On Your Honor

di Akemi_Kaires
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Aspettative ***
Capitolo 2: *** Bacio ***



Capitolo 1
*** Aspettative ***


Aspettative

Aspettative

 

Incroci le braccia al petto, lo sguardo alto e fiero, mentre scruti con attenzione il tuo paese. Inspiri profondamente, inebriandoti di quella dolce e fresca aria che aleggia nel borgo ove sei nata. Muovi qualche passo in avanti, guardando la vita dei tuoi compaesani scorrere davanti ai tuoi occhi, traendo serenità dalla pace che alberga nel cuore di chi ti circonda.

- Ehi, fate attenzione! – esclami divertita, scansando appena in tempo un gruppo di ragazzini, i quali stavano per scontrarsi rovinosamente contro te. Assesti una piccola pacca sulla spalla a quello che sembra essere il capo della banda, intenerita dal loro innocente comportamento.

Sfoderi un sorriso gioioso, non appena loro si voltano e si inchinano per domandarti scusa. Non puoi fare a meno di dire che va tutto bene, salutandoli poi con un gesto di mano, giusto per rassicurarli. La loro gentilezza scioglie il tuo cuore di ghiaccio, costringendoti a gettare lontano quella maschera di orgoglio che ostini a portare.

- Non fatevi male! – raccomandi loro, insolitamente premurosa nei loro confronti. Non riesci a reprimere quell’istinto materno che ti ha assalita, mentre ti preoccupi della loro sicurezza.

Li osservi stando in lontananza, mentre procedi spedita verso la tua Palestra. Non riesci a evitare di pensare alla tua infanzia, a come anche tu avevi riso così allegramente, mentre correvi perdifiato lungo i viottoli di Ebanopoli. Ridacchi tra te e te, scuotendo malinconicamente la testa, al solo pensiero di quanto ora ti sia proibito godere di quella spensierata libertà.

Ormai hai accettato il tuo ruolo e ciò che ne consegue, pur sapendo di dover rinunciare in parte a quella bambina che ancora adesso alberga nel tuo cuore. Un pochino te ne penti anche, poiché spesso ti ritrovi a desiderare di essere una ragazza comune, simile alle altre, frivola e ingenua.

Ma adesso è troppo tardi per tornare indietro. Sei la Capopalestra del tuo paese, hai ottenuto questa carica dopo tante fatiche e altrettanto impegno, ed ora rivesti un ruolo che comporta grandissime responsabilità.

Non puoi permetterti alcun genere di errore, né di essere superficiale. Altrimenti, a pagarne le conseguenze sarà il tuo stesso popolo. L’ultima cosa che desideri è proprio non poter più vedere il sorriso dipinto sui volti innocenti ed euforici dei bambini.

Tutti si aspettano che tu sia una grande guida per la patria, capace di dare la tua vita per preservare la loro. Lo leggi dai loro sguardi carichi di speranza e ricolmi di fiducia nei tuoi confronti, lo noti da come si pongono quando ti parlano e dal rispetto che ti portano.

A loro non importa che tu sia una donna, che ti nasconda dietro una facciata di austerità per adempire al tuo compito. Hanno saputo riconoscere il tuo vero potenziale, notando la forza che alberga nel tuo cuore.

Ti hanno scelta, una Domadraghi tra altre centinaia, perché sanno di poter credere in te.

E sanno che tu impiegherai anima e corpo per riuscire in ciò che sei votata a fare. Ripongono ogni giorno il loro futuro nelle tue mani, reputandoti una degna custode delle loro anime.

Si aspettano grandi cose da te, e tu sei costretta a soddisfare queste aspettative.

Hai sempre detestato essere obbligata a fare qualcosa contro il tuo volere. Tuttavia, nonostante quest’odio viscerale, sei fiera di poter donare gioia e serenità al tuo popolo.

E lo fai perché sei certa che quei sorrisi, dipinti sui volti degli infanti e dei tuoi compaesani, sapranno ricompensarti adeguatamente per le tue fatiche.

 

 

 

Note di un’autrice piuttosto pazza:

Ebbene sì, mi sono gettata in un’impresa apparentemente impossibile. Non solo perché si tratta di una Alphabet Challange, ma anche per via del personaggio che voglio utilizzare: Sandra.

Inoltre (della serie: complichiamoci la vita), ho voluto provare a tutti i costi il metodo di scrittura che chiamo “In seconda persona”. Non credo sia venuto un fallimento, però suppongo di dovermi esercitare ancora un pochino. La prossima (già stesa) è venuta meglio di questa.

Perché “Aspettative”? Perché ho voluto analizzare questo argomento da una prospettiva diversa. Ci siamo sempre fossilizzati su come Sandra abbia vissuto negativamente il suo essere Capopalestra e avere tante aspettative da soddisfare per adempire al suo ruolo. Eppure io penso che a volte sia contenta di essere ciò che è. E ho voluto dimostrarlo.

Sinceramente non ho molto da aggiungere… mi auguro vi sia piaciuta!
E per favore: non uccidetemi. È un primo tentativo. X°D

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Capitolo 2
*** Bacio ***


Bacio

Bacio

 

Ti accasci sfinita sulla scrivania, sfiancata dal lavoro. Osservi con rabbia tutti quei documenti che giacciono al tuo fianco, ancora in attesa di essere minuziosamente compilati.

Non riesci a trattenere un’imprecazione, mentre passi una mano nei tuoi capelli color cielo.

Sinceramente, quando ti avevano nominato Capopalestra, non avevi mai pensato che una carica di così grande importanza avrebbe comportato anche dei lavori così noiosi e monotoni. Avevi creduto che la tua vita sarebbe stata un’emozione unica, e che non avresti trovato un attimo di respiro tra una missione di vitale importanza e un’impresa mortale.

Invece ti ritrovi lì, seduta sulla tua poltrona di pelle, intenta a concludere uno dei tanti dannati rapporti che poi dovrai spedire alla Lega Pokèmon. Cerchi di riportare con cura ogni dettaglio, descrivendo con precisione gli avvenimenti accaduti nel tuo paese natale in quest’ultimo mese.

- Finito. Sotto col prossimo… - sospiri, esausta e provata come mai lo sei stata, vergando il tuo nome in fondo al foglio. Provi il desiderio di ridurre a brandelli tutta quella cartaccia, e di poter ignorare allegramente quell’incarico.

Desideri poter essere da un’altra parte, al di fuori di quelle mura soffocanti. Vorresti tanto fuggire da quella sorta di prigione, balzare in groppa al tuo Dragonite e volare alla ricerca di libertà. Lo trovi un modo perfetto per scrollarti di dosso il peso dei tuoi doveri, per alleviare le tue fatiche.

Dopotutto, hai sempre adorato sporgerti e osservare la piccola Johto sotto di te. Ti senti potente, quando il vento sferza il tuo volto e gioca allegramente con i tuoi capelli. Quanto vorresti provare ancora quella bella sensazione sulla tua pelle.

Ricacci quegli insulsi pensieri in un angolo recondito della tua mente, afferrando con decisione e stizza la cartella successiva. Calchi con rabbia la penna sul foglio, imprimendo con forza ogni parola, data e dettaglio. Non c’è tempo per fantasticare.

Prima finisci, prima puoi andartene e mandare a quel paese il mondo intero.

- Ti stai divertendo, San? – ti richiama una voce alquanto divertita, provocando irrimediabilmente un moto di irritazione e ira in te.

Ti trattieni a stento dallo spaccare a metà la penna che stringi tra le mani, socchiudendo i tuoi occhi color ghiaccio fino a farli divenire due fessure minacciose. Scocchi un’occhiata furente nei confronti di quel ragazzo, che giace con la schiena appoggiata sullo stipite dalla porta, quasi come se volessi bruciarlo con lo sguardo.

- Sparati, Lance – esclami di rimando, scandendo bene quelle parole minacciose e pericolose. Afferri uno dei tuoi sassi fermacarte, finemente decorato dalla buon’anima di tua madre, non esitando a scaraventarglielo contro.

Inveisci, non appena lo vedi eludere il tuo attacco senza alcun problema. Ringhi sommessamente, riprendendo a scarabocchiare la tua firma sui vari verbali. Cerchi di nascondere l’odio che nutri nei confronti del tuo borioso cugino, sicuramente arrivato nel tuo studio con lo scopo di schernirti affettuosamente.

- Non è colpa mia, se hai tanto lavoro da fare – ti risponde candidamente, raccogliendo da terra la pietra che hai scagliato. Con le labbra curvate in un sorriso sornione, si avvicina allo scrittoio, poggiando poi la tua arma improvvisata sulla superficie lucente del legno.

Ti guarda dall’alto, sfoderando un ghigno beffardo, mentre poggia una mano sulla torre composta da tutti quei fascicoli ancora incompleti. Sembra quasi soddisfatto di scorgere rabbia cieca dipinta nelle tue iridi, traendo piacere dalla tua ira.

- Ah, no?! – replichi, inarcando un sopracciglio con nervosismo. Ti alzi di scatto, afferrandolo per il bavero della sua divisa, cogliendolo di sorpresa. Avvicini il suo viso al tuo, per permettergli di osservare al meglio la rabbia che accende i tuoi occhi. – Questi cosi me li hai spediti tu, maledetto!

Continui a scuoterlo senza alcuna pietà, e le uniche parole che pronunci sono ricolme di disprezzo e odio. Eppure lui sa bene come zittirti, perché ti conosce dannatamente bene.

Non osi lamentarti oltremodo, non appena le labbra di Lance si posano sulle tue. Ti abbandoni a quel dolce contatto, abbassando le palpebre non appena il torpore avvolge il tuo corpo.

Ti lasci sfuggire un piccolo e soffocato gemito di piacere, mentre senti la sua lingua cercare e carezzare la tua con dolcezza e delicatezza.

Si stacca improvvisamente da te, lasciandoti sospesa in quella beatitudine paradisiaca. Scuoti rapidamente la testa, cercando di scrollarti di dosso quella bellissima sensazione che ti ha avvolta tra le sue invitanti braccia. Percepisci il tuo cuore battere all’impazzata, e il desiderio ardere in te come un incendio indomato.

- Se riuscirai a finire il lavoro entro stasera, ti darò un bel premio – sussurra il Campione al tuo orecchio con fare sensuale e invitante. Ti irrigidisci, non appena senti il suo alito caldo sul collo, e ti trattieni a stento dall’avventarti sul suo corpo e cercare ancora la sua bocca.

Vorresti quel premio subito, invece di essere costretta a compilare quelle schede noiose e per giunta apparentemente inutili. Rapidamente ne afferri una a caso, completandola frettolosamente, in modo tale da concluderla al più presto. Ti impegni a fondo, senza risparmiarti o concederti un secondo di riposo, determinata come non mai.

- Comincia a prepararti, tu! – esclami perdifiato al Domadraghi, senza staccare lo sguardo dal foglio che stai leggendo. – Perché pretendo di essere degnamente ricompensata questa notte!

 

 

 

Ok, questi due assieme mi danno l’effetto dell’oppio. Il che è preoccupante, poiché scrivo quasi sempre cose su questa coppia. La lettera B doveva sicuramente essere associata a BACIO. Non poteva essere altrimenti, no? Ed ecco questa fic. Mi permetto di dire che non l’ho composta io, bensì… si è creata da sola. E con questo ho già detto tutto quello che devo dire!

Spero vi piaccia!

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