Il prezzo del paradiso

di kora33
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ancora tu ***
Capitolo 2: *** Vorrei odiarti un pò ***
Capitolo 3: *** Lasciami andare ***
Capitolo 4: *** Mi confondi ***



Capitolo 1
*** Ancora tu ***


IL PREZZO DEL PARADISO


 

I - Ancora tu

 
 
 
La vibrazione  del cellulare non l’aveva svegliata, erano solo le 5,30am ma Lisa era già sveglia,  indecisa se alzarsi e fare gli esercizi di yoga o restare a letto a poltrire.  Un ‘Pronto’ appena sussurrato per non svegliare la persona che le dormiva accanto. Si spostò velocemente in cucina, sorpresa e preoccupata per l’insolita ora.
-che è successo,  Wilson ?
-scusa l’ora, spero di non averti svegliata - il tono era triste
-ero sveglia, ma che succede?-tagliò corto
-so che hai detto molte volte che non volevi più avere niente a che fare con lui…-il silenzio di Lisa lo convinse a continuare- ma…sta morendo!- concluse
-ha infilato un altro coltello in una presa di corrente? O ha parcheggiato in un altro appartamento?- disse fredda.
-mi spiace, non avrei dovuto chiamarti, ma ho bisogno del tuo aiuto, non dovrai vederlo per forza … è un favore che fai a me e sai che non ti avrei chiamato se non fosse stata una questione di vita o di morte- cercò di convincerla.
-cosa devo fare?- si arrese
-Devi venire al Plainsboro oggi stesso. Ti spiegherò tutto appena arrivi! Grazie- riattaccò senza darle la possibilità di dire altro.
Era arrabbiata, perché si era lasciata convincere o forse solo sorpresa di aver ceduto così facilmente. Farsi coinvolgere dai giochi di Wilson e House, non era stata comunque una buona idea.
-ehi, puoi chiedere al tuo amante di chiamarti quando non ci sono?-scherzo’  l’uomo in boxer sulla soglia della porta. Lisa sorrise sollevando il pollice in segno di approvazione.
Si avvicinò per baciarla.
-era Wilson. Devo andare al Princeton Plainsboro.
-per fare…?-chiese  incuriosito
-c’è un’emergenza medica…House sta male…
Jeff continuava a guardarla senza dire nulla.
-non dovrei andare vero?
-non credo esista nessuno che possa farti fare ciò che non vuoi, quindi mi chiedo perché vuoi andare?
-non lo so. Forse sono solo curiosa.

Jeff non era molto convito della spiegazione ricevuta ma non aveva voglia di discutere, consapevole che Lisa aveva già deciso di andare.
------
 
Dopo essere passata dal suo ufficio in ospedale, sistemato delle pratiche urgenti si era messa in auto e  aveva guidato per tre ore lasciando che i pensieri la riportassero indietro, a quando un giorno di quasi due anni prima era scappata da House, dalla sua pazzia.
-ma che sto facendo- disse ad alta voce e per un attimo pensò di tornare indietro, ma solo per un attimo.
Arrivata al Plainsboro venne accolta calorosamente dall’infermiera Regina, avvicinata e salutata da tutti i suoi ex collaboratori,  l’arrivo di Foreman disperse la piccola folla di persone che si era radunata.
-ti trovo bene dottoressa Cuddy- disse tendendole la mano per salutarla-sapevo che saresti venuta a vederlo-disse in tono serio
-sono qui perché me l’ha chiesto Wilson…ma House è davvero così grave? –chiese preoccupata
Foreman le fece segno di seguirlo in quello che un tempo era il suo ufficio, si erano appena seduti quando la porta dell’ufficio si aprì. Si voltò di scatto aspettandosi di vedere House, ma sulla porta apparve Wilson
-ciao Lisa, grazie per essere venuta- disse
-ehi, hai preso anche tu delle brutte abitudini-scherzò, andandogli incontro per abbracciarlo.
Dal volto provato di Wilson Lisa capì che House era grave davvero.
-come sta?
-il fegato …sta cedendo.- rispose Wilson guardandola con occhi tristi
-è inserito nella lista per i trapianti?
-non ha i requisiti, è una farmaco-dipendente e la causa del danneggiamento è il Vicodin, con la sua storia clinica non hanno nemmeno aperto la pratica.
-un donatore vivo?-propose Lisa
- House non è mai stato molto popolare, aggiungi che è un’operazione rischiosa, Chase si è offerto, per la donazione, ma non è compatibile, io sono il suo unico amico …
-ma tu non puoi farlo perché hai già donato una parte del tuo fegato- continuò Lisa - non ho ancora capito cos’è che vuoi chiedermi.
-autorizzare lo stesso l’intervento, farlo nel tuo ospedale dove non mi conosce nessuno,modificando la mia cartella.
-ma sei impazzito, il trapianto poi servirà a te.
-si, ma io avrò i requisiti per entrare nella lista trapianti, faremo la richiesta dal Plainsboro…
Lisa continuava a fare no con la testa. –un doppio trapianto nel giro di pochi giorni è pura follia, e se il fegato non dovesse arrivare in tempo?  -Wilson non rispose -davvero pensavi che avrei detto di si ?
Wilson si lasciò cadere sulla poltrona incapace di controbattere.
Lo squillo del cellulare di Lisa spezzò il silenzio che riempiva la stanza.
-devo rispondere-disse avviandosi verso la porta.-ciao tesoro, la situazione qui è più complicata del previsto. – l’uomo all’altro capo del telefono era contrariato –si, mi spiace dovevo chiamarti appena arrivata, ma sono stata travolta dagli eventi.- dopo aver raccontato a grandi linee ciò che era accaduto, riattaccò con la promessa di richiamarlo prima di ripartire. Solo adesso, ascoltando il suo stesso resoconto, aveva realizzato che House stava morendo, aveva amato ed odiato quell’uomo con tutta se stessa, non le riuscì di fermare le lacrime che ormai libere scendevano sul suo viso. Dopo essersi sfogata sistemò il trucco ed i capelli Voleva passare a salutare Chase e Taub, ma prima doveva fare un’altra cosa.
 
Lisa aveva bussato alla porta di Wilson ed attese il consenso per entrare. –io devo tornare a casa- disse sulla soglia. Wilson era sorpreso - non passi nemmeno a vederlo? 
-non sono sicura che gli faccia piacere.-si sentiva in colpa ed il  tono di voce tradiva il suo stato d’animo.
-sai bene che non è così e… non è colpa tua.
-lo so, però se tornassi indietro non inizierei una storia che sapevo già dal principio che non sarebbe durata
-non sei responsabile delle sue azioni, e senza di te avrebbe ripreso il vicodin quello stesso giorno che è iniziata la vostra relazione. House è ancora seduto a terra nel suo bagno in attesa che tu vada a salvarlo. Non andare via senza dirgli addio .
 
Wilson l’aveva accompagnata lasciando che entrasse da sola nella stanza. Il corpo sul letto era immobile, chiuse gli occhi fingendo di dormire assaporando il suo profumo, ascoltando il rumore dei  suoi tacchi avvicinarsi a lui. Rimase in piedi a guardarlo,  sembrava un bambino indifeso, vagò con lo sguardo nella stanza alla ricerca di una sedia poi decise di sedersi  sul letto. Il viso smunto e la barba troppo lunga, come al solito. Gli accarezzò il viso, ricordando che l’ultima volta che aveva fatto quel gesto gli aveva detto addio.
House sarebbe rimasto cosi per sempre, inebriato dal suo profumo, coccolato dal tocco della sua pelle, ma proprio non gli riuscì di resistere al desiderio di guardarla.
Indossava un tailleur  gessato blue,  la gonna era lunga ma un ampio spacco, le lasciava scoperte le gambe e la camicia bianca di seta lasciava intravedere  il pizzo del reggiseno.
Esordire con una battuta era quello che avrebbe voluto ma rimase come paralizzato nel vedere che lacrime silenziose scivolavano sul suo viso.
-ciao- disse lei cercando di riprendere il controllo
-ciao- disse di rimando lui. Offrendole un pezzo di lenzuolo per asciugarsi le lacrime.
Lisa sorrise. –come ti senti?
-come uno che sta per morire-
-non stai per morire-mentì- con Wilson stiamo valutando un po’ di opzioni per farti avere il fegato…
-non preoccuparti, ho già prenotato e pagato il mio viaggio per l’inferno. Raccontami di te, della tua vita.
-Lavoro al Mercy di New York…
-intendevo la tua vita privata, sei… sposata?
-no-disse, in realtà era come se lo fosse, ma non voleva parlare di questo con House
House sembrò capire al volo che il no della sua risposta celava altro, ma in fondo,  neanche a lui andava di sentirla parlare del suo nuovo compagno.
-come sta Rachel?- chiese cambiando discorso
-bene. Va a scuola adesso.
Era strano come gli ultimi 2 anni si erano ridotti in poche frasi.
-sei felice?- le chiese distogliendo lo sguardo
-io non lo so,ma… si, mi capita di esserlo – disse Lisa con sincerità
-io ero felice con te.-disse House sfiorandole la mano 

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Capitolo 2
*** Vorrei odiarti un pò ***


 
 

2 – Vorrei odiarti un pò

 
-Okay- esclamò House all’improvviso-siamo tutti soddisfatti, Wilson ha tentato il tutto per tutto,  io voglio tornare  a casa mia, spalmarmi sul mio divano a bere uno scotch e tu visto che sei qui potresti fare una buona azione esaudendo l’ultimo desiderio di un condannato a morte –era già in piedi mezzo nudo
- aspetta -disse lei trattenendolo per un braccio
-so che non riesci a resistere, ma è meglio andare a casa prima- scherzò House
-ho fatto il test …se risulterò compatile,  ti darò una parte del mio fegato -affermò Lisa seria
-ci sono altre… parti che preferisco di te, posso scegliere?
Ricambiò lo sguardo di rimprovero di Lisa, provando nostalgia anche per quello.
-non mi devi niente, quindi torna a casa, alla tua vita con la coscienza a posto.-disse in tono duro
-non è per questo che voglio farlo. Sei un uomo incredibile…
-questa l’ho già sentita –disse House interrompendola
-salvare la tua vita significa salvare la vita di tanti altri
-quindi non lo fai …per me?- disse in tono fintamente  risentito
-smettila House. Hai capito cosa voglio dire.
House era sempre in piedi con addosso solo la camicia ospedaliera , Lisa a pochi centimetri  –rimettiti a letto, devo tornare a New York, pianificare un po’ di cose…
-lasciami in pace, vattene e non tornare più. Felice di averti rivisto.-la concedò
-non posso lasciarti morire- sussurrò Lisa, quando ormai dava le spalle all’uomo uscendo dalla stanza.
 

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Lisa era rientrata a casa e dopo aver coccolato un po’ sua figlia, si era chiusa in bagno per evitare di rispondere a qualsiasi domanda .
 –sai che non potrai restare li tutta la sera vero?- disse Jeff da dietro la porta
-è aperto- rispose Lisa invitandolo ad entrare
-quando avevi intenzione di dirmelo?-il tono di Jeff non era affatto conciliante -hanno appena chiamato dal Plainsboro…
Lisa lo guardò esortandolo a continuare, ma Jeff non disse nulla
-mi spiace è accaduto tutto molto in fretta- si giustificò
-Non potrai salvarlo, non sei compatibile. – disse Jeff lapidario, lasciando Lisa immersa nella vasca e nel dolore che adesso traspariva dal suo viso.
Jeff era già coricato quando Lisa lo raggiunse a letto. Gli si avvicinò in cerca di conforto. Si lasciò abbracciare e scaldare. Chiuse gli occhi lasciando scivolare le lacrime, lasciando che tutta la tristezza ed il dolore trovassero un sfogo, un posto dove andare e si lasciò amare.
Erano passati due giorni e Lisa non aveva ricevuto notizie da Wilson, ne osava chiamarlo per chiederne. Era appena tornata a casa dopo una lunga giornata di lavoro,  il cellulare iniziò a squillare il nome sul display preannunciava la notizia che con orrore aveva atteso.
 -Lisa, è appena uscito dalla sala operatoria è andato tutto bene
-Wilson, hanno fatto il trapianto? Hanno trovato Il fegato? Chi l’ha donato?- Lisa l’ho investi con mille domande- sta bene -ripetè  a se stessa abbozzando un sorriso
-si si  ti richiamo dopo e ti racconto tutto- il tono di Wilson era, se possibile, più concitato del suo.
Era notte fonda quando Wilson la richiamò, era accaduto l’incredibile, Taub aveva atteso fino all’ultimo per fare il test  ed era risultato compatibile, dopo  l’operazione tutti e due i pazienti  stavano bene.
Dopo quella telefonata ne seguirono molte altre, ormai ogni giorno Lisa  chiamava Wilson per avere notizie sui suoi progressi fisici, era orgogliosa del fatto che non aveva ripreso a fare uso di vicodin, era pulito ormai da quasi due mesi.
Wilson non le disse, che quando pensava di essere in punto di morte, le ultime parole di House erano state per lei,  la teneva a distanza non volendo turbare  l’equilibrio che House aveva raggiunto
In una di quelle solite telefonate non fu Wilson a rispondere
-Perché non chiami me per avere mie notizie?- disse House allegro
Lisa balbettò un ciao.-non…mi aspettavo…come stai?- disse infine
- visto che il re del gossip ti racconta di me io posso raccontarti un po’ di lui? – continuò senza aspettare la risposta -Sta bene, esce con un’assistente sociale ed ha organizzato un cena a quattro con una sua amica, ricordi la nostra uscita a quattro?
-i  go-Kart- sorrise Lisa –Sam mi ha buttato fuori strada, ricordi il caso della scrittrice?
-io…mi ricordo solo di te-
Un breve silenzio, interrotto da Lisa  –House devo andare , devo preparare la cena …
-ok, dirò a Wilson che hai chiamato. Ah probabilmente  Sanford Wells ti chiamerà per proporti di tornare al Plainsboro, con Foreman hanno raggiunto i minimi storici -disse quasi con indifferenza
In realtà Lisa aveva chiamato Wilson proprio per quello, stava davvero valutando l’offerta di tornare a Princeton,  a New York si sentiva isolata da tutto , dalla sua famiglia, dai suoi amici, anche se la lite avuta con Jeff  aveva frenato il suo entusiasmo.
-si gli farò uno squillo domani mattina-disse infine Lisa- buona serata House
-anche a te.- riattaccò
Era rimasto con il telefono in mano, chiuse gli occhi cercando di ricordare l’attimo esatto in cui aveva scoperto di amarla. Era già stato innamorato prima, Stacey  era rimasta nel suo cuore per tanto tempo, ricordava quando si era innamorato di lei ed anche di quando,  lasciandola andare via, aveva rinunciato a lei perché non poteva rinunciare a se stesso. 
A centinaia di chilometri Lisa non era rimasta indifferente alle esternazioni di House, avrebbe voluto odiarlo almeno un po’.

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-non credo sia una buona idea tornare al Plainsboro- la voce di Wilson era stranamente fredda
-dici …per House?-Lisa capiva l’atteggiamento di protezione che Wilson aveva nei confronti dell’amico, ma era allo stesso tempo delusa .-l’ho sentito in forma, in fondo abbiamo lavorato insieme per  quindici anni, non pensi  che potrebbe funzionare ancora? 
-cosa pensi che accadrà quando ti vedrà con il tuo fidanzato? House ti ama ancora ed è come un bambino, non sa gestire i suoi sentimenti.-
-mi ha detto che vuoi fargli conoscere un’ amica della tua ragazza, magari potrebbe frequentarla e scoprire che gli piace…avere una relazione...-insisteva Lisa
-e non sono nemmeno sicuro che tu voglia lasciarlo andare- Continuò Wilson duro
-questo è un colpo basso Wilson.
-mi spiace Lisa, non è colpa tua ciò che è accaduto due anni fa, e forse hai ragione è possibile ricostruire il rapporto così com’era prima della vostra relazione. Ne parlerò con House.- Wilson si arrese
Un’altra dura giornata era finita, era tornata a casa decisa a parlare, o meglio litigare, con Jeff.  Stava preparando il suo piatto preferito, facendosi aiutare da Rachel ben contenta di pasticciare in cucina con la sua mamma.
-mmm…  ravioli.-disse Jeff avvicinandosi per baciarla –pensi basteranno per …convincermi?
-per…convincerti ho altri …sistemi!- rispose strizzando l’occhio-non ho voglia di litigare, solo avere la possibilità di discuterne, decidere insieme, come una coppia –
-a me sembra che tu hai già deciso-
Jeff all’inizio poteva sembrare la classica persona che va d’accordo con tutti, accomodante,  una specie di Wilson 2.0 ,  in realtà non lo era affatto,  si erano conosciuti a Princeton, lei lavorava al General ed era stato lui a convincerla a lasciare la città, le aveva fatto lentamente il vuotoattorno,  allontanandola non solo da House,con lui solo al centro del suo mondo.  
-e sembra , anche , che tu faccia le tue scelte e poi me le comunichi. Se decido di non venire?
-se mi spieghi le tue ragioni per non volerlo fare, non è per  il tuo lavoro perché puoi chiedere facilmente il trasferimento e allora fammi capire tutta questa tua avversione.
-vuoi tornare per House? -Chiese con rabbia
-certo che no, io sto con te. E’ questo il motivo?  
-continui a dire che siamo una coppia, ma quando parlo di matrimonio tu ti irrigidisci, come se …non fossi sicura di quello che provi per me.
Lisa era confusa da questa dichiarazione, non aveva mai pensato al matrimonio come un qualcosa che rafforzasse il suo rapporto con Jeff, ne avevano parlato  tempo addietro ma senza mai approfondire l’argomento.
-cos’è una proposta di matrimonio ed  io non l’ho capito?- tentò di scherzare Lisa
-tu non vuoi sposarmi.- rispose serio Jeff
-per poter rispondere è necessario fare le domanda.
-Vuoi sposarmi Lisa Cuddy?
La richiesta era giunta inaspettata e Lisa la interpretò come un’insicurezza di Jeff 
Avrebbe voluto rispondere che per lei era come se già lo fossero, ma dall’espressione di  Jeff capì che non era la risposta giusta.
-Si, lo voglio, Jeff Morgestein.

 
 
Grazie a evelyn83 e ValeHuddyHuli spero che il nuovo capitolo vi piaccia, Ovviamente la malattia di House è stato solo un pretesto per far tornare Cuddy .  

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Capitolo 3
*** Lasciami andare ***


3 –  Lasciami andare

 
House sorrise nel posare il suo bastone sulla porta per aprirla, pensò come tutto fosse cambiato e come tutto allo stesso tempo fosse rimasto uguale.

-Foreman , ti trovo… pallido oggi- esordì ,indicando il nome sulla porta che ancora non era stato variato
Lisa alzò gli occhi abbozzando un sorriso, ritrovando anche lei in quel gesto vecchi sapori.
-gli operai verranno domani a fare le modifiche.
Era seduta a terra, intenta ad aprire uno scatolone.
-ho bisogno della stampa della mia pratica sul trapianto- disse continuando a guardarla-e …sei davvero pallida.
-potevi  farti fare una copia da Regina, o in amministrazione-rispose senza alzare lo sguardo.
-si, avrei potuto, ma non avrei avuto questa piacevole visione. Mi stai evitando?- continuò
-la cartella puoi stamparla tu stesso, di sicuro sai come accedere al PC, e no, non ti sto evitando, perché dovrei?

House era avanzato nella stanza posizionandosi alla scrivania. Era tornata da un solo giorno e quella stanza era già piena di lei, del suo profumo.  Accese il pc inserendo i dati da stampare e  la sua attenzione venne catturata dal file che si era aperto con i nominativi, solo dopo averne lanciato la stampa vide l’anello al dito di Lisa. Raccolse i fogli  e scappò via come un ladro.
Si era precipitato da Wilson –com’è l’iter per i trapianti-disse ancora sulla porta
-hai intenzione di farne un altro?-chiese Wilson
-no, voglio dire, chi fa le comunicazioni? 
-chi comunica cosa- chiese Wilson sempre più confuso
-Wilson, resta concentrato, chi comunica alle persone che hanno fatto il test se sono compatibili o se non lo sono?
- solitamente sono cose veloci, per telefono, penso. Ma perché questa ossessione adesso.
-si sposa?-chiese House cambiando discorso.
- riesci a formulare una domanda inserendo un soggetto, un verbo ed un complemento, così giusto per capirci qualcosa. A cosa ti stai riferendo?
-era compatibile.
-Lisa? …e poi ha cambiato idea?-Wilson non ne era molto convinto
- Quello che penso è che la comunicazione l’ha intercettata l’idiota ed a lei ha riferito che non era compatibile. Ha sperato che morissi, quando le cose non sono andate come aveva previsto lui, le ha chiesto  di sposarla … e poi sono io quello contorto.
-non voleva che subisse l’operazione -lo giustificò Wilson
-e credi  che Cuddy la penserà così?-disse House abbozzando un sorriso
-hai intenzione di dirglielo?
-devi !-concluse House
-ehi aspetta un attimo…-ma Wilson era già solo nella stanza.


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Era entrato nella stanza come al solito senza bussare, rimase sorpreso nel vedere che la stanza era vuota, si guardò in giro,  la vide spuntare dal bagno
-sei pallida,  stai bene?
-il nome sulla porta lo hanno cambiato- rispose alludendo alla battuta di House del giorno prima.
-non sei pallida rispetto a Foreman, sei pallida in generale
- cosa eri venuto a chiedere?- disse cambiando discorso
-solo se avevi un caso per me –rispose distratto
-tu che vuoi un caso? –sorrise
-questo è il mio nuovo io- disse dirigendosi verso  la porta.

House continuava a rimuginare su quanto era appena successo ritrovandosi come al solito davanti allo studio di Wilson.
-è incinta- esclamò entrando
Wilson era seduto  alla sua scrivania intento a controllare delle cartelle.
-e questo come lo sai?-chiese senza alzare lo sguardo
-è pallida…ieri non ha bevuto lo spumante che aveva portato Regina per festeggiare il suo ritorno. Ha preso il bicchiere ma non lo ha toccato.
- sai anche chi ha preso il mio pranzo dal frigo ieri?- lo schernì
House  aveva smesso di parlare, Wilson guardò  il volto turbato dell’amico e si offrì di indagare sulla faccenda.-so già che me ne pentirò!-pensò

Era pomeriggio inoltrato quando Wilson fece capolino nell’ufficio della Cuddy
-ehi come va?- chiese,  cercando di sembrare naturale
-House ti ha mandato ad indagare-chiese divertita
-Sai  com’è fatto,  infastidirti è il suo modo per dire che ha bisogno di te
-non sono incinta!
Wilson era sorpreso, sorrise al pensiero di come quella donna conoscesse House fin troppo bene
-sono solo stanca. Il trasloco, il matrimonio da organizzare
-ha notato che non hai bevuto lo spumante ieri.
Lisa divenne seria – dopo essere andata via da qui,  non è stato facile, la sera quando rientravo a casa volevo un momento per rilassarmi,  con un bicchiere di vino all’inizio, poi non solo uno e poi non solo vino, fino a quando l’unica cosa a cui riuscivo a pensare durante il giorno era di tornare a casa per potermi… rilassare.
Wilson ascoltava in silenzio, non riusciva  ad immaginare Lisa che perdeva il controllo, solo in quell’istante si rese conto di quanto anche lei aveva sofferto , di quanto male le avesse fatto House.
-ho conosciuto Jeff,   mi ha aiutato a farmi ammettere che avevo un problema e ad affrontarlo.
-perché non me lo hai detto? –Wilson era ancora tramortito dalla confessione
 -non lo so…mi vergognavo
-mi spiace Lisa, mi spiace di non essere stato un buon amico
Gli sorrise e lo baciò sulla guancia- torna a lavoro.
-sai che House non mollerà vero?
-puoi dirgli la verità, se vuoi.

Wilson era rientrato nel suo ufficio, House era rimasto ad aspettarlo
-non è incinta!-accompagnando le parole con il gesto delle mani a chiudere la conversazione.
House era sollevato, Wilson lo afferrò per un braccio –House…-si voltò aspettando che continuasse -lasciala andare.
-non posso!-disse serio.

 
Grazie a evelyn83,  ValeHuddyHuli e Stefani Sedwick  è bello leggere le vostre recensioni.   

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Capitolo 4
*** Mi confondi ***


Grazie a evelyn83, elixana, __agron, Swindle, ValeHuddyHuli  non riesco a descrivere la piacevole sensazione nel  leggere i vs commenti e le Vs recensioni. 
PS: nessuno dei protagonisti parla in prima persona , tranne per il titolo che sono sempre pensieri di Lisa:

 
 
4 – Mi confondi
 
Era stato difficile per Wilson raccontare tutto ad House che lo aveva ascoltato senza dire nulla.
- non distruggerle la vita di nuovo –concluse duro
House fece un cenno di assenso con la testa ed uscì dallo studio.
 
Sembrava aver assorbito bene il colpo, la sera successiva era uscito con Wilson e  Dana ed aveva conosciuto Lauren.

Erano due giorni che non la vedeva,  aveva pensato di passare a salutarla, senza mai riuscire a trovare il coraggio  per guardarla di nuovo negli occhi. Era seduto alla sua scrivania cercava di concentrarsi sul nuovo caso. Lisa era apparsa sulla porta

 -mi stai evitando?-chiese con un sorriso.
-è meglio…per te
-non è vero-riprese Lisa avvicinandosi

Il silenzio riempiva la stanza, ma non era opprimente, tra persone che non sanno di cosa parlare, i loro sguardi erano pieni di parole che non riuscivano a dirsi

-mi dispiace - disse House distogliendo lo sguardo-riuscirai mai a perdonarmi?
-House, ti ho perdonato tanto tempo fa. -aveva dovuto farlo, per tornare a vivere -E tu? Riuscirai mai a perdonarmi?

Forse era proprio questo il punto, non le perdonava di avergli fatto riassaporare l’amore, di avergli fatto credere che sarebbe rimasta con lui  e poi lo aveva lasciato solo

-se sarai carina con me…-scherzò House.

Lisa abbozzò un sorriso  

-avevamo qualcosa di bello, non me lo sono sognato?- chiese House quando  ormai Lisa gli dava le spalle

Si voltò a guardarlo, ritrovando l’uomo che riusciva sempre a confonderla. Si morse le labbra e con un lieve cenno di assenso lasciò la stanza.


Poco dopo fece il suo ingresso Wilson
 
-mmm…giorno di visita oggi - lo accolse House
-ti va di venire da me stasera? Puoi chiedere a Lauren di …
-un’altra uscita a quattro?
-no, in realtà verrà anche Lisa, volevo farle conoscere Dana, sarà una cosa tranquilla
- non hai paura che possa fare qualche sciocchezza ? sfidare a duello l’idiota…
-Jeff non ci sarà, è rimasto a New York per lavoro.
 
Era stata Lisa ad aprire la porta , un vestito blu leggero con piccoli fiori , una scollatura quadrata che le lasciava scoperta la pelle rosea e ne metteva in risalto i seni,  lo accolse con un sorriso, Wilson e Dana erano impegnati ai fornelli

-pirata lestofante - urlò Rachel  correndogli incontro
-Manigoldo di un marinaio di cambusa –rispose House imitando la voce di Barbabruna -cosa sta preparando la ciurma?- continuò

Lisa dopo un primo momento di stupore  per  la reazione di Rachel  -Credo che la …ciurma,  butterà a mare tutti e due se non la smettete di parlare come pirati-disse Lisa fra le risa di tutti.


La serata era stata piacevole e si avviava al termine, Rachel dava segni di cedimento accoccolata sul divano tra House e Lisa

-quando vuoi ti riporto a casa  -disse Wilson
-sono senza macchina –spiegò Lisa ad House -ne abbiamo solo una, a New York è praticamente impossibile utilizzarla per spostarsi  per andare a lavoro , ne compreremo una al più presto.

-posso accompagnarvi io –propose House –è quasi di strada.
-sai dove abito?- chiese Lisa sorpesa
-no. Però di solito si dice così –rispose House
 
Rachel , già nel mondo dei sogni, era stata sistemata sul sedile posteriore

-Quando torna l’idiota? –chiese House con indifferenza
-smettila di chiamarlo così, il suo nome è Jeff
-non lo ricorderò mai- riprese scuotendo la testa
-è un idiota perché sta con me?- lo sfidò Lisa
-è un idiota… fortunato. Di cosa si occupa? –proseguì senza reale interesse
-è un poliziotto doveva chiudere un caso, torna domani sera. Sabato c’è una piccola festa per l’inaugurazione della nuova casa, mi piacerebbe che venissi...
-un poliziotto? -  House rise, ignorando il resto
-non un poliziotto sulle strade, con la pistola… si occupa di truffe informatiche
-un poliziotto -ripetè inebetito
-smettila di ripeterlo sembri un disco rotto - la voce di Lisa suonava un po’ infastidita così House decise di mettere fine al gioco
 
-Hai detto sabato? Non mancherò per niente al mondo.


La nuova casa di Lisa non era molto distante da quella di Wilson e dopo poco meno di quindici minuti erano giunti a destinazione.
- se prendi le chiavi ti apro io, ce la fai a prenderla in braccio? -Disse House indicando Rachel

Lisa gli affidò le chiavi e la borsa –seguimi
-ti seguirei ovunque-disse allegro anche se non aveva toccato il vino

Aveva appena messo a letto Rachel quando il telefono iniziò a squillare
-tesoro, si sono appena entrata.

Il tono dolce e le parole di Lisa, rivolte ad un altro uomo, lo riportarono alla realtà. Scappò via senza salutarla.

Lisa aveva sentito la porta chiudersi , era dispiaciuta e sollevata allo stesso tempo.  Era stato un errore invitarlo all’inaugurazione della casa senza parlarne prima con Jeff .

House era rimasto in auto per un po’, non aveva nessuno da cui tornare, nessuno che lo aspettasse o che sentisse la sua mancanza. No non l’avrebbe mai perdonata. 

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