La ragazza che sognava

di Good_Riddance
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Una nuova città ***
Capitolo 2: *** La grande occasione ***
Capitolo 3: *** Il miracolo della neve ***
Capitolo 4: *** L'inizio di una nuova settimana ***
Capitolo 5: *** L'addio ***



Capitolo 1
*** Una nuova città ***


Se ne stava li in auto attaccata al finestrino. Trasferirsi in un’altra città non è facile, ma suo padre aveva trovato lavoro li a Roma. Melissa sognava, guardava le stelle e accompagnata dal suono del pianoforte che emetteva il suo MP3, andava in un’altra dimensione immersa nei suoi desideri. Stando li con il suo MP3 rimase immobile e i suoi genitori non le dicevano niente perché volevano che la sua bambina sognasse ad occhi aperti. Aveva quattordici anni, portava una cascata di biondi e ricci capelli. Era di statura media ed era magra, ma la cosa che la rendeva speciale erano soprattutto i suoi occhi seducenti, che cambiavano colore dal grigio verde al grigio azzurro. Venne interrotta quando suo padre le disse: -Siamo arrivati. Disse entusiasto. -Spero che non ti sia annoiata durante il viaggio cara. Disse la madre. -No, tranquilli ho messaggiato con le mie amiche quindi diciamo che in un certo senso sono stata in compagnia. Disse pensierosa la ragazza. -A cosa pensi tesoro? Disse dubbiosa la madre. -A nulla, sono solo un pò stanca, allora dov’è casa nostra? -Esattamente dietro l’angolo. Disse il padre. Ormai era notte, ed entrati nel portone c’era un silenzio di tomba. Salirono le scale. Melissa era affannata perché le sue valige pesavano molto. Si fermò, si sedette e incominciò a prendere il cellulare quando vide che la porta di un appartamento era socchiusa. Melissa incuriosita sbriciò e c’erano dei ragazzi della sua età che guardavano un film mentre scherzavano e giocavano a carte. -Melissa muoviti! Disse la madre -Arrivo! Arrivati nel loro appartamento, Melissa disse: -Dov’è la mia camera? -Vicino al bagno ultima porta a sinistra. Disse entusiasta il padre. -Ok disse Melissa facendo un cenno con la testa. Arrivata nella sua cameretta, iniziò a sistemare i vestiti, i portapenne e le fotografie. Era una camera spaziosa con pareti rosa e una decorata, alla quale erano appoggiati il letto e i comodini, a destra del letto c’era la porta mentre a sinistra il balcone, poi a destra appena entrati in stanza c’era una scrivania e a sinistra di essa un grande armadio che occupava una parete e mezza. Melissa posò la sua chitarra vicino alla finestra del balcone, si infilò sotto le lenzuola e si addormentò. Il giorno seguente andò a svegliarla la madre dicendole che tra due ore doveva andare a scuola. Fece colazione, si lavò, si vestì adottando cerchietti orecchini e altri accessori, preparò la borsa della scuola e montò il pc, andò su facebook e notò che non c’era nessuno. -Melissa!!!!! La chiamò il padre. -Si papà? Disse la ragazza -Ti accompagno con l’auto o prendi la metro? -Accompagnami tu. La ragazza era un pò timida e insicura quindi per il primo giorno, voleva che la si accompagnasse ovunque. -Roma è una città molto rumorosa. Disse Melissa -Si, ma è piena di storia e in più è la capitale. Disse il padre. -Caro potresti portarmi a fare shopping dopo? Disse la madre -Mi spiace ma ho un colloquio di lavoro. Arrivata a scuola Melissa filò subito in classe, e i ragazzi che vide la sera scorsa nel palazzo di casa sua, li scontrò nella sua stessa sezione. -Hey sei nuova? Disse un ragazzo biondo dalla voce dolce e limpida con occhi dolci e scherzosi. -Ehm…. Si. Disse Meliss -Benvenuta, quale scuola frequentavi prima? -A dire il vero mi sono trasferita da un’altra città. -Aaa ora capisco Suonò la campanella e Melissa si mise al primo banco mentre il ragazzo appena conosciuto se ne andò alle ultime file. -Ciao, tu devi essere quella nuova. Disse una ragazza di nome Angela, ben vestita e truccata. -Si, sono Melissa piacere di conoscerti. -Bene Melissa visto che sei nuova mettiamo in chiaro delle cose, quella è la mia sedia. Disse con tono arrogante quasi voleva divorarla. -E chi lo dice? -Tutti quelli presenti qui. -Non te l’ha di certo lasciata tuo padre. La classe iniziò a ridere e a prendere in giro Angela. -Ti ho detto che ti devi togliere. -Hey è inutile che cerchi convincermi è come se provi a spegnere il fuoco con la benzina. -Hahahahaha grande! Disse il ragazzo dagli occhi scherzosi. -Non finisce qui. -Lei è la vanitosa della classe ed è la ragazza più popolare, di solito gira attorno ai rappresentanti d’Istituto ma ultimamente mi sta sempre addosso. Disse il ragazzo. -Posso sapere il tuo nome? Chiese Melissa. -Mi chiamo Tiberio e tu? -Melissa -Bel nome -Grazie. Melissa arrossì e realizzò che quel ragazzo le piaceva molto. Che fosse innamorata? Non lo sa ancora, forse conoscendolo più in là se ne renderà conto.

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Capitolo 2
*** La grande occasione ***


Dopo scuola, Melissa prese la metro, tornò a casa e nel portone vide Tiberio con i suoi amici Federico e Enzo. -Ciao, che ci fai qui? Chiese il ragazzo con aria scherzosa. -Ci abito. Disse Melissa. -Davvero? A quale piano? Ribatté il ragazzo dubbioso -Alla numero 879; -Ma dai, io sto alla 878; -Ahh… siamo vicini di appartamento quindi…. -Si direbbe…. I due arrossirono e non avevano il coraggio di guardarsi negli occhi. Melissa si agitò e iniziò a sudare dalle mani, il battito del cuore accelerò e sentì lo stomaco bruciare. -Bèh io esco, mi fa piacere di averti come compagna di classe e come vicina di appartamento. -Anche a m-m-me. Schiarendosi la voce riuscì a pronunciare le ultime parole. -Andiamo gentiluomo la pizza ci aspetta!! Disse l’amico Enzo con aria scherzosa -Vado, mi chiamano. Le diede un bacio sulla guancia e uscì con i suoi amici. Non appena Melissa entrò nell’appartamento, si preparò per la “solita” lezione di pattinaggio artistico. Andava spesso a Roma per inseguire il sogno, ed è uno dei tanti motivi per cui si sono trasferiti. Eccola lì, una ragazzina che riesce ad essere se stessa sul ghiaccio. -Hey Melissa, alla fine ho visto che ti sei trasferita, e sei così presa che non ti sei accorta che oggi a scuola mancavo. Disse una ragazza dai capelli scuri e con occhi grandi e verdi. -Aisha ciao! Siamo in classe insieme davvero? -Si, Stella mi ha detto che ha chattato con Enzo su facebook, il quale le ha detto che sei nella nostra classe. -Ciao ragazze! Melissa meno male che sei qui! Disse Stella. -Già meno male…. Allora la miss sta per fare un discorso o si sta strozzando con il panino? Disse Melissa. -No, non sbagli da quando è arrivata che fa chiamate e segna cose sul registro del palaghiaccio. Rispose Aisha. -Bene ragazze venite al centro, devo fare un annuncio importante. Disse la Miss (l’insegnante di pattinaggio artistico) -Hahaha ci abbiamo azzeccato! Disse Stella. -All’entrata c’è un modulo, un foglio da portare a casa, fatelo compilare da entrambi i genitori. Si tratta dell’autorizzazione a fare le finali nazionali di Pattinaggio Artistico a New York, chi vincerà le selezioni e arriverà al primo posto, avrà in cambio un trofeo e una carriera. -A New York? Così lontano? Disse preoccupata Melissa. -Si ragazze, ovviamente verranno anche uno dei vostri genitori. -Penso si possa fare. -Melissa, tu come altre hai un grande talento è inutile sprecarlo… cerca di convincere i tuoi. Ci vediamo domani qui tutte alle 18.05 per la coreografia iniziale. Arrivederci. Melissa e le sue compagne, si appartarono nello spogliatoio dove non facevano altro che parlare di questa cosa. Misero tutto in borsa presero il tram delle 19.30 e andarono a casa. Melissa stava cenando con la sua famiglia e aveva una faccia piuttosto preoccupata. -Com’è andata oggi a pattinaggio? Chiese il padre. -Bene, a proposito sul mobiletto dell’ingresso c’è un modulo che dovreste compilare, si tratta di un’autorizzazione a partecipare alle Nazionali di Pattinaggio Artistico. -Bene, dove si terranno? Chiese tranquilla la madre. -A… a… a New York Disse preoccupata Melissa. -Così lontano? Ribatté il padre. -La mia insegnante dice che ho talento e che mi impegno molto e che.. sarebbe un peccato. -Dai mandiamola che male fa? Vediamo se è pronta per avere una carriera. Disse speranzosa la madre. -Non lo so, ma tu non avevi problemi con l’Axel? Disse il padre. -A dire il vero riesco a farlo bene, mi sono impegnata molto ed è quasi perfetto devo solo alzare di due centimetri la gamba per farlo perfetto. -Che cosa complicata, dai va bene se lo dite voi. Disse fiducioso il padre. Melissa urlò dalla gioia e abbracciò entrambi i genitori, si addormentò tranquilla… Chissà come sarà il giorno successivo.

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Capitolo 3
*** Il miracolo della neve ***


Una domenica appena svegliata, Melissa sentiva un leggero freddo e con gli occhi socchiusi riuscì a vedere che la finestra si era aperta a metà. Si alzò per chiuderla e quando vide Roma innevata rimase a guardarla per 10 minuti, quando vide che il ragazzo che le piace era sceso a giocare con i suoi amici, fece colazione, si lavò, si vestì e scese. I suoi genitori non c’erano perché erano andati a fare la spesa. Scesa giù nel cortiletto, non appena chiuse il portone e si voltò le arrivò una palla di neve in faccia. Gli amici del biondino scoppiarono a ridere mentre lui si fece rosso, e le andò vicino: -Scusami tanto, non volevo! Disse con aria scossa. -Hahaha no tranquillo è solo un po’ di neve, non è successo nulla. Disse Melissa ridendo. Vedendola ridere si rilassò e l’aiutò a togliersi la neve dal viso roseo. -Allora… che ne dici se stasera vieni con noi al palaghiaccio? -Si mi va. Disse Melissa entusiasta. -Bene allora ci vediamo lì alle 19.30 così poi andiamo a mangiare che ne dici? -Per me va bene ci vediamo stasera… -Ciao! Disse il ragazzo facendo un sorriso che fece battere il cuore di Melissa. La sera Melissa dopo essersi fatta la doccia e dopo essersi piastrata, mise un completino rosso e bianco di cui la parte sopra era una maglia rossa bordato di pelliccetta bianca ai polsi, al girovita e alla scollatura, il pantalone era una specie di jeans nero molto aderente felpato dentro, mise delle converse nere sempre con della pelliccetta, capelli sciolti e un cappellino davvero grazioso. Prese un giubbotto nero lucido, lo indossò, prese una borsa in pelle che le regalò la madre e andò all’appuntamento. Faceva molto freddo e non vedeva l’ora di arrivare a destinazione. Attraversò la strada aprì la porta del palaghiaccio e vide che c’era solo lui. Si sedette sulla panchina, si infilò i pattini, si tolse il giubbotto e andò da lui. -Ciao! Disse Melissa tutta contenta. -Ciao, sei molto carina stasera. Disse lui arrossendo. -Grazie, allora dove sono gli altri? -A causa della neve sono rimasti a casa… -Ah quindi siamo solo io e te? Disse speranzosa la ragazza. -Si…. -Bene ne approfitterei per dirti una cosa più tardi. -Ok. Ora che aveva l’occasione di dirgli tutto quanto, doveva per forza farsi avanti così cercò di combattere la sua timidezza e affrontare quella che sarebbe stata la realtà. Iniziarono a pattinare e lui vide che era molto brava, aveva un equilibrio perfetto mentre lui pattinava con il pensiero di cadere, ma cadde solo una volta ridendo. -Ti sei fatto male? Disse Melissa -Hahahahaha no tranquilla capita a tutti di cadere giusto? -Giusto. Ho fame…. -Andiamo a mangiare? Se camminiamo un po’ troveremo una pizzeria. -Bene allora andiamo. Disse la ragazza scherzosa. Arrivati in pizzeria, scherzarono tra di loro, e arrivati alla fine della serata quando tutto era stato pagato, Melissa prese coraggio e gli disse quello che provava per lui. Abitavano nella stessa casa quindi andarono insieme, poco prima della loro casa, Melissa lo bloccò. -Senti devo dirti una cosa. -Certo di che si tratta? Disse curioso il ragazzo. -Ecco s-so che ci conosciamo da poco e che mi consideri solo un’amica ma… il fatto è che tu mi piaci. Non so come e non so perché ma è da quando ti ho visto che mi sei piaciuto subito… Ora non voglio crearti problemi ma… tu provi qualcosa per me? -Ecco…. Io so che….. sei una brava ragazza e che di sicuro starei bene con te ma… non sono sicuro di provare qualcosa per te. Ti considero un’amica ecco tutto. Spero che non ci stia male. Disse dispiaciuto il ragazzo. -No, no tranquillo non ci sono rimasta male insomma… dovevo aspettarmelo. -Senti so che ci stai male, è solo che sono uscito da poco da una relazione con Angela…. -Ah si certo Angela. Disse la ragazza sul punto di piangere. -So che lei non ti sta simpatica e a dire il vero ti odia. -Come sei stato con lei? -Male, le attenzioni dovevano essere tutte per lei e non vedevo mai i miei amici. -Capisco, bèh solo per farti stare tranquillo, io non sarò mai come lei. -Lo so, e a dire il vero mi piacerebbe stare con te. Quando sto con te sento che sono davvero me stesso e non sento il bisogno di mentirti perché ti piaccio per quello che sono vero? -Ovvio che mi piaci per quello che sei. Disse fiduciosa. -Bene ecco… se vuoi possiamo provare a stare insieme. -Ma.. io non ti piaccio hai detto. -Lo so, ma forse potrebbe essere la mia occasione di stare con te, se poi mi piaci e stai con un altro? -Ok… Melissa era distrutta, andò a sedersi su una panchina e si mise le mani agli occhi. Era notte fonda e si sentiva solo il vento e la neve che cadeva. -Stai piangendo? Disse dispiaciuto il ragazzo. -Si vede così tanto? Disse piangendo la ragazza. -Si, ma perché stai piangendo? Disse confuso il ragazzo. -Ovvio per una volta che qualcuno mi piace davvero non ho fortuna come sempre, mi piace un ragazzo provo ad aprirmi e ci rimango sempre male. Mi fa piacere che sei stato onesto con me ma… se dobbiamo stare insieme e tu non provi nulla per me, che senso ha? Nessuno! Scoppiò ancora più in lacrime. -Dire ti amo è difficile, ma c’è qualcosa in te che mi ha colpito, alzati dai. Disse il ragazzo. Melissa si alzò andò vicino a lui con la testa bassa e la vergogna dietro le spalle. -Sei carina, intelligente, sensibile, divertente, ascolti sempre tutti e per fortuna sei una ragazza tranquilla. Certo che mi piaci ma Angela mi ha fatto pensare male sul fatto di fidanzarmi di nuovo, dice che tutte le ragazze sono permalose e pretendono troppo, ma tu no sei così te stessa che sei felice anche per le piccole cose, quelle che contano davvero nella vita. Disse il ragazzo mentre le asciugava le lacrime. Melissa lo abbracciò e lo strinse forte a se. Poi lo guardò negli occhi, egli si avvicinava sempre di più al suo viso e tenendosi la mano entrambi sapevano di amarsi. Lui un po’ meno perché l’aveva appena conosciuta, ma lei sapeva che non l’avrebbe fatta soffrire, così una volta vicini si baciarono. La neve scendeva candita su di loro, e il vento sussurrava, quel bacio lento fece battere il cuore a Melissa. Aspettava da tempo questo momento e voleva viverlo fino in fondo. Non pensava a nulla se non al fatto che quella sera aveva dato il suo primo bacio, ad un ragazzo che meriterebbe davvero tutto il mondo. -Ti amo… Disse il ragazzo. -Anche io, solo che c’è un problema… -E quale? Disse pensieroso. -Sto letteralmente ghiacciando andiamo dentro? -Sei anche spiritosa mi piace. - Hahahahahah certo come no. -Andiamo dentro dai. Si scambiarono un ultimo bacio nel portone poi ognuno per la sua strada. Melissa si addormentò tranquilla sapendo che lui l’avrebbe amata anche stanotte.

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Capitolo 4
*** L'inizio di una nuova settimana ***


Il giorno dopo andò lui a svegliarla: -Buongiorno. E sorrise -Ciao. Lo baciò e lo strinse a se -I nostri genitori sono in giro per lavoro per una settimana e ci hanno lasciato con mio fratello maggiore, allora vieni da me? -Stai scherzando? -Certo che no, dai su preparati che ti porto a fare colazione al bar. -Ok. Disse felice la ragazza. Si lavò, si vestì e scese nel cortiletto. -Eccoti. Disse il ragazzo -Si, andiamo? -Ok Arrivati al bar la fece sedere sullo sgabello vicino al banco e ordinò due cappuccini. -Abbiamo gli stessi gusti vedo. -Io amo il cappuccino. -Ami di più me o il cappuccino? Disse dubbiosa la ragazza -Ovvio il cappuccino. Disse scherzoso il ragazzo -Hahahahaha. -Sono contento che ti facciano ridere le mie battute -E perché non dovrebbero? -Non lo so a delle volte quando sono in imbarazzo faccio delle battute mi rendo ridicolo e ho voglia di affondare. -Con me non affonderai mai. Dopo aver fatto colazione i due si recarono in piazza, tra quelle mille coppiette la loro era quella che attirava di più l'attenzione. Mano nella mano si prendevano in giro, e tra una battuta e l'altra scappava un bacio. -Che ne dici di andare verso lungo mare?Disse il ragazzo entusiasta -Sei sicuro che non faccia freddo? Disse preoccupata Melissa -Nàh ci sono i ragazzi che pescano e sono a maniche corte. -Ok andiamo. Giunti sul lungo mare i ragazzi scesero per fare una passeggiata in spiaggia. Alle sette del mattino chi poteva esserci? C'era una pace, tirava una leggera brezza marina e camminando mano nella mano le loro impronte rimanevano fisse sulla sabbia, e infrante dalle onde. Disegnavano cuori con bastoncini trovati a terra, si facevano dediche, correvano sulla spiaggia, poi lui la prese e la buttò a riva. -Ma nooo! Sono tutta bagnataaa. Disse ridendo -Ora mi bagno anche io. Disse giocando il ragazzo -Dai che se poi ci ammaliamo. Disse preoccupata la ragazza -Nàh. Passarono le ore e le sfruttarono per asciugarsi al sole. Tornati a casa la ragazza andò a cambiarsi. Andò nell'appartamento del suo ragazzo e lo trovò che beveva un bicchiere d'acqua. Ad un certo punto starnutì. -Stai bene? Disse dubbiosa la ragazza -Si. Allora stasera guardiamo un film? -Che film hai? -Non so dimmi tu che vuoi vedere? -Che ne dici di Dear John Ricordati di guardare la luna? -E' un film romantico? Disse il ragazzo -Ovvio -Bene stasera ci piazziamo sul divano. Disse contento il ragazzo. Dopo il film, la ragazza si addormentò su di lui. Egli la guardava, aveva un volto dolce, e aveva tanta voglia di baciarla, ma temeva che l'avesse svegliata. Così la portò sul suo letto e si sdraiò accanto a lei. Le accarezzò il viso, e sobbalzò quando sentì bussare alla porta della sua stanza. -Hey fratello, vedi di non fare cose strane. Disse il fratello maggiore Ettore. -Si certo, come se tu non facessi cose strane. -Buonanotte. -Notte. La abbracciò e le strinse la mano. Sognavano entrambi di vivere felici insieme, chissà se staranno insieme fino alla fine.

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Capitolo 5
*** L'addio ***


Erano le sette del mattino quando il fratello maggiore andò a svegliarli. -Ragazzi dai che fate tardi a scuola. Disse lui in modo frettoloso. -Buongiorno. Disse il ragazzo, con occhi socchiusi -Sveglia Melissa e preparatevi. -Ok...Melissa tesoro svegliati che dobbiamo andare a scuola. -Ecco sto per alzarmi, no non c'è la faccio ho sonno, chiedi a tuo fratello se per oggi possiamo saltare. Disse mezza addormentata la ragazza. -Ok mi alzo e glielo dico. Andò in cucina, e vide suo fratello che stava preparando la colazione. -Metti anche del caffè nel nostro latte. -Siete ancora troppo piccoli per il caffè. -Si ma ti ho chiesto due gocce nel latte non è così grave, possiamo saltare la scuola oggi? Disse Tiberio preoccupato. -Perché? Disse curioso il fratello maggiore. -Perché Melissa non si sente bene, e neanche io. -Siete malati d'amore? Disse ridendo. -No, ieri siamo andati al mare e dei ragazzini ci hanno spinti in acqua, era fredda e... eccoci qua. -Va bene, solo per oggi e ve ne state in casa al caldo chiaro? -Grazie. Il fratello guardò Tiberio uscire dalla cucina, e si mise a ridere. Aveva capito che volevano stare da soli, e non credeva alla storia dei ragazzini che li spinsero in acqua, perché lui era lì a pescare con un suo amico e aveva visto tutto. -Allora che ha detto? Disse con aria curiosa Melissa. -Ha detto che va bene, ma... devi far finta di stare male. -Cosa gli hai detto? Disse in modo arrogante. -Niente, solo che non ci sentivamo bene. -Stai diventando come me, bravo ragazzo. Disse commossa Melissa. -Non sapevo che facevi queste cose è furbetta? Si baciarono, e abbracciati sussurravano di amarsi, entrò il fratello in stanza. -Ah bene vedo che state "malissimo". Disse ridendo. -La stavo solo coccolando perché le fa male la testa. Disse improvvisando. -Si è vero, e mi fa male un pò la gola. Replicò tossendo. -Sarà, se succede qualcosa il mio numero è sul frigo, vado in ufficio. Mentre facevano la colazione, Melissa guardava il cellulare, quando vide che la madre la stava chiamando. -Scusa un attimo devo rispondere. -Tranquilla fai con comodo. Egli guardava fuori dalla finestra, vedeva i suoi amici che passavano a prenderlo, così si affacciò e disse: -Ragazzi io non vengo oggi. -Come mai? Disse l'amico. -Vi spiego dopo, ora devo andare ciao. Stava per mettere la tazza del latte nel lavandino quando Melissa entrò piangendo. -Amore che è successo? Disse lui preoccupato. -Devo ritornare a Firenze. -Perché? Disse lui tutto allarmato -Perché il posto di lavoro che toccava a loro, l'ha preso un ragazzo che ha fatto richiesta il mese scorso. -Bèh ma anche tu sei qui da un mese. Disse tutto agitato. -Lo so ma... ha fatto richiesta 24h prima di noi. -E di noi che ne sarà? Mi lasci così? -No, non ti lascerò mai, la nostra storia andrà avanti comunque. -Si ma...se incontri un altro e ti dimentichi di me? -Non accadrà, giuro che quest'estate ci rivedremo. -E se non è così? Disse piangendo. -E' così per forza. -Non c'è un altro modo? -No... Melissa si gettò sul divano piangendo, lui pieno di rabbia non riusciva a vederla in quelle condizioni. Così le si avvicinò e le accarezzò il capo. -Sai una cosa? -No, cosa? Disse disperata la ragazza. -Se vuoi puoi venire a vivere qui. -I miei non me lo lasceranno fare, mi vogliono in ogni momento anche ora, ho provato a dirgli se potevo rimanere qui da voi, ma mi hanno detto che sarebbe bello e tutto, ma... non se la sentono di stare lontani da me. -Capisco... quando parti? -Domani all'alba. Ti chiamerò ogni ora di ogni giorno. -Non è necessario, chiamami la sera quando a fine giornata con ho nessuno con cui parlare, e c'è la tua voce a farmi compagnia. -Devo anche abbandonare il pattinaggio artistico, e... non farò le regionali. -So che saresti stata tu a vincere, ne sono sicuro. Ti aiuto a impacchettare? -Non ho voglia ora.... Oggi pomeriggio torneranno i nostri genitori e lì si vedrà tutto. -Ok. I ragazzi erano dispiaciuti e Melissa quasi non respirava più per le troppe lacrime. Lui che poteva fare? Non riusciva a calmarla, ma almeno c'era il pensiero che si sarebbero rivisti. Quando tornò il fratello, mangiarono insieme ma nessuno osava parlare, c'era troppa tensione e Melissa non finì neanche di mangiare perché la brutta notizia le aveva chiuso lo stomaco. Tornarono i genitori, insieme cercarono di trovare una via d'uscita, ma non si poteva fare nulla. Melissa eri lì nella sua camera che piangeva. I genitori dei due ragazzi non sapevano che erano fidanzati e vedendoli tristi iniziarono a preoccuparsi. La madre andò da Tiberio dicendogli: -Come mai questa faccia? -Niente mà. Sono mortificato per il fatto che la mia ragazza vada via. Io la amo e non voglio lasciarla andare. -Oh tesoro, non sapevo che Melissa era la tua ragazza. Disse la madre sorpresa. -Non smette di piangere ho provato anche a tranquillizzarla ma... niente. -Capisco, l'amore non è facile, potete sempre tenere la storia a distanza e... chissà forse un giorno quando avrete finito la scuola e avrete una carriera tornerete insieme, ma fino a quel momento non mollate, siate forti. Sappiamo che siete ragazzi forti e determinati che lottano per quello che vogliono e solo con la forza di volontà riuscirete a superare questi brutti momenti. Dai su fammi un sorriso. -Mamma scusa ma... non ho voglia. -Tranquillo.... capisco. Nel frattempo i genitori di Melissa erano con lei nella sua cameretta. -Tesoro come mai triste? Stiamo per ritornare a casa. Disse contento il padre. -Si, rivedrai i tuoi amici, i tuoi insegnanti. Replicò la madre. -Per voi sarà anche una bella notizia, ma per me è una tragedia. I genitori fecero una faccia strana, quasi come per dire: cosa sta succedendo. -Vedete... Tiberio è il mio ragazzo, sono così legata a lui che non voglio lasciarlo, voglio stare qui con lui. Ora che ritorneremo a Firenze potrò solo sentire la sua voce e lui la mia. Nessuno mi ha mai trattata così bene, a parte voi. Non è una semplice cotta ma è amore vero, quello che ti fa battere il cuore e che ti fa vivere, quell'amore che illumina le tue giornate e di cui non puoi farne a meno. Senza lui la mia vita è vuota. -Tesoro ci dispiace tanto, non sapevamo che eravate così legati. Disse dispiaciuta la madre. -Qualsiasi cosa succeda potete vedervi durante le vacanze e a delle volte anche nei fine settimana. Aggiunse il padre. -Vi pare facile? Bèh non lo è. Se ne andò sbattendo la porta e quando stava per chiudere la porta del suo appartamento, lo vide per le scale che la guardava. -Ho detto ai miei che siamo fidanzati e che non voglio lasciarti andare. Disse in lacrime il ragazzo. -Anche io, ma devo comunque partire. -Domani sarai la prima cosa che vedrò, e la tua voce sarà l'ultima cosa che sentirò. Melissa scoppiò in lacrime e si mise a sedere sulle scale. -Che ne dici se stasera usciamo, andiamo al cinema. Propose il ragazzo. -Per me va bene, mi passi a prendere alle sette? -Certo amore mio. -A stasera. Rientrata nell'appartamento la ragazza disse ai suoi che usciva, e come potevano privarla? La lasciarono andare con il suo ragazzo e finirono di sistemare le valigie. Il ragazzo alle sette andò a suonare il campanello. -Ah, sei tu ti chiamo Melissa. -Grazie. Disse con un sorriso il ragazzo. Il padre continuò a guardarlo e disse: -Oddio come soffre Melissa ti prego falla ridere e falle scordare la partenza. -Ci proverò, sto cercando di fare la stessa cosa. -Te la chiamo. Prese il mazzo di rose che aveva appoggiato sulle scale e se le mise dietro la schiena. -Tesoro eccomi, scusa per mio padre. -No tranquilla, queste sono per te. -Rose rosse? Oh... grazie ma non dovevi, mi basta solo stare con te. -E' che voglio fare anche l'impossibile per renderti felice. Era mezzanotte quando si ritirarono, dopo che egli aveva chiuso il portone disse: -Che tu ci creda o no sto per scoppiare in lacrime. Disse malinconico il ragazzo. -Anche io... domani ci sarai vero? -E me lo chiedi anche? Certo che ci sarò. Si diedero un bacio e la lasciò andare. La mattina dopo Melissa venne svegliata dalla madre, si lavò, si vestì, fece colazione e scese le scale. Il suo ragazzo era accanto all'auto che la aspettava con un regalo. -E' già arrivato il momento? Disse il ragazzo. -Si, non ho dormito e i cinque minuti di sonno che ho fatto, li ho usati per sognare me e te. -La stessa cosa vale anche per me, tieni questo è per te. Disse porgendole il regalo. -Grazie, cos'è? -Non posso dirtelo, la sola cosa che posso dirti è che lo devi aprire quando sarai a casa, e appena l'avrai aperto chiamami. Melissa scoppiò a piangere, lo abbracciò e gli diede un bacio. -Spero che non sia l'ultimo. Replicò il ragazzo. -No, non sarà l'ultimo. Arrivarono i genitori e il padre mise in moto l'auto. -Tesoro è ora, ciao Tiberio grazie per aver reso felice Melissa. -Di niente signora. Arrivarono anche i genitori del ragazzo per salutarla. -Melissa, so che sarà difficile, ma tieni duro. Disse la madre. -Fai buon viaggio. Aggiunse il padre. Quando i genitori del ragazzo se ne andarono, e quando quelli della ragazza si misero in aut, Melissa disse: -Sei il mio sole e io sono la tua luna, sei tu che illumini la mia vita e senza te la mia vita non ha senso. -Continuerò ad illuminarti, fosse l'unica cosa che faccio. -Addio. Disse Melissa. -Addio amore mio. Disse il ragazzo. Si baciarono, lei si avviò verso l'auto e lo salutò un secondo prima di chiudere la porta. Egli guardava l'auto che andava sempre più lontana e Melissa lo guardava dallo specchietto. Che quell'auto fosse tornata indietro? No, ma i loro cuori continueranno a battere.
Erano le sette del mattino quando il fratello maggiore andò a svegliarli. 
-Ragazzi dai che fate tardi a scuola. Disse lui in modo frettoloso.
-Buongiorno. Disse il ragazzo, con occhi socchiusi
-Sveglia Melissa e preparatevi. 
-Ok...Melissa tesoro svegliati che dobbiamo andare a scuola.
-Ecco sto per alzarmi, no non c'è la faccio ho sonno, chiedi a tuo fratello se per oggi possiamo saltare. Disse mezza addormentata la ragazza.
-Ok mi alzo e glielo dico.
Andò in cucina, e vide suo fratello che stava preparando la colazione.
-Metti anche del caffè nel nostro latte. 
-Siete ancora troppo piccoli per il caffè.
-Si ma ti ho chiesto due gocce nel latte non è così grave, possiamo saltare la scuola oggi? Disse Tiberio preoccupato.
-Perché? Disse curioso il fratello maggiore.
-Perché Melissa non si sente bene, e neanche io.
-Siete malati d'amore? Disse ridendo.
-No, ieri siamo andati al mare e dei ragazzini ci hanno spinti in acqua, era fredda e... eccoci qua.
-Va bene, solo per oggi e ve ne state in casa al caldo chiaro? 
-Grazie.
Il fratello guardò Tiberio uscire dalla cucina, e si mise a ridere. Aveva capito che volevano stare da soli, e non credeva alla storia dei ragazzini che li spinsero in acqua, perché lui era lì a pescare con un suo amico e aveva visto tutto. 
-Allora che ha detto? Disse con aria curiosa Melissa.
-Ha detto che va bene, ma... devi far finta di stare male.
-Cosa gli hai detto? Disse in modo arrogante.
-Niente, solo che non ci sentivamo bene. 
-Stai diventando come me, bravo ragazzo. Disse commossa Melissa.
-Non sapevo che facevi queste cose è furbetta? 
Si baciarono, e abbracciati sussurravano di amarsi, entrò il fratello in stanza.
-Ah bene vedo che state "malissimo". Disse ridendo.
-La stavo solo coccolando perché le fa male la testa. Disse improvvisando.
-Si è vero, e mi fa male un pò la gola. Replicò tossendo.
-Sarà, se succede qualcosa il mio numero è sul frigo, vado in ufficio. 
Mentre facevano la colazione, Melissa guardava il cellulare, quando vide che la madre la stava chiamando.
-Scusa un attimo devo rispondere.
-Tranquilla fai con comodo.
Egli guardava fuori dalla finestra, vedeva i suoi amici che passavano a prenderlo, così si affacciò e disse:
-Ragazzi io non vengo oggi.
-Come mai? Disse l'amico.
-Vi spiego dopo, ora devo andare ciao.
Stava per mettere la tazza del latte nel lavandino quando Melissa entrò piangendo.
-Amore che è successo? Disse lui preoccupato.
-Devo ritornare a Firenze. 
-Perché? Disse lui tutto allarmato
-Perché il posto di lavoro che toccava a loro, l'ha preso un ragazzo che ha fatto richiesta il mese scorso.
-Bèh ma anche tu sei qui da un mese. Disse tutto agitato.
-Lo so ma... ha fatto richiesta 24h prima di noi.
-E di noi che ne sarà? Mi lasci così?
-No, non ti lascerò mai, la nostra storia andrà avanti comunque.
-Si ma...se incontri un altro e ti dimentichi di me?
-Non accadrà, giuro che quest'estate ci rivedremo.
-E se non è così? Disse piangendo.
-E' così per forza. 
-Non c'è un altro modo?
-No...
Melissa si gettò sul divano piangendo, lui pieno di rabbia non riusciva a vederla in quelle condizioni. Così le si avvicinò e le accarezzò il capo.
-Sai una cosa? 
-No, cosa? Disse disperata la ragazza.
-Se vuoi puoi venire a vivere qui.
-I miei non me lo lasceranno fare, mi vogliono in ogni momento anche ora, ho provato a dirgli se potevo rimanere qui da voi, ma mi hanno detto che sarebbe bello e tutto, ma... non se la sentono di stare lontani da me.
-Capisco... quando parti? 
-Domani all'alba. Ti chiamerò ogni ora di ogni giorno.
-Non è necessario, chiamami la sera quando a fine giornata con ho nessuno con cui parlare, e c'è la tua voce a farmi compagnia.
-Devo anche abbandonare il pattinaggio artistico, e... non farò le regionali.
-So che saresti stata tu a vincere, ne sono sicuro. Ti aiuto a impacchettare?
-Non ho voglia ora.... Oggi pomeriggio torneranno i nostri genitori e lì si vedrà tutto.
-Ok.
 
I ragazzi erano dispiaciuti e Melissa quasi non respirava più per le troppe lacrime. Lui che poteva fare? Non riusciva a calmarla, ma almeno c'era il pensiero che si sarebbero rivisti.
Quando tornò il fratello, mangiarono insieme ma nessuno osava parlare, c'era troppa tensione e Melissa non finì neanche di mangiare perché la brutta notizia le aveva chiuso lo stomaco.
Tornarono i genitori, insieme cercarono di trovare una via d'uscita, ma non si poteva fare nulla. Melissa eri lì nella sua camera che piangeva. I genitori dei due ragazzi non sapevano che erano fidanzati e vedendoli tristi iniziarono a preoccuparsi.
La madre andò da Tiberio dicendogli:
-Come mai questa faccia?
-Niente mà. Sono mortificato per il fatto che la mia ragazza vada via. Io la amo e non voglio lasciarla andare.
-Oh tesoro, non sapevo che Melissa era la tua ragazza. Disse la madre sorpresa.
-Non smette di piangere ho provato anche a tranquillizzarla ma... niente.
-Capisco, l'amore non è facile, potete sempre tenere la storia a distanza e... chissà forse un giorno quando avrete finito la scuola e avrete una carriera tornerete insieme, ma fino a quel momento non mollate, siate forti. Sappiamo che siete ragazzi forti e determinati che lottano per quello che vogliono e solo con la forza di volontà riuscirete a superare questi brutti momenti. Dai su fammi un sorriso.
-Mamma scusa ma... non ho voglia.
-Tranquillo.... capisco.
Nel frattempo i genitori di Melissa erano con lei nella sua cameretta. 
-Tesoro come mai triste? Stiamo per ritornare a casa. Disse contento il padre.
-Si, rivedrai  i tuoi amici, i tuoi insegnanti. Replicò la madre.
-Per voi sarà anche una bella notizia, ma per me è una tragedia.
I genitori fecero una faccia strana, quasi come per dire: cosa sta succedendo.
-Vedete... Tiberio è il mio ragazzo, sono così legata a lui che non voglio lasciarlo, voglio stare qui con lui. Ora che ritorneremo a Firenze potrò solo sentire la sua voce e lui la mia. Nessuno mi ha mai trattata così bene, a parte voi. Non è una semplice cotta ma è amore vero, quello che ti fa battere il cuore e che ti fa vivere, quell'amore che illumina le tue giornate e di cui non puoi farne a meno. Senza lui la mia vita è vuota.
-Tesoro ci dispiace tanto, non sapevamo che eravate così legati. Disse dispiaciuta la madre.
-Qualsiasi cosa succeda potete vedervi durante le vacanze e a delle volte anche nei fine settimana. Aggiunse il padre.
-Vi pare facile? Bèh non lo è.
Se ne andò sbattendo la porta e quando stava per chiudere la porta del suo appartamento, lo vide per le scale che la guardava.
-Ho detto ai miei che siamo fidanzati e che non voglio lasciarti andare. Disse in lacrime il ragazzo.
-Anche io, ma devo comunque partire.
-Domani sarai la prima cosa che vedrò, e la tua voce sarà l'ultima cosa che sentirò.
Melissa scoppiò in lacrime e si mise a sedere sulle scale.
-Che ne dici se stasera usciamo, andiamo al cinema. Propose il ragazzo.
-Per me va bene, mi passi a prendere alle sette?
-Certo amore mio.
-A stasera.
Rientrata nell'appartamento la ragazza disse ai suoi che usciva, e come potevano privarla? La lasciarono andare con il suo ragazzo e finirono di sistemare le valigie.
Il ragazzo alle sette andò a suonare il campanello.
-Ah, sei tu ti chiamo Melissa. 
-Grazie. Disse con un sorriso il ragazzo.
Il padre continuò a guardarlo e disse:
-Oddio come soffre Melissa ti prego falla ridere e falle scordare la partenza.
-Ci proverò, sto cercando di fare la stessa cosa.
-Te la chiamo.
Prese il mazzo di rose che aveva appoggiato sulle scale e se le mise dietro la schiena.
-Tesoro eccomi, scusa per mio padre.
-No tranquilla, queste sono per te.
-Rose rosse? Oh... grazie ma non dovevi, mi basta solo stare con te.
-E' che voglio fare anche l'impossibile per renderti felice. 
Era mezzanotte quando si ritirarono, dopo che egli aveva chiuso il portone disse:
-Che tu ci creda o no sto per scoppiare in lacrime. Disse malinconico il ragazzo.
-Anche io... domani ci sarai vero?
-E me lo chiedi anche? Certo che ci sarò.
Si diedero un bacio e la lasciò andare.
 
La mattina dopo Melissa venne svegliata dalla madre, si lavò, si vestì, fece colazione e scese le scale. 
Il suo ragazzo era accanto all'auto che la aspettava con un regalo.
-E' già arrivato il momento? Disse il ragazzo.
-Si, non ho dormito e i cinque minuti di sonno che ho fatto, li ho usati per sognare me e te.
-La stessa cosa vale anche per me, tieni questo è per te. Disse porgendole il regalo.
-Grazie, cos'è?
-Non posso dirtelo, la sola cosa che posso dirti è che lo devi aprire quando sarai a casa, e appena l'avrai aperto chiamami. 
Melissa scoppiò a piangere, lo abbracciò e gli diede un bacio.
-Spero che non sia l'ultimo. Replicò il ragazzo.
-No, non sarà l'ultimo.
Arrivarono i genitori e il padre mise in moto l'auto.
-Tesoro è ora, ciao Tiberio grazie per aver reso felice Melissa.
-Di niente signora.
Arrivarono anche i genitori del ragazzo per salutarla.
-Melissa, so che sarà difficile, ma tieni duro. Disse la madre.
-Fai buon viaggio. Aggiunse il padre.
Quando i genitori del ragazzo se ne andarono, e quando quelli della ragazza si misero in aut, Melissa disse:
-Sei il mio sole e io sono la tua luna, sei tu che illumini la mia vita e senza te la mia vita non ha senso.
-Continuerò ad illuminarti, fosse l'unica cosa che faccio.
-Addio. Disse Melissa.
-Addio amore mio. Disse il ragazzo.
Si baciarono, lei si avviò verso l'auto e lo salutò un secondo prima di chiudere la porta.
Egli guardava l'auto che andava sempre più lontana e Melissa lo guardava dallo specchietto. 
Che quell'auto fosse tornata indietro? No, ma i loro cuori continueranno a battere.

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