Sogno o realtà?

di martamatta
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo 1: Una giornata come le altre ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Incontrarsi! ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Dolore e speranza ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Calore ***



Capitolo 1
*** capitolo 1: Una giornata come le altre ***


Si sdraiò sul letto, era esausta e si domandava cosa le avrebbe riservato il domani. Si pose questa domanda mentre si stava addormentando.
 
La sveglia sembrò suonare pochi secondi dopo, una dolce voce la stava chiamando sussurrandogli -amore alzati o farai di nuovo tardi- Claire mugugno e poi disse stancamente -UFFA!!!! L'università a degli orari così stancanti!- l'uomo indossava dei jeans neri e una maglietta a maniche corte, attillata, e stava per uscire dicendogli -dai che ti manca poco alla laurea! Io vado a lavoro, il tuo pranzo è nello zaino con i tuoi libri. Ci vediamo verso l'ora di cena, ti vengo a prendere come al solito, ho una sorpresa per te...oggi che è un giorno speciale- l'uomo si infilò degli occhiali da sole e se ne andò, mentre chiudeva la porta dell'appartamento sussurrò -ti amo!-.
Claire appoggiò la testa al cuscino e sussurrò -ti amo anche io!-. Poi si fece coraggio e si alzò, dirigendosi in bagno per darsi una rinfrescata. Ma si fermò davanti ad una fotografia di lei vestita da sposa, che guardava sorridendo il suo amore, lei aveva un vestito da sposa molto lungo ed elegante, senza troppi ricami, e lui indossava un semplice smoking nero ed aveva i capelli biondi un po' più arruffati e ribelli del solito. Claire pensava che li avesse tenuti così per "sdrammatizzare"  la situazione, sopratutto perché lui li teneva sempre perfettamente pettinati.
Rifletté molto su quel passo che fecero, forse è stato troppo presto, eppure erano felici.
Claire alla fine guardò l'orologio, posato vicino alla foto, e subito si precipitò a lavarsi e cambiarsi "farò tardi come al solito!", quando andò all'ingresso per prendere lo zaino si guardò u momento i capelli e li raccolse in un elastico.
Indossava dei semplici jeans con una maglietta nera coperta da un jillet rosso.
Dopo aver preso lo zaino si precipitò di corsa fuori per prendere l'autobus chiudendo di corsa la posta dell'appartamento a chiave.
Si diresse alla fermata correndo e per poco non perse l'autobus.
Quando si ritrovò sopra al mezzo cominciò a respirare profondamente per riprendersi dalla corsa.
Dopo alcuni minuti il mezzo arrivò all'università e Claire guardando l'orologio, che aveva sul polso, si diresse di corsa nell'edificio "il prof. mi ucciderà stavolta!" mentre correva urtò contro un ragazzo che le disse -ehi! calma!- lei riprese fiato e gli disse -scusami! il fatto è che sono in ritardo e se non mi precipito il professor Parker mi spellerà viva!- il ragazzo sorrise e le disse -Parker? io sono nuovo andavo giusto alla sua lezione ma non so dove si trova la sua classe- Claire ricambiò il sorriso e poi disse -vieni ti ci porto io, ma dobbiamo fare presto, il prof. è un po' rigido riguardo la puntualità!- mentre correvano per i corridoi verso la classe il ragazzo disse -io mi chiamo Steve, tu come ti chiami?- lei rispose -Claire...mi chiamo Claire-.
Entrarono in classe facendo molta confusione, il professore li guardava con una mano appoggiata sulla fronte come per dire "questa ragazza non cambierà mai!". Claire parlò dicendo -scusi! Però ho portato un nuovo studente!- Parker fece cenno a Claire per dirgli di andarsi a sedere e lei obbedì e si diresse al suo solito posto, Parker la considerava un ottima allieva ma aveva la testa tra le nuvole un po' troppo spesso. Il professore poi si rivolse a Steve dicendogli -tu devi essere Burnside, mi avevano detto che saresti arrivato oggi! Mettiti pure seduto dove preferisci, e poi riprendiamo la lezione- Steve annuì e poi si andò a sedere proprio vicino a Claire ed entrambi ascoltavano la lezione seguendo e prendendo appunti appunti.
L'uomo scese dalla macchina, faceva abbastanza caldo quel giorno, mentre si avvicinava al grande cancello della corporazione pensò "spero che Claire sia arrivata in tempo. Parker non è affatto morbido con i ritardatari!". Una voce molto allegra lo raggiunse interropendo la sua riflessione dicendo -ehi Al! Buongiorno!- l'uomo si fermò ad aspettare il suo compagno che correva verso di lui, poi quando lo raggiunse la guardia li fece entrare mormorando in tono allegro e cordiale -buongiorno signor Wesker! buongiorno signor Birkin!- e i due amici risposero in coro -buongiorno Krauser!.
Camminando su vialetto diretto all'ingresso Albert si guardò in torno e poi domandò al collega -tua moglie non c'è?- Wiiliam rispose distrattamente - no oggi è sabato è a casa con la bambina. senti per domani va bene pick-nick? io, Annette, te e Claire?- Albert disse sorridendo -si non vedo l'ora, anche Claire e da giorni che non vede l'ora di passare una domenica tranquilla. Porti anche tua figlia?- William rispose pensieroso -no sta con i nonni e i cuginetti domani. A proposito di bambini tu e Claire quando pensate di...- Albert abbassò leggermente lo sguardo e poi rispose -be io ne ho parlato con Claire ma la pensiamo allo stesso modo. Vuole finire di laurearsi e poi incomincerà a lavorare e alla fine penso che ci metteremo a lavoro...- Albert si interruppe, William seguì il suo sguardo, una donna molto bella e affascinate era appena uscita dalla porta principale e appena notò i due uomini li salutò con distacco, sopratutto William, poi si avvicinò ad Albert sussurrandogli, mentre gli accarezzava gli addominali sulla maglietta nera molto attillata. -salve mio re! Allora come vanno le cose con il tuo "amore"- Albert fece un passo indietro per allontanarsi dalle sue viscide carezze e disse -mai andate meglio, Excella!- lei in modo grazioso e dirompente gli disse -fai il difficile ma sai ciò che vuoi veramente!- detto questo se ne andò verso il cancello. Albert rabbrividì e poi disse disgustato -quella non molla mai la presa!- poi si voltò verso William che faceva fatica a trattenete una risata. ma alla fine esplose dicendo -non mi dimenticherò mai la faccia che fecce...quando seppe che eri sposato! Era tutta incredula... arrabbiata e umiliata allo stesso tempo..- Albert sorrise e poi disse - andiamo prima che Sergey  e Spencer ci diano per dispersi!- ed entrarono entrambi dall'ingresso principale.
In silenzio attraversarono un lungo corridoi finché non si ritrovarono davanti una porta con su scritto < Birkin e Wesker >, aprirono la porta e un enorme laboratorio si stagliò davanti a loro - ok! A quanto stiamo riguardo la cura contro il cancro "collega"?- disse Albert in modo professionale, William gli rispose in modo esperto e distaccato, mentre si avvicinava alla sua scrivania per leggere alcune pratiche -niente progressi è veramente una grossa gatta da pelare, però mi è venuta un idea, e se invece usassimo un virus che invece di danneggiare il corpo lo aiuti a guarire a questo genere di malattie legate alle cellule?- Albert rispose pensieroso e sconcertato -hai visto "io sono leggenda"? Non vorrai mica che il mondo pulloli di zombi per colpa nostra?- i due amici si guardarono impalliditi e poi dissero in coro -NO!- poi Wesker rifletté un momento e poi disse -e se cercassimo di fortificare le cellule in modo da prevenire il problema prima che si manifesti?- Birkin rispose pensieroso -potrebbe funzionare...-, in quel momento entrò Sergey con aria autoritaria e disse  -era ora che arrivaste! Cominciate a lavorare Spencer si aspetta molto da voi!- poi si avvicinò ad Albert e gli disse con rabbia e disappunto -sopratutto da te Wesker!- detto questo uscì sbattendo la porta dietro di sé, poi Albert andò alla sua scrivania prese la valigetta e mentre l'apriva, William disse in modo divertito e grave -ti odia proprio è?- Albert rispose indifferente -è solo geloso del...- si era fermato perché quando aveva aperto il computer portatile, trovò un fogliettino con una scritta nera che diceva:
 
Amore buon lavoro,
Ti amo, Claire<3
 
lui sorrise leggermente con affetto ed  amore mentre guardava e rileggeva più volte il bigliettino.
 
nota dell'autrice:
che dire questa storia mi è venuta in mente così, ma non illudetevi che sia finita qui lo divisa in tre capitoli se no sarebbe stata troppo lunga.
chiedo scusa se dovessero esserci degli errori andavo piuttosto di fretta.
ringrazio che vorrà leggerla e recensionarla,
baci a tutti, martamatta    

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Incontrarsi! ***


Intanto all’università era scattata l’ora di pranzo e Steve e Claire si ritrovarono seduti vicini in mensa. Mentre Claire apriva il cestino del pranzo, un bigliettino cadde dall’interno di esso, con su scritto
     “amore ti ho preparato il tuo piatto preferito,
    Ti amo, Weskerino<3”
Claire sorrise mentre leggeva e rileggeva il bigliettino, Steve curioso scorse dalla sua spalla il biglietto.
Poi con voce delusa e scoraggiata disse –allora sei fidanzata?- lei rispose in tono timido ed emozionato –a dire la verità sono sposata!-, Steve rimase di succo a quelle parole poi disse incredulo –così giovane già sposata? Non siete andati troppo di corsa?- Claire rispose sorridendo –siamo stati fidanzati per 3 anni… e poi io ho pur sempre 25 anni..-.                    Steve ne rimase un po’ perplesso e poi disse con curiosità –come vi siete conosciuti?- Claire rispose imbarazzata –ci siamo scontrati 4 volte  in 2 giorni….Tutto incominciò più di tre anni fa [flash back!]
 
Era una tranquilla giornata primaverile a Racoon City e molte persone erano al parco della città a godersi questa giornata, -dai! È come andare in moto solo che ti devi muovere con le gambe!- disse Chris, mentre reggeva una vecchia bicicletta, Claire disse con paura –io non ci salgo su quell’affare!- Chris sorrise e poi disse afferandola per un braccio –non vorrai mica che Leon, ufficialmente il tuo ragazzo, vada a fare quella gita in bici da solo?- Claire rispose rassegnata –no…- mentre con l’aiuto del fratello montava in sella e lui con tono di conforto disse in tono di conforto –ti accompagnerò spingendoti dal sellino, starò qui dietro! Stai tranquilla!- Claire annuì e poi disse in modo agitato –tu però non mi lasciare, ok?- Chris sorrise –te lo prometto!- poi Claire con paura cominciò a pedalare sorretta dal fratello, che silenziosamente la lasciò andare da sola.
Claire rise e disse –non è poi così male, Chris…CHRIS?!- si girò e vedette il fratello che la guardava in lontananza mentre gli gridava –tieni gli occhi avanti!-. Claire si fece prendere dal panico e provò a frenare ma i freni non risposero e alla fine si ritrovò in balia di una discesa verde e rigogliosa senza speranza di fermarsi. Finché la bicicletta non andò a sbattere ed inchiodarsi ad una panchina e Claire volò via, sentì il tempo fermarsi, rallentare e così chiuse gli occhi per paura o per godersi il volo prima dell’impatto; finché non atterrò addosso a qualcosa di morbido e caldo. Quando riaprì gli occhi si ritrovò la testa appoggiata su un petto molto muscoloso e ampio, coperto da una maglietta blu molto attillata.
Erano entrambi a terra e l’uomo guardava Claire negli occhi sorpreso, lei si fece prendere dall’imbarazzo, sarebbe voluta scomparire in quell’istante. Si stavano alzando da terra mentre Claire gli ripeteva in continuazione mi scusi!...Mi scusi!...Si erano rotti i freni e qunidi…-l’uomo continuava a guardarla senza dire niente mentre le dava una mano ad alzarsi.
Quando Chris li raggiunse disse –oh Claire, mi dispiace, non ti sei fatta niente? Spero che tu non sia arrabbiata co… - Chris si fermò di colpo poi balbettò a l’uomo –ca…capitano…?-, l’uomo rispose freddamente –Readfield!- chris si irrigidì poi disse dispiaciuto –mi scusi…la colpa è mia, la bicicletta era vecchia e imprudentemente non ho controllato i freni, mi scusi, capitan Wesker!-. Wesker disse in tono indifferente e distaccato –non importa Readfieeld, in fondo se non ci fossi stato io la tua compagna si sarebbe fatta male, a proposito si sente bene signorina…- Claire arrossì leggermente e poi disse –Claire…mi chiamo Claire, ma non sono la sua compagna, son sua sorella. E si…grazie per l’interessamento sto bene. Lei invece si è fatto male?- Wesker si voltò e disse –sto bene, grazie. E…Chris ci vediamo in caserma!- e se andò senza dire altro.
Chris deglutì, poi rivolse lo sguardo alla bicicletta, ormai completamente distrutta per l’impatto, -meglio se la faccio sparire! Tu che fai intanto?- Claire squadro con rabbia la bici poi con dolcezza disse al fratello –credo che andrò in biblioteca a studiare, ho appena incamiciato l’università e questa facoltà è molto faticosa. Penso che ci vediamo stasera a casa-, si salutarono e ognuno andò per la sua strada.
Claire aveva molto da studiare, la biblioteca era ormai deserta quando la ragazza guardò l’ora e si prese un colpo “è passata da un pezzo l’ora di cena!” afferrò dei libri e si diresse verso l’uscita quando qualcuno, con una fila enorme di libri,  gli andò distrattamente addosso ed entrambi caddero a terra spargendo tutti i libri sul pavimento.
Senza guardarsi in faccia intenti a prendere i libri l’uomo disse –scusami! Non ti avevo vista!- le loro mani si toccarono nel tentativo di prendere un volume e in quel memento si guardarono in faccia. Claire si ritrovò a guardare, di nuovo, gli occhi azzurri del capitano di suo fratello, lo stesso Wesker, che appena avvertì il tocco con la ragazza, sentì un piacevole calore invadergli il cuore e poi disse dispiaciuto –scusa di nuovo! Comunque io mi chiamo Albert, questi sono tuoi- si alzò e porse dei libri a Claire che lo ringraziò imbarazzata.
Poi notò i libri che Wesker aveva con sé e disse –biologia, medicina…vuoi diventare medico? Vuoi mettere da parte la carriera militare?-Albert rispose abbassando lo sguardo –a dire la verità mi piace la carriera militare, ma il mio sogno è quello di essere uno scienziato, voglio trovare una cura per quelle malattie che ti tolgono la speranza- Claire rimase a bocca aperta dalle sue parole, aveva adocchiato Albert come un tipo freddo e insensibile, ma a quanto pare aveva un cuore, nascosto da un piccolo strato di indifferenza.
Claire gli sorrise, poi guardò di nuovo l’orologio e disse –cavolo! È tardi devo andare!- e se ne andò via.
Albert rimase un momento a riflettere si guardò la mano (quella con cui aveva sfiorato  le dita di Claire) e mormorò –non è possibile!-
 
Il giorno dopo Claire si era svegliata prima del solito, ma Chris se ne era già andato in caserma quando notò che il fratello aveva lasciato il pranzo a casa, così decise di portarglielo mentre andava a l’università.
Arrivata in caserma incontrò Jill che stava entrando, si salutarono e cominciarono a chiacchierare tranquillamente e Jill seppe tutto quello che era successo ieri e si ritrovò a dire all’amica –cavolo! Non sapevo che il capitano avesse un cuore!- Claire annuì e intanto le due ragazze entrarono in caserma e poi dopo un breve silenzio Jill disse –allora dopo ti vengo a trovare a lavoro, ti piace fare la cameriera su i pattini?- Claire ripose –ho appena iniziato sono un po’ scoordinata ma sto imparando. E poi mi servo soldi per l’università e i libri…- stava finendo la frase, mentre salivano una piccola rampa di scale, ma Claire i quel momento mise male un piede e perse l’equilibrio, sarebbe caduta se delle braccia forti e solide non l’avessero presa al volo.
Claire si ritrovò a guardare per la terza volta gli occhi di Albert, ma stavolta provò uno strano calore salirgli al cuore e Wesker mormorò in modo calmo e confortante –dobbiamo smetterla  di incontrarci così…tutto bene?- lei si rimise in piedi e arrossì dicendo –si…grazie!-. Jill era rimasta a guardare la scena a bocca aperta e poi disse – dai Claire, farai tardi all’università! Il pranzo lo do io a Chris!-, Claire stava guardando fisso Albert, e lo stesso lui con lei, poi scosse la testa e disse si giusto ecco!- trafficò un momento nello zaino e tirò fuori un sacchetto di carta e lo porse a Jill e disse –ci vediamo oggi pomeriggio!- Jill annuì prendendo il sacchetto, poi mentre stava uscendo guardò Albert con un cenno di saluto e di imbarazzo sul volto.
 
Claire lavorava nel bar di una pista  pattinaggio, le cameriere lì andavano per i tavoli a servire le bevande con dei pattini.
Nel pomeriggio quando incominciò a lavorare non smise di pensare a quegli occhi azzurri che la presero per ben tre volte, ma poi pensò scuotendo la testa “non devo pensare a queste sciocchezze! E poi domani mi aspetta una bella gita con il mio Leon, non vedo l’ora! Lui è partito per  Washington chissà cosa avrà fatto di bello…” all’improvviso sentì una voce che la chiamava e Claire si voltò e trovò jill insieme a Rebecca [nda=Rebecca è un noto personaggio di resident evil, in questa fan fiction lo inserita come grande amica sia di Jill che Claire] che la salutavano da lontano, si avvicinò con entusiasmo alle due amiche, poi Rebecca le disse –allora da domai dormiamo insieme, stesso appartamento! Il tuo fratellino a liberato le tue ali, così sarò la prima a sapere dell’appuntamento con Leon!- Claire annuì, ma poi si guardò bene in torno e domandò a Jill –dove è Chris?- lei gli rispose – doveva finire delle pratiche quindi farà tardi! Allora come è il lavoro?- Claire rispose un po’ disorientata –devo ancora abituarmi-, una voce cominciò a chiamarla –Readfield! Porta questo al tavolo 3!- Claire agitata cominciò a pattinare verso il chiosco e disse –subito!-. sui pattini era molto scoordinata, ma anche agile e veloce e con facilità prese il vassoio con le bevande e in un baleno lo servì al terzo tavolo, poi si distrarre guardando le amiche, reggendo il vassoio di plastica davanti a se. E non si accorse della direzione presa dai pattini, che seguivano un terreno liscio dirigendosi verso la pista di pattinaggio e presa dall’agitazione ci entrò dentro e andò addosso lo scorri mano (che circondava quasi completamente la pista), in cui c’era appoggiato un uomo dall’altra parte. In cui Claire gli spaccò sulla testa il vassoio di plastica.
Claire rimase immobile quando vedette l’uomo, di spalle, cadere sotto gli occhi increduli di tutti i presenti che erano stupefatti ed increduli.
Claire morendo di vergogna e rimorso scavalcò lo scorri mano e poi quando guardò l’uomo in faccia rimase di stucco. Albert era appoggiato sullo scorri mano incosciente e con un po’ di sangue che gli usciva dalla fronte.
Accanto a lui c’era un uomo, con i capelli castani chiari della stessa età di Wesker, che cercava di rianimarlo –mi scusi! Non lo fatto apposta…- l’uomo si voltò verso di lei e le disse in tono agitato e preoccupato –vai a prendere una panno umido!...ma prima togliti i pattini!- Claire ubbidì e dopo essersi tolta i pattini andò al chiosco e mentre aspettava che la cassiera le desse il panno Jill si avvicinò a lei di corsa e le disse –cosa è successo?- Claire gli rispose preoccupata –lo combinata grossa stavolta!- e poi di corsa si diresse da Wesker, seguita da Rebecca e Jill che guardarono a bocca aperta lei che delicatamente poggiava il panno umido sulla fronte del loro capitano. Intanto l’uomo che stava aiutando Claire a farlo riprendere gli disse alla ragazza –devo dire che però…è stato un bel colpo! Io son William, un suo amico, a giudicare dal colore dei tuoi capelli e dei tuoi occhi…devi essere Claire!- la ragazza lo guardò stupefatta e disse –come lo sa?- lui rispose in modo ironico –mi stava raccontando di quando gli sei atterrata addosso al parco…- intanto Albert aveva aperto delicatamente gli occhi e dalle sue labbra era uscita una nota di smorfia, dovuta dal dolore e dalla confusione scatenata dalla botta. William notandolo gli disse –non ti muovere, è stata una bella botta!- Albert annuì stancamente e poi prese a guardare Claire, che delicatamente gli aveva appoggiato un panno umido sulla fronte. Intanto William si era accorto della presenza di Jill e Rebecca, si alzò e si presentò alle due ragazze.
Claire si era sporta più che poté davanti al viso di Albert per controllare il piccolo taglio sulla fronte che ormai aveva smesso di sanguinare. Intano che William si stava presentando alle due ragazze diede col gomito una spinta a Claire che cadde in avanti in modo che le sue labbra si scontrarono con quelle di Wesker.  
  nota dell'autrice:
pare che Claire abbia fatto goal anche se nn volendo XDXDXD va be ci vediamo al prossimo capitolo e vi devo avvisare ke saranno in tutto più di 3 capotli xke le cose da scrivere erano tante alla fine infatti questo capitlo e venuto lunghissimo
va be un bacio a tutti e grazie a che legge e una recensione fa sempre piacere.
baci. martamatta

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Dolore e speranza ***


Entrambi erano con gli occhi sbarrati mentre le loro labbra si erano intrecciate e sentirono una strana scossa; una scossa piacevole ma anche dirompente.
Claire si stacco da lui e si girò imbarazzata e impallidita, trovò Chris sbigottito e con gli occhi sbarrati che la fissava, era appena entrato per vedere come se la cavava la sua sorellina, ma quando entrò si era ritrovato davanti tutt’altra cosa.
Claire si girò per cercare aiuto da William, Rebecca e Jill ma anche loro erano rimasti paralizzati alla vista di quella scena.
Poi si alzò completamente imbarazzata e disse ad Albert –scusami a quanto pare ti porto solo guai!- poi si rivolse al fratello –per quello che ho fatto sono stata licenziata, me lo ha detto la barista prima, ti dico tutto mentre usciamo- detto questo se ne andò sommersa dalla vergogna seguita dal fratello e dalle due amiche.
Quando se ne andarono William si avvicinò ad Albert e gli porse il panno umido sulla fronte e disse ridendo –spero che nessuno mi urti da dietro!-, ma si fece serio quando notò Albert che stava fissando la porta dove era uscita Claire e si toccò delicatamente le labbra. William vedendolo così gli domandò –tutto bene?- lui gli rispose pensieroso –è come se…no niente...-.
Claire passò tutto il resto della giornata a spiegare al fratello come erano andate effettivamente le cose e poi lui disse –te le vai proprio a cercare è…?-, Claire annuì abbassando lo sguardo. Ma non smise di pensare alla sensazione piacevole che gli aveva attraversato il corpo allo scontro delle labbra di quell’uomo, così freddo e duro all’esterno ma morbido e caldo all’interno.
Per colpa di quella scena Claire andò quello stesso giorno a convivere un appartamento con Rebecca per paura che il fratello desse in escandescenza e si innervosisse ancora di più.
 
Quando Claire si svegliò era una bella domenica mattina e non vedeva l’ora di passare un tranquillo pomeriggio con il suo Leon cercando di dimenticare i fatti successi ieri.
Quel pomeriggio Claire era al parco e fissava il cielo, notò che delle nuvole scure e minacciose stavano coprendo il cielo “forse verrà a piovere!” rifletteva su questo quando una voce famigliare la chiamò, Claire abbassò lo sguardo e vide Leon. Aveva i capelli tra il biondo e il castano chiaro che gli ricadevano sulla fronte, indossava una maglietta bianca a maniche corte e un paio di jeans blu attillati.
Claire gli corse incontro e lo abbracciò molto forte, Leon era molto pensieroso che ricambiò l’abbraccio stancamente. Poi Claire disse contenta ed eccitata –è bello rivederti! Come era Washington? Oggi non vedo l’ora di averti tutto per me anche se avendo provato ad andare in bici e sono una vera frana, ma non penso che ci andremo visto il tempo…- Leon la interruppe dicendo –ei! Che entusiasmo calmati!- poi abbassò lo sguardo e disse in tono dispiaciuto –ti devo parlare…-, Claire stava per dire qualcosa, aveva un brutto presentimento, ma poi notò che Leon stava indicando una panchina vuota poco lontano da loro e senza dirsi niente si andarono a sedere lì.
Poi Leon fece un respiro profondo e disse –si tratta del nostro rapporto…siamo stati lontani per parecchio tempo e…vedi…tu sei una ragazza fantastica ed incredibile…. Ma non penso che siamo fatti l’uno per l’altra e poi con questa distanza che ci ha separato ho capito che non funziona tra di noi…- Claire rimase senza parole, paralizzata e un enorme nodo gli si attorcigliò in gola e non riuscì a proferire parola, trattenne le lacrime, poiché il suo cuore si stava sbriciolando ma non voleva piangere davanti a quel “traditore”. Poi Leon si alzò e disse poggiandogli una mano sulla guancia –troverai qualcuno di speciale un giorno che ti farà dimenticare di me! Scusa per il dolore che ti sto causando!- a quel punto Claire venne soprafatta dalla rabbia e gli disse alzandosi di botto –“SCUSA” un corno! Sparisci dalla mia vita infame! Hai giocato con i miei sentimenti BASTARDO!!!-, Leon cominciò ad allontanarsi preoccupato mentre Claire gli urlava contro soprafatta dalla rabbia e dal dolore, finché Leon non scomparve dalla sua vista e incominciò a piangere mormorando –oh accidenti! Brutto bastardo!-. piangeva soprattutto dalla delusione intanto che il cielo si scuriva sempre di più.
Finché non sentì un clacson e una voce la chiamava, Claire si voltò e vide Wesker dentro una Mercedes nera che le diceva –vuoi un passaggio?- lei gli rispose con un accenno di rabbia nella voce –lasciami sola!-.
Albert rimase a fissarla pensieroso e preoccupato, mentre lei cominciò a camminare nella direzione opposta di dove stava lui, fece due passi e poi  si sentì un fulmine squarciare il cielo e cominciò a piovere a dirotto e Claire disse alzando gli occhi al cielo –ma che vuoi da me?-. Ma poi Albert le urlò –SEI SICURA?- Claire si voltò verso di lui e poi annuì stancamente, mentre due lacrime le rigarono il viso, e si diresse verso la Mercedes.
Entrò un po’ incerta ma poi si sedette e cercò di non piangere di fronte a lui, sfregandosi gli occhi con le mani, poi disse dispiaciuta –prima ti rompo un vassoio in testa e adesso ti sto rovinando anche la macchina…!- lui le sorrise e poi allungò la mano sul sedile posteriore e tirò fuori un asciugamano bianco e glielo fece cadere sulla testa e le disse –tra il tempo e la botta di ieri non sono più andato in palestra….quell’asciugamano è pulito penso che adesso serva più a te- Claire lo prese e disse timidamente con lo sguardo abbassato- grazie…! A quanto pare ti porto solo guai!- non riusciva a guardarlo in faccia, siccome aveva un cerotto sulla fronte che copriva il taglio creato dalla botta, e appena Claire cercava di dargli uno sguardo un enorme senso di colpa la investiva.
Albert la guardò con affetto e le disse dolcemente – be se non fosse per te sai che noia…dove ti porto?- Claire lo guardò negli occhi, quegli occhi azzurri le facevano uno strano effetto, quando li guardava sembrava che il suo dolore si alleviasse. Ma poi abbassò nuovamente lo sguardo e gli disse l’indirizzo del suo appartamento mentre con le mani si strofinava l’asciugamano sui capelli. Claire passò tutto il viaggio a fissare Albert facendo attenzione che lui non se ne accorgesse, si chiedeva perché era stato così gentile con lei. 
 Ormai aveva smesso di piovere, ma il cielo era ancora incerto quando la macchina si fermò davanti ad una piccola casa in un quartiere pieno di piccoli appartamenti come il suo. Claire mentre stava scendendo gli disse –grazie! Ti devo un favore!- poi si diresse silenziosamente verso la porta d’ingresso, Albert stava per salutarla ma si bloccò nel vederla bene, era davvero una bella ragazza! 
Poi volse lo sguardo davanti a se e vide una macchina che gli era famigliare, poi la riconobbe, era la macchina di un certo Billy Coen: da ciò che sapeva su di lui che era un bravo soldato e che ufficialmente era il fidanzato di Rebecca Chambers. A quel punto gli venne un sospetto e guardò l’ingresso della casa, dove Claire stava bussando alla porta. 
Dopo qualche minuto la porta si aprì leggermente e la testa di Rebecca ne uscì fuori e disse guardando attentamente Claire –già sei tornata…e Leon dov’è?- Claire abbasso lo sguardo e le disse –be vedi…- Rebecca la interruppe con una risata piccola ma fugace e disse –scusa Claire, mi racconterai tutto dopo…adesso è ora di cena e io sto facendo una cosa con…- in quel momento un’altra testa sbucò dalla porta e Claire disse perplessa –Billy, ma che…?- l’uomo sorrise e le disse –ciao Claire…piccola! Senti va a mangiare qualcosa con Leon e non fate troppo presto!- gli allungò un biglietto da 20 dollari e poi chiuse la porta in faccia a Claire. Lei delusa sbatté la testa sulla porta e altre due lacrime le rigarono il viso. Poi si voltò e con sua grande sorpresa Albert era ancora lì, ma stavolta era appoggiato con la schiena sulla carrozzeria della macchina e disse dolcemente –occhi belli come i tuoi non dovrebbero piangere-.
Lei sorrise e disse –grazie…senti ti va se ci mangiamo una pizza? Offro io e per ringraziarti per il passaggio ed è il mio modo per farmi perdonare per la botta-, Albert aprì lo sportello della macchina dicendogli –mi sembra un’ottima idea, conosco un posto carino- e fece ceno a Claire di salire.
 
 
nota dell'autrice:
ce lo fatta finalmente! spero che vi sia piaciuto. un grazie a chi mi segue. Baci, martamatta

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Calore ***


Andarono in una pizzeria che si trovava poco lontano dall’appartamento di Claire . La ragazza aveva proposto ad Albert di uscire perché non voleva stare da sola, soprattutto con quel grande dolore che si stava portando dietro, aveva bisogno di un amico o almeno qualcuno che gli stesse vicino e l’ascoltasse.
Stettero a chiacchierare per tutto il tempo, mentre mangiavano una pizza particolarmente buona e saporita, avevano davvero tanto in comune e a Claire sembrava di conoscerlo da tutta una vita e lo stesso Albert sentiva nei suoi confronti.
Finirono a parlare di vari argomenti; -…e poi hai presente quel nuovo film? Oddio non mi ricordo quando esce al cinema, quello con Will Smith…com’è che si chiama….ah! “io sono leggenda” quello deve essere bello da vedere!- disse Claire allegra ed agitata, Albert gli rispose interessato e divertito –anch’io volevo vedermelo! Mi pare che l’hanno messo oggi al cinema….perchè non andiamo a vederlo dopo?-.
Claire fu presa alla sprovvista da quella domanda, rifletté un momento ma poi abbassò lo sguardo dicendo –sarebbe fantastico…ma forse è meglio se vado da Chris, vorrei dirgli ciò che è successo con Leon oggi. Dovrebbe finire il turno in caserma a momenti quindi…- Albert la interruppe allungandogli la mano sul mento e sollevandogli la testa. Poi gli disse con dolcezza e compassione –facciamo così: io ti accompagno in caserma che devo prendere anche delle pratiche. E poi ce ne andiamo a vederci il film insieme a tuo fratello e la sua ragazza, cioè Jill….- Claire stette per protestare, non voleva disturbarlo o dargli ancora fastidio, ma nel percepire il calore della sua mano calda sul viso sentì come se quel tocco avesse alleviato il suo dolore d’amore, e un forte desiderio di abbracciarlo e di sentire quel calore avvolgere il suo corpo si impadronì di lei, voleva sentirsi protetta da ogni male, da ogni sofferenza e qualcosa gli diceva che quell’uomo poteva farlo.
Così Claire annuì sorridendogli e Albert sussurrò –quando ridi i tuoi occhi risplendono e sono bellissimi!-. Così pagarono la pizza, presero la macchina e se ne andarono.
 
Jill e Chris stavano uscendo dalla caserma e parlavano più che altro di quello che stavano facendo Claire e Leon, considerando che lui è stato assente per mesi. Poi Jill disse pensierosa –cucciolo ti va se stiamo un po’ insieme adesso? Noi due soli…hai qualcosa da fare…?-, Chris dentro di se era molto felice che la sua amata gli abbia posto una domanda del genere e poi voleva distrarsi un po’ dopo che Claire aveva spaccato un vassoio in testa al suo capitano, tutt’ora era ancora in ansia per la punizione che Wesker gli avrebbe inferto, ma trovava strano il fatto che il capitano non gli aveva detto o fatto ancora niente.
Così abbandonando questi pensieri sorrise calorosamente a Jill e disse –sarebbe davvero fantastico…,- si bloccò di colpo e Jill, notando la sua espressione, seguì il suo sguardo. Una Mercedes si era parcheggiata davanti alla caserma ed era scesa Claire accompagnata dal capitano Wesker. Jill fu davvero colpita a quella scena non solo per il fatto di vedere due persone completamente opposte così vicino, ma dal fatto che stavano davvero bene insieme, tanto che gli sfuggì una frase –sono davvero una bella coppia!-, Chris che si era agitato e irrigidito a quella vista, a quelle parole lanciò un occhiataccia di disapprovazione e severità a Jill.
I due si erano avvicinati a loro e Wesker li salutò in modo da apparire distaccato e autoritario agli occhi dei suoi agenti, poi entrò in caserma dicendo –torno subito, vado a prendere quelle pratiche!- e scomparve chiudendosi la porta d’ingresso alle spalle.
Chris aveva osservato diffidente ogni mossa del suo capitano, poi si rivolse verso la sorelle e notò che lei aveva gli occhi arrossati e disse –hai pianto per caso? Che ti ha fatto Wesker? E dov’è Leon?-, Claire fece cenno con una mano al fratello, come per dirgli di calmarsi, poi parlò -Leon mi ha lasciato….e se non fosse stato per il tuo capitano non so dove il dolore mi avrebbe portato-.
A quelle parole cadde un grande silenzio e Jill abbracciò forte la ragazza dai capelli rossi dicendo –piccola mi dispiace!- Chris abbassò lo sguardo, era davvero dispiaciuto per ciò che era successo alla sorella e a quanto pare era in debito con il capitano adesso.
Poi Chris stette per dire qualcosa ma una mano si poggiò sulla sua spalla e una voce disse –pratiche prese! Allora siete liberi stasera?-, si voltò e vide il capitano che sorrideva e teneva in mano una cartella e gli disse guardandolo negli occhi –grazie per essere stato vicino a mia sorella- Albert annuì con compassione e gli disse –dovere Readfield. Comunque siete liberi stasera?-.
Entrambi rimasero sorpresi da quella domanda e Chris disse –s..si! Ma perché?- Claire sorrise e disse –vi va se andiamo al cinema? Lo abbiamo deciso quando siamo andati a mangiare la pizza. Gli ho offerto la pizza per farmi perdonare, poi ci siamo accorti che abbiamo molte cose in comune. E oggi è uscito un film che piace ad entrambi, quindi… Vi va se andiamo a vederlo tutti insieme?-. Chris stava per protestare, ma Jill lo afferrò per un braccio e lo strinse forte dicendo –si! Sarebbe fantastico! Andiamo a piedi?-, Wesker sorrise e disse –con questo tempo? Vi do un passaggio io, non preoccuparti Valentine- e con un gesto indicò la macchina e Jill disse felicemente –è molto generoso capitano!- Wesker si fece serio e disse –Jill pregherei che fuori dal lavoro mi chiamassi per nome, cioè Albert!- lei sorrise e annuì.
Poi si diressero tutti alla macchina e Jill sussurrò a Chris –io non sapevo che fosse Albert il vero nome del capitano!- e il ragazzo rispose infastidito –e io non ci tenevo a saperlo!-.
Salirono tutti in macchina e Albert posò la cartella nel cruscotto, Jill e Chris si misero a sedere nei posti dietro, del mezzo, e Claire si mise a sedere davanti, affianco al guidatore.
Stettero in silenzio per tutto il viaggio e Claire lo confrontava con Leon “intanto quando sono stata male lui mi è stato vicino e non se ne scappato come quel coniglio lì! E poi si chiama Leon….poi se lo vedo bene da qui…. La maglietta a maniche corte che indossa gli disegna bene i muscoli, si vede che è un uomo che ci tiene a queste cose. Ma che vado a pensare! Lo conosco da 8 ore massimo considerato tutte le volte che gli sono caduta addosso e la cena…mi sento strana persino adesso che gli sto accanto, sento come…uno strano calore. E ciò che ho provato a cena…è solo una mia fantasia devo stare calma!”.
 
Arrivati al cinema presero i biglietti e si sedettero tutti vicini, la sala era mezza vuota. Al primo posto c’era Jill e poi andando verso sinistra, vicino a lei, si trovava Chris, poi Albert e infine Claire.
Durante la proiezione Chris teneva d’occhio Albert in continuazione, non si perdeva ogni sua mossa.
Arrivati ad un punto del film, quello quando il cane del protagonista viene contagiata e lui la uccide per no farla trasformare, Claire pensò “Leon è come il virus che ha contagiato quel cane….facendola soffrire e così il padrone a dovuto mettere fine alle sue sofferenze uccidendola! Ma almeno gli è stato accanto fino all’ultimo, non l’ha abbandonata!” mentre pensava ciò la sua mano strinse forte il bracciolo della sedia. Ma una calda mano si posò sulla sua facendola rilassare e calmare. Ancora quel calore, che affievoliva il suo dolore. Si voltò e Albert la guardava intensamente e Claire pensò, mentre avvicinava il suo viso a quello di Albert “almeno…lui non mi ha…abbandonata!” le loro labbra stavano per scontrarsi, ma un forte rumore ruppe l’atmosfera.
In effetti Chris appena aveva visto il suo capitano poggiare la mano su quella della sorella era sul punto di esplodere dalla rabbia voleva gridargli “lasciala stare approfittatore!” ma Jill l’aveva trattenuto con forza, sapeva bene che il suo ragazzo era un tipo molto geloso e protettivo, e lei non voleva che rovinasse il rapporto appena nato tra Claire e Albert. Ma quando Chris vide i loro visi così vicini balzò in piedi intento ad afferrare Wesker ma Jill si era preparata a tutto e con forza l’aveva tirato a sedere.
Claire e Albert si voltarono e il capitano disse ai due fidanzati –tutto bene…?- Jill strinse forte a se Chris, più che altro per evitare che lui parlasse, e disse sorridendo –questo ragazzone è un tipo molto emotivo!- Claire guardò il fratello diffidente e disse –non mi è mai parso così!- Jill rispose sorridendo –le persone posso sorprenderti!-.
Albert avendo capito ciò che passava nella mente di Chris decise di essere distaccato con Claire, almeno fino alla fine del film e pensò “Jill hai davvero ragione! Le persone possono sorprenderti, io mi sto sorprendendo di me stesso adesso! Non so cosa mi sia preso! Sento che non voglio vederla piangere, voglio vederla sorridere e un forte desiderio di proteggerla si è impadronito di me!”.
 
Quando finì il film Albert offrì un passaggio a tutti ma dissero tutti di no, poiché Chris abitava proprio vicino al cinema e Claire avrebbe passato la notte da lui visto che Rebecca stava con Billy.
Così tutti salutarono il capitano e Claire stava per andarsene, ma Albert fece un respiro profondo e disse –Claire!...- la ragazza si bloccò di colpo, si girò e fece qualche passo verso di lui dicendogli –dimmi!- Albert in quel momento divenne completamente rosso e Jill e Chris lo fissavano poco lontano a bocca aperta poiché non avevano mai visto il loro capitano perdere la sua maschera di indifferenza e freddezza facendo scorgere un lato umano.
Albert, cercando di riapparire rigido, ma parlò in modo agitato –ti andrebbe di uscire….insieme….qualche volta?- Claire rimase paralizzata da quella domanda e anche lei divenne tutta rossa, poi disse –sarebbe bello! Quando sei libero?-. Albert rimase sbalordito, si sarebbe aspettato più un rifiuto, ma accadde tutto l’opposto e quindi non era preparato. Ma poi scosse la testa e disse –domani mattina devo consegnare quelle pratiche, ma il pomeriggio sono libero…quindi se tu sei libera…- Claire annuì e disse –guarda caso io ho solo una lezione all’università domani mattina presto ma per il resto….si può fare!Dove?- Albert le sorrise e disse –hanno aperto un Luna Park qui, vicino la città ci possiamo vedere lì…..- Claire annuì e disse contenta –ok! Allora alle 16 all’ingresso?- lui annuì e poi si salutarono.
Albert rimase da solo, era terrorizzato e felice allo stesso tempo. Glielo diceva anche William “tu sei un grande parlatore e brav’uomo ma sei una frana quando si tratta di emozioni!” e Wesker si ritrovò a mormorare –hai ragione Will! Sono una vera frana in queste cose. Ti chiamerei per raccontarti tutto ma so che impazziresti se ti dicessi che mi sono innamorato di qualcuno! Anzi comincerai a farmi discorsi sul matrimonio dopo che la conosco così poco! Eppure mi pare di averla sempre conosciuta in fondo al cuore!-.  


Nota dell'autrice:
cavolo vi devo chiedere scusa se ci ho messo così tanto a mettere questo quarto capitlo! Il fatto è che ho avuto un po' da fare fra le altre storie e la scuola.
Spero che vi sia piaciuto e vi ringrazio per averla letta. E un altro ringraziamnento a chi vorrà recensionarla.
Baci, martamatta  

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