacchetta puntata contro Tonks, la quale stava cercando di indietreggiare strisciando sul pavimento.

- Va’ all’inferno, nipotina. Avada Kedavra!

- Protego!

L’incantesimo di Bellatrix andò a vuoto; Tonks non poteva credere a quello che era appena successo.

Remus Lupin si era appena Smaterializzato nella stanza, facendole scudo con il proprio corpo, pronunciando un Incantesimo di Difesa così potente da proteggere entrambi.

- Sectumsempra!- gridò il mannaro.

L’incantesimo sfiorò Bellatrix, frastornandola, facendole un taglio su di una guancia che prese a sanguinare.

Lupin approfittò dell’attimo di smarrimento della Lestrange per aiutare Tonks a rialzarsi.

- Stai bene?

- Sì. Dove sono gli altri?- chiese Tonks.

- Sirius ha chiamato rinforzi. Arriveranno presto.

Bellatrix tornò all’attacco; Remus e Tonks ripresero a duellare contro di lei, fianco a fianco, insieme.

 

***

 

Will correva a perdifiato lungo quei corridoi e quelle stanze che sembravano tutte uguali, che si susseguivano all’infinito. Sembrava di essere in un labirinto senza uscita.

Will era affannata, sentiva le gambe pesanti e il cuore che batteva così forte da parerle sul punto di scoppiare. Alle sue spalle, udiva i passi di Fenrir Greyback, sempre più vicini.

Non ce la faceva più; dovette fermarsi a riprendere fiato. I passi erano sempre più vicini; l’aveva raggiunta!

Will si guardò intorno con disperazione, alla ricerca di un nascondiglio. In un angolo, scorse una scultura mezza distrutta raffigurante degli Elfi domestici intenti in un inchino. La bambina sentì i passi vicinissimi; si avvicinò alla statua, concentrandosi con tutte le sue forze. In men che non si dica, assunse le sembianze e il colore di un Elfo domestico.

Rimase immobile, trattenendo il respiro, osservando Fenrir Greyback passarle di fronte senza accorgersi di niente. Il licantropo annusò l’aria, scrutando l’ambiente intorno a sé.

Will riprese le sue sembianze normali, sgattaiolando via alle spalle del mannaro, lentamente. Aveva quasi raggiunto la porta, quando inavvertitamente posò il piede su un’asse del pavimento scricchiolante.

Greyback, a quel rumore, si voltò di scatto. Sogghignò vedendo l’aria impaurita di Will.

- Ti ho trovata, finalmente…

Cominciò ad avvicinarsi a lei, con studiata ed inquietante lentezza. Il primo impulso di Will fu quello di rimettersi a correre, quando vide, su una mensola lì vicina, un pesante vaso di porcellana posto in bilico sul legno. La bambina non si mosse, prendendo a fissare il vaso.

Attese che Greyback giungesse sotto di esso.

- Ora ti faccio vedere io…

- Sicuro?- fece Will, con un sorriso malandrino.

Greyback si bloccò; immediatamente, Will, con la forza del pensiero, fece cadere il vaso.

Il licantropo venne colpito in pieno sulla testa. Barcollò; mosse qualche passo nel tentativo di restare in piedi. Infine, cadde a terra con un sonoro tonfo, privo di sensi.

Will sorrise, soddisfatta di se stessa, e corse di nuovo da sua sorella.

 

***

 

- Sectumsempra!- strillò Bellatrix.

L’incantesimo ferì Lupin ad un braccio. La Lestrange rise.

Tonks prese la mano di Remus; erano entrambi sfiniti. Bellatrix si preparò a sferrare un altro attacco.

- Expelliarmus!

Sirius Black si affiancò a Remus e Tonks. Il suo incantesimo andò a vuoto, ma riuscì comunque a distrarre Bellatrix per un attimo.

- Sta’ arrivando la cavalleria, ragazzi!- annunciò Sirius, allegro.

Infatti, ecco apparire uno ad uno nella stanza i membri dell’Ordine.

- Felpato, sei il migliore!- sorrise Remus.

Lupin vide Bellatrix puntare la bacchetta contro di loro; il licantropo fece altrettanto.

- Stupeficium!

L’incantesimo scaraventò la donna contro il muro. Gli altri Auror si affrettarono a raggiungerla; Tonks vide Will fare capolino sulla porta, sana e salva. Fece per correrle incontro, ma Bellatrix, ancora in possesso della sua bacchetta, gridò nuovamente:

- Sectumsempra!

Tonks venne colpita; cadde a terra, e non si mosse più.

Nel frattempo, gli Auror disarmarono e immobilizzarono Bellatrix.

- NINFADORA!- strillò Will.

La bambina corse accanto al corpo inerte della sorella, cercando di scuoterla per un braccio. Sentì salire le lacrime agli occhi, quando si accorse che Tonks non si muoveva.

- Ninfadora…

Sirius le fu subito accanto, prendendola in braccio.

- TONKS!- gridò Remus, inginocchiandosi accanto alla ragazza. La prese fra le braccia, sollevandole lievemente il capo.

- Tonks…Dora…ti prego, Dora…- la chiamò, accarezzandole il volto pallido, solcato da una sottile linea di sangue sgorgante da un sopracciglio.

- Dora, ti prego, rispondimi…

- Deve aver battuto la testa…- disse Malocchio.- Bisogna portarla al San Mungo, e in fretta. Speriamo che non sia troppo tardi…

Will affondò il viso contro il petto di Sirius, cominciando a singhiozzare. L’ex detenuto le accarezzò dolcemente i capelli, incapace di dire o di fare alcunché.

Remus abbracciò il corpo inerte della ragazza, stringendola dolcemente a sé.

- Dora…- sussurrò.- Ti prego, resisti, amore mio…

 

Angolo Autrice: Okay, niente panico! J. Come penso avrete già intuito, la storia non è finita qui, manca ancora un capitolo…Mi scuso se far dire un Expelliarmus a Sirius (fa tanto Harry, lo so…L) è a dir poco idiota, ma non m’è venuto nient’altro…Beh, che altro dire, a parte le solite scuse x il ritardo e per l’obbrobrio di capitolo che m’è venuto fuori?

Tonks è stata ferita gravemente…se la caverà?

Vi lascio con questo dubbio atroce (ma falla finita! Nd Voi), e in attesa del prossimo, e ultimo, capitolo, ringrazio le 115 persone che leggono, aquizziana, EdoKun, Kelis, per aver aggiunto questa ff alle seguite, Spica 99 per averla aggiunta alle seguite e alle ricordate, serpeverde love per averla aggiunta alle preferite, Melody Potter per averla aggiunta alle seguite e per la sua recensione, e potters_continuous, Always89, PiccolaStellaSenzaMeta, DracoLikesHamsters, DoraremusLupin, v91 e MoonyPhoenix per aver recensito.

Ciao a tutti, vi aspetto con l’ultimo capitolo!

Dora93

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Capitolo 10
*** Tutta colpa di zio Felpato ***


 

Will aveva sempre detestato gli ospedali.

Era stata al San Mungo solo un paio di volte, e non per qualcosa di grave, ma aveva sempre sperato di non rimetterci più piede. Odiava il silenzio delle corsie, l’odore di Pozioni Disinfettanti e medicinali magici.

Ma soprattutto, quello detestava più di tutto era vedere tutte quelle persone tristi, in silenziosa attesa che un Medimago o un Guaritore avesse la bontà di dare loro informazioni sulla situazione di un caro che stava male.

Will aveva sempre sperato di non trovarsi mai al loro posto.

Eppure, ora c’era.

Si rannicchiò ancora di più sulle ginocchia di Remus, accostando il capo, ora ricoperto da ciocche castane, contro il petto del mannaro.

Il Medimago si sollevò dal corpo pallido e inerte di Tonks su cui era stato chino fino ad un attimo prima. Scosse il capo, con aria costernata.

- E’ grave - disse, senza troppi salamelecchi.- Ha subito un violento colpo…

- Ma starà bene?- trovò il coraggio di chiedere Remus.

Sin da quando aveva messo piede al San Mungo, tenendo Will per mano, tutti in quel posto, Medimaghi, Guaritori o pazienti che fossero, l’avevano sistematicamente evitato, quando non schernito e sbeffeggiato a causa della sua condizione. In un’altra situazione, se ne sarebbe andato immediatamente. Ma ora era tutto diverso.

- Difficile dirlo…- rispose il Medimago.- Speriamo solo che passi la notte. Se arriva a domani mattina, allora è salva…

Non appena il mago uscì dalla stanza, Will scoppiò in un pianto disperato.

- E’ colpa mia…- balbettò la piccola.- E’ colpa mia…se non mi fossi arrabbiata…se non fossi scappata…

- Shhh…- fece Lupin, accarezzandole dolcemente il capo. - Non è stata colpa tua, Will. Tu non c’entri niente. Ora dobbiamo solo sperare che Ninfadora si riprenda…

- Guarirà, vero?- fece Will, fra lo speranzoso e il timoroso.- Vero?

- Sì - rispose Remus, cercando di tenere la voce ferma.- Sì, guarirà.

Will sembrò calmarsi, a quella risposta, ma le lacrime rimasero in agguato per un’ora, finché non si addormentò, sfinita, fra le braccia del mannaro.

 

***

 

Remus passò tutta la notte insonne, al San Mungo, tenendo in braccio la bambina addormentata. Non si staccò neanche per un attimo dal letto su cui Tonks, immobile, giaceva ad occhi chiusi.

Gli altri membri dell’Ordine non erano potuti venire, ora che Bellatrix e Greyback erano stati catturati c’era parecchio trambusto; quanto a Sirius, aveva insistito per oltre un’ora per venire al San Mungo nelle vesti di Felpato, ma Malocchio non aveva voluto sentire ragioni. Era ancora ricercato, sarebbe stato un rischio che non potevano permettersi di correre.

Tonks non si mosse mai per quasi tutta notte. A Remus sembrava quasi che fosse addormentata, ma sapeva che quello sarebbe potuto essere un sogno senza risveglio. Più volte, quando il respiro della ragazza sembrava farsi più lieve, si era ritrovato a pregare che si salvasse, che non lo lasciasse proprio ora che si era reso conto di quanto stupido e insensibile fosse stato.

Amava Ninfadora. L’aveva sempre saputo, ma mai come in quel momento, come quando l’aveva tenuta fra le braccia ferita dall’incantesimo di Bellatrix, se ne era reso conto. Se Tonks avesse vissuto, promise a se stesso, allora non l’avrebbe lasciata mai più.

Le sfiorò una guancia con la punta della dita, per poi accarezzarle delicatamente una mano.

A quel tocco, la ragazza sembrò improvvisamente riprendersi. Mugolò, mosse lievemente il capo due o tre volte, mentre le palpebre cominciarono a tremolare. Lupin si avvicinò ancora di più a lei, non sapendo se sentirsi in ansia o se essere felice.

Tonks aprì lentamente gli occhi, mettendo a fuoco il viso del licantropo.

- Remus…- mormorò, con la voce impastata.

- Tonks!- il mannaro sorrise, felice come non si era mai sentito in vita sua.- Ti sei svegliata…

- Will?- fece la ragazza, mentre gli occhi stavano per richiudersi per la spossatezza.- Will sta bene?

- Sì, è qui, sta bene…- rispose lui, indicando la bimba addormentata.

- E tu stai bene?

- Sì…sì, Tonks, sto bene…ora.

Remus avrebbe tanto voluto baciarla, ma l’emozione gli permise soltanto di farle una lieve carezza sul viso. La ragazza sorrise.

- Resti con me, stanotte?- chiese.

- Stanotte, e per tutta la vita, se vorrai…- sussurrò dolcemente il licantropo.

Tonks sorrise, e fu sorridendo che si addormentò.

 

***

 

Fu solo in tarda mattinata che Tonks riaprì gli occhi, segnalando il suo risveglio con un sonoro sbadiglio, come se si fosse appena alzata dopo una bella dormita nel suo letto.

Il gesto, comunque, servì a far capire a chi le stava intorno che, se non altro, si era ripresa.

Tonks sbatté le ciglia un paio di volte, prima di mettere a fuoco chi le stava intorno.

Attorno al suo letto c’erano Remus, sua madre e suo padre. E, proprio di fronte a lei, Will, con un gran sorriso e i capelli dello stesso rosa cicca della sorella.

- Mamma? Papà? Che fate qui?- fece Tonks.

Al posto di una risposta a parole, ricevette un abbraccio stritolante e strapazzoso da parte dei suoi genitori, condito dalle lacrime e dai baci di sua madre.

Quando Ted e Andromeda si staccarono, evitando per un pelo che l’apnea di Tonks la uccidesse, allora finalmente si decisero a risponderle.

- Ci hanno contattato i tuoi amici…i membri dell’Ordine…- disse sua madre.

- Siamo tornati qui di corsa non appena abbiamo saputo cos’era successo…- aggiunse il signor Tonks.

- Non sai che spavento ci hai fatto prendere…- fece Andromeda, riprendendo a singhiozzare.

Tonks attese che si calmasse, cosa che avvenne tutto sommato abbastanza presto; infatti, passato il momento di ansia, Andromeda cominciò immediatamente a chiacchierare del più e del meno, di quanto fosse odiosa sua sorella, di come sperasse che la figlia si rimettesse presto, ecc.

Will andò ad accovacciarsi accanto a Tonks, la quale le diede un bacio sulla fronte.

- Vedo che hai fatto progressi mentre non c’eravamo, eh, streghetta?- fece Ted, scompigliando la chioma rosa della figlia minore.

- Già…merito di Dora e di Remus…- ridacchiò la piccola.

- Remus, eh?

Andromeda si alzò, tendendo la mano al licantropo, la quale la strinse calorosamente, anche se non senza un po’ di titubanza.

- Molto piacere di conoscerla…Remus…?

- Remus Lupin, signora, il piacere è tutto mio…- rispose il licantropo.

- Grazie per tutto quello che ha fatto per le mie figlie…

Ted si alzò, porgendo a sua volta la mano a Lupin.

- Molto piacere, signor Lupin. Will ci ha detto che lei è il nuovo fidanzato di Ninfadora…

A queste parole, Remus rimase un attimo interdetto; Tonks abbassò lo sguardo, mentre i capelli cominciavano a prendere una tonalità grigio topo.

Tuttavia, inaspettatamente, il mannaro strinse la mano del signor Tonks.

- Sì, è così.

A Tonks quasi cascò la mandibola; sulle labbra di Will si disegnò un sorriso trionfante.

- Beh, molto piacere. Sono sicuro che lei saprà prendersi cura di mia figlia…- Lupin non poté fare a meno di notare che Ted aveva impiegato parecchia forza nello stringergli la mano, accompagnando il gesto con un sorriso che sapeva vagamente di minaccia.

Intanto, Andromeda aveva ripreso a chiacchierare, ma Tonks non si sentiva ancora molto in forma.

- Mamma, scusa, ma ora vorrei riposarmi un po’…- disse la ragazza.

- Va bene, allora vi lasciamo soli…- disse Andromeda, ammiccando, mentre lei e il marito si alzavano.- Will, vieni anche tu?

- Un attimo solo - rispose la piccola.

Ted e Andromeda uscirono.

Tonks si rivolse a Will.

- Allora, tu - fece.- Non hai niente da dire a tua discolpa?

- Scusa…- mormorò la bimba, sinceramente dispiaciuta.- Non avrei mai dovuto scappare…

Tonks le schioccò un sonoro bacio sulla guancia.

- Non farlo mai più, intesi?

Detto questo, si rivolse a Remus.

- Come stai? Sei ferito?

- Solo qualche graffio, nulla di grave…- sorrise lui.

- E…Greyback e Bellatrix?

- Malocchio mi ha informato mezz’ora fa…Il processo di Greyback si terrà fra una settimana, ma è quasi certo che avrà l’ergastolo, finirà ad Azkaban…Quanto a Bellatrix, beh, per lei sono già state applicate delle misure straordinarie…

- E cioè?

- E’ stata condannata ad essere baciata dai Dissennatori.

Tonks rimase un attimo in silenzio; Remus le prese dolcemente una mano.

- Ti dispiace?

- No, certo che no! Stavo pensando ad un’altra cosa, a dire il vero…

- Che cosa?

- Non stavi scherzando prima, vero?

Il mannaro scosse il capo, sorridendo.

- No - disse.- No, io…mi dispiace di averti fatto soffrire, Tonks, ma…vedi, dopo ieri notte…ho capito che non posso vivere senza di te…

Tonks sorrise, felice come non mai.

- Allora, sono perdonato?- chiese Lupin.

- Uhm…quasi…- giocherellò Tonks.- Non so se riuscirò a perdonarti la tua ultima uscita di ieri…

- Ultima uscita?- fece lui, non capendo.

- Impedirmi di fare qualcosa adducendo il fatto che sei un mio superiore non mi sembra un atteggiamento corretto nei confronti della propria ragazza…

Lupin rise, stando al gioco.

- Doveva pensarci prima di mettersi con il capo, signorina Tonks…

- Oh, davvero? E ora cosa mi ordina di fare, signore?

- Le ordino di baciare il suo capo, signorina Tonks…

Detto ciò, entrambi sorrisero, scambiandosi un tenero bacio. Will sorrise, uscendo dalla stanza.

 

***

 

La bimba trovò i genitori seduti in corridoio, mentre parlavano del più e del meno. Si sedette di fronte a loro.

- Comunque, a me quel Remus Lupin sembra davvero una brava persona…- stava dicendo in quel momento Andromeda.

- Uhm…sì, anche a me ha fatto una buona impressione…- convenne Ted. - L’importante è che non faccia soffrire la nostra Dora…

- Tranquillo, papà, Remus non lo farebbe mai - disse Will.

- Speriamo…

- Sono lì dentro da parecchio, però…- fece Andromeda.- Will, che stanno facendo, si può sapere?

- Oh, niente, mamma - rispose la piccola.- Stanno solo facendo l’amore…

Piombò il silenzio.

Will spostò lo sguardo dall’uno all’altra.

- Che c’è? Perché non parlate più? Uh…Mamma? Papà? Perché mi state guardando con gli occhi sgranati?

- Ninfadora…- boccheggiò Andromeda.

- IO LI AMMAZZO TUTTI E DUE!- urlò Ted, alzandosi di scatto.

- Ninfadora…ma che…Ninfadora…

- No, papà, fermo, forse non è il caso di…

- CHE STATE FACENDO?!

- Eh?! Cosa?!

- Ninfadora…

- Mamma! Papà! Ma che vi prende?!

- NINFADORA! VERGOGNATI! COME OSI FARE UNA COSA SIMILE?!

- Dora, scusami…

- Oh, Will…

- Ninfadora…

- IO VI FACCIO A PEZZI!

- No, papà, aspetta, lascia che ti spieghi…

- Signor Tonks, si calmi, noi…

- TU! GIU’ LE ZAMPE DALLA MIA BAMBINA!

- Papà, no, lascialo!

- Ninfadora…

- RAZZA DI PERVERTITO, IO TI RIDUCO COME UN PEZZO DI CARNE MACINATA!

- Will, che cavolo hai fatto, piccolo mostro travestito da bambina?!

- Ninfadora! Wilhelmina!- strillò Andromeda.

- Non chiamarmi…- scattarono su all’unisono le due sorelle Tonks.

- Ted, datti una calmata ora!

All’ordine della moglie, Ted Tonks mise da parte per un momento i suoi propositi omicidi, pur senza lasciare Lupin, che aveva afferrato per il bavero della giacca.

- Will…- fece Andromeda.- Will, chi ti ha detto questo?

- Zio Sirius - rispose semplicemente la piccola.

Il signor Tonks lasciò andare Remus.

- Mi scusi…- borbottò, cercando di lisciargli la camicia.

- Di niente…- mormorò il mannaro, decisamente sollevato.

- Sai, Ted - fece Andromeda, con una luce negli occhi che non faceva presagire niente di buono.- Sono anni che non metto piede a Grimmauld Place. Penso che ci farò un salto…

Quindi, uscì a grandi passi dalla stanza.

- No…Dromeda…amore, non…tesoro, aspetta…non essere avventata…- il marito le andò dietro, visibilmente preoccupato.

Remus e Tonks si guardarono per un istante, sollevati ma al contempo straniti. Spostarono lo sguardo su Will.

- Beh, che c’è?- fece la piccola.- E’ stato zio Sirius a dirmi così…ma perché tutti quanti vi arrabbiate quando ne parlo? Non è che si è dimenticato di dirmi qualcosa?

- Oh, Will…- fecero i due, ad una sola voce.

 

FINE

 

Angolo Autrice: Okay, lo so, è un finale assolutamente idiota!

Dunque…demenzialità a parte, ho immaginato che Ted e Andromeda sapessero dell’Ordine e di Sirius in quanto genitori di Tonks, che li ha informati…

Bene, come direbbe il vecchio saggio, tutto è bene quel che finisce bene! J

Tonks è guarita, lei e Remus si sono messi insieme, Will è una streghetta…e, dal momento che Bellatrix è stata punita, i due non moriranno nella Battaglia Finale, ma sopravviveranno e Will sarà una zia fantastica x il piccolo Teddy! J

Va bene, la pianto di dire scemenze…Ringrazio le 91 persone che hanno letto, in particolare biancalupin e fennec per averla aggiunta alle seguite, Sahara_ e _Marauders_ per averla aggiunta alle preferite, e potters_continuous, DracoLikesHamsters, DoraremusLupin, v91 e MoonyPhoenix per aver recensito. Un grazie anche a Fuckyourmother e a PiccolaStellaSenzaMeta.

Spero tanto che la storia vi sia piaciuta e vi ringrazio per averla seguita fino a qui.

Ciao a tutti e…alla prossima!

Ciao!

Bacio,

Dora93 J

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