Destined Hearts

di Ginny85
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Partenza! ***
Capitolo 2: *** Draco VS Ginny ***
Capitolo 3: *** Incontri pericolosi ***
Capitolo 4: *** Febbre...d'amore? PRIMA PARTE ***
Capitolo 5: *** Febbre...d'amore? SECONDA PARTE ***
Capitolo 6: *** Pensieri e una gita a Hogsmeade ***
Capitolo 7: *** Un bacio rubato ***
Capitolo 8: *** Rivelazioni ***
Capitolo 9: *** La partita di Quidditch ***
Capitolo 10: *** La fine di un amore? ***



Capitolo 1
*** Partenza! ***


Titolo: Destined Hearts

 

Salve a tutti!!

Questa è una ff ke mi sono inventata qualche mese fa, e ke ho deciso di pubblicare anke qui dopo ilsuccesso’ ke ha avuto su un altro sito. Nn è un granchè a mio parere, ma mi piacerebbe sapere cosa ne pensate!^__^

Sappiate ke ho già pronto il seguito, ke pubblicherò dopo di questa se e solo se riceverò tanti bei commentini!^^

Ogni commento è gradito.

 

Buona lettura,

Ginny85.





DESTINED HEARTS


 

° Capitolo 1: Partenza! °


“Presto ragazzi, il treno sta partendo!!” urlò mamma Weasley mentre allungava il passo superando in un attimo Fred, George, Ron e in ultimo Ginny, i quali si stavano affaticando non poco a starle dietro con tutte quelle valige.
Il binario nove e tre quarti era strapieno di ragazzi e ragazze di tutte le età, alcuni con già indosso la divisa da studenti, attorniati da familiari e parenti venuti a salutarli. Immenso e sbuffante per la prossima partenza, l’espresso per Hogwarts si ergeva ancora per poco immobile sui binari.
Strada facendo Molly continuava a lamentarsi, più rivolta a se stessa che ai figli.
“Lo sapevo! L’avevo detto io ad Arthur, che non ce l’avremmo mai fatta ad arrivare in tempo! Ma proprio oggi doveva esserci quell’ispezione nei cinema babbani?!”
“Ispezione nei cinema babbani?” chiese Fred incuriosito.
Ma la madre aveva già ripreso a correre di gran carriera così fu Ron a rispondere, visto che l’aveva sentito dire dal padre la sera prima.
“Pare che alcuni maghi burloni si divertano a spaventare i babbani nei cinema, stregando quella specie di quadrato pieno di immagini che a loro piace tanto guardare al buio. Pensa, l’ultima volta ne è uscito fuori un T-Rex vivo e vegeto!”
“Forte!”
Tutti, Fred, George e Ron compreso, risero divertiti; ma non fu così per la loro unica sorella minore, Ginny, la quale fin’ora aveva ascoltato tutti quei discorsi passivamente, senza nemmeno alzare la testa e continuando in silenzio a tenersi al passo con gli altri.
In realtà, era dalla scorsa estate che l’ultima dei Weasley andava avanti con quel suo strano comportamento indifferente e distaccato, lei che era sempre così piena di vita e non mancava mai di scherzare insieme ai suoi fratelli maggiori. Quel modo di fare improvviso aveva cominciato a fiorire a fine maggio, subito dopo l’ultima gita a Hogsmeade. Nessuno, a parte Ron, sapeva bene cosa le era accaduto e lei non ne aveva mai voluto parlare. Solamente suo fratello ne era a conoscenza, più per forze di cose che per altro, il che non era molto rassicurante secondo lei.
“Ginny! Non posso mica stare qui tutta la mattina, il treno parte!”
Non si era nemmeno accorta che uno dei gemelli le si era accostato finché non lo sentì parlarle, anzi urlarle, vicino all’orecchio. Subito si scosse come fosse stata colpita da una Schiantesimo.
“C-Cosa…cosa c’è?”
“Oh, buongiorno Ginny! La valigia per favore…” il fratello indicò il suo bagaglio con aria scocciata e impaziente.
“Ah sì…eccolo…”
“Grazie. Ma scusa non sei ancora sveglia, dopo la corsa che ci ha fatto fare la mamma?”
Ginny si concesse di sorridere brevemente in direzione del fratello ignaro di tutto. Ma quel sorriso stentato e chiaramente forzato non sfuggì ad un’altra persona, la quale, appena Fred si fu voltato, si avvicinò a lei per chiederle a bassa voce:
“Ehi, tutto bene?”
“Certo che sì” rispose automaticamente Ginny senza degnarlo di uno sguardo e spostando distrattamente gli occhi verso la folla.
Per poco non si trattenne dal gridare, quando nel bel mezzo di quella marea umana di maghi e streghe scorse una figura a lei MOLTO familiare, che mai avrebbe potuto confondere, nemmeno tra mille: un ragazzo di diciassette anni, alto ma non troppo, capelli corvini e irrimediabilmente ribelli, profondi occhi verdi e un aspetto un po’ trasandato.
Ginny sussultò.
Harry…
“EHI HARRY!! DA QUESTA PARTE!!”
Mentre Ron si sbracciava come un ossesso per attirare a forza di grida l’attenzione del suddetto ragazzo, Ginny arrossì leggermente e si voltò di scatto fingendo di controllare la gabbia di Leotordo, che nel frattempo starnazzava tutto eccitato.
E stai un po’ zitto, tu!” gli sussurrò irritata la ragazza temendo che questo avesse attirato ancora di più l’attenzione di Harry Potter, ovvero l’ultima persona che avrebbe avuto voglia di incontrare sulla faccia della terra.
Sfortunatamente per lei, il grande amico di suo fratello Ron li aveva già raggiunti, richiamato dalle urla di quest’ultimo, e adesso stava sorridendo allegramente mentre salutava uno per uno i componenti della famiglia Weasley.
“Ehilà, come andiamo Harry!”
“Ciao George! Non c’è male, grazie. E voi, tutto bene con il vostro negozio di scherzi?”
“Oh, Harry caro, fatti abbracciare!!” esordì una materna Molly mentre invano il giovane tentava di sfuggire dalle sue affettuose ‘grinfie’. Troppo tardi, la signora Weasley lo catturò e lo strinse più forte che poteva, mozzandogli il respiro.
Mentre gli altri sorridevano alla scena, Ginny deglutì nervosamente tentando di mantenersi calma, e nel frattempo continuava a dargli ostinatamente le spalle. Poi Harry le si accostò.
“Ciao Virginia…”
No, accidenti! Non chiamarmi così!!
Harry era l’unico che conosceva a chiamarla col suo nome per intero, senza diminuitivi come Ginny o Gin. La rossa si voltò timidamente, sperando di non apparire troppo in imbarazzo – e in effetti, in quel momento si faceva piuttosto fatica a riconoscere dove finivano i suoi capelli rossicci ed iniziava la pelle del viso…
Harry le rivolse un sorriso che si sarebbe potuto definire ‘dolce’, infatti lei pensò immediatamente che era proprio tale, mentre lo ricambiava goffamente cercando di apparire disinvolta.
“Ciao…Harry…come va?” mormorò con un sorrisino sbieco afferrando per un pelo la gabbia di Leotordo, che altrimenti si sarebbe schiantata per terra.
“Tutto bene. E…tu?”
“Io sto bene…ehm…”
Ci fu un attimo di silenzio, durante il quale Ginny pensò disperatamente a come continuare la conversazione.
“Senti, come sono state le tue vacanze, perché da me faceva un caldo bestiale!” esclamò sforzandosi di ridacchiare con naturalezza, ma nel petto il cuore le stava martellando come un ossesso.
Ron intanto li stava osservando di sbieco, tentando di non farsi notare mentre assisteva al loro scambio di commenti di poca importanza. Ginny però se ne accorse, e quando incrociò incidentalmente il suo sguardo nocciola il ragazzo arrossì sulla punta delle orecchie e distolse rapidamente lo sguardo altrove.
“Allora ci vediamo…” le disse Harry.
“C-Certo” rispose
incerta Ginny rivolgendo nuovamente lo sguardo verso di lui.
Il brunetto le sorrise di nuovo, quindi le diede le spalle per salutare Hermione Granger, che nel frattempo era arrivata con i genitori e si era avvicinata al gruppo.
La ragazza sospirò lievemente, mentre il sorriso spariva lentamente dalle sue labbra rosate. Per essere la prima volta che si parlavano, dopo quel giorno da dimenticare a Hogsmeade, doveva dire che non era stato niente male. Senza contare che si vedeva da lontano un miglio che entrambi si stavano sforzando di essere carini e gentili nei confronti dell’altro… Ma lei sapeva bene che era tutta una falsa, una scenata per coprire davanti agli altri quello che era successo realmente tra di loro.
All’improvviso le tornarono in mente le ultime parole che lui le aveva rivolto, prima di farla scappare via in lacrime.
// Mi dispiace Ginny…ma anche se siamo stati insieme per quasi un anno, io non ti ho mai considerato più di una cara amica…perdonami… //
All’inizio non capiva cosa stesse succedendo. Un attimo prima lui la stava baciando dolcemente in un bar di Hogsmeade, quello dopo, puff. Tutto finito.
Poi, era fuggita. Per non sentire nient’altro. Per non ascoltare altre rivelazioni che l’avrebbero fatta sicuramente soffrire. Perché? Solo questo si chiedeva. Cosa diavolo aveva Cho Chang più di lei, visto che Harry non era mai riuscito a dimenticarla, nemmeno mentre stavano insieme?
Mentre salivano sul treno, Ginny non poté fare a meno di soffermarsi nuovamente sui pensieri che l’avevano tormentata per un’intera estate. Le lacrime che aveva pianto nel vuoto silenzio della sua cameretta tornarono alla sua mente, così come la sensazione di disagio e di nervosismo che provava quando in casa si faceva il nome del Ragazzo-che-era-sopravissuto. Ma per lei era stato molto più di quello, era stato la sua prima cotta, il suo primo amore. A scuola la coppia Potter-Weasley era diventata leggenda. Dopotutto, non molti potevano vantarsi di essere stati insieme per quasi sette mesi con la persona che gli aveva fatto battere il cuore per la prima volta. E proprio quando lei pensava di potersi ritenere fortunata per questo, proprio a quel punto era successo. Era stata mollata.
“Ginny…EHI, GINNY??”
Una voce acuta e imperiosa la riportò
bruscamente alla realtà. Ginny sbattè le palpebre più volte, per un po’ tentando di prendere confidenza con l’ambiente in cui si trovava. Dunque…il sedile su cui era seduta vibrava, e spostando la testa di lato oltre il finestrino vide i boschi e le montagne che sfrecciavano come schegge; da questo comprese che erano già saliti sul treno e che adesso stavano viaggiando alla volta di Hogwarts. Appurato questo, spostò lo sguardo davanti a sé: alla sua destra c’era Hermione, colei che l’aveva ‘gentilmente’ richiamata all’appello. Davanti invece, seduti piuttosto comodamente, c’erano Ron e Harry, entrambi intenti a far fuori una bustina intera di cioccorane.
Stai bene Ginny? Sei piuttosto pallida…” esordì Hermione con aria preoccupata rivolgendosi all’amica.
Ginny scosse la testa più volte, tentando di convincere anche se stessa.
“No, no, è tutto a posto, davvero”
La ragazza castana non si diede
per vinta.
“Sei sicura? Ehi Ron, non credi anche tu che Ginny sia piuttosto pallida stamattina?”
Ginny rivolse uno sguardo eloquente al fratello, del tipo ‘dì-qualcosa-e-ti-uccido’. Così come aveva alzato la testa, Ron la riabbassò timidamente. Hermione sospirò accigliata, poi riprese a leggere ‘Storia di Hogwarts’ tutta concentrata.
Ginny stava quasi per chiedersi quante volte l’amica avesse letto quel noiosissimo libro, quando sentì lo sportello della cabina aprirsi con un cigolio e alzando la testa scorse tre figuri dall’aria poco raccomandabile. Uno di questi, lei lo riconobbe senza troppi problemi: lucidi capelli di platino pettinati all’indietro, due freddi occhi grigi che trasmettevano i brividi al solo guardarli, accompagnati da un ghigno beffardo perennemente dipinto sulle sue labbra sottili.
Draco Malfoy e quegli imbecilli leccapiedi di Tyger e Goyle… pensò la rossa con un moto di stizza.
Come lei, in un secondo tutti gli occupanti della cabina si erano messi in allarme, temendo come sempre un tentativo di rissa da parte del biondo Serpeverde.
“Guarda guarda, chi abbiamo qui…San Potter, i rossi Weassy e la signorina Perfettini al completo!”
“Cosa diavolo vuoi Malfoy?” lo apostrofò brutalmente Harry fissandolo torvo.
Hermione e Ron fecero lo stesso, ma stranamente Ginny non si mosse. Piuttosto rimase come imbambolata a fissare il giovane Malfoy che sorrideva offensivo. Pessima scelta.
Malfoy se ne accorse, e rapidamente posò il suo sguardo di ghiaccio sulla giovane.
“Cos’hai da guardare Weasley? Mai visto un bel ragazzo prima d’ora? Aspetta, forse eri troppo occupata a passare il tempo con queste femminucce!”
Tyger e Goyle scoppiarono in una stupida quanto rumorosa risata. Ginny arrossì fino alla punta dei capelli, per quanto fosse stato possibile, e abbassò la testa desiderando di scomparire. Qualcuno davanti a lei si alzò in piedi, per prendere evidentemente le sue difese.
Hermione? No. Allora Ron? Ginny spalancò gli occhi quando udì chiaramente la voce di Harry rivolgersi duramente a Malfoy.
Lasciala in pace Malfoy, capito?! Se non te ne vai subito te la faccio pagare, credimi!”
Ginny non fu l’unica sorpresa dal suo gesto. Il Serpeverde alzò lievemente le bionde sopracciglia, mentre un ghigno malvagio si affacciava sul suo viso magro. Col suo solito tono strascicato e canzonatorio fissò il brunetto e replicò:
“Che ti prende Potter? Senti nostalgia della tua ragazza? Da come la difendi si direbbe che vorresti ricominciare con lei…e la piccola Weasley che ne pensa, eh?” concluse abbassando lo sguardo su Ginny, la quale sperò di sprofondare al più presto sotto il sedile.
“Adesso falla finita Malfoy!” esclamò Ron balzando in piedi rosso come un peperone.
“No, fatela finita tutti e due!” esordì Hermione con tono autoritario scoccando un’occhiata malevola a i due amici.
Quindi lanciò uno sguardo assassino a Malfoy.
“E tu Malfoy, fai un piacere a tutto il mondo e porta quella tua lingua da serpente lontano di qui, se non vuoi che te la tagli!!”
“Calma Granger, non voglio mica farti arrabbiare!” esclamò il biondino simulando un attacco di panico che mandò Hermione su tutte le furie “Stavo solamente commentando la situazione sentimentale di quei due. Sul serio Potter…” e qui tornò a guardare il ragazzo, che era rimasto in piedi pronto all’attacco “dovresti considerare l’idea di rimetterti con la bimba, non vedi con che occhi lacrimosi ti guarda e anela un tuo sguardo?”
A quel punto Ginny si alzò in piedi, i pugni stretti lunghi i piccoli fianchi, le guance rigate di lacrime, sì, ma non perché ‘anelasse lo sguardo di Harry’, tutt’altro.
Prese fiato e gridò con tutta la rabbia che aveva in corpo:
“LASCIAMI IN PACE MALFOY! IO NON VOGLIO TORNARE CON HARRY, CI SIAMO CAPITI??!!”
Poi, senza dare modo a nessuno dei suoi amici di intervenire, si diresse verso Malfoy e con un gesto brusco lo scansò di peso per oltrepassare la porta della cabina e scomparire correndo in fondo al vagone.
Il silenzio era sceso sul gruppetto, chi era in piedi non si era ancora seduto, mentre l’unica che era ancora seduta teneva la bocca spalancata, incredula.
“M-Mai visto Ginny comportarsi così…” borbottò Ron continuando a fissare un punto indefinito dove prima c’era stata la sorella.
“E’ tutta colpa tua Malfoy, l’hai fatta piangere visto?!” esclamò Hermione riprendendosi dopo pochi secondi.
Il biondino la fulminò con gli occhi ridotti a due fessure.
“Ehi Granger, guarda che io non c’entro proprio niente con le vostre sciocche storielle sentimentali, per cui lasciami fuori intesi?!!”
E così dicendo, il Serpeverde e i suoi due scagnozzi si allontanarono.
***
Si era fermata dietro una porta per prendere fiato. Quanti vagoni aveva attraversato correndo?
Ginny si guardò intorno, ma non scorse alcun volto conosciuto tra gli studenti che la superavano diretti alle loro cabine. Poggiò la testa contro un finestrino, sospirando mentre le ultime lacrime rigavano il suo bel viso. Perché poi aveva reagito così, doveva ancora capirlo. Con quella frase Malfoy aveva centrato in pieno i motivi del suo malessere? Beh, in parte sì…in parte no. La verità era che non sapeva cosa pensare.
Dentro di lei era ancora innamorata di Harry, lo sapeva, tuttavia, dopo quasi quattro mesi passati a piangerci sopra, stava cominciando a farci l’abitudine. Adesso pensarci come aveva fatto quella mattina le procurava giusto una fitta al cuore e qualche singhiozzo che prontamente inghiottiva, ma per il resto stava cominciando a superare la fase ‘post-relazione’. Anzi, era quasi sicura che se Harry le avesse per qualche strano caso chiesto di tornare con lui, lei avrebbe detto subito no, senza nemmeno stare a pensarci sopra. Sì, ne era sicura…
Ma perché gli altri non lo capivano? Ron la guardava come se la compatisse ogni volta dell’indifferenza di Harry, e Hermione, beh, ancora non le aveva detto nulla sulla faccenda, ma era più che certa che stava pensando a un modo per tirarle fuori qualcosa entro l’arrivo a scuola. E poi c’era quel maledetto Malfoy…
Lui ha sbagliato tutto! Io non lo amo più, non bramo i suo sguardi, Harry non m’interessa più! Che stupido che sei Malfoy! Stupido!
Sospirò, più profondamente, adesso stava per sentirsi meglio. In mancanza di un fazzoletto, si stropicciò gli occhi con le dita per asciugarli alla meglio, ed evitare così commenti da parte di qualche altro scocciatore. Poi fece per tornare alla sua cabina, ma una voce strascicata e uno sguardo serio la indussero a fermarsi fatti pochi passi.
“Passato il piantarello, Weasley?”
Draco Malfoy le stava davanti, da solo. Per un attimo il suo tono le era sembrato diverso da quello consueto, malgrado tutto Ginny si mise prontamente sulla difensiva, assumendo l’aria più rigida e distaccata che poteva.
“Non c’è stato alcun piantarello…Malfoy” sibilò calcando il tono sprezzante sul suo nome.
Il biondo sorrise, e anche stavolta il suo non parve propriamente un ghigno, piuttosto, un sorrisino che aveva del sarcastico, dall’effetto molto meno offensivo. La sua voce risuonò comunque quella beffarda e strafottente di sempre.
“Oh, scusami tanto piccola Weasley…perdonami se mi sto preoccupando per te una volta tanto!”
“Che c’è, adesso ti affezioni alle tue vittime?” lo rimbeccò Ginny con violenza mentre lo superava a grandi passi.
Ma Draco la bloccò, prendendola per un braccio appena si fu trovata a pochi centimetri da lui. Ginny si voltò combattiva, ma non appena si rese conto di quanto fosse vicina al suo volto le parole le morirono in gola. Il giovane Serpeverde sorrideva ancora, sovrastandola dall’alto con la sua altezza da diciassettenne, e per qualche istante nessuno disse nulla.
Ginny si ritrovò suo malgrado a studiare i suoi nobili lineamenti: il suo viso era davvero molto pallido, come se fosse stato perennemente al freddo, i suoi occhi brillavano di una strana luce sinistra ed erano grigi come un cielo in tempesta.
D’altro canto, anche Draco Malfoy si ritrovò volente o nolente a fissare la piccola Ginny: numerosi boccoli rossicci incorniciavano elegantemente il suo visino rotondo, uniti a due lucenti occhi di lapislazzulo.
Dopo qualche istante di pausa, stanca di avere quello sguardo arrogante addosso, Ginny diede uno strattone e si liberò dalla sua stretta, avvertendo da subito gli effetti di quest’ultima sul suo braccio.
“Lasciami stare Malfoy…tu non capisci nulla di quello che provo…” sibilò passandogli accanto.
“Ne sei sicura?” fu la domanda quieta che le arrivò un attimo dopo alle orecchie.
La rossa si voltò, colpita e al tempo stesso frastornata, ma riuscì solamente a scorgere i lembi del mantello nero del Serpeverde, mentre si allontanava da lei.
Cosa avrà voluto dire?
***
Nel far ritorno alla sua cabina Ginny fu accolta da un’atmosfera sgradevolmente tesa. Hermione si mosse subito per farle spazio mentre la rossa si sedeva con tutta l’innocenza e l’ingenuità che possedeva, evitando accuratamente le occhiate stupite del fratello.
“Gin…va tutto bene?” chiese a bassa voce Ron, mordendosi subito dopo la lingua non appena incontrati gli occhi fiammeggianti della Granger.
Ginny si sforzò di sorridere e replicò timidamente:
“Sto bene, non preoccupatevi. Anzi…volevo…scusarmi per prima…”
“E di cosa?” rise Hermione tornando a comportarsi come sempre “Con Malfoy in mezzo ai piedi, a tutti verrebbero i cinque minuti! Non c’è di che scusarsi!”
“Volevo dirvi che l’ho incontrato proprio un minuto fa, e non mi è sembrato strafottente come al solito…” avrebbe voluto dire la piccola Ginny; ma quel momento le parve il meno opportuno, anche perché Hermione e Ron si erano messi come al solito a decantare i difetti del Serpeverde e a canzonarlo con insolita veemenza.
Ginny preferì restare in silenzio. Cercò di concentrarsi su altro che non fossero le battutine maligne di Ron o i rimproveri di Hermione verso Malfoy, ma non appena alzato lo sguardo si ritrovò due occhi verdi e luminosi addosso.
Harry la fissò per qualche istante; quindi le sue labbra sottili si piegarono in un sorriso dall’apparenza amichevole, che tuttavia aveva dell’enigmatico.
Ginny si ritrovò a chiedersi per l’ennesima volta a cosa stesse pensando…


TBC…



Vi è piaciuto il primo cap? Spero di sì!

Arrivederci alla prossima volta! Ah, prima di andarvene ricordatevi di lasciare un piccolo commentuccio, ok? ^___~ Ciaaaaoooo!!!

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Capitolo 2
*** Draco VS Ginny ***


NdGinny85: Eccomi di nuovo qua, sono il vostro peggiore incubo

 

Salve a tutti!!^__^

Bene, vedo ke la mia ficcina è piaciuta a qualcuno…x questo ho deciso di aggiornare prima, contente? Siete troppo, troppo gentili!!^______^

Vedrò se riuscirò d’ora in poi ad aggiornare ogni due o tre giorni, ma con l’inizio della scuola io nn ci conterei molto…^^

In particolare, x i loro commenti incoraggianti e il loro sostegno, grazie infinite a: verhobbi, phi phi, Angele87, Phoebe80 e Ayra (ma davvero la stai rileggendo x la seconda volta?? Caspita, sn commossa!^^)

A proposito, visto ke è una cosa ke mi hanno chiesto in parecchi: R&R nn indica una coppia di HP ma sta per Read&Reviews, ovvero Leggete e Commentate! E’ soltanto un piccolo invito da parte dell’autrice a commentare la sua opera!^__~

 

E adesso godetevi pure il secondo cap di Destined Hearts!

 

Buona lettura!!

Ginny85.


 


DESTINED HEARTS

 

 

 

° Capitolo 2: Draco VS Ginny °


Un altro anno era cominciato a Hogwarts. Per Harry, Ron ed Hermione questo sarebbe stato l’ultimo e il più impegnativo, tanto più per Hermione che era stata pure nominata Caposcuola. Ginny invece ne aveva ancora due da superare, il che non sarebbe stato molto semplice visti i programmi didattici a cui erano stati destinati gli studenti sin dal primo giorno di scuola.
Quella mattina, mentre si recava nella Sala Grande per il pranzo, il gruppetto in questione passò accanto a diversi Grifondoro, che si stavano lamentando sfacciatamente ad alta voce dell’orario delle lezioni.
“Ehi, guardate il lunedì ragazzi: due ore di Difesa contro le Arti Oscure, due pesantissime ore di Pozioni e altrettante di Divinazione! Ma che razza di orario è questo, secondo voi??!!”
Mentre passavano, Harry Ron ed Hermione, solidali, assentirono dicendosi d’accordo con loro. Strada facendo però, Hermione se ne uscì allegramente:
“A me non sembra poi tanto male questo orario. Forse perché al posto di Divinazione io faccio Aritmazia, inoltre voi non sembravate molto attivi alle lezioni di Fiorenzo e della Cooman, giusto?”
“Forse perché tu sei una secchiona irrecuperabile mentre noi no, Herm…” la rimbeccò stancamente Ron, beccandosi per questo una gomitata nel fianco.
I due cominciarono a litigare come sempre.
“Non trovi che siano carini?” scherzò Harry con tono sdolcinato rivolto verso Ginny.
La ragazzina annuì ridacchiando.
“A proposito Harry,” fece Ron liberandosi per un pelo dalla furia assassina della ragazza castana “non avevi un impegno prima di pranzo? Non fai che parlarne da stamattina!”
“Ah già, è vero! Scusate ragazzi, devo andare”
“Ciao!” lo salutarono tutti in coro.
Mentre il brunetto si allontanava correndo, Hermione chiese incuriosita dove stesse andando così di fretta.
“Credo che abbia ricominciato a vedersi con Cho…” rispose Ron distrattamente, ma si bloccò quando incrociò gli occhi chiari e tranquilli della sorella.
“S-scusami Gin…”
Ecco, ci risiamo!
Si sarebbe mai liberata di tutto questo? Ginny si accigliò, offesa.
“E di cosa, scusa?” sibilò rivolta al suo indirizzo “Non hai sentito quello che ho detto a Malfoy sul treno? O devo rinfrescare la memoria anche a te, fratellino?”
“A-Assolutamente no!” esclamò Ron arrossendo seduta stante, per la paura.
Hermione rise divertita, al che Ginny le scoccò un occhiatina complice.
***
“Per domani voglio una relazione sulla trasformazione dei bigattini in filo da cucire!” annunciò imperiosa la McGranitt ai suoi alunni, mentre tutti uscivano dall’aula di Trasfigurazione.
Ginny prese a passeggiare con una sua amica Tassorosso in direzione della Sala Grande, mentre questa si lamentava inorridita dei compiti che le aveva assegnato la Professoressa.
“Oh Ginny, dimmi tu come faccio a toccare quegli orribili cosi!! Io ODIO i vermi!!”
La rossa ascoltava il disperato monologo della sua compagna quasi distrattamente a dir la verità, nel frattempo che camminava con la faccia rivolta davanti a sé e i pesanti libri sotto braccio.
In particolare, la sua attenzione era stata attirata da una persona che in quel momento stava scendendo le scale dirigendosi verso di lei, seguita come sempre dal suo piccolo ‘corteo’.
“Salve piccola Weasley!” ridacchiò Draco Malfoy appena le fu abbastanza vicino, fissandola con i suoi occhi freddi “Com’è che oggi non sei in compagnia dei tuoi amichetti come al solito?”
Indossava il solito mantello nero con lo stemma del serpente ricamato sopra, in più Ginny notò con un pizzico di disgusto che sulla parte sinistra del petto vi era applicato un distintivo con su scritto a lettere dorate: ‘Caposcuola’.
Un Malfoy che fa il Caposcuola? Non mi stupisce proprio… pensò la ragazza prima di rispondere al saluto.
“Ciao Malfoy…” sibilò senza calore e fissandolo apertamente negli occhi.
Non si fermò ad aspettare una sua ulteriore risposta, anzi lo superò continuando a camminare, senza accorgersi che la sua compagna stava osservando prima lei, quindi il biondino, alquanto meravigliata. Invece Malfoy continuò a gridarle dietro, immobile al centro del corridoio:
“A proposito Weasley! Ho sentito che una smorfiosa Corvonero sta rubando il cuoricino del tuo perduto amore POTTER…dì un po’, non sei GELOSA?”
Zitto, ZITTO, accidenti!! Ma come fa lui a saperlo?!
Ginny sentì gli studenti intorno a loro fermarsi di colpo alle parole di Malfoy, e cominciare a ciarlare tra loro mentre la fissavano attenti. Un calore soffuso che partiva dalla gola la avvertì che stava arrossendo, ma lei fece comunque dietrofront per stare davanti al Serpeverde.
Un’espressione irata le attraversava ora il viso grazioso, mentre lo apostrofava con una violenza che non era sua.
“Perché non mi lasci in pace, Malfoy?!! Tu non sai niente di me, sei solo uno stupido, stupido PERDENTE!” sibilò a voce bassa, cercando di non attirare più di tanto l’attenzione.
“Oh-oh, la piccola rossa Weassy si sta scaldando!” la schernì Draco, causando altre risate generali. Scoppiò a ridere anche lui divertito, poi con un movimento del tutto inaspettato le passò un braccio attorno alla vita, attirandola a sé, quindi allungò la mano verso la sua folta chioma rossiccia e andò a sforarle i morbidi boccoli.
“Attenta dolcezza, ti vanno a fuoco i capelli se ti alteri troppo…” sussurrò con un sorriso maligno.
La ragazza avvertì un brivido attraversarle la schiena nel momento in cui si sentì schiacciare con poca grazia contro il mantello del Serpeverde, e si irrigidì da capo a piedi quando l’altro le sfiorò sfacciatamente il viso con le dita. Era ben consapevole che tutti intorno a loro la stavano fissando con espressione divertita o magari disgustata, e questo la fece rabbrividire e arrossire ancora di più.
“L-Lasciami Malfoy…” mormorò con voce tremante e imbarazzata, non osando guardarsi intorno né alzare lo sguardo sul giovane Serpeverde.
“E perché dovrei?” fu la risposta stracicata del ragazzo, che al contrario sembrava molto divertito della cosa e la fissava con i suoi occhi gelidi.
A quel punto Ginny alzò la testa e incontrò il suo sguardo ricolmo di cattiveria; con un movimento del tutto involontario strinse i pugni lungo i fianchi e…
SCIAFF!!
Ci era voluto un attimo. Il braccio dello scioccato Serpeverde si staccò da lei quasi subito, lasciandola finalmente libera. Persino Ginny dovette stupirsi della rapidità e la facilità con cui aveva schiaffeggiato quel ragazzo. Subito dopo però, si pentì amaramente di averlo fatto.
Malfoy la lasciò andare e indietreggiò di qualche passo. La rossa non aveva mai visto una luce simile nei suoi occhi. Certo, in quello sguardo da serpente aveva visto albergare un milione di sentimenti negativi e malvagi, ma mai un’espressione talmente…offesa. Offesa e risentita. Draco Malfoy sembrava colpito, colpito nel suo smisurato orgoglio, ed era questo ciò che la spaventava di più. Forse il fatto che una ragazza, per di più una Weasley, l’avesse schiaffeggiato davanti a tutti era per lui un affronto ben più grande di quello di finire trasformati in furetto da un falso insegnante!
Ginny rabbrividì quando i suoi duri occhi di diamante la trapassarono da parte a parte, quasi volessero incenerirla solamente con quel contatto.
“Questo non dovevi farlo, Weasley…NON dovevi farlo…” sibilò Draco con una nota di malignità e lucido sadismo nella voce, mentre si teneva la guancia ancora bruciante con la stessa mano che un attimo prima aveva osato toccarla.
“Io…io…”
Ginny balbettò impaurita, cominciando seriamente a temere per la sua incolumità. Ormai si aspettava solamente che Malfoy estraesse la sua bacchetta e pronunciasse una maledizione su due piedi, tanto per fargliela pagare.
Ma per sua fortuna, ciò non accadde.
Rivolgendole un ultimo, rabbioso sguardo, il biondo Serpeverde fece dietrofront e si allontanò a testa alta, con l’aria di chi aveva appena accettato una sfida. Ginny sospirò, rilassandosi come un salvagente sgonfiato contro il muro.
L’ho scampata bella… pensò mentre i brividi le percorrevano ancora la schiena.
Si guardò la mano, ancora rossa e dolorante per il brusco contatto con il viso del biondino. Perfino il suo corpo risentiva ancora del contatto ravvicinato che aveva avuto con Malfoy, il che naturalmente non le faceva affatto piacere.
Erano rimaste solamente in due in mezzo al corridoio, lei e la sua compagna, mentre tutti gli altri si erano ormai stancati dello spettacolo ed erano tornati tranquillamente alle loro attività.
“Non posso crederci!” esclamò la ragazza al suo fianco dopo qualche attimo di pausa “Tu e Malfoy vi conoscete??!!”
“Se così si può dire…” mormorò Ginny con una smorfia.
Si era dimenticata che tra le ragazze di Serpeverde e Tassorosso Draco Malfoy era piuttosto popolare e corteggiato.
Cosa ci trovano poi in quel pallone gonfiato, devo ancora capirlo! pensò Ginny aggrottando la fronte mentre si dirigevano in Sala Grande per il pranzo, visto che erano già in ritardo, inoltre lei già sapeva che avrebbe trascorso il resto del pomeriggio in biblioteca a studiare.
***
“ODDIO GINNY, STAI BENE??!! DIMMI DI SI’, TI PREGO!!”
Virginia Weasley alzò frastornata la testa dal libro che stava leggendo in tutta tranquillità, nel momento in cui un tornado investiva la Sala Comune e quattro o cinque studenti finivano a gambe all’aria sul pavimento. Poi, quando iltornado’ in questione si fu fermato davanti a lei e le ebbe gridato le parole in questione, Ginny lo riconobbe subito come la sua amica Hermione Granger.
Guardandola, la rossa pensò divertita che doveva aver percorso tutto il perimetro della scuola di corsa. Rossa in viso e sbuffante, i crespi capelli tutti arruffati, Hermione le prese rapidamente le mani nelle sue cominciando a dondolarle violentemente su e giù mentre le parlava, anzi le gridava in faccia.
“Ti prego-ti prego-ti prego, dimmi che stai BENE! Dimmi che quel bruto di un Malfoy non ti ha nemmeno sfiorata! Mioddio quando l’ho saputo sono corsa subito, a scuola non si parla d’altro oggi! Ma è vero che Malfoy ti ha dato un pugno e che avete ingaggiato un combattimento di karate in corridoio?!”
Combattimento di karate?!
“Beh ecco, non è proprio andat…”
“E poi perché non sei tornata subito in Sala Comune oggi?! Noi eravamo COSI’ preoccupati per te e ti abbiamo cercato dappertutto, ma tu…”
“Hermione CALMATI!” gridò Ginny alzandosi e prendendola per le spalle, tentando disperatamente di fermare il suo snervante saltellare.
Intorno alle due intanto si era formato un piccolo pubblico di curiosi, che non mancarono naturalmente di osservare e commentare la scena.
“Io sto benissimo. Lui non mi ha per niente…sfiorata…quasi…” mormorò Ginny, arrossendo involontariamente sulle gote.
A quelle parole pronunciate con gran calma, Hermione si immobilizzò, continuando comunque a tenere la bocca spalancata e un’espressione sconvolta stampata in faccia.
“Davvero? Nei sei sicura?!”
“C-Certo che sì. E poi…non è vero che è stato lui a picchiarmi per primo…semmai sono stata io a cominciare…”
“COSA?!”
“Ti prego Herm, non urlare!”
“Ops, scusa…”
Ginny tornò a sedere e si ficcò abbattuta le mani nei capelli. Al che Hermione alzò gli occhi e si guardò intorno, imbarazzandosi subito per lo spettacolo gratuito che stavano dando. A quel punto si sedette accanto all’amica e le sussurrò, a voce notevolmente più bassa e contenuta:
“Scusami…ma cosa significa che sei stata TU a cominciare?”
“Significa che IO ho schiaffeggiato LUI, non viceversa!”
“Davvero? E come è successo??!”
Ginny le spiegò in breve come erano andati realmente i fatti, non evitando di citare il momento in cui Malfoy l’aveva ‘abbracciata’ non molto gentilmente.
“L’hai davvero preso a schiaffi davanti a tutti? Ma è fantastico!” ridacchiò Hermione al termine della sua esposizione dei fatti.
Sembrava piuttosto divertita mentre si immaginava la scena con gli occhi della mente. Ginny la fissò accigliata, l’acceso colorito sulle guance perennemente presente.
“Non è
una cosa di cui vantarsi, Herm. Io ho picchiato un ragazzo! E solo perché mi stava prendendo un po’ in giro…”
“Ma scusa, non ti sembra una buona giustificazione questa?”
“Beh…”
Ginny tacque, facendo una pausa un po’ troppo lunga per Hermione.
“Ehm, Ginny?”
La rossa si scosse da quello stato di concentrazione mentale e fissò senza vedere la sua amica Hermione.
“Sì?”
“Stavi dicendo qualcosa? Non ho sentito la tua ultima frase…”
Il viso di Ginny si illuminò di colpo, e le sue gote lentigginose somigliavano a delle fragole mature mentre rispondeva all’amica.
“Niente, non è più importante. Stavo solo pensando che forse hai ragione tu, ho fatto BENISSIMO a schiaffeggiare quel bruto di un Serpeverde narcisista. E’ stata la giusta punizione per avermi umiliata dinanzi a tutta la scuola!”
Hermione Granger fissò perplessa e stupita la sua amica, senza sapersi spiegare quel suo repentino cambio di opinione. Non poteva credere che solo un attimo prima Ginny stesse cercando di incolparsi per un gesto compiuto in un momento di rabbia…nei confronti di un Malfoy per di più!
Malfoy… pensò sprezzante la giovane strega Senza dubbio la razza di maghi più disgustosa e malvagia al mondo! Picchiare uno come loro non farebbe un soldo di danno!
“Herm?”
“Sì, Ginny, che c’è?”
Abbandonando il pensiero di poco prima, la ragazza castana si concentrò nuovamente sull’amica, la quale la fissava ora con espressione supplichevole.
“Cosa succede, Gin…?”
“Ascolta, devi ASSOLUTAMENTE farmi un favore…” mormorò Ginny prendendole le mani e fissandola come non aveva mai fatto prima.
Sembrava preoccupata, ed Hermione si chiese quale ne fosse il motivo.
“Certo…se posso…” annuì con poca convinzione.
“Promettimi che non lo dirai a mio fratello…e a Harry…” concluse Ginny arrossendo inevitabilmente.
Hermione sorrise brevemente, capendo al volo, e fece per rassicurarla.
“Non ti preoccupare, non parlerò. Ma…Ginny, quante persone hai detto che c’erano davanti a voi al momento del ‘fattaccio’?”
“Beh, non lo so…una diecina forse…” ricordò la rossa.
Hermione fece una smorfia sconsolata.
“Beh, allora mi dispiace per te...ma credo che a quest’ora, considerato il ritmo con cui si estendono i pettegolezzi in questo posto, lo saprà mezza scuola quello che è successo…”
“…m-ma può darsi che LORO ancora non lo sappiano!!” si affrettò ad aggiungere Hermione, leggendo lo sguardo vagamente sconvolto dell’amica.
***
Malgrado le successive rassicurazioni di Hermione, Ginny prese davvero in gran considerazione le parole della sua amica, e per lei non solo quel giorno, ma anche i successivi si tramutarono in un vero e proprio incubo. Tutta la scuola sembrava conoscere ogni minimo particolare di quello che era successo tra lei e Malfoy, e non passava momento in cui camminando per i corridoi era costretta ad ascoltare le chiacchiere velenose delle ragazze di Serpeverde; senza parlare poi di quelle di Tassorosso, le quali da qualche tempo sembravano aver maturato nei suoi riguardi un odio profondo per aver osato toccare il bel biondino. Solamente i Grifondoro, suoi compagni, si avvicinavano per farle i complimenti per il suo coraggio, ma anche questo non la faceva sentire molto meglio. Per farla breve, la nostra Virginia si sentiva osservata da tutto e tutti all’interno di Hogwarts, e questa appariva una cosa inaudita per lei che passava sempre inosservata da tutti, un avvenimento inconcepibile, che la faceva morire di vergogna. Era come se fosse diventata tutt’un tratto una celebrità al pari di Harry Potter!
E in effetti l’unico, anzi gli unici, dei suoi amici che ancora non le avevano detto nulla al riguardo erano proprio lui e Ron, riflettè una mattina la rossa, mentre percorreva sola soletta il corridoio con insolita circospezione per recarsi a lezione di Difesa contro le Arti Oscure.
Stava proprio meditando su questo fatto, quando una voce a lei molto familiare la fece bloccare a metà strada.
“Gin! Ehi, GIN!!”
Si voltò. Suo fratello Ron, chiaramente eccitato, stava correndo spedito verso di lei, con i libri di Divinazione sotto braccio che rischiavano di cadergli da un momento all’altro.
Cosa vuoi Ro…?” cominciò Ginny, ma si fermò di colpo quando dietro al ragazzo dai capelli rossi scorse chiaramente Harry, che correva al seguito di suo fratello verso di lei. A quel punto la ragazza arrossì vivamente, augurandosi di scomparire il più presto possibile sotto terra.
“Vieni qui sorellina, fatti abbracciare!!” esclamò Ron non appena l’ebbe raggiunta, allargando le braccia verso di lei con un sorriso a trentadue denti e l’aria inquietante.
Ginny indietreggiò imbarazzatissima. Guardò Ron, poi di nuovo Harry che sorrideva al pari del fratello, e balbettò un timido:
“M-Ma cosa succede? Perché siete così contenti?”
“Come perché?!” replicò Ron con orgoglio malcelato “Ho appena saputo da Paciock e Finnigan che la mia sorellina ha picchiato un Malfoy davanti a tutti, e mi chiedi perché sono così contento?! Avrei voluto essere lì per godermi la scena, sei stata grande!!”
Oh no, ancora!! Ma quando finirà questa storia?! si chiese la rossa con rassegnazione mentre ascoltava passivamente le lodi di Ron.
“Sei stata davvero coraggiosa Virginia…” aggiunse a quel punto Harry con un sorriso, causandole naturalmente un mezzo infarto con conseguente arrossamento del viso.
“M-ma no, io…non ho fatto proprio niente…” sussurrò Ginny abbassando la testa e sperando che quella tortura finisse presto.
Per sua fortuna, all’improvviso lo sguardo di Ron cadde sul suo orologio, e il ragazzo esordì in un:
“Accidenti, siamo in ritardo per la lezione di Fiorenzo! Andiamo Harry, forza!!”
Meno male…
Ginny sospirò, pensando che l’avrebbero lasciata finalmente in pace. Infatti Ron fece per andarsene, ma Harry rimase fermo dov’era, continuando a fissarla con interesse.
E adesso cosa c’è?
“Ehi Harry, vuoi muoverti?!!” lo chiamò Ron da lontano facendogli un cenno con il braccio.
“Per favore Ron, dì alla professoressa Cooman e a Fiorenzo che farò un piccolo ritardo, ok?” replicò Harry senza staccare gli occhi da Ginny, che era diventata a metà strada tra un pomodoro e un peperone.
“Oh…va bene Harry, allora ci vediamo dopo. Sono fiero di te, sorellina!”
Con quell’ultimo antisonante complimento il ragazzo dai capelli rossi corse via, scomparendo a tempo di record per le scale e lasciando il brunetto e Ginny completamente soli. La rossa si guardò ansiosamente intorno: il corridoio a quell’ora era vuoto per via delle lezioni già cominciate nelle varie aule, e il fatto che l’altro la guardasse da mezzo minuto senza proferir parola la stava innervosendo non poco.
“S-Senti Harry…” cominciò con un sorriso forzato “…anche io sono molto in ritardo, perciò se non ti dispiace vorrei andare…”
“No, aspetta un attimo per favore…”
Il ragazzo dai capelli corvini l’afferrò per un braccio, constringendola seppur gentilmente a starlo a sentire. Il suo tono era molto serio mentre le parlava a voce leggermente più bassa del normale:
“Senti…lo so che forse tu mi odierai per quello che è successo l’anno scorso, e ti assicuro che mi dispiace moltissimo per quello che ho fatto. Ma vorrei che tu mi considerassi ancora come un amico, Virginia…non voglio che continui a soffrire ripensando al passato…”
Sì, è facile per te… pensò tristemente Ginny, prima di rispondergli con un falso sorriso e un altrettanto falso tono di voce gioviale.
“Ti sbagli Harry, io non ti odio affatto. Per me sei sempre stato un caro amico e lo sarai anche in futuro…”
A quelle parole così convincenti, il viso rotondo del ragazzo si illuminò di colpo e così anche i suoi occhi verdi, come se la frase della rossa gli avesse tolto di dosso un tremendo peso che lo tormentava da tempo.
“Bene, mi fa piacere che sia tutto a posto allora…” sorrise Harry con aria amichevole lasciandole andare il braccio e facendo per andarsene anche lui.
Ginny annuì, continuando a sorridergli come le riusciva tanto bene da un po’ di tempo a quella parte.
“A proposito…” aggiunse all’improvviso Harry tornando indietro di qualche passo “anch’io ho saputo a grandi linee cos’è successo con Malfoy l’altro giorno…”
Le gote di Ginny si infiammarono di nuovo, ma il brunetto continuò come se niente fosse:
“Sappi che se quel serpente osa di nuovo infastidirti dovrà fare i conti con me, stavolta…se succede non esitare a chiamarmi subito, ok?”
“Oh…sì, certo. Ti ringrazio Harry…” sorrise sinceramente Ginny di rimando.
Il ragazzo le rivolse un ultimo sorriso, poi la salutò con un cenno della mano e rapidamente si allontanò dalla sua vista. Per un po’ la ragazzina lo guardò andare via, immobile al centro del corridoio sgombro e silenzioso, incurante del tempo che passava o di quello che avrebbero potuto dirle una volta tornata nella sua aula.
Quando Harry non fece più parte della sua visuale, Ginny diede un profondo sospiro e socchiuse gli occhi, mentre una calda e solitaria lacrima le rigava silenziosamente il viso…



TBC…


 

NdA: Ringrazio sentitamente quelli che hanno detto la loro e continueranno a farlo. Cmq grazie anche solo se leggete.

A presto con il terzo capitolo e le dediche! Ciao ciao!^___~
Ginny85.

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Capitolo 3
*** Incontri pericolosi ***


Ehilà, ciao a tutti

Ari-eccomi qui!!^^ Mi stavate aspettando?? Come no, posso immaginarlo… -_-;;;;
Ehm, prima di cominciare vorrei ringraziare Phi Phi,
Angele87 e Lili per i loro graditissimi commenti. Mi fanno davvero molto, molto piacere!

Poiché sono relativamente nuova di EFP, mi piacerebbe sapere se c’è qualcosa ke devo migliorare nello stile, nei personaggi, o semplicemente se la storia vi piace almeno un po’. Perciò aspetto altri commenti, nn mi deludete!!!^______^

 

Buona lettura col terzo cap!!

Ginny85.



 


DESTINED HEARTS

 

 

 

 

° Capitolo 3: Incontri pericolosi °


Era passata una settimana da quella conversazione, e novembre era ormai alle porte.
In un cupo pomeriggio di fine ottobre tutti gli studenti di Grifondoro del sesto anno si ritrovarono, un po’ di malavoglia, nel freddo e oscuro scantinato dove il professor Piton teneva le sue difficili lezioni.
Ginny non era mai stata particolarmente brillante a Pozioni, e neanche ci provava a dirla tutta. Come suo fratello, anche lei aveva ereditato un innato risentimento verso l’insegnante di Pozioni, responsabile della casa dei Serpeverde e perennemente in guerra con Harry Potter e i suoi amici. Anche a lei quindi, assistere alle lezioni di Severus Piton non recava il massimo della felicità. Tanto più che quel pomeriggio Ginny aveva ben altro a cui pensare: era di cattivissimo umore, e guarda caso quel suo stato d’animo se lo portava dietro da quando Harry le aveva detto quelle cose riguardo alla loro amicizia. Se ci ripensava le veniva ancora da piangere, come aveva fatto per il resto di quel pomeriggio chiusa nel suo dormitorio.
Lì per lì c’era rimasta davvero male a sentirlo parlare in quel modo. Come se lei avesse potuto con un semplice gesto cancellare dalla mente tutti quegli anni passati a corrergli dietro, o dimenticarsi di tutte le poesie sdolcinate a lui dedicate che aveva appuntato sul suo diario, e che anche quando stavano insieme non gli aveva mai fatto leggere…come se da un giorno all’altro avesse potuto tornare a trattarlo come quando si erano conosciuti, ben sei anni prima. L’aveva presa per un robot, per caso?
“Signorina Weasley…?”
Sì, era vero…Ginny lo stava dimenticando, un po’ lentamente forse, ma non poteva mica farlo a tempo di record come voleva lui! Certe ferite guariscono più in fretta, altre invece ci mettono un po’ di più a scomparire…
Ognuno ha i suoi tempi, caro Harry…  aveva pensato Virginia con decisione dopo averci ragionato su, e soprattutto dopo aver smesso di piangere come una fontana. Lei era grande ormai, non poteva mica fare tutte quelle storie solo per un ragazzo che non teneva a lei! O sì?
Chissà se anche altri soffrivano come stava soffrendo lei, o se si erano mai sentiti presi in giro da qualcuno a cui tenevano…
“Signorina Weasley?!”
E mentre si chiedeva questo, stranamente, Ginny ripensò alle parole di Draco Malfoy sul treno, quando erano in viaggio per Hogwarts...
// “Lasciami stare Malfoy…tu non capisci nulla di quello che provo…”//
// “Ne sei sicura, Weasley?” //
Forse lo aveva fatto per distrarsi un po’ dal pensiero di Harry, ma adesso le stava tornando in mente quella conversazione e la frase che Malfoy aveva detto, la quale non riusciva ancora a spiegarsi.
Chissà cosa voleva dire Malfoy con quelle parole…
E di conseguenza, la rossa ripensò con una punta di amarezza anche all’ultimo sgradevole incontro che aveva avuto con il biondo Serpeverde, quando aveva finito per schiaffeggiarlo…e purtroppo prese a pensarci su proprio mentre era seduta nell’aula di Pozioni, incurante della lezione che stava tenendo Piton in quel momento.
“SIGNORINA WEASLEY??!!!”
“SI’ PROFESSORE!!”
Ginny urlò e balzò in piedi come se l’avesse appena morsa una tarantola, distogliendosi in fretta dai suoi pensieri. Con suo gran rammarico, prese immediatamente cognizione della situazione in cui si trovava: metà classe si era voltata a guardarla, compreso il professore di Pozioni, il quale aveva un aspetto orribile, forse dovuto al fatto che aveva appena gridato il suo nome con quanto fiato aveva in gola.
Un silenzio di tomba si era impossessato dello scantinato, illuminato vagamente da alcune candele arancioni.
“Bene, bene, Signorina Weasley…” sibilò l’insegnante di Pozioni cominciando a camminare verso il suo banco.
Ginny deglutì, ben consapevole di essere visibilmente arrossita, mentre Piton si fermava proprio davanti a lei, fissandola con un ghigno malefico dipinto sul volto olivastro.
“Se mi permette l’osare, signorina Weasley, posso chiederle cosa la spinge a presentarsi ancora alle mie lezioni, quando è chiaro che non ha alcuna intenzione di lavorare al nostro programma?”
Capendo a cosa si stesse riferendo, la rossa abbassò subito gli occhi sulla pozione di guarigione che ‘avrebbe’ dovuto tenere d’occhio: mentre quelle dei suoi compagni avevano assunto un rasserenante colore azzurrognolo, la sua era diventata di una preoccupante sfumatura violastra e fumava visibilmente.
Leggendo lo sguardo mortificato della sua studente, il ghigno di Piton si allargò notevolmente mentre compiaciuto le infliggeva la sua tremenda punizione.
“Cinquanta punti in meno a Grifondoro, signorina Weasley, a causa della sua scarsa serietà nel lavoro…”
“Ma profess…”
“…e in più, Signorina Weasley, credo che dovrà restare qui dopo la lezione, finché la sua pozione non verrà su nel modo giusto. Cosa che dubito, dal momento che non ha neanche prestato attenzione alla mia spiegazione…” concluse l’uomo con un sibilo molto simile a quello di un serpente.
Ginny sospirò e ricadde sulla sedia, sconvolta e umiliata. Decisamente, quella non era la sua giornata migliore.
***
Tirò un sospiro di sollievo. Finalmente si trovava fuori da quella cantina buia e puzzolente! Piton l’aveva tenuta lì rinchiusa fino a quasi mezzanotte, costringendola a ricordare la complicata formula della pozione di guarigione senza l’ausilio dei libri. Un’impresa impossibile anche per la stessa Hermione Granger!
Alla fine lei aveva domandato forfait, ovvero aveva chiesto perdono quasi in ginocchio all’insegnante, il quale si era fatto convincere solo dopo aver tolto altri dieci punti a Grifondoro, “per la sua incapacità a chiedere scusa come si deve…”
Al limite dell’umiliazione, Ginny sospirò di nuovo mentre saliva le scale e imboccava velocemente il corridoio principale, alla volta del suo dormitorio. A quell’ora nel castello aleggiava un’atmosfera particolarmente inquietante: la visibilità nei corridoi era scarsissima, visto che era rimasta accesa solamente la metà delle candele, e in più faceva un freddo tremendo da gelare le ossa.
Improvvisamente il rumore di una porta cigolante che si chiudeva la costrinse a fermarsi. Ginny si immobilizzò, stringendo forte i suoi libri sotto il mantello, in preda all’ansia e ai brividi. Qualcuno stava camminando nella sua direzione, poteva sentire chiaramente un rumore di passi strascicati nel silenzio che circondava la scuola a quell’ora della notte.
Con il cuore che le batteva all’impazzata, la rossa decise di togliersi dal centro del corridoio, andando a ripararsi dietro una delle colonne di marmo. Vi poggiò la schiena, respirando a fondo e rimanendo in attesa. Il rumore di passi adesso sembrava svanito, l’unico rimasto era quello del suo respiro accelerato e dei battiti incessanti del suo cuore.
Ginny chiuse gli occhi, imponendosi di calmarsi, dicendosi che non era nulla di preoccupante…in fondo le mancavano da percorrere solamente due corridoi prima della Sala Comune, dopo sarebbe stata al sicuro…
Con quel pensiero in testa e desiderosa di togliersi di torno, Ginny si voltò rapidamente senza nemmeno aprire gli occhi. Come risultato andò a sbattere violentemente contro qualcuno o qualcosa di morbido, ritrovandosi per terra stordita. Sentì qualcuno sussurrare uno stupito “Ehi tu!”, ma non si azzardò a guardare in alto, almeno finché non fosse stata sicura di chi o cosa le stesse davanti – cosa tra l’altro impossibile, se avesse continuato a tenere gli occhi chiusi.
“Tutto bene?” domandò una voce fredda e strascicata, rompendo il silenzio che si era venuto a creare.
Ginny spalancò subito gli occhi e guardò in alto, mentre riconosceva senza ombra di dubbio il padrone di quella voce.
Oh, accidenti…!
Draco Malfoy la fissò con aria disturbata per qualche istante, poi, con sua gran sorpresa, si mosse ad aiutarla. Ginny fissò meravigliata la sua mano pallida, che egli teneva tesa davanti a lei, in attesa.
“E dunque, vuoi deciderti ad alzarti?! Non posso mica stare qui tutta la notte!” sibilò il biondino dopo un minuto, agitando la mano tesa con impazienza.
La ragazza si scosse frastornata e avvicinò la sua, che Malfoy strinse con vigore permettendole di alzarsi dal pavimento gelido.
“G-Grazie…”
A quel punto cominciò a raccogliere in silenzio i libri che si erano sparpagliati attorno a loro al momento dell’urto. Il biondino intanto la osservava con un’espressione enigmatica, tra lo stupito e lo scocciato, mentre nessuno dei due si decideva a parlare.
“E allora?” le chiese infine quando ebbe raccolto tutte le sue cose.
La rossa sbatté ripetutamente le palpebre, fissando quei freddi occhi grigi e la sua espressione glaciale.
“Allora…che cosa?”
“Che ci fai in giro a quest’ora, Weasley?” sibilò Malfoy con impazienza, portandosi le mani sui fianchi e scrutandola torvo.
Prima di rispondere, Ginny abbassò lo sguardo sul suo mantello nero e subito notò il luccicante distintivo di Caposcuola. A quel punto sbottò stizzita:
“Potrei fare la stessa domanda anche a te, Malfoy!”
Il biondo Serpeverde roteò gli occhi con crescente disturbo.
“Sveglia Weasley! Non lo vedi il distintivo? Io sono un CAPOSCUOLA, per cui ho il dovere di controllare la scuola di notte!”
“TSK!”
Ginny sbuffò offesa, quindi gli diede le spalle e prese a camminare nella direzione opposta. Ma in un attimo il biondino le fu di nuovo davanti, bloccandola con la sua persona.
“Non hai risposto alla mia domanda, Weasley…” mormorò con un ghigno malefico che le dava i nervi.
“E perché dovrei risponderti? Che ne so io cosa TU combini VERAMENTE di notte, scusa!”
“Andiamo Weasley, non ho tempo per questi giochetti da neonati! Tu dimmelo e io ti lascio andare…”
“Fatti gli affari tuoi, Malf…!”
Ma la mano di Draco le tappò la bocca a velocità disarmante, senza permetterle di finire. Cavolo, quant’era fredda!, fu tutto quello che Ginny poté pensare mentre i brividi si impossessavano della sua schiena e le si mozzava il respiro. Le sembrava di rivevere la scena di qualche giorno prima, con l’unica attenuante che adesso non era circondata da studenti e studentesse pettegoli. Subito tentò di divincolarsi da quella stretta possente, invano.
Il ragazzo si voltò un attimo indietro accigliato, quindi tornò a guardarla negli occhi e si portò un dito davanti alle labbra, sussurrando:
“Sssh, non fiatare! Sta arrivando qualcuno…”
Ginny si sentì trascinare di peso fin dentro una stanza completamente al buio, dove si ritrovò schiacciata contro la parete accanto alla porta socchiusa. Il Serpeverde le stava pericolosamente appiccicato, la mano saldamente premuta sulle sue labbra, il viso rivolto allo spiraglio di luce che dava nel corridoio.
Maledizione Malfoy,lasciami!!!, gridò Ginny dentro di sé, non ottenendo però grandi risultati.
Il biondino trattenne il respiro, mentre seguiva con lo sguardo il professor Piton che attraversava il corridoio nel punto dove un attimo prima si erano incontrati loro due. Per un pelo non li aveva visti, pensò con un brivido.
Poi, quando il pericolo fu cessato e i passi dell’insegnante si furono persi in lontananza, Malfoy sospirò sollevato, senza accennare comunque a muoversi.
Solo dopo qualche minuto Ginny, che dalla sua posizione costretta non aveva visto granché, avvertì la sua stretta allentarsi gradualmente. Alzò gli occhi, incontrando subito quelli grigi e intensi di lui, e troppo tardi si accorse di quanto i loro visi fossero vicini. Per un momento che sembrò durare un’eternità, finì col perdersi in quello sguardo profondo come il mare in tempesta, freddo ma al tempo stesso ardente.
Lo stesso valse anche per il biondino, naturalmente. Per qualche attimo entrambi rimasero immobili, respirando più lentamente del solito, mentre lui scrutava attento i profondi occhi azzurri della ragazza che aveva dinanzi.
Poi, qualcosa scattò nella mente di entrambi.
Ginny diede un violento strattone, liberandosi così dalla sua mano che ormai la stava soffocando, mentre Draco faceva letteralmente due balzi indietro con espressione profondamente disgustata.
“Scusa…” mormorò freddamente quando la rossa lo fulminò con il suo sguardo.
Sì, scusa! Bella fortuna incontrare un Malfoy in piena notte! pensò Ginny con stizza.
“E poi, si può sapere cosa c’era di così PERICOLOSO in corridoio?!” commentò ad alta voce, mentre insieme uscivano dalla stanza e prendevano a camminare in una direzione a lei ignota.
“So che non mi crederai, ma il professor Piton è appena passato di qua e stava per scoprirci!” fu la risposta spazientita del biondo Serpeverde.
“Oh…davvero?”
Ginny si fermò di colpo. Lui si bloccò a sua volta e si voltò per guardarla scocciato.
“Cosa c’è ora?!”
“Niente!” si affrettò a dire la giovane riprendendo a camminare al suo fianco, mentre i loro passi rimbombavano leggeri per i vuoti corridoi del castello.
Malfoy camminava leggermente più veloce e avanti a lei, quasi avesse fretta di arrivare da qualche parte. Dopo aver lasciato il corridoio principale ne imboccarono un altro sulla sinistra, umido, freddo e apparentemente senza fine.
Vorrei proprio sapere dove mi sta portando… pensò Ginny dopo qualche secondo, lanciando occhiate scrutatrici al biondino che aveva di fianco.
Stava incominciando a sentirsi imbarazzata dalla presenza di Malfoy e…impaurita. Non aveva certo dimenticato che, molto probabilmente, lui era ancora deciso a fargliela pagare per la scenata di quel giorno. E se l’avesse portata in un’altra stanza buia per farle qualche cosa di terribile, tipo una maledizione, uno Schiantesimo…o peggio?!!
Calma Virginia, calma. Malfoy non la passerebbe certo liscia se si scoprisse che ha maltrattato una studentessa…tanto più ora che è Caposcuola!
Quel pensiero la rincuorò un poco, ma non troppo. E lei aveva troppa paura per chiedere spiegazioni.
Il cunicolo dove adesso erano finiti dopo aver abbandonato il corridoio secondario era molto più buio e stretto. Ginny non credeva di averlo mai visto prima d’ora. Ormai, il rumore dei suoi passi affrettati dietro Malfoy era stato coperto quasi del tutto dai battiti frenetici del suo cuore, e ogni centimetro che percorrevano la rendeva più consapevole di una fine certa.
“Di qua” sibilò ignaro Malfoy, imboccando una porta consumata dal tempo e dall’umidità.
Ci siamo, questa è una stanza sigillata, ne sono sicura!! singhiozzò Ginny ormai disperata, dandosi dell’idiota per aver seguito inconsciamente il ragazzo.
Ma ben presto si accorse di essersi sbagliata. La porta che avevano appena oltrepassato conduceva ad un ennesimo corridoio, il quale li portò direttamente davanti al ritratto della Donna Grassa.
Fissandolo allibita, Ginny non poté fare a meno di sospirare tra sé, come fosse rinata.
“Avanti, entra prima che ti veda qualcuno…” ordinò Malfoy spingendola non troppo cortesemente verso l’apertura.
Ancora piena di sorpresa, Ginny fece due passi in quella direzione; ma poi si voltò nuovamente verso il ragazzo, che la fissava impaziente di vederla sparire.
“Cosa c’è adesso, Weasley? Ti ho accompagnato fino al tuo dormitorio, cosa vuoi di più?!”
“Ma…perché…?” balbettò Ginny, arrossendo.
Osservò il viso del biondino cambiare stranamente espressione, mentre le sue labbra sottili venivano attraversate da un sorrisino divertito, così come i suoi occhi grigi.
“Primo: anche se non ti fa piacere sono un Caposcuola, ed è mio dovere aiutare gli studenti in difficoltà…”
“Ma io non era affatto in difficoltà!” spiegò Ginny accigliata “Sei tu che mi hai spaventata comparendo all’improvviso…”
“Secondo” la interruppe il Serpeverde con tono irritato “…qualcuno potrebbe vederci insieme, e questa è l’ultima cosa che voglio…”
A quel punto Malfoy si zittì, ma vedendo che Ginny continuava a guardarlo con aria poco convinta, aggiunse a voce più bassa e con un sorriso divertito:
“Ma tu sicuramente ti starai chiedendo perché non sono più arrabbiato con te per quella faccenda, vero? Credimi dolcezza, la voglia di rifilare una bella lezione alla Weasley che ha osato toccarmi davanti a tutti c’è, eccome!” esordì il biondino maligno, facendo così trasalire la povera Ginny.
“Ma d’altra parte…” continuò tornando di colpo serio “…non sono sicuro di volerlo fare...”
Ginny non riusciva a capire, e sbatté più volte le palpebre attonita.
“Ma scusa, per…?”
“Non chiedermi il motivo, perché a dirtela tutta non lo so nemmeno io…” la interruppe lui scuotendo la testa.
I suoi occhi grigio tempesta indugiarono per un lungo istante su Ginny, ancora immobile davanti al ritratto. Infine, senza alcun gesto di saluto, Draco Malfoy fece dietro front allontanandosi rapidamente e svanendo in lontananza come un’ombra.
***
L’incontro con il famoso Serpeverde quella notte aveva acceso in Virginia una curiosità morbosa, fuori dal comune. Perché Malfoy le aveva detto quelle cose?, si chiedeva senza sosta mentre se ne stava al caldo nel suo letto, cullata dalla dolce oscurità del dormitorio delle ragazze.
La finestra accanto al suo letto era leggermente socchiusa e una brezza frizzantina penetrava silenziosamente attraverso le tendine, rinfrescando quanto bastava l’ambiente.
Senza volerlo, Ginny cominciò a fantasticare su di lui: Draco Malfoy non aveva mai avuto tanta attrattiva per lei. Certo era un bel ragazzo, ma non era uno di quelli cosiddetti ‘affidabili’. Tutti a scuola sapevano che suo padre era finito ad Akzaban con l’accusa di essere un Mangiamorte, e lui molto probabilmente avrebbe fatto la stessa brutta fine, di questo era quasi convinta. E poi, c’era da ricordarsi che lui la odiava, così come odiava i suoi fratelli e i suoi genitori…ed Harry…
Però, ripensandoci, doveva dire che il Serpeverde era stato quasi gentile con lei quella sera, a cominciare da quando l’aveva ‘salvata’, per così dire, da Piton, per poi acompagnarla fino a davanti la Sala Comune di Grifondoro. Non che l’avesse fatto per spirito di amicizia o gentilezza, questo era certo. Le venivano ancora i brividi se riviveva con la mente l’attimo in cui aveva avvertito il tocco della sua mano fredda su di sé, in quella stanza buia…paradossalmente si era sentita andare a fuoco da quel contatto, forse perché era consapevole di CHI la stesse sfiorando. Per la prima volta poi, era riuscita a guardarlo negli occhi per più di due secondi: quegli occhi grigi e ipnotizzanti l’avevano fissata a lungo, quasi a volerla trafiggere…in quel momento le erano parsi talmente intensi e avvolgenti…non aveva mai visto degli occhi così…
Uscendo di colpo da quello stato di veglia, Ginny si rigirò nervosamente nel suo letto, stupendosi dei suoi stessi pensieri.
Ma che sto facendo?! Sto pensando a Malfoy?! IO sto facendo degli APPREZZAMENTI su di LUI??!! Devo essere impazzita del tutto, allora…
Poteva essere sconvolta per questo – e ne aveva tutti i motivi – tuttavia ERA successo: per un attimo aveva pensato a Draco Malfoy in un modo che non si sarebbe mai immaginata, nemmeno nelle sue più sfrenate fantasie. Già, per un istante indefinibile Ginny l’aveva visto sotto una luce diversa dal solito, una luce più gentile e, sì, più affascinante. Forse era dovuto al suo stato d’animo in quel momento, ma in qualche modo la visione che aveva avuto di lui quella notte l’attirava morbosamente.
Come una falena può essere attratta dalla luce di una fiamma… pensò senza nemmeno accorgersene un attimo prima di addormentarsi profondamente.
***
La mattina dopo si sentiva a pezzi. Non aveva dormito abbastanza, in quanto uno strano e sconvolgente sogno l’aveva tormentata per tutta la notte: si trovava in un’aula d’esame completamente sola – cosa strana, visto che non era ancora arrivata al settimo anno – e al posto del solito insegnante ad interrogarla c’era niente di meno che…Draco!
Draco…
Improvvisamente e senza alcun motivo apparente, dopo quella notte Ginny aveva preso a chiamarlo con il suo nome proprio, ma questo solo nella sua mente, visto che davanti ai suoi amici continuava a riferirsi a lui semplicemente come “Malfoy”. Naturalmente per Ginny non si era trattato di un grande cambiamento, visto che non faceva altro che pensare a lui come Draco, invece che come Malfoy. Tuttavia, le suonava abbastanza strano pensare a lui in quei termini, ovvero come un ragazzo, di solito scontroso e antipatico, che per un attimo aveva avuto un pizzico di gentilezza nei suoi confronti…
La mattinata si presentava più limpida rispetto al giorno prima, e un vento freddo soffiava da nord costringendo tutti gli studenti a girare per la scuola con sciarpa e cappotto. Ginny passeggiava tranquillamente in cortile insieme a Harry, Ron ed Hermione, i quali sembravano veramente presi dalle numerose verifiche che avrebbero dovuto sostenere entro Natale.
“Non ce la farò mai a studiare quella montagna di roba per la relazione di Storia della Magia che ci hanno assegnato lunedì prossimo!” si andava lamentando Ron sconsolato, guadagnandosi come risultato una bella occhiata di rimprovero da parte di Hermione.
“Non è così difficile, Ron…”
“Per te forse! Ma per me è una vera tragedia!”
Harry passeggiava al fianco di Ginny ascoltando i loro dialoghi distrattamente, lo sguardo rivolto verso terra senza dire una parola. Ginny lo osservò curiosamente per qualche istante, poi si decise a parlargli:
“E tu Harry…sei preoccupato per il compito di lunedì?”
“No…non molto…” rispose debolmente il brunetto senza guardarla.
Ma che cos’ha? si chiese Ginny sporgendosi per scrutarlo bene in volto. Sembrava preoccupato, o in soprappensiero per qualcosa. La ragazza stava quasi per chiedere spiegazione ai suoi amici, quando all’improvviso Ron si fermò con un’espressione irata sul volto.
“Oh no, ragazzi…guardate chi sta venendo verso di noi…” mormorò con voce disgustata.
Ginny seguì il suo sguardo e trasalì. Malfoy, Tiger e Goyle stavano marciando a tutta velocità nella loro direzione. La ragazza si fece subito rossa in volto, temendo che Draco le avrebbe detto qualcosa a proposito dell’altra notte proprio davanti ai suoi compagni.
Ma il biondino la superò senza degnarla di uno sguardo fermandosi a pochi passi da Harry, il quale lo stava fissando accigliato seguito da Ron e Hermione.
“Cosa vuoi Malfoy?” esordì sprezzante Ron.
Gli occhi grigi di Draco si ridussero a due piccole fessure, mentre si rivolgeva freddamente al ragazzo dai capelli rossi:
“Non sono qui per parlare con te, Donnola. E’ Potter quello che cercavo…”
Al che Ginny sospirò tra sé, contenta che lui non la stesse minimamente considerando.
“E cosa vorresti dirmi, di grazia?” chiese Harry sulla difensiva.
“Niente di particolare Potter, solo che la prossima settimana avrai una bella sorpresa. Vedrai, la squadra dei Serpeverde straccerà quei sempliciotti dei tuoi compagni Grifondoro…sai, mi dispiace molto che tu non potrai essere dei nostri…” concluse il giovane con una nota di malignità nella voce.
Harry fece una smorfia di sdegno alle sue parole, mentre Ginny comprendeva improvvisamente il motivo per cui era così silenzioso in quei giorni. Evidentemente il ragazzo stava ancora soffrendo per quanto accaduto due anni prima, e il fatto che Malfoy glielo rinfacciasse ad ogni occasione non migliorava certo le cose. Tanto più adesso che la stagione di Quidditch stava cominciando…*

(*Scusate l’intrusione, ma qui occorre fare una breve precisazione: nell’”Ordine della Fenice” Harry viene buttato fuori dalla squadra di Quiddich per colpa dell’inquisitore Supremo, e la situazione rimane così fino alla fine del libro. Ora, sono sicura che nel sesto libro Harry verrà riammesso tra le file del Quidditch, intanto però ho preferito restare fedele alla storia originale, fin dove è arrivata, e lasciare il poverino ‘appiedato’…lo so, lo so, sono cattiva, ma mi serviva per farlo prendere un po’ in giro da Malfoy :P ndGinny85).

“Ehi, lascialo stare Malfoy…” grugnì Ron aggrottando la fronte adirato.
“Ah, ma fortunatamente abbiamo qui il nostro portiere d’oro, che a quanto pare gioca ancora...” ghignò Malfoy rivolgendo la sua attenzione al fratello di Ginny “Non vedo l’ora di vedere quante pluffe manderai nella nostra porta!”
Sempre più rosso in viso, Ron strinse i pugni con rabbia crescente, mentre Harry e Ginny cominciavano veramente a temere per l’incolumità del Serpeverde. Solamente Hermione si fece avanti per calmare le acque.
“Adesso basta Ron!” gli disse in tono di rimprovero piazzandosi davanti al ragazzo con le mani sui fianchi “Non devi cedere alle sue provocazioni, altrimenti farai il suo stesso sporco gioco…”
“Sì certo, sembra facile per te restare fermi senza far niente quando qualcuno ti offende!” sibilò Ron fulminandola con aria inquietante, anche se poi seguì impercettibilmente il suo consiglio, rilassando debolmente i pugni lungo i fianchi.
Malfoy scoppiò a ridere e applaudì brevemente, attirando l’attenzione dei due su di sé.
“Davvero complimenti Weasley! Adesso ti fai pure comandare a bacchetta dalla tua ragazza…una Mezzosangue, per di più…”
“COME OSI, MALFOY!!” ruggì a quel punto Ron avventandosi improvvisamente su di lui.
Il biondino fece un passo indietro evitandolo per un pelo, e insieme ai suoi amici continuò a ridacchiare divertito mentre osservava Hermione e Harry che tentavano non senza difficoltà di fermare Ron, il quale sembrava essere stato assalito da una furia omicida nei suoi riguardi. Ginny invece era rimasta immobile, lo sguardo limpido fisso sul Serpeverde.
“Come puoi essere così crudele, Draco?” mormorò a denti stretti.
Nella foga di dirgli qualcosa aveva persino scordato di chiamarlo con il suo cognome, ma l’altro sembrò non farci caso. I grigi occhi di Malfoy si spostarono ben presto su di lei, e per un istante la buona volontà della ragazza vacillò sotto l’intensità di quello sguardo. Poi le labbra sottili del biondino si piegarono in un sorriso sarcastico, mentre rispondeva in tutta calma alla rossa:
“Non ti conviene provocarmi ancora, Weasley. Non immagini nemmeno cosa sia in grado di fare se solo mi ci metto con impegno…anche se comprendo che agisci in questo modo solamente per tuo fratello e per il tuo dolce fidanzatino…ah, senza dimenticare la nostra Mezzosangue qui presente…”
Ginny strinse i pugni lungo i fianchi, e per un attimo pensò che molto probabilmente, se al posto suo ci fosse stata Hermione, a quell’ora Malfoy si sarebbe già ritrovato l’impronta delle sue cinque dita sulla guancia. Eppure, nonostante il desiderio di realizzare una seconda volta quel pensiero ci fosse, Ginny riuscì stranamente a controllarsi.
“Sei un verme…” sussurrò solamente, guardandolo con occhi carichi di risentimento e senza un briciolo di timore nella voce.
Draco ridacchiò di nuovo, evidentemente divertito dalla sua frase. Infine fece un cenno secco ai suoi scagnozzi, e in un attimo sparirono tutti e tre.
A quel punto Ginny sospirò profondamente, pensando che se il giorno prima aveva notato qualcosa di gentile in quel viscido serpente, beh, aveva sbagliato di grosso!
Si voltò verso i suoi amici, e nonostante fosse ancora arrabbiata con Malfoy, non poté fare a meno di sorridere alla scena che si ritrovò davanti: Hermione reggeva un agitatissimo Ron per la schiena, talmente forte da rischiare di strappargli il mantello, mentre Harry l’aveva circondato con le braccia per tentare di immobilizzarlo e impedirgli così di fare una strage di Serpeverde. Il ragazzo dai capelli rossi nel frattempo sembrava avere il fuoco al posto della faccia, e lanciava a tutto spiano imprecazioni di cui Ginny neanche sospettava l’esistenza. Intorno al gruppetto si era formato un nutrito gruppo di studenti curiosi.
Mentre la situazione andava finalmente tranquillizzandosi – secondo Hermione un incantesimo Pietrificus Totalis ci sarebbe stato a pennello, e a nulla erano valse le proteste di Harry al riguardo – e Ron veniva trasportato di peso in Sala Comune, Ginny ripensò alle parole del biondo Serpeverde, che dopo quanto successo era tornato in cima alla sua lista di persone più odiate. Accidenti, ma perché continuava a pensare a lui e alle brutte esperienze che aveva avuto per colpa sua, mentre prima non le passava nemmeno per la testa? Tutto era cominciato da quando l’aveva incontrato quella notte, anche se ancora non riusciva a capacitarsi del motivo per cui continuava a pensare a quell’incontro…
Draco però l’aveva appena minacciata davanti a tutti, di questo era sicura. Le aveva chiaramente fatto capire che non voleva essere disturbato da una come lei, una Weasley, altrimenti…Ginny non voleva nemmeno pensarci; ma considerati i precedenti della famiglia Malfoy, non doveva usare troppa fantasia per scoprirlo.
***
“Ecco, mettetelo pure su quel divano…” ordinò Hermione rivolta a Dean Thomas e a Harry, che dopo l’infelice colloquio del rosso con Malfoy si erano dovuti incollare il corpo di Ron per tutta la scuola fino in Sala Comune, la quale in quel momento era vuota.
Ginny entrò subito dopo di loro e rimase a guardare in silenzio, mentre l’amica si metteva in piedi dinanzi al fratello, levava contro di lui la bacchetta e toglieva l’incatesimo di pietrificazione.
Finite Incantatem!” (Non sono sicura che sia questo il modo per togliere questo tipo di incantesimo, ma poikè ho letto su un libro spiegativo di Harry Potter gli usi di questa formula ho pensato che andasse bene anche per la Pietrificus…in ogni caso perdonate la mia ignoranza, sono solo una povera babbana!^^ ndGinny85)
“MALEDETTO MALFOY ADESSO TI FACCIO VEDERE IO!!”
Non appena Hermione ebbe pronunciato la formula, sciogliendo l’incantesimo, Ron scattò in piedi con impeto e a braccia spalancate, gridando come un ossesso quelle parole. Come risultato andò a sbattere contro Hermione, la quale non fece in tempo a spostarsi e con un gridolino soffocato finì per terra insieme al ragazzo dai capelli rossi. O meglio, lui le finì addosso, schiacciandola non poco con il suo dolce peso da diciassettenne.
“Ahia! Maledizione Ron, togliti subito di dosso!!” esordì la ragazza dai capelli castani con una smorfia di dolore e disappunto.
“Eh? Cosa…?”
Ron sbattè più volte le palpebre, non comprendendo evidentemente cosa stesse succedendo. All’improvviso sentì qualcosa solleticargli il collo, come una ventata di calore che partiva dal basso. Era una sensazione molto piacevole doveva dire, il respiro di qualcuno che si infrangeva contro la sua pelle. Ma cosa…?!
Abbassando lentamente lo sguardo, il ragazzo scorse una folta chioma di capelli scuri sparsi per il tappeto sotto di lui, accompagnati da due intensi occhi castani e un viso solitamente grazioso…che adesso però lo fissava con odio assassino. Ron sussultò. Ma come, un attimo prima stava per saltare addosso a Malfoy con l’intenzione di ammazzarlo e adesso…che ci faceva per terra, con Hermione sdraiata sotto di lui per di più??
Vedendo che il ragazzo non mostrava alcuna intenzione a spostarsi, anzi continuava a ricambiare le sue occhiate nervose con aria scioccata e innocente, Hermione incrociò le braccia sul petto, fissandolo con astio e al tempo stesso con le gote leggermente rosate per l’imbarazzo.
“Mi scusi tanto Signor Weasley, non vorrei assolutamente disturbarla, mi creda…ma mi stai facendo male con il tuo peso da elefante, ACCIDENTI A TE!!”
Harry, Ginny e Dean, che assistevano stupiti alla scenetta, ridacchiarono divertiti. Nel sentirli, il volto di Ron cambiò simultaneamente colore, mentre le lentiggini sul suo naso sparivano lasciando il posto ad un rosso ciliegia soffuso, che si propagò ben presto fin sulla punta dei suoi capelli fiammeggianti.
“Oh-oh…c-certo…s-scusami tanto Herm…” balbettò con un filo di voce.
Cercò di alzarsi, ma le gambe gli erano diventate molli, come impastate, tanto che dovette chiedere aiuto a qualcuno per potersi tirare su.
“Ha-Harry… ti p-prego, p-potresti aiutarmi…?”
“Certo Ron…” rispose il brunetto afferrandolo fermamente per un braccio, mentre soffocava a stento le risate.
Ginny fece per andare in soccorso di Hermione, ma l’altra riuscì ad alzarsi ugualmente da sola, e dopo aver scoccato l’ennesima occhiataccia al giovane Weasley cominciò in silenzio a spolverarsi la gonna e a rimettersi in sesto i capelli tutti spettinati.
“Dovresti chiederle scusa, sai?” sussurrò Ginny al fratello, mentre questi fissava la ragazza castana con aria imbarazzata, non osando parlarle.
Ron si schiarì la voce, cercando il più possibile di apparire naturale, poi fece due passi verso Hermione, la quale si fermò guardandolo nei suoi occhi chiari ricolmi di dispiacere per quello che era successo.
“A-Ascolta Herm…” mormorò il ragazzo tormentandosi le dita delle mani e fissandole ansiosamente le scarpe “Mi dispiace tanto, non volevo…ehm…farti male cadendoti addosso…non so cos’è successo, davvero…”
Ron finì di parlare e alzò timidamente gli occhi su di lei. Ma a dispetto della sfuriata a sue spese che si sarebbe certamente aspettato, vide che Hermione lo fissava con calma, sorridendo quasi con le labbra rosate. Le sue guance erano ancora colorate di imbarazzo, tuttavia la sua voce risuonò stranamente dolce alle orecchie del ragazzo dai capelli rossi.
“Anche tu devi scusarmi Ron, visto che sono stata io a farti un incantesimo per cercare di calmarti. Non che mi sarebbe dispiaciuto vederti picchiare a sangue Malfoy naturalmente, ma ho pensato che avresti anche potuto essere espulso da Hogwarts per una cosa simile…”
Ron ricominciò a respirare, visibilmente sollevato. Allora Herm non ce l’aveva con lui, meno male! Lui che già si vedeva schiantato addosso ad una parete, cosiderato il caratterino dell’amica!
Ridacchiando come un ebete, si grattò la nuca e replicò in tutta tranquillità:
“Beh, quand’è così…sono contento che tu non sia arrabbiata con me, Herm! Avevo paura che non me l’avresti perdonata questa…purtroppo io sono fatto così, lo sai, e quando un maledetto Malfoy si mette a deridere la mia bravura come portiere non ci vedo più dalla rabbia!”
Dallo sguardo che Hermione fece a quelle parole, non si sa come, ma Ron comprese di aver commesso un immenso sbaglio. Gli occhi della ragazza, che si erano addolciti fino a qualche attimo prima, tornarono a mandare lampi di rabbia al suo indirizzo, mentre l’altro si faceva piccolo piccolo per la paura.
“Ah, è così! Quindi non te ne importava niente di me, l’unica cosa che ti premeva di più era fargliela pagare per averti offeso riguardo a quello STUPIDO gioco!” ribattè Hermione con una foga che aveva quasi dell’incredibile.
“M-Ma…io non…”
Ron socchiuse le labbra, stordito dalla veemenza insita nelle sue parole. Dov’era finita l’Hermione dolce e comprensiva di qualche attimo prima? si chiese con rammarico senza fare in tempo a darsi una risposta, perché Hermione finì di gridargli contro e poi corse via in direzione del suo dormitorio.
“Ma che cosa ho detto, adesso?” sussurrò con un filo di voce Ron, voltandosi con aria sconvolta verso il trio alle sue spalle.
Harry e Dean fecero spallucce, anche loro abbastanza stupiti dalla reazione della ragazza castana. Solo Ginny diede un profondo sospiro e sollevò gli occhi al cielo, facendo capire ai presenti che lei invece sapeva benissimo cosa era successo.
Dopodichè, senza dire niente, la rossa lasciò i tre ragazzi ai loro dubbi e si diresse a grandi passi verso il dormitorio delle ragazze.


TBC…


NdGinny85: Allora, come vi è sembrato? Ma soprattutto, siete ancora vivi?? Read&Reviews, please!!!^__________^

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Capitolo 4
*** Febbre...d'amore? PRIMA PARTE ***


Ciao a tutti

 

 

Questo cap lo dedico a phi phi, Miky, Angele87 e fille heureuse (Cosa? Ma certo ke ti perdono, e grazie!!^_^) ,per i loro incoraggianti commenti. Non so cosa farei senza di voi!!^__^

Spero che anche questo cap vi piaccia, è solo la prima parte ma se commentate in tanti pubblicherò ben presto anche la seconda!

 

Buona lettura,

Ginny85.





 

DESTINED HEARTS

 

 

 

 

° Capitolo 4: Febbre…d’amore? PRIMA PARTE °


Il dormitorio era vuoto, come sempre a quell’ora della giornata, e nonostante la ragazza avesse tirato le tendine tutt’intorno, Ginny non ci mise molto a scorgere Hermione, seduta sul suo letto con un libro aperto in grembo.
“Herm?” la chiamò timidamente, temendo di disturbarla.
Dopo qualche secondo, la ragazza castana alzò la testa al suo richiamo e scostò lentamente la tendina. Nel vederla, Virginia sospirò sollevata. Almeno non stava piangendo.
Certo che non sta piangendo, si disse la rossa con un po’ d’imbarazzo, Herm non è mica come te, lei è molto più forte!
Hermione chiuse il libro che stava chiaramente facendo finta di leggere – infatti Ginny notò che si trattava de “Il Quidditch attraverso i secoli”, forse uno dei pochi libri che la sua amica non sopportava.
“Sei tu Ginny…cosa c’è?” chiese Hermione sorridendo debolmente, un sorriso chiaramente forzato.
Ginny si avvicinò fino ad andare a sedersi accanto a lei, e scrutandola preoccupata disse:
“Niente, volevo solo accertarmi che andasse tutto bene…”
“Ti ringrazio Ginny, ma come vedi, anche se sono ancora un po’ stordita per la caduta, per il resto sto benissimo…”
“Ne sei sicura?” insistè la rossa apprensiva.
La ragazza castana annuì fermamente e sorrise, stavolta più limpidamente. Solo allora Ginny notò che i suoi begli occhi castani erano lucidi, come se la giovane avesse pianto per pochissimo tempo ma poi avesse smesso per non farsi scoprire. Vederla così le provocò una piccola morsa al cuore; Ginny non voleva che anche la sua migliore amica soffrisse per qualcuno che non la meritava. Mentalmente diede dello stupido a suo fratello Ron, perché dopo tanto tempo ancora non comprendeva quanto Hermione tenesse a lui.
“Ascoltami bene, Herm…” le disse prendendole le mani e fissandola seria “So benissimo che mio fratello per certi versi è ancora un bambino, impulsivo e terribilmente distratto, ma io so che tiene molto a te, anche se non è proprio bravo a dimostrarlo…non pensarci più, ok?”
La ragazza castana arrossì impercettibilmente a quelle parole, e con una risatina imbarazzata esclamò:
“Ma dai Gin! Lo so bene che Ron, come te ed Harry del resto, tiene a me…in fondo siamo amici da tanto tempo, no?”
“Veramente, io non intendevo questo... replicò l’amica fissandola con aria scrutatrice.
Il rossore sulle guance di Hermione si intensificò in pochissimi secondi, e Ginny ebbe la netta sensazione che avesse fatto centro con il suo ragionamento.
“M-ma no…che vai a pensare!” ribatté Hermione con foga, ridacchiando nervosamente “Credevi davvero che io stessi male PER Ron?! Questo è…semplicemente IMPOSSIBILE!”
“Ma perché, scusa?” chiese Ginny con sincero sbigottimento.
“Beh perché lui è…è RON! Non mi passerebbe mai nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea che io possa…insomma, mi sembra NATURALE!”
Per un attimo infinitesimale, gli occhi chiari di Ginny si accesero di dispiacere. Non perché la sua amica avesse appena detto che vedeva Ron solo come un amico, cosa che fino a quel giorno aveva creduto anche lei a dir la verità. No, più che altro le dispiaceva per suo fratello…perché a dispetto di quello che Hermione e tutti gli altri pensavano, Ginny sapeva bene che Ron aveva una cotta per lei dai tempi del secondo anno. Vivendo per tutta la vita insieme ad una persona certe cose si scoprono, presto o tardi, ma inesorabilmente.
Povero Ron… pensò Ginny con un lieve sospiro.
Hermione intanto si era alzata con un sorriso a trentadue denti stampato in faccia, e ignara di tutto si mise a riordinare le sue cose prima di andare a pranzo. Ginny si alzò dal letto e fece per lasciare il dormitorio, ma Hermione la chiamò all’improvviso facendola voltare.
“A proposito Gin, non ti ho più chiesto come vanno le cose con Harry. Spero che tra voi due sia tornato tutto come prima, dopo il pasticcio dell’anno scorso…”
Ginny guardò Hermione a lungo, ma non rispose subito. Cosa avrebbe dovuto dirle?
Infine, la rossa inclinò la testa di lato in modo un po’ infantile, come faceva spesso, mentre le sue labbra si piegavano in un sorriso sincero.
“Non c’è da preoccuparsi Herm, va tutto benissimo. Ormai ho superato quella fase, io ed Harry siamo tornati i vecchi amici di un tempo…”
Mentre parlava, Ginny si stupì con se stessa nel constatare che quelle parole non erano mai state così vere. Ma come si poteva dimenticare così in fretta una persona che si era amata per tanto tempo? Non che non volesse più bene a Harry, ma…improvvisamente, il ricordo di un incontro molto particolare avvenuto appena la sera prima le sfiorò la mente, e la ragazza cominciò a chiedersi se per caso non c’entrasse anche quella persona…
***
“Questo comporterà la perdita di cinque punti a Grifondoro, Signorina Weasley…”
La voce bassa e viscida di Piton risuonò nella mente di Ginny come uno sparo. Cominciava davvero a odiare quell’uomo! Toglierle cinque punti solamente per aver preso in mano un ingrediente al posto di un altro, tanto più che se ne era accorta da sola!
Piton continuò a fissare la rossa con aria famelica, con lo sguardo di uno che ha intenzione di infliggere la punizione più umiliante in assoluto e stia pensando intensamente a come fare per renderla davvero tale. Adesso cos’avrebbe fatto quell’insegnante da strapazzo? Avrebbe davvero avuto il coraggio di metterla in punizione per una stupidaggine simile?! Lei non voleva passare un’altra serata in sua compagnia dentro quella prigione umida e tornare al dormitorio solamente a notte fonda. In più, come spuntato dal nulla, il pensiero dell’incontro con Malfoy la volta precedente le riaffiorò nella mente, facendola arrossire visibilmente…
“Signorina Weasley, mi sta ascoltando?” chiese
il professore di Pozioni cominciando chiaramente a spazientirsi.
Ginny alzò lo sguardo su di lui, rossa come un peperone, e balbettò qualcosa di incomprensibile, troppo immersa nei suoi pensieri per prestare attenzione all’insegnante di Pozioni. Come risultato, Piton perse completamente la sua già traballante pazienza, e risolse il tutto con un:
“Molto bene, signorina Weasley. Visto che ora si rifiuta anche di prestarmi attenzione, credo che stasera le toccherà restare ancora qui con me. Nel frattempo, tolgo altri dieci punti a Grifondoro per la sua maleducazione…”
Il nero mantello dell’insegnante di Pozioni svolazzò tutt’intorno mentre quest’ultimo si allontanava adirato dal suo banco, lasciando la povera Ginny imbambolata e prossima al pianto.
***
Non aveva cenato, stava morendo di freddo…davvero un bel modo per concludere una giornata già schifosa!, pensò la rossa con un profondo sospiro di rassegnazione, mentre si stringeva nel suo mantello inzuppato. L’aveva bagnato incidentalmente rovesciandosi addosso una brocca contenente un liquido molto sporco, che con suo immenso sollievo aveva poi scoperto si trattava di acqua piovana, sebbene particolarmente gelida. Ma che diavolo ci faceva Piton con una brocca d’acqua piovana nel suo ufficio?!, si era chiesta in quel momento con stizza.
Inutili naturalmente gli sforzi che stava facendo per tentare di scaldarsi, mentre percorreva più rapidamente che poteva l’oscuro corridoio principale, lo scalpiccio delle sue scarpe rimbombante contro le pareti.
Mentre tentava di ricordare la scorciatoia che aveva usato Malfoy per ritrovarsi davanti al ritratto della Donna Grassa, il suo stomaco grugnì rumorosamente, avvertendola che se avesse provato a fare altri due passi sarebbe crollata a terra svenuta per la fame. Al che Ginny si fermò, indecisa sul da farsi. Ricordò che se anche fosse tornata presto in Sala Comune avrebbe finito col rimanere a digiuno, visto che il regolamento vietava di portare cibo nei dormitori. Che fare quindi?
Magari le cucine non si trovavano troppo lontano da lì, pensò in un attimo di illuminazione. Sicuramente gli elfi domestici non le avrebbero negato un boccone, e se per caso avesse incontrato qualcun altro stradafacendo, avrebbe potuto sempre giustificarsi che si stava letteralmente morendo di fame, visto che era la verità.
Così Ginny si voltò, riprendendo a percorrere in senso opposto il corridoio, mentre tentava di orientarsi verso le cucine. Ma dopo quasi tre quarti d’ora di girovagazioni varie, dovette rinunciare anche a quell’impresa.
Accidenti, questo castello è un vero labirinto! pensò mentre si appoggiava ansimante ad una colonna di marmo per riposarsi dalla lunga camminata.
I libri che si portava dietro le pesavano terribilmente, quasi non avvertiva più il braccio che li teneva premuti contro il petto.
Era stanchissima…avrebbe tanto voluto trovarsi nel suo morbido lettuccio in quel momento…senza quei vestiti bagnati addosso...quel peso sulle braccia…niente di niente…
Quasi senza accorgersene, Virginia scivolò in un sonno profondo, mentre le sue gambe cedevano a poco a poco sotto il peso del suo corpo facendola scivolare seduta sul pavimento, la schiena premuta contro la colonna gelata.
***
Draco Malfoy controllò nuovamente il suo orologio alla luce fioca della sua bacchetta, quindi imprecò sottovoce. Accidenti, era in ritardo mostruoso! Stavano quasi per scoccare le due di mattina, se l’avessero trovato in piedi a quell’ora sarebbero stati guai seri e lui non poteva permettersi di essere visto.
Imboccato uno dei corridoi secondari dell’ultimo piano continuò a correre più silenziosamente possibile, sgusciando come un’ombra contro le pareti e dietro le porte sigillate, desideroso di trovarsi al più presto nel suo dormitorio, al sicuro...
Non era per niente preparato a quello che vide non appena voltato l’angolo.
Una studentessa, apparentemente svenuta, era seduta con la schiena contro la colonna e il viso inclinato da una parte, in modo che i suoi lunghi capelli non ne lasciassero intravedere i lineamenti in quella semi oscurità. Non sembrava ferita, ma senza dubbio era strano che si trovasse lì a quell’ora della notte. In ogni caso, pensò il biondino, in qualità di Caposcuola non poteva mancare ai suoi doveri e lasciarla sola…
Dannazione, ci mancava anche questa!, borbottò tra sé e sé Draco mentre si avvicinava alla figura immobile, impugnando prudentemente la sua bacchetta con una mano.
Si inginocchiò davanti a lei, scrutandola attentamene e chiedendosi chi fosse. Il suo volto era parzialmente nascosto dai lunghi capelli rossicci e un po’ mossi, perciò era impossibile stabilirlo a prima vista. Draco sospirò tra sé, poi con le dita scostò facendo attenzione alcune di quelle morbide ciocche, rivelando in un batter d’occhio il viso della misteriosa ragazza: dunque…capelli rossi, viso grazioso e un po’ pallido, lentiggini…un momento!
“WEASLEY?!” esclamò il biondino balzando in piedi.
Subito dopo però si morse la lingua, rendendosi contro di avere urlato come uno scellerato, e si guardò ansiosamente intorno temendo che qualcuno lo avesse sentito. Ginny nel frattempo aveva socchiuso debolmente le palpebre, rimanendo con la testa ancora poggiata contro il marmo e un’espressione assonnata dipinta in faccia. Sbuffando rumorosamente, Malfoy si abbassò nuovamente alla sua altezza e stringendole la spalla con le fredde dita la richiamò all’appello non molto gentilmente.
“Sveglia Weasley! Si può sapere cosa pensavi di fare?”
“Che cos…oddio!”
Ginny spalancò gli occhi azzurri, accorgendosi per la prima volta della presenza del Serpeverde che la scrutava accigliato, e con sua immensa disperazione capì subito di NON essere mai tornata nel dormitorio, ma di essersi addormentata niente di meno che in mezzo al corridoio.
“Non dirmi che ti hanno dato una punizione anche stasera, Weasley…” commentò Malfoy sarcastico, mentre l’altra restava imbambolata contro la parete di marmo, ormai completamente sveglia.
Ginny arrossì, ma per fortuna la quasi fitta oscurità dell’ambiente non lo mise molto in risalto.
“Ma come facevi a sapere che si trattava di una punizione?” mormorò mortificata, mentre cercava di rialzarsi non con una certa difficoltà.
“Beh, non vedo cos’altro possa essere. Girare per i corridoi di notte da soli non è un hobby molto costruttivo…”
“Ma anche tu…!”
“Sì, lo so!” la interruppe bruscamente il biondino ponendole una mano di fronte alla bocca come aveva fatto la volta precedente, solo con più grazia, sfiorandole appena le labbra con le lunghe dita. Ma anche questo bastò a far avvampare Virginia, e stavolta il rossore sulle sue gote fu più che evidente anche attraverso la fioca luce delle candele.
“Te l’ho già detto, io sono caposcuola e posso permettermelo…” spiegò il Serpeverde con una strana calma nella voce, sorridendo apparentemente molto divertito.
“Sono così divertente?” chiese Ginny inarcando le scure sopracciglia.
“E’ per la tua faccia Weasley…” ridacchiò Draco maligno “mi sembri appena uscita da una centrifuga. Dovresti vederti i capelli!”
Arrossendo come non mai, Ginny si preoccupò subito di toccarsi la testa: riconobbe che effettivamente non doveva avere la chioma molto in ordine, considerato anche il modo in cui il Serpeverde la stava fissando.
“Molto divertente!” ribattè a quel punto stizzita “Sai
una cosa? Se proprio devi stare qui a prendermi in giro, faresti molto meglio ad andartene!”
“Ma come siamo permalosi! Guarda che io ho detto solo la verità…” replicò candidamente Malfoy, porgendole comunque una mano per aiutarla a tirarsi su.
Non appena si ritrovò in piedi, Ginny sbuffò contrariata e prese a sbattere più volte le mani sulla sua gonna per liberarsi dalla polvere, mentre l’altro si ficcava le mani in tasca cominciando ad allontanarsi senza aspettarla.
“A-Aspetta, Draco!”
Ginny gli fu dietro in un attimo, e per qualche istante passeggiarono in perfetto silenzio lungo il tenebroso corridoio del castello. La ragazza si sentiva nervosa, non sapeva cosa dire per iniziare una conversazione con lui. Inoltre l’aveva nuovamente chiamato per nome, ma Malfoy sembrava non essersene accorto, o per lo meno, non ci aveva fatto caso.
D’improvviso un rumore sordo, come di un tuono molto lontano, attirò l’attenzione di entrambi. Ginny incontrò immediatamente gli occhi grigi e inquisitori del Serpeverde, ed ebbe voglia di sprofondare nel terreno.
“Che c’è?” ridacchiò il biondino, che sembrava stesse facendo di tutto per non ridere più forte “Hai fame, Weasley? Strano, credevo che anche a dei poveracci come voi dettero da mangiare a sufficienza in questo posto…”
Virginia incrociò le braccia sul petto e aggrottò le scure sopracciglia, ostentando un’aria profondamente offesa.
“Non mi sembra così divertente!” sbottò, parlando piano ma al tempo stesso fulminandolo con il suo sguardo sdegnato.
“Non fare tante storie, se hai fame non devi far altro che dirlo!” ribatté freddamente il biondino riprendendo a camminare, ma solo dopo averle rivolto uno sguardo sprezzante che la mandò in bestia.
Dopo qualche passo comunque, Malfoy si fermò e si volse a guardarla.
“Beh, che fai? Non vieni?” biascicò in tono di sufficenza.
“No grazie, preferisco aspettare che Vostra Grazia si tolga dai piedi!” sibilò Ginny distogliendo lo sguardo.
Malfoy sbuffò contrariato e scosse la testa, ma non disse niente. Al che Ginny strinse le braccia al petto con rabbia e per un attimo decise di rimanere immobile al centro del corridoio, ad aspettare che l’odioso Serpeverde se ne fosse andato lasciandola finalmente in pace. E infatti così accadde. Qualche secondo dopo, era di nuovo sola.
Un brivido le percorse rapidamente la schiena, e all’improvviso la ragazza si ricordò che aveva ancora i vestiti bagnati, mentre i suoi libri erano rimasti per terra accanto alla colonna; poco male, pensò, li avrebbe recuperati la mattina successiva.
L’unica cosa che voleva adesso era andarsene nel suo dormitorio, cominciava davvero a stufarsi di quella situazione. Inoltre un forte mal di testa si era impossessato di lei all’improvviso, quasi a tempo di record, evidentemente residuo delbagno’ di acqua fredda che aveva fatto nell’ufficio di Piton, o forse, per via delle battutine pungenti di Draco.
La fitta alla testa intanto era aumentata vertiginosamente. Ginny si avvicinò barcollando alla parete più vicina e vi si appoggiò, tenendosi la fronte sudata con la mano. Cominciava a vedere doppio, anzi triplo, finché le pareti tutt’intorno non presero a girarle vorticosamente davanti, costringendola a chiudere gli occhi con un gemito di dolore. Il braccio a contatto con la fronte adesso bruciava, evidentemente le stava venendo la febbre…doveva andarsene da lì…
Si staccò dalla parete con quell’intenzione, ma com’era prevedibile le sue gambe cedettero quasi subito e in un lampo Virginia chiuse gli occhi e si ritrovò per terra…no, non per terra…aveva sentito un rumore di passi alle sue spalle un attimo prima, e ora qualcuno la stava sorreggendo evitandole di cadere…

 


TBC…

 

 

ndGinny85: Spero davvero ke il cap sia stato di vostro gradimento! Se siete curiosi di sapere come va a finire, nn mancate al prossimo aggiornamento ke ci sarà fra circa due giorni. Bye a tutti e COMMENTATE!!!^_______^

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Capitolo 5
*** Febbre...d'amore? SECONDA PARTE ***


Cos’è successo…

 

 

Ciao a tutti!!!^__^

Prima di cominciare vorrei ringraziare le seguenti persone x i loro entusiastici commenti:

 

Giada, Sony, vale, Sabryy,Valerie, vega (in effetti il tuo nome nn mi è nuovo, sai?^^) e phi phi (Eeeh, cm ti capisco! Anke a me la scuola nn lascia tregua!-_-;;;;)

 

Siete preziosi!!^^ Continuate a leggere e soprattutto commentare, mi raccomando!!^__^

E come promesso, ecco a voi la seconda parte del capitolo.

Buona lettura!

Ginny85.



 

DESTINED HEARTS

 

 

 

 

° Capitolo 5: Febbre…d’amore? SECONDA PARTE °

 

 

 

Cos’è successo…?
Ginny aprì lentamente gli occhi e sbatté le palpebre più volte, come per abituarsi alla luce soffusa che c’era nella stanza e che l’aveva investita al momento del suo risveglio. Faceva caldo, molto caldo…forse era dovuto al fatto che non indossava più i vestiti zuppi della sera prima, bensì qualcosa di morbido e riposante.
“D-Dove sono…?”
“Meriteresti di stare in punizione, signorina , ma fortunatamente per te sono una persona misericordiosa, io!” esclamò un’imperiosa voce femminile alla sua destra.
Virginia si voltò lentamente, la testa ancora le doleva per via della febbre ma riuscì ugualmente a focalizzare la dottoressa di Hogwarts, Madama Chips, seduta al suo fianco tutta intenta a rammendare dei calzini.
La ragazza tentò di riordinare le sue idee confuse: era finita in infermeria – come, ancora non lo sapeva – ed era mattina inoltrata. Dalle finestre dietro i letti vuoti filtravano luminosi e caldi i raggi del sole, mentre dal cortile proveniva un rumore molto simile al vociare di tanti ragazzi, nonché il cinguettio allegro di alcuni passeri.
“Mi scusi signora…” mormorò Ginny tentando di alzare la testa ancora dolorante per via della febbre alta “può dirmi quando e come sono finita qui? E i miei amici, dove sono?”
“Una domanda alla volta per favore!” ribatté l’infermiera imperiosa, alzandosi subito per rimboccarle le coperte che erano scivolate via a causa del suo movimento “I tuoi amici di Grifondoro sono venuti a trovarti questa mattina, ma tu dormivi ancora profondamente e così sono tornati a lezione. Li rivedrai nel pomeriggio, dopo la pausa per il pranzo…”
“Non…non posso alzarmi adesso e raggiungerli?”
“Assolutamente NO, signorina Weasley! Stanotte hai avuto la febbre molto alta se non ricordi, e non è prudente alzarsi così presto dal letto. Rimani qui e riposati, va bene?”
Una figura pallida e ammantata di nero si era fermata in quel momento davanti all’entrata dell’infermeria, mentre Ginny proseguiva a tentare invano di convincere l’irremovibile dottoressa.
“Eh-ehm…”
La ragazza e Madama Chips alzarono contemporaneamente lo sguardo, e nel vedere di chi si trattava la rossa trasalì arrossendo seduta stante, mentre la donna sorrideva, borbottando qualcosa del tipo: “Sapevo che non avrebbe resistito a tornare…”
A quel punto si alzò dalla sua sedia, ma prima di allontanarsi guardò Virginia e le sorrise facendole l’occhiolino. Ginny inarcò le sopracciglia, confusa.
“E tu non restare troppo, mi raccomando…” esordì la dottoressa rivolta al nuovo arrivato, mentre lasciava definitamene la stanza.
Appena Madama Chips fu scomparsa in corridoio, il silenzio scese tra i due ragazzi. Ginny si tormentava nervosamente le mani in grembo, seduta con la schiena contro lo schienale del letto, e nel frattempo si domandava cosa mai avesse spinto Draco Malfoy a venire a farle visita. La notte prima le era parso chiaro che non gradiva la sua presenza, visto che dopo averla offesa se l’era svignata lasciandola completamente sola e in balia della febbre.
Osservò incuriosita il Serpeverde farsi avanti, e notò con una certa sorpresa che quella mattina non aveva pettinato i capelli come al solito, lucidati e tirati all’indietro, bensì aveva lasciato libere alcune ciocche bionde, le quali ora scendevano morbidamente sulla sua fronte alta. Ginny arrossì senza volerlo: era tremendamente carino! Subito dopo però si riscosse dai suoi pensieri.
Cosa?! Ho detto CARINO??!! Dev’essere l’effetto della febbre…
Continuò tuttavia ad osservarlo attentamente mentre l’altro si guardava distrattamente intorno, le mani in tasca, l’espressione nello sguardo annoiata. Sembrava trovarsi lì per caso, e notando la sua ostentata aria di sufficenza, Ginny avvertì un’ondata di irritazione crescerle dentro; ma cercò di non commentare. Piuttosto attese che fosse lui ad iniziare una conversazione.
E infatti così accadde.
“Sembra che ieri notte te la sia vista brutta, eh Weasley?” esordì Malfoy fermandosi ai piedi del letto e fissandola con i suoi occhi grigi e un sorriso sbilenco.
Ginny incrociò le braccia sul petto, e sostenendo quello sguardo freddo replicò altrettanto acida:
“Beh, sicuramente non lo devo a una certa persona se adesso mi trovo qui e sto bene, visto che quella persona ha pensato bene di lasciarmi sola…”
A quelle parole il sorrisino strafottente del giovane sembrò alleviarsi appena, o almeno quella fu l’impressione che ebbe la rossa. Il biondino ridacchiò silenziosamente, quindi si fece avanti fino a fermarsi di fianco al suo letto.
“Credevo che saresti tornata senza difficoltà al tuo dormitorio Weasley, non immaginavo lontanamente che avessi problemi ad orientarti su un unico piano…e poi perché non mi hai seguito, scusa?” chiese guardandola serio.
“Oh certo! E secondo te io con la febbre a quaranta e la vista doppia dovevo continuare a venirti dietro per chissà quanti metri, rischiando magari di sbattere addosso a qualche colonna!” esclamò Ginny squadrandolo accigliata.
Per una manciata di secondi, entrambi si scambiarono silenziose occhiate di sfida. Perfino il Serpeverde non potè fare a meno di osservare la ragazzina che aveva davanti: il suo viso era davvero molto grazioso – questo l’aveva notato già quel giorno sul treno – anche se adesso somigliava stranamente ad un pomodoro maturo; i suoi occhi, incredibilmente chiari, creavano un piacevole contrasto con i capelli, che viceversa erano di un bel rosso acceso; il suo sguardo deciso e determinato continuava a mandare saette azzurre al suo indirizzo, quasi volesse incenerirlo solamente con quel contatto.
Per un attimo Virginia vide l’espressione del gelido Serpeverde ammorbidirsi, o almeno quella fu la sua impressione, e di conseguenza la sua forza di volontà cominciò a cedere. Malfoy sorrise brevemente, un sorriso a fior di labbra che le causò un martellamento insistente nel petto, costringendola di malavoglia ad abbassare lo sguardo. A quel punto Draco riacquistò il suo solito cipiglio offensivo, consapevole di aver vinto anche quel confronto, e ridacchiando beffardo esordì:
“Bene, bene…e così anche la terribile Virginia Weasley si è finalmente piegata al mio cospetto!”
“Non vedo cosa ci sia da ridere, visto che ti ho appena detto che è tutta colpa tua se mi sono trovata in questa situazione…” ribatté Ginny distogliendo nervosamente lo sguardo, ma senza fare a meno di notare con una punta di soddisfazione che il biondino l’aveva chiamata per la prima volta con il suo nome.
Il biondo Serpeverde smise di ridacchiare tornando di colpo serio, senza perdere tuttavia quel sorrisino ironico che le curvava perennemente le labbra. I suoi occhi di ghiaccio indugiarono di nuovo sulla figura di profilo della ragazza, infine Malfoy si accostò ulteriormente al suo letto, e con gran sorpresa di Ginny vi si sedette tranquillamente, accavallando le gambe e distanziando i loro corpi di solo pochi centimetri.
“Perciò adesso mi verrai a dire che è colpa mia se ti è venuta la febbre…” mormorò con tono sarcastico, osservando con attenzione la sua reazione.
Ginny si voltò verso di lui e gli si rivolse con insolita veemenza, esclamando:
“Certo che è colpa tua! Se non mi avessi lasciata sola al buio e al freddo probabilmente non sarei svenuta in quel modo!”
“E invece dovresti ringraziarmi…” replicò con estrema calma il biondino, fissandosi con interesse le unghie “Non sei contenta che sia stato il tuo amorino POTTER a venire a salvarti proprio quando stavi per svenire?”
A Ginny venne quasi un colpo. Harry? Cosa diavolo c’entrava Harry adesso?
Ma Ginny non si pose subito quella domanda, e prima ancora che potesse riflettere veramente sulle sue parole reagì, in un modo che cominciava a diventarle quasi naturale. Troppo tardi si accorse dell’enorme sciocchezza che aveva fatto.
Malfoy si massaggiò la guancia che la ragazza aveva schiaffeggiato così repentinamente, lo sguardo profondamente contrariato. Ginny si guardò la mano, che era diventata rossa al pari delle gote del biondino, e anche il suo viso avvampò per il crescente imbarazzo.
“Oddio…m-mi dispiace tanto, io…” balbettò con un filo di voce, fissando la sua guancia come se avesse commesso un crimine irreparabile.
“Fa niente, ormai ci sono abituato…” borbottò freddamente il Serpeverde, fissandola con astio “tanto, anche quando cerchi di fare cose giuste come venire a informarsi sulla salute di una persona vieni preso a schiaffi…”
Fece per alzarsi dal letto, ma la mano di Ginny stretta attorno al suo braccio lo costrinse a fermarsi. Il biondino si voltò stupito verso di lei.
“Mi dispiace…davvero…” mormorò la rossa fissandolo con occhi improvvisamente lucidi, maledicendosi per quel suo vizio di prendere a schiaffi tutto ciò che si muoveva.
In realtà, pensò in un battibaleno, quel vizio se l’era preso da quando Malfoy aveva cominciato ad interessarsi a lei in quel modo…
Solo per un istante, Draco assunse un’espressione sorpresa nel vedere Ginny che lo fissava supplicante perché non se ne andasse. Per un attimo, il giovane Serpeverde si chiese come mai quella ragazzina se la prendeva tanto quando lui la prendeva in giro…o quando cercava di allontanarsi da lei, come in quel momento…
Malfoy si riscosse in fretta da quegli interrogativi, riacquistando il suo solito sguardo freddo, e roteò gli occhi apparentemente spazientito. Alla fine però si rimise seduto al posto di prima, mentre Ginny sorrideva soddisfatta.
Il biondino la squadrò in silenzio per qualche istante, la bocca sottile piegata in un’espressione enigmatica.
“Cos’ho fatto ora?” chiese
la ragazzina preoccupata.
Malfoy si massaggiò pensieroso il mento, sempre fissandola, e replicò in tutta calma:
“Sai che ti dico? Se ti arrabbi così tanto ogni volta che nomino Potter, significa che un fondo di verità in quello che dico ci deve essere…sicura di aver smesso di sbavargli dietro?”
“Ma come osi??!!”
Di nuovo, la mano di Ginny scattò come una molla, pronta a colpire. Ma stranamente, ilbis dello schiaffeggiamento’ non ci fu. Draco Malfoy la bloccò a metà strada, afferrandole il polso e stringendolo appena con le fredde dita.
“Ah-ah…” mormorò scotendo la testa con un sorriso divertito, mentre Ginny si pietrificava piena di imbarazzo.
“Attenta Weasley, che così ti risale la febbre…” sussurrò il biondino mentre la mano libera si poggiava senza preavviso sulla sua fronte.
Ginny trasalì, arrossendo vistosamente. Le dita del biondino sfiorarono dapprima la sua fronte bollente, e con grande stupore della ragazza presero poi a scendere lentamente, fino ad andare a carezzarle le gote solitamente pallide. La mano di Malfoy finalmente si fermò, rimanendo premuta con decisione contro la sua guancia, in una carezza che aveva qualcosa di dolce e amaro allo stesso tempo. Ginny sentiva mescolarsi mille emozioni dentro di lei: il tocco freddo delle sue dita la faceva rabbrividire, ma al tempo stesso la sensazione di calore che quel contatto le stava infondendo le scaldava il cuore e l’anima…un angolino remoto della sua mente desiderò di non doversi mai staccare da lui…
Gli occhi grigi e accesi del Serpeverde sembravano circondarla in tutta la loro aura di mistero e di attrattiva, spingendola ancora di più a perdersi nella loro intensità. Ginny lo fece, e per qualche istante non pensò ad altro che non a quanto fossero splendidi quegli occhi, i quali avevano il potere di stregarla più di qualsiasi altro incantesimo. Socchiuse lentamente i suoi, mentre egli avvicinava pericolosamente il viso a quello di lei. Era questione di secondi ormai: Virginia avvertì il respiro sottile di Draco infrangersi contro la sua pelle, e di riflesso socchiuse le palpebre, mentre le loro labbra distavano tra di loro pochi insignificanti millimetri…
Ma come tutte le cose belle, anche quell’attimo indefinito di cui i due ragazzi furono gli unici protagonisti volse al termine, e in modo piuttosto brusco anche. Particolarmente fu Ginny a troncare la cosa, quasi senza rendersene conto, prima però che essa assumesse dimensioni troppo imbarazzanti per lei. Quando si accorse di quello che stava succedendo, la sua mente, ovvero la parte di lei più razionale, le ordinò di troncare lì qualsiasi azione stesse compiendo. La ragazza si scostò bruscamente, quanto bastava per trovarsi fuori dal ‘raggio di azione’ di Malfoy, il quale sembrò restare abbastanza stordito da quella reazione inaspettata. I suoi begli occhi chiari, che poco prima avevano brillato di una luce particolare, una luce nuova, genuina, tornarono ben presto quelli freddi e cinici di sempre, specchiandosi in quelli mortificati della ragazza.
Ginny socchiuse la bocca per parlare, ma poi, non trovando nulla di intelligente da dire al momento, la richiuse mordendosi il labbro inferiore, mentre il colorito sul suo viso assomigliava sempre di più a quello dei suoi capelli. Malfoy la prese in considerazione per qualche secondo, l’espressione del viso insolitamente fredda. La rossa aprì una seconda volta la bocca per provare ad istaurare un dialogo, ma proprio in quel momento un noto trio fece la sua fermata davanti alla porta dell’infermeria.
“Ginny?”
Appena li videro così – Malfoy seduto pericolosamente vicino alla rossa, la quale sembrava sull’orlo delle lacrime – Harry, Ron ed Hermione si bloccarono confusi, l’espressione meravigliata e al tempo stesso inorridita per la scena a cui stavano assistendo. Il Serpeverde non perse tempo e si alzò in piedi di scatto come se il letto su cui era seduto scottasse, mentre Ginny si faceva ancora più rossa, ma per la vergogna.
“Malfoy…CHE-COSA-CI-FAI-TU-QUI?” ruggì Ron furioso quando il biondino gli passò accanto a grandi passi.
“Guarda che se scopriamo che hai fatto qualcosa di male a Ginny te la facciamo pagare, capito?” lo minacciò Hermione fulminandolo con lo sguardo color nocciola, mentre Harry si avvicinava e lo afferrava poco gentilmente per il colletto della camicia.
“Sta lontano da lei, Malfoy…” sibilò con i verdi occhi fiammeggianti d’ira.
“Non osare toccarmi, razza di babbanofilo…” replicò accigliato Draco, scostandosi bruscamente il suo braccio di dosso.
Le sue labbra pallidi si curvarono poi in un freddo sorriso, mentre li squadrava tutti e tre con aria di sfida.
“Vi consiglio di stare calmi, Weasley e Potter…” replicò gelidamente “Non vorrete che la vostra amata Mezzosangue ricominci con le sue solite prediche…”
La ragazza castana strinse i pugni con rabbia, controllandosi per non ribattere, mentre Harry stringeva poco delicatamente il braccio di Ron per impedirgli di muoversi.
Malfoy continuò come se niente fosse:
“Sono capitato qui per caso, e comunque non avrei alcun motivo per dare fastidio alla vostra amichetta, perciò non fatevi venire in mente strane idee, ci siamo capiti?…ci vediamo…”
E così dicendo il biondino lasciò la stanza, mentre la frangia del suo mantello nero svolazzava al seguito.
Non appena il Serpeverde se ne fu andato, Hermione si precipitò dall’amica.
“Ginny stai bene, vero?” le chiese apprensiva.
“Come mai sei così pallida?” domandò Harry osservandola più da vicino.
“N-Non sarà mica che quel Mangiamorte di un Malfoy ci ha mentito dicendo che non ti ha fatto niente?!” esclamò Ron mentre il suo viso si accendeva per la rabbia.
“Ron, calmati pe favore…” lo ammonì Hermione con tono di rimprovero; poi guardò l’amica e chiese:
“Ginny, puoi assicurarci che vada tutto bene?”
“Sto benissimo…” rispose la rossa debolmente.
“Visto?” sorrise Hermione rivolgendosi ai due ragazzi.
Ron sbuffò rilassandosi subito, mentre Harry sospirava sollevato.
“Scusaci ma, sai, noi conosciamo bene Malfoy, e sappiamo che si diverte a infierire pure su di te visto che sei nostra amica e parente di Ron…” spiegò Hermione sedendosi dove poco prima c’era stato il Serpeverde.
Ginny sorrise dolcemente, comunque sollevata.
“Lo so bene che vi preoccupate per me. Vi ringrazio di cuore, amici…”
Dopo ciò, i tre cominciarono a interrogarla sulla sua salute, su quando avrebbe potuto uscire dall’infermeria e tornare in Sala Comune, e così via. Ginny non poté fare altro che rispondere come poteva a quelle domande e continuare a chiacchierare serenamente con i suoi compagni, imponendosi per un po’ di non pensare a quanto era successo.
***
Ma la sera stessa, le ombre che l’avevano tormentata per tutta la giornata si ripresentarono più oscure e confuse che mai. E la ragazza si ritrovò a rivivere più volte con la mente l’episodio di quella mattina, quando Draco Malfoy l’aveva quasi BACIATA…non riusciva ancora a capacitarsene! E il modo in cui lo stava per fare, poi!
Ginny non aveva mai ricevuto un bacio così dolce prima d’ora – pensò infatti, che se l’avesse ricevuto davvero, quello sarebbe stato probabilmente l’aggettivo che avrebbe usato per descriverlo. Per un attimo aveva avvertito un’ondata di calore e di affetto provenire dall’espressione del ragazzo mentre le sfiorava teneramente il viso, e i suoi occhi, di solito così freddi e maligni, non le erano mai apparsi così vivi e luminosi. Brillavano di una luce propria, una luce terribilmente dolce e affascinante.
Il pensiero la spaventava non poco: tutti quegli anni che conosceva Draco Malfoy, e mai, neanche una volta, le era capitato di pensare a lui in quella maniera.
Ma…se non fosse stato così, e lei stesse sbagliando tutto? Se Malfoy in realtà avesse voluto solamente divertirsi con lei?, si chiese improvvisamente Ginny con un po’ di spavento. Aveva dunque fatto bene a stroncare sul nascere queltentativo di seduzione’? E come avrebbe dovuto comportarsi con lui d’ora in poi?
Mentre si poneva mille e uno domande del genere, la sua attenzione fu risvegliata da Madama Chips che rientrava nella stanza per portarle un’altra coperta per la notte. Il sole infatti era tramontato da poco e la temperatura si andava abbassando sempre di più. Ginny scansò educatamente il vassoio contenente tutto il cibo che non aveva toccato e si strinse nella sua coperta calda, poggiando la testa sul morbido cuscino.
Madama Chips si accostò per spegnere la candela sul suo comodino, ma non appena Ginny incontrò il suo sguardo, la donna la squadrò severamente e chiese:
“L’hai ringraziato?”
“Chi, scusi?” chiese confusa Ginny.
“Ma il ragazzo biondo che è venuto a trovarti stamane, è ovvio!” ribatté la dottoressa.
“E perché dovrei?” mormorò la ragazzina senza capire.
Dovresti ringraziarlo, signorina…” continuò a dire in tono di rimprovero la dottoressa “Perché se lui non ti avesse portato subito qui quando sei svenuta, probabilmente a quest’ora ti saresti presa una bella polmonite e non saresti sopravvissuta per raccontarlo…”
E detto questo Madama Chips uscì dalla stanza, lasciando Virginia sola. E sconvolta.


TBC…

 

 

ndGinny85: Ke dire? Spero vivamente ke il cap vi sia piaciuto! Arrivederci alla prossima!!!^^

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Capitolo 6
*** Pensieri e una gita a Hogsmeade ***


Ciaooooo

Sono le ore 14:15, e come sempre eccomi qui ad aggiornare la mia adorata ff, ke a quanto sembra raccoglie sempre + consensi. Non tantissimi, ma sicuramente più di quanti mi aspettavo!^^ In particolare, vorrei dedicare questo cap a tutti quelli che hanno commentato l’ultima volta, ovvero:

phi phi, Giada, Sabryy, Kiki e Angele87 (Eh già Ang, io sono terribilmente sadica quando si tratta dei miei personaggi preferiti!^^)

Thank you with all my heart!!!!^_______^

Spero che il cap nuovo sia di vostro gradimento…cmq, buona lettura!!

 

 

 

 

DESTINED HEARTS

 

 

 

 

° Capitolo 6: Pensieri e una gita a Hogsmeade °


Non si poteva certo dire un ragazzo che passasse inosservato ad Hogwarts: alto, fisico statuario, viso magro dai nobili lineamenti…i suoi capelli erano lunghi, di un biondo quasi candido, solitamente pettinati all’indietro, i suoi occhi, grigi e intensi, avrebbero potuto ghiacciare qualsiasi cosa sul loro cammino…eppure, sotto a quel portamento snob e tronfio, dietro a quell’aria di sufficienza e cattiveria con cui solitamente Malfoy trattava le persone intorno a sé, si nascondeva forse un animo gentile e sensibile, un aspetto di lui che in pochi conoscevano…
Virginia Weasley era una di quei pochi. Aveva scoperto l’aspetto gentile di Draco Malfoy all’improvviso, come per magia, dopo la loro ultima conversazione. A dirla tutta, non si sarebbe mai e poi mai aspettata un gesto così premuroso da parte sua, come quello di raccoglierla svenuta in corridoio, nel bel mezzo della notte, e trasportarla di peso in infermieria.
Chissà perchè la mattina dopo, quando era tornato per vedere come stava, non le aveva detto di essere stato lui a portarla lì. Più ripensava a quell’incontro e più un senso di profondo disagio opprimeva Ginny facendola arrossire, e inevitabilmente il suo cuore prendeva a battere forte. Draco Malfoy le aveva parlato a lungo, o meglio, aveva discusso con lei a lungo, poi, all’improvviso e senza nessun preavviso, si era quasi messo a baciarla. E lei, cosa aveva fatto? Si era scostata quasi subito. In quel momento una voce nella sua mente le aveva gridato che il ragazzo che stava per baciare era niente meno che Draco Malfoy, che fare una cosa simile le avrebbe comportato solo molti guai e nient’altro…
Lei naturalmente aveva ubbidito subito a quella vocina nella sua mente, che molte volte l’aveva ben guidata verso la decisione più opportuna. Probabilmente quella era la prima volta che la suddetta vocina avesse finito per guidarla male. E stavolta non c’entrava la sua mente, no, era il suo cuore a dirle di aver sbagliato a rifiutare il gesto di Draco. Una parte di lei, dovette ammetterlo, desiderava ardentemente ricevere quel bacio.
Ma questo non è possibile! pensò la rossa Che in fondo io sia…innamorata di lui?
Immersa in quei pensieri, Ginny chiuse gli occhi, si rigirò per l’ennesima volta tra le coperte, nel letto dell’infermeria dove era ormai confinata da ben due giorni, e tentò invano di prendere sonno. Tutto inutile. Ogni volta che provava a chiudere gli occhi riviveva con la mente la scena del bacio tanto anelato con Malfoy, ancora e ancora, fino all’infinito.
Infine, sopraffatta dalla stanchezza, Ginny riuscì finalmente ad addormentarsi, mentre un ultimo triste pensiero sfiorava la sua mente esausta:
Ma perché l’ho fermato?
***
La mattina dopo, mentre tutto il corpo studentesco di Hogwarts si preparava per recarsi alla settimanale gita a Hogsmeade, Hermione Granger entrò in tutta fretta in Sala Comune urlando a squarciagola e attirando così l’attenzione dei suoi compagni Grifondoro in procinto di uscire.
“Ma si può sapere dove vai così di corsa, Herm?” chiese Lavanda Brown scostandosi un attimo prima di venire investita dalla furia con i capelli castani.
“Non posso fermarmi a spiegare adesso, vado di fretta. Sentite, sapete dove sono Harry e Ron?”
“Ho sentito poco fa che andavano ad allenarsi sul campo di Quidditch per la partita della prossima settimana…” spiegò Neville.
“Forse vuoi dire che Ron si sarebbe allenato, mentre Harry sarebbe rimasto solamente a guardare…” ridacchiò Lavanda maligna, facendo di conseguenza arrossire Paciock e adirare Hermione.
La ragazza le scoccò un’occhiata malevola, prima di uscire e dirigersi a tutta velocità verso il campo di Quidditch, dove si trovavano i due ragazzi. Era appena stata in infermeria, dove aveva ricevuto conferma da Madama Chips che Ginny si era ormai rimessa dalla febbre e che poteva tranquillamente lasciare l’infermeria entro la giornata. Per la fretta di portare la bella notizia anche a Harry e a Ron, la ragazza non si era preoccupata nemmeno di indossare il suo mantello, e di conseguenza era mezza congelata quando raggiunse gli spogliatoi della squadra di Grifondoro. Attraversò il corridoio che immetteva in questi ultimi, quindi raggiunse la porta socchiusa e senza esitare la spalancò di colpo, scoprendo un Ron praticamente in mutande.
“AAAAAAAHHHH!!!”
Ron ed Hermione gridarono quasi all’unisono, e mentre il ragazzo dai capelli rossi tentava invano di coprirsi il petto nudo con la maglia che si era appena tolto, l’altra si coprì gli occhi con le mani arrossendo come un peperone.
“Accidenti Herm, ma non si usa più bussare?!” l’apostrofò imbarazzatissimo Ron, mentre si nascondeva dietro un armadietto aperto.
“S-Scusami…mi avevano detto che ti stavi allenando con Harry al campo, i-io non pensavo…non sapevo…” balbettò Hermione, non osando aprire gli occhi e tremando da capo a piedi.
“Va bene, ma adesso puoi per favore uscire…mi sto congelando così conciato!”
“Oh…certo. Scusami ancora…”
E così dicendo Hermione fece dietro front, sempre tenendo gli occhi ben chiusi, e rapidamente lasciò la stanza. Non appena si fu ritrovata fuori, all’aria aperta, aprì finalmente gli occhi e fece un profondo sospiro di sollievo. Accidenti, stava ancora tremando come una foglia per il colpo che s’era presa! Sbuffando a pieni polmoni, la ragazza andò a poggiare la schiena contro una delle colonne di legno lì vicino, imponendosi di calmarsi.
Non le era mai capitato di vedere un ragazzo mezzo nudo prima d’ora, pensò, ma doveva dire che Ron non era davvero niente male. Veramente gli anni di duro allenamento con il Quidditch avevano avuto una buona influenza sul suo fisico!
Ok, datti una calmata ora Herm…ma che diavolo sto dicendo?! Ho detto che Ron ha un bel fisico?! Ma scherziamo??!! Beh…forse è anche vero, però…non ci avevo mai fatto caso prima d’ora a quanto fosse cresciuto…
La voce di Harry che veniva verso di lei la riscosse in fretta dai suoi pensieri, e la ragazza arrossì involotariamente temendo che l’amico avesse sospettato qualcosa vedendola.
“Oh, sei qui Herm! Ero andato un attimo a prendere la scopa che Ron ha dimenticato nel dormitorio…dovrebbe essere dentro gli spogliatoi, l’hai visto?”
“Eccome se l’ho visto…” sussurrò Hermione quasi parlasse tra sé.
“Scusami, hai detto qualcosa?”
“No, niente!” si affrettò a replicare l’altra ridendo nervosamente.
“Va tutto bene?” chiese il brunetto avvicinandosi e scrutandola incuriosito.
Hermione annuì con decisione, quindi decise che era venuto il momento di andarsene, prima che Ron uscisse da quella porta complicando ulteriormente la situazione.
“Tutto ok…ehm, vado a vedere come sta Ginny, secondo Madama Chips dovrebbe poter uscire oggi…”
Va bene. Ci rivediamo qui per andare insieme a Hogsmeade, ok?”
“Ok!” gridò la ragazza castana cominciando a correre.
***
“GINNY!!! SEI SVEGLIA??!!”
La voce ansiosa di Hermione riportò bruscamente alla realtà Ginny Weasley, la quale ci mise non poco a focalizzare dove si trovava. L’infermeria era inondata di luce, e da questo si capiva bene che era ormai mattina inoltrata, anche se una strana calma riempiva i corridoi di Hogwarts, di solito così pieni di vita. Ginny si stupì di non sentire nemmeno il rumore di passi che solitamente l’avvertiva del passaggio degli studenti verso le rispettive aule, come accadeva ogni giorno.
Dopo che la sua vista si fu abituata all’accecante luce del sole, la rossa si stropicciò gli occhi e si mise a sedere sul letto, osservando Hermione che aspettava pazientemente, ma con aria chiaramente nervosa, il suo lento risveglio.
“Buongiorno Herm…che succede? Come mai c’è questo silenzio per la scuola?”
Hermione si scosse bruscamente dai suoi precedenti pensieri e rispose:
“Cosa? Ah, il silenzio. Forse tu non lo sai, ma oggi è il giorno della gita a Hogsmeade…”
Ginny era sinceramente sorpresa. Con tutto quello che le era successo in quei giorni, aveva persino dimenticato la gita al villaggio che le piaceva tanto!
“Ah, è vero, come ho fatto a scordarmene?! E come mai tu non sei lì con gli altri studenti?”
“Non solo io, ma anche Ron e Harry sono rimasti. Adesso sono al campo di Quidditch, ad allenarsi per la partita delle prossima settimana. Madama Chips ha detto che sei guarita e che potevi lasciare l’infermeria non appena ti fossi svegliata, così abbiamo pensato di aspettarti…”
Ginny le sorrise, riconoscente. A quel punto guardò bene Hermione, e solo allora notò che l’amica aveva un’espressione preoccupata, quasi distratta. Le sue gote poi avevano assunto una preoccupante sfumatura rosata.
“C’è qualcosa che non va, Herm?” chiese
la rossa osservandola a lungo.
La ragazza dai capelli castani arrossì ulteriormente e si affrettò a scuotere la testa con decisione.
“No no, è tutto a posto! Piuttosto, tu come ti senti?”
“Molto meglio
. Le pozioni di Madama Chips sono veramente magiche per la febbre!”
Poi Ginny si alzò e cominciò a prepararsi per uscire. Hermione rimase ad aspettare pazientemente che l’amica si fosse vestita, con il solito mantello e la sciarpa dei Grifondoro, e a quel punto si recarono fuori dalla scuola, dirette verso il campo di Quidditch dove Harry stava aiutanto Ron ad allenarsi.
Era una giornata rigida, più fredda delle precedenti, e dense nuvole grigie minacciavano sempre di più una bella nevicata. Non solo Hogwarts, ma anche il cortile esterno era vuoto e silenzioso. In lontananza echeggiavano solamente i richiami di Harry a Ron, mentre questi era intento a cronometrare per l’ennesima volta il volo con la sua scopa.
“Eccoli lì…” indicò Hermione affrettando il passo.
Stringendosi infreddolita nel suo mantello, Ginny la imitò, e in pochi secondi li ebbero raggiunti e salutati. Harry scorse subito la rossa accanto ad Hermione, e lasciando Ron a svolazzare tranquillo sopra il campo, corse velocemente verso di lei.
“Buongiorno Virginia…come ti senti oggi?” le chiese quando l’ebbe raggiunta.
“Ciao Harry! Benissimo, la febbre sembra completamente andata via ormai…”
Il brunetto le sorrise, sinceramente sollevato. Ron nel frattempo aveva smesso di gironzolare come un ebete intorno alla porta e si era avvicinato al trio, rimanendo comunque ad una distanza di sicurezza.
“Ron scendi, che dobbiamo andare al villaggio!” lo chiamò Harry facendogli dal basso un cenno col braccio.
“Uffa, ma dobbiamo proprio andare?” si lamentò il rosso chiaramente contrariato, mentre faceva di tutto per restare in volo “Volevo provare qualche altra acrobazia prima di scendere!”
Hermione sospirò piena di disappunto, mentre Ginny faceva notare:
“Ma perché si preoccupa tanto, scusate? In fondo lui è portiere, mica deve muoversi molto durante la partita…”
“Lo sai com’è fatto, no? Vuole sempre essere il migliore di tutti…” osservò Harry con un sorriso divertito. Poi si rivolse al ragazzo dai capelli rossi:
“Ti conviene scendere, Ron! Altrimenti va a finire che non troviamo più nemmeno un boccale di Burrobirra ad Hogsmeade!!”
“Che cosa?!”
Le parole di Harry bastarono a convincere il ragazzo, il quale dopo una lunga virata andò ad atterrare piuttosto bruscamente in mezzo a loro, sfiorando Hermione per un pelo e facendole prendere un bello spavento.
“Ops! Scusa, Herm…”
“Scusa un cavolo! E stai più attento, Ron!” gridò lei facendo un balzo indietro, abbastanza contrariata.
Mentre Hermione era tutta intenta a spolverarsi il mantello per liberarsi della polvere che aveva alzato la scopa atterrando, il ragazzo si avvicinò per controllare che stesse bene.
“Non ti sei fatta male, vero?” le chiese in tono apprensivo, temendo una sua sfuriata come sempre.
La ragazza smise di controllarsi i vestiti e alzò lo sguardo su di lui con l’intenzione di rispondergli a tono, ma non appena si fu resa conto di quanto Ron fosse pericolosamente vicino a lei, le parole le morirono in gola, mentre il cuore cominciava a martellarle furiosamente nel petto. Il vento sferzava i suoi folti capelli colore della fiamma, e nonostante il freddo pungente, piccole gocce di sudore imperlavano la fronte del ragazzo, mentre i suoi profondi occhi azzurri scrutavano Hermione preoccupati. Osservarlo così le riportò alla mente l’imbarazzante scena di qualche minuto prima. A quel punto Hermione arrossì visibilmente, quindi distolse bruscamente lo sguardo da lui, si schiarì la voce e mormorò con voce atona:
“N-No, sto bene…non preoccuparti…”
“Ah, meno male…” sorrise Ron con le guance ugualmente rosse, evidentemente perché anche lui stava pensando la stessa cosa.
Poi il ragazzo la superò, cominciando a dirigersi verso la scuola con la scopa in mano. Lo strano comportamento di Hermione poteva essere considerato normale per lui e Harry, il quale aveva pure preso a dirigersi verso il cortile di Hogwarts con l’amico, ma certo non sfuggì a Ginny. La rossa attese che i due si fossero allontanati abbastanza, quindi si affiancò silenziosamente ad Hermione, che era rimasta indietro, e quando fu sicura di non essere sentita le disse:
“Oggi sei strana Herm…è forse successo qualcosa con Ron?”
Nel sentir pronunciare il suo nome Hermione sussultò, ma Ginny cercò di non farci caso. La ragazza castana rise nervosamente, le guance attraversate da un sottile rossore.
“Ma certo che NO! Non è successo proprio niente Gin, che vai a pensare?!”
Sì certo, e io sono un ippogrifo! pensò Ginny con un sorrisino divertito, mentre l’amica allungava nervosamente il passo costringendola a correrle dietro.
***
“Ragazzi, non vedo l’ora di andare ai Tre Manici di Scopa per farmi una scorpacciata di Burrobirra!!” esclamò Ron uscendo dalla scuola senza più la divisa del Quidditch, bensì con il mantello e la sciarpa per proteggersi dal freddo pungente.
Il cielo all’ora di pranzo era come una candida cupola che sovrastava il paesaggio ancora intatto, la temperatura era bassa e un debole sole brillava sopra le teste degli studenti. Hogsmeade era, come sempre, un estasi di rumori, suoni e vociare di ragazzi. Le strade erano affollate da studenti di tutte le case, tutti intenti a fare acquisti o semplicemente a osservare le vetrine esterne ai negozi.
“Mi piacerebbe fare una visita all’’Emporio degli Scherzi di Zonco, chi viene con me?” esordì improvvisamente Ron mentre camminavano a caso per le viottole del villaggio, sorseggiando tranquillamente un bel boccale di Burrobirra fumante.
“Vengo io!” esclamò Harry con un sorriso.
“Va bene, Harry può andare con Ron” riprese Hermione, facendo come sempre la leader del gruppo “Io e Ginny invece faremo un giretto in centro, che ne dici Gin?”
“Va bene…” rispose distrattamente lei.
“Ok!” approvarono all’unisono Harry e Ron con un ghigno.
I due le salutarono dandosi appuntamento ai Tre Manici di Scopa un’ora dopo, e insieme scomparvero come lampi. Hermione li guardò mentre correvano via, poi sospirò con un’aria molto simile a quella di un genitore.
“Sono ancora dei bambini, non cambieranno mai…”
Le due ragazze presero a camminare tranquillamente per le vie di Hogsmeade, fermandosi di tanto in tanto per dare un’occhiata alle vetrine, prediligendo specialmente i negozi d’abbigliamento e di bigiotteria. Questo almeno valeva per Hermione, visto che Ginny camminava tenendo la testa bassa, incurante di ciò che le stava intorno e stranamente silenziosa. L’amica non ci mise molto ad accorgersi che qualcosa la preoccupava, e non appena si furono allontanate dal luogo dove avevano lasciato i ragazzi le chiese:
“Cos’hai Ginny, c’è qualcosa che non va? A me puoi dirlo…”
La ragazza alzò la testa incontrando i profondi scuri occhi dell’amica, che la fissavano con apprensione. Naturalmente le fece piacere che i suoi compagni si preoccupassero così per lei, ma al tempo stesso sapeva di non poter rivelare cosa veramente la tormentava. Loro non avrebbero mai capito il suo stato d’animo.
“Credo di avere ancora un po’ d’influenza…” mentì abilmente “ma a parte un po’ di mal di testa, per il resto sto benissimo…”
Hermione inarcò un sopracciglio, l’espressione un po’ perplessa, ma non disse nulla. La rossa comprese che non aveva bevuto la storia dell’influenza, e questo la fece stare ancora più male. Avrebbe tanto voluto confidarsi con la sua migliore amica riguardo a quello che era successo con il bel biondino, ma aveva paura di parlare con Hermione delle sue perplessità nei riguardi di un ragazzo, che non era un ragazzo qualsiasi bensì un Serpeverde, e per di più, un Malfoy. Continuava a immaginare che la Granger non avrebbe preso molto bene questa sua improvvisa attrazione per il biondino, in fondo Hermione lo odiava come pochi altri per quello che le aveva fatto passare durante gli anni trascorsi.
Mi dispiace tanto Herm, ma non posso parlartene…non ancora, almeno… sospirò affranta la ragazza mentre continuavano la loro passeggiata in perfetto silenzio, un silenzio vagamente teso.
Trascorsero i minuti, e ben presto si ritrovarono al centro di Hogsmeade, ovvero la parte più affollata del villaggio. Il negozio “Mielandia” era, come al solito, pieno di giovani clienti desiderosi di acquistare i dolci e le caramelle più gustose.
“Accidenti, che confusione!” commentò Hermione quando si fermarono alla fine della lunga fila, che dal marciapiede opposto entrava fin dentro il negozio.
“Credo che ci convenga passare più tardi…” fece la ragazza castana sospirando e voltandosi per tornare indietro.
Ginny annuì, ma un attimo prima di imitare l’amica e voltarsi, una sagoma molto familiare dall’altra parte della strada attirò la sua attenzione: Draco Malfoy e i suoi due tirapiedi si trovavano sul marciapiede davanti al loro. Il biondino era appoggiato con la schiena contro il muro, le braccia incrociate davanti al petto, chiacchierando di chissà cosa con i suoi compagni. Nel vederlo, il cuore della ragazza perse un colpo ricominciando a battere all’impazzata, mentre le sue guance prendevano letteralmente fuoco.
La rossa si voltò verso Hermione, sperando vivamente che lei non si fosse accorta della sua presenza. Con suo gran sollievo, la vide guardarsi intorno mentre decideva assorta quale strada prendere. A quel punto Ginny tornò a rivolgere la sua attenzione al biondo Serpeverde, che continuava ignaro di tutto a conversare con i suoi amici, e si sentì piuttosto indecisa sul da farsi. Solo una domanda le volteggiava adesso per la testa: Andare a parlargli…o semplicemente far finta di non averlo visto?
Mentre si tormentava al riguardo, si voltò un attimo verso Hermione…e con sua gran sorpresa si accorse che la sua amica era scomparsa.
“Her…Hermione?!”
***
“Ehi, Draco perché non andiamo a prendere in giro qualche Grinfondoro?”
“No Tiger, oggi non ne ho voglia…”
Malfoy sospirò leggermente, senza per questo perdere la sua perfetta flemma da nobile, mentre scrutava i passanti con l’aria cinica e sprezzante che lo caratterizzava. Imprecò tra sé e sé. Cominciava a non poterne davvero più di avere perennemente alle calcagna quei due perfetti idioti di Vincent Tiger e Gregory Goyle. Sapeva benissimo che gli restavano vicino solamente perché era un Malfoy, figlio di un Mangiamorte e perciò ‘pezzo grosso’ della società dei maghi, e questo lo mandava in bestia più di qualsiasi altra cosa.
Non che nella sua vita avesse mai incontrato ragazzi della sua età con cui passare il tempo come semplici AMICI, senza che la loro cosiddetta ‘amicizia’ dipendesse da qualcos’altro, tipo la sua famiglia di provenienza, il suo prestigio e così via. Era questo il problema: non vi era NESSUNO che lo vedesse semplicemente come Draco, o più normalmente come un ragazzo di diciassette anni un po’ arrogante e viziato. Tutti lo conoscevano come Malfoy, o peggio ancora, come il figlio di Lucius Malfoy. Quanto odiava doversi nascondere dietro un nome, seppure il nome di suo padre, questo era un aspetto della sua vita che non accettava e mai avrebbe accettato!
Immerso in quei pensieri poco costruttivi sulla sua onorevole famiglia, Draco non si accorse nemmeno di una ragazzina dai capelli rossi e il viso lentigginoso, molto timida, che lo stava guardando da circa un quarto d’ora, imbambolata dall’altra parte della strada.
Improvvisamente però, come richiamato da una forza invisibile che lo spinse ad alzare la testa, Malfoy la vide: in piedi, immobile come una statua, il vento che le stuzzicava amabilmente i boccoli di rame coprendogli parzialmente la visuale sui suoi occhi chiari e sognanti…
“Virginia Weasley…”
Draco sussurrò quel nome così piano che i ragazzi che gli stavano vicino nemmeno se ne accorsero. Il suo sguardo indugiò su di lei per qualche minuto, mentre i pensieri nella sua testa fluivano veloci. Non aveva mai sopportato la famiglia Weasley: “stupidi babbanofili senza cervello”, ecco come li definivano sempre lui e suo padre. Nonostante fossero Purosangue come loro conducevano una vita pietosamente povera, e in più simpatizzavano con quella piaga di Harry Potter. Solo Virginia Weasley sembrava diversa dal resto della famiglia, o almeno, quella era l’impressione che aveva avuto Malfoy frequentandola durante quei giorni. Le era sembrata molto più avvicinabile, ad esempio, di suo fratello Ron, o di quei due casinisti di Fred e George, quando frequentavano ancora Hogwarts. Non sapeva il motivo, ma qualcosa di quella ragazzina lo attirava morbosamente, fino al punto che era diventata una specie di ossesione per lui andare a disturbarla ogni qualvolta ne avesse l’occasione. Come in quel momento, ad esempio.
Nel frattempo Ginny aveva distolto lo sguardo da lui e aveva preso a guardarsi intorno ansiosamente. Sembrava stesse cercando qualcuno, pensò il biondino assorto, chissà se… Ma prima ancora che la sua parte di cervello, quella razionale, gli suggerisse come comportarsi per restare ‘nella norma’ – una battutina maligna sui suoi capelli spettinati ci sarebbe stata bene, ad esempio – l’altra parte della mente di Draco, quella che a volte si dimenticava perfino di possedere, lo fece voltare e rivolgersi ai suoi due scagnozzi:
“Ehi voi due, andate a farvi qualche boccale di Burrobirra mentre io aspetto una persona …”
“Hai appuntamento con qualche sventola, Draco?” chiese Tiger ridendo come un ebete.
Malfoy lanciò un’occhiata fugace a Ginny, ancora ferma sul marciapiede opposto, lo sguardo perso chissà dove.
“Non proprio…” mormorò serio e quasi rivolto a se stesso.
“Hai detto qualcosa, Draco?”
“No, niente. Sloggiate adesso…”
“Vuoi che te ne portiamo una anche a te di Burrobirra?” chiese Goyle servizievole.
“No, grazie…” replicò freddamente il biondino, e con un gesto di impazienza li cacciò via.
Quando Tiger e Goyle furono liquidati, Draco si guardò intorno un paio di volte, giusto per essere sicuro di non essere visto da occhi indiscreti. Poi scese dal marciapiede e attraversò a grandi passi la strada, dirigendosi spedito verso di lei.

 

 

 

TBC…



ndGinny85: Lo so, lo so, questo cap nn contiene molte informazioni, a parte i pensieri dei due protagonisti. E’ solo una sorta di passaggio per il prossimo, ke molto presto pubblicherò. Ah, già da adesso vi annuncio ke nel prox aggiornamento ci sarà una sorpresa per tutti i fan della coppia Draco/Ginny!

Arrivederci a tutti!! COMMENTATE, mi raccomando!! ^____^

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Capitolo 7
*** Un bacio rubato ***


DESTINED HEARTS

Eccomi qui!! Allora, sn stata veloce ad aggiornare? Sì, vero? ^__^

Ok, prima di cominciare…ringraziamenti!

Un grazie speciale a:

 

Angele87, Sabryy, Giada, phi phi, thewitch e Kiki, che con i loro bei commenti mi spronano a continuare a scrivere.

 

Spero davvero ke il nuovo cap vi piaccia! Ho anche inserito un po’ di ‘azione’ (come dice phi phi) …beh, buona lettura!!!

 

Ginny85.

 

 

DESTINED HEARTS

 

 

 

 

° Capitolo 7: Un bacio rubato °


 

Accidenti! E adesso dove vado da sola?! Hermione, dove sei??
Ginny tentò di districare lo sguardo in mezzo alla folla di persone che assediava letteralmente il negozio di dolci. Una folla consistente si trovava anche davanti alla Libreria Magica, e la rossa pensò che Hermione potesse essere entrata lì dentro per cercare qualche libro che la interessava.
Se così fosse avrebbe fatto meglio a non allontanarsi da lì, si disse, almeno fino all’ora dell’appuntamento con Harry e Ron.
“Ma allora è una prerogativa dei Weasley perdersi dovunque e con chiunque…” biascicò improvvisamente una voce irritante al suo fianco.
Virginia si voltò, e impallidì.
“D-Draco…”
“Com’è che adesso mi chiami per nome?” chiese il ragazzo, cercando di mantenersi più freddo e distaccato che poteva. Non voleva che lei lo trovasse amichevole, visto che aveva attraversato tutta la strada con l’unico scopo di tormentarla un po’.
“Beh, ecco…io, non…” balbettò Ginny senza trovare le parole.
Draco sostenne per un po’ la sua parte, ma di fronte all’imbarazzo della ragazzina, la cui pelle del viso era diventata più rossa di una ciliegia, non poté fare a meno di ridacchiare divertito.
“Non fa niente Weasley, non pretendo che me ne elenchi tutte le ragioni più profonde e motivate…” replicò ficcandosi le mani in tasca e compiendo qualche passo nella sua direzione, fino a raggiungerla e a fermarsi davanti a lei.
“Se ti fa tanto piacere usare il mio nome, accomodati pure…”
Ginny spalancò incredula gli occhi. Malfoy la stava invitando a trattarlo amichevolmente?!
“M-Ma…Malfoy…”
“Che c’è Weasley, già ti sei stancata del mio nome?” sorrise il biondino divertito.
Ginny scosse la testa.
“Non è questo…solo, se posso usare il tuo nome, vorrei che anche tu lo facessi. Non sopporto la gente che mi chiama per cognome…” spiegò, senza mancare di arrossire sulle gote.
Malfoy sorrise, stavolta più morbidamente.
“Come vuoi… Virginia…”
Il biondino calcò in una strana maniera il tono sul suo nome, pronunciandone le sillabe quasi maliziosamente. Questo mandò la ragazza su di giri.
“B-Basta anche solo Ginny…” provò a dire, sentendo il cuore batterle come un tamburo nel petto e il sangue inondarle il volto.
“Ginny non mi piace, è troppo da bambinetta. Virginia invece ti sta a pennello…”
Gli occhi chiari del biondino incontrarono quelli profondi di lei, e per un secondo entrambi restarono a fissarsi senza dire nulla. Ginny si chiese a cosa stesse pensando, ma prima che potesse scoprirlo Draco le chiese nuovamente, con meno ironia della volta precedente:
“Allora Virginia…ti sei persa?”
Cercando di riacquistare un po’ della sua dignità – invece di sobbalzare ogni volta che lui pronunciava il suo nome in quel modo accattivante – Ginny rispose distrattamente:
“Non proprio, voglio dire, ero con Hermione ma adesso ci siamo perse di vista in mezzo a tutta questa gente…e tu?” concluse guardandolo, e scoprendosi vivamente interessata alla risposta.
“Io? Niente di particolare, aspettavo una persona…”
Quale persona? si chiese Ginny inarcando le rosse sopracciglia Deve forse vedersi con una ragazza?
L’idea non la entusiasmava molto, anzi, la rese insolitamente triste.
“Capisco…” replicò in maniera forse troppo distaccata per essere credibile “Allora, ehm, credo che non dovresti restare qui a parlare con me…ti conviene andare all’appuntamento da lei…”
“E perché mai? Non è più necessario, visto che questa persona è già arrivata…”
“Oh…davvero?” replicò Ginny guardandosi intorno incuriosita, aspettandosi chissà perché da un momento all’altro di scorgere qualche bellezza bionda – o anche mora – che veniva verso di loro.
Non vide nessuno nelle vicinanze e questo la lasciò alquanto perplessa. Nel leggere il suo sguardo spaesato, Malfoy scosse rassegnato la testa.
“Insomma Weasley, la persona che stavo aspettando ce l’ho davanti!” sibilò stizzito.
Poi, rendendosi evidentemente conto di aver alzato troppo la voce, il suo viso pallido cambiò tonalità e per qualche secondo assunse un colore vagamente rosato. Ginny spalancò gli occhi su di lui, incredula.
Stava aspettando ME?!!
“Esatto…” rispose freddamente Malfoy come rispondendo alla sua muta domanda, mentre la sua faccia tornava ai colori consueti “Perché avrei dovuto mandare via quei due imbecilli di Tiger e Goyle altrimenti, me lo spieghi?”
“E che ne so io. Potresti anche aver voluto restare da solo, no?” commentò Ginny saccente, ma in realtà stava sfacciatamente negando l’evidenza.
Ormai l’aveva capito bene, solo che non si sarebbe mai aspettata un giorno di vedere Draco Malfoy che si interessava a lei in quel modo. Si rese conto che questo la lunsingava e la faceva sentire insolitamente felice.
“Certo, voglio stare da solo, come no!” ribatté offeso il Serpeverde come se gli avesse detto chissà quale stupidaggine.
Sospirò profondamente e Ginny se lo guardò incuriosita, scommettendo sulla sua prossima mossa. Quello che udì e vide la lasciarono di stucco.
“Andiamo, forza…” disse all’improvviso Draco guardandola fissa.
Ginny credette di non aver sentito bene, e sbatté due volte le palpebre per riprendere visione della situazione.
“Ma scusa, andiamo dove?”
“Non lo so, da qualche parte! Non vorrai rimanere qui tutto il pomeriggio?”
E senza complimenti, Malfoy le mise una mano sulla schiena e la spinse in avanti, invitandola, piuttosto bruscamente, a camminare al suo fianco. Ginny si ritrovò a sostenere con non poca fatica l’andatura costante e veloce del Serpeverde. Come risultato, ben presto il respiro le venne inevitabilmente a mancare.
“Non è che potresti…rallentare…solo un pochino?” mormorò prendendo due grossi respiri e rallentando lei stessa.
Malfoy obbedì in silenzio, e per un po’ camminarono normalmente lungo i marciapiedi delle strade di Hogsmeade.
Non posso crederci… si diceva Ginny eccitata Sono a Hogsmeade con Draco Malfoy e sto passeggiando insieme a lui! Mi piacerebbe raccontarlo ad Hermione, chissà come ci rimarrebbe!
La risposta a quella domanda, che lei naturalmente conosceva, la intristì non poco. La ragazza socchiuse tristemente gli occhi, lo sguardo fisso per terra, mentre manteneva un’andatura un po’ strascicata. Il biondino non ci mise molto ad accorgersene.
“Cosa c’è Weas…Virginia?” chiese fermandosi all’improvviso.
La rossa alzò immediatamente lo sguardo, incontrando i suoi occhi grigi che la scrutavano attenti.
“N-Niente…ecco, io…” si barcamenò timidamente, intrecciando nervosamente le mani davanti al petto.
Malfoy sorrise beffardo, come se si aspettasse la sua reazione, e rivolgendo lo sguardo davanti a lui cominciò:
“Ho capito. Hai paura che qualcuno dei tuoi amichetti Grifondoro ti veda in compagnia di uno sporco Serpeverde, vero?”
Virginia fisso Draco, la cui espressione adesso sembrava più malinconica rispetto a quella beffarda e distaccata di poco prima. La rossa decise di dare fiato ai suoi pensieri.
“Non è questo…” spiegò “In realtà mi chiedevo perché te ne stai qui a parlare civilmente con me, invece di insultarmi come fai di solito a proposito di Harry…”
“Ah, è così!” esclamò Malfoy fermandosi di colpo, incrociando le braccia sul petto e fissandola accigliato “Quindi per te io non sono altro che uno ‘sputa-insulti’ automatico, giusto?”
“Non intendevo questo!” esclamò subito Ginny, imbarazzata dal suo sguardo poco rassicurante.
“Mpf!”
Draco sbuffò e distolse offeso lo sguardo da lei. Scese il silenzio, rotto solo dal pacato soffiare del vento pomeridiano e dal vociare di qualche gruppo di studenti che si trovava a passare da quelle parti. Nel punto del marciapiede dove si erano fermati i due ragazzi c’era un lampione ancora spento, e vicino ad esso, una panchina vuota faceva bella mostra di sé. Malfoy la scorse e vi andò a sedersi senza dire una parola. Dopo un attimo di esitazione, Ginny lo imitò, distanziandosi un poco da lui.
Il biondino sciolse la cordicella che gli stringeva il mantello al collo e, ricercando una posizione più comoda, accavallò le gambe poggiando un braccio sullo schienale della panchina. Ginny rabbrividì, avvertendo chiaramente la presenza del suo braccio dietro la schiena, a pochissimi centimetri da lei.
“Noi due abbiamo più cose in comune di quanto pensi, Virginia…” mormorò improvvisamente il Serpeverde, come se parlasse rivolto a se stesso più che a lei.
“C-Come?”
Draco sospirò e ripetè:
“Ho detto che noi non siamo così diversi come pensate tutti…”
“Io non l’ho mai pensato!” si affrettò a ribattere Ginny, arrossendo subito dopo “Voglio dire, non ho mai pensato a te come a un ragazzo diverso dagli altri…”
Malfoy ridacchiò divertito.
“Sì, come no! E adesso mi verrai anche a dire che non mi hai mai odiato per quelle battutine su Potter, che tra l’altro mi sono costate ben due schiaffi in piena faccia….”
“Te li sei meritati quegli schiaffi, invece!” sbottò Ginny cambiando espressione all’improvviso, mentre per la stizza i suoi occhi chiari mandavano lampi all’indirizzo di Malfoy.
“Perché, non è vero che a te piaceva?” chiese Draco, fissandola in tutta calma.
“Hai detto bene, mi piaceva, in passato! Ma ancora adesso è un continuo! Il TUO Harry di qua, il TUO Harry di là! Solo perché sono stata fidanzata con una persona, lo devo essere per sempre?!” continuò a gridare Ginny senza ritegno, senza preoccuparsi di chi li ascoltava, come se per lei fosse naturale rivolgersi così alla gente.
In quel momento, non si soffermò minimamente a pensare che solo con Draco Malfoy riusciva a imporre le sue idee, ad essere veramente se stessa…era un aspetto a cui non aveva mai pensato veramente, almeno fino a quel momento.
“Sicura di non amarlo più?” domandò il biondino improvvisamente, cogliendola impreparata.
Ginny si fece subito rossa in viso, e balbettò:
“Beh, ecco…potrebbe ancora essere che…non dico che lo amo, però…lui ormai…”
“Provi ancora qualcosa per lui, ho capito…” concluse il biondino con leggerezza.
Ginny non poteva crederci: era con Malfoy, e stavano parlando di Harry! E lei stava rivelandogli che aveva ancora un debole per lui, cosa che si era guardata bene dal dire a Ron ed Hermione! A che livelli di pazzia erano arrivati? (o meglio, a che livelli è arrivati la scrittrice?!^^ ndGinny85)
“Ma se è la verità, allora perché ti arrabbi così tanto quando te lo dico, scusa?” chiese a quel punto Malfoy con naturalezza, scrutando con attenzione la sua reazione.
Ginny si rabbuiò e abbassò tristemente lo sguardo.
“Perché io non posso permettermi di volergli bene…non più…”
“E’ per quella Corvonero, vero?” osservò Draco “Lo si vede da lontano un miglio che Potter ha ancora una cotta per lei. E tu sei rimasta con lui per un anno intero sopportando tutto questo?”
Sembrava davvero stupito mentre glielo chiedeva. Ginny aggrottò la fronte stizzita.
“Non sono così masochista come credi, Draco! Credevo che Harry l’avesse dimenticata, che non provasse più niente per lei… ma mi sbagliavo…l’anno scorso, a Hogsmeade, mi ha detto veramente come stavano le cose e io…beh, non gli ho parlato per tutta l’estate…”
“Hm, capisco…” mormorò il ragazzo distrattamente.
Ginny lo fissò in silenzio. Perché le stava facendo dire tutte quelle cose su Harry?, si chiese confusa. Che fosse interessato davvero a lei, come le aveva fatto credere quel giorno? Come per magia le tornò alla mente la loro ultima conversazione, nel momento in cui Malfoy stava per baciarla…ma perché l’aveva fatto? Solo per divertimento…o c’era qualcosa di più?
Ginny voleva saperlo.
“Perché mi hai baciata?” chiese all’improvviso, tutto d’un fiato e senza dare il tempo a Draco di digerire bene la domanda.
Il biondino si girò a guardarla, un po’ stordito dalla sua uscita senza preavviso.
“Come, scusa?” replicò inarcando un sopracciglio.
Ginny arrossì e tentò di rimediare, balbettando:
“Ehm, scusami, volevo dire, perché hai provato a baciarmi l’altro giorno in infermeria?”
Il Serpeverde la guardò a lungo, senza dire nulla. Ginny si sentì come se stesse per sprofondare sotto la panchina da un momento all’altro per l’imbarazzo. Non si era mai sentita così osservata da quegli occhi freddi e grigi, che la scrutavano quasi a voler rivoltarle l’anima come un calzino, per leggerne poi i più segreti pensieri.
“Perché non mi dispiaci…” rispose l’altro dopo un’attesa lunghissima. (sembra Kodomo no Omocha…scusate il deja-vu!^^ndGinny85)
Draco tornò a guardare la strada senza aggiungere altro, lasciando Ginny confusa ed irritata. Cosa diavolo voleva dire che non gli dispiaceva?! Certo che quando quel ragazzo voleva essere enigmatico ci riusciva veramente bene, pensò accigliandosi. Poi, sospirando rassegnata, la rossa tentò di prendere un’altra strada per continuare la conversazione e cambiare, almeno in apparenza, argomento.
“Prima hai detto che noi non siamo molto diversi...cosa volevi dire, posso saperlo?” gli chiese timidamente dopo una pausa.
Malfoy la guardò di nuovo, silenziosamente. I suoi begli occhi grigi non erano mai stati così espressivi, pensò Ginny mentre li fissava con una piccola stretta alla gola. Ormai non riusciva più a considerare quello sguardo come lo sguardo cinico e freddo di un ragazzo arrogante come Malfoy, no. Per lei, la luce che scaturiva adesso da quegli occhi di ghiaccio era qualcosa di più di semplice snobismo o indifferenza…era qualcosa che sentiva dentro, ma che non riusciva a spiegarsi nemmeno lei. Qualunque cosa fosse però, la stava colpendo direttamente al cuore.
Il Serpeverde non rispose, anzi distolse lo sguardo per tornare ad ammirare la strada sgombra da qualsiasi altra cosa che non fossero le molte foglie secche, staccatesi dagli alberi nudi intorno a loro.
Ginny rifletté per qualche istante sulla sua frase ambigua di qualche minuto prima, infine, realizzando al volo cosa volesse dire, socchiuse incredula le labbra.
Possibile che un tipo corteggiato da tutte le studentesse di Hogwarts e sicuro di sé come Draco Malfoy abbia problemi di cuore?
“Chi è lei?” chiese a quel punto facendosi coraggio.
“La conosci bene, Weas…Virginia. Chissà quante volte ci avrai visto insieme durante i primi quattro anni di scuola…” fu la risposta distratta del biondino.
Allora ci ho azzeccato! sorrise Ginny tra sé. Ricordò il nome senza troppo fatica.
“Vuoi dire…Pansy Parkinson?”
In effetti, la coppia Malfoy\Parkinson era la seconda dopo quella Potter\Weasley in quanto a fama, e per essere conosciuta da tutta la scuola.
Draco annuì debolmente, e Ginny tutt’ad un tratto ricordò che era dall’inizio dell’anno che i due ‘piccioncini’ non si vedevano più insieme in giro per i corridoi. Lei, come molte altre, aveva immaginato che si fossero lasciati. Ma non credeva che Malfoy fosse addirittura innamorato di quell’antipatica, arrogante Serpeverde con la faccia da carlino.
“So cosa stai pensando Weasley, non farti strane idee!” l’ammonì il biondino accigliato, come leggendole nel pensiero.
Ginny sorrise brevemente. Evidentemente per Draco era ancora difficile chiamarla con il suo nome, ma lei avrebbe aspettato, almeno finché non si fosse abituato come aveva fatto lei stessa. E poi, doveva ammettere che non le dispiaceva affatto il modo in cui lui le si rivolgeva, sia che usasse il cognome o no.
“Noi due stavamo insieme sì, ma per me era più un divertimento, capisci? Io non ho mai detto né a lei né ad altri di amarla…sul serio…” mormorò Malfoy, ma a giudicare dal leggero rossore che gli aveva appena colorato le gote pallide, Ginny comprese che non doveva essere proprio così.
“Capisco…” replicò quindi in tono scettico “E allora cos’è che ti ha dato tanto fastidio quando vi siete lasciati? Hai perso il tuo giocattolo?”
“Mi credi così immorale e privo di principi? Comunque non è stato il fatto che ci siamo lasciati a sconvolgermi, visto che sono stato io a mollarla per primo…” replicò Malfoy tranquillamente.
“E allora cos’è stato?” insisté lei incuriosita.
“Ti interessa davvero saperlo?” domandò il Serpeverde fissandola con stupore.
Ginny annuì con un limpido sorriso. Draco continuò a guardarla meravigliato, senza capacitarsi di quello che stava accadendo. Infine sorrise beffardo e replicò con uno strano tono di sfida:
“D’accordo, Virginia. Se proprio vuoi saperlo, ti racconterò in breve com’è successo…”


///***/// (Per chi non lo avesse capito, tutti questi segni strani stanno per il Flashback raccontato da Draco^^ ndGinny85)

Stava percorrendo abbastanza velocemente i sotterranei di Hogwarts, alla volta della Sala Comune di Serpeverde. A forza di correre per tutta la scuola gli era venuto il fiatone e adesso il suo pallido viso era ritratto in una specie di smorfia di disappunto, rivolta come sempre a quell’irrimediabile ritardataria di Pansy.
Accidenti a lei! imprecò il biondino tra sé e sé Vorrei proprio sapere dove si è cacciata quell’oca, le avevo detto di aspettarmi in biblioteca un’ora fa!
Aveva chiesto a tutti i suoi compagni in giro per Hogwarts, ma niente, di Pansy Parkinson nemmeno l’ombra. Malfoy sbuffò pieno di disappunto. Odiava dover aspettare una donna, anche se si trattava della sua ragazza da quasi quattro anni. E Pansy era la ragazza più fanatica e narcisista che conosceva!
Sicuramente a quest’ora starà rinchiusa in qualche bagno a controllarsi il trucco… pensò con rassegnazione il Serpeverde svoltando l’angolo in direzione del bagno delle ragazze.
Mentre continuava la sua passeggiata un tantino movimentata, il biondino non potè fare a meno di ripensare per l’ennesima volta ai motivi che lo spingevano a continuare una relazione con quella viziata ragazzina di buona famiglia. D’accordo, forse Pansy non era una delle studenti più brave e più belle di Hogwarts, questo lo sapeva bene. In effetti non era bellissima e tantomeno stava simpatica a tutti nella scuola, però lo faceva sentire bene. Quando era con lei si sentiva più libero, e poteva comportarsi di conseguenza come se stesso. Quello che l’aveva spinto ad accettare la sua sfacciata corte al secondo anno era stato proprio il fatto che Pansy non sembrava considerarlo come tutti gli altri, ovvero come Draco Malfoy, il terribile seppur bellissimo figlio di Mangiamorte. No, lei l’aveva sempre, dal primo momento in cui si erano incontrati, chiamato con il suo nome proprio, anche quando il resto dei Serpeverde lo chiamava solamente Malfoy. Senza dimenticare poi, che la Parkinson si diceva per niente interessata al suo prestigio, come appartenente ad una famiglia nobile e ricca. Per lei erano “bazzecole, cose di nessun conto quando c’è l’amore”. E lui le credeva, anche perché non aveva ancora incontrato di meglio…
Forse perchè non hai cercato abbastanza , gli disse maligna una vocina nella sua mente, la solita vocina che tutti, perfino un Malfoy, possiedono.
Sospirando e cacciando via dalla mente quel pensiero poco edificante, Draco raggiunse finalmente il bagno delle ragazze, quello solitamente usato dalle studenti di Serpeverde. Stava quasi per varcarne la soglia, quando la risata di una voce femminile a lui familiare lo spinse a fermarsi e ad andare a rintanarsi dietro la porta. Da quello che Malfoy poté sentire, la sua ragazza stava chiacchierando amabilmente con una sua compagna, Millicent Bulstrode. La Bulstrode le stava chiedendo senza peli sulla lingua:
“Allora Pansy, come va con Malfoy? Ormai voi due fate coppia fissa, eh?”
“Già! E’ semplicemente stupendo, sai Milli? Se ripenso a quando gli andavo dietro al primo anno mi vengono i brividi. Allora sembrava più che altro un moccioso con i capelli tirati a lucido, un orrore! Hai visto invece che fusto è diventato in poco tempo?”
“Già, hai proprio ragione!”
Mentre le due ragazze starnazzavano come oche giulive, Malfoy strinse con rabbia i pugni mentre un leggero rossore gli saliva in viso. Quella stupida, come si permetteva di prenderlo in giro riguardo al suo aspetto insieme alle sue amiche?! Gliel’avrebbe fatta pagare, di questo poteva starne certa!
Millicent riprese a parlare, ignara della presenza di Draco dietro la porta:
“Senti Pansy…ma è vero quello che si dice in giro? Che ti sei davvero innamorata di Draco Malfoy e sei intenzionata a sposarlo alla fine della scuola?”
Il biondino deglutì nervosamente. Sposare Pansy Parkinson? A dir la verità, l’idea non gli era mai passata nemmeno per la testa. Che stava bene con lei d’accordo, ma addirittura andare a viverci per il resto della vita?! Non ne sarebbe stato molto entusiasta comunque, pensò alla fine con decisione.
“Un momento Milli, chi ti ha detto questo?” chiese Pansy, accigliandosi all’improvviso alla domanda dell’amica.
“Beh, qualcuno. Non so chi di preciso. Perchè, non è vero?” chiese Millicent guardandola con quella sua aria da perfetta ebete.
Pansy ridacchiò brevemente all’espressione stupita della compagna, e rispose con leggerezza:
“Diciamo che in parte lo è, ma in parte no…che io voglia sposare Malfoy è giustissimo, anzi direi che è la cosa più splendida che possa fare, visto la famiglia straricca da cui proviene. Ma da qui a dire che sono innamorata di lui! Chi può amare un tipo freddo, arrogante e viziato come lui, me lo spieghi? Mi piace perchè ha un bel fisico, ma lui è solo questo per me: un divertimento, uno svago molto piacevole oserei dire, nient’altro…”
“Capisco. Ma lui lo sa?”
“Certo che no! Secondo lui io sono ancora quella bambinetta innamorata persa del bel biondino, mentre non capisce che sono cresciuta e che mi piacerebbe puntare a qualcos’altro oltre che a lui …naturalmente non ho intenzione di dirgli che ci sto insieme solamente per i suoi soldi, altrimenti credo che non mi rivolgerà più nemmeno la parola!”
Le due ragazze scoppiarono in una lunga e altrettanto sgradevole risata. Poi la Parkinson diede uno sguardo al suo orologio.
“Cavolo, è tardissimo! Avevo detto a Malfoy che ci saremmo visti in biblioteca, adesso chi se lo sente?!”
“Se fai tardi cosa ti dirà?” chiese Millicent interessata.
Pansy scrollò le spalle con aria di sufficienza.
“Niente, non c’è da preoccuparsi. Gli dirò che mi sono attardata a scegliere il trucco migliore da mettermi per il nostro appuntamento, tanto lui mi crede sempre…”
E così dicendo, Pansy varcò la soglia del bagno seguita dalla sua amica, mentre Malfoy sceglieva proprio quel momento per uscire allo scoperto. La ragazza diede un gridolino di spavento trovandoselo davanti così all’improvviso, e spalancò gli occhi piena di terrore quando scorse la sua espressione ferita e al tempo stesso rabbiosa, segno chiarissimo che aveva ascoltato tutta la conversazione. Malfoy la squadrò furioso, gli occhi grigi leggermente spalancati in un’espressione di puro disprezzo, i pugni chiusi lungo i fianchi e lo sguardo pieno di amara sopresa.
“D-Draco…lascia che ti spieghi…” iniziò Pansy cambiando in un lampo espressione, da crudele divertimento a profonda costernazione. O forse tristezza perché il suo piano era andato in fumo.
“Non c’è proprio niente da spiegare, Parkinson …” sibilò il biondino, controllandosi per non sguainare la bacchetta nascosta sotto il suo mantello.
Pansy abbassò mestamente lo sguardo, ammutolita di fronte alla sua ira. Draco indugiò per qualche istante sulla sua figura immobile, quindi sussurrò un debole:
“Addio…”
Infine si voltò e cominciò ad allontanarsi a grandi passi, ignaro dei richiami apparentemente disperati della ragazza.
Dopo un po’ che correva senza meta, il biondino cominciò a non sentire più nemmeno il suono dei suoi passi per le scale, e poi fuori, per il cortile della scuola. Continuava a imprecare sottovoce con veemenza, contro tutto e tutti, mentre il suo cuore aveva cominciato a battere sempre più forte e dolorosamente nel suo petto. Si sentiva tradito, derubato di tutta la sua sicurezza…e in più si sentiva un perfetto idiota. Come aveva fatto a essere così stupido, a credere che una serpe come Pansy Parkinson potesse amarlo davvero per quello che era e non per secondi fini?
Tutti hanno secondi fini, tutti vogliono qualcosa da me che non sono io, che non è la mia persona…mio padre, Pansy, tutti gli altri…nessuno mi vede come Draco…solamente Draco…
Il ragazzo continuò a percorrere il prato bagnato dalla rugiada con passo veloce, fino a raggiungere il lago e il boschetto lì vicino. A quel punto si fermò e si appoggiò alla corteccia di un grande albero per riprendere fiato. Non voleva nessuno in quel momento accanto a lui, voleva solamente restare solo con la sua rabbia. Solo, e nient’altro.


///***///


Draco Malfoy, il terrificante Serpeverde, riceve una bella delusione d’amore. Questa sì che è una notizia da prima pagina! pensava Ginny, in tono triste ma in contempo anche un po’ divertito, mentre ascoltava il racconto del biondino in perfetto silenzio.
“E questo ti ha dato fastidio?” chiese infine ad alta voce, quando Malfoy si fu interrotto con un ultimo sospiro di disappunto.
“Certo che mi ha dato fastidio! Soprattutto pensando che lei mi diceva sempre che stava con me perché gli piacevo, perché sapevo baciare bene e cose così…NESSUNO può permettersi di prendere in giro un Malfoy!”
Draco sgranò meravigliato gli occhi quando, a dispetto di qualsiasi sua previsione, Ginny scoppiò in una risata argentina che risuonò dolcemente intorno a loro.
“Non vedo la parte divertente in ciò che ho appena detto…” sibilò infuriato il Serpeverde, fulminandola con lo sguardo di ghiaccio.
Si era forse sbagliato nel pensare a Ginny come a una ragazza diversa, più sensibile?
Lo sapevo…anche questa Weasley è esattamente come tutte le altre, pensò all’improvviso Malfoy, con un pizzico di amarezza che non credeva di poter provare così all’improvviso.
Nel leggere la sua espressione accigliata ed evidentemente offesa, Ginny tornò di colpo seria e mormorò:
“Perdonami Draco, non volevo offenderti…solo, non immaginavo che te la potessi prendere per queste cose. Non ti facevo così permaloso, lo sai?”
“E perché non dovrei adirarmi, sentiamo?!” ribatté con astio il biondino.
“Beh, ma perché tu sei Draco Malfoy! Non sei mica Draco più qualche-altra-cosa che non conosce nessuno…” replicò tranquillamente la rossa, come se quello che stava dicendo fosse la cosa più naturale del mondo “E’ OVVIO che qualsiasi ragazza che ti si avvicina inizialmente lo fa perché è affascinata dal tuo nome e dalla tua nobile famiglia…”
“Quindi, se ho ben capito, anche tu ti sei avvicinata a me per lo stesso motivo, giusto?” replicò Draco, osservando con la coda dell’occhio la sua reazione.
Ginny smise di sorridere e abbassò lentamente le mani, che aveva alzato per dare vigore alla sua esposizione dei fatti, mentre un colorito acceso le imporporava all’istante le gote.
Già, perché lei se ne stava lì a parlargli se non…perché era un Malfoy? Da sempre, lei e la sua famiglia avevano odiato i Malfoy solo per quello che erano…e allora, perché adesso chiacchierava amabilmente con uno di loro? Quale altro motivo ci poteva essere oltre a quello più evidente, e cioè che stava cominciando a non poterne più di stargli lontano, di osservarlo di nascosto come se il suo fosse un mondo a parte, inacessibile a una come lei... La ragazza si accorse con stupore che non poteva rispondere razionalmente a quella domanda senza sprofondare poi nel terreno per l’imbarazzo.
“Io non lo so…” rispose infine senza guardarlo in faccia “Non so perché sono qui…perché mi sto fidando di te, nonostante i tuoi precedenti poco piacevoli nei miei riguardi…non so nulla di tutto questo…”
Alzò gli occhi e lo guardò, seria in volto. Draco ricambiò il suo sguardo in silenzio, neanche lui realmente sapeva più cosa dire. Perché stava parlando con quella ragazzina? Una Grifondoro…una sporca Weasley ! Cosa gli aveva detto il cervello nel momento in cui si era liberato di Tiger e Goyle soltanto per…stare con lei? Ma non bastava. Non solo stava parlando con Ginny da chissà quanti minuti, ma le stava rivelando cose che non aveva detto neppure ai suoi ‘amici’ Serpeverde. Stava facendo una confessione in piena regola del suo stato d’animo a niente di meno che Virginia Weasley!
“ODDIO QUANT’E’ TARDIII!!!”
Ginny balzò in piedi come se la panchina su cui era seduta fosse incendiata, gli occhi puntati sull’orologio che aveva al polso. Malfoy si guardò intorno: senza che se ne accorgessero, il tempo era passato, e il sole era quasi tramontato all’orizzonte. Un’aria ancora più frizzante e pungente si stava inoltrando lungo le strade quasi vuote di Hogsmeade, infilandosi nei loro mantelli e facendoli rabbrividire dal freddo.
“Oh no!! Avevo promesso a Hermione e agli altri che ci saremmo visti ai Tre Manici di Scopa dopo un’ora!!!” piagnucolò Ginny sconsolata.
“Non è poi la fine del mondo…” replicò Draco alzandosi a sua volta “Ormai è tardi per andare al pub, ci conviene fare la strada inversa e ritornare a scuola. Una volta lì spiegherai il motivo del tuo ritardo alla tua amichetta Mez…ehm, Granger…”
Ginny si voltò verso di lui e lo guardò con aria intimorita. Capendo il motivo del suo disappunto, il Serpeverde sorrise e scosse la testa.
“Ah già, dimenticavo…” disse con una certa ironia “Naturalmente non puoi dire ai tuoi amici che hai passato il pomeriggio con un Malfoy…chissà cosa penserebbero ti abbia fatto! Vorrà dire che prenderemo strade diverse per ritornare…”
“Mi dispiace…” sussurrò Ginny costernata, guardandosi con interesse le scarpe.
Il biondino si riallacciò il mantello, visto che oramai cominciava ad avvertire brividi di freddo lungo tutta la schiena, poi le posò una mano sulla spalla facendole alzare la testa e sorridendo alla sua aria graziosa e un po’ spaurita.
“Non importa Virginia, tanto ci sono abituato ormai. Fai una cosa, salutami San Potter e la Zannuta quando li vedi…ah, e anche il tuo caro fratellino Ronnie…”
Ginny lo guardò piena di risentimento, e offesa si scrollò bruscamente la sua mano di dosso. Può anche essere stato piacevole parlare con lui, ma un Malfoy resta sempre un Malfoy! pensò all’istante con stizza.
Il biondo Serpeverde ridacchiò malignamente, come solo lui sapeva fare. Ben presto però quel sorrisino beffardo si trasformò in un sorriso più amichevole, che scaldò il cuore di Virginia come non mai. Draco alzò una mano, e con un gesto del tutto inconsueto le scompigliò dolcemente i capelli rossicci.
“Ci vediamo a scuola…Virginia…” mormorò.
Quindi si voltò e cominciò ad allontanarsi nella grigia foschia della sera. Ginny restò imbambolata in mezzo al marciapiede, confusa e sorpresa da quel gesto improvviso e soprattutto dal modo in cui il ragazzo l’aveva salutata. Presa com’era dall’incredibilità della situazione, solo allora si ricordò della questione che l’aveva tormentata per giorni.
“Draco…aspetta!” gridò, cominciando a correre per raggiungerlo.
Il biondino si voltò verso di lei incuriosito. Virginia lo raggiunse e si fermò, poggiando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
“Cosa c’è ancora?” chiese Malfoy fingendosi spazientito, mentre in realtà pensava che non le davano affatto fastidio le sue attenzioni.
Ginny lo guardò, ma non rispose alla sua domanda. Lentamente prese ad avvicinarsi, sempre di più, finché i loro mantelli non si sfiorarono e lui poté sentire il battito frenetico del suo cuore sotto il petto e avvertire il calore del suo corpo minuto. Si scoprì pietrificato dalla testa alla punta delle scarpe, e stringendo involontariamente i pugni lungo i fianchi, deglutì nervosamente. Non gli era mai successo prima di sentirsi così…
La ragazza intanto si era messa in punta di piedi, così da ritrovarsi faccia a faccia con il biondino. Ginny avvicinò il viso al suo e socchiuse gli occhi, mentre le sue labbra calde sfioravano timidamente quelle infreddolite di lui, in un bacio breve ma che lo sconvolse…
Successe tutto velocemente, e Malfoy non ebbe nemmeno il tempo di reagire come avrebbe voluto. Le guance di Virginia si tinsero come il cielo rosso sopra le loro teste, mentre i loro occhi si incontravano di nuovo, seppur per un istante. La ragazza gli sorrise timidamente, e abbassando lo sguardo disse in un sussurro appena percepibile:
“Questo era per avermi portata in infermeria l’altra notte…”
Poi si voltò e fuggì via, scomparendo ben presto nella foschia rosa del tramonto.



TBC…

 

ndGinny85: Ta-daan!!! Cosa ve ne sembra?^^ Ginny così intraprendente ve l’aspettavate? Beh, in fondo doveva pur ricambiare no? Io, almeno, l’avrei fatto! ^__^

Vi esorto come sempre a commentare, sapete quanto mi faccia piacere leggere i vostri bei commentini!! A presto, girls!!!^_________^

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Capitolo 8
*** Rivelazioni ***


Ciao a tutti

 

Ancora una volta, un immenso grazie a:

 

phi phi, Sabryy, Giada, Lord Kelsen80, Serena (Geniale?! Addirittura?? Thank you!!^__^) e Kiki.

 

Nn c‘è ke dire, siete davvero grandi!!^___________^

Adesso vi lascio al cap, ke spiegherà un bel po’ di cosette…

Have a godd read!!! ^___^

 

Ginny85.

 

 

 

 

DESTINED HEARTS

 

 

 

° Capitolo 8: Rivelazioni °


Virginia era fuggita nei dormitori non appena varcate le soglie della Sala Comune di Grifondoro, e senza filarsi nessuno delle ragazze presenti si era andata a rifugiare dietro le tende del suo letto a baldacchino. Si era sdraiata sulle coperte completamente vestita e infreddolita dalla corsa che aveva fatto, il viso affondato nel cuscino in modo da nascondere il rossore che imporporava le sue guance da circa mezz’ora.
Si chiese se per caso non fosse impazzita senza accorgersene.
Come, COME aveva potuto farlo? Il suo cuore batteva ancora come un tamburo nel suo petto, le emozioni che aveva provato nel momento in cui le sue labbra avevano toccato quelle del biondino erano ancora vivide in lei, come un falò acceso. Lentamente si sfiorò le labbra con la lingua: avevano ancora il suo sapore, una fragranza dolce e salata allo stesso tempo, come quella dell’acqua di mare.
Improvvisamente però, Ginny sentì alcune calde lacrime rigarle il viso, al pensiero di aver rovinato tutto.
Ma perché l’ho fatto? si chiese tristemente.
Gli era corsa dietro perché voleva sapere come mai non le avesse detto che era stato lui a portarla in infermeria, inoltre intendeva chiedergli scusa per averlo offeso tante volte senza volerlo. In quel momento non le era passata nemmeno per l’anticamera del cervello l’idea di BACIARLO!
Però, quando l’aveva visto così, con la luce del sole prossimo al tramonto che circondava la sua sagoma statuaria, il viso ritratto in un’espressione incuriosita, come quella di un bambino, dagli splendidi occhi grigio-azzurri e dai lunghi capelli dorati…gli era sembrato troppo bello, e non ce l’aveva fatta a resistere. E pensare che fino all’anno prima non si sarebbe sognata di fare una cosa del genere nemmeno con il suo ragazzo, con Harry Potter! Di solito era sempre lui quello che prendeva l’iniziativa…
Invece adesso, lei, Virginia Weasley, timida per natura, riservata, che arrossiva al minimo accenno nei suoi riguardi…aveva preso l’iniziativa per la prima volta con un ragazzo. La cosa le faceva piacere, era segno che stava abbandonando i tratti più immaturi della sua adolescenza, ma dall’altra parte era spaventata, perchè il ragazzo con cui aveva preso l’iniziativa non era come tutti gli altri. Era DRACO MALFOY, lo spavento di tutta la scuola. Se lui non avesse apprezzato il suo gesto, cosa sarebbe successo? Era stato amichevole con lei quel pomeriggio, quasi carino , non esitava a dirlo, ma…
Se i miei amici venissero a saperlo, sarebbe la fine… pensò la rossa con una stretta al cuore.
S’immaginò senza troppi problemi lo sgomento di Hermione se fosse venuta a sapere che la sua migliore amica aveva trascorso il pomeriggio con Malfoy, oppure le scenate di Ron, che stavolta non sarebbero bastati tutti i Grifondoro a tenerlo fermo. E poi c’era Harry…
Basta, ormai Ginny aveva deciso: da adesso in poi avrebbe evitato Draco Malfoy, a costo di non rivolgergli più la parola. Non poteva permettersi che lui se ne uscisse con quella storia davanti agli altri…altrimenti sarebbe morta per la vergogna e per l’imbarazzo! Doveva a tutti i costi dimenticarlo, cancellare dal suo cuore i sentimenti che provava per lui. Non sarebbe stato difficile, pensò, in fondo era solo da pochi giorni che aveva scoperto di volergli bene. Tutto sarebbe tornato come all’inizio dell’anno, quando lei e Draco nemmeno si rivolgevano la parola, se non per insultarsi. Sì, avrebbe fatto proprio così…
“Ginny? Ci sei?”
La rossa sussultò quando Hermione Granger spostò le tendine del letto di colpo chiamandola a gran voce. Si mise a sedere sulle coperte, e fingendosi insonnolita biascicò:
“Hmm…sì Herm, che c’è?”
“Stavi dormendo? Scusami, ma Harry, Ron e io ci siamo preoccupati non vedendoti ai Tre Manici di Scopa, e così sono venuta ad accertarmi che fossi tornata e che stessi bene…”
Ginny scese dal letto e cominciò a raccogliere i pezzi del suo pigiama così da potersi togliere il mantello e la divisa.
“Sì, figurati. Va tutto benissimo, puoi andare a rassicurarli…” sorrise ad Hermione.
“Va bene, allora io torno in Sala Comune a studiare un altro po’. Ci vediamo domani, ok?” la salutò con un cenno la ragazza castana.
“Sì. Buonanotte…”
“Buonanotte Ginny…”
La rossa lasciò cadere i vestiti che si era tolta sul pavimento, e con un grosso sbadiglio si lasciò sprofondare sotto le lenzuola, addormentandosi solamente dopo molto tempo.
***
Nel frattempo, dall’altra parte della scuola e precisamente nella Sala Comune di Serpeverde, un’altra persona stava imitando le stesse azioni della giovane Weasley. Ignorando i richiami di Tiger, Goyle e gli altri, Malfoy oltrepassò a grandi passi l’intera stanza, si rifugiò nel dormitorio che a quell’ora era ancora vuoto, e si lasciò cadere pesantemente sul letto rifatto.
Sospirò, maledicendo se stesso.
Cosa diavolo gli era preso? Non era da lui restarsene così impalato quando una ragazza carina si metteva a baciarlo in quel modo. Non che fosse stato un bacio da capogiro, come quello che lui e la Parkinson si davano di nascosto in biblioteca…era stato un bacio innocente, a fior di labbra, ma che comunque l’aveva stravolto e non gli aveva permesso di ricambiare come si doveva.
Virginia Weasley…non immaginava che quella ragazzina tutta lentiggini potesse essere così intraprendente. Da quando era arrivata ad Hogwarts l’aveva sempre considerata alla stregua di un oggetto insignificante, messo lì da qualcuno che non aveva niente di meglio da fare. Per lui Virginia Weasley era solo una seccatura, una bimbetta spaurita che cercava sempre di proteggere quell’antipatico di Potter, e così lui la trattava di conseguenza. Una ragazzina senza carattere, capace solo di arrossire al minimo accenno su di lei…non immaginava che quella stessa ragazzina potesse arrivare a tanto, proprio con lui poi!
Incredibile come una persona può apparirti tanto diversa da lontano, mentre solo frequentandola per qualche giorno scopri che è completamente differente da come pensavi…
Era rimasto sorpreso da quel bacio rubato…piacevolmente sorpreso, doveva dire. E questo lo spaventava. Anche se non voleva pensarci, il fatto che lui fosse un Malfoy e lei una Weasley, uno l’opposto dell’altra, lo faceva stare male. Cosa si stava mettendo in testa? Lui, con una babbanofila della peggior specie?! Draco sospirò di nuovo, più tristemente. Quel bacio l’aveva anche scaldato. Non solo perché a quell’ora faceva freddo, anche se nel momento in cui le labbra della ragazzina avevano toccato le sue, che erano gelate, una sensazione di vero calore aveva in un lampo portato via tutto il gelo. No, l’aveva scaldato dentro, nel suo cuore. Non riusciva a togliersi dalla testa la figura di lei: le sue gote rosate, quegli occhioni da cerbiatta azzurri come un lago in estate, i capelli rossicci un po’ spettinati, le sue labbra calde…ne aveva ancora il dolce sapore in bocca…
Malfoy si scosse da quella specie di trance, balzando in piedi e cominciando a fare avanti indietro per il dormitorio. Dannazione, come poteva permettersi di fantasticare su Virginia Weasley?! Lei era troppo lontana per lui, era irraggiungibile e per di più era troppo pura per un serpente come lui. Già, lui lo era…per tutto quello che sapeva avrebbe fatto, in un futuro non molto lontano probabilmente.
Doveva assolutamente dimenticarsi di Virginia, doveva farlo…per il suo bene. Era troppo pericoloso per lei. Però, prima voleva parlarle. Voleva assicurarsi che quel bacio non significasse niente per Ginny, così come non era significato niente per lui.
Ma davvero non è significato niente per te, Draco? gli chiese la medesima vocina dentro la mente.
Imprecando ad altra voce, il biondo Serpeverde si inginocchiò di fronte al suo letto e mollò un pugno al cuscino. Poi vi nascose la testa, stringendo spasmodicamente le lenzuola per la rabbia. Si addormentò solo dopo molte ore, sopra le coperte e con i vestiti ancora addosso, nella sua mente un solo, dolcissimo nome:
Virginia…
***
La mattina dopo, i Grifondoro del sesto anno avevano lezione di Incantesimi con il professor Vitious, e subito dopo due noiosissime ore di Storia della Magia. Ginny seguì pochissimo tutte quelle lezioni: se ne stava seduta, lo sguardo perso nel vuoto, mentre con i gomiti poggiati sul banco e la piuma d’oca in mano ascoltava distrattamente la voce dell’insegnante. Nonostante avesse cercato di cancellare il ricordo del pomeriggio del giorno prima dalla testa, ogni tentativo era risultato inutile. Ogni volta che chiudeva gli occhi lo rivedeva, rivedeva il suo viso pallido, i suoi occhi grigi accesi come tizzoni ardenti, avvertiva ancora la sensazione di quelle labbra sottili sulla pelle. Quanto avrebbe voluto riprovare quelle emozioni, solo per una volta…anche se sapeva che in un’altra occasione le sarebbe risultato difficile staccarsi da lui!
Non l’aveva abbracciato allora, era stata troppo concentrata sulle sue labbra per pensare anche alle braccia, che naturalmente erano rimaste inermi lungo i fianchi. Anche se il desiderio di stringersi al suo corpo atletico c’era stato, eccome, l’aveva avvertito nel momento in cui si era avvicinata quel tanto che bastava per sentirne il calore che si propagava oltre i vestiti.
Virginia aprì improvvisamente gli occhi e li sbatté ripetutamente, accorgendosi di quello che stava facendo solo in quel momento. Arrossendo inevitabilmente si guardò intorno preoccupata, rimproverandosi brutalmente per essersi lasciata andare nuovamente a fantasticare su Draco.
Insomma, devo smetterla di pensare a lui…altrimenti la prossima volta che lo vedo finirò per saltargli nuovamente addosso!
Rabbrividì, pensando a come il Serpeverde avrebbe potuto reagire in quel caso…
“Signorina Weasley, può per favore leggere il capitolo due del suo libro?”
La voce del professor Ruf risuonò per tutta l’aula, cogliendo Ginny così di sorpresa che per poco non cadde dalla sedia.
“S-Sì professore…ehm…”
La ragazzina si schiarì la voce e cominciò a leggere, vedendo le parole ma senza realmente guardarle. La sua mente era presa da tutt’altra cosa in quel momento…
Il pranzo fu la parte più difficile di quella giornata: il tavolo dei Serpeverde era proprio davanti a quello dei Grifondoro, e nel momento in cui Virginia insieme ai suoi compagni fece il suo ingresso nella Sala Grande imbandita, anche Malfoy e gli altri stavano entrando. Risultato, finirono con lo scontrarsi inavvertitamente in mezzo alla massa di studenti che si spintonavano per raggiungere al più presto il cibo.
“S-Scusami…” mormorò Ginny arrossendo fino alla punta dei capelli, col cuore che le martellava nel petto.
Il biondino sorrise beffardo al suo indirizzo e senza replicare la superò di qualche passo, distanziandola così da permetterle di riprendere fiato.
Quel piccolo scontro diede vita ad un gioco di sguardi tra i due ragazzi, che continuò a protrarsi fino alla fine del pranzo. Di tanto in tanto Virginia alzava la testa dal suo piatto, fingendo di ascoltare le chiacchiere di Hermione e Ron, ma in realtà i suoi occhi scorrevano ansiosamente il tavolo davanti a lei finché non incontrava l’oggetto dei suoi pensieri: ben pettinato, sorridente, mentre colloquiava con i suoi compagni di chissà che cosa. E nell’attimo in cui i suoi occhi timidi si posavano sulla figura distinta di Malfoy, anche il biondino da parte sua alzava la testa e i suoi occhi freddi la scorgevano al primo colpo. A quel punto Ginny abbassava lo sguardo rapidamente, tornando a mangiare con le guance arrossate.
Cosa stai guardando, Ginny?” chiese ad un certo punto Ron seduto davanti a lei, facendo per voltarsi a sua volta.
“N-Niente di particolare…” si affrettò a rispondere la ragazza, temendo che il fratello potesse scoprirli.
Ma Malfoy in quel momento non la stava per niente considerando. Virginia vide che una ragazza mora e abbastanza graziosa si era seduta vicino a lui, e adesso i due stavano chiaramente flirtando. La sentì ridacchiare rumorosamente per qualcosa detta dal ragazzo e involontariamente si accigliò, diventando subito rossa.
“Ehi Ginny, dove stai andando?” chiese sorpresa Hermione quando vide la rossa alzarsi di botto dal tavolo.
“Ho…ho dimenticato una cosa nell’aula di Incantesimi. Torno subito…”
Ginny buttò
lì una scusa credibile e scomparì in un attimo dalla Sala Grande. Harry, Ron ed Hermione rimasero per un momento interdetti dallo strano comportamento della ragazza, chiedendosi cosa le fosse preso così all’improvviso. Loro di certo non lo immaginavano, ma anche un’altra persona si era accorto della sparizione di Virginia, e lasciando il suo tavolo si era alzato per correre ad intercettarla.
***
Non credevo di poter essere così gelosa… pensò Ginny con amarezza mentre percorreva con lentezza esasperante il corridoio diretta ai dormitori, ovvero l’unico posto dove poteva sperare di essere lasciata in pace.
Nemmeno quando stava con Harry le capitavano di fare scenate del genere, riflettè. Beh…forse un po’ sì, specialmente da quando aveva cominciato a sospettare che il brunetto fosse ancora infatuato di quella Corvonero. Ma stavolta era diverso, stava facendo una scenata di gelosia nei confronti di un ragazzo che nemmeno sapeva di essere amato da lei!
Sei proprio irrecuperabile, Virginia… sospirò Ginny, fermandosi perché aveva udito un rumore di passi dietro a lei.
Non fece in tempo a voltarsi, che si sentì stringere per la vita e subito dopo avvertì una mano tapparle la bocca con forza. Tentò di dimenarsi, invano. Conosceva bene quella stretta, visto che l’aveva già sperimentata altre volte…
“Sssh…stai calma Weasley, non ti mangio mica…” le sussurrò Draco all’orecchio, per poi spingerla senza troppi complimenti in un’aula vuota in quei pressi.
Ginny aprì gli occhi, ritrovandosi con la schiena contro la parete e di fronte il biondino che la fissava con una strana luce negli occhi grigi.
“Cosa…cosa vuoi da me?” mormorò, mentre il suo cuore accelerava in maniera impressionante i suoi battiti.
“Solo parlare con te, Virginia…o temi ancora che possa farti del male, dopo tutto quello che è successo tra noi?”
Draco fece una pausa per osservare con calma la sua reazione.
“Tra noi non è successo proprio niente…” mormorò con stupore Ginny, non prima però di arrossire come un peperone.
“Per te no forse, ma per me sì…e di certo non ti lascerò andare finchè non avrò delle risposte…”
La rossa sostenne per un po’ il suo sguardo che non ammetteva repliche, e facendosi coraggio disse:
“D’accordo, Draco. Cosa vuoi sapere?”
Il biondino sorrise, trionfante.
“Oh, niente di particolare, piccola…voglio solo che mi spieghi il motivo per cui ieri sera mi hai baciato, tutto qui…”
La ragazza deglutì nervosamente, mentre il suo viso prendeva letteralmente fuoco. E adesso, cosa doveva dire?
Il biondino lesse nei suoi occhi un’ombra di esitazione, e interpretandola come timidezza, cercò di incoraggiarla a rispondere dicendo:
“Avanti, non dirmi che non lo sai nemmeno tu. Devo dire che mi hai stupito, Virginia Weasley. Non mi aspettavo una cosa del genere da una come te, e di conseguenza non ho potuto rispondere come avrei dovuto…”
“R-Rispondere?”
Ginny lo guardò con aria perplessa e un po’ intimorita, e in quel momento agli occhi del biondo Serpeverde apparve troppo bella e ingenua per poter resistere. Malfoy ridacchiò brevemente e replicò:
“Esatto, Virginia. In questo modo…”
A quel punto avvicinò rapidamente il viso a quello di lei, e prima ancora che la ragazza potesse rendersene conto, le labbra del Serpeverde premettero con forza contro le sue, mozzandole il respiro e avvolgendola con tutto il loro calore. Ginny si rese conto solo dopo qualche secondo cosa stesse realmente accadendo tra loro, e con sua grande meraviglia si scoprì a rispondere con passione a quel bacio, che andava sempre più scaldandosi man mano che i loro respiri si fondevano insieme. Le braccia del Serpeverde si serrarono improvvisamente attorno alla sua vita e la attirarono a sé con veemenza, mentre continuava a baciarla con foga sulle labbra. Ginny si sentì schiacciare contro il suo corpo forte e caldo, e nella sua mente sorrise mentre il suo cuore si riempiva dolcemente di gioia, desiderando di rimanere così per sempre.
Tuttavia, qualcosa dentro di lei continuava a ripeterle che non era così che dovevano andare le cose. Così, dopo circa mezzo minuto che erano abbracciati, Ginny impose con le mani una piccola ma decisa pressione sul petto del ragazzo, costringendolo a fermarsi. Il biondino si staccò da lei e la fissò, chiaramente sorpreso. Ginny non parlò subito: le sue guance erano bollenti e il respiro affannoso, nonché i vestiti e i capelli in disordine, mentre i suoi occhi si erano appena accesi di una luce improvvisamente triste e risentita.
“Cosa succede?” le chiese Draco, confuso dalla sua reazione “Credevo fosse quello che volevi…”
Ginny scosse lentamente la testa, frenando a tutti i costi le lacrime che minacciavano da un momento all’altro di sgorgarle come un fiume in piena dagli occhi.
“Mi dispiace, Draco…” mormorò, cercando di mantenere il tono di voce più freddo e deciso che poteva “Ho paura che tu abbia capito male pensando che il bacio di ieri significasse qualcosa per me…è stato solo un errore, tutto qui…”
Malfoy spalancò gli occhi pieno di stupore e disappunto.
“Come…solo un errore?” mormorò con voce leggermente tremula.
Ginny annuì debolmente. Gli occhi grigi di Malfoy si tinsero improvvisamente di odio e di risentimento nei suoi confronti, mentre il ragazzo faceva due passi indietro con espressione disgustata, senza riuscire a capacitarsi di quello che aveva appena fatto. Mentalmente si maledì, dandosi dello stupido. Eppure fino all’ultimo era stato convinto…convinto che Ginny provasse davvero qualcosa per lui, così come lui aveva capito di provare qualcosa per lei. Ma si era sbagliato. Come sempre, aveva fatto male a fidarsi dei suoi sentimenti, e quello era stato il solito, maledetto risultato…
Non potendone più di sostenere quello sguardo ferito e pieno di amara meraviglia, Ginny abbassò la testa mordendosi il labbro inferiore.
Ti prego Draco, perdonami…lo sto facendo per noi, perchè so che non potrebbe mai funzionare nella realtà in cui viviamo…
“Vattene…” sibilò freddamente Malfoy, fissandola accigliato.
“Oh, Draco…”
“Ho detto vattene!”
Malfoy si voltò, incrociando le braccia e dandole bruscamente le spalle. Virginia rimase dov’era, esitante, mentre qualche lacrima cominciava a scenderle impunemente lungo il viso. Infine chiuse gli occhi, sussurrò un debole: “Scusa... e in silenzio uscì dalla stanza.
Il biondino attese di non sentire più i suoi passi veloci in lontananza, e a quel punto lasciò anch’egli la stanza, la mente in subbuglio per tutte le vicende che si erano susseguite fino a quel momento. Quel pomeriggio però aveva gli allenamenti di Quidditch, e nonostante tutto non poteva mancare.


TBC…


Spero ke il cap sia piaciuto anche a voi, xkè fin’adesso è il mio preferito!^___^ Ehm, cmq il prossimo arriverà tra circa due giorni. Se avete qualcosa da dire riguardo a quest’ultimo, non abbiate paura e commentate liberamente!!!^___~

 

Kiss,

Ginny85.

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Capitolo 9
*** La partita di Quidditch ***


La prima parte della storia è giunta al termine, il capitolo qui sotto è infatti l’ultimo atto della fict “Destined Hearts”

 

Salve a tutte!!!! Visto ke sn arrivata al capitolo nove (nove!O___O) della ff, ho deciso di ringraziare tutti i miei lettori come si deve, xciò…

 

Kiki: Grazie infinite carissima!! Addirittura, leggere ke hai trovato il mio cap “wowoso” mi ha fatto un mondo di piacere!^^ Sn contenta ke la mia ff ti aggradi! ^___^ Spero troverai very nice anke questo cap! baci baci.

 

Mary89: Mary!!!!^_______^ Ma dai, addirittura in lacrime!! ne sn lusingata, davvero, ma nn c’è

bisogno di piangere! E io ke volevo farvi divertire con questa ff nata dalla mia folle mente di fan sfegatata!!^___-  no scherzo, 6 gentilissima tesoro!! Mi fa piacere ke la mia storia faccia provare qualcosa ai lettori, è segno ke nn è soltanto un ammasso di parole senza vita, ma qualcosa di più profondo, ke tocca il cuore! Caspita, addirittura priva di difetti!^^;;;; Grazie anke x il complimento, in effetti sn un tipo molto sentimentale (e si vede!! ndTutti) ^_____^ purtroppo nn ho potuto aggiornare prima, cm avrai notato, xkè quest’anno ho gli esami e, ahimè, tutti i prof. sn contro di me!! Nn è giusto!!!!é__é Cmq ecco a te il nono cap…nn so quando lo leggerai, spero più presto possibile! x quanto riguarda la e-mail…anke qui, scusami tanto Mary, ma nn posso darla a nessuno x motivi di ‘coesistenza’..spero ke capirai, e scusami ancora ti prego! cmq se hai qualcosa da dirmi fallo pure con le recensioni, sarò lieta di risponderti!!!! Un bacio e a presto!

 

Vega: Grazie anke a te veg!^^

sn contenta ke ti piaccia il modo in cui ho impostato la relazione tra Dracuccio e Ginnuzza (ke poi sarebbe il mio sopra-soprannome ^___-)….credevo fosse troppo scontato o addirittura noioso, ma con il tuo commento mi sento + tranquilla! Grazie ancora, e mi racc, leggi e poi commenta quando puoi!!^_____- Baci

 

Phi phi: Eh eh! Farvi intristire è proprio il mio scopo, cara phi! Lo so, sn cattivissima!!!^___- cmq nn devi preoccuparti x i due piccioncini…o forse sì? =PP Mah, vedremo un po’ cm finirà! Grazie anke a te x il commento e un bacio!

 

Sabryy: Ehi, ma questo cap è piaciuto a tutte?? Uao, me felicissima!!!!!^_______^ E sono anke soddisfatta, xkè ho raccolto un bel po’ di ‘lamentele’ circa l’evolversi del rapporto tra i due protagonisti. Cm mi piace essere sadica con i miei lettori!=PP Ehm…naturalmente scherzo sabryy!! Grazie x il commento, e spero ke troverai gradevole anke questo cap!! baci baci.

 

Serena: La vedi dura, dici?^^ Anch’io, sai…ma no, vedrai ke ce la faranno!! Quando c’è l’amore tutto il resto si supera (anke se io nn ne sarei così sicura…=PP)! Cmq, se sei curiosa di sapere come andrà a finire tra Dracuccio e Gin, resta sintonizzata xkè ce ne saranno delle belle…ancora x un po’ almeno!^__- Grazie anke a te x il “scrivi benissimo” (adulatrice, eheh!!^__^) e a presto!!

 

Angele87: Ciao Angel!!!! Aspettavo un tuo commento!^__^ Eh, lo so…Ginny ha detto una cosa stupida al nostro Dracuccio ‘occhi di ghiaccio’! Lei lo ama, ma ha paura di soffrire restandogli accanto! In fondo è un Malfoy, nn ha tutti i torti! Cmq è logico ke si sia comportata così, visto ke l’ho costretta io!=PP Lei mica voleva, ma sono io il capo qua!! Bwawawawawa *risata sadica*!!!! Nn si vede ke mi piace far soffrire i protagonisti?? (Noooo!!! ndTutti) ^_______^ Vabbè, grazie anke a te x l’interessamento e vedi di continuare a leggere xkè la storia avrà presto nuovi sviluppi…e nn solo per Draco e Ginny!! Ciao, un bacio!

 

RiViRo: Ehi, new recensionist! Ciao Rita!!

^__^ sn contenta ke la mia ficcina ti piaccia! Mi ci sn affezionata, sai?? Anke io tifo spudoratamente x la coppia Draco/Ginny, nn lo so, li vedo così bene insieme! Si completano a vicenda, nn credi? ^__^ grazie x i complimenti e adesso goditi pure questo nuovo cap (sn stata abbastanza veloce ad aggiornare?^__^) Ciao!!!

 

Elenuccia 90: Grazie Elenuccia (ke bel nome!^__-)! Nn preoccuparti x la brevità del commento, l’importante è sapere ke la ff ti piace! Grazie ancora e a presto!! Bacioni

 

 




DESTINED HEARTS

 

 

 

° Capitolo 9: La partita di Quidditch °


La settimana successiva sarebbe iniziata la stagione del Quidditch, e la prima partita dell’anno sarebbe stata disputata proprio tra Grifondoro e Serpeverde. Nei dormitori, sia maschili che femminili, e nelle Sale Comuni l’atmosfera era elettrizzata, carica di voci e risate allegre, la solita atmosfera che accompagnava sempre l’inizio di una partita di Quidditch…
Questo valeva almeno per quegli studenti che non avevano alcun problema ‘di cuore’, e che se la spassavano al pensiero di assistere allo spettacolo tanto atteso. Ma certo questo non si poteva dire per Ginny, la quale da qualche giorno era diventata l’ombra di se stessa, ancora più silenziosa di quando aveva appena dodici anni, se ne stava sempre più sulle sue e non prendeva minimamente parte alle conversazioni dei suoi amici e compagni.
Il motivo del suo malessere? Nessuno lo sapeva, e lei non ne aveva parlato con nessuno, neanche con Hermione.
A lei specialmente, che aveva capito benissimo che c’era qualcosa che non andava, dispiaceva molto che Ginny non la rendesse partecipe dei suoi problemi sentimentali. Aveva provato a parlare con lei molte volte in quei giorni, ma niente. Era come se Virginia Weasley stesse uscendo dal suo mondo di sempre, quello di cui facevano parte la sua famiglia e i suoi amici, e si stesse allontanando lentamente ma inesorabilmente da tutti loro…
“Insomma Ron, vuoi darti una calmata?! Non ti fa bene agitarti così prima della partita!” esclamò Hermione con quella sua aria severa e irrimediabilmente materna rivolta al ragazzo dai capelli rossi, il quale sembrava stesse per avere un attacco epilettico da un momento all’altro e da mezz’ora era impegnato a misurare il dormitorio a grandi passi.
“Fosse
facile! Sento che non riuscirò a parare una sola pluffa oggi!” si lamentò Ron, mentre andava cercando i pezzi della sua divisa da Quidditch per tutta la stanza.
“Herm ha ragione, Ron…” aggiunse Harry con aria saccente “…dovresti stare più calmo, non fa bene alla concentrazione il tuo stato d’animo, sai?”
“MI DICI COME DIAVOLO FACCIO A CALMARMI??!!!” gridò Ron a quel punto, rivoltando il suo baule con un calcio e arrossendo dietro le orecchie.
Harry ridacchiò, scotendo rassegnato la testa, mentre Hermione sospirava abbattuta.
“Oh, andiamo Ron, basta piagnucolare come un bambino! Vieni qui, forza…” ordinò all’improvviso facendogli cenno di mettersi davanti a lei.
Il rosso ubbidì, con aria profondamente interrogativa. Ma non appena sentì che Hermione stava cominciando a massaggiargli le spalle come se niente fosse, il suo viso sbiancò e in un attimo tornò del colore della fiamma.
“S-Si può sapere che diavolo fai, Herm?!” domandò con voce mozzata, irrigidendosi da capo a piedi.
“Quello che vedi, Ron. Hai bisogno di calmarti, e un massaggio è proprio quello che ti ci vuole…”
Harry scoppiò a ridere leggendo l’espressione da ebete, leggermente sconvolta dell’amico.
“Va bene, va bene, VA BENE! Adesso sono calmo!!” esclamò infine Ron voltandosi di scatto e liberandosi la schiena dalle mani di Hermione, che rimase piuttosto contrariata dal suo gesto brusco.
“G-Grazie Herm, ma non mi serve un massaggio…sul serio…” spiegò con calma il ragazzo, arrossendo inevitabilmente fino alla radice dei capelli.
La ragazza castana incrociò le braccia in petto fingendosi offesa, mentre un sottile rossore le colorava altresì le gote.
“D’accordo. Fa come ti pare, Ron…” esordì freddamente, poi gli diede le spalle ed uscì a grandi passi dal dormitorio.
“Io a quella non la capisco proprio!” borbottò il ragazzo dai capelli rossi con una smorfia di disappunto, mentre continuava nervosamente a raggruppare la sua divisa sul letto.
Harry scosse la testa con un piccolo sorriso, pensando che sicuramente aveva più chiara lui la situazione di quei due messi insieme…
***
Ginny era uscita presto quella mattina, appositamente per non incontrare lungo la strada nessuno di sua conoscenza. Adesso se ne stava seduta su uno degli spalti più alti, avvolta nel suo mantello riportante lo stemma di Grifondoro e nella sua sciarpa rosso e oro, lo sguardo malinconico perso davanti a sé, gli occhi constantemente attraversati da una luce di tristezza.
Di solito cercava di non pensarci, ma a volte capitava, come in quel caso, che la sua mente non fosse occupata da altro, e così, inevitabilmente, il ricordo dell’ultimo incontro con Draco tornava a tormentarla. Dentro di lei sentiva forte il desiderio di piangere, di urlare con quanto fiato aveva in gola quello che stava passando. Solo che non le era concesso. Nessuno, a parte lei e il biondino in questione, conosceva la situazione, perciò nessuno avrebbe potuto aiutarla. Ripensandoci, non aveva più visto nemmeno Malfoy da allora, o forse era lui che la evitava di proposito nei corridoi, ma comunque non le importava, visto che ormai doveva assolutamente dimenticarlo.
Le faceva male anche non poter confidarsi con nessuno dei suoi amici, specialmente con Hermione, che era sempre stata così dolce e disponibile con lei. A volte le veniva voglia di rivelarle tutto, di liberarsi dal peso che la opprimeva, ma subito dopo si ricredeva. No, quella situazione se l’era causata da sola e da sola avrebbe dovuto risolverla, con le sue forze, e non piangendo sulle spalle di un'altra persona. Era sua la colpa per essersi innamorata di un irraggiungibile Serpeverde, non di qualcun altro…
“Finalmente ti ho trovato, Virginia!”
La voce di Harry la ridestò velocemente dai suoi pensieri, facendola sussultare di spavento.
“Ops! Scusami, ti ho spaventata?” chiese il brunetto sedendosi al suo fianco.
“Non importa…” mormorò Ginny con un debole sorriso che non lo convinse per niente.
Gli occhi verdi di Harry si posarono indagatori su di lei e rimasero a scrutarla a lungo in silenzio. Ginny se ne accorse e arrossì leggermente, come ai vecchi tempi. Harry disse:
In questi giorni sei molto silenziosa…c’è forse qualcosa che ti preoccupa? Forse non sono la persona più adatta a chiedertelo, ma se vuoi puoi parlarmene…”
Ginny incontrò il suo sguardo acceso di sincera preoccupazione verso un’amica, e le venne subito da sorridere. Ringraziò in silenzio di avere degli amici che si prendevano così cura di lei, anche se in passato potevano averla fatta soffrire non volendo.
In effetti non sono molto in forma in questo periodo, sarà il troppo studio. Mi fa piacere però che ti interessi a me, Harry…come amico intendo…” puntualizzò Ginny arrossendo sulle gote.
Harry le sorrise sollevato, quindi rivolse lo sguardo al campo da Quidditch, mentre il vento seguitava a sferzargli dolcemente i capelli corvini. Ginny indugiò per qualche secondo su di lui, infine si decise a chiedergli timidamente:
“E tu Harry? Come vanno le cose con Cho?”
Ma il ragazzo non rispose e nemmeno si voltò.
“Harry? Ci sei?”
“Cosa…? Scusami Ginny, non ho sentito…”
Virginia sospirò lievemente. Quando Harry usava il diminuitivo al posto del suo nome era segno che pensava a tutt’altra cosa, che a lei non era concesso di conoscere.
Strano però che non voglia rispondere alla mia domanda… pensò Ginny distrattamente, rivolgendo poi lo sguardo verso il basso.
Scorse Hermione che si stava facendo strada piuttosto lentamente tra gli spalti gremiti di studenti, tentando di raggiungerli prima dell’inizio prossimo della partita. Infatti qualche secondo dopo il fischio d Madama Bumb avvisò tutti che il gioco stava incominciando. In mezzo alla folla di studenti urlante ed esultante, Ginny alzò lo sguardo e vide le due squadre avversarie che stavano scendendo – o più propriamente, volando – in campo, pronte a scontrarsi. Il suo sguardo scivolò dalla squadra di Grifondoro e da suo fratello a quella di Serpeverde, dove riconobbe senza alcuna difficoltà il loro cercatore biondo. Immediatamente Il suo cuore si strinse in una morsa fredda.
Draco…
***
“Sei sicuro di sentirti bene, Malfoy?” chiese freddamente il capitano di Serpeverde scrutando il biondino, quel giorno più pallido del solito, con il suo cipiglio grottesco.
“Sto benissimo, non preoccuparti…” rispose automaticamente l’altro, prestando invece attenzione alle acclamazioni del pubblico sopra di loro.
Il capitano scrollò diffidente le spalle, e a quel punto annunciò a tutti che era ora di scendere in campo con le scope. Malfoy seguì tacitamente il resto della squadra, e quando si ritrovò all’esterno, sul prato verde sferzato dal vento invernale, alzò automaticamente gli occhi sulla folla di Grifondoro. Il suo sguardo volò sempre più in alto, fino a raggiungere gli ultimi spalti, dove una figura femminile dai capelli rossi era seduta e osservava ansiosamente la partita. Nel vederla, Draco avvertì una fitta al petto, mentre sentiva di nuovo la rabbia crescergli dentro. Subito scacciò dalla mente qualsiasi pensiero rivolto a Virginia Weasley, per tornare a concentrarsi sulla partita ormai in corso.
La voce magicamente amplificata dello speaker risuonava per tutto il cortile di Hogwarts, mentre i giocatori si libravano in alto con le loro scope e la pluffa veniva lanciata.
Dopo circa mezz’ora dall’inizio della partita, Serpeverde conduceva la partita per venti a zero. Gli spalti gremiti di studenti Serpeverde parevano vibrare sotto l’intensità delle acclamazioni gioiose di questi ultimi, mentre la parte di stadio occupata dai Grifondoro risuonava degli insulti verso la squadra avversaria.
“FORZA RON!!” urlavano a squarciagola Harry e Hermione in piedi sulle seggiole, mentre Ginny si trovava un po’ in difficoltà a seguire sia le mosse della squadra di Grifondoro che di Serpeverde.
La pluffa era stata lanciata nei pressi della porta di Grifondoro, ma prima ancora che potesse entrare in uno degli anelli e regalare altri dieci punti alla squadra avversaria, Ron si catapultò in avanti e la afferrò al volo. Gli studenti rosso-oro si sciolsero in applausi e acclamazioni di giubilo, mentre i giocatori Serpeverde si ripromettevano di fargliela pagare. Il cacciatore di Grifondoro (che non ho la minima idea di chi sia, xciò facciamo conto che sia un ragazzo…^^ndGinny85) intanto, aveva già da qualche minuto preso a rincorrere il boccino d’oro, e adesso filava come un razzo intorno al campo inseguendo la preziosa biglia. Malfoy tentò di concentrarsi e seguire con lo sguardo la traiettoria del boccino, così da intercettarlo prima dell’altro cercatore. Per un pelo evitò un bolide che procedeva a tutta birra verso di lui, poi si diede una spinta con la scopa e salì in alto, così da sovrastare l’intero campo con lo sguardo.
“Ma dove diavolo sei finito?” mormorò tra i denti mentre si guardava furiosamente intorno.
Finalmente lo scorse, sospeso a pochi metri dagli spalti dei Grifondoro. Con un’altra spinta ben proporzionata, Draco si lanciò all’inseguimento e in pochi secondi fu dietro alla palla stregata, distanziandola di pochissimi centimetri soltanto. Ginny si alzò in piedi di scatto e col cuore in gola, quando scorse il biondino volare a pochi metri da lei mentre rincorreva concentrato il boccino.
“Forza, Draco…” si ritrovò a mormorare quasi a se stessa, senza che gli altri se ne accorgessero.
Il boccino d’oro era vicinissimo ormai, ancora pochi centimetri e le sue dita l’avrebbero toccato. Il biondino si allungò più che poteva col braccio, tanto che stava quasi per sbilanciarsi dalla scopa, e sarebbe senz’altro caduto se non avesse con un movimento fluido ripreso il controllo del velivolo. A quel punto, non seppe bene perché, ma improvvisamente sentì la necessità di voltarsi con la testa e guardare un punto indefinito degli spalti. Lo fece, e per un attimo i suoi occhi grigi incrociarono quelli azzurri di Ginny, che stava in piedi, con sguardo supplicante rivolto verso di lui.
Virginia…
Quell’attimo di distrazione costò caro al Serpeverde. Con una virata improvvisa il boccino sfuggì dalla sua debole presa e scomparì nel vuoto. Malfoy imprecò ad alta voce e fece per virare anch’egli così da riprendere l’inseguimento, quando scorse l’ombra di un bolide che procedeva a tutta velocità verso di lui. Non fece però in tempo ad evitarlo. Il bolide lo raggiunse e lo prese in pieno, disarcionandolo dalla scopa.
“NO!!” gridò Ginny balzando in piedi piena di spavento.
“Cosa c’è Gin?” chiese Hermione, seguendo il suo sguardo sconvolto fino al punto dove il biondino era appena caduto.
“Harry! Ehi Harry, guarda! Malfoy è stato preso in pieno da un bolide!” esclamò ridendo la ragazza afferrando il brunetto per la manica per attirare la sua attenzione.
“Davvero? Che razza di idiota!” esordì Harry con una punta di soddisfazione.
In quel momento, dall’altra parte dello stadio, il cercatore di Grifondoro aveva catturato finalmente il boccino, ponendo così fine alla partita e decretando la vittoria dei Grifondoro. Lo stadio si sciolse in applausi e grida di gioia, mentre la squadra sconfitta si ritirava in un rabbioso e umiliante silenzio. Harry e Hermione non persero tempo e si fiondarono giù dagli spalti per andare ad acclamare i vincitori, mentre Ginny restava immobile, lo sguardo fisso sul campo alla disperata ricerca di Malfoy. Una discreta folla di persone, tra cui il professor Piton, lei vide, si era raggruppata attorno al ferito, tanto che le risultava difficile ora scorgerlo in mezzo a quel caos di mantelli e sciarpe multicolori.
Poi improvvisamente lo vide, che veniva trasportato di peso dal professore di Pozioni fino in infermeria. La rossa si morse il labbro inferiore, indecisa sul da farsi, mentre in lei cresceva sempre di più la preoccupazione e il desiderio di andare da lui…
“ROOOOON!!”
Hermione e Harry, a costo di indicibili fatiche, riuscirono finalmente a farsi strada a gomitate tra la folla di studenti e raggiungere così il portiere della squadra, che nel frattempo pareva assediato da una folta schiera di fan, sia maschi che femmine. Hermione fu la prima a riuscire ad avvicinarsi a sufficienza, e quando se lo ritrovò davanti, l’espressione stravolta, il viso sudato e i capelli spettinati, terribilmente carino, senza pensarci corse e gli gettò le braccia al collo. Ron spalancò incredulo gli occhi: Herm lo stava BACIANDO??!! Harry nel frattempo li aveva anche lui raggiunti, e adesso li stava rimirando con la bocca spalancata a mò di baccalà.
Dopo qualche secondo la ragazza castana si staccò da Ron, e leggendo il suo sguardo disorientato e profondamente colpito, gli sorrise timidamente mentre arrossiva sulle guance.
“Sei stato grande, Ron!” esclamò Hermione guardandolo negli occhi, mentre un limpido sorriso le impreziosiva le labbra rosate.
“Beh…grazie…” replicò debolmente il ragazzo, fissandola con aria piacevolmente sorpresa e ancora non del tutto convinta che non si trattasse di un sogno.
Hermione gli sorrise di nuovo, poi abbassò le braccia liberandolo dalla sua stretta e fece un passettino indietro, schiarendosi imbarazzata la voce.
Comunque complimenti Ron, hai giocato magnificamente…” disse il brunetto facendosi avanti per stringergli la mano.
“G-Grazie Harry…”
Ron imitò il suo gesto, ma senza guardarlo in faccia. I suoi occhi non riuscivano a staccarsi da quelli dolci di Hermione.

 

 

TBC…

 

 

ndGinny85: Allora, cosa ve ne sembra? =PP Ehi, ma… cosa sn quelle verdure ke avete in mano?? O____O Ehi, aspettate un attimo!!!O__________O Lo so di aver lasciato finire il cap sul + bello, ma l’ultimo volevo presentarvelo come si deve fra due giorni! Eh già…ho detto proprio l’ultimo!^_^;;; Su su, nn fate quelle faccie così (s)contente…tanto ho pronto il seguito, ke credevate??^^ A proposito, da questo momento in poi sn aperte le votazioni sull’argomento “continuare o no la mia fanfict”… Voi ke ne dite? Pubblico il seguito dopo finita questa o lascio perdere? A voi la risposta!!!!! COMMENTATE, please!!!! Baci, Ginny85 (l’unica vera ragazza di Draco Malfoy…seeee, vabbè!!!^___- ) Ciao!

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Capitolo 10
*** La fine di un amore? ***


Dio ti prego, fai che stia bene, fai che stia bene… ripeteva disperatamente Ginny dentro di sé, col cuore in gola, mentre perc

 

Come promesso, ecco a voi l’ultimo emozionante (^^;;;) cap della ff “Destined Hearts”! Prima però vorrei ringraziare tutti quelli che hanno commentato l’ultima volta, ovvero (scusatemi, nn sono in ordine^^):

 

Sabryy: SABRYY!!!!!! (così urlo anch’io un po’) ^__- Grazie, grazie infinite x i tuoi commenti così entusiastici e spontanei!^^ Grazie a te, adesso sn sempre + convinta ke se posterò il seguito di questa ff qualcuno verrà a leggerla! Quindi ti aspetto, mi raccomando!! Spero ke l’ultimo cap – per ora – sia di tuo gradimento. Un bacione!!!^____^

 

Luna Malfoy: Luna!!^_^ Una nuova recensionista, ke bello! 6 stata gentilissima, davvero!^^ Ma dai, io nn credo ke stilisticamente parlando la mia ff sia ungioiellino’, anzi, diciamo ke devo migliorare ancora il mio modo di scrivere!^^ Nella seconda parte cmq dovrei ottimizzarlo un po’, anke se spetterà a voi giudicare poi!^^ Cmq grazie infinite e a presto!! Baci, Ginny85.

 

Kikina: (anke così il nick è molto carino!^__-): Grazie x il commento e x il consiglio! Nn preoccuparti, nn ho intenzione di abbandonarvi adesso! il seguito sarà senza dubbio postato, e molto mooolto presto!^_- x quanto riguarda i capitoli…beh, a mio parere 10 sn molti, ma cmq già da adesso ti posso anticipare ke la seconda parte sarà di almeno 15 cap…ho detto almeno, quindi preparati ad un manoscritto coi fiocchi!^__^;;;; un baciotto, e a presto!!

 

Angele87: Angel!!!^^ ma ke bel commentino ke mi hai lasciato, sn contenta ke ti abbia emozionato così tanto! Naturalmente nella prox ff ritroverai sia la coppia D/G che la R/H, quindi preparati! Ne vedrete delle belle!!^^ Spero ke continuerai a seguirmi cm hai fatto finora! Un bacione grande e grazie!!^__-

 

_Kristel_: Grazie molte per la fiducia Kris! ^__- Spero di nn deluderti con il seguito, ke cmq arriverà molto presto! Bacioni

 

Phi phi: Cara phi, sn contenta ke il cap sia piaciuto anke a te! Ma certo ke sono sicura di postare il seguito, ehm, naturalmente solo se voi mi sosterrete come avete fatto fin’ora!^^ Apprezzo molto i tuoi commenti, nn mi stancherò mai di ripeterlo! Kiss.

 

ly89: Thank you so much!^__^ commento breve ma gentilissimo! Spero ti piaccia anke questo cap e i prossimi ke posterò! Baci Ginny

 

 

 

 

 

DESTINED HEARTS

 

 

 

° Capitolo 10: La fine di un amore? °

 

 

 

Dio ti prego, fai che stia bene, fai che stia bene… ripeteva disperatamente Ginny dentro di sé, col cuore in gola, mentre percorreva correndo gli infiniti corridoi di Hogwarts alla volta dell’infermeria.
Accidenti a lei, era stata tutta colpa sua! Se solo Draco non avesse alzato lo sguardo e l’avesse vista, distraendosi, non sarebbe mai stato colpito da un bolide stregato e buttato giù dalla scopa in corsa.
Ormai stava quasi per raggiungere la soglia dell’infermeria, ma dovette fermarsi quando udì la voce della professoressa McGranitt e di Piton mentre questi uscivano dalla stanza. Ginny si nascose dietro una colonna per non farsi scoprire, mentre i due insegnanti la superavano ignari della sua presenza. Li sentì discorrere tra loro, e tirò un sospiro di sollievo mentre la McGranitt diceva:
“E’ stato terribilmente fortunato. Nonostante il bolide l’abbia colpito proprio sulla fronte pare non abbia riportato danni gravi. Madama Chips si prenderà cura di lui per qualche giorno…”
“Va
bene, allora io andrò a riferirlo al preside. Credo vorrà sapere che sia tutto a posto…”
Buona idea, Severus…”
Quando i due professori furono scomparsi dietro un angolo, Ginny si fece coraggio ed entrò nell’infermeria incustodita, il cuore che le martellava furiosamente nel petto. Lo scorse immediatamente, sdraiato su uno dei candidi letti, apparentemente addormentato. Una fascia abbondante gli copriva parte della fronte, prova inconfondibile della brutta botta che aveva appena preso. Per il resto sembrava stesse benissimo, a parte che era ancora svenuto.
“Draco…?” lo chiamò Ginny timidamente, non ottenendo alcuna risposta.
C’era una sedia lì vicino. La rossa l’avvicinò silenziosamente al fianco del letto e vi si sedette, continuando ad osservarlo con attenzione. Sembrava un angelo quando dormiva. Il viso rilassato, le bionde sopracciglia abbassate sugli occhi chiusi, la sua espressione era tranquilla, come se nessuna preoccupazione o nessun vivo rancore potesse scalfirla minimamente.
Magari fosse così anche da sveglio, senza quella sua aria arrogante e sfrontata…che però mi fa impazzire quando mi guarda… pensò Virginia con un piccolo sospiro di malinconia.
Alcune ciocche dei suoi capelli chiari e perfettamente pettinati erano andate fuori posto, così lei gliele scostò dolcemente dalla fronte con le dita.
Fu a quel punto che Malfoy si mosse, socchiudendo lentamente le palpebre. Subito dopo avvertì una fitta dolorosa alla testa, e si chiese cosa fosse successo. Il contorno di un viso grazioso e stranamente familiare gli illuminò la vista non appena ebbe messo un po’ a fuoco l’ambiente. Il Serpeverde inarcò le sopracciglia, confuso, poi riappoggiò la testa sul cuscino.
Perfetto , pensò con una nota di sarcasmo, ci mancavano pure le visioni adesso…
Riaprì gli occhi, pensando che quella stupenda immagine sarebbe svanita non appena avesse guardato di nuovo. Invece no, con sua grande sorpresa, vide che Ginny non si era mossa dal suo posto. Draco tentò di tirarsi su e mettersi perlomeno seduto sul letto, ma le mani della ragazzina premute contro il suo petto glielo impedirono, mentre questa lo rimproverava dolcemente dicendo:
“Non puoi alzarti adesso. Cerca di ricordare che hai preso una bella botta in testa Draco, perciò devi stare tranquillo…”
“B-Botta in testa?” chiese lui mentre avvertiva inconfondibili i residui di quel colpo.
“Esatto. Un bolide ti ha disarcionato dalla scopa un momento prima che noi vincessimo la partita…”
Malfoy sorrise beffardo, cogliendo il tono sardonico nella risposta di Ginny, poi si guardò intorno, rendendosi ben presto conto che si trovava in infermeria. Già, adesso ricordava bene. Quel maledetto bolide l’aveva colto di sorpresa, senza dargli il tempo di virare per evitarlo. Meno male che suo padre non era lì, pensò il biondino con amaro sollievo, altrimenti non avrebbe più avuto il coraggio di guardarlo in faccia…
“E tu, cosa ci fai qui?” chiese poi freddamente, tenendo gli occhi puntati sul comodino alla sua destra per evitare di incontrare lo sguardo da lei.
“Ecco io…ero preoccupata per te…” rispose debolmente Ginny, fissandosi con insistenza le mani che teneva poggiate in grembo.
“Tsk…” sbuffò Malfoy con una smorfia di disappunto “Non dovresti essere qui, Virginia. Dovresti stare a festeggiare con i tuoi compagni Grifondoro…”
“Ma io volevo…”
“Noi due non abbiamo proprio nulla da dirci, sei stata già abbastanza chiara l’altro giorno…” la interruppe bruscamente Malfoy girandosi su un fianco e dandole le spalle “Anzi adesso vorrei restare solo, se non ti spiace…”
Ginny si accigliò, mentre gli occhi le si riempivano lentamente di lacrime. Si alzò in silenzio, spostò la sedia da una parte e indugiò per qualche attimo in piedi di fronte al letto. Poi, con voce ferma e decisa, disse:
“Come vuoi Draco, ti lascerò solo…volevo solo che sapessi che mi dispiace, e che niente di tutto quello che hai sentito in quella stanza era vero…almeno, non per me…”
Ginny fece una lunga pausa, poi, accorgendosi che stava per mettersi a piangere di nuovo, si voltò e uscì dalla stanza. Il Serpeverde si rigirò mettendosi a sedere sul letto, incurante del dolore alla testa che gli martellava le tempie. L’espressione del suo viso era fredda e enigmatica come sempre, eppure adesso si poteva scorgere un lampo di pura sorpresa nei suoi occhi grigi.
***
Come se le nuvole avessero voluto aspettare almeno fino alla fine della partita, quel pomeriggio nevicò molto intorno ad Hogwarts: sottili fiocchi di nevischio scendevano giù dal cielo plumbeo senza fare alcun rumore, andandosi ad infrangere silenziosamente sul terreno via via più candido.
Dalle finestre in biblioteca dove era andata a rifurgiarsi, Virginia scorse la neve che fioccava dolcemente intorno al lago cristallino e sugli alberi spogli, e desiderò uscire per godersi quello spettacolo. Così chiuse il suo libro e ripose la penna d’oca, e senza dire niente a nessuno uscì, con indosso il mantello sopra la divisa scolastica.
Una volta fuori fece qualche passo in mezzo alla sostanza bianca che già si era posata sul terreno del cortile, così immersa nei suoi pensieri, fino a che non raggiunse le prossimità del lago semi ghiacciato. Si avvicinò ad uno degli alberi dalla corteccia ruvida e vi poggiò la schiena per riposarsi, ammirando al tempo stesso il paesaggio innevato che aveva davanti. Faceva un freddo pungente, e ogni volta che respirava l’anidride carbonica che usciva dalle sue labbra si condensava, trasformandosi in nuvolette di vapore.
Ginny chiuse gli occhi, cullandosi in quella pace e serenità che solo la neve riusciva a trasmettere, dimentica dello scorrere del tempo e degli avvenimenti intorno a lei. Il vociare vivace di alcuni studenti che avevano avuto la sua stessa idea le arrivava dolcemente attutito alle orecchie, come se quei suoni appartenessero ad un tempo lontano. Non si accorse nemmeno del rumore di passi un po’ trascinati che la distanziarono sempre di meno, fino a che non la raggiunsero del tutto facendole prendere uno spavento.
All’improvviso si sentì afferrare dolcemente per un braccio e spingere lentamente contro la corteccia gelida dell’albero, che per il leggero contraccolpo lasciò cadere qualche fiocco di neve dai suoi rami più bassi, i quali si andarono dolcemente a depositare sulla sua testa.
“Draco?!”
Fissò stupita il ragazzo biondo davanti a lei, che evidentemente l’aveva scorta dalla finestra e aveva deciso di seguirla. Ginny notò che aveva ancora indosso la divisa verde del Quidditch e la testa fasciata. Il suo viso era meno pallido del solito, anzi era quasi rosso, mentre la sua fronte era tutta imperlata di freddo sudore.
“Draco…ti senti bene?” chiese la ragazza in tono preoccupato.
“Ti stavo cercando…” mormorò il Serpeverde ignorando la sua domanda e guardandola con occhi accesi di una strana luce, tremula quasi.
Respirava chiaramente con difficoltà, e Ginny cominciò a spaventarsi davvero. Le sue dita si posarono morbide e veloci sulla sua fronte, ritraendosi subito dopo con un certo disappunto.
“Ma sei bollente…tu hai la febbre, non dovresti uscire con questo tempo gelido!” esclamò
la rossa aggrottando severamente la fronte.
Il biondino ostentò un’aria decisamente sicura di sé, mentre con gesto fluido si spostava alcune ciocche bionde da davanti il viso.
“Non preoccuparti, sto bene…sono solo un po’ accaldato, tutto qui…”
Ginny respirò più profondamente, in parte sollevata, mentre gli occhi del ragazzo indugiavano a lungo su di lei.
“Cosa volevi dirmi?” chiese lei dopo una pausa.
Vide la mano di Malfoy poggiarsi sulla corteccia, sopra la sua testa, mentre lui si avvicinava sempre di più fino a che i loro corpi non si sfiorarono. Virginia rabbrividì leggermente, ma si sforzò di non distogliere lo sguardo dai suoi occhi freddi.
“Voglio sapere la verità…” disse il Serpeverde scrutandola serio “Perché mi hai baciato? E’…perché sono un Malfoy?”
“Lo sai che se fosse solamente per il tuo nome non lo avrei mai fatto…” replicò Ginny con una tranquillità e una sicurezza che non credeva di possedere “La verità è che da qualche tempo non faccio altro che pensare a te…mi sono sentita subito attratta da te, Draco, per quelle frasi che mi dicevi sul treno, per quei battibbecchi in corridoio…non facevano altro che aumentare la mia curiosità nei tuoi confronti, era come se nascondessi un segreto che dovevo scoprire a tutti i costi…credevo di impazzire…”
Sentì la sua voce parlare, distante, come se non fosse stata la sua. Quella non era la vera Ginny, continuava a dirsi, lei non avrebbe mai detto quelle cose in faccia a lui, a Draco Malfoy…
“Io ti amo, Draco…ti amo da morire…”
Eppure era così, si disse il biondino meravigliato, Virginia Weasley gli stava confessando di essersi innamorata di lui…la ragazza che aveva scoperto di amare solo da qualche giorno lo ricambiava, pensò con una piccola stretta di soddisfazione al cuore…
***
Ginny tacque, un po’ col fiatone per aver parlato a lungo senza respirare, le tempie pulsanti per la tensione, il cuore, idem. Si nascose il viso tra le mani, arrossendo irrimediabilmente. Ecco, l’aveva detto. Paradossalmente adesso si sentiva molto meglio. Era come se le avessero tolto un peso sulla stomaco, e perfino i suoi pensieri fluivano più velocemente. Il silenzio aveva da qualche istante attanagliato il luogo in cui si trovavano, tanto che a Ginny sembrò di sentire il sottile rumore della neve che toccava terra, adagiandosi su di essa. Il paesaggio intorno a loro non era mutato, tutto era rimasto come prima che lei gli facesse quella rivelazione…
A quel punto la rossa alzò ansiosa lo sguardo. Il biondino ricambiava la sua occhiata con una smorfia di sorpresa mista a disappunto. La sua voce, fredda e un po’ roca, risuonò alle orecchie di Virginia colma di stupore e incredulità, mentre un mesto sorriso, che probabilmente avrebbe voluto essere cinico, si faceva strada sul suo viso pallido.
Sei sicura di quello che dici, Weasley? Credo che tu non mi abbia guardato bene…io sono Draco Malfoy, il figlio del Mangiamorte Lucius Malfoy, l’uomo che voi tutti odiate a morte da anni…questo non ti spaventa nemmeno un po’ ?”
Ginny scosse la testa, lentamente, mentre sottili lacrime cominciavano a rigarle il volto infreddolito, per poi fermarsi all’altezza del mento e congelarsi lì.
“Ti ho già detto una volta che non mi importa nulla se sei un Malfoy…” disse con voce incrinata “Tu per me sei Draco, solamente Draco . Da quando ci siamo incontrati nel corridoio, quella notte, da allora non mi sei più apparso come la persona terribile e odiosa che la mia famiglia aveva sempre delineato, costringendomi ad evitare, bensì come un ragazzo gentile e premuroso…anche se un po’ viziato…” concluse la giovane con un piccolo sorriso bagnato di lacrime.
A quelle parole anche il Serpeverde si concesse di sorridere leggermente, ma tornò quasi subito serio mentre la fissava in silenzio. Ginny trattenne il respiro e restò in attesa, l’espressione ansiosa e preoccupata. E quando lui la vide così, rossa sulle gote più per l’imbarazzo che per il freddo, gli occhi celesti leggermente spalancati e bagnati di lacrime, non poté fare a meno di sorridere alla sua bellezza, e a quell’aria da bambina che lo stava facendo impazzire. Virginia trasalì per la sorpresa, quando con la mano guantata Draco le scostò alcune ciocche rossicce dal viso; alcuni ghiaccioli di cristallo che si erano depositati sui suoi capelli si sciolsero con il calore, mentre altri caddero a terra senza far rumore. La ragazza socchiuse le labbra, avvertendo da subito l’affetto racchiuso in quella breve carezza.
Poi, prima che potesse replicare, lui si accostò e le diede un bacio. Ma non un bacio qualsiasi: le sue braccia forti la strinsero all’improvviso, attirandola a sé con foga, e Ginny avvertì chiaramente il suo respiro caldo e condensato infrangersi sulla pelle. Le labbra di Draco cercarono febbrilmente quelle di lei e le catturarono all’istante in una morsa piena di passione. La ragazza socchiuse gli occhi, abbandonandosi per qualche secondo tra quelle braccia che l’avevano avvolta completamente, riscaldandola fin dentro l’anima. Con le mani andò a circondargli il collo, mentre rispondeva al bacio con tutta la foga di cui era capace. Ma questo a lui non bastava: deciso a rendere più profondo e passionale quel contatto, Draco le passò una mano tra i capelli attirandola ancora di più verso di sé, mentre con una leggera pressione della lingua le faceva socchiudere la bocca, così da assaporare il suo sapore fino alla fine…
Un altro secondo e Ginny credette di morire soffocata, se non fosse che dopo quasi mezzo minuto Malfoy si staccò finalmente da lei, fissandola con occhi pieni di desiderio, le gote leggermente rosate.
“Adesso siamo pari…Ginny…” mormorò con un filo di voce il biondino.
Lei rise leggermente, ancora rossa in volto e col respiro profondo.
“E’ la prima volta che mi chiami Ginny…mi piace, lo sai?”
“Credevo preferissi Virginia a Ginny…” commentò Draco con un sorrisetto ironico, mentre la sua faccia tornava alle tonalità consuete.
“Lo so. Ma detto da te ha tutto un altro suono…”
“In questo caso, credo che continuerò a chiamarti sia Virginia che Ginny…” concluse il biondino posandole un bacio sulla fronte.
Sorrisero entrambi, mentre gli ultimi fiochi di neve scendevano dal cielo in un silenzio quasi magico. L’espressione di Ginny, mentre guardava assorta il paesaggio diventare d’un tratto più chiaro, si fece improvvisamente triste e malinconica.
“Cosa c’è?” le chiese Malfoy scrutandola d’un tratto accigliato.
“Come faremo adesso Draco? Voglio dire, nessuno dei nostri amici accetterà mai questo…” mormorò la ragazza sconsolata e con le lacrime agli occhi.
Il biondino le passò lentamente un braccio attorno alla vita, cercando di infonderle sicurezza. Ginny appoggiò la testa contro il suo petto e chiuse gli occhi, mentre lui la stringeva protettivamente a sé.
“Non sarà facile…” disse Draco guardando fermamente davanti a sé, mentre le carezzava affettuosamente i capelli con la mano libera “…ma tu devi essere forte e non devi mai arrenderti. Lo so che sarà doloroso, ma devi promettermi che non dirai mai a nessun’altro di noi due…”
Le fece alzare la testa così da ritrovarsi faccia a faccia con lui. Con le dita asciugò un po’ delle lacrime che erano scese dai suoi occhi chiari fino alle guance, l’espressione nel suo sguardo profondamente seria.
“Non devi farne parola con nessuno…mi hai capito, Virginia?”
Ginny tirò su col naso e annuì debolmente. Poi il biondino la trasse a sé e la baciò a lungo, più dolcemente della volta precedente, ma trasmettendole lo stesso identico calore.
La temperatura esterna si era abbassata molto in quei pochi minuti, e subito dopo entrambi decisero di tornare al castello per riscaldarsi un po’. Tanto più che il biondino doveva avere davvero la febbre, visto che strada facendo la testa prese a pulsargli dolorosamente mentre una sgradevole sensazione di nausea gli attanagliava lo stomaco, costringendolo seppur di malavoglia a tornare in infermeria da Madama Chips.
Giunti davanti al portone, liberi da occhi indiscreti, Draco si salutò con Ginny dandosi appuntamento quella sera stessa in un luogo sicuro, ad esempio la Sala dei Trofei. Ginny lo salutò con un sorriso e si voltò prendendo a camminare. Fatti solo due passi però, sentì le braccia di Draco stringersi attorno alla sua vita, e le sue labbra sussurrargli qualcosa all’orecchio:
Ti amo, Virginia…
Ginny sorrise timidamente, arrossendo sulle gote come una bambina.
Infine Draco si staccò da lei e corse via nella direzione opposta alla sua, lasciandole addosso la piacevole sensazione del suo profumo.


FINE…?


ndGinny85: Ok, per ora siamo giunti al traguardo. Ke ne dite del finale?^^ Ora, nn è per mettervi fretta, ma mi piacerebbe sapere se siete ancora sicuri di voler leggere il seguito…insomma, dopo aver letto questo cap potreste benissimo aver cambiato idea!^__- Affido tutto alla vostra clemenza!!

 

E adesso (x ki è rimasto^^) vi anticipo già da ora un paio di cosette relative al sequel ke pubblicherò presto su EFP:

 

Titolo: “HEAVEN OUT OF HELL” (Come titolo nn è un granchè, ma il contenuto dovrebbe essere meglio…o almeno spero…^^)

Ambientazione: Sempre il settimo anno per Harry e Co, mentre per Ginny è il sesto.

Coppie: Draco/Ginny, Ron/Hermione e…sorpresa! (ma questa s’intravederà un poco solo verso la fine): Harry/? (partner femminile ancora da scegliere^^)

Trama: Come procederà la vita a Hogwarts, adesso che una Grifondoro e un Serpeverde, in passato acerrimi nemici, hanno scoperto di volersi bene? I pericoli saranno in agguato per loro ad ogni angolo? E come prenderanno gli altri la notizia? Tutto questo nel sequel di “Destined Hearts”!!

 

Beh, ke altro rimane da dire? Mi raccomando, COMMENTATE in molti!!! Se riceverò tanti bei commentini, già da lunedì prossimo potrei anke pubblicarlo! Dipende da voi, quindi!! Ciao quindi e un mega abbraccio a tutti!!!!^____-

 

Ginny85.

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