Come Ombra e Luce

di Ayame Yui
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Presentazioni ***
Capitolo 3: *** Partenza ***
Capitolo 4: *** Incontri ***
Capitolo 5: *** Pensieri ***
Capitolo 6: *** Al Chiaro di Luna ***
Capitolo 7: *** Ritorno ***
Capitolo 8: *** Intruso ***
Capitolo 9: *** Compromessi ***
Capitolo 10: *** Bisogno d'Amore ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Note dell’autrice:  Ciao a tutti!!!! ^^ Questa è la mia prima FF che scrivo, quindi siate carini e coccolosi XD
Scherzooooo!! Dite tutto quello che volete…. o_O ok….magari senza farmi venire voglia di buttarmi dalla finestra!!! XD
Sinceramente non ricordo come sia nata l’idea di questa storia, forse da un sogno o forse dal mio fantasticare prima di addormentarmi… Bèh, vi lascio il Prologo (?) tanto per iniziare  =)
Se vi va, recensiteeeee!!! Grazie, arigatou, danke, gracìas… insomma vi ringrazio! :D
 
 
 

Prologo

 
Il suo profumo di uomo entrava nelle mie narici, stordendomi completamente, era la seconda volta che lo incontravo da sola in quel modo, ed era la seconda volta che peccavo.
Ero una sporca bugiarda, mentivo a tutti, ai miei amici, a quella che per me era diventata la mia nuovafamiglia e soprattutto mentivo a me stessa.
Ma ci credevo, o almeno facevo finta di crederci, cercavo di darmi una stupida possibilità.
 
Un cielo senza stelle, una notte senza luna, un’alba senza sole, ecco cos’era diventata la mia vita, senza quel dannato angelo dallo sguardo indifferente.
Sentivo il suo fiato che mi solleticava il collo come la brezza estiva, facendomi rabbrividire e scuotere in piccoli tremiti.
Aveva occupato il mio orizzonte, eclissandolo totalmente, i miei confini erano indefiniti, sfocati, infranti…mi aveva imprigionata in un sogno che sapeva tanto di bugia.
Ero sempre stata libera come un uccello che vola in alto nel cielo e che vede le persone da lontano,  senza mai incontrarle, per paura di affezionarsi.
Non avevo mai avuto nessuno, e questo mi stava bene, visto che non volevo nessun legame ma appena lo vidi, appena i nostri sguardi si incrociarono, tutto cambiò.
Mi sconvolse, sentivo di appartenergli incondizionatamente, nonostante lui stesse sbagliando ogni cosa della sua vita, nonostante lui fosse dalla parte oscura, ma dopotutto se vi è la luce vi è anche l’ombra.
 
Lui era il padrone e io la schiava.
Lui era l’aguzzino e io la vittima.
Lui era il predatore e io la preda.
 
Dovevo svegliarmi, dovevo reagire, non potevo continuare a sprofondare nelle tenebre con lui, dovevo trovare la chiave di quel cuore malato, dovevo sanare l’anima di quel corpo martoriato.
Era una follia, ero divenuta completamente pazza oltre che una sciocca illusa.
Lui era fuoco io ero ghiaccio.
Deliravo, la testa mi girava, forse stavo sbagliando completamente ma dovevo illuminargli quel mortale cammino a cui si era legato, dopo tutto cosa avevo da perdere?
Se i miei nuovi e unici amici mi avessero scoperta, li avrei persi comunque, e allora perché non cercare di salvare un “angelo” a cui sono state strappate le ali?
 

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Capitolo 2
*** Presentazioni ***


Note dell’autrice:Ciao a tuttiiii!!!! ^___^
Prima di tutto ringrazio le persone che hanno recensito il mio Prologuccio piccino picciò e anche chi ha messo la storia fra le seguite; vi adorooooo *__*
Fra prove di danza e spettacoli, ho scritto il Primo Capitolo, spero tanto sia di vostro gradimento *corre ad accendere una candelina in chiesa* XD
Bèh eccolo qua….ah e un’ultima cosa, poi giuro che non vi stresso più….Recensite se vi va!!!! :D
Grazie in tutte le lingue!!! =P

 
 

Presentazioni

 
Luminosa, ecco come avrei definito Konoha se mai mi avessero chiesto di descriverla.
Appena arrivata rimasi abbagliata dai colori sgargianti di quella brillante città, le persone sorridevano, urlavano saluti da una parte all'altra della strada, romantiche coppiette camminavano mano nella mano, i bambini giocavano, shinobi e kunoichi chiacchieravano mangiando Dango seduti in chioschi qua e la.
Il Villaggio della Foglia era un enorme macchia di colori che dava vita a un gigantesco arcobaleno.
Saltavo da un tetto all’altro, distratta, persa in non so quali pensieri, sarei già dovuta essere da dieci minuti buoni per di più, nel luogo d’incontro che mi aveva indicato il Quinto Hokage, ma mi fermai ad ammirare i cinque volti degli Hokage scolpiti nella montagna, non avevo visto nulla di più maestoso, quei silenziosi guardiani avevano un che di magico.
Non ero mai stata in missione prima di allora o almeno non lo ero stata con dei compagni o per servire un villaggio; quindi mi chiedevo quale sarebbe stato il risultato finale e come sarebbero stai questi “compagni” di squadra.
Dovevo recarmi vicino ad uno dei porticati nei pressi delle mura e incontrare un certo Yamato, il quale sarebbe stato il capitano del team.
Mi bloccai quando udii la voce di un ragazzo che gridava un “tu bastardo”, chi diavolo poteva essere?
Guardai sbigottita sotto di me per capire chi fosse…
Il biondo in questione si stava agitando come un matto, puntando il dito indice contro uno strano morettino dal colorito pallido, quando un uomo si intromise azzittendolo e iniziando a parlare :
«…bene…Da questo momento la squadra Kakashi sarà capitanata da me, che ne farò le veci…» quindi era quello il fatidico Capitano, bèh il posto l’avevo trovato ed era quello giusto, perfetto.
Osservai incuriosita lo strano quadretto che si stava andando a creare, i due ragazzi battibeccavano o meglio il biondino inveiva come un’oca starnazzante che aveva un attacco isterico contro il brunetto, mentre una certa ragazzina dagli stani capelli rosa cercava di farlo ragionare, ma che chissà per quale motivo anche lei cercò di mal menarlo.
«Andiamo bene» sospirai vedendo lo sguardo avvilito del Capitano, che li stava obbligando a presentarsi; forse per me, era il momento giusto di entrare in scena, visto che oltre tutto avevo un ritardo colossale.
Balzai giù dal tetto atterrando leggera dietro l’uomo, guadagnandomi una serie di sguardi incuriositi da parte dei membri del team.
«E tu chi sei? La conosci Sakura-chan?» domandò sotto voce il giovane dai capelli d’oro e gli occhi color del cielo. Era davvero indiscreto, mi guardava con aria interrogativa, diventando quasi invadente.
«Questa è Natsumi e farà parte del nostro team» mi presentò il Capitano, lanciandomi un’occhiata e presentandosi a sua volta.
«So chi è lei, mi scuso per il ritardo» dissi tutto osservando il resto del gruppo e piegando le labbra in un timido sorriso.
Mi ero davvero impegnata, speravo di non essere risultata fredda e antipatica, anche se sinceramente non m’interessava o forse ero solo io che provavo a crederci.
«Mi chiamo Sai» sorrise il moro.
«Sono Sakura Haruno» mi guardò di sottecchi la rosa.
«Naruto Uzumaki. Accidenti non ti ho mai vista prima d’ora!» mi scrutò avvicinandosi frettolosamente, era a un palmo dal mio naso, erano davvero belli quegli occhi azzurri, pieni di vitalità, tenacia e speranza, dalle mie labbra uscì una risatina divertita, da quanto non capitava?
«Ok, direi che le presentazioni possono finire qui, adesso vi spiegherò la nostra missione» iniziò il Capitano, attirando la nostra attenzione.

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Capitolo 3
*** Partenza ***


Partenza

 
La faccia del Capitano Yamato si era fatta seria e il suo tono di voce era divenuto severo – quasi mi preoccupai -  quell’uomo era veramente strano.
«Noi cinque andremo al ponte Tenchi, là cattureremo la spia dell’Akatsuki infiltrata nell’organizzazione di Orochimaru. È un’occasione per ottenere informazioni su quest’ultimo e su Sasuke Uchiha» spiegò.
Sasuke Uchiha, avevo sentito parlare di lui varie volte da quando ero a Konoha, il traditore, molti lo definivano così.
Sapevo che era rimasto solo poiché suo fratello maggiore aveva sterminato ogni membro del proprio clan all’infuori di lui, solo per misurare le sue capacità.
Mi venivano i brividi soltanto a pensarci, quali incubi l’avranno mai tormentato nella sua vita, vita a mio parere piena di dolore.
Il dolore non ci lascia mai, e se finisce lo ricordiamo e nel suo ricordo ci consumiamo, ci struggiamo fino a diventare pazzi.
Un’esistenza senza famiglia, un’esistenza senza amore è vacua, vuota, non vi è felicità e ogni luce si spegne piano piano, lasciandoti nell’ombra assoluta.

Un po’ come morire…

«Con questa preziosa fonte informativa potremmo permetterci di delineare una strategia sia per l’assassinio di Orochimaru che per il recupero di Sasuke» la voce del Capitano mi riportò alla realtà , spezzando la mia tortuosa catena di pensieri.
«Il ritrovo è tra un’ora al portone principale, radunate ciò che vi serve e partiremo».
 
Sai se ne andò balzando sul tetto dietro di me, Naruto e Sakura invece, si allontanarono insieme, dopo avermi invitata ad andare con loro, rifiutai, dovevamo affrontare solo la missione assieme, niente di più.
Avevo con me tutto l’occorrente per partire, quindi avrei potuto benissimo andare già nel luogo del ritrovo, ma scelsi di farmi una passeggiata fra le vie del villaggio, mi piaceva osservare il comportamento allegro dei bambini che correvano qua e la combinando guai, erano così…spensierati.
Li invidiavo.
Mi passò davanti al naso, un gruppo capeggiato da una ragazza di circa la mia età e dai bei capelli biondi tirati su in una lunga coda, parlottava concitata con due ragazzi; era quella l’amicizia, parole, sorrisi e abbracci?
Bèh, non potevo saperlo.
Quando arrivai al portone Principale, c’era solo il capitano Yamato:
«Pronta, Natsumi?» mi chiese.
«Certo…grazie» risposi educatamente.
«Ho sentito parlare di te in questi mesi» sorrise gentile.
«Ah, non-non lo sapevo» balbettai sorpresa, e che dicevano di me non me lo raccontava?!
«Eccoci!» salutarono Sakura e Naruto.
«Ci sono anche io» si avvicinò Sai.
Ecco, c’eravamo tutti.
«Bene! Squadra Kakashi in partenza!» annunciò Yamato.
 
Era uno strazio quel biondo, non faceva altro che lamentarsi e guardare in modo poco amichevole Sai che a sua volta rispondeva con commenti davvero poco carini.
Lavoro di squadra, io non lo vedevo proprio…
«Lui non fa  parte della nostra squadra» urlò Naruto.
«Allora nemmeno Natsumi-chan » puntò il dito contro di me, sorridendo nella maniera più finta che avessi mai visto, era veramente fastidioso lo ignorai completamente, portandomi in testa al gruppo, al fianco del Capitano Yamato.
Il simpatico moretto, stava continuando a dire o meglio a demolire il membro del team mancante, ovvero colui che stata tanto a cuore alla rosa e Naruto, Sasuke.
Sentii il rumore di uno schianto, così mi voltai incuriosita, Sakura aveva appena tirato un pugno in piena faccia a Sai.
E brava Sakura! L’aveva fatto volare dall’altra parte della strada.
«Se riprovi a parlare male di lui» si girò a guardarmi mentre parlava,  «non avrò pietà».
Cioè quello che aveva appena detto valeva anche per me?
Nemmeno lo conoscevo questo Sasuke!
Le risposi con uno di quei sorrisi di chi la sa lunga, insomma uno di quelli che solo fra femmine si possono fare.
Mi stupii di quel gesto, da quando non controllavo più ogni mia azione? Mi passai le dita sulle mie labbra ancora incurvate nel sogghigno, cosa mi stava succedendo?
Diciamo che fu così che la pazienza del Capitano finì, ricattandoci con due proposte veramente atipiche: passare una giornata intera in una gabbia di legno – precisiamo, fatta apparire da lui – o passare una giornata alle terme.
Quale mai scegliemmo? Ovviamente la seconda, ma io mi chiedevo, tutto questo per cosa? Per rafforzare la nostra amicizia, per me era dovere, in battaglia non era tutto più facile se i sentimenti non ci sono?
Certo, la risposta era semplice, ma chi ci credeva? Bèh, io ci provavo!
Il luogo in cui ci fermammo, era veramente bello, vi erano tante polle d’acqua provenienti da sorgenti calde, fra una “vasca” e l’altra si formavano piccole  e grandi cascate, il tutto era incorniciato da una strana nebbia che dava un tocco di magia al paesaggio e dallo splendido colore brillante degli aceri.
 
L’acqua calda lambiva ogni parte del mio corpo, rilassando i miei muscoli tesi, ad un tratto immersi anche la testa, così da non sentire le voci delle ragazze che avevo intorno, mi piaceva rimanere immersa fino a quando non avevo più respiro, l’acqua purificava.
«Natsumi-chan, da quanto tempo è che ti sei trasferita a Konoha?» mi domandò Sakura, che faceva il bagno accanto a me.
«Da un pò» la rosa mi guardò con aria interrogativa, avevo risposto, non in modo specifico ma avevo risposto, quindi cosa voleva…

Dovresti lasciarti andare…

Eccola, la stupida vocina nella mia testa, ovvero quella cosina che si chiama coscienza, che mi suggeriva come dovevo comportarmi.
«Quattro mesi, circa».
«Posso chiederti il perché?» e io potevo chiederle il perché della sua morbosa parlantina?
« È una storia lunga» e che, non le avrei raccontato.
«Ti sei trasferita qui con la tua famiglia?» domandò ancora.
«No» risposi secca, che diritti aveva di farmi tutte quelle domande e di riesumare i miei ricordi.
«Oh» fu l’unico suono che uscì dalla bocca della rosa, c’era rimasta male per la mia risposta, bèh come darle torto.
«E tu, raccontami un po’ di te…se ti va…» dovevo farmi perdonare di quella mia rispostaccia, mi dispiaceva, non potevo prendermela con lei per le mie sventure.
«Io sono l’allieva di Tsunade-sama e spero che porteremo a termine in modo positivo questa missione, lo spero davvero tanto» sorrise raggiante, era sincera, i suoi occhi verdi erano limpidi, velati di speranza.
«Già, ci tenete davvero tanto a riportare a casa questo Sasuke, eh?» ok, suona in maniera davvero - come dire - da menefreghista, ma non potevo lasciarmi andare, se mi fossi lasciata andare sarebbero subentrati quelle fastidiose sensazioni chiamate emozioni.
«Si, tantissimo!» mi rispose tutto d’un fiato, avevo capito, era innamorata di lui, senza ombra di dubbio.
Povera lei, pensai.
L’amore…
 
Cenammo, Naruto mangiò in una maniera spropositata, mi divertii a vederlo ingurgitare ogni cosa gli capitasse fra le mani.
«Ragazzi, io vado a letto, b-buonanotte» annunciai.
Condividevo la stanza con Sakura, che di li a poco arrivò; io mi ero già stesa sul futon vicino alle finestra, mi addormentai solo quando sentii il respiro della rosa farsi regolare.
 
Lacrime, urla, sangue. 
Sangue sui vestiti, sul pavimento, sulle mani, è ovunque, tinge di rosso ogni cosa.
Scende dagli occhi, forma scritte sulle pareti, lambisce i piedi della bambina, geme.
Lei non voleva, non l’ha fatto apposta…
 

 
 
 
Note dell’autrice:Holaaaaa!!! Come state?!
Ed ecco qua scritto anche il secondo Capitoluccio =D spero tanto che vi sia piaciuto!!! *guarda il cielo a mani giunte*
Avete capito in che parte del manga/anime siamo, nèh???!!!
Ora vi lascioooo che poi vi stresso troppo XD Grazie a tuttiiiii….chi recensisce, chi mette la storia fra le seguite e chi ne ha più ne metta…!!!
Mi raccomando fatemi sapere, cosa ne pensate!!! =D

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Capitolo 4
*** Incontri ***


Incontri


Mi svegliai parecchio stanca quel giorno, era come se non avessi dormito per tutta la notte, in effetti ero stata disturbata da quei sogni senza senso, che spesso mi tormentavano.
Di fianco a me, Sakura sbadigliava stiracchiandosi, mugugnando quanto avesse riposato bene, beata lei…
Andai davanti allo specchio, due profonde occhiaie cerchiavano i miei occhi blu, che strazio; pettinai i miei capelli neri, lunghi fino ai fianchi e mi passai un leggero strato di eye-liner sugli occhi.
«Pronta?» la voce di Sakura mi chiamò…
 
 
Nei giorni avvenire c’eravamo allenati, fatto simulazioni e il Capitano Yamato ci spiegò più dettagliatamente la nostra missione, il nemico che avremmo dovuto affrontare sarebbe stato davvero forte,  astuto e pericoloso, era un lavoro difficile quello  che dovevamo fare, combattere senza uccidere.
Se il piano fosse andato a segno, avremmo posseduto delle preziosissime ed essenziali informazioni, ma purtroppo non andò tutto come il dovuto, Orochimaru e Kabuto erano molto più abili e diabolici di quanto ci aspettassimo.
Fu tutto fulmineo, Naruto che lasciava avere il sopravvento al Kyuubi, il ponte che veniva spezzato in due, Sai che spariva su una delle figure da lui disegnata, Sakura che veniva ferita da Naruto in forma di Kyuubi, era spaventoso, non avevo mai visto nulla del genere.
Avevamo fallito, completamente, era davvero sconfortante…Sai ci aveva tradito e noi non avevamo nulla fra le mani, l’unica cosa che ci restò di fare fu seguirli.
 
«L’entrata è giusto sotto quella formazione rocciosa, davanti a noi» ci indicò il Capitano.
«Sotto quelle roccie…Sasuke ci aspetta!» sentii dire a Naruto, era davvero convito di quello che diceva, s vedeva che ci credeva con tutto se stesso.
 

E tu in cosa credi, Natsumi?

 
Già, io in cosa credevo…non lo sapevo, o meglio non volevo saperlo.
Entrammo,ognuno doveva perlustrare una parte del covo, ovviamente non avendo una mappa di questo non sapevamo bene in che zona ci trovassimo precisamente.
Era lugubre quel luogo, buio, illuminato solo da poche candele, puzzava di chiuso,  un labirinto, non riuscivo a orientarmi, avevo la sensazione di essere  trappola.
Era la quarta porta che aprivo, niente, di Sasuke non vi era traccia, corsi veloce, volevo uscire di li il prima possibile, aprii un’altra porta.
«Ancora niente» mormorai a me stessa, mi fermai poggiando le mani sulle ginocchia e riprendendo il respiro per la corsa, ma un’esplosione mi fece spaventare, che diavolo era successo? Avevo percepito il chakra di Sai, ricomincia a correre.
Erano tutti li, i miei compagni, che guardavano qualcosa, o meglio qualcuno verso l’alto, aumentai il passo fino ad arrivare al fianco di Naruto e alzare lo sguardo a mia volta, quando udii la voce di Sasuke Uchiha.
Fredda, distaccata, lapidaria.
«E questa sarebbe?» aveva fissato i suoi occhi nei miei, troppo, troppo intensamente, in profondità, e i quell’istante, quel ragazzo a me sconosciuto, riuscì a leggermi dentro, completamente, mi sentivo nuda, inerme, totalmente vulnerabile.
Percepii qualcosa si strano muoversi dentro di me all’altezza del petto.
Ghignò guardandomi con scherno.
Ma, ma come si permetteva? Chi si credeva di essere quel Sasuke Uchiha, tremendamente antipatico e…
Non risposi, lui stacco i suoi occhi color onice dai miei per ricominciare a parlare, mai io non riuscivo più a sentire una parola, la mia mente era affollata da troppi pensieri insensati.
«Lei è Natsumi, è nuova di Konoha ed è stata assegnata al nostro Team per ora» qualcuno aveva risposto al posto mio, Naruto, sorrideva appena, guardandomi.
 
L’Uchiha riportò per un secondo lo sguardo su di me, tremai impercettibilmente, ma il mio corpo era incandescente, avevo le guance in fiamme.
Cosa mi stava succedendo?
Lo vidi curvare di poco le labbra in un altro di quei sorrisi derisori, se n’era accorto, aveva percepito non so come il mio disagio, ne ero sicura.
Avevo perso il controllo del mio corpo e della mia mente, maledizione, era davvero strano, in ogni altra missione non mi era mai capitato, e ora invece!
Una leggera brezza accarezzò i suoi capelli neri come la notte, che rilucevano ai raggi del sole primaverile.
Fu la prima volta in cui, fui gelosa del vento.
Non potevo aver pensato qualcosa di simile, quel giovane era il nostro obbiettivo.
Scossi la testa per liberarmi dal caos che regnava nella mia mente, dovevo tornare lucida, udii le ultime parole che disse il moro prima di vederlo balzare vicino a il mio biondo compagno.
«Quella volta ho scelto di risparmiarti la vita, per nient’altro che un mio capriccio» era qui, vicino a noi, alla mia destra, potevo sentire il suo odore, potevamo prenderlo, ma rimasi ferma come il resto del gruppo.
«Ora che ci penso, non era forse uno dei tuoi sogni diventare Hokage?Invece di sprecare tempo a seguirmi in giro, avresti fatto bene ad allenarti, non pensi Naruto?» teneva una mano sulla spada, che stava per estrarre e una sulla spalla del jinchuriki, poi continuò la frase:
«Ed è perciò che questa volta, finirai per perdere la tua vita, tutto per un mio capriccio!».
Non credevo a quello che stavo udendo, lui, davvero voleva uccidere, una persona come Naruto, il suo migliore amico?
Sakura urlò, e Sai balzò a spada tratta per difendere il biondo, poi avvenne tutto velocemente, la mia compagna di team che scattava verso il moro, il Capitano Yamato che viene ferito dall’Uchiha per proteggere la rosa.
Rosso, come il sangue, lo sguardo cremisi si fermò su di me, rimasi paralizzata, era indescrivibile la sensazione che provavo, non riuscivo ad attaccarlo, ma non perché non fossi abbastanza forte, qualcosa dall’interno del mio cuore mi bloccava.
Lo Sharingan nei suoi occhi brillava di una luce malata, faceva paura ma allo stesso tempo, mi attirava come non mai, eravamo due poli opposti che si chiamavano a vicenda.
Balzò di nuovo sopra di noi, e nonostante le parole di Naruto, rimase impassibile, freddo come un pezzo di ghiaccio, quel ragazzo vedeva solo il proprio obbiettivo, e quest’ultimo eclissava ogni altra cosa.
“Konoha davvero ho chiuso con voi!” quelle parole mi fecero rimanere di sasso, era davvero ciò che voleva, non stava bleffando, ci credeva, non vedeva altro che la sua vendetta, poi all’improvviso comparve Orochimaru con Kabuto, e i tre sparirono nelle fiamme.
Gli occhi di Sakura si riempirono di lacrime, le appoggiai una mano sulla spalla per confortarla, era così che si faceva, no?
Anche questa volta avevamo fallito, alla grande poi, forse era la formazione di questo Team che non funzionava? Io alla fine, non c’entravo proprio nulla, ma ora, ora sentivo qualcosa scottare all’altezza dello stomaco, non sapevo ancora di cosa trattasse, ma presto con mio grande stupore l’avrei scoperto, e in tutto ciò c’entrava un certo ragazzo moro dagli occhi vermigli.

 
 
Note dell’autrice: Salve è da un bel po’ che non aggiorno questa storia, oggi avevo mezzoretta e ho scritto questo capitolino di transizione, nel prossimo si capiranno meglio i sentimenti dei personaggi principali, e ovviamente anche quelli del nostro Sasuke! ;) Tutto nel prossimo chappy, che arriverà presto U_U
Grazie a tutti!!! E fatemi sapere la vostra!!! ^___^

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Capitolo 5
*** Pensieri ***


Pensieri



Tutto era molto più macabro nel nuovo covo, non che me ne fregasse dell’ambiente che mi circondava, ma essendo più dispersivo di quello precedente, ci avevo messo quattro giorni per memorizzare a perfezione i vari tragitti che portavano alla mia stanza.
Me ne stavo steso sul letto con ancora i capelli bagnati, ero stato quasi un’ora sotto il getto gelato della cascata; avevo un solo obbiettivo, da sempre, e così doveva assolutamente rimanere.
Ma da circa un mese, un paio di occhi mi disturbavano, m’infastidivano, nei miei sogni, durante la meditazione, e persino ora, li vedevo benissimo, blu come l’oceano.
Ci si poteva perdere in quello sguardo così innocente da far male, ma io, Sasuke Uchiha, potevo rimanere perfettamente indifferente a tutto.
Mi girai su un fianco, cercando di prendere sonno, ma quella notte non sembrava volermi nemmeno Morfeo.
Focalizzai delle lettere nella mia testa, un nome, Natsumi, così si chiamava, mi passai una mano sulla faccia per l’esasperazione, chi era quella per tormentarmi in quel modo?
Il nostro nascondiglio non distava molto da Konoha, per depistare i ninja della Foglia era meglio prendere vie improbabili come quella, di certo non avrebbero mai pensato che saremmo rimasti così vicini a loro.
Chissà, magari, se avessi avuto voglia e tempo, avrei fatto un salto…
 

***

 
Due colori mi perseguitavano spesso in quell’ultimo periodo, soprattutto la notte.
Nerocome il petrolio, rosso come il sangue, quelle due tonalità così diverse riempivano le mie giornate e i miei sogni.
Mi avvolgevano come il caldo torrido del deserto, mi travolgevano come le onde gelide del mare d’inverno.
Quegli occhi erano entrati dentro i miei, quegli occhi che spesso molti giudicavano inespressivi, ma non lo erano, vi era rabbia, rancore, vendetta e dolore, si, principalmente dolore, una grande sofferenza e tanta solitudine.
Sasuke Uchihaaveva erto un muro intorno a sé, un muro invalicabile, che io, avrei tanto voluto superare.
Forse l’aveva issato per sentire meno quella desolazione che si era creata attorno a lui, e che lo lasciava precipitare amaramente nelle profonde tenebre che albergavano nel suo cuore malato.
Perché Sasuke Uchiha soffriva di una malattia molto grave, la stessa malattia, che stava divorando anche me: l’infelicità.
La sola differenza tra noi, era che io, a Konoha, avevo trovato degli amici che mi stavano guarendo, e lui, bèh, lui non voleva nessuna cura, o almeno era quello che faceva credere a tutti.
Ma io non ci credevo affatto, mentiva!
Una parte di me, quella parte non razionale, quella che si muove solo con l’istinto, voleva assolutamente ed incondizionatamente scoprirlo.

 
 


Note dell’autrice: Salve mondooo!!! Lo so, è un capitolino piccolo piccolo, però ha un suo scopo! Non volevo metterci troppo, visto che per il prossimo ho un’ideuccia *risata malefica*
Chissà che combinerà il nostro bel tenebroso….e cosa avrà in mente Natsumi??
Bèh, ora smetto di stressarvi… XD
Fatemi sapere che ne pensate, grazie milleeeee!!!  ^_____^
Baci!

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Capitolo 6
*** Al Chiaro di Luna ***


Al Chiaro di Luna

 
Quel giorno l’Hokage mi aveva affidato una missione di poco conto, l’avrei dovuta affrontare assieme a Naruto, Sakura e il Maestro Kakashi, che finalmente era stato dimesso dall’ospedale.
Erano passati due mesi dalla nostra ultima missione, o meglio, dal nostro totale fallimento, non avevamo più trovato nessuna traccia di Sasuke Uchiha, bèh, sempre se non si parlava della mia mente.
Li vagava indisturbato, quei suoi occhi neri avevano lascito un profondo solco nella mia anima.
L’unica informazione che avevamo scoperto era che il nostro fatidico tenebroso, aveva cavato di mezzo quella serpe di Orochimaru.
Riposi l’ultimo kunai nella sacca attaccata alla mia gamba destra, avevo sistemato tutto alla perfezione per la nostra partenza, uscii dall’edificio e mi incamminai verso il luogo d'incontro.
«Natsumiiiii-chaaaan!!!» Naruto stava urlando, sbracciandosi come un pazzo.
«Ciao a tutti! Ciao Naruto-kun!» lo salutai con la mano.
Mi sistemai le stringe dei miei stivali, il Maestro Kakashi arrivò con due ore di ritardo, era incredibile quell’uomo.
«Pronti ragazzi?» chiese chiudendo il libro che teneva sempre fra le mani, e così partimmo.
 
Stavamo correndo da molte ore, stranamente il biondo non aveva più spiaccicato una parola, chissà a cosa stava pensando, lo guardai di sbieco, aveva lo sguardo perso nell’orizzonte, un orizzonte che non stava assolutamente vedendo.
«Rallentiamo, ci fermiamo alla prossima radura» Kakashi ruppe quel silenzio pieno di pensieri.
Avevamo trovato un ottimo posto per accamparci, stava per fare buio, il cielo era tinto di colori pastello, alte nel cielo iniziavano a sbucare le prime stelle brillanti, e qua e la, come in un dipinto a ornare quel paesaggio magico, le nuvole creavano fantastici disegni.
«Io e Naruto andiamo a fare legna, Sakura, Natsumi, voi preparate il resto» detto ciò sparirono nella foresta.
La rosa mi sorrise, e io ricambiai, era una brava ragazza, mi chiedevo come una giovane come lei avesse potuto innamorarsi, di…Sasuke Uchiha, solo pensarlo m’infastidiva.
Era irrazionale quella mia stupida reazione.
«Eccoci, ragazze, fra poco si mangiaaaa!!!» urlò Naruto, catapultandosi ad accendere il fuoco.
Ero irrequieta, avevo una strana sensazione addosso, non avevo toccato cibo, lo stomaco mi si era totalmente chiuso, sbuffai rigirandomi nel mio giaciglio.
Mi alzai in silenzio e mi allontanai, seguendo il corso d’acqua che affiancava il nostro percorso, la luna piena emetteva una luce meravigliosa, sembrava di essere in una fiaba, immersi le mani nel fiume e mi bagnai il volto, cercando di rinfrescare le mie guance accaldate, per i pensieri che avevo fatto fino a quel minuto, dovevo assolutamente smetterla.
Mi accovacciai, per poi sedermi vicina alla riva, circondai le gambe con le braccia e appoggiai il mento sulle ginocchia, i capelli lasciati liberi, mi scendevano giù dai fianchi e si muovevano piano alla leggera brezza.
Mi chiedevo dove fosse, lui, in quel momento, quel ragazzo che occupava la mia mente la maggior parte della giornata, mi domandavo se stava bene, se aveva ancora gli occhi colmi di quella tristezza che mi attirava tanto.
Chiusi gli occhi, per poi riaprirli di scatto, avevo udito un rumore alle mie spalle, il rumore di un ramo che veniva spezzato, mi voltai piano, e lo vidi, li in piedi, innaturalmente immobile, come una statua di marmo.
Trattenni il respiro per poi sussurrare, la cosa più stupida e ovvia, che potessi dire.
«Sasuke?» avanzai cautamente, verso di lui, mi arrestai solo quando attivò lo Sharingan.
Ero incredula di quello che stavo vedendo, in un battito di ciglia, sparì fra il folto degli alberi, lo seguii senza pensarci due volte, come una vera stupida.
«A-aspetta!» urlai al vento, ma non c’era più, era svanito nel nulla.
Sbagliato, me lo ritrovai alla spalle.
«Ferma, non muoverti!» la sua voce era fredda, distaccata, senza alcun timore aveva puntato un kunai alla mia giugulare.
Maledizione! Come dovevo comportarmi? Non riuscivo a ragionare razionalmente, il cuore mi batteva all’impazzata, come se volesse uscirmi dal petto.
«Sa-sasuke» deglutii, e alzai la mano per scostate l’arma dalla mia gola.
«Che fai!? Ti ho detto di stare ferma!» mi strattonò, incurante dei segni che mi lasciava addosso, poteva sembrare del tutto apatico, ma a me non la dava a bere, aveva avuto una reazione, verbale o non, l’aveva avuta. Feci la cosa più sbagliata che potesse fare: risi.
«Che cazzo fai? Ridi?» mi chiese inferocito, facendo più pressione con il kunai, perfetto, aveva reagito, un mattone a quel muro che aveva costruito attorno a sé era caduto.
Un’altra risata di scherno, scostai forte il kunai che avevo puntato alla gola, tagliandomi.
L’avevo stupito, poteva non ammetterlo, ma quando mi ero girata, avevo visto trapelare da quegli occhi una scintilla di stupore, poi irritazione, rabbia, e di nuovo tutto quel rancore che albergava nel suo cuore.
Forse ero stata troppo audace, il coraggio a volte, porta ad agire stupidamente.
Un leggero soffio di vento, portò i miei lunghi capelli neri a solleticargli il viso, accarezzandoglielo, mi guardò dritta negli occhi, senza ritegno, diretto, profondo, rosso nel blu.
Mi prese bruscamente per le spalle, facendomi andare a sbattere contro un albero, e infischiandosene di un possibile rifiuto, assaggiò senza alcuna delicatezza, le mie labbra.
Non riuscivo a crederci, non capivo quello che effettivamente mi stava capitando, l’unica cosa che sentivo, era che avevo desiderato quella bocca sulla mia dal primo momento in cui l’avevo visto, abbassai completamente le difese abbandonandomi a quel bacio rude e un po’ selvaggio.
Ma cosa stavo facendo?
Mi svegliai dal “sogno” in cui mi ero fatta trasportare, non era assolutamente da me, quelle azioni non mi corrispondevano, non potevo averlo fatto davvero!
Mi staccai dalla sua bocca veloce, rimasi ferma, immobile, sbigottita, disorientata, quando lui lasciò le mie spalle , le ginocchia non mi ressero, lasciandomi cadere a terra, inerme.
«Tsk! Un’altra debole…» ghignò compiaciuto, sorpassandomi e lasciandomi sola nella notte, come un’anima dispersa.

 
 

 
Note dell’autrice: Oilààà!!! Eccomi qua con altro capitolino, spero vi sia piaciuto!!! ^___^
Avete visto che hanno combinato quei due….e non è successo ancora nulla….buahaha! XD
Oggi non voglio dilungarmi troppo, quindi lascio la parola a voiiii!!!! :D
Grazieeee!!!
 

 

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Capitolo 7
*** Ritorno ***


Ritorno

Mi ero allontanato, non ne potevo più della voce stridula di Karin, e dei suoi patetici tentativi di abbordaggio, proprio non la sopportavo quella racchia.
Così avevo lasciato che se la subissero Suigetsu e Juugo.
Camminavo, anzi, zoppicavo da un po’ in mezzo agli alberi, ascoltavo il rumore dell’acqua che scorreva nella vicinanze, quando una lieve brezza mi aveva portato un profumo delicato, leggermente dolciastro, stranamente quella fragranza mi piaceva.
Avevo già sentito quell’odore, ma non ricordavo dove e quando, poi la vidi, e tutto mi fu chiaro.
Non avevo calcolato l’eventualità d’incontrarla prima di arrivare a Konoha, forse sarebbe stato meglio non farsi vedere, ma, a mio malgrado commisi un passo falso, il mio piede andò a finire dritto su un ramo, che sotto il mio peso si ruppe, facendola voltare.
Si era avvicinata, senza paura, come una stupida, ma sapeva a cosa andava in contro, mi conosceva?
Avrei potuto ucciderla, bastava che avessi fatto più pressione con il kunai sulla sua gola, però non l’avevo fatto.
Forse non ero ancora abbastanza forte, avevo affrontato Deidara, e riportavo ancora parecchie ferite di quel combattimento un po’ inaspettato.
Mi toccai il profondo taglio sulla mia gamba destra, c’era qualcosa che non andava, mi pulsava, quell’incapace di Karin, non l’aveva curato a dovere.
Tornando a quello che mi tormentava di più del dolore fisico, erano quegli occhi blu, spalancati, che guardavano i miei, mentre saggiavo la sua bocca, la bocca di Natsumi, la ragazza nuova di Konoha.
Era strana, diversa, non era come Karin, e nemmeno come Sakura, era tenacie e fragile allo stesso tempo, mi…incuriosiva.
E quel bacio, perché? Perché non ero riuscito a trattenermi?
Era solo un divertimento, questa era la risposta, semplice, no?
Allora perché mi sentivo così, così…agitato?
Mi ricomposi, tornando impassibile e distaccato come al solito, arrivai nel nostro covo zoppicando vistosamente.
«Sasuke, “capo”, ti fa ancora male quella ferita?»cantilenò  Suigetsu.
 Lo guardai male e non risposi, mi misi a sedere al tavolo in assoluto silenzio.
«Sicuro di stare bene? Sembri parecchio-» lo inchiodai con un occhiataccia, non dandogli il tempo di finire la frase.
«Taci!»
«Come ti pare...» mi rispose.
Allungai il braccio per prendere un bicchiere d’acqua, ma la vista mi si annebbiò, e vidi per l’ennesima volta l’oscurità, facendo rovesciare il contenuto a terra.
Merda! 
Lo spadaccino mi guardò curioso.
«Cha cazzo hai da guardare?» gli urlai, svegliando Karin e Juugo.
«Uff...come siamo irritati oggi eh...» mi sbeffeggiò stendendosi sul divano.
«Zitto o ti ammazzo!» lo minacciai, ma che diavolo mi prendeva, non era da me perdere il controllo in quel modo, la spiegazione, forse, aveva solo un nome, Natsumi.
 

***

 
Ero rimasta li seduta per molto tempo, quando mi alzai mi dolevano le anche e le gambe.
«...bastardo...» mugugnai mentre mi asciugai il volto dalle lacrime.
Sul subito avevo avuto paura, poi cosa diavolo era successo? Non poteva direttamente uccidermi?
Mi curai la ferita alla mano con il mio chakra come avevo imparato a fare in tenera età, così nessuno si sarebbe accorto di quello che mi era capitato, perché non l’avrei detto, il mio cuore m’impediva di farlo.
Arrivai nel posto in cui eravamo accampati, Naruto russava alla grande, mi sentii in colpa, al pensiero di tenermi tutto per me, lui più di tutti cercava Sasuke.
Mi sdraiai su un fianco con le gambe al petto, ero così provata che senza nemmeno accorgermene, fui trasportata nel mondo dei sogni.
 
«Ehi Natsumi! Natsumi-chan...Natsuuumiiii! E dai svegliati!!!»
«Hummm...che c’è?» aprii gli occhi, ma fui costretta a richiuderli subito perché i raggi del sole che
penetravano fra le foglie me li colpirono in pieno.
Li riaprii e vidi quello azzurrissimi del mio compagno che mi sorrideva, mi alzai suoi gomiti.
«Era ora che ti svegliassi, poi dite che a me servono le cannonate!» disse divertito.
Mi stiracchiai e risposi:
«Se solo fossi riuscita a dormire...sai una persona di mia conoscenza ronfa come un leone...»
«Io non russo, non dire idiozie!» replicò indispettito.
«Ahaha! Non farmi dire di più Naruto! Su andiamo» gli diedi un pugno sulla spalla.
Come un uragano mi arrivò alla mente tutto ciò che mi era successo: possibile che abbia sognato?
Mi ero fermata di colpo mentre correvamo, l’intensità di quella emozione era stata troppa, quell’Uchiha, si era approfittato della mia debolezza, che a mia insaputa non sapevo di avere.
Stronzo...
«Natsumi?» il Maestro Kakashi mi chiamò.
«Scusatemi, è tutto ok...forse ho solo bisogno di mangiare qualcosa...» mentii.
Ci fermammo pochi minuti, poi corremmo ancora, fino ad arrivare alle porte di Konoha.
E io non sapevo ancora che qualcuno mi stava osservando.

 
 

Note dell’autrice: Ciaooo!!! Ecco qua un altro capitolo, lo so è un po’ corto, ma il mio saggio di Natale è alle porte, e io sono tanto tanto impegnata con le prove!!! U____U povera meeeeeee!!!! XD
Spero vi sia piaciuto lo stesso!!! Fatemelo sapere con una bella recensione!!!
Baci e tanti auguri di Buon Natale e Felice anno Nuovo!!!!

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Capitolo 8
*** Intruso ***



Intruso

 
Arrivammo al Villaggio della Foglia nel tardo pomeriggio, ero distrutta, non che avessi fatto chissà cosa, forse era solo il mio stato psicologico a rendermi così, e ora dovevamo anche fare rapporto all’Hokage.
Di male in peggio.
Che gli avrei detto? La verità?
No, era indiscutibile.
Andammo a parlare con Tsunade-sama, anche in quella missione, di Sasuke non avevamo trovato nessuna traccia, bèh, teoricamente, non praticamente, io ero stata fra le sue calde mani.
Mi sentivo una sporca vigliacca, una terribile bugiarda, una carogna.
«Capisco, rimarremo comunque vigili, così se si avvicinerà saremo pronti» sentenziò la donna.
Mi voltai per andarmene insieme al mio team, ma l’Hokage mi chiamò, facendomi rimanere sola con lei, aveva fatto uscire  perfino Shizune, la cosa mi spaventava parecchio, non è che quella donna sapesse anche leggere nella mente.
«Natsumi, ti volevo parlare riguardo una faccenda…» iniziò, la guardai interrogativa, senza risponde, in attesa del suo discorso.
«Volevo parlarti di Sasuke Uchiha»fu come ricevere un pugno nello stomaco,mi guardò dritta negli occhi, lei non poteva saperlo, era impossibile, cercai di rimanere calma e distaccata, ma sentivo il mio cuore battere più veloce.
«Tu ovviamente, non lo conosci come lo conosco i tuoi compagni, e io volevo che ti stesse a cuore la sua sorte,allo stesso modo che sta a cuore a loro» mi spiegò, annuii, più tranquilla.
«Sono sicura che lui sia da queste parti, e ho una brutta sensazione, sono capitati fin troppi avvenimenti di cui nessuno è a conoscenza».
Non capivo, che cosa voleva dirmi, che aveva capito tutto, che aveva intuito che gli stavo nascondendo qualcosa?
«C-cosa significa, mi spieghi, per favore!»le chiesi.
«Ci sono persone, intrighi, tradimenti, che hanno a che fare con il Clan Uchiha e il Consiglio degli Anziani, penso che Sasuke, voglia…vedicarsi»
«Mi scusi, Tsunade-sama, ma proprio non riesco a capire»
«Sai dello sterminio del suo Clan, giusto? E sai di suo fratello Itachi?»
«Si, i miei compagni mi hanno raccontato  della faccenda»
«Allora preparati, perché ciò che ti racconterò non sarà affatto piacevole».
 
Tornai a casa parecchio sconvolta, tutte quelle notizie, avevano destato un grandissimo caos nella mia mente, notizie che avrei dovuto tenere solamente per me.
Mi tolsi i vestiti sporchi della missione, e cercai di rilassare i miei muscoli tesi sotto il getto caldo della doccia, per poi buttarmi di peso sul letto, mi addormentai fra un pensiero e un altro, con la strana sensazione di essere osservata.
 
“Fuoco, urla, boati, polvere, fumo.
Vigeva il caos assoluto.
«Natsumi, dammi la mano!» la donna le strinse forte la manina così che lei non potesse divincolarsi.
«Ma mamma!» urlò la piccola stringendo le dita al petto il suo coniglietto di pezza.
Camminavano veloci, la bimba inciampava in continuazione, c’era buio e umido, dal soffitto cadevano gocce d’acqua fredda, era rimasta solo una kunoichi alle loro spalle.
«Veloci, veloci !»le intimò.
«Mamma!»
«Shhh, tesoro sono qui!» la donna teneva un kunai fra le mani.
Un forte botto, la piccola emise uno stridulino.
«Shh! Piccola mia, qualunque cosa succeda devi fare silenzio, hai capito?».
Due grosse lacrime le rigavano il volto: «Promettilo a mamma, neanche un piccolo rumorino!»
«S-si, mamma» la donna le baciò la fronte e le labbra.
«Io ti proteggerò, questo è  il mio compito».
Un singhiozzo: «Ti amo piccola mia!».”
 
Mi svegliai affannata, mi misi a sedere di scatto, ero stordita, non capivo dov’ero, poi ricordai, ero nella mia stanza, e ancora una volta quegli stupidi incubi mi avevano tormentata.
Maledizione!
Mi passai una mano sulla faccia, pi udii dei rumori al piano di sotto, presi un kunai e scesi, agile e silenziosa,le luci erano tutte spente, la cucina e il salotto ero illuminati solo dalla luce fioca di qualche candela profumata, guardai le finestre, erano tutte chiuse, poi vidi il fusuma che dava sul giardino, era leggermente aperto.
Lo aprii con un movimento secco e controllai fuori, niente, nessuno.
Richiusi scocciata e nervosa, poi come se la lama fredda di una spada mi asse trafitta sentii la sua voce riecheggiare  nella stanza.
«Natsumi»
Strabuzzai gli occhi, il mio cuore perse un battito poi riprese impazzito.
«Uchiha!»

 

Note dell’autrice: Ciaooo!!! Eccomi qua con un altro capitolo, avete visto il nostro Uchiha dov’è finito?
Chissà che combinerà…bèh lo saprete solo nel prossimo capitolo XD
Tsunade che avrà mai raccontato a Natsumi???
Ok, la smetto di mettervi troppe curiosità U____U
A presto e tanti auguri di Buon Anno!!!!
Kiss kiss

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Capitolo 9
*** Compromessi ***



Compromessi

Come se la lama fredda di una spada mi avesse trafitta sentii la sua voce riecheggiare nella stanza.
«Natsumi»
Strabuzzai gli occhi, il mio cuore perse un battito poi riprese impazzito.
«Uchiha!»
Se ne stava li in piedi appoggiato al muro, la katana appesa al suo fianco e lui vi teneva una mano sopra.
Mi  guardava in silenzio, non aveva nessuna espressione sul viso.
Una maschera neutra...
«Che-che cosa ci fai qui? Cosa vuoi da me?» gli chiesi con voce estremamente bassa, non riuscivo respirare, ero completamente fuori controllo, non mi rimaneva che bluffare.
Lo vidi piegare la bocca in un sorriso sarcastico, mi chiedevo a che cosa stesse pensando.
Sicuramente le parole che pronunciò un attimo dopo, gli erano riuscite difficili da dire, ma chi ero io per lui? Io ero solo una perfetta sconosciuta, capitata nel momento sbagliato e nel posto sbagliato.
«Ho bisogno del tuo aiuto»
Risi a mia volta parecchio innervosita «del mio aiuto? Tu?»
«...si...» sospirò lui,  avvicinandosi, cauto.
«E cosa ti fa sperare che io ti aiuti, Uchiha? Se non sbaglio eri tu quello che l’altra notte mi ha aggredita, no?» ribadii dura.
Fece un altro passo, facendomi arretrare impercettibilmente.
«Perché in fondo è quello che vuoi» si avvicinò ancora, guardandomi dritta negli occhi.
«Hai tradito il tuo villaggio, i tuoi amici, la ragazza che ti ama…» pensai a Sakura, e mi sentii male per non averle rivelato nulla, e mi sentii ancora peggio al pensiero che quella notte, baciare Sasuke Uchiha mi era piaciuto.
«Di questo non t’importa, altrimenti perché non avresti detto nulla?» mi aveva letto dentro come un libro aperto, aveva capito quello che stavo pensando, non risposi.
«Mi servono informazioni che tu, mi aiuterai a trovare, e mi darai» disse freddo.
Scossi il capo, dicendo qualcosa che lo fece terribilmente arrabbiare.
«Era tuo fratello…» Sasuke si mosse agile e velocissimo, scomparendo per un attimo e spuntandomi davanti furioso, afferrandomi per la gola.
«Zitta, devi stare zitta! Tu non sai niente!» non era vero, io sapevo, conoscevo la sua storia, quella vera.
«Sasuke, so cos’è successo!» cercai di dire, ma la sua stretta era ferrea, i suoi occhi erano  colmi d’odio, malsani, dovevano essere curati.
«Non puoi saperlo, quello che ti hanno detto sono solo fandonie!» attivò lo sharingan, ebbi un fremito, ma non di paura, quegli occhi mi facevano provare una strana eccitazione, un’attrazione che non riuscivo a comprendere.
Gli sfiorai i polsi  tesi nella stretta che aumentava sempre di più, ispirai a fondo per poter parlargli, iniziavo veramente a far fatica a respirare.
«...Madara Uchiha è-è vivo…e il tuo Clan in passato, stava tramando per attuare un colpo di stato contro Konoha, per-per quello diedero quella missione ad Itachi!» non riuscivo più a respirare, mi stava uccidendo, non era una morte degna di una kunoichi come me.
Il moro rimase fermo a fissarmi qualche secondo, ritirò lo Sharingan, e i suoi occhi ritornarono due pozze nere.
Avevo dovuto dirlo, non avevo potuto fare a meno, mi avrebbe sicuramente ucciso in quell’attimo di follia, avevo spezzato il giuramento fatto a Tsunade-sama, quel ragazzo stava sconvolgendo il mio modo d’essere.
La sua presa si fece sempre più debole fino a lasciarmi andare, e spingermi appena contro il muro freddo.
Mi accasciai al suolo tossendo e massaggiandomi il collo.
«Come sai queste cose?» mi domandò lapidario.
«Ho le mie fonti, ti dico solo che sono affidabili, non otterrai altro» risposi altezzosa, quella notte avevo deciso di farmi uccidere per davvero.
Mi guardò leggermente stupito.
«Ti specifico che non rientra nei miei piani aiutarti a distruggere il villaggio, visto che stanno ancora finendo di ricostruirlo, Uchiha».
«Tu mi aiuterai» mi ritrovai di nuovo, schiacciata fra lui e il muro.
«E se non lo facessi?» lo guardai ancora dritto negli occhi, e lui mi guardò malamente dimostrando il suo disappunto, poi  si fece ancora più vicino.
Il fiato di lui mi solleticava il viso, quel fiato che a contatto con la mia pelle, bruciava, facendomi arrossare le guance.
«Lo farai!» mi sfiorò appena le labbra con le sue
«Sto perdendo la luce, Natsumi, non puoi ignorarlo...»sussurrò suadente sulla mia bocca, mi voltai altezzosamente, anche se ciò andava in conflitto con quello che avrei voluto fare veramente.
« Ti aiuterò, ma, ci sono delle condizioni» certo che avevo un bel coraggio a parlare a lui, di…condizioni, che soprattutto non sapevo nemmeno io, avrei dovuto inventare qualcosa alla svelta.
«Non ucciderai nessuno di questo villaggio, senza un buon motivo, anzi non ucciderai nessuno e basta. Accidenti, è il tuo villaggio…vabèh,al primo segnale negativo, giuro che ti faccio sbattere in gattabuia!»
«Non puoi dirm-» lo interruppi «Non sei nella condizione di lamentarti...prendere o lasciare, Uchiha!».
Chiusi gli occhi per poi riaprirli, quello era uno stupido incubo, vero?
«D’accordo».
«Non basta, giuralo. Giurano sull’onore del tuo Clan, visto che è la cosa a cui tieni di più» lui sbuffò, scocciato e arrabbiato, poi mi guardò interrogativo.
«Ho detto d’accordo, basta e avanza, capito ragazzina?»
Ragazzina? Ma chi si credeva di essere, avremmo avuto di sicuro la stessa età, o al massimo io avrei avuto un anno in meno.
Si scostò un pò da me, e mi guardò, ora che ci facevo caso, addosso avevo solo una top striminzito e un paio di mutandine.
«Ottimo abbigliamento per una kunoichi» disse sarcastico, inarcai un sopraciglio, uno come lui sapeva fare del sarcasmo, strano.
Fatto sta, che il sottoscritto mi fece arrossire di brutto, mi portai le braccia davanti al seno per coprirmi imbarazzata.
«Ma che spiritoso. Dai fammi cambiare che poi ti medico quella ferita alla gamba».
Già, me n’ero accorta, lui era ferito, probabilmente lo scontro con il fratello aveva lascito i suoi “segni”, non ero un ninja medico, ma in tutti gli anni che avevo passato a cavarmela da sola avevo imparato qualcosa sulle arti curative.

 

***

La vidi salire le scale e scomparire dietro l’angolo, aveva accettato, quella ragazza che non aveva nessun legame con me, o almeno così credevo, aveva accettato di aiutarmi, si sarebbe messa nei guai per uno che non conosceva nemmeno.
Un pensiero si insinuò nella mia mente, non ero solo, avevo qualcuno che non mi avrebbe abbandonato, ma alla fine ero stato io a spezzare ogni legame, ovviamente io mi sarei solo servito di lei, e poi l’avrei abbandonata.
Sicuramente Natsumi, non avrebbe detto nulla a nessuno, non era così stupida, l’avrebbero reputata una traditrice delle peggiori, mi chiedevo perché avesse accettato in quel modo.
Ero egoista e meschino, ma cosa andavo a pensare, non m’importava degli altri, soprattutto di lei.
Una voce mi riportò alla realtà.
«Potevi sederti, se volevi...».
Aveva una casetta di primo soccorso fra le mani, mi misi a sedere cercando di non zoppicare.
«Hem, dovresti farmi vedere la ferita e dirmi come te la sei fatta» mi guardò in attesa di risposta.
«Shuriken» dissi distaccato come al solito.
«Uchiha, quelli dovresti cavarli, non vedo attraverso i vestiti, sai…» emisi un ringhio, ma chi si credeva di essere per parlarmi così, slacciai il cordone che tenevo in vita,e senza alcun pudore lasciai scivolare via la stoffa che mi copriva le gambe.
«E-e-ecco, altrimenti domani mattina siamo ancora qui» la vidi arrossire.
Ghignai.
Osservava la mie ferita, crucciata, una piccola ruga le solcava la fronte candida.
«Questa ferita è infetta»
«Hh» mi girai dalla parte opposta per non guardarla.
La piaga cominciò a sanguinare, lei tamponava, disinfettava e concentrando il chakra nelle mani curava.
«Che seccatura! Sei un così antipatico, che insieme a te lo sono anche le tue ferite!» disse getto, inarcai entrambe le sopraciglia, sbigottito, ma come si permetteva?
Era odiosa, se non mi fosse servita, l’avrei sicuramente fatta fuori.
«Tsk» mi limitai a non rispondere.
Natusmi socchiuse le labbra, poi scrollò appena la testa, a cosa stava pensando in quel momento,  forse che l’avevo messa nel casino più grande di tutta la sua vita, o che mi odiava, perché lei non poteva provare altro per me.
La guardai negli occhi, quel blu che aveva il potere di attirarmi, a volte quel colore era brillante e pieno di vita, ma a tratti cambiava, pulsava di una luce distorta, sembrava riflettere dolore e disperazione.
Forse mi ero solo sbagliato, o quella ragazza nascondeva un segreto, più grande del mio odio?
Bèh, sicuramente sarei tornato a trovarla


Note dell’autrice: Salveeee! È da un po’ che non aggiorno questa Fic, sono stata un po’ impegnata, sorry!!!
Bèh cosa ne pensate, vi è piaciuto il capitoluccio? Spero tanto di si!!! Fatemelo sapere!!!
Ora scappo che sono di fretta!!! Baci

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Capitolo 10
*** Bisogno d'Amore ***



Bisogno d'Amore


Alcune persone pensano che senza una storia, le nostre vite non varrebbero nulla.
Ad un certo punto dobbiamo scegliere.
Dobbiamo affidarci a ciò che conosciamo o dobbiamo andare avanti verso qualcosa di nuovo?
È difficile non essere perseguitati dal proprio passato.
La nostra storia è ciò che ci da forma, che ci guida. La nostra storia torna sempre a galla..sempre, sempre, sempre.
Quindi dobbiamo ricordarcelo.. qualche volta la storia più importante è la storia che stiamo costruendo oggi.

[Grey's anatomy]

 

Mi rigirai per la decima volta, non riuscivo a chiudere occhio per l’ennesima notte.
Io che non godevo più della vista di nulla che non fosse la mia vendetta, avevo in mente solo lei, con quell’aria innocente ed estremamente fragile, con quella corporatura minuta, bellissima e femminile.
Di ninja aveva ben poco, sembrava una bambola di porcellana da trattare con cura e delicatezza.
Sapevo perfettamente che con il mio tocco l’avrei distrutta, l’avrei ridotta in mille pezzi, di lei e del suo cuore sarebbero rimasti solo pochi cocci, ma quella notte mi alzai comunque dalla prigione che era divenuta il mio letto, e uscii, lasciandomi trasportare dal battito del mio cuore, che non udivo più da troppo tempo.
 
In quella casa vi era uno strano silenzio, ma non uno di quelli inquietanti, che ti fanno presagire qualcosa di brutto, come il silenzio prima della tempesta, era un silenzio intriso di tranquillità, era rasserenante, come il respiro che ascoltavo come una dolce nenia, quel luogo era surreale, lei lo era, e lo erano anche quei miei maledetti pensieri, che mi stavano facendo diventare pazzo.
Mi avvicinai al letto in cui dormiva ignara la mia docile vittima, si, lei era una vittima, la mia, non poteva fuggire da me, sembrava ancor più giovane della sua età, aveva i capelli scuri sparsi sul cuscino, le ciglia lunghe le sfioravano quasi gli zigomi, mi piegai verso di lei per sentire l’odore della sua pelle, quel profumo dolce che stranamente mi sembrava tanto familiare.
Chiusi gli occhi abbandonandomi a quella fragranza, ma mi ritrovai all’improvviso un kunai puntato alla gola.
Un punto per lei, mi aveva sentito allora.
«Uchiha!» disse guardandomi dritto negli occhi, attivai lo Sharingan, ma lei continuò a scrutarmi senza paura, non aveva timore di finire in qualche illusione?
Piegai le labbra in un sorriso che poteva sembrare irrisorio, quella ragazza mi divertiva, sapeva osare, era irriverente e avventata.
«Hai un buon odore» a quella frase la vidi arrossire, aggrottare la fronte e voltare il mento con petulanza, lasciando ben in vista il collo.
Le presi il polso facendo volare il kunai dal lato opposto della stanza, la guardai sfrontato come non mai, spostai lo sguardo sulle sue forme lasciate ben in vista da una leggere canottiera rosa, dicendo.
«Una kunoichi, non si dovrebbe far distrarre dalle parole dell’avversario».
Si avvicinò al mio viso, assottigliando le palpebre e ringhiando di rabbia.
Mi faceva sentire strano quella ragazza, si faceva spazio nella mia mente, s’insinuava nei miei pensieri, scacciando via tutto il resto, non ricordavo più il motivo per cui ero li quando ero con lei, possibile che esistesse qualcuno che riuscisse a farmi sentire più leggero, che riuscisse a eclissare il mio passato, e che mi facesse pensare a un futuro?
 

***

E come sempre, ogni volta che cercavo di dimenticarmi di lui – sempre se fosse stato possibile – lui tornava.
Era a pochi centimetri dal mio viso, bello come un angelo dannato, che senza nessun ritegno mi fissava intensamente negli occhi.
Tremavo, ma non di paura, il mio cuore batteva veloce, il mio cuore conosceva il mio imminente futuro, sapeva esattamente quello che sarebbe capitato di li a pochi secondi.
La mia bocca semi aperta per lo stupore di quelle mie strane sensazioni venne chiusa dalle labbra di Sasuke Uchiha, la sua lingua mi cercava con avidità, e le sue mani avevano iniziato a spogliarmi con foga, in quel momento mi resi conto che quel ragazzo aveva bisogno d’amore, aveva bisogno di sentirsi amato senza limiti, sopra ogni cosa, come un Dio, e io l’avrei amato, avrei colmato quell’enorme voragine che lo stava portando sempre più verso l’oscurità.
Le mani di Sasuke mi stringevano fino a farmi male, avvertivo la sua urgenza d’amore, la sua passione, si anche una persona come lui, poteva provare passione, e forse piano piano anche un sentimento come l’amore.
Lui era pieno d’incertezze, di paure, era un po’ come la vecchia me, preferiva non avere nessuno e rimanere solo, per la pura paura di perdere chi ti sta accanto, e di ritrovarsi abbandonato a quel terribile destino che lo aveva portato a essere quello che era.
Io non lo vedevo come un traditore, solo come un bambino ferito a morte troppo presto.
Sentivo il suo bisogno di annegare tutto dentro di me, di unirsi in una cosa sola per  dissolvere tutto il terrore e l’ombra che aveva caratterizzato la sua vita, e in quell’istante lo lasciai scivolare dentro di me, gemendo contro il suo petto, poi mi abbandonai alle scosse di piacere che ci invasero entrambi.
«Natsumi…» quando udii il mio nome pronunciato dalle sua bocca, capii che avrei lottato con tutta me stessa per farlo riemergere da quelle tenebre che lo circondavano, perché lui ai miei occhi risplendeva come il sole.

 

Note dell’autrice:
Holaaaa!!!! Lo so è da taaaanto tempo che non aggiorno, e mi scuso!!! T____T
Mi perdonate?!
So anche che il capitolo non è un granché e che è breve!!! Ma che volete farci, sono impegnata e ho vestiti sparsi per tutta la casa, visto che devo fare la valigia, devo partire per un bel po’ di giorni per la Repubblica Domenicana…. =P
Grazie a tutti!!!!
Baci

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