Per colpa di Nessie

di lightoftheday
(/viewuser.php?uid=632)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La partenza ***
Capitolo 2: *** Uno studio in lontananza ***
Capitolo 3: *** Quello flirta! ***
Capitolo 4: *** Broncio! ***
Capitolo 5: *** Impulsi irresistibili ***
Capitolo 6: *** Lontananza Utile ***
Capitolo 7: *** Giochini ***
Capitolo 8: *** Trarre ispirazione da Nessie ***
Capitolo 9: *** So kiss me ***
Capitolo 10: *** Compagni di sbronze ***
Capitolo 11: *** Paragoni possibili ***
Capitolo 12: *** Questione di ***
Capitolo 13: *** Carnevale di Rio personalizzato ***
Capitolo 14: *** Revival anni ***
Capitolo 15: *** L'infinita importanza delle parole ***
Capitolo 16: *** Un chiarimento necessario ***
Capitolo 17: *** Situazioni che precipitano ***
Capitolo 18: *** Cose su cui riflettere ***
Capitolo 19: *** Rancori poco duraturi ***
Capitolo 20: *** Soggetto generico d'obbligo ***
Capitolo 21: *** Notti insonni ***
Capitolo 22: *** Leoni e leonesse ***
Capitolo 23: *** Età media: 28 anni ***
Capitolo 24: *** Un esame delle proprie convinzioni ***
Capitolo 25: *** Siamo amici ***
Capitolo 26: *** Non è mai troppo tardi ***



Capitolo 1
*** La partenza ***


Nuova pagina 1

Disclaimer: Leggete Dominic Monaghan e Billy Boyd  e pensate che siano nomi qualsiasi. Una  pura convenzione. Ovviamente non li conosco affatto e non voglio offendere né loro né nessun altro con le mie divagazioni.

 

Note: Data la mia scarsa conoscenza della geografia della Scozia, è molto probabile che abbia scritto diverse cose sbagliate. Mi sono documentata molto e ho fatto tutto quello che potevo perché tutto risultasse il più veritiero possibile, ma l’esperienza mi insegna che sulla carta tutto rimane sempre un po’ vago. Siate comprensivi!

 

Nota del 23-5-2005: Se volete inserire questo racconto in forum, blog e quant’altro potete farlo. Ma non con il copia/incolla… Credo sia più opportuno, e soprattutto gradito per me, riportare il link di questo sito! Grazie!

 

(A Miss Rigth…per i tempi andati e perché non ne potevo proprio fare a meno! Arf… perché ci sta sempre bene! *_^)

 

Per colpa di Nessie

 

Capitolo uno - La partenza

 

Elena si era imbarcata all’aeroporto di Pisa e sua sorella Rachele aveva preso la mattina libera al lavoro per accompagnarla. Prima che s’imbarcasse le aveva fatto mille raccomandazioni sul viaggio.

Ma che c’era tanto da preoccuparsi? L’aereo faceva scalo a Londra, poi sarebbe partito per Edimburgo. Da lì Elena avrebbe preso un taxi per la stazione ferroviaria e poi il primo treno che trovava per Aberdeen, una cittadina scozzese che si trovava lungo la costa est della Gran Bretagna, affacciata sul Mare del Nord. La avrebbe trovato suo padre ad aspettarla, e avrebbe avuto un altro bel po’ di viaggio per arrivare a Loch Ness. Facile.

Secondo Rachele non era una cosa così semplice, ma lei non sapeva l’inglese bene come lo sapeva Elena che aveva passato tutte le estati precedenti tra Londra e Dublino.

Finalmente arrivato il momento di imbarcarsi, Elena aveva sentito dentro di se un misto di sensazioni: da una parte era contenta di partire, erano quasi tre mesi che non vedeva i suoi genitori e voleva riabbracciarli, in quel momento era contenta di imbarcarsi per sottrarsi a quel fuoco di fila di raccomandazioni idiote, dall’altra parte però le dispiaceva anche il fatto che non avrebbe visto sua sorella per cinque settimane. In linea con i suoi pensieri, dando il biglietto aereo alla signorina della compagnia aerea al momento dell’imbarco, aveva abbracciato forte Rachele dicendole:- Sei una gran rompipalle, ma mi mancherai!-

In aereo, quando il volo era già partito da non più di dieci minuti, si era soffermata a pensare agli avvenimenti degli ultimi giorni.

Aveva finito il liceo, finalmente, dopo sei anni di tormentata adolescenza, ed era piuttosto soddisfatta del risultato ottenuto. Ottanta.

Era indubbiamente una parola che riempiva la bocca, ottanta. Tre semplici sillabe, Ot-tan-ta, avevano decisamente un bel suono, come un bel pensiero era quello di aver finalmente finito il liceo e di aver definitivamente chiuso con l’adolescenza. Appena era arrivata a casa, tre giorni prima, dopo essere stata a scuola a vedere i quadri con i risultati, aveva telefonato a sua sorella Rachele, che a quell’ora era in ufficio, al colmo dell’entusiasmo.

- Ma perfetto! Sei contenta?- aveva commentato l’altra dall’altro capo del filo.

- Si, abbastanza. Più del voto sono contenta che è finita! Uff!-

- Puoi dirlo forte sorella! Stasera sbronza, immagino…-

- Sbronza, non so… Con Chiara ho già fissato, andiamo in un locale, ancora non so di preciso quale. Tu vuoi venire?-

- No, tanto so che starei in un angolo a pensare ai fatti miei e poi non voglio finire come per il tuo compleanno, dietro a voi due mezze ubriache a dire stronzate! Nossignore!-

Elena aveva riso:- Come sei noiosa! Ammetti che ti sei divertita anche tu…!-

- Un divertimento allucinante, sentire te e quell’altra matta di Chiara dire cazzate molto alcoliche! Parliamo di cose serie, ricordati oggi di andare in agenzia per il biglietto aereo, dato che parti fra tre giorni!-

- Sì, sì, non preoccuparti. Ora vado subito.-

 

Elena all’apparenza poteva sembrare una ragazza come ce ne sono tante: una brava studentessa, nonostante i molti problemi che le erano capitati lungo la strada e che le avevano fatto perdere un anno, una con la testa sulle spalle, posata ma alla quale non dispiaceva divertirsi, una ragazza normale.

Eppure aveva un qualcosa che la contraddistingueva dalle persone della sua età, che non era sempre e comunque qualcosa di positivo, anzi. Era a causa di questo che si era spesso sentita un po’ un’estranea rispetto ai suoi coetanei, mentre invece si sentiva a suo agio con persone di diversi anni più grandi di lei.

La sua famiglia, in seguito ad una drastica decisione che avevano preso i suoi genitori, si era separata un anno e mezzo prima, quando suo padre e sua madre avevano deciso di cambiare vita e trasferirsi in Scozia, per occuparsi direttamente dell’albergo che anni prima avevano preso in cogestione con altre persone. Suo padre era stato un industriale, si occupava di un’industria tessile ereditata dal nonno di Elena, alla cui successione era quasi stato obbligato dato il fatto che era figlio unico. Eppure quella vita non l’aveva mai voluta davvero, tant’è che, all’età di sessantacinque anni, aveva convinto la moglie a seguirlo nell’impresa di gestire loro stessi quell’albergo nelle vicinanze del celeberrimo lago di Loch Ness. Così aveva venduto l’azienda rilevando tutto l’albergo e dopo le ristrutturazioni necessarie si era trasferito con la moglie.

Inutile dire che quel progetto all’inizio aveva spiazzato molto sia Elena che Rachele, che si erano però convinte del fatto che quella decisione era del tutto giusta vedendo come erano pieni di entusiasmo i loro genitori a quell’idea. Specialmente la madre, che per tutta la vita non aveva mai lavorato per dedicarsi solo a crescere le figlie, era entusiasta di cominciare ad occuparsi di un lavoro concreto a fianco del marito. Ed Elena e Rachele erano grandi abbastanza per cavarsela da sole, a diciannove e trent’anni. Anzi, quell’anno era stato molto divertente, si erano sentite come se fossero in colonia estiva, quando ci andavano insieme da piccole.

 

***

 

Non se l’aspettava, ma il viaggio era stato più faticoso di quello che pensava. Ad Edimburgo, alla stazione centrale, Elena quasi si era persa nella grandezza della struttura e aveva anche perso il treno che doveva prendere, cosa che la costrinse a rimanere un’ora ferma in quella stazione. Arrivata ad Aberdeen aveva subito trovato suo padre, al quale era corsa incontro per abbracciarlo forte. Premuroso, lui le aveva chiesto come fosse andato il viaggio, se avesse bisogno di qualcosa. Anche se era un po’ stanca, Elena non aveva bisogno di nulla, tanto era contenta di stare con lui di nuovo, dopo tanto.

Aveva un compito in quelle cinque settimane: innanzi a tutto riposarsi dopo le fatiche dell’esame di maturità, anche se non era certo lo scopo principale di quel periodo di tranquillità che si era presa. Infatti, quello che l’atterriva di più, era che a questo punto avrebbe dovuto seriamente pensare che fare della sua vita, decisione decisamente non facile a prendersi.

Erano molte le cose che la interessavano, ci sarebbe stato l’imbarazzo della scelta, il problema di fondo però era un altro, il fatto che Elena non si sentisse veramente all’altezza dei suoi progetti. Del resto un buon alibi era fornito dal ministero dell’istruzione italiano, non è che l’Italia con le sue istituzioni scolastiche le permettesse una vasta gamma di scelte per assecondare la sua grande passione, il cinema. Stava seriamente valutando l’ipotesi di cercare lavoro, magari anche in Scozia, non le sarebbe dispiaciuto confrontarsi con una realtà lontana dalla sua Firenze. Tutti questi pensieri le avevano affollato la mente durante il viaggio, e non l’avevano completamente abbandonata nemmeno durante il tragitto in macchina con suo padre.

Era stata già in Scozia l’anno precedente, quando i suoi si erano trasferiti, ma quel breve periodo durato solo una settimana non le aveva permesso di curiosare molto in giro. Ovviamente aveva visitato il famoso lago, dove alcuni dicevano di aver visto l’altrettanto famoso mostro. Elena non capiva perché si ostinassero a chiamarlo mostro, dalle foto che aveva visto su internet, per quanto sfocate fossero, le  sembrava un esserino simpatico, tutto sommato. E poi, lei non credeva affatto a tutti quegli avvistamenti, né tanto meno alle presunte prove fotografiche. Tutto quello che vedeva era una bella trovata pubblicitaria, che però non poteva che approvare, dato che aveva trovato i suoi genitori davvero soddisfatti della loro vita attuale. Senza Nessie, il simpatico mostriciattolo, tutto questo non ci sarebbe stato.

Appena arrivata, dopo aver chiacchierato a lungo con sua madre, Elena era andata a riposarsi un po’. Aveva intenzione di fare solo un sonnellino prima di cena, ma quando si era svegliata aveva notato che il sole era già alto. Si stupì di aver dormito quasi tredici ore consecutive, non aveva nemmeno telefonato a sua sorella e a Chiara per avvertirle che era arrivata sana e salva, appena entrata in cucina infatti chiese subito a sua madre se aveva sentito Rachele.

- Si, ha chiamato lei ieri sera. Dormivi così bene che non ti ho voluta svegliare, quindi non preoccuparti.-

Una era risolta almeno, restava Chiara. Elena prese una mela e tornò in camera sua, per collegare il suo portatile ad internet e scriverle un e-mail.

Il resto di quella giornata passò in fretta. Elena conobbe la maggior parte delle persone che lavoravano nell’albergo, era veramente un sacco di gente anche se quella stagione non era esattamente la più ricca in affluenza, almeno per quello che sostenevano suo padre e sua madre. Poté notare con i suoi occhi che quel posto era frequentato soprattutto da famiglie e da persone anziane, di una fascia d’età media proprio non se ne parlava.

- Ti annoierai un po’, tesoro…- le aveva detto sua madre quella sera mentre Elena le faceva compagnia in cucina, mentre finiva le ultime faccende prima che la cucina chiudesse.

- No, non credo… avrò tempo per dedicarmi ad un sacco di cose. E poi già lo sapevo che non sarei venuta a passare una vacanza stile “tutta vita”, mi sono portata dietro dei libri che mi sono comprata e che poi non ho mai avuto il tempo di leggere… mi divertirò, tranquilla!-

Con disappunto di Elena, sua madre aveva cominciato a fissarle la pancia. Era una cosa che lei odiava, e se anche aveva cercato di dire a sua madre molte volte che le dava fastidio quell’atteggiamento lei sembrava non averlo mai capito. Si, era grassa, che ci poteva fare più di quello che già faceva?

- Mamma, per favore, smettila…-

- Di fare cosa?- chiese l’altra senza capire quello che la figlia voleva dire.

- Di guardarmi la pancia, il fatto che tu mi guardi fissa così non cambia le cose.-

- Scusami amore, ti guardavo perché noto che sei dimagrita, dovresti essere contenta, no?-

- Certo che lo sono, ma lo sai che mi da fastidio che mi guardi...-

- Stai diventando così carina Elena!-

Lei rise, poi rispose:- Si, parla la voce dell’affetto!-

Sua madre scosse leggermente la testa e prestò per un momento attenzione solo a quello che stava facendo, distogliendo lo sguardo dalla figlia. Dopo un po’ continuò.

- Babbo mi ha detto che fra un paio di giorni dovrebbero arrivare un paio di ragazzi giovani…-

- Ah si?- rispose distrattamente Elena osservandosi le mani. - Vengono a farsi una dormita?-

- Oddio, tanto giovani non credo che siano, non quanto te. Credo che siano sulla trentina, più o meno.-

- Comunque sempre strano per la media dei visitatori.- disse Elena. – E da dove vengono?-

- Non ne ho idea, chiedi al babbo.-

Proprio in quel momento il padre di Elena era venuto a cercare la moglie per vedere se avesse finito ed Elena colse la palla al balzo chiedendo di questi due giovanotti che venivano a farsi quella “dormita” in quel posto sperduto. Il padre di Elena ridacchiò sotto i baffi, scatenando la curiosità della figlia, che si appoggiò al suo braccio chiedendo:- Che ti ridi, babbo! Vuoi far ridere anche me?-

Suo padre allora le prese un braccio trascinandola con se.- Vieni, vieni che ti faccio vedere, voglio vedere se quei nomi ti dicono qualcosa.-

Suo padre quindi le fece strada verso la reception e le mostrò il registro cartaceo degli ospiti in arrivo. Sfogliò un po’ quell’enorme librone e si soffermò su una pagina chiedendo ad Elena di leggere. Intanto era arrivata anche sua madre che stava dietro a loro incuriosita, dato che non aveva minimamente idea di cosa stesse architettando il marito.

- Allora, piccola Morandini, - suo padre un po’ per prenderla in giro, spesso la chiamava con il cognome di uno dei più celebri scrittori di dizionari cinematografici, - li conosci?-

Elena rimase un momento in silenzio, con un’espressione decisamente sorpresa.

- E’ una presa in giro o cosa?!- disse Elena ridacchiando. - Avete idea di chi siano queste persone?-

- Beh, no…- rispose incerta sua madre che si era sporta per leggere anche lei.

- Mah! - rispose Elena. - Aspetta che lo racconti ad Chiara! Ci faremo un paio di risate di cuore!-

- Insomma, ma chi sono?- incalzò la madre.

- Hai presente il film sul Signore degli Anelli che tu ti sei ostinata a non vedere? Hanno una parte in quel film.-

La donna si rivolse al marito e disse:- Ma tu lo sapevi?-

- Si, certo che lo sapevo, me l’ha detto Natalie della receptions, io non l’avrei saputo altrimenti.- rispose tranquillo come se niente fosse.

La madre di Elena guardò prima il marito, poi la figlia, per poi esclamare:- Mai possibile che sia sempre l’ultima a sapere le cose?-

Risero tutti e tre per quella domanda, ma Elena, nonostante quel bel momento, non aveva più voglia di stare ancora con loro. Dette la buonanotte a tutti, dicendo di essere stanca.

In effetti un po’ lo era, ma non così tanto da mettersi subito a letto appena alle dieci e mezza, collegò il suo portatile ad internet e controllò se Chiara, la sua migliore amica, era in rete. Costatando che non c’era decise subito di scollegarsi e di mettersi a leggere uno di quei libri che aveva portato con se.

Spogliandosi per andare a letto, si mise davanti al grande specchio dell’armadio osservandosi con aria critica. Era dimagrita, come aveva giustamente osservato sua madre, e nemmeno poco. Dall’anno prima aveva perso più di venticinque chili, cosa che aveva giovato molto al suo aspetto fisico, ma Elena non si sentiva molto diversa da come era prima, forse perché ancora si vedeva brutta, quando invece non lo era, e non lo era mai stata nemmeno con quei venticinque chili in più.

Il suo viso non aveva dei lineamenti comuni: i suoi grandi occhi color nocciola s’intonavano perfettamente con i lunghi capelli mossi che le cadevano sulle spalle, la curva delle labbra si disegnava con armonia sotto il suo nasetto regolare, la piccola cicatrice sulla destra del labbro superiore, ricordo di un piccolo incidente stradale di alcuni anni prima, non infastidiva la visione d’insieme, anzi, forse la arricchiva di un particolare malizioso.

Elena si sedette sul bordo del letto togliendosi i pantaloni e la felpa, rimanendo con addosso solo una canottierina e le mutandine. Buttando un po’ indietro la testa e portandosi indietro i capelli, si osservò attentamente la pancia e le cosce, che a lei sembravano essere enormi, come del resto il seno, ma quello in genere, quando era abbondante, non dava mai fastidio, a tutti tranne che a lei. Nei suoi piani c’erano almeno altri venti chili da perdere, cosa che l’avrebbe fatta rientrare pienamente nel suo peso forma. Forse, come diceva il suo dietologo, a quel traguardo non ci sarebbe mai arrivata, ma lei voleva provarci ugualmente.

Lesse per poco, la stanchezza arrivò tutta insieme. Elena posò il libro con un po’ di rammarico, si consolò pensando che, del resto, non avrebbe avuto molto da fare là, avrebbe avuto tutto il tempo del mondo per leggere

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Uno studio in lontananza ***


Nuova pagina 1

Capitolo Due - Uno studio in lontananza

 

Non appena si era svegliata, quell’ultimo venerdì del mese di luglio, Elena, come aveva promesso a Chiara la sera precedente, aveva preso il telefono e l’aveva chiamata. Non si potevano telefonare tanto spesso per via dei costi esorbitanti, rimpiazzavano il tutto con il computer, ma non era la stessa cosa. Proprio per questo avevano deciso di sentirsi almeno ogni due o tre giorni, anche solo per pochi minuti. Quel giorno sarebbero arrivati quei due attori, ed Elena, un po’ di curiosità, anche se aveva fatto finta di niente con i suoi genitori, ce l’aveva. Con Chiara stava parlando proprio di questo.

- Ma che vuol dire che non ne hai idea? Se hanno detto così, sarà vero! Perché avrebbero dovuto dare dei nomi falsi?-

- In effetti… poi, così, certo, sceglierli un po’ più anonimi…-

- Appunto, ti pare che ci siano in giro tali mentecatti da prenotare come Billy Boyd e Dominic Monaghan, ma via piccolina!-

- Mah… io so che c’è anche di peggio in giro!-

- Questo è vero - aveva osservato Chiara ridacchiando. - A che ore arrivano?- aveva chiesto poi.

- Non ne ho idea, ma sono curiosa come una scimmia, credo che mi piazzerò innocentemente a leggere nella hall, perché di lì devono passarci per forza, quindi li devo vedere.-

- Cazzo! Vorrei essere lì con te! E non ci credo nemmeno se lo vedo che avresti la faccia tosta di piazzarti nella hall!- la sbeffeggiò un po’ Chiara.

- Credi, eh? Ti stupirò! Piuttosto, vedi di riuscire a liberarti per davvero per ferragosto, qui è bellissimo, e io sono sola come un cane!-

- Lo sai che farò il possibile, ma il lavoro qui è una gabbia! E poi lo sai che…-

- Non ricominciare con la tiritera delle tue tante responsabilità, la conosco di già. E capisco tutto, ma tu impegnati al massimo!-

- Ma sì che m’impegno, ma adesso, per l’appunto, devo ricominciare a lavorare, e poi vuoi far spendere ai tuoi un capitale di telefono? Dai, torna a leggere, e a pensare al futuro!-

- Ok saggia donna, torno ad immergermi nella lettura e a pensare a che lavoro farò da grande. Bacione!-

- Anche a te piccolina, a presto.-

Elena aveva riattaccato il telefono con un po’ di tristezza, non erano nemmeno quattro giorni che stava in Scozia e già Chiara le mancava così tanto. Immersa in questi pensieri, aveva preso il libro che aveva cominciato a leggere, un telo da mare che avrebbe appoggiato sull’erba e si era incamminata fuori dalla sua stanza addentrandosi ben presto nel parco dietro all’albergo.

Il cielo era leggermente coperto, cosa piuttosto normale in Scozia, Elena infatti quando usciva portava sempre un piccolo ombrello con se, dato che la pioggia l’aveva sorpresa più di una volta. Per non dimenticarselo, giacché lei era una di quelle persone che sarebbero state capaci di lasciare anche la testa se non l’avesse avuta attaccata al collo, l’aveva appoggiato fuori della porta del piccolo appartamentino dove sua madre e suo padre l’avevano fatta sistemare per quel soggiorno.

 

L’albergo dei suoi genitori era uno dei più grandi e più lussuosi della zona. La costruzione di quel plesso pare risalisse addirittura agli inizi del ‘900, era stata una grande casa colonica, venduta poi agli inizi degli anni “60 e trasformata in un albergo. Elena non conosceva precisamente tutta la storia, sapeva solo che l’albergo era stato per diversi anni chiuso e che poi era stato riaperto senza però ottenere il successo che ci si aspettava. Da quando la gestione era passata nelle mani del padre di Elena e dei suoi soci, apportate le dovute ristrutturazioni, la struttura aveva cominciato a funzionare nuovamente anche grazie all’ultimo avvistamento di Nessie, avvenuto nel 1997. Quando suo padre aveva venduto l’azienda e rilevato l’intera proprietà, aveva fatto costruire una nuova ala e aveva apportato delle modifiche notevoli a tutto l’ambiente, rendendo l’albergo un posto piuttosto lussuoso. L’intera struttura comprendeva duecentocinquanta camere da letto, piscina al coperto, palestra, vari servizi tra cui sauna e bagno turco. Nei molti ettari di terra che lo circondavano c’erano due campi da tennis e una piscina riscaldata all’aperto, che raramente veniva usata se non per qualche festa privata che ci si era tenuta sporadicamente.

Era sicuramente una struttura non alla portata di tutti, tuttavia era uno degli alberghi più famosi della zona ed era sempre piuttosto frequentato anche nei periodi di bassa stagione. A parte per il lusso e per i molti servizi che offriva, che lo rendevano un luogo adatto per una vacanza all’insegna del relax, l’albergo era sicuramente rinomato per il suo ristorante, che era sicuramente il più caratteristico della zona. Accanto ad un menù ricco di piatti tipicamente legati alla tradizione scozzese infatti, si potevano trovare tutti i piatti tipici toscani, un’innovazione apportata dalla madre di Elena che dirigeva ottimamente il ristorante. Era senza dubbio insolito trovare nel nord della Scozia un ristorante dove si potesse gustare Acquacotta alla Maremmana, bistecche e Schiacciata alla Fiorentina. Era stato un esperimento, i genitori di Elena avevano voluto provare a portare un pezzo della loro Toscana con loro, non sapendo se avrebbe funzionato. Con grande soddisfazione quello era diventato uno dei punti di forza del ristorante.

 

Con disappunto di sua madre, Elena si era sempre rifiutata di mangiare a pranzo da quando era arrivata. Era un’abitudine che aveva preso negli ultimi mesi, forse brutta, ma era inutile che mangiasse se non aveva fame, quindi evitava. All’ora di pranzo arrivava alla cucina del ristorante, alla quale aveva libero accesso, si preparava un the e subito dopo averlo bevuto tornava fuori a leggere il suo libro. Anche quel giorno infatti, Elena aveva fatto la stessa cosa: alle tredici si era presentata in cucina e aveva messo l’acqua a bollire, poi tranquilla si era diretta verso la hall dell’albergo.

Aveva ripensato a quello che le aveva detto Chiara quella mattina, sul fatto che non avrebbe mai fatto una cosa del tipo mettersi ad aspettare fingendo indifferenza Monaghan e Boyd. Aveva ragione lei: dopo quei dieci minuti sarebbe andata via nuovamente, figuriamoci se avrebbe aspettato che quei due arrivassero. Si era messa seduta su uno dei divani, ricominciando a leggere fino a che la sua attenzione non era stata monopolizzata da qualcos’altro.

Indubbiamente erano loro quelli che stavano entrando, Elena ridacchiò sommessamente, dato che non credeva proprio che il caso avrebbe voluto una coincidenza simile. Elena li aveva visti mentre entravano nella hall dell’albergo, il portiere aveva subito chiamato qualcuno perché si occupasse dei bagagli, e loro erano rimasti per un attimo fermi davanti alla reception ad aspettare. Aveva continuato per un po’ a fissarli, non se l’era potuto impedire: era certa che fossero loro, tuttavia vederseli davanti in carne ed ossa era ben diverso dal vederli in foto o negli speciali di un dvd: sembravano diversi.

Elena non avrebbe saputo dire in cosa precisamente, forse era a causa l’immagine stereotipata che si ha sempre di qualcuno famoso. Era come se si aspettasse che avrebbero avuto un atteggiamento diverso, chissà poi quale, invece sembravano due ragazzi comuni: entrambi in jeans, avevano pochi bagagli con loro. Avevano parlato con l’addetta alla reception che aveva consegnato loro le chiavi delle loro camere, poi Monaghan si era guardato intorno e aveva beccato lo sguardo di Elena, che imbarazzatissima aveva subito abbassato gli occhi fingendo di leggere. Solo quando entrambi se n’erano andati aveva avuto il coraggio di alzarsi e tornare in cucina, dove era sicura che l’acqua per il suo the stava già bollendo.

Che figura di merda, pensò, devono aver pensato che sono una loro fan, sono veramente una gran furba! Prese il cellulare e inviò un messaggio di testo a Chiara, doveva condividerla quella cosa!

 

I giorni che seguirono continuarono ad essere scanditi dalla solita routine per lei. La mattina si alzava non più tardi delle nove e mezza, usciva con il suo telo da mare e nella sua borsa metteva il cellulare, l’ombrello, il lettore cd portatile e il libro, si addentrava nel parco cercando un posticino tranquillo dove passare le sue ore a leggere o semplicemente ad ascoltare musica e a pensare, perdendosi nel paesaggio che aveva intorno. La Scozia del resto era veramente bella.

L’unica interruzione a quella contemplazione era qualche messaggio che le arrivava da sua sorella, o da Chiara, raramente era qualche suo vecchio compagno di classe, o qualche altro amico.

Rientrava in albergo all’ora di pranzo, per prepararsi il the, poi usciva nuovamente per rientrare alle cinque del pomeriggio, quando i suoi genitori prendevano una pausa dal loro lavoro e passava un po’ di tempo con loro. Poi andava in palestra, o a nuotare, o una cosa qualsiasi che la struttura alberghiera le offriva, fino a che non arrivava l’ora di cena. Le sue serate scorrevano davanti al computer, a chattare con Chiara e sua sorella, o semplicemente a navigare in internet tanto per divertirsi un po’. Fortunatamente nel portatile aveva un lettore dvd, le aveva risolto già diverse serate piuttosto noiose, dall’Italia aveva portato diversi tra i dvd dei suoi film preferiti, tra cui anche i cofanetti de Il Signore degli Anelli, ma non l’aveva mai messi, dato che le veniva da ridere se solo pensava che stava alloggiando nello stesso albergo di Monaghan e Boyd.

Erano due strani tipi qui due, Elena era arrivata a quella considerazione. Li incrociava molto spesso, tanto che si accorse che avevano quasi i suoi stessi orari. In genere Elena arrivava a fare colazione quando loro si alzavano per uscire, infatti tutte le mattine andavano via per quasi tutto il giorno, tornando in albergo solo verso sera. Elena li incrociava sempre in serata quando andava in palestra, ogni tanto gli aveva incontrati anche a nuotare, anche se dopo la figuraccia del primo giorno aveva sempre evitato di guardarli troppo, anche se le suscitavano una curiosità enorme. La domanda principale era essenzialmente cosa ci facessero in quel posto sperduto e apparentemente privo del normale intrattenimento al quale dovevano essere abituati due come loro. Era ovvio che stavano facendo qualcosa di particolare, dato che conducevano una vita apparentemente piuttosto ritirata. Elena non li aveva mai visti uscire la sera, spesso li incrociava al bar dell’albergo mentre chiacchieravano davanti a qualcosa da bere, ma da quello che aveva potuto notare lei non avevano mai fatto tardi. Certo non garantiva per quel che facevano durante il giorno lontani dall’albergo, ma del resto, a lei che importava?

Nonostante tutto a lei un po’ importava, sapeva che non la riguardava, ma la curiosità era ben presente nella sua testa. Il commentaccio fatto con Chiara, una sera in chat, era stato che forse le storie sulla loro relazione omosessuale che giravano su internet erano vere.

Chiara le diceva sempre di buttarsi, di scambiarci due chiacchiere, quando mai le sarebbe capitato di poter parlare con due attori famosi come quei due? Per due come loro, grandi appassionate di cinema, era un’occasione più unica che rara! Ma Elena non era certo una coraggiosa, si sarebbe imbarazzata troppo ad attaccare bottone così, senza un motivo importante.

Con sua evidente sorpresa furono loro ad attaccare discorso con lei, pochi giorni dopo, in palestra.

Come al suo solito Elena, con le cuffiette alle orecchie, stava facendo i suoi quaranta minuti di cyclette, quando si sentì toccare una spalla. Trasalì leggermente, era completamente immersa in una dimensione sua, quando si girò per poco non le prese un colpo. Si aspettava tutt’al più suo padre, o sua madre, invece era Monaghan. Elena si fermò e si tolse uno degli auricolari.

- Scusami se ti disturbo, hai molto ancora?-. Elena guardò il timer un po’ imbarazzata, le mancavano appena cinque minuti. Tra tutte le biciclette che c’erano, tutte occupate, perché proprio da lei era venuto? Sbirciò con la coda dell’occhio verso le altre cinque postazioni e notò che erano tutte occupate da attempate signore, e capì.

- Cinque minuti.- rispose, cercando di non sembrare strana.

Monaghan la guardò e sorrise, si scusò ancora per averla interrotta e andò via. Elena si era rimessa l’auricolare e aveva continuato, le veniva da ridere, ma cercò di non farlo.

Dopo la cyclette decise di fare un po’ di camminata veloce su uno dei tapis roulant, non aveva il cellulare con se, altrimenti avrebbe subito avvertito dell’accaduto Chiara.

 

***

 

- Secondo me ha almeno ventiquattro, venticinque anni…- aveva affermato Billy mentre stava entrando con Dominic nello spogliatoio maschile della palestra dell’albergo.

- Ma no, io l’ho vista in faccia da vicino, ti dico che è più piccola.- aveva ribattuto Dominic convinto.

- No, secondo me no. Non so, la guardavo in questi giorni e non mi sembra che possa avere meno di quell’età.-

- Ma perché sembra sempre così seria, concentrata, sarà una di quelle adolescenti problematiche, sempre a leggere e a farsi seghe mentali, o giù di lì.-

- Adolescente addirittura, ora esageri!- osservò Billy.

- Io le do al massimo diciotto anni. Solo che mi chiedo che ci fa una diciottenne da sola in un posto simile.-

- Appunto, io dico che è più grande.-

- Ma se anche fosse, non capisco ugualmente che ci fa da sola qui, e poi a noi che ce ne viene di sapere quanti anni ha?- Aveva chiesto Dominic mentre si preparava per farsi una doccia.

- In effetti niente, assolutamente niente.- rispose mentre l’altro si allontanava.

Quando già aveva aperto il rubinetto dell’acqua Dominic gli aveva gridato:- Almeno fosse carina, potrei capire perché ne stiamo a parlare, ma così, è ridicolo!-

- E certo, perché per te quando non sono fiche stratosferiche, farebbero bene a buttarsi giù da una rupe!- aveva commentato Billy.

- Ora non esagerare,- aveva detto a voce alta Dominic, - Solo che proprio non mi attira.-

Lì la discussione si chiuse, anche Billy fece la doccia e poi erano tornati nelle loro stanze .

Solo la sera, qualche ora più tardi, ritornarono su quella discussione. Erano al bar dell’albergo, seduti ad un tavolo con due birre davanti e avevano visto Elena seduta ad un altro tavolo un po’ distante dal loro, ovviamente sola, con un bicchiere davanti che leggeva come al suo solito. Come se niente fosse avevano riattaccato con quella discussione. Billy si era fermato a guardarla e aveva fatto un commento, uscendo del tutto dal seminato della conversazione che stavano facendo lui e Dominic.

- Almeno ventitre, non uno di meno.-

Dominic l’aveva guardato un po’ stranito, aveva capito che parlava della ragazza che avevano incrociato tante volte in quei giorni solo dopo qualche secondo, quindi disse deciso:- Non ne ha più di diciotto.-

- Diciotto sono troppo pochi, Dom!- ribatté Billy.

- Ma che palle Billy, m’hai scocciato! Ma che ti frega poi, vorrei sapere?-

- Come ti scaldi subito, si fa così per parlare…-

- Allora chiariamocelo questo dubbio.- disse Dominic, facendo un cenno al cameriere e chiamandolo al tavolo. Chiese di offrire un altro giro di quello che stava bevendo ad Elena. Billy lo guardò malissimo, quando il cameriere era tornato indietro subito espresse il suo disappunto.

- Ma che bisogno c’era?-

- Nessuno, così, tanto per fare.- disse Dominic sorridendo a Billy, con fare innocente. L’altro lo guardò scuotendo leggermente la testa.

- Questo te lo offrono quei signori a quel tavolo, Elena.- gli aveva detto Christopher, il cameriere in questione, portandole un altro gin tonic. Elena si sporse per guardare chi era che gli stava facendo quello scherzo, e vide Boyd e Monaghan, quest’ultimo che le faceva un cenno con la mano.

- Oh cazzo!- le scappò detto a voce alta e in italiano fortunatamente, non riusciva a capire il perché e il per come di quel gesto. Anche se ne aveva già bevuto uno e non sarebbe stato il caso di berne un altro, le sembrò brutto rifiutare, rispose al cenno educatamente, non sapendo che aspettarsi. L’imbarazzo salì quando vide Monaghan alzarsi e andare verso di lei seguito da Boyd, che sembrava un po’ meno propenso a fare quella cosa.

- Ciao! Ti disturbiamo?- chiese Dominic. Elena scosse la testa, cercando di sorridere dissimulando l’imbarazzo. Dominic le tese la mano, presentandosi.

- Io sono Dominic, ciao!-

Elena prese la mano che il ragazzo le aveva offerto e disse:- Ti dirò, ho già visto parecchie volte la tua faccia, e anche la tua se è per questo!- Dicendo queste ultime parole lasciò la mano di Dominic e tese la sua a Billy, dicendo:- Io sono Elena, piacere di fare la vostra conoscenza.- Fatte le presentazioni li invitò a sedersi.

Parlarono per un po’ di stupidaggini, dell’albergo e del tempo che aveva fato in quei giorni, ma dopo poco Dominic subito arrivò al punto.

- Senti, la verità è che vogliamo farti una domanda, su un dubbio che abbiamo su di te.-

Elena li guardò entrambi stupita, avevano un dubbio su di lei? Se aveva pensato che erano un po’ particolari, la sua tesi era stata appena dimostrata. Li invitò a parlare, Billy prese la parola.

- Niente di che, una sciocchezza… è che ti abbiamo vista spesso in questi giorni e ci è venuto questo dubbio. Non è carino chiedere l’età alla gente, ma volevamo sapere quanti anni hai, sempre che non ti dispiaccia dircelo…-

Elena gli sorrise, aveva notato che era un po’ imbarazzato.

- In genere me ne danno un po’ di più in effetti, comunque, ne ho venti.-

Dominic ci era andato più vicino in effetti, infatti disse subito:- Te l’avevo detto che non ne poteva avere venticinque!- Billy lo guardò un po’ male, ed Elena rise.

Non vedeva l’ora di raccontarlo a Chiara.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Quello flirta! ***


Nuova pagina 1

Capitolo Tre - Quello flirta!

 

- Brutta paracula che non sei altro! Mi fai veramente schifo!- aveva commentato Chiara al racconto che Elena le aveva dato della serata precedente.

- Se avessi saputo che la serata si sarebbe evoluta in quel modo non avrei certamente preso quel gin tonic per vedere se mezza brilla anche da sola mi divertivo!-

- Cioè, Merry e Pipino si chiedevano quanti anni potevi avere, cioè… io dico… mah!- Alla frase sconclusionata dell’amica Elena scoppiò a ridere.

- Ma che ti ridi porca vacca! Piuttosto, li rivedi?-

- Penso che avrò modo di incrociarli di sicuro, staremo sotto lo stesso tetto per un bel po’, da quello che mi ha detto mio padre.-

- Incrociarli, ma chissenefrega se li incroci!- aveva detto ridacchiando Chiara, - Io mi riferivo piuttosto a qualche altra serata a chiacchiere!-

- Questo non credo… dai, t’immagini che quelli non abbiano altro da fare che chiacchierare con me?-

- Mi stai sul cazzo quando fai così. Perché, che hai te che non va?- Chiara aveva preso Elena un po’ in contropiede, il fatto era che non sopportava che l’amica facesse accenni al fatto che non si sentiva mai all’altezza di fare una cosa o addirittura di stare con qualcuno. Elena rispose un po’ imbarazzata.

- Ma no, niente, lo sai che non intendevo in quel senso…-

- Sarà meglio per te!- rispose con decisione, ma con dolcezza nello stesso tempo. Elena aveva spesso bisogno che qualcuno le ricordasse che non doveva sentirsi mai inferiore alla gente e alle situazioni, perché tendeva a dimenticarlo e perché soprattutto non ce n’era alcun motivo.

Elena aveva contravvenuto alle regole telefonando a Chiara per la seconda mattina consecutiva, ma non poteva non darle un racconto dettagliato della serata precedente.

Dopo l’imbarazzo iniziale, forse anche grazie al secondo gin tonic che aveva bevuto, Elena si era sciolta un po’ e chiacchierare con quei due tipi era stato divertente. All’inizio anche Dominic e Billy erano rimasti un po’ sulle sue, quasi come se la stessero studiando come lei stava facendo con loro, dopo però erano entrati in sintonia, soprattutto grazie al tipo di persona che era Elena. Era abituata a stare con persone anche di diversi anni più grandi di lei, era una ventenne con il cervello di una trentenne, come le diceva sempre Chiara, che di anni ne aveva trentacinque.

I due le chiesero cosa ci facesse sola in vacanza, Elena quindi spiegò che l’albergo era dei suoi genitori e che si stava prendendo una specie di pausa di riflessione; quando lei girò la stessa domanda a loro ci fu un momento d’imbarazzo, i due si guardarono come se si stessero tacitamente chiedendo: che diavolo le rispondiamo? In fondo Elena non voleva impicciarsi dei loro affari, ma non le sembrò di aver chiesto una cosa tanto particolare. Billy le spiegò semplicemente che avevano bisogno di prendersi una vacanza lontano da tutto e da tutti.

- Non  abbiamo lasciato recapiti e abbiamo spento i cellulari, praticamente abbiamo chiuso con il mondo esterno. Non vogliamo che ci trovi nessuno.-

Elena non si bevve quella palese balla o, meglio, capì che c’era anche qualcos’altro dietro. Del resto, non pretendeva certo che in poco più di un’ora sarebbe diventata la loro confidente di fiducia, quindi si accontentò di quella spiegazione. Erano appena le undici e mezza quando i due si congedarono con un ci vediamo, ringraziando Elena per averli intrattenuti per tutta quella serata.

In effetti quel ringraziamento era sinceramente sentito, da parte di entrambi. Decidendo di prendersi quella vacanza infatti i due non avevano pensato che, dopo qualche giorno tutta quella calma e quella  tranquillità avrebbe potuto stancarli, cosa che era puntualmente successa. Il giorno erano impegnati, ma per il resto, che fare? Il posto non offriva poi molti intrattenimenti, non era Los Angeles, per di più sembrava che l’età media dei turisti fosse abbondantemente sopra i cinquanta, particolare che rendeva la situazione ancora più noiosa. Aver trovato una ragazza giovane e simpatica con cui chiacchierare non era stato così male, tra l’altro avevano avuto la rara fortuna di essersi imbattuti in una persona che, sebbene gli avesse riconosciuti subito, non era sembrata minimamente interessata a sapere quanto più poteva del loro lavoro o, ancora peggio, della loro vita privata. Era sicuramente una conoscenza interessante.

 

Dopo la telefonata, Elena era uscita dalla sua stanza ed era andata a fare colazione, incrociando Billy e Dominic mentre uscivano dalla sala da pranzo. Si era fermata giusto un secondo a salutarli, poi era andata in cucina dove sua madre l’aveva accolta e le aveva preparato qualcosa. Mentre mangiava non aveva potuto impedire alla sua mente di viaggiare. Ma che diavolo andavano a fare quei due fuori tutto il giorno? Poco prima, nella hall dell’albergo, aveva notato che Dominic aveva a tracolla una borsa che altro non poteva contenere se non un computer portatile. La cosa si faceva interessante. Si distolse da quei pensieri solo quando finì la sua colazione e si accinse ad andare fuori a leggere, come al solito. Da quando era arrivata in Scozia aveva già letto due libri interi, e con il terzo era già a più di metà: se andava avanti così non le sarebbero nemmeno bastati quelli che si era portata.

Durante il corso della giornata non aveva più pensato alle congetture che le avevano tenuto la mente occupata durante la colazione, si era immersa totalmente nella sua lettura, tant’è vero che non si era nemmeno resa conto che l’una era passata da un pezzo. Improvvisamente guardò l’orologio, anche un po’ distrattamente, e sgranò gli occhi per la sorpresa. Probabilmente sua madre si stava preoccupando, così aveva preso in fretta le sue cose ed era corsa all’albergo, dove in effetti la donna la stava aspettando nella hall.

- Scusa mamma, mi sono distratta e non ho visto che ore fossero!- disse appena entrata.

- Come al solito sei sempre su un altro pianeta!- le disse sua madre passandole una mano sulla guancia affettuosamente.

- Non preoccuparti, non ero in pensiero. Piuttosto, vuoi mangiare qualcosa?-

Elena scosse la testa, e sua madre alzò le braccia in segno di resa, ormai non ci provava nemmeno più a convincerla.

Elena passò un attimo dal suo appartamento con la sua tazza di the, aveva voglia di collegarsi ad internet per fare uno dei suoi soliti giretti, Chiara le aveva mandato un’enorme e-mail con allegate delle foto che Elena appurò essere tutte di Dominic e Billy. Senza volerlo sospirò davanti allo schermo del suo portatile, dicendo tra sé e sé:- Certo che Monaghan è belloccio forte…- non appena si rese conto di ciò che aveva detto scoppiò a ridere, sentendosi una cretina.

Il resto della giornata passò come al solito, dopo un po’ Elena uscì fuori nuovamente andando a mettersi a leggere nello stesso punto dove era stata quella mattina, sotto un albero in una radura che era un po’ rialzata rispetto al terreno intorno. In serata era tornata in albergo ed era andata in piscina a farsi una nuotata, a quell’ora la piscina era uno dei posti più tranquilli dell’albergo, dato che in genere era più popolata in mattinata e nel primo pomeriggio. Passando dalla palestra Elena si era imbattuta per la seconda volta nella stessa giornata in Billy e Dominic. Si fermò un momento a parlare con Billy che aveva appena finito con un attrezzo ed era in procinto di usarne un altro, Dominic invece, un po’ distante, sembrò non aver nemmeno fatto caso a lei. Solo dopo che se ne fu andata aveva raggiunto Billy chiedendogli che si erano detti.

- Niente, perché, hai paura che sparliamo di te?- chiese ironico Billy dato che la domanda di Dominic suonava un po’ strana.

- Ma sparla pure quanto ti pare!- rispose ridacchiando Dominic.- Solo mi chiedevo che hai sempre tanto da chiacchierarci, mica ti piace? Che hai cattivo gusto lo sapevo, ma fino a questo punto…!-

Billy guardò un po’ storto Dominic e si avviò al prossimo attrezzo senza rispondergli, non lo sopportava quando faceva così, non capiva come mai Dominic ogni tanto prendesse quell’atteggiamento così antipatico. Eppure sapeva benissimo che non era il tipo che badava a cose come l’aspetto fisico di una persona, e poi, insomma, che gli fregava dell’aspetto fisico di quella ragazza? Era un particolare senza alcuna importanza in quel frangente. Doveva per caso andarci a letto insieme?

Dominic si accorse della reazione di Billy e gli chiese cosa avesse.

- C’è che quando fai lo stronzo così sei insopportabile.- gli rispose senza mezzi termini Billy.

Dominic fece un sorrisino. - E dai, scherzo… come t’arrabbi subito, nemmeno fosse una tua amica.-

- Non è che devi rispetto solo alle mie amiche, e poi è una ragazza talmente carina che io proprio non capisco da che ti viene tutta questa gran voglia di sfottere.-

- Billy, calmo!- gli rispose Dominic smettendo di fare il cretino. - E poi sta simpatica anche a me. Infatti ti chiedevo che vi eravate detti nel caso in cui tu le avessi chiesto che fa stasera.-

Billy guardò bene in faccia Dominic, che aveva detto quell’ultima cosa mantenendo una serietà invidiabile:- Non sei credibile!- gli rispose ridacchiando, seguito da Dominic che si era sentito scoperto.

- Ora t’aggiusto io, brutto rompipalle che non sei altro!- continuò, detto questo si era alzato ed era partito in quarta andando nella direzione in cui era andata Elena.

Raggiunse la piscina e si guardò intorno, cercandola con lo sguardo, la notò mentre nuotava tranquillamente. Riuscì ad attirare la sua attenzione mentre era a metà vasca, con un cenno della mano. Elena si stupì alquanto di vederselo comparire in quel modo, nuotando velocemente nella sua direzione arrivò a bordo vasca dove lui si era seduto sui talloni e appoggiò le braccia al bordo.

- Ciao pesciolino!- esordì lui, sorridendole. - Nuoti veloce, eh?- continuò.

Elena gli sorrise di rimando, rispondendo al saluto.

- Siccome mi sono un po’ rotto di passare le mie serate solo con quell’essere di là, volevo sapere che fai stasera, se sei libera ti puoi unire a noi.-

Elena era estremamente sorpresa per quell’invito, tuttavia cercò di nasconderlo e rispose alla sua domanda:- Per essere libera sono libera, ma voi che avete in mente di fare?-

Ecco, che avevano in mente di fare? Quella era proprio una bella domanda, dato che lui aveva deciso di fare quella cosa senza neanche pensarci. Guardò Elena stringendo le labbra e assumendo un’espressione piuttosto buffa, a metà tra uno che è stato colto in fallo e uno che non ha idea di che dire.

- Confesso di non avere nessuna idea. Tu puoi proporci qualcosa?-

Elena sorrise:- E’ da quando sono arrivata in questo posto che mi annoio da morire, passo le mie serate su internet. Non sono la persona adatta a suggerirvi nulla, purtroppo.-

- Mh… va beh, qualcosa ci inventeremo.- disse, tirando fuori il suo cellulare. - Mi lasci il tuo numero? Appena ci viene in mente qualcosa ti telefono, o ti mando un messaggio. Ti dispiace?-

- No… ma non avevate spento i cellulari in modo permanente?- chiese Elena continuando a sorridergli. Dominic allora si mise in ginocchio a bordo vasca andando verso Elena e facendole segno di avvicinarsi a sua volta si accostò al suo orecchio.

- Ti dico un segreto, mi sono comprato una scheda con un numero nuovo e l’ho dato a pochi eletti, un gruppetto che esclude il mio agente e altri rompipalle vari.-

Elena dopo aver sentito quello che le aveva detto Dominic non capì il perché del fatto che lui le aveva voluto dirle quella cosa in un orecchio. A parte il fatto che esclusi lei e lui in quella grande piscina c’erano solo altre tre persone che erano piuttosto lontane, e poi dov’era questa gran notiziona? Comunque non si pose altre domande, dette il suo numero a Dominic che intanto si era rimesso seduto sui talloni.

Dominic memorizzò il numero nella rubrica facendosi dettare lettera per lettera il nome di Elena, dato che non riusciva a scriverlo perché non lo capiva. Ad operazione terminata Dominic chiuse lo sportellino del suo cellulare e diede un buffetto sulla guancia ad Elena, per poi alzarsi in piedi.

- A dopo!- le disse facendole un occhiolino, Elena rispose sorridendo e con un cenno della mano. Rimase a guardarlo mentre si allontanava, poi tornò a nuotare sentendosi stranamente euforica.

Non appena lo vide tornare Billy guardò con apprensione Dominic, quell’espressione divertita che leggeva sul suo viso lo metteva decisamente sull’attenti. Gli chiese che avesse da ridacchiare, Dominic allora gli tirò il suo telefono cellulare e gli disse:- Cerca sotto Elena… stasera stiamo con lei!-

Billy fece quello che lui gli aveva detto, trovando il numero. Si fermò un attimo a pensare che Dominic aveva decisamente qualche rotella fuori posto, o per lo meno era un tipo davvero strano su certe cose. Si lamentava, eppure era sempre lui che andava a cercare quella ragazza, come la sera precedente.

- Te non sei normale…-gli disse, tirandogli nuovamente il suo cellulare.

- Mai stato!- rispose l’altro.

 

Più tardi Billy aveva bussato energicamente alla porta di Dominic, che dopo qualche secondo gli aveva aperto. L’aveva fatto entrare e aveva preso il suo portatile piazzandolo sulla tavola che era nel piccolo soggiorno della sua stanza. Quindi l’aveva collegato alla presa del telefono lasciandolo poi a Billy dicendo:- Adesso scusami, tanto sai da solo come si usa, ma ho un impegno in bagno.-

Billy rise, poi aggiunse mentre si sedeva davanti al portatile di Dominic:- Possibile che tu non debba mai nascondermi niente della tua vita privata e soprattutto intestinale? E poi mi saprò connettere ad internet, mica sono impedito!-

- Lo so che non sei impedito! E per quanto riguarda il resto, mi piace tenerti informato! Non sei contento che io abbia un’attività intestinale regolare?- gli disse Dominic fingendo di essere risentito.

Billy rise nuovamente mentre l’altro chiudeva la porta del bagno. Urlò l’ultima frase, altrimenti non l’avrebbe sentito:- Sono felicissimo per te! Dopo cena ti prendo in braccio e ti faccio fare anche il ruttino!-

Un grazie attutito arrivò all’orecchio di Billy, che scosse la testa mentre aspettava che il pc caricasse la pagina iniziale, dicendo tra sé e sé:- Che Dominic…-

Poco dopo Dominic si era piazzato in piedi dietro a Billy guardando lo schermo del computer, vedendo che l’altro aveva già finito e stava già spegnendo tutto.

- Ti ha risposto?- chiese.

- No.- fu la risposta secca di Billy, che nel frattempo aveva chiuso tutto e si era alzato per sedersi su una delle poltrone del piccolo soggiorno. Dominic fece per mettere a posto il computer, quando Billy cominciò a parlare.

- Mi piacerebbe tanto sapere che cazzo ho fatto per meritarmi questo trattamento. No, vorrei proprio sapere se la colpa è mia, o se è lei che è una stronza punto e basta. Io non so cosa si aspettano dagli uomini certe donne, perché credimi Dom, io non ho ancora idea del perché è successo tutto questo.-

L’altro aspettò un momento per rispondere, poi parlò. - A parte che ormai lo sai che a me non è mai piaciuta, ma non ci stare troppo a pensare. E poi non s’era detto che non dovevamo neanche pensarci a queste donne? E allora non pensiamoci, no?-

- La fai facile tu, tu Jennifer stai tentando di togliertela dalle palle, nel mio caso è Kirsten che proprio di me non vuole saperne.-

- Lascia perdere Jennifer, non mi va nemmeno un po’ di parlarne, del resto lo sa anche lei che è una storia che non sta in piedi da un po’. Comunque il tuo sbaglio è stato andare a vivere insieme a Kirsten dopo solo due mesi che stavate insieme, era avventata come decisone e tu lo sapevi infondo, e lei lo sapeva meglio di te.-

- Infatti, io non credo che lo sbaglio sia stato mio, è stato suo, che ha accettato. Se non era convinta ancora nessuno la obbligava a fare quel passo. E poi che cosa mai le ho chiesto in quest’e-mail, di tornare? Di sposarmi? No, porca puttana, le ho chiesto come sta, che cazzo le costava rispondermi bene, male, insomma, una cosa qualsiasi, anche una cazzata!-

- Ma perché devi continuare a farti male? Ormai sono più di due mesi che va avanti così, lasciala perdere e guardati intorno.- aveva detto Dominic, cercando di scrollarlo. Tuttavia la reazione di Billy non fu quella che si aspettava.

- Che uomo saggio! Ma te l’ha mai detto nessuno che sei davvero, davvero saggio?- disse ironico Billy.

- Va bene, se la metti così sto zitto.- aveva risposto Dominic che, comunque si fossero messe le cose, non sapeva proprio più che dire a Billy. Lo lasciò seduto nel soggiorno mentre in camera da letto fingeva di fare qualcosa, tanto per aspettare che l’altro si calmasse un po’, cosa che non ci volle molto perché avvenisse.

Quando succedevano certe cose, Dominic si fermava sempre a riflettere a che cosa servisse effettivamente quel viaggio. Al di là di quel progetto comune con Billy, che rimaneva la scusa principale, di fatto era veramente perché sia lui che Billy avevano voluto dare un taglio alla vita che stavano facendo. Non si ricordava più nemmeno quale fosse stato il campanello d’allarme, ma qualcosa, o qualcuno, gli aveva fatto notare che si stava allontanando dalla realtà sempre di più, diventando una macchietta, qualcosa che somigliava più all’ombra di se stesso. Si pensa sempre di avere abbastanza la testa sulle spalle per fronteggiare il successo, per lo meno Dominic pensava che per lui sarebbe stato così, ma poi c’era inevitabilmente caduto anche lui. Non che ci fosse niente di male, in fondo è un comportamento del tutto umano, lui aveva solo avuto la fortuna di accorgersene in tempo, prima di arrivare ad un punto di non ritorno. Billy non era come lui, non aveva mai perso la testa a causa dell’improvviso successo, e se la cosa era capitata anche a lui, l’aveva affrontata in modo molto più contenuto. Aveva continuato a lavorare, a portare avanti dei progetti concreti, non si era mai fatto sorprendere da paparazzi e quant’altro in atteggiamenti decisamente poco edificanti e non era mai stata sua abitudine fare il cretino in giro, come invece Dominic aveva fatto. Se pensava alle stupidaggini che aveva fatto negli ultimi mesi non poteva non darsi del coglione, anche se magari si era divertito non poco a farle. Il filo dei suoi pensieri fu interrotto da Billy che dal salotto gli aveva urlato una domanda.

- Allora che facciamo stasera? Usciamo da qui?-

Dominic, che stava in piedi davanti all’armadio cercando un paio di jeans che non si ricordava dove aveva messo, sorrise tra sé e sé, abbastanza contento che a Billy il momentaccio fosse già parzialmente passato. - Per andare dove, qui intorno è tutta una gran desolazione!- rispose.

- C’è quel pub non lontano da qui, non sarà tutto questo granché, ma almeno mettiamo piede fuori di qui, mi va proprio.-

- Per me va bene, lo dico ad Elena o preferisci che facciamo un’altra volta?- gli chiese, pensando che dato l’umore forse era meglio non coinvolgere terzi alla serata. Billy capì subito che cosa fosse passato nella testa di Dominic.

- Sì, avvertila, non ti preoccupare. Anzi, mi farà bene stare con qualcuno di diverso da te, non ti sopporto più, sei davvero un rompipalle!- rispose ridacchiando.

- Che stronzo!- gli disse facendo capolino dalla porta della sua stanza. - Anche a me farà bene, che credi?!- rispose Dominic fingendo di essere offeso.

 

Elena era davanti al suo computer. Chiara le aveva mandato un messaggio per dirle che aveva una mezz’ora libera per chattare con lei, quindi si era precipitata subito in camera sua. L’occasione era buona anche per raccontarle di quello che era successo poco prima, Chiara anche quella volta era rimasta a bocca aperta. - Ma quello flirta!- aveva commentato riferendosi all’atteggiamento che Dominic aveva tenuto poco prima, al che Elena aveva risposto - Sì, con me! Ma finiscila!-

Comunque, non appena aveva ricevuto il messaggio di Dominic che le esponeva il programma della serata, l’aveva trascritto a Chiara che le aveva ordinato tassativamente di mettersi carina, di truccarsi e di dare il meglio di se stessa. Elena aveva riso, ma poi più tardi, preparandosi per uscire, aveva fatto esattamente come l’amica le aveva “suggerito”.

Aveva avuto un po’ di timore nel dire ai suoi che usciva, del resto non sapeva spiegarsi il perché ma aveva sempre avuto l’impressione che i suoi preferivano saperla a casa al sicuro, invece i genitori si rivelarono soddisfatti del fatto che si fosse fatta degli amici e che quella sera non sarebbe rimasta chiusa in camera sua attaccata a quel computer come al solito.

Elena aveva portato con se dei vestiti che non metteva già da un po’, gli unici che aveva appena un po’ più eleganti del solito. Si infilò una gonna lunga fino a sotto il ginocchio e vide che le andava larga. Non che la cosa le dispiacesse, però si dette della cretina: prima di partire avrebbe dovuto controllare quei vestiti, se l’avesse fatto avrebbe avuto il tempo di comprarsi qualcosa di nuovo. Rassegnata se la tolse buttandola con un gesto di stizza sul letto e si infilò un paio di jeans. Guardandosi allo specchio pensò che, in fondo, non era poi così male. Senza stare troppo a pensarci uscì dalla sua stanza e si diresse alla hall, dove Dominic le aveva scritto che lui e Billy l’avrebbero aspettata.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Broncio! ***


Nuova pagina 1

Capitolo quarto - Broncio

 

Elena aveva cominciato ad aprire gli occhi nella semi oscurità della sua stanza. Tentoni aveva cercato il suo cellulare sul comodino, l’aveva trovato e l’aveva acceso.

Aveva guardato l’ora: le dieci e mezza.                                                 

- Però!- aveva esclamato, non era più abituata a svegliarsi tardi, anche se pensò che per l’ora che aveva fatto la sera prima era anche abbastanza presto.

Lentamente si era messa seduta per poi alzarsi, si era diretta alla finestra e aveva aperto le persiane e gli scuri, lasciando tutto aperto per far cambiare un po’ l’aria. Subito poi era andata in bagno a vestirsi, visto che non poteva certo rimanere semi nuda con la finestra aperta. L’appartamentino che i genitori le avevano dato per sistemarsi, infatti, faceva parte dell’ampliamento che suo padre aveva fatto fare quando aveva rilevato l’intero albergo. Quello che occupava lei, era il primo di dieci piccoli appartamenti, quindi quello più vicino alla reception, e tutti quelli che uscivano dall’albergo di conseguenza passavano davanti alla sua finestra. Era comodo, in quanto aveva un’uscita propria, era vicina alla hall e non le sembrava di stare in albergo, l’unico inconveniente per l’appunto era proprio il fatto di non poter quasi mai aprire le finestre se voleva conservare un po’ di privacy.

Uscita dal bagno, Elena dette uno sguardo alla sua stanza e notò che il caos vi regnava sovrano più del solito. Aveva un po’ fame, ma prima di uscire decise di riassettare un po’, soprattutto doveva appendere nuovamente nell’armadio tutti i vestiti che aveva tirato fuori la sera precedente mentre in piena crisi, era indecisa su che mettersi. La mattinata si prospettava limpida e serena, cosa estremamente rara per la Scozia, quindi decise di non chiudere le finestre, nonostante il via vai di gente non voleva privarsi del sole. Tranquillamente continuò indisturbata a mettere in ordine le sue cose senza badare a nessuno.

Dopo circa un’ora le sembrava che tutto fosse tornato al suo posto, quindi si sedette davanti al computer per scaricare la posta, quando davanti alla sua finestra vide passare Billy, seguito da Dominic con l’immancabile borsa, con presumibilmente il portatile dentro.

- Però, hanno fatto mattinata anche loro!- disse tra sé e sé, pensando che la sera precedente si era divertita parecchio, come pensava che si fossero divertiti anche loro.

Il pub dove erano andati, in effetti, lasciava alquanto a desiderare, ma del resto poco importava dato che la compagnia era buona. Inizialmente Elena era stata presa un po’ in giro da Dominic per via del fatto che non le piaceva la birra. Entrambi i ragazzi l’avevano guardata come se fosse una marziana non appena lei aveva dato quella notizia, tanto che Elena scoppiò quasi a riderli in faccia. A parte questo piccolo e anche insignificante particolare, avevano parlato un po’ di tutto, soprattutto di cinema in verità, giacché la passione di Elena in materia era venuta fuori quasi subito e aveva coinvolto anche gli altri due. La conversazione era stata incentrata in particolar modo sugli Oscar: Elena non ne aveva mai avuto veramente una buona opinione, tant’è vero che aveva espresso questa tesi anche a loro.

- Secondo me sono una farsa.- aveva esordito. - Credo che siano troppo political correct e che i vincitori siano troppo decisi a tavolino. Non mi sembra che alla fine siano poi così prestigiosi come premi cinematografici.- 

- In effetti non hai tutti i torti, spesso è come dici tu.- aveva concordato Billy, mentre invece Dominic non sembrava essere dello stesso parere. - Ma non è sempre così, se si va bene a guardare nella storia dell’Accademy sono stati assegnati tanti meritatissimi premi. E poi come si può negare il fascino di questa manifestazione in sé per sé?-

- Questo non lo metto in dubbio nemmeno io, ma prendiamo per esempio una cosa che vi riguarda da vicino, secondo voi perché proprio quest’anno Il Signore degli Anelli si è portato via tutti quei premi?-

Billy e Dominic si guardarono per un momento. - Perché se li meritava, la di là del fatto che noi potremmo essere di parte.- affermò Billy.

- Questo è vero. A dire la verità ho qualche riserva sull’Oscar come miglior film, ma questa è un’altra storia. Sono assolutamente convinta che sul piano tecnico la trilogia sia quanto di meglio ci sia in giro. Ed ho usato il termine trilogia non a caso, dato che a mio parere i premi strettamente tecnici sarebbero dovuti andare a tutti e tre i film. Invece cosa fa l’Accademy? Ragiona in questo modo: non possiamo premiare per tre anni consecutivi Jackson e il resto della banda, quindi premieremo tutti al momento in cui uscirà l’ultimo film.-

- E che ci sarebbe di male in questo? In fondo non è un ragionamento del tutto sbagliato.- osservò Dominic.

- Invece sì, e molto!- ribatté Elena piuttosto presa dal discorso. - In questo modo per gli Oscar di quest’anno non c’era storia, ipoteticamente il Ritorno del Re poteva essere la quint’essenza della schifezza, ma l’Accademy era comunque in debito di tutti quegli Oscar e non avrebbe potuto in nessun modo fare a meno di darglieli. E se ci fosse stato nel panorama cinematografico qualcosa che se lo fosse meritato più del Ritorno del Re? Come hanno fatto per la Kidman, non l’hanno premiata per Moulin Rouge, l’anno dopo sono stati costretti a premiarla per The Hours, e permettetemi di dire che non è giusto.-

- Non che non sia d’accordo con la tua tesi, ma in effetti non sarebbe stato troppo premiare per tre anni consecutivi sempre le stesse persone?- chiese Dominic.

- Ti rispondo con una domanda, - fece una pausa, come per dare più enfasi alla sua risposta. – Allora i premi si danno per meriti effettivi o perché si deve fare?-

- Se l’Accademy ragionasse sempre così allora come me la spieghi la pioggia di premi per Il Padrino parte prima e seconda, tanto per citarne un’altra di trilogia che ha avuto un sacco di premi?- Dominic con questa affermazione sperava di confondere un po’ Elena, ma evidentemente non aveva ancora capito che su quell’argomento era estremamente difficile fregarla.

- Non erano poi tanti i premi dati al Padrino, veramente.- Osservò subito la ragazza, - comunque si spiega benissimo: innanzi tutto c’è da dire che il libro di Mario Puzo al quale la trilogia è ispirata inizialmente comprendeva solo il primo episodio. Quindi al momento dell’uscita nessuno poteva sapere che si sarebbe trattato di una trilogia, infatti solo due anni dopo, nel “74, Coppola ha lavorato al progetto con Puzo per scrivere la seconda sceneggiatura, sull’onda del successo del primo. Se non sbaglio gli unici premi vinti in comune dai primi due film sono miglior film e miglior sceneggiatura rispettivamente negli anni 1972 e 1974, per il resto il primo si è portato a casa attore protagonista al fantastico Marlon Brando. E’ il secondo che ha ottenuto molti più riconoscimenti: attore non protagonista a De Niro, miglior regia, miglior scenografia e colonna sonora originale, anche se potrei essermi scordata qualcosa, non prendete per oro colato quello che dico. Il terzo invece non ha avuto nessun riconoscimento agli Oscar.-

A quel punto sia Dominic che Billy erano piuttosto sorpresi, tanto che nessuno dei due ebbe modo di ribattere a quello che Elena aveva appena detto. Dato il silenzio attonito che era sceso Elena si preoccupò un po’. - Ho detto una serie di stronzate oscene?- chiese preoccupata.

- Veramente no, per lo meno non mi sembra, non avrei nemmeno i mezzi per contraddirti, è che…- Dominic in quel momento interruppe Billy quasi come se si fosse ripreso improvvisamente da uno shock, esclamando:- Ma che sei, un critico cinematografico mascherato da ventenne?- Billy ed Elena risero, più per il modo in cui Dominic aveva esordito, da esagitato come faceva spesso.

- No, magari…- aveva risposto Elena non appena aveva smesso di ridere, - è solo che essendo un’appassionata di cinema in generale, e più in particolare essendo Il Padrino parte seconda in assoluto uno dei miei film preferiti, mi avete colto decisamente preparata sull’argomento.-

Elena era sicuramente una ragazza particolare, e questo avevano già avuto modo di notarlo subito la sera precedente. Sarà stato perché aveva ispirato fiducia ad entrambi, ma quella sera, conversando, avevano subito cominciato ad entrare più sul personale, raccontandosi vicendevolmente aneddoti delle loro vite. Elena in primis si era stupita di essersi aperta così con loro, anche se li conosceva così poco.

Mentre la serata era andata avanti ogni tanto aveva pensato a quella battuta di Chiara, Ma quello flirta!, riferito a Dominic. In effetti Elena non ne capiva molto, ma le sembrava che nei suoi confronti Dominic fosse un po’ troppo, come dire, affettuoso? Ogni scusa era buona per toccarla, anche distrattamente; ogni battuta che faceva era direttamente o indirettamente rivolta a lei e aveva quasi subito cominciato a farle dei dispetti che l’avevano divertita. Non che Billy fosse stato freddo con lei, anzi, ma manteneva comunque un atteggiamento più riservato che in effetti ad Elena, razionalmente parlando, sembrava decisamente più consono. Eppure, “l’affetto” di Dominic non le dispiaceva neanche un po’.

Sicuramente era insito nel suo carattere comportarsi così, non era certo flirt secondo lei.

 

Passarono oltre la sua finestra quasi subito, non notandola almeno apparentemente, fino a che dopo pochi secondi che erano passati, Billy aveva fatto capolino e l’aveva salutata con un cenno della mano, Dominic era comparso un paio di secondi dopo appoggiandosi a Billy e facendole una boccaccia, come una delle tante che le aveva fatto la sera precedente. Aveva guardato con entrambi gli occhi verso il suo naso e aveva tirato fuori la lingua, oscillando la testa a destra e sinistra. Elena scoppiò a ridere, tanto che Billy si era girato verso Dominic e aveva esclamato:- Ma te sempre il coglione devi fare?-

- Sarò pure un coglione, ma l’ho fatta ridere!-

- Secondo me ride per non piangere per quanto sei scemo!-

Intanto Elena si era alzata ed era andata alla finestra sempre ridacchiando.

- Ma la fate finita di litigare, rido perché mi hai fatto ridere!-

Dominic non appena Elena aveva finito di pronunciare quella frase le aveva appoggiato una mano sul collo e con delicatezza se l’era avvicinata dandole un bacio sulla guancia, cosa che sorprese parecchio la ragazza, che proprio non si aspettava un gesto del genere.

- Ti adoro!- gli aveva detto quindi Dominic, con Billy che se la rideva. Elena si prese un secondo per assimilare la cosa, poi riacquistata la vena comica si girò verso Billy e disse:- In effetti un po’ coglione è, e anche un po’ leccapiedi, ma diciamo che è simpatico e quindi va bene!-

Billy rise ancora più forte, e anche a Dominic scappò un sorrisetto, anche se si ricompose subito mettendo su un broncio stile bambino che fece ridere Elena.

- Dai, su non mettere il broncio!- gli aveva detto, ma Dominic non accennava a cambiare espressione. Elena allora si calò completamente nella parte, si mise seduta sulla finestra con le gambe penzoloni fuori e appoggiò una mano sulla spalla di Dominic cercando di consolarlo come si fa con i bambini, con evidente divertimento di Billy.

- Ma che brutto che sei con il broncio! Sì, sì, sei proprio un brutto bambino col broncio.- Dominic aveva accentuato ancora di più l’atteggiamento infantile portandosi il pollice alle labbra e incominciando a fingere di piangere. Elena si era rimessa a ridere, comunque continuò nella piccola sceneggiata che stavano mettendo su. Passò la mano che gli aveva già precedentemente messo sulla spalla su quella opposta, e mise sull’altra spalla del ragazzo l’altra mano. Dominic a quel punto si appoggiò a lei imitando un bambino che si nasconde sul petto della mamma, altro gesto che Elena decisamente non si aspettava. Dominic aveva appoggiato la testa contro la sua spalla e l’aveva stretta alla vita, poi aveva detto con voce pseudo infantile:- Quel bambino è cattivo, ride di me! Brutto!-, intanto indicava Billy alla sua sinistra che continuava a sghignazzare.

Elena, nonostante l’imbarazzo, continuò a stare al gioco.

- Però ha ragione, se me lo deprimi così. Su, fai il bravo, - disse diretta a Billy, - non ridere più!-

- Ok, ok, smetto, non ti faccio innervosire oltre il pupo!- aveva risposto Billy, a che Elena disse rivolgendosi a Dominic:- Visto? Ha smesso!-

Lui quindi aveva alzato lentamente la testa dalla spalla di Elena e aveva guardato verso Billy, rimettendosi di scatto nella posizione precedente come se si fosse spaventato, ripetendo il giochino un paio di volte. L’altro intanto si sforzava di stare serio, con poco successo però. Dominic quindi sempre lentamente, si era girato e aveva guardato Elena, senza accennare a lasciare la presa. Lei veramente sperava che lo facesse, ma evidentemente Dominic aveva ancora voglia di giocare, quindi lei si accinse a parlargli con tono materno.

- Su, dai me lo fai un sorriso?- gli disse mettendogli un dito sotto il mento e alzandogli leggermente il viso. - E dai, fammi un sorriso!-

Dominic quindi aveva lasciato la presa dalla vita di Elena e aveva congiunto le mani lasciandole cadere davanti a lui e, facendo un sorrisino scemo, aveva cominciato a dondolarsi come fanno i bambini. A quel punto tutti e tre avevano cominciato a ridere.

- La prossima volta che avete intenzione di fare un teatrino simile ditemelo che mi porto la videocamera!- aveva commentato Billy, che poi aveva aggiunto, per richiamare Dominic al dovere - Andiamo pupo, o facciamo tardi all’asilo!-

Dominic allora aveva salutato Elena dicendole con voce infantile:- Ciao tata!- e si era allontanato seguendo Billy che si era già avviato. Elena aveva tirato su le gambe ed era rientrata nella sua stanza, sorridendo. Quella vacanza aveva decisamente preso una piega inaspettata, ma sicuramente interessante.

 

- Ma è mai possibile che tu ti debba strusciare a qualsiasi ragazza conosci?- Aveva chiesto Billy a Dominic, pochi minuti dopo in macchina. L’altro aveva un’espressione divertita, si girò verso Billy che stava alla guida e disse:- E’ il mio sex appeal… sono talmente tanto affascinante che non posso fare a meno di farlo! Sarebbe un peccato tenerlo tutto per me, un vero sacrilegio! Che non lo sai che se madre natura ti fa un dono lo devi condividere con l’umanità?- Detto questo ridacchiò un po’.

- Che imbecille che sei, stai peggiorando rapidamente, e questo mi preoccupa.- Aveva detto Billy divertito anche lui, anche se cominciava veramente a pensare che Dominic stesse esagerando con quel tipo di ironia.

- E poi non capisco proprio perché ti diverti a tormentare quella ragazza…- aveva aggiunto.

- Se è per questo faccio un’opera di bene, non mi sembra proprio il tipo che riceve tante attenzioni!-. Detto questo aveva continuato a ridacchiare nella convinzione di aver detto chissà che cosa divertente, Billy invece aveva preferito non commentare la battuta. Diciamo che si era limitato a rimpiangere il Dominic di qualche anno prima, anche se dopo quei giorni passati a stretto contatto con il suo amico cominciava a temere che quella persona non ci fosse più.

Ormai era praticamente mezzogiorno, Elena quindi decise di non uscire affatto per quella mattina, si sedette nuovamente davanti al computer riconnettendosi per scaricare la posta, dato che la gradita interruzione di pochi minuti prima, non le aveva permesso di portare avanti quello che aveva cominciato.

- Una volta tanto pranzerò con mamma e babbo, sarà contenta mamma.- disse tra sé e sé.

Dopo poco, persa con lo sguardo sullo schermo del suo pc, si sorprese a pensare a Dominic.

Quando se ne rese conto, superato lo stupore iniziale, un dubbio cominciò prepotentemente a farsi largo nella sua mente.

Violando per l’ennesima volta qualsiasi tipo di accordo telefonò a Chiara, aveva veramente bisogno di parlare con lei. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Impulsi irresistibili ***


Nuova pagina 1

Capitolo quinto - Impulsi irresistibili

 

Dopo aver parlato una buona mezz’ora con Chiara, Elena si calmò un po’.

Non c’era niente di male nel sentirsi attratti da una persona, ma per lei era una cosa del tutto fuori dal comune sentirsi tanto presa da confessarlo addirittura a qualcuno, Chiara compresa.

E’ ovvio che non fosse la prima volta che le capitava, ma certo era tanto che non permetteva a se stessa di prendere atto di essersi presa un’infatuazione, perché solo di una stupida infatuazione si trattava.

Eppure aveva una gran paura, anche se sapeva che alla fine quell’incresciosa situazione, si sarebbe risolta benissimo, in quanto cosa rischiava lei?  Nulla. Assolutamente nulla, tanto sapeva già come sarebbe andata. Avrebbe continuato a fare finta di niente, e faceva bene a  fare così. Se per una come lei era difficile entrare in contatto con un ragazzo normale, figuriamoci con uno come Monaghan, che a parte per gli otto anni più di lei, cosa che poi era il problema minore, era anche un attore di fama mondiale. Mentre pranzava con sua madre e suo padre, Elena si era persa spesso in queste congetture. Sapeva benissimo da cosa derivasse la sua paura, ammettere a se stessa che stava nascendo un sentimento significava mettersi a nudo e necessariamente abbassare le difese. Non doveva assolutamente fare niente che, in qualche modo, avesse anche soltanto fatto intuire a Dominic quello che stava nascendo dentro di lei, se non voleva rischiare di coprirsi di ridicolo. La scelta giusta sarebbe stata smettere di frequentare sia lui che Billy, ma questo era  rinunciare a troppo. Con quei due stava bene, si divertiva, quindi Elena decise di prendere la strada meno facile, cioè la strada del fingere indifferenza. Era dura, ma lei sapeva benissimo che ce l’avrebbe fatta.

- Elena, sei tra noi?- Suo padre le stava passando una mano davanti alla faccia per testare una sua reazione, Elena si accorse di quel gesto solo dopo qualche secondo. Incontrò lo sguardo di suo padre, divertito e rise anche lei.

- Mi ero persa nelle mie congetture…- disse lievemente imbarazzata.

- Ce n’eravamo accorti!- rispose suo padre.

Sua madre ovviamente, da affettuosa impicciona quale era, volle sapere dell’appuntamento della sera prima, ed Elena le raccontò per sommi capi quello che era successo. Nel discorso disse anche alla madre del fatto che praticamente era partita senza portarsi niente per uscire la sera, dato che le uniche cose che si era portata le andavano ormai troppo larghe.

- Bene, allora vieni a Glasgow con me domani, andiamo a fare shopping!- aveva detto sua madre tutta eccitata. Elena per un momento desiderò quasi mordersi la lingua per staccarsela di netto, ma perché doveva parlare sempre così tanto?

- A Glasgow?- chiese stupita. - Che ci vai a fare a Glasgow?-

- Ti ricordi la mia amica Mirella, quella di Roma che ha un figlio dell’età tua?-

Eccome se la ricordava. Mirella era simpatica, ma il figlio per niente. Era il classico figlio di papà con la puzza sotto il naso, solo a ripensarci le prendevano i brividi. Si limitò a dire un sì.

- Lei e il marito sono in Scozia per una breve vacanza, dato che si trattengono a Glasgow un paio di giorni ho pensato di andarla a trovare. Tuo padre ovviamente non può abbandonare l’albergo nemmeno per un giorno, se vieni con me non mi mandi sola e in più possiamo rinnovare un po’ il tuo guardaroba.-

La proposta non era poi così male, anche se fare shopping con sua madre era deleterio per il suo sistema nervoso, tra l’altro Elena aveva veramente bisogno di vestiti nuovi. In più, il pericolo che ci fosse il pariolino figlio di papà era scampato, quindi accettò, del resto un paio di giorni fuori le andavano.

Certo, dopo un minuto le venne in mente che sarebbe stata due giorni senza vedere Dominic, alla realizzazione di quel pensiero si era portata senza darlo a vedere una mano alla fronte, continuando a ripetere tra se e se:- Ci sono cascata come una cogliona, povera me!-

 

Nel pomeriggio, sdraiata sul suo telo da mare con le cuffiette alle orecchie, guardava la chioma dell’albero sotto al quale era sdraiata, con la mente completamente libera da ogni pensiero.

Era una giornata straordinaria, la Scozia sotto quella luce sembrava un altro mondo, faceva persino più caldo del solito, tanto che Elena aveva potuto togliersi la felpa, rimanendo con  la maglietta a mezze maniche.

Canticchiava a bassa voce il ritornello di “Sunday Bloody Sunday” degli U2, godendosi quella pace e quel sole inaspettato, quando avvertì negli auricolari un’interferenza telefonica. Aveva allungato la mano verso il suo cellulare, giusto in tempo perché cominciasse a suonare. Pensava ad un messaggio di Chiara, con sua sorpresa vide che sul suo display lampeggiava il nome Dominic. Inutile dire che per poco non le prese un colpo. Con uno scatto si tirò su seduta e rispose, togliendosi gli auricolari dalle orecchie.

- Ciao tata, tutto bene?- le disse lui dall’altra parte.

- Sì, tutto bene…-

- Abbiamo un problema qui, io e Billy ci stavamo chiedendo se ci puoi aiutare.-

- Che problema?-

- Nulla di grave, spero, dev’esserci stato un errore di sistema nel mio computer, c’è un file di Word che non riesco più ad aprire. Siccome era una cosa importante e mi pare che tu un po’ più di me ci capisca, volevo sapere se puoi aiutarci.-

Elena non aveva minimamente capito che fosse successo, tuttavia sapeva per esperienza diretta che era completamente inutile che cercasse di capire senza avere il computer davanti.

- Siete in albergo? Te lo chiedo perché ho bisogno di vedere per rendermi conto.-

- Ehm, no…-

- Ah. Se siete qui vicino posso venire un attimo da voi.-

- Non molto, siamo al lago, a Loch Ness.-

Elena si chiese che diavolo ci facessero quei due con un portatile davanti al lago. Improvvisamente le venne in mente di quella balla della vacanza lontano da tutto e tutti, capì che le sue supposizioni si stavano rivelando fondate, stavano davvero architettando qualcosa! La curiosità era moltissima, ma Elena era sempre stata una persona dedita ai fatti suoi, quindi continuò a comportarsi coerentemente al suo modo di essere.

- Ma se non ti disturbiamo posiamo tornare subito.- aggiunse, - Se non ti disturbiamo davvero però, ok?-

- Tornate pure, tanto io non stavo facendo assolutamente nulla… avete interrotto una seduta di meditazione forzata!-

Si dettero appuntamento nella hall, Elena quindi raccolse le sue cose e incominciò ad andare verso l’albergo.  Lei arrivò circa due minuti prima dei due ragazzi, il primo che vide arrivare fu appunto Dominic, che appena entrato si guardò intorno.

Portava un paio di jeans un po’ scoloriti, scarpe da ginnastica e una maglietta gialla con delle strisce orizzontali all’altezza del petto celesti. Elena pensò subito che, anche vestito così semplicemente e senza gel sui capelli, stava benissimo. A pochi passi da lui c’era Billy, che stava camminando sempre verso di lei.

Che bello spettacolo! pensò subito Elena guardando fissa Dominic, quasi non scoppiò a ridere per i pensieri che le passavano per la mente, per fortuna convertì il tutto in un sorriso, che sembrò essere stato di rimando a quello che Dominic le aveva fatto non appena l’aveva trovata con lo sguardo.

Dominic arrivò davanti a lei e la salutò, fu Billy a parlare per primo.

- Innanzi tutto ci devi scusare, non vogliamo assolutamente approfittarci di te…-

- Ma di che vi preoccupate!- gli rispose sorridendogli Elena, - Piuttosto non confidate troppo nelle mie conoscenze informatiche, non sono poi granché. Allora, mi fate vedere?-

- Sì, però ho un problema, la batteria è quasi scarica, devo attaccare il pc alla corrente, andiamo un attimo su da me, o da Billy…- disse Dominic che nel frattempo si era seduto sul bracciolo della poltrona dove era seduta Elena.

- Facciamo prima ad andare in camera mia. - disse distrattamente Elena, pentendosi immediatamente di aver proposto quella cosa, dato che non aveva idea di cosa avesse lasciato in giro in camera sua. Ormai però era tardi per ritrattare.

- Ok.- le rispose Dominic alzandosi. Anche lei si alzò, facendo strada ai due, anche se Billy si fermò subito.

- Se non avete bisogno di me io me ne vado in camera mia, mi faccio una doccia e mi riposo un po’, stanotte abbiamo fatto troppo tardi, e io ho una certa età, giovincelli!-

Dominic non si lasciò sfuggire l’occasione di sfottere Billy, si avvicinò ad Elena e le passò un braccio attorno alle spalle stringendosela contro e dicendo:- Ok nonnetto, noi giovanotti allora stasera folleggeremo senza di te!- poi rivolgendosi ad Elena:- Fanciulla, stanotte sei tutta mia!-

Elena dopo quel commento non aveva potuto fare a meno di divincolarsi immediatamente da quella piacevolissima stretta, che però stava cominciando a diventare imbarazzante.

Billy osservò la scena e capì immediatamente l’imbarazzo di Elena, Dominic stava veramente esagerando.

- Andiamo, prima pensiamo al computer piuttosto che a folleggiare, tato!- aveva risposto Elena cercando di sembrare più sciolta possibile.

Appena entrata in camera sua aveva fatto entrare Dominic e gli aveva detto di appoggiare il computer alla sua scrivania e di collegarlo alla corrente elettrica.

- Io faccio pipì intanto!- gli aveva detto sorridendo.

- Sì, sì, certo, non preoccuparti!- aveva risposto al sorriso, accingendosi a fare come gli aveva detto lei.

Mentre si lavava le mani, Elena si guardò allo specchio, con la mano sinistra ancora bagnata si sciolse i capelli e guardò come stava. Meglio che con la coda, ma poi si trovò a pensare che erano proprio questo genere di velleità che mettono a nudo certi interessi, quindi, come se li era sciolti, velocemente se li legò di nuovo, quasi con un’espressione di rimprovero verso se stessa.

Appena uscì dal bagno trovò Dominic in piedi davanti alla scrivania.

- Che fai lì in piedi, siediti pure!- gli disse. Dominic allora si sedette sulla seggiola davanti al pc. Elena ne prese un’altra che era dall’altra parte della stanza, Dominic vedendola prendere di peso l’oggetto si alzò subito andandole incontro e prendendole la seggiola dalle mani, portandola a destinazione al posto suo.

- Grazie…-disse Elena, stupita per il gesto cavalleresco.

Alla fine il problema era molto semplice, Elena riuscì a risolverlo abbastanza bene. In effetti era un po’ preoccupata, aveva paura che Dominic e Billy si fossero fatti l’idea che lei s’intendesse davvero di informatica, mentre invece non era proprio così. Tra il saper usare il computer e intendersene passa una bella differenza.

- Il sistema operativo è Windows Xp, vero?- chiese Elena a Dominic mentre riduceva ad icona il file di Word difettoso e guardando il desktop del pc.

- Sì. Ho comprato questo computer un mese fa, non ho ancora una gran confidenza con quell’aggeggio.- si giustificò lui.

- In verità è molto semplice la risoluzione del problema. E’ che Windows Xp è un sistema operativo un po’ bastardo, funziona bene solo con i programmi creati apposta, e tu hai installato una versione di Office un po’ vecchiotta. Basta installare quella nuova, per fortuna ne ho una copia dietro, dato che anche con il mio portatile ho avuto lo stesso problema. A volte si bloccava improvvisamente, così un amico mi ha spiegato qual è il problema. Se vuoi ti do i cd e lo puoi fare da solo, si tratta solo di aggiornare la vecchia versione con la nuova, fa tutto in automatico.-

Dominic storse un po’ la bocca, anche quella semplice cosa per lui era un bell’ostacolo.

- Veramente è meglio se me lo fai tu, sono convinto che riuscirei a fare casino anche così.-

- Ah, ho capito che tipo sei!- Disse Elena. - Devi trovarti tutto pronto, altrimenti non riesci a combinare nulla!-

- Touche!- rispose Dominic alzando le mani, Elena in effetti c’aveva preso.

Mentre Elena gli installava la nuova versione di Office, Dominic si era messo a girellare per la stanza.

Non stava curiosando, anche perché c’era ben poco da vedere, era comunque sempre una stanza d’albergo e non poteva dire più di tanto della ragazza. Osservò la pila di libri che c’erano sul comodino, ma erano tutti in italiano e non riuscì a capire i titoli, non conosceva tutti i nomi degli autori, vide che ce n’erano alcuni che dovevano essere italiani. L’unico che riconobbe subito, grazie al fatto che non necessitava di traduzione, fu 1984 di George Orwell; dedusse, anche se non capiva il titolo in italiano, che il libro del quale l’autore era Anthony Burgess fosse Arancia Meccanica dalla locandina dell’omonimo film di Kubrick stampata in copertina. Tuttavia la sua attenzione fu richiamata da un altro particolare: sul letto infatti, nascosto parzialmente da un asciugamano, riconobbe, vogliamo chiamarlo intuito maschile?, la spallina di un reggiseno. Guardò un momento Elena e la vide di spalle assorta in quello che stava facendo, quindi non resistette alla tentazione di guardare meglio quell’indumento. Si avvicinò con circospezione, fingendo anche un po’ d’indifferenza, quindi quando fu abbastanza vicino con un dito lo fece scivolare da sotto l’asciugamano osservandolo incuriosito. Se avesse detto di non aver osservato per niente quell’aspetto del fisico di Elena sarebbe stato un vero bugiardo, ma non si era fermato a pensare a quale potesse essere la sua misura. Insomma, normalmente l’avrebbe anche fatto, ma Elena proprio non gli diceva niente fisicamente, anzi, quindi non ci aveva perso nemmeno tempo. Eppure la dimensione di quel reggiseno era quantomeno notabile. Se ne stava come un cretino con la testa inclinata da un lato studiando quel pezzetto di stoffa nero, tornò per un momento con lo sguardo su Elena che era sempre assorta dal suo lavoro, così decise di osare e di abbandonarsi ad un impulso che aveva avuto.

Se avesse avuto una mezza idea di come si installa un programma avrebbe evitato di mettersi in quella situazione, ma nell’ignoranza e senza alcun ritegno, aveva messo gli indici sotto le spalline e aveva sollevato l’indumento portandoselo davanti agli occhi. Elena proprio in quel momento finì di digitare il codice che era richiesto e dopo aver dato l’avvio al programma si era girata vedendo quella scenetta: Dominic con la testa inclinata da una parte intento nello studio del suo reggiseno. La scena era troppo comica perché potesse evitare di mettersi a ridere, Dominic aveva una tale faccia da imbecille che sarebbe stato umanamente impossibile non ridere. Lui, ignobilmente beccato sul fatto, aveva tirato giù gli avambracci rimanendo fermo con un’espressione sul viso se possibile ancora più ridicola della precedente. Avrebbe voluto sprofondare per la vergogna, ma dopo un po’ si rese conto della comicità della cosa e cominciò a ridere anche lui.

- Ma che diavolo stavi facendo?- riuscì a dire Elena tra le risate mentre si alzava. Poi era andata verso di lui e si era riappropriata del suo reggiseno. Dominic, fortemente imbarazzato, si era portato una mano dietro la testa e aveva bofonchiato uno Scusa un po’ ridicolo, Elena intanto continuava a ridere.

Non si era nemmeno arrabbiata, o offesa. Del resto, anche se magari sarebbe stata una reazione più che normale, come faceva ad arrabbiarsi dopo aver visto una scenetta tanto divertente?

Nei pochi minuti che seguirono calò un silenzio totale. Dominic si era seduto nuovamente e stava fermo, evitando così di fare qualche altra stupidaggine, Elena invece avrebbe tanto voluto continuare a ridere, ma si tratteneva per scrupolo, dato che aveva intuito quanto Dominic si sentisse in imbarazzo.

Non appena l’installazione si fu completata e il computer si fu riavviato Elena aveva controllato che il file si aprisse senza causare danni, cosa che avvenne con successo.

- Allora è tutto apposto.- disse, mentre richiudeva subito il documento evitando di leggere anche solo una parola. - Però se è una cosa importante ti consiglierei di mettere tutto su un cd, vedo che il masterizzatore ce l’hai. Gli errori di sistema possono sempre capitare, e si dovrebbe sempre tenere una copia delle cose più importanti.- Dall’espressione che lesse sul viso di Dominic Elena capì che anche quella per lui era una cosa difficile.

- Non sai usare il programma del masterizzatore, vero?- chiese.

- In effetti, devo darti ragione… ancora non me lo sono fatto spiegare.-

- Va bene, facciamo così, - propose Elena, - adesso non posso perché non ho neanche dei cd vuoti, ma tra un paio di giorni, quando torno da Glasgow, me li procuro così ti faccio una copia del programma che ti ho installato e ti salvo i file importanti. Però devi sbrigarti ad imparare, con un computer è sempre meglio essere almeno un po’ autosufficienti, se no sono macchine inutili.-

- Te l’ho detto, ce l’ho da poco e ancora non ci ho preso confidenza. Magari mi puoi dare tu una mano.-

Elena sorrise:- Ho come la netta impressione che tu creda che io sono una grande esperta. No, perché se lo credi hai fatto un grosso buco nell’acqua!-

- Beh, sempre meglio di me stai messa!-

Elena intanto stava spegnendo il computer di Dominic, dato che aveva notato da parte sua una certa fretta nel voler andare via. Le dispiaceva un po’ quell’atteggiamento, ma del resto il lavoro era fatto, quindi non c’era alcun motivo che Dominic rimanesse in camera sua. In effetti, quando se ne fu andato, Elena si trovò a pensare che quello che le era dispiaciuto maggiormente fosse stato il fatto che aveva buttato giù distrattamente nel discorso che se ne sarebbe andata per un paio di giorni, e lui non aveva commentato minimamente la cosa. A dire il vero praticamente non se n’era neanche accorto.

Mi sembra ovvio, perché dovrebbe interessargli?, si ritrovò a pensare.

Distrattamente prese una borsa e si mise a preparare alcune cose che le sarebbero servite per passare una notte a Glasgow, dato che la mattina dopo sarebbe partita piuttosto presto era bene che si preparasse per tempo.

 

- Sei veramente un cretino!- aveva sentenziato Billy poco dopo nella sua stanza, quando Dominic gli aveva raccontato della figuraccia che aveva fatto con Elena.

- Lasciamo perdere, stavolta tocca darti pure ragione. Però deve avere un bell’armamentario!-

Billy si lasciò scappare una risatina. - Ma se hai tutto questo gran bisogno di sesso, perché non te ne torni da Jennifer? Te ne torni a Manchester e ti prendi il primo aereo per Los Angeles… se devi stare in questo stato, meglio che vai e ti sfoghi!-

- Ah ah ah, sei davvero simpatico!- fu la risposta di Dominic, che subito tornò all’argomento precedente.

- Mi ci sono proprio perso, mi sa che dovevo sembrare un liceale arrapato, o giù di lì, perché s’è fatta una gran risata. Almeno ho uno scopo nella vita, far morire la gente dal ridere!-

- In effetti sembri spesso un liceale arrapato, che non hai mai visto due tette abbondanti? Mamma mia, come stai messo male!-

- Sai, è stata una rivelazione così sul momento, non ci avevo fatto caso prima, così sono rimasto un po’… stupito, ecco.-

- Allora sei cieco!- disse ridacchiando Billy - mi sa che ai tempi del liceo passavi parecchio tempo a giocare in solitario con Lillo, come lo chiami tu. In ogni modo, tornando a Elena, io c’ho fatto caso subito a quel particolare, del resto è lampante! Comunque - continuò a dire ostentando un tono serio, - sappi che non tutte le parti anatomiche grandi sono lampanti come le tue orecchie…- Billy dopo aver detto questo ridacchiò aspettando la reazione di Dominic, che in genere era molto suscettibile quando si tirava in ballo la dimensione delle sue orecchie.

- Una cosa per volta, - rispose l’altro con fare finto minaccioso, - innanzi tutto io e Lillo abbiamo avuto sempre un ottimo rapporto, proprio perché durante i bui anni del liceo ci confidavamo spesso i nostri tormenti.- Dominic assunse un’aria pensierosa, annuendo pronunciatamente. - Eh sì…- sospirò, - è uno dei migliori rapporti che ho tutt’ora!- dicendo questo ridacchiò un po’, mentre Billy faceva altrettanto.

- Per seconda cosa, mi complimento con te, e poi sono io quello arrapato! Tu sei andato a guardare le tette di quella! E poi, tanto per mettere i puntini sulle i, ci credo che le mie orecchie sono sicuramente più lampanti, in una persona dove tutte le misure sono normali una cosa grossa si vede, in un fisico dove tutto e fuori misura direi che quelle tette sono ampiamente assimilate!- detto questo ridacchiò con fare altezzoso. Billy smise del tutto di ridacchiare ed evitò di commentare, come aveva fatto quella mattina. Insomma, avrebbe preferito che avesse attaccato lui con una scusa qualsiasi, piuttosto che prendere sempre di punta Elena, che per altro era assente. Cambiò discorso, evitando di pensarci.

- Elena ti ha fatto qualche domanda sul file?- chiese.

- No, assolutamente. E’ stata molto discreta, anche se non credo che abbiamo bisogno di mantenere tanto mistero anche con lei, voglio dire, è innocua. In effetti, non è che se le diciamo qualcosa succede un cataclisma, infatti. E a dirtela tutta non capisco nemmeno più perché stiamo mantenendo tutto quest’alone di mistero anche con il resto della gente.-

- Perché così nessuno ci rompe le palle!- aveva affermato Billy. - Sai che certa gente poi non ce la schioderemmo più di torno. Ma ad Elena potremmo anche dirlo.-

- Se capita un’altra situazione simile allora possiamo spiegarle? - chiese Dominic per accertarsi che anche Billy fosse d’accordo.

- Se credi, fai pure.-

 

Quella sera, prima di andare a letto, Elena si interrogò sull’eventualità o meno di cercare Dominic e Billy per salutarli. Era lei che se ne andava, quantomeno era educato che fosse lei a cercarli per salutarli. Aveva aspettato per un po’ al bar, magari sarebbero scesi a bere qualcosa, ma alle undici passate ancora non si erano visti. Data la non curanza che Dominic aveva mostrato per la cosa, Elena pensò che probabilmente non erano interessati o, meglio, Dominic non era interessato. La cosa le dispiaceva un po’, ma cercò di non pensarci troppo.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Lontananza Utile ***


Nuova pagina 1

Probabilmente non ha molto senso vedere scritte queste parole, è solo abbinandole alla musica che danno delle vere e proprie emozioni. In ogni modo mi piace l’idea di aprire con questa citazione, leggendo capirete il perché!

Grazie a tutti quelli che seguono!

 

Recondita armonia

di bellezze diverse!...E’ bruna Floria,

l’ardente amante mia,

e te, beltade ignota,

cinta di chiome bionde!

Tu azzurro hai l’occhio, Tosca ha l’occhio nero!

L’arte nel suo mistero

le diverse bellezze insiem confonde:

ma nel ritrar costei

il mio solo pensier, Tosca, sei tu!

 

“Recondite Armonie”, da “La Tosca” di Giacomo Puccini

 

Capitolo Sesto - Lontananza utile

 

Mirella, l’amica di sua madre, era esattamente come Elena la ricordava: gioviale, amichevole, simpatica. La giornata passata con lei in giro per Glasgow era stata divertente, certo, aveva giovato all’umore di Elena soprattutto il fatto che la mattina, appena in tempo prima che partisse, Dominic e Billy avessero bussato alla porta della sua stanza per salutarla.

Dominic lì per lì non aveva capito che Elena sarebbe partita. La sera precedente si era ricordato che Elena gli aveva detto qualcosa in proposito ad una partenza solo tardi, così la mattina dopo, i due erano andati alla reception e avevano chiesto di lei, appurando che era ancora in camera sua. Dominic avrebbe fatto anche a meno di salutarla, infondo fra nemmeno due giorni sarebbe stata di ritorno, ma Billy aveva insistito, dato che lui non aveva avuto nemmeno occasione di ringraziarla per aver risolto quel loro guaio informatico.

Elena aveva sentito bussare alla sua porta e aveva aperto ritrovandoseli davanti.

- Credevi che ti lasciassimo andare via così, di nascosto?- aveva esordito Dominic.

- Di nascosto? Io ieri ti avevo detto che sarei andata via!-

- Infatti, solo che quest’idiota non me l’ha detto prima di mezzanotte ieri, ormai era tardi per scendere a salutarti.- aveva detto Billy.

Dominic ovviamente aveva cominciato a fare come al suo solito, per salutarla l’aveva abbracciata e le aveva dato, oltre che i due baci di rito, anche uno sul collo, facendo uno strano verso. Elena per poco non moriva da ridere, Billy invece era quasi innervosito dalla cosa. Eccolo, il solito esagerato smanaccione, e pensare che lui era quello che di salutarla non aveva neanche voglia… pensò. Anche lui la salutò con un bacio, era stato un po’ meno affettuoso e appiccicoso di Dominic ovviamente.

 

***

 

Elena e sua madre avevano preso una stanza in un piccolo albergo del centro, lo avevano raggiunto senza problemi dalla stazione ferroviaria. Dopo la giornata a passeggio erano entrambe stanche, si erano congedate da Mirella e da suo marito non molto dopo cena. La mattinata seguente era stata spesa nello shopping ed Elena era stata abbastanza contenta nel vedere che sua madre non aveva voluto interferire troppo e non l’aveva costretta nemmeno una volta a provarsi qualcosa che le facesse ribrezzo. Era stata anche quella una bella giornata, avevano rivisto Mirella nel pomeriggio e ripreso il treno all’ora di cena, tornando all’albergo a Loch Ness sul tardi.

Sia Elena che sua madre erano andate immediatamente a dormire, anche se la prima cosa che aveva fatto Elena appena tornata in camera sua era stata quella di accendere il computer e scaricare la posta. Chiara in quei due giorni le aveva promesso che le avrebbe dato una risposta definitiva al grande dilemma se fosse venuta o no a trovarla in Scozia. Elena trovò infatti la sua e-mail, dove l’amica a caratteri cubitali le aveva scritto:- Mi danno le ferieeeeeee!!-

Elena per poco non lanciò un urlo dalla gioia, Chiara sarebbe partita giovedì 12 e l’avrebbe raggiunta in quel posto desolato per rimanerci fino al 18, con lei accanto la noia sarebbe stata solo un brutto ricordo! Dopo quella bella notizia, Elena cominciò a sentire ancor meno la stanchezza, decise di mettere a posto i vestiti nuovi che aveva comprato.

Sua madre le aveva fatto prendere un sacco di cose, tanto che Elena ad un certo punto aveva deciso di smettere di provarsi vestiti, anche perché non voleva farle spendere troppo, ma sua madre aveva insistito, con la scusa che ancora non le aveva fatto nessun regalo per il diploma.

- E la macchina?- osservò Elena pensando alla Twingo nuova fiammante che aveva lasciato in garage a Firenze e che era arrivata dal concessionario appena un giorno prima che partisse per la Scozia.

- Quella è da parte del babbo, io non c’entro niente! E poi smettila di fare i conti in tasca a tua madre, i soldi sono miei e li spendo un po’ come voglio, intesi?- aveva così ammonito bonariamente sua figlia.

Erano veramente dei bei vestiti, Elena non era per di più abituata ad entrare in un negozio e a trovare tanti vestiti che le stessero bene. In quelle due settimane il suo peso aveva continuato a scendere, forse anche un po’ più velocemente di prima. Sarà stata l’aria scozzese? Chiara sosteneva fosse l’amore, ed Elena si arrabbiava un po’ quando le sentiva dire certe cose. In ogni modo aveva perso altri quattro chili abbondanti, fatto che, da qualsiasi cosa dipendesse, era positivo a prescindere.

Come si poteva spiegare ad una persona che non aveva mai avuto rilevanti problemi di peso il suo stato d’animo e il cambiamento che c’era stato nel rapporto con il suo corpo? Era estremamente difficile decifrarlo anche per se stessa, Elena meglio non sapeva definirlo che come una riappropriazione di sé. Aveva scoperto una parte della sua personalità che non conosceva, e la cosa le piaceva. Era bello vedere persone che non vedeva da tanto e sentirsi dire quant’era carina così com’era adesso, e come lo sarebbe stata tra non molto, se continuava così. Percepiva anche che si stava sciogliendo nei confronti di altri fattori importanti, come il rapporto con l’altro sesso. Non era un caso che proprio in quel momento Elena si fosse sentita pronta ad ammettere a se stessa che si era presa una bella cotta. Non che ci sperasse in quella storia, tutt’altro, per lei era sensazionale anche solo il fatto che quella cosa fosse accaduta. Osservando il comportamento nei confronti dei ragazzi che le sue coetanee tenevano, si rendeva perfettamente conto che l’atteggiamento che Dominic teneva con lei non aveva niente di particolare, ma fosse stato appena un anno fa, Elena non si sarebbe fatta nemmeno avvicinare.

Inutile negarlo, quei due giorni erano stati la prova del nove per capire se la sua era una vera cotta o solo un abbaglio. Il giudizio finale era che sì, era decisamente una cotta la sua. Era un po’ irrazionale quello che provava, ed Elena lo sapeva fin troppo bene dato che di Dominic non sapeva poi molto, eppure aveva pensato a lui fin troppo spesso, tutto glielo ricordava. Le venivano in mente le sue smorfie, i suoi gesti, sentiva nella parlata degli altri la sua stessa cadenza, cosa ben strana essendo in Scozia. Era un chiodo fisso, per questo mentre metteva in ordine i suoi abiti nuovi aveva stabilito di non avere più nessun dubbio plausibile.

 

***

 

La mattina dopo Elena non era uscita. Aveva dormito poche ore soltanto, e aveva un po’ di mal di testa, forse dovuto, oltre che al poco sonno, anche al vento fresco che aveva soffiato incessantemente a Glasgow per tutta la giornata precedente. Aveva rassettato la sua stanza senza aspettare che ci pensassero gli addetti alle pulizie, del resto, essendo la figlia dei proprietari, godeva sicuramente di un po’ più di libertà degli altri ospiti dell’albergo, poteva andare e venire come voleva.

Aveva acceso il computer solo per usarlo come uno stereo, aveva messo su il cd della “Tosca” di Puccini e lo stava ascoltando mentre leggeva il suo libro.

Dopo un po’, mentre era immersa nella lettura, avevano bussato alla porta, Elena si era affacciata prima alla finestra per vedere chi fosse. Billy le aveva sorriso da davanti alla porta, lei lo aveva fatto di rimando, quindi si accinse ad aprire.

- Ciao, bentornata!- le disse lui appena lei gli aprì la porta.

- Grazie!-

- Ho visto la finestra aperta e ho dedotto che eri tornata, andato bene il soggiorno a Glasgow?-

Elena fece accomodare Billy e gli raccontò degli ultimi due giorni. Ovviamente dopo poco Elena non poté impedirsi di chiedere notizie di Dominic.

- E’ andato a fare una passeggiata per conto suo, è uscito presto stamattina. Problemi con in gentil sesso, la sua donna ieri sera l’ha tenuto al telefono non so quanto, era veramente nero ieri sera, non ci si poteva neanche parlare.-

- Ah…- si limitò a commentare lei. Certo, non ci sperava e non c’aveva mai sperato, ma sapere che Dominic era sentimentalmente legato a qualcuno, le aveva scatenato un po’ di gelosia, cosa che era perfettamente normale in quella situazione.

- Poveraccio…- aggiunse subito dopo.

- Mica tanto.- si lasciò scappare Billy. Elena lo guardò incuriosita, lui fece finta di niente, ma dopo poco aggiunse:- Tanto mi posso fidare di te, posso contare sulla tua discrezione?-

- Beh, certo, ci mancherebbe.- gli rispose Elena. Chiese a Billy di aspettare un momento e si alzò per abbassare la musica, ma Billy le disse di non farlo. Quando era passato davanti alla sua finestra e si era avvicinato vedendola aperta, la prima cosa che aveva sentito erano state le note di Puccini che si diffondevano nell’aria. Quella ragazza non mancava mai di stupirlo, ogni volta che aveva a che farci.

- No, dai lasciala, è bellissima questa musica, mi piace Puccini.-

Elena quindi si limitò a riavviare il cd dall’inizio, dato che il suo preferito dell’opera rimaneva il primo atto, tornò a sedersi sul letto vicino a Billy, che per sommi capi le raccontò di Dominic e Jennifer.

- Tanto per non dilungarmi tanto, credo che sia cominciata non più di cinque mesi fa. Già all’inizio lui ne parlava in toni poco entusiastici, mi aveva già fatto capire che era una cosa non molto seria, almeno per lui. Jennifer invece deve aver capito il contrario, perché gli si è appiccicata come una piovra. Per carità, è anche simpatica, ma con rispetto parlando è un po’ stupida, o molto furba, ancora non ho capito in effetti se sta con lui per un tornaconto o se è veramente presa. Comunque non è alle sue colpe che mi riferivo, piuttosto al fatto che Dominic avrebbe dovuto subito far presente che era una cosa poco seria. Invece continua a stare con lei, riempiendola di corna e facendo finta di niente. Poi è ovvio che lei lo chiami e faccia scenate, è inutile che s’incazza per questo, ti pare? Insomma, mi sembra grandicello per questi giochetti, se vuole scopare in giro nessuno gli impedisce di farlo come più gli pare, ma perché deve trascinarsi una donna dietro, non lo capisco proprio.-

- In effetti…- rispose Elena che un po’, certamente, aveva avuto bisogno di accusare quelle rivelazioni.

In quel momento avevano cominciato a diffondersi nell’aria le note di una delle arie più famose della “Tosca”, nonché la preferita di Elena, “Recondite Armonie”.

- Oh mio Dio!- esclamò appoggiando i gomiti sul letto dietro a se e mandando la testa indietro. – Non senti che meraviglia che è questo pezzo… la melodia, è questa che mi fa impazzire!-

- Ti piace così tanto Puccini?- chiese Billy, che si era girato verso di lei guardandola colpito, mentre l’aria andava avanti.

- Da morire.- disse Elena, che stava con gli occhi chiusi cullata in quella musica. Si rese conto che agli occhi di un estraneo tutto ciò poteva sembrare esagerato, ma non aveva potuto farne a meno: quella musica le entrava così tanto dentro che ci si perdeva ogni volta che l’ascoltava.

Billy era stupito in effetti, e molto. Non si trovavano ad ogni angolo di strada delle ventenni che impazzivano per la musica di Puccini.

- Tu hai mai studiato musica Elena? Suoni qualche strumento?-

Lei si limitò a scuotere la testa, parlò solo dopo qualche secondo, quando la sua aria preferita volse al termine.

- I miei genitori quando ero piccola hanno provato a mandarmi a lezioni di piano, ma io sono sempre stata allergica a qualsiasi tipo di imposizione, così quelle lezioni durarono poco. Però in casa mia c’è sempre stato un occhio di riguardo a questo tipo di intrattenimento, mio padre è un appassionatissimo di musica classica ma soprattutto lirica, sono cresciuta in un ambiente saturo di ispirazioni. Mio padre, per esempio, è un patito di Mozart, io preferisco Puccini… non so, è più fresco, è una musica più recente, duecento anni di differenza quasi non sono pochi. E poi è in italiano, il che non guasta.-

- Beh… anche Mozart ha scritto opere in italiano…- osservò giustamente Billy.

- Hai ragione, infatti anche se non è tra le mie preferite il “Don Giovanni” riconosco che sia molto bella come opera. Ma anche il “Flauto Magico” lo è, però mi urta perché non la capisco, è in tedesco!-

- E a te va già bene, in inglese non è che ci sia molto, parlando di lirica!- osservò Billy sorridendo.

- Che io conosca direi nulla!- rispose Elena.

Dopo qualche secondo di silenzio, mentre entrambi si erano messi ad ascoltare la musica, Billy le chiese di parlargli di qualcosa che solo lei in quel momento poteva dirgli.

- Cosa dice in quell’aria di preciso? Io conosco la storia in generale, ma per via della lingua non mi ricordo che cosa racconti di preciso.-

- Il pittore, Cavaradossi, sta dipingendo un ritratto di una Madonna nella chiesa di Sant’Andrea della Valle a Roma, e mentre dipinge pensa alla sua amante, che è Tosca, e la paragona alla figura che sta dipingendo. Dice che la natura mischia le diverse bellezze: Tosca ha i capelli e gli occhi scuri, la Madonna invece è bionda e con gli occhi azzurri. Nonostante la diversità il pittore dipinge la Madonna rifacendosi a Tosca, che è il suo unico pensiero.-

Billy aveva sorriso ad Elena riconoscente, non aveva aggiunto altro.

- Rimpianti?- aveva chiesto dopo qualche secondo.

- Per cosa?- chiese Elena non capendo a cosa Billy si riferisse.

- Per non aver continuato a suonare.-

Elena rise. - Me lo chiedono in tanti, sai?-

- Lo immagino, chiunque senta la tua dedizione all’argomento e capisca un po’ di cosa stai parlando… probabilmente con la sensibilità che hai saresti riuscita bene.-

- Può darsi.- rispose Elena seria mettendosi di nuovo seduta. – Però se devo essere sincera, non ho grandi rimpianti, adesso preferisco dedicarmi ad altre arti.-

- L’ho notato.- le rispose, riferendosi alla conversazione avuta con lei qualche sera prima in quel pub.- Lo studi cinema?- chiese.

Elena a quella domanda non sapeva che rispondere. Sicuramente Billy credeva che, data la sua età, lei fosse già all’università da almeno un anno, mentre invece lei forse l’università non l’avrebbe nemmeno mai fatta. Cominciò a spiegargli la sua situazione, e sommariamente i suoi incasinatissimi progetti per il futuro. Quando disse che forse avrebbe piantato gli studi Billy la interruppe.

- Spero che tu non dica sul serio, hai una testa troppo bella per non sfruttarla al massimo. Hai tutte le carte in regola per riuscire in qualsiasi cosa tu voglia, questo è assolutamente palese ogni volta che apri bocca. Non dovresti essere così insicura.-

Elena dopo quelle parole si era un po’ imbarazzata. Nessuno che la conoscesse relativamente poco come Billy le aveva mai detto cose del genere, e la cosa, oltre ad un certo piacere, le aveva creato un po’ d’imbarazzo. Billy invece aveva parlato con una certa sicurezza.

Sarà stato un po’ perché era molto convinto di quello che le aveva detto, sarà stato anche per via dei sedici anni di differenza che gli permettevano di essere nei confronti di quella ragazza un po’ protettivo e di fare il saggio della situazione, comunque aveva sentito di doverle dire tutte quelle cose.

- Forse hai ragione tu, non dovrei. Ma di fatto lo sono, e dovrò lavorarci un po’ su.-

- Lavoraci, assolutamente!-

Elena non rispose, del resto non avrebbe saputo proprio che dire. Avrebbe prima dovuto far chiarezza dentro se stessa, poi avrebbe saputo rispondere a Billy e dirgli cosa voleva fare del suo futuro.

Poco dopo Billy se ne andò, dicendo che era passato solo per farle un saluto e che non intendeva disturbarla così tanto. Elena lo accompagnò fino alla porta.

- Scherzi, mi ha fatto piacere parlare con te!- disse Elena sorridente.

Mentre si allontanava rimase a guardarlo appoggiata allo stipite della porta. Indubbiamente Billy era una gran bella persona. Le era stato palese già da subito, ma quella chiacchierata era stata molto chiarificatrice. Elena quasi si chiedeva com’è che un pazzo come Dominic potesse essergli così tanto amico. Forse la teoria per la quale gli opposti si attraggono era valida anche per l’amicizia o, più semplicemente, lei li conosceva entrambi ancora troppo poco per giudicare.

 

***

 

Dominic in effetti quella mattina si era isolato, dato che sapeva che sarebbe stato intrattabile almeno per un bel po’. Si era addentrato nel parco dietro all’albergo, passeggiando e pensando alla sua situazione che nonostante i suoi almeno apparenti sforzi non riusciva a mettere in ordine.

In quei mesi le cose erano diventate frenetiche, era per questo che aveva continuato a portarsi dietro quella pseudo storia con Jennifer. Si sentiva in colpa per quello che le stava facendo, non era innamorato di lei e si era sempre comportato nei suoi confronti coerentemente a questo fatto, mentre invece sentiva che da parte di quella ragazza c’era un interesse reale. Avrebbe dovuto chiudere con quella storia, con un taglio più netto ed indolore possibile per lei, ma non poteva farlo: Jennifer era ormai l’unica cosa che lo legava alla realtà, l’ultima cosa che gli desse un senso di stabilità. Aveva bisogno di lei, il pensiero di avere Jennifer che lo aspettava a Los Angeles gli dava la sensazione di avere una casa. Il resto era confusione.

All’ora di pranzo si era diretto verso l’albergo e aveva telefonato a Billy per sapere dove fosse. In effetti anche lui lo stava aspettando, si incontrarono nella hall e uscirono per andare a mangiare fuori. Billy nel tragitto in macchina aveva accennato al fatto che Elena era tornata e che l’aveva vista, ma non era entrato in particolari. Dominic già normalmente non era capace, almeno nell’ultimo periodo, di apprezzare certe qualità, figuriamoci in quel momento. E poi, anche se gli avrebbe fatto piacere condividere con Dominic la bella chiacchierata di quella mattina, rimanevano comunque sue sensazioni, non era necessario che esternasse tutto.

Durante il resto del pomeriggio l’umore di Dominic era tornato normale, in serata era nuovamente la solita simpatica canaglia. I due incontrarono Elena in palestra, mentre lei era sul tapis roulant e aveva già quasi completato i suoi esercizi.  Era presto, aveva voluto sbrigarsi per avere anche il tempo di farsi una nuotata, anche se, quando vide Dominic fare la sua entrata in palestra, tutta la voglia che aveva di finire ed andarsene le passò in tempi brevissimi. Se lo spettacolo era quello, sarebbe rimasta su quel tapis roulant anche tutta la sera. Colta da un improvvisa folgorazione prese il cellulare e scrisse un messaggio a Chiara:

- Oh cazzo! Dom mi fa venire in mente pensieri osceni… quanto me lo farei volentieri!-

In effetti il tono di quel messaggio era abbastanza forte, ma in certi frangenti lei e Chiara non c’erano andate mai leggere. Non erano quelle che si potessero definire due “signorine”, del resto che male c’era? Il loro problema, come sosteneva sempre Chiara era che, purtroppo, solo a parole si sfogavano…

Dominic non aveva visto Elena da principio e lei, con gli auricolari nelle orecchie, aveva fatto finta di non averlo notato. Era stato Billy infatti a vederla e ad avvicinarsi. Elena si sentì toccare la spalla e pensò subito a Dominic, si girò e rimase un po’ delusa, anche se comunque anche vedere Billy le faceva piacere.

- Sei sempre in compagnia di Puccini?-

Elena sorrise. - No, non si addice alla camminata veloce!-

Dominic continuò a farsi gli affari suoi, tanto che alla fine della mezz’oretta che lei aveva di proposito tirato per le lunghe di camminata veloce, Elena decise che sarebbe stata lei ad andare a salutarlo. Infondo quella era questione di educazione, andandolo a salutare non si sarebbe certo esposta a nulla. Dominic stava armeggiando con dei pesi dalla parte opposta della palestra, Elena prese la sua borsa e si avviò nella sua direzione con calma, prendendosi tutto il tempo necessario.

- Hey, ciao!- gli disse appena fu abbastanza vicina a lui.

- Oh, chi si rivede!-  aveva esclamato Dominic sembrando abbastanza contento di rivederla. Posò a terra i pesi e si avvicino, abbracciandosela e baciandosela come quando era andata via.

- Allora, com’è andato il soggiorno nella città natale di Billy?-

- Abbastanza bene, grazie!- rispose Elena. – Tu invece, tutto bene in questi due giorni?-

Dominic fece un’espressione poco soddisfatta, poi disse:- Insomma, sono stato per due giorni chiuso nella mia stanza, non sono mai uscito.-

- Come mai, stavi male?- chiese Elena preoccupata, meravigliandosi che Billy non le avesse detto nulla di ciò.

- No, stavo benone, ma non c’eri tu, fiorellino di campo, che uscivo a fare?-

Elena lì per lì lo guardò perplessa, poi scoppiò a ridere, seguita da Dominic.

- Ma per piacere, non sfottere!- gli disse ancora ridendo.

- A parte le battute, tutto bene!- gli rispose allora seriamente Dominic.

Elena quindi andò a nuotare, prima passò da Billy che le chiese se aveva qualche programma per la serata. Elena ovviamente era senza idee.

- Anche io e Dom non è che siamo molto in vena di fare granché, ci voleva una cosa tipo un cinema stasera.-

Elena allora ebbe un’idea, lei aveva diversi dvd con se.- Se vi accontentate di un dvd, potremmo guardare un film nella mia stanza. Non è la stessa cosa, ma se vi va…-

- Eccome, ok! Ti facciamo sapere più tardi, mi faccio dare il tuo numero da Dominic e ti chiamo dopo, posso?- Elena ovviamente rispose affermativamente, quindi salutò nuovamente Billy e andò a fare quella nuotata che aveva tanta voglia di fare.

Mentre camminava verso la piscina controllò il suo cellulare e vide che Chiara aveva risposto:

- E vai! Trombatelo se puoi, hai la mia stima e il mio appoggio! Arf!-

Elena rise: non sarebbe stata poi così male come cosa, ma sapeva anche che era nettamente improbabile.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Giochini ***


Nuova pagina 1

Capitolo Settimo - Giochini

 

- Ave Cesare, morituri te salutant!- aveva detto bella pimpante Elena parlando sopra il dialogo de “Il Gladiatore” e alzando il braccio destro, proprio come facevano i gladiatori nel film.

- Eh?- aveva detto Dominic seduto dall’altra parte del letto accanto a Billy, che era in mezzo ai due.

- Ho detto “Ave Cesare, morituri te salutant”, che sarebbe esattamente quello che i gladiatori dicevano all’imperatore prima di combattere, in latino!-

- E che cazzo ne so io del latino!- aveva risposto Dominic.

- Nel doppiaggio italiano lo dicono in latino, e poi io latino l’ho studiato a scuola.-

- E a che t’è servito, di grazia?- chiese Dominic.

- Poco o niente, è interessante ma il più delle volte palloso da morire.-

- Appunto, allora zitta e non parlare sopra il film!-

- Ma fottiti!- disse un po’ indispettita Elena.

- Ma fottiti tu, in latino ovviamente!- aveva ribattuto Dominic con la solita faccia da schiaffi.

Billy intanto se la rideva, era da quando avevano messo il film che Dominic ed Elena non la finivano di dire cavolate e di prendersi in giro. Era molto più divertente guardare loro che il film, che per altro tutti e tre avevano visto più di una volta.

C’era voluto un po’ per sceglierlo, per altro Dominic in un eccesso di narcisismo, vedendo che Elena nel suo porta cd pieno zeppo di dvd aveva anche sia la Compagnia dell’anello che le Due torri si, era impuntato nel voler rivedere la Compagnia dell’anello.

- No, non mi va proprio!- aveva detto decisa Elena, - già tocca vedermi Merry e Pipino dal vivo tutti i giorni non mi va di vedermeli anche in film!-

- Pensa che fortuna avere due gran bei figlioli come noi due davanti agli occhi tutti i giorni!- aveva commentato Dominic. - Hai il coraggio di lamentarti?-

- Se fosse solo per Billy non avrei niente da dire, trattandosi anche di te, preferirei avere Frodo come hobbit al posto tuo, Elijah Wood ha sicuramente un’aria da ragazzo molto più a modo di te!-

- Ah, cosa odono le mie orecchie! Mi hai offeso profondamente!-

Per via di quel diverbio a Billy era toccato il posto centrale nel letto a due piazze che c’era nella stanza di Elena, Dominic si era categoricamente rifiutato di sedersi vicino a lei. Certo, continuava a passare sopra a Billy cercando ogni cinque minuti di dare ad Elena pizzicotti e schiaffetti che la ragazza puntualmente gli restituiva, ma Billy non sembrava essere troppo infastidito dalla cosa, si limitava a ridacchiare e a cercare di non prendersi gli schiaffi al posto loro.

A circa metà film avevano fatto una pausa, Billy era uscito per prendere da bere, lasciando Dominic ed Elena da soli. Non che ad Elena dispiacesse, ma da quando aveva preso coscienza dei suoi sentimenti rimanere da sola con Dominic le faceva un certo effetto. Era una sensazione strana, era come se si aspettasse qualcosa, e quando il tempo che il caso le aveva lasciato finiva, si sentiva sempre come se l’avesse sprecato. Ovviamente si era messa a guardare il suo cellulare fingendo indifferenza.

Stava appoggiata alla spalliera del letto, seduta con le gambe accavallate e stese dritte davanti a lei, Dominic invece era seduto davanti a lei in una posizione non molto signorile: teneva la gamba destra piegata, appoggiando la pianta del piede alla coscia sinistra, con la gamba che penzolava giù dal letto. Elena aveva gli occhi fissi sul telefonino, stava facendo pulizia nella cartellina degli sms, ma ogni tanto alzava gli occhi e non poteva fare a meno di posarsi con lo sguardo su un punto preciso.

- Merda! Gli sto guardando il pacco da cinque minuti a questa parte! Il bastardo sta senza ritegno seduto sul mio letto a gambe larghe, insomma, a tutto c’è un limite!- scrisse a Chiara, con un sorrisino divertito sulla faccia.

- Beh, che hai da ridacchiare?- chiese Dominic che aveva notato l’espressione di Elena.

Sì, aspetta che lo vengo a raccontare proprio a te… pensò lei. - Niente.- tagliò corto.

- Sì, come no!- ribatté Dominic mentre si alzava e si sedeva vicino a lei.

Elena continuò a tenersi i suoi segreti e a stare zitta, del resto che avrebbe dovuto dirgli? La spia del cellulare l’avvertì che c’era un messaggio in arrivo.

- E brava Elena! E come si presenta l’armamentario?- Scoppiò a ridere direttamente stavolta, Dominic a quel punto diventava curioso.

- Bene! Molto bene! E anche il resto… mh!- rispose all’amica.

- Insomma, mi vuoi dire che hai tanto da ridere?- Esordì Dominic sorridendole.

- Niente ti ho detto, bada che sei veramente un impiccione! E’ una mia amica, mi fa ridere, quindi rido!-

- Beh, fa ridere anche me allora!-

- Fra qualche giorno viene a trovarmi, ti farà ridere dal vivo lei stessa, ok?-

Dominic annuì, rimase in silenzio per qualche secondo. - Mh, carina la tua amica?-

- Sì.- rispose lei.

- Bene, simpatica e carina, ottima cosa!- ribatté tutto soddisfatto. Elena rise, l’altro la guardò con aria incuriosita. - Sei sempre a caccia! Sei incredibile!- le disse allora lei, che aveva colto il suo sguardo.

- Io ci provo sempre, hai visto mai!- rispose lui ridacchiando, poi aggiunse:- Gelosa?-

Elena squadrò Dominic con sufficienza dall’alto al basso. Stava per dirgli una cosa del tipo non direi proprio, ma lui era stato più veloce di lei.

- Bello spettacolo, eh?-

Elena rise. - Scusami se te lo dico, ma sei davvero un cretino!-

- Non sei la prima, quindi tutto a posto!- Detto questo si era tolto uno dei polsini di spugna che si metteva sempre intorno ai polsi e aveva cominciato a giocarci tipo fionda sul braccio di Elena, che all’inizio si era ritratta d’istinto, ma poi l’aveva lasciato fare, dato che era una cosa totalmente indolore.

- Se è un patetico tentativo di farmi male, ti informo subito che sta fallendo miseramente!- disse lei in torno di scherno.

- Ma senti senti!- rispose Dominic con tono malizioso. - Vorresti sentire dolore, eh? Non ti ci facevo…-

- Possibile che ogni volta che apri bocca devi dire stronzate!- aveva esclamato Elena mentre Dominic ridacchiava divertito. - Se i tuoi gusti sono violenti, la cosa non mi riguarda, quindi non tirarmi nel mezzo!-

- Finalmente l’hai capito che mi piacciono i giochini violenti! Porto questi cosi - disse indicando i polsini di spugna che aveva attorno ai polsi - proprio per coprire i segni!-

- Mh, interessante!- rispose Elena con un’espressione che era del tutto opposta a quello che diceva.

- Curiosa? -

- Da morire…-

- Allora stanotte ti aspetto, stanza 115, ti faccio vedere tutto il mio armamentario sadomaso, poi se ti va lo proviamo.-

In quel momento era rientrato Billy, che aveva sentito l’ultima parte della conversazione.

- Dom, e via! Certo che l’astinenza ti fa proprio male, se cerchi di ricorrere anche al sadomaso per convincere una a dartela!-

- Beh, non fare il geloso, ieri sera l’ho fatto vedere a te l’armamentario, stasera è il turno di Elena. Su, lo so che sono irresistibile, ma per favore, uno alla volta!-

Elena prese il cuscino e lo sbatté in faccia a Dominic, pensando che se ci fosse stata Chiara avrebbe sicuramente commentato con una frase del tipo Chissà poi a che armamentario si riferisce, se a quello sadomaso in valigia o a quello nelle sue mutande

- Ma stai zitto, facci il piacere!- aveva detto Elena.

- Sì, appunto, tanto non ci crede nessuno!- aveva aggiunto Billy.

- Billy è un ragazzo intelligente, credo che abbia gusti migliori!- disse Elena alzandosi e riavviando il dvd.

Dopo un’ora circa il film era finito, e i tre, come tre cretini, si erano messi a canticchiare sul tema principale che chiudeva il film, la musica in sottofondo ai titoli di coda. Non appena si erano accorti che lo stavano facendo insieme, e con facce particolarmente ispirate, si erano messi a ridere come pazzi.

Billy e Dominic erano tornati nelle loro stanze poco dopo dando la buonanotte ad Elena. Billy era stato più affettuoso del solito, anche se ovviamente non si era minimamente avvicinato ai livelli di Dominic che l’aveva presa tra le braccia e si era avvicinato con fare minaccioso, come se volesse baciarla. Elena l’aveva guardato perplessa, anche se le sarebbe tanto piaciuto esser baciata da lui.

- Bimba, ti aspetto… stanza 115, mi raccomando! E non sbagliare, alla 114 c’è Billy, non è un bello spettacolo la notte, con tutti i cetriolini sulla faccia…-

Mentre Dominic dava un sonoro bacio sul collo ad Elena, lei si era rivolta a Billy.

- Mi fai un favore, te lo porti via, incomincia a farmi paura!- Billy aveva riso e aveva preso Dominic per il colletto della camicia.

- Andiamo cetriolino, calma i bollenti spiriti! –

Nel tragitto che avevano fatto per andare alle loro stanze, Billy e Dominic erano rimasti in silenzio. Non appena erano usciti dalla stanza di Elena, Dominic aveva controllato il suo cellulare e aveva trovato un messaggio di Jennifer, voleva sapere cosa stesse facendo. Per tutta risposta spense il telefono e lo rimise nella tasca dei jeans, senza badare nemmeno troppo all’apprensione della ragazza.

Billy invece stava riflettendo sull’atteggiamento che Dominic teneva con Elena. Lo conosceva da un po’, poteva dire di sapere bene che tipo fosse: gli era sempre piaciuto flirtare, era un tipo affettuoso ed estremamente incline a dimostrare l’affetto con i gesti. Spesso, anzi, molto spesso, l’aveva visto fare il cascamorto, abbracciare e strusciarsi alle più disparate ragazze, ma con Elena esagerava davvero, quasi che volesse darle ad intendere che dietro a quei gesti ci fosse un interesse reale.

Quello che lo innervosiva maggiormente era che poi, davanti a lui, tirava fuori la sua vera faccia facendo quelle battute di assoluto cattivo gusto. Forse in quel momento gli stava dando più fastidio del solito solo perché aveva avuto occasione di parlare con Elena a quattr’occhi, appurando che era veramente una ragazza particolare, oltre che molto profonda e intelligente. Gli sarebbe dispiaciuto se avesse inteso quelle smancerie come l’esternazione di un certo interesse.

Eppure, se non si era ingannato, quella cosa doveva essere già successa. Aveva osservato Elena tra una risata e l’altra, notando un certo non so che.

Mentre apriva la porta della sua stanza sperò di sbagliarsi.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Trarre ispirazione da Nessie ***


Nuova pagina 1

Capitolo Ottavo - Trarre ispirazione da Nessie

 

Alla fine, anche il “grande” mistero che avvolgeva Dominic e Billy fu svelato. Elena aveva promesso a Dominic che le avrebbe fatto vedere come funzionava il programma per masterizzare i cd nel suo computer, ed era proprio quello che stava facendo quella mattina.

Certo, si era riproposta di resistere alla tentazione e di non fare alcuna domanda, onde evitare di correre il rischio di sembrare invadente, ma poi non ce l’aveva fatta. Era una mattinata grigia, ordinaria amministrazione scozzese, Elena si era fissata sul file che aveva appena messo su un cd per Dominic.

- Ti stai chiedendo cosa sia, vero?- aveva osservato il ragazzo.

- No… cioè, sì, ma non mi riguarda.- aveva detto un po’ confusa Elena, che si era sentita quasi scoperta.

- Ti vergogni a chiedere?- aveva ribattuto lui, non curante del lieve imbarazzo di Elena. Lei dal canto suo aveva giudicato strano il tono con cui lui le aveva fatto quella domanda. Nonostante il sorriso appena accennato sulle sue labbra sembrava quasi infastidito del fatto che lei si stesse trattenendo dal fargli quella domanda.

- Te l’ho appena detto, non mi riguarda. Ma se vuoi dirmelo mi fa piacere, ammetto che ci sia un po’ di curiosità.- aveva risposto con un tono quasi di difesa.

- Io e Billy stiamo scrivendo una sceneggiatura, o almeno ci proviamo.- aveva detto Dominic senza girarci intorno minimamente.- E’ tanto che vogliamo buttare giù delle idee che ci erano venute, sono grezze, ma se ben sviluppate possono essere dei buoni spunti. Ci vengono così, di punto in bianco, cerchiamo di tenerle a mente per quando abbiamo il tempo di svilupparle. Siamo due ragazzi estremamente creativi, sai?- dicendo questo Dominic aveva cambiato espressione, sorrideva soddisfatto per quello che aveva detto.

- Bene, allora in bocca al lupo per le vostre idee.- aveva ribattuto Elena, alla quale in verità, in quel momento, il fatto di aver scoperto che facevano Billy e Dominic tutti i santi giorni fuori, importava fino ad un certo punto.

Quell’atteggiamento che Dominic aveva esternato nei suoi confronti poco prima l’aveva portata a riflettere. Non era la prima volta che le si rivolgeva in modo poco carino o, quantomeno, in modo strano. Era sempre stata abituata a vedere l’errore in se stessa piuttosto che negli altri in certi frangenti, quindi anche quella volta fece lo stesso, accusandosi di non saper stare con le persone. Secondo i suoi contorti ragionamenti, avrebbe dovuto capire che non doveva comportarsi in un certo modo con Dominic, invece lei non ci arrivava proprio.

Era un comportamento completamente assurdo quello di Elena, Chiara ogni tanto si accorgeva della cosa e la riprendeva. Ci pensò infatti in quel momento, forse la colpa non era sua, ma magari neanche di Dominic. Alla fine, portare avanti un retaggio acquisito nel tempo era infinitamente più semplice, quindi la conclusione finale di Elena fu che, se Dominic si era comportato in quel momento in modo poco carino, la colpa era sua. Cosa che lei non poteva capire in quel frangente era che fosse anche particolarmente indulgente nei confronti del ragazzo, per chiari ed ovvi motivi: Elena faceva fatica ad individuare nel suo atteggiamento dei difetti, quasi come se l’infatuazione nei suoi confronti la rendesse cieca.

Quando era arrivato Billy, Elena stava finendo di spiegare gli ultimi dettagli a Dominic, che non impiegò che poco a capire il funzionamento dei nuovi programmi. Non era a digiuno completo, doveva solo imparare a capire i meccanismi dei nuovi programmi che rispetto ai vecchi erano anche più semplici e pratici. Billy aveva bussato, lei gli aveva detto di entrare, dato che la porta era aperta.

- Buongiorno, Floria Tosca!- gli aveva detto lui appoggiandole una mano sull’incavo tra la spalla e il collo facendole una specie di carezza.

Elena guardò in alto e gli sorrise, lui di rimando a lei. L’aveva chiamata come la protagonista dell’opera di Puccini che avevano sentito la mattina precedente, lei quindi rispose al saluto chiamandolo come il protagonista maschile.

- Buongiorno a te, Mario Cavaradossi!-

Dominic gli aveva guardati entrambi perplesso, Billy aveva scosso la testa come per dire che quella era una sciocchezza, quindi Dominic era tornato con lo sguardo sullo schermo del pc senza curarsi troppo di quell’episodio. Poco dopo Dominic aveva spento il pc informando Billy che Elena era a conoscenza del loro piccolo segreto.

- Ah, bene, almeno sai che facciamo tutto il santo giorno al lago!- aveva commentato rivolgendosi a lei Billy.

- Al lago?- chiese Elena stupita.- Andate sempre al lago a lavorare?-

- Sì, è un posto tranquillo, bello, non ci rompe le scatole nessuno. E poi speriamo di veder spuntare fuori dall’acqua Nessie un giorno. Potrebbe essere una bella fonte d’ispirazione!- aveva detto Billy, sorridendo.

- Mah, io ci sono andata un pomeriggio l’anno scorso, tanto per vedere, ma era pieno di gente.-

- Forse perché sei rimasta all’altezza dell’entrata del parco, noi andiamo sempre in un posto un po’ più isolato, dall’altra parte della sponda. Bel posto, vero Dom?-

- Sì, molto bello.- aveva risposto distrattamente Dominic a Billy.

- Perché non vieni con noi oggi?- aveva chiesto improvvisamente subito dopo Billy.

Elena rise. - Ma dai, vi infastidirei e basta, e poi non voglio turbare la vostra quiete.-

- Che noia vuoi darci, voglio dire, ti metti sempre a leggere i tuoi libri nel parco qui dietro, se ti metti a leggere sulla sponda del lago mentre noi scriviamo le nostre malsane idee che cambia?- aveva osservato Dominic.

- Infatti.- aveva rimarcato Billy.- E poi almeno quando ci prendiamo delle pause abbiamo qualcun altro  con cui parlare. Mi fai un favore a venire, questo è un rompipalle e parla solo di donne, è ossessionato!-

Elena rise, Dominic finse di essersi offeso. - Ma lo senti quanto poco mi apprezza? E poi che dovrei parlare, di uomini? Vieni con noi, almeno non sto solo con quest’individuo che non mi capisce.-

Elena accettò, a patto che fosse stata all’albergo per le tredici, dato che gli orari dei pasti e un’oretta il pomeriggio erano gli unici orari liberi che avevano i suoi genitori. Dominic e Billy accettarono il compromesso, in genere loro pranzavano fuori, ma erano contenti di tornare in albergo se fosse venuta anche lei.

Come le avevano detto i ragazzi, il punto della sponda dove si erano fermati era molto bello. Lontano da dove gli altri turisti si accalcavano, da là si godeva del silenzio e di un’ottima vista. Le acque del lago apparivano un po’ torbide, per via del cielo a tratti plumbeo, che sembrava minacciare pioggia da un momento all’altro.

Dominic e Billy avevano steso a terra un plaid e si erano seduti sull’erba, Dominic con il computer sulle ginocchia, Billy vicino a lui. Elena era dietro a loro, un po’ distante, immersa nella lettura. Li sentiva parlottare tra loro, anche se non capiva niente di quello che si dicevano, ogni tanto alzava gli occhi dal libro e li osservava fugacemente. Verso mezzogiorno, dopo circa un’ora e mezza che erano là, i ragazzi avevano cominciato a dare i primi segni di irrequietezza. Specialmente Dominic, aveva cominciato a raccogliere dei piccoli sassolini e a tirarli ad Elena, cercando di distrarla dalla lettura.

Dopo poco aveva messo il portatile sul plaid e si era avvicinato alla sponda, lasciando solo Billy, che si era sdraiato buttando la testa indietro. Elena si era girata sentendo Dominic alzarsi, aveva incontrato lo sguardo di Billy che le aveva fatto un cenno di saluto con la mano, al quale lei aveva risposto sorridendo.

Si era alzata anche lei quindi, avvicinandosi a sua volta verso la sponda, ma non andando vicina a Dominic. Era rimasta in piedi tra lui e Billy, guardando il paesaggio, per perdersi poi in Dominic che, girato di schiena, aveva raccolto un’altra manciata di sassolini e li stava tirando in acqua, ad intervalli regolari.

- Ma allora non hai imparato proprio nulla, eh?- aveva detto improvvisamente Elena, rompendo il silenzio.

Dominic si era girato, l’aveva guardata perplesso. - Dici a me?- le aveva chiesto.

- Sì, dico a te… non dovresti disturbare l’acqua!- aveva risposto sorridendo.

Billy aveva riso, Dominic solo dopo qualche secondo, non afferrando immediatamente il fatto che Elena stesse deliberatamente citando una battuta de “La Compagnia dell’Anello”.

Gettò il resto dei sassolini che aveva in mano per terra, quindi con un’espressione sul viso che non prometteva niente di buono si era avvicinato ad Elena dicendo:- Se non posso disturbare l’acqua, vuol dire che disturbo te!- dicendo questo era arrivato davanti ad  Elena e l’aveva afferrata per la vita, sollevandola.

- Dominic sei pazzo, non ce la farai mai a reggermi!- si era energicamente lamentata lei.

Sotto sforzo lui le aveva risposto:- Mi sottovaluti, fanciulla!-

Di fatto Elena aveva ragione, Dominic dopo pochi passi aveva perso l’equilibrio cadendo a terra, addosso ad Elena.

- Ma sei davvero un coglione!- aveva commentato Billy osservando la scena.

- Sono inciampato, capita!- Si era difeso lui, mettendosi in ginocchio togliendosi subito di dosso ad Elena, mentre lei rideva.

- Scusami, ti ho fatto male?- aveva chiesto subito dopo.

- No… non ti preoccupare!- aveva risposto Elena sempre ridendo, quindi si era alzata da terra, per fortuna erano caduti sull’erba invece che su quei sassi poco lontani da lei.

- Io invece ho preso una bella botta al ginocchio.- aveva detto lui mettendosi seduto sull’erba e mettendosi una mano sul ginocchio destro.

Elena si sedette sui talloni accanto a lui.- Ti fa molto male?- chiese preoccupata.

- No, non ti preoccupare, mi ci verrà un bel bozzo, niente di che.- aveva risposto Dominic continuando a tenere la mano sul ginocchio. Dopo poco aveva aggiunto, portandosi la mano sinistra sul bicipite destro:

- Mi fa male anche qui, senti che cos’ho…- dicendo questo tolse la mano destra dal ginocchio e prese quella di Elena, portandosela sul braccio. Elena si chiese come avesse fatto a farsi male in quel punto, data la dinamica della caduta, poi quando lo sentì flettere il muscolo capì che era tutta una beffa.

- Senti, senti… hai sentito che roba, eh?- aveva detto tutto soddisfatto che il suo raggiro fosse riuscito.

Elena rise, quindi tolse la mano dal braccio di Dominic dandogli un leggero schiaffetto, per poi alzarsi e tornare al suo libro. Billy aveva osservato la scena con un mezzo sorrisino sulle labbra. Dominic era veramente incorreggibile.

Dopo un po’ erano tornati in albergo, per tornare a Loch Ness solo dopo pranzo.

 

***

 

Quella giornata si era ripetuta pressoché nello stesso modo per quei giorni successivi: Elena e i ragazzi facevano colazione insieme, dopo salivano sull’auto di Billy e in un quarto d’ora arrivavano a destinazione. Per pranzo tornavano in albergo dove Elena beveva una tazza di the facendo compagnia ai suoi genitori mentre pranzavano, dopo il pasto usciva nuovamente con Billy e Dominic  per rientrare verso le cinque del pomeriggio. Si ritrovava con loro alle sei passate, in palestra, un paio di volte i ragazzi l’avevano anche seguita a nuotare. Passavano le loro serate in camera di Elena, chiacchierando o guardando uno dei film che Elena aveva con sé. Raramente uscivano, anche perché, alzandosi sempre abbastanza presto la mattina, non volevano fare tardi.

In quei pochi giorni non era cambiato nulla, o quasi. Dominic era sempre il solito: estremamente affettuoso, ironico, soprattutto quando si trattava di doppi sensi a sfondo sessuale, continuava imperterrito a tenere quell’ambiguo atteggiamento nei confronti di Elena, che a lei in ogni modo non dispiaceva affatto. Una cosa che Elena aveva notato, rimanendone colpita, era il fatto che Dominic prestasse molta attenzione ad ogni piccolo insetto che gli capitava di poter osservare da vicino. Era capace di perdersi dietro ad un esserino visto nell’erba, si sdraiava sul prato e lo osservava divertito e soddisfatto. Inutile dire che mentre lui era perso in quell’occupazione, Elena si perdeva nell’osservare lui, dato che lo trovava terribilmente attraente in quei frangenti.

Tutto ciò non era sfuggito all’occhio vigile di Billy. Dopo la sera in cui aveva cominciato a pensare che Elena potesse provare qualcosa per Dominic, aveva tenuto gli occhi aperti in questo senso, non facendosi scappare niente di quello che avveniva intorno a lui. Si era accorto che i suoi sospetti erano fondati, anche se era abbastanza tranquillo nel constatare che Elena non sembrava affatto intenzionata a muoversi. Dominic ovviamente non si era accorto di niente, cosa che non era del tutto positiva. Se almeno si fosse reso conto che stava esagerando nelle sue attenzioni, forse avrebbe smesso di tenere quell’atteggiamento che molto probabilmente incoraggiava Elena.

Nel frattempo Billy aveva avuto modo di entrare più in sintonia con lei. C’erano state altre occasioni in cui avevano parlato solo loro due, durante le quali l’idea che Elena fosse davvero una ragazza affascinante nei suoi soli vent’anni aveva preso sempre più piede nella sua mente. Si rese conto che se anche Elena non accennava mai a cose tristi, nel suo recente passato ci doveva essere stata una buona dose di sofferenza, cosa che era palese per la sensibilità che mostrava.

Solo una volta Elena aveva fatto un accenno ad un fatto passato, qualcosa che riguardava il suo corso di studi, ma non era entrata in particolari. Era il primo pomeriggio, i due ragazzi non avevano avuto voglia di rimettersi a lavorare subito appena arrivati, Dominic stava, come spesso faceva, “disturbando l’acqua”. Elena e Billy erano seduti sul plaid, chiacchierando, quando Elena aveva per l’appunto, raccontato della prima volta che aveva perso un anno scolastico. Ne parlava con il sorriso sulle labbra, ma era palese che fosse una cosa che l’aveva fatta stare male. Billy ebbe l’impulso di chiederle di parlargli di quella sofferenza ma, com’era giusto che fosse, non chiese nulla, un po’ per discrezione e un po’ perché, se mai Elena gli avesse voluto fare determinate confidenze, avrebbero dovuto essere spontanee.

Era stato in quel momento di silenzio che Elena aveva posato gli occhi su Dominic, guardandolo fissa e con una sguardo che non era equivocabile.

- Ti piace, vero?- aveva detto parlando a bassa voce.

Elena per un momento non capì cosa le stesse dicendo Billy, si voltò verso di lui sorpresa.

- Che dici?-

- Ti ho chiesto se Dominic ti piace…-

- No!- si affrettò a dire Elena, girandosi subito dalla parte opposta, per non dover guardare Billy. Tuttavia si giro nuovamente dopo pochi secondi, trovando gli occhi di Billy sempre fissi su di lei. Quando i loro sguardi si incontrarono nuovamente Billy alzò un sopracciglio.

- Sì.- disse lei allora, non potendo fare altrimenti che dire la verità. - Però tienilo per te, in ogni caso non ho mai avuto intenzione, né speranza di combinarci qualcosa.-

Billy le sorrise, quindi le rispose con un tono calmo, che era suonato all’orecchio di Elena estremamente rassicurante.

- Tranquilla, non ho nessuna intenzione di dire niente a lui, né a nessun altro.-

Non parlarono più di quell’argomento, anche nei giorni successivi Billy fece finta di non sapere quella cosa, ed Elena gli fu molto grata per questo.

Intanto si avvicinava sempre di più il giorno in cui sarebbe arrivata Chiara, e lei praticamente contava le ore, tanta era la voglia di stare un po’ con lei.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** So kiss me ***


Nuova pagina 1

Capitolo Nono - So kiss me

 

Dopo colazione, Elena era scappata via dicendo ai ragazzi che doveva assolutamente spedire un’e-mail prima di uscire. Aveva chiesto loro che la chiamassero prima di andare, poi era corsa via mentre Dominic e Billy finivano di mangiare.

Doveva spedire a Chiara un rapporto dettagliato di cosa fare alla stazione di Edimburgo, per evitarle di fare come aveva fatto lei, che si era persa e aveva dovuto prendere il treno successivo per Aberdeen perdendo più di un’ora.  Elena aveva chiesto a suo padre di portarla ad Aberdeen per andare a prendere Chiara, ma suo padre il pomeriggio del 12 sarebbe stato impegnatissimo in importanti questioni che riguardavano la gestione dell’albergo. Elena quindi aveva controllato gli orari dei treni su internet per comunicarli a Chiara, poi aveva deciso che sarebbe andata a prendere comunque l’amica ad Aberdeen. Il viaggio era piuttosto scomodo, nel tragitto si dovevano cambiare due treni, e il tempo che avrebbero impiegato sarebbe stato molto più lungo del necessario, dato che era un treno per i pendolari e si fermava anche nelle più piccole stazioni. Elena aveva sbuffato nell’apprendere quelle cose, in ogni modo era una ragione in più per andare a prendere lei stessa Chiara alla stazione, anche se l’amica le aveva detto di non preoccuparsi.

Come faceva spesso aveva preso il lettore cd e si era messa gli auricolari nelle orecchie, poi si era collegata alla rete e, mentre aspettava che il collegamento fosse ultimato, era andata a cercare il file in cui aveva scritto tutto quello che doveva dire a Chiara.

Dopo che aveva spedito quell’e-mail, Elena incominciò a visitare i soliti siti che frequentava, tanto per ammazzare il tempo aspettando che i ragazzi la chiamassero. Nell’ultima settimana ai suoi preferiti, la lista dei siti internet che frequentava con maggiore assiduità, si era aggiunto anche un sito su Dominic. Elena era stata tentata di farci un giro, ma si ritrovò a pensare che se in quel momento fossero arrivati avrebbe fatto davvero una figuraccia. Era strano mettersi a guardare un sito su una persona che, anche se per cause del tutto fortuite, frequentava tutti i giorni. Sorrise pensandoci.

Mentre leggeva distrattamente alcune pagine web, canticchiava ad alta voce. Le piaceva quella canzone dei Sixpence None the Reacher, era solo una canzoncina ma le era entrata subito nelle orecchie qualche estate prima quando era uscita. Ora che ci pensava dopo “Kiss me” non li aveva più sentiti neanche nominare.

Dominic aveva fatto per bussare, ma si era subito accorto che la porta era aperta. Così l’aveva spinta con delicatezza, affacciandosi prima per essere sicuro di poter entrare, quando aveva visto Elena seduta davanti al computer che canticchiava.

 

Oh, kiss me, beneath the milky twilight

Lead me, out on the moonlit floor

Lift up your open hand

Strike up the band and make the fireflies dance

Silver moon's sparkling

So kiss me

 

Fermo sulla porta, la sua prima reazione era stata quella di ridacchiare, ma poi si era soffermato ad ascoltare le parole che Elena stava pronunciando, partorendo una delle sue malsane idee. Come al solito non aveva pensato a cosa stava per fare, aveva agito e basta: si era avvicinato senza fare alcun rumore, quindi si era piazzato vicino ad Elena e senza darle nemmeno il tempo di capire che stesse succedendo, si era chinato su di lei e le aveva dato un innocuo bacetto sulle labbra, almeno questa era stata la sua concezione della cosa.

Elena, a parte lo spavento iniziale, dato che non lo aveva assolutamente sentito arrivare, era rimasta in uno stato di confusione totale per via di quel gesto. Per un secondo lo guardò basita, senza essere in grado di articolare nemmeno una parola.

- Beh, me l’hai chiesto!- aveva detto lui quasi a giustificarsi, canticchiando subito dopo per ribadire il concetto:- So kiss me-.

Cazzo che figura di merda! pensò Elena, che sentiva un gran bisogno di mascherare a sé stessa e a lui la vera natura del suo imbarazzo.

- Mi hai fatto prendere un colpo, ma te ne rendi conto oppure hai il cervello bacato?- disse un po’ alterata. Dominic continuò a ridere soddisfatto del suo scherzetto ben riuscito.

- Ma che ti lamenti sempre, sai quante farebbero carte false per essere state al tuo posto?-

- Sai che c’è? Non sono poi tanto sicura che le farebbero ancora se sapessero quanto sei scemo!- aveva ribattuto lei. A quel punto Dominic intuì che forse aveva un po’ esagerato, cercò di dimostrarlo alla ragazza, ovviamente nel suo solito modo strambo. Si mise in ginocchio per terra stringendo Elena per la vita e dicendo:

- Scusami, scusami, non lo faccio più!- aveva detto in tono finto contrito.

Elena non ne poteva più, tutta quella situazione era già difficile da gestire senza che lui cominciasse a strusciarsi a lei in quel modo.

- Dominic lasciami! Ma è mai possibile che tu debba sempre degenerare?- gli aveva detto cercando di allontanarlo.

Lui ovviamente continuava a ridacchiare, intanto aveva lasciato la presa e si era seduto sui talloni. Elena non aveva potuto fare a meno di sorridere mentre spegneva il computer.

- Billy?- chiese dopo che il computer si spense.

- Ora arriva, ha lasciato il cellulare nella sua stanza, è andato a prenderlo.- fece una pausa mentre si sedeva sul letto di Elena. – Allora la tua amica arriva domani, vero?-

- Sì, domani pomeriggio, le vado in contro alla stazione di Aberdeen.-

- Quindi domani ci mandi soli a Loch Ness. E se arriva Nessie? Tu non lo vedi!-

- Fai delle foto per me, così almeno non mi perdo niente.- aveva detto con un sorrisino scettico Elena, che nel frattempo stava cercando di sembrare calma, per altro riuscendoci abbastanza bene, quando invece ancora non era riuscita a calmarsi per quel bacio. Non era davvero niente di che, ma lei non riusciva ancora a capire.

Quando era arrivato Billy ed erano usciti, Elena si era sentita quasi sollevata di non trovarsi a tu per tu con Dominic. Si sentiva un’idiota, i suoi propositi di non farsi prendere dalla cosa erano andati tutti a farsi benedire nel momento preciso in cui il ragazzo aveva appoggiato lievemente le labbra alle sue. Elena sentiva che buona parte delle difese che si era costruita in quei giorni erano cadute miseramente, e non poteva farci niente. Si sentiva indifesa, e sciocca, e un milione di altre cose insieme.

 

Billy aveva notato subito, da bravo osservatore quale era, che Elena quella mattina era strana. Di solito era sempre molto educata nel dimostrare la sua discrezione nei loro confronti, si metteva in disparte per non disturbarli minimamente mentre lavoravano al loro progetto, praticamente diventava invisibile. Loro si accorgevano che lei era lì solo quando, per qualche motivo, lui e Dominic smettevano di lavorare.  Ma quella mattina era stata invisibile più del solito. Si era immersa nella lettura, senza alzare mai la testa dal libro e quando durante una pausa Billy si era avvicinato a lei per scambiarci qualche parola, Elena era stata evasiva, evidentemente non aveva voglia di parlare. Quando erano rientrati in albergo e si era ritrovato solo con Dominic, aveva chiesto anche a lui se avesse notato qualcosa di strano nel comportamento di Elena.

- No, perché, ti sembra strana?- gli aveva risposto l’altro dando palesemente l’idea che, se anche l’avesse notato, poco gli sarebbe importato. Billy quindi non aveva portato avanti la conversazione, però aveva pensato che non si sarebbe stupito affatto se fosse venuto a sapere che Elena era di uno strano umore proprio per qualcosa che Dominic stesso aveva fatto.

- Forse sarà solo stanca.- aveva tagliato corto.

Non che anche Dominic fosse al top della condizione, però Billy cominciava davvero a pensare che il suo amico era veramente insensibile a qualsiasi tipo di sentimento gli arrivasse dall’esterno. La sera precedente si era sentito di nuovo con Jennifer, dopo che la ragazza lo aveva cercato senza successo per un paio di giorni. Era stato un bel po’ al telefono in camera sua, mentre Billy lo aspettava al bar dell’albergo. Quando l’aveva raggiunto si era un po’ sfogato con lui.

- Francamente non so più che fare, ammetto di avere le mie colpe, ma non può stressarmi così. Sa perché sono qui, non volevo che nessuno mi trovasse, e allora perché in continuazione deve rompermi le palle?- aveva detto scocciato.

- Tu ammetterai anche le tue colpe, ma dai l’idea che lo fai solo a parole. E poi che ti costa rispondere ad un suo messaggio? Tu invece la ignori per giorni, poi è ovvio che lei cominci a cercarti in modo un po’ più pressante.-

- Ma da che parte stai tu, eh?- aveva detto Dominic un po’ alterato. - Dalla mia o da quella di questa scassacazzi?-

Billy aveva taciuto per un momento, stava cercando le parole adatte per far comprendere a Dominic come la pensasse su quella faccenda senza essere frainteso, anche se temeva che fossero tutti sforzi inutili. Quando una persona non vuole capire è perfettamente inutile anche provare a ragionarci.

- Non è questione di stare da una parte o da un’altra Dom…- aveva detto in tono pacato, facendo poi una pausa. - Mi sto semplicemente sforzando di vedere la faccenda dall’esterno e di farti capire anche il punto di vista di Jennifer. E poi non capisco come non possa farti piacere che lei s’interessi a te, che si chieda come stai, che stai facendo.- aveva aggiunto con una punta di amarezza, dato che a lui sarebbe piaciuto avere qualcuno che avesse avuto questo tipo di premure nei suoi confronti.

La conversazione era andata avanti per poco, senza che Dominic riuscisse proprio a comprendere il punto di vista di Billy. Anzi, aveva anche fatto una battuta poco carina nei confronti dell’amico, sottolineando quanto le loro situazioni con le loro donne fossero strane rapportate a loro.

- Ma perché non ci scambiamo le donne?- aveva detto sorridendo.- Mi sa che a me starebbe più comoda una come Kirsten.-

La cosa aveva decisamente innervosito Billy, che non riteneva proprio quell’argomento attinente o una cosa su cui si potesse tanto scherzare. Tuttavia, come molte volte era successo in quel periodo, non aveva detto niente, anche se la sua pazienza stava arrivando al limite molto velocemente.

Mentre aspettava Dominic, che era andato un momento nella sua stanza, nella hall era arrivata Elena che vedendolo si era andata a sedere vicino a lui. Le aveva sorriso, voleva approfittare di quel piccolo lasso di tempo per parlare un po’ con lei, magari il suo umore era un po’ cambiato. In pochi scambi di battute aveva visto che non era così, quindi non volle approfondire la cosa più di tanto.

 

- Sono di un rincoglionito disastroso oggi, non ho più voglia di fare un cazzo!- aveva esclamato Dominic, usando un linguaggio da vero lord inglese che aveva fatto ridacchiare Billy che stava guidando.

- Non lo potevi dire prima, almeno non andavamo nemmeno al lago. Ormai siamo arrivati!-

- Vabbè, magari fra un po’ mi ritorna la vena creativa…- aveva ribattuto l’altro.

Elena, seduta sul sedile accanto a quello del guidatore, guardava fuori dal finestrino assorta nei suoi pensieri, non badando minimamente a quello che dicevano gli altri due. Non appena erano arrivati al lago la ragazza aveva steso il suo telo da mare sull’erba e si era seduta, poi aveva tirato fuori il suo libro e aveva letto appena una riga, quando Billy si era seduto vicino a lei portandosi il portatile dietro.

- Mi siedo vicino a te a rileggere quello che abbiamo scritto stamattina, tanto quell’altro adesso comincerà a passeggiare qui intorno, almeno non sto solo.-

Elena aveva sorriso e annuito, spostandosi un poco per lasciargli più spazio. 

Dopo non molto Dominic si era avvicinato a loro e, mettendosi in ginocchio sul telo di Elena, aveva mostrato alla ragazza e a Billy le ultime foto che aveva fatto con la sua macchinetta digitale. Aveva fotografato alcuni insetti, e mentre li mostrava parlava tutto eccitato di quello che gli aveva visto fare mentre li osservava. Elena in quel momento si rasserenò un po’: Dominic sembrava un bambino alle prese con un giocattolo nuovo, era entusiasta di quello che aveva fotografato.

- Guarda che carino questo!- aveva detto ad Elena mentre le mostrava una serie di foto che aveva fatto, sempre allo stesso esserino. Lei aveva rimesso il segnalibro nella pagina e aveva riposto il libro nella borsa, concentrandosi sulle foto che Dominic le stava mostrando.

Dopo che aveva finito di raccontare come aveva fatto tutte quelle foto, Dominic era rimasto seduto sul telo di Elena mettendosi sulla parte libera, davanti a lei e Billy, con le gambe piegate e il busto leggermente inclinato indietro, reggendosi con le braccia. C’era stato un momento di silenzio, che tuttavia non era durato molto, Dominic infatti aveva subito cominciato a chiacchierare nuovamente.

- Che sonno!- aveva esclamato dopo aver fatto un sonoro sbadiglio. Dopo di che si era avvicinato ad Elena che era seduta con la schiena un po’ curva in avanti, con le gambe leggermente aperte e distese davanti a lei, con il libro che aveva ripreso appoggiato su una coscia. Come se niente fosse Dominic si era seduto tra i suoi piedi e si era appoggiato addosso a lei, mettendo la testa sulla sua coscia destra, quella non occupata dal libro.

- Ti do fastidio se sto un po’ così?- aveva chiesto innocentemente, non accorgendosi minimamente della reazione di Elena.

- N… no.- aveva detto un po’ titubante Elena, cercando di continuare a leggere, cosa che però non era nient’affatto facile. Billy intanto monitorava la situazione, non senza un minimo di preoccupazione per lei.

- Che leggi?- aveva detto Dominic dopo qualche secondo. Elena aveva sollevato il libro mostrandogli la copertina, non pensando al fatto che le scritte in italiano gli avrebbero detto ben poco. Infatti Dominic aveva spostato con un lieve gesto della mano il libro guardando Elena dal basso.

- Cioè?- le aveva chiesto sorridendo. Elena sorrise a sua volta.

- E’ un libro di una giornalista italiana, Oriana Fallaci, si chiama “Niente e così sia”.-

- Di che parla?- continuò lui.

- Della sua esperienza di reporter di guerra, durante gli anni del Vietnam. E’ un diario che lei dedica a sua sorella che era una bambina di appena quattro, cinque anni all’epoca. Parte tutto da una domanda di questa bambina, che le chiede cosa sia la vita. Lei lì per lì non sa rispondere, poi le da una risposta banale, l’intervallo di tempo che passa tra quando si nasce e si muore. Così il suo intento principale alla fine non è quello di dare una descrizione degli avvenimenti e delle cose che vede. La Fallaci parla degli uomini, di ciò che la guerra fa a loro, delle bassezze, della pazzia, della sua assurdità.-

Billy si era completamente distaccato da ciò che stava precedentemente leggendo e aveva cominciato ad ascoltare il racconto di Elena, che le sembrava estremamente più interessante.

- Una delle considerazioni che mi sono più piaciute, per quello che ho letto fino ad adesso, è quando la Fallaci parla di tutti i progressi dell’uomo: dice che si parla di quanto sia lecito togliere il cuore ad un uomo morente per trapiantarlo in uno che potrebbe vedersi allungata la vita, stiamo parlando degli ultimi anni sessanta, quando invece, in un’altra parte del mondo, si uccidono migliaia di uomini giovani che altro non vorrebbero che vivere.-

- E in tempi come questi ci interroghiamo ancora su queste cose, no? Questo ci fa riflettere.- aveva aggiunto Billy. - In ogni modo conosco questa scrittrice, ho letto diversi suoi articoli su dei giornali in America, ma mai un suo libro, anche se ne sarei curioso.-

- Penso che il genere umano s’interrogherà sempre su queste cose,- aveva detto quindi Elena, - perché nella mia visione pessimistica della vita, ho paura che non conosceremo mai un momento di pace assoluta. In epoca romana, scrittori come Tibullo, o anche Virgilio, si scagliavano contro la guerra ritenendola sbagliata, all’incirca dicendo le stesse cose che dice Oriana Fallaci. E Tibullo e Virgilio hanno scritto tra il primo secolo avanti Cristo e il primo dopo Cristo. Quindi ciò vuol dire che più di duemila anni fa avevamo i soliti problemi. Non c’è bisogno di commentare oltre la cosa.-

- Sarebbe a dire che, secondo te, è inutile ricordare gli errori che l’uomo ha fatto nella storia, perché l’uomo dalla storia non impara niente.- aveva osservato Dominic.

- So che può risultare assolutamente fuori luogo, ma spesso è così. Pensa a quanto ci impegniamo al giorno d’oggi a ricordare la tragedia dell’Olocausto. Eppure tutto ciò non ha impedito che cose simili accadessero negli ultimi dieci anni, ad esempio, tra le varie etnie dei Balcani.-

- Su questo ti do ragione, anche se la certezza di sapere che certe cose fatte nel corso della storia da noi contemporanei vengono ritenute sbagliate è comunque rassicurante.- aveva detto Billy.

- Sì, è rassicurante, però io la vedo come Vico, corsi e ricorsi storici, purtroppo l’umanità ragiona così e determinate cose, che lo si voglia o no, vengono perse.-

Dominic si era abbastanza appassionato al discorso, conosceva anche lui quella giornalista, ma non è che gli andasse molto di parlare di cose così serie. - Io non ho idea di chi sia questo Vico.- aveva detto un po’ sottotono.

- Un filosofo italiano vissuto a cavallo tra seicento e settecento.- aveva prontamente risposto Elena. - La sua teoria però è stata ripresa da filosofi di fine ottocento e inizio novecento. Praticamente lui riteneva che tutte le civiltà avessero un periodo buono al quale ne seguiva uno cattivo. Praticamente la storia si ripete, che lo si voglia o no.-

- Insomma, un vero ottimista questo Vico…- aveva commentato Billy.

- Beh, lui lascia tutto alle mani della provvidenza. Un po’ semplicistico, tra l’altro fa anche un po’ Manzoni, ma va bene così.-

- Ora mi verrebbe da chiederti chi è questo Manzoni, - aveva detto Dominic un po’ contrariato dal sentire tanti nomi che non conosceva, - ma non voglio farlo se no ci addentriamo in un altro ginepraio, temo. Ma perché non ti leggi un bel libro di barzellette la prossima volta, almeno me ne racconti un paio e mi fai fare due sane risate?- La ragazza e Billy risero.

- Sei proprio una bestia ogni tanto!- aveva sentenziato Billy diretto a Dominic, cosa che fece ridere nuovamente Elena. Dominic allora aveva allungato una mano e le aveva dato una schicchera sul naso, facendole una linguaccia. In effetti Elena riconosceva di aver un po’ esagerato, ma quando si addentrava in certi discorsi si divertiva e si lasciava prendere la mano.

- Beh, consolati: se entrassimo in un discorso sulla letteratura inglese sarei io a chiedervi di cosa parlate.- aveva detto quasi come se si stesse scusando.

- Mica è colpa tua, - aveva detto Billy, - è Dom che è una capra!-

- Non è vero, brutto bastardo! E dato che mi provochi, un filosofo che riprende questi temi è Nietzsche, se non sono completamente rincoglionito. In “Così parlò Zarathustra”. L’eterno ritorno dell’uguale…-.

Elena aveva annuito, Billy sarcasticamente gli aveva fatto un applauso.

- Vedi che persona acculturata che sei! Comunque rimani una bestia per la maggior parte del tempo, con o senza Zarathustra!- aveva aggiunto Billy dando a Dominic una pacca sulla spalla.

Dominic allora si era pavoneggiato un po’. - Modestamente, sono in ogni caso una bestia di gran classe!-.

Avevano continuato per un po’ con le battutine taglienti, di fatto si stavano molto divertendo.

Nel frattempo Dominic era rimasto sdraiato nella stessa posizione, con la testa sulla gamba di Elena e un braccio appoggiato lungo l’altra gamba della ragazza. Con le dita tamburellava sul suo ginocchio, incosciente della sensazione che quel movimento le dava. Tuttavia, presa nella discussione Elena si era distratta, per poi tornare ad essere reattiva quando era sceso nuovamente il silenzio sui tre. Ormai aveva rimesso il libro nella borsa, non aveva più voglia di addentrarsi nuovamente nella lettura, e poi, anche se c’era silenzio, Dominic aveva cominciato a darle fastidio, cosa che avrebbe reso la lettura un’impresa ben difficile.

Elena si era lasciata sciolti i capelli quel giorno, il vento lieve che soffiava glieli faceva muovere lentamente. Dominic si divertiva un po’ a tirarle delle piccole ciocche che il vento le spostava, un po’ le faceva il solletico dandole delle leggere ditate sui fianchi, gesto che faceva quasi schizzare Elena, che intanto cercava di fingere indifferenza. Dominic si divertiva come un pazzo preso nelle sue occupazioni, ridacchiava soddisfatto ogni qual volta la ragazza gli diceva di piantarla o gli dava colpetti sulla mano per farlo desistere da ciò che stava facendo. Dopo un po’ anche lei era passata al contrattacco, diversivo che a Dominic era piaciuto, dato che non si aspettava una tale intraprendenza da una ragazzina come lei, dato che era in questo modo che, in fondo, continuava a vederla. Avevano ingaggiato una piccola lotta a chi riusciva meglio a farsi il solletico, che per altro Elena aveva vinto, dimostrandosi meno indifesa e puritana di quello che sembrava. Infatti il match era finito quando la ragazza aveva atterrato Dominic sedendosi a cavalcioni addosso a lui e tenendogli le mani sulle spalle. Billy se la rideva intanto, piuttosto di gusto, Elena era una ragazza piena di sorprese, se lo ripeteva continuamente da quando la conosceva e lei puntualmente continuava a fare cose che lo stupivano. Era sempre stata un po’ passiva nei riguardi dei dispetti di Dominic, finalmente aveva reagito.

- Ti ha atterrato! Ti fai atterrare da una donna?!- aveva detto prendendo in giro Dominic.

- Aiuto salvami, vuole usarmi violenzaaa!- aveva urlato in falsetto lui, fingendo di essere spaventato. Elena ridendo lo liberò da quella stretta, guardando Billy con fare complice.

Quando si era seduta nuovamente, anche Dominic era ritornato a sdraiarsi addosso a lei, facendole un sorrisino da figlio di buona donna, al quale Elena non aveva resistito. Con circospezione aveva preso il cellulare e aveva mandato un messaggio a Chiara.

- Come mi fa sesso ‘sto ragazzo! A parte il fatto del bacio di stamattina, cinque minuti fa l’ho atterrato e mi sono messa seduta su di lui a cavalcioni… mhhhh!!!-

Chiara nel leggere quel messaggio si era messa a ridere, non aveva capito bene cosa Elena intendesse, tuttavia si accinse a risponderle per le rime.

- Che hai fatto? Guarda che certi uomini sono spaventati dalle donne sessualmente aggressive, prima accertati che gli piaccia essere preso così! MA CHE DIAVOLO STAI FACENDO??? Domani durante il viaggio in treno mi racconti che combini con Dominic, sono molto preoccupata di cosa tu potresti fare in questo stato! -

Elena si era distratta nel leggere quel messaggio, sul suo viso si era steso un sorrisetto malizioso che intendeva un sacco di sottintesi.

Dominic intanto, indisturbato per via della sua disattenzione, aveva tranquillamente preso la sua macchinetta digitale scattandole una foto proprio con quell’espressione sul viso, l’aveva notata e gli era piaciuta un bel po’.

Elena si era accorta tardi che era stata fotografata e aveva protestato energicamente. Dominic allora, trovato l’ennesimo modo per infastidirla, si produsse in un servizio fotografico improvvisato.

Fu richiamato poi all’ordine da Billy, che leggendo un imbarazzo quasi totale sul volto di Elena, aveva interpellato Dominic per qualcosa che riguardava il loro lavoro, cosa che lo aveva fatto smettere di tormentare quella ragazza.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Compagni di sbronze ***


Nuova pagina 1

Capitolo Decimo - Compagni di sbronze

 

Il risveglio di Elena quella mattina non fu proprio ordinario. Innanzi tutto era vestita, e poi quella non era la sua stanza. Aveva un sonoro mal di testa, ringraziando il caso l’ambiente era abbastanza illuminato da poterle permettere di guardarsi intorno. La tapparella infatti era abbassata, ma un piccolo spiraglio di luce filtrava ugualmente, la tenda anche era del tutto tirata da un lato.

Si era tolta le coperte di dosso e aveva messo i piedi fuori, stiracchiandosi e ricordandosi dell’uscita molto alcolica della sera precedente.

Anche se non ne avevano molta voglia lei, Dominic e Billy avevano finito per decidere di passare la serata nel pub dove erano stati vari giorni prima ed avevano un po’ esagerato. Se si fosse trattato solo di quello non sarebbe stato un grosso problema, del resto Elena era perfettamente capace di badare a se stessa anche se era un po’ brilla, il fatto è che poi si erano ritrovati tutti nella stanza di Dominic a dire stupidaggini e alla fine era uscito fuori anche un po’ di fumo, cosa che invece Elena, evidentemente, non aveva retto tanto bene.

Quella quindi era la stanza di Dominic. Aveva dormito nel letto di Dominic. Mh.

- Cazzo!- aveva esclamato tra se e se pensando a quell’assurdo particolare, poi si mise a ridacchiare come una cretina. Si era alzata, vedendo che la sua felpa era ordinatamente appoggiata su una sedia non troppo lontana dal letto e che le sue scarpe erano sotto quella stessa sedia.

Aveva un saporaccio in bocca, si diresse subito verso la sedia per mettersi le scarpe e andarsene in camera sua. Sentiva il bisogno di sapere l’ora, cercò con lo sguardo nella stanza per vedere se ci fosse stato un orologio, alla fine non trovandolo dovette cercare la sua borsa, con il cellulare dentro, che trovò senza troppi problemi sotto la felpa.

Mezzogiorno e quarantadue. - Cazzo!- disse nuovamente e a voce decisamente alta stavolta, mentre accelerava notevolmente il ritmo dei suoi gesti. Avrebbe dovuto prendere il treno per Aberdeen alle due e mezza del pomeriggio e ancora non aveva fatto nulla di quello che doveva fare. Veloce si diresse verso la porta della stanza, sul tavolo notò che c’erano le chiavi ed un biglietto piegato in due parti in modo che stesse su orizzontalmente. Su c’era scritto, a caratteri cubitali: Buongiorno passerotta!

Elena sorrise e capì che era per lei, dopo il terzo giro di coca e rum la sera prima Dominic aveva veramente fatto il diavolo a quattro con lei, e quello era stato uno dei nomignoli più soft che aveva usato.

Ti ho lasciato le chiavi, così fai un po’ come ti pare. Ieri notte ti sei addormentata di botto e non c’è riuscito di svegliarti nemmeno con le cannonate. A me è toccato dormire con Billy, che è veramente un pessimo compagno di letto, e ci ha pure provato. Questa me la paghi… e io ovviamente sceglierò il modo! Ah ah ah ah (risata sadica) Ci vediamo stasera. Arf! Dom

Dopo c’erano altre due righe, scritte con una calligrafia diversa.

Non è vero, era lui che voleva le coccole! Farò brutti sogni per il resto della mia vita!

Buongiorno e a stasera, Billy

Elena rise di gusto, specialmente per quell’arf… Dominic apprendeva in fretta, quando si trattava di battutacce a sfondo sessuale! In effetti anche lei in genere lo faceva, quindi alla fine giudicò la cosa in maniera positiva.

Ricordatasi improvvisamente che doveva sbrigarsi, prese il biglietto e lo mise nella borsa, chiuse la porta con doppia mandata e prese le scale di corsa, preferiva camminare e darsi una svegliata. Appena fu nella hall consegnò le chiavi di Dominic a Natalie, la ragazza addetta alla reception, la quale l’aveva salutata educatamente in quanto figlia del proprietario, ma quando aveva visto il numero della stanza scritto sulla chiave l’aveva guardata in un modo che Elena non aveva capito se era una sorta di stupore o di invidia malcelata.

Si girò e ridacchiò un po’ senza essere vista, pensando che, in ogni caso, quella non aveva capito proprio niente.

La voglia di ridacchiare le passo subito però, non appena andò in cucina da sua madre, la quale era piuttosto arrabbiata con lei. Non avendola vista svegliarsi si era preoccupata ed era andata in camera sua per controllare che non le fosse successo niente e che non si fosse sentita male, ovviamente aveva trovato la camera vuota e il letto intatto. Si era preoccupata da morire, calmandosi solo quando aveva trovato Dominic e Billy al bar mentre facevano colazione alle undici del mattino passate.  Si era avvicinata con circospezione, scusandosi per il disturbo, i due erano stati molto gentili nel metterla a suo agio. Per fortuna Billy aveva capito subito la situazione e aveva tranquillizzato la madre di Elena.

- Ci scusi tanto signora, è colpa nostra. Ieri sera ci siamo messi a chiacchierare e alla fine ci siamo addormentati tutti, stamattina Elena quando siamo usciti dormiva ancora, non abbiamo voluto svegliarla.- aveva detto cercando di sembrare quanto più serio poteva

- Comunque non si preoccupi, - aveva detto Dominic adeguandosi al tono di Billy, - è in camera mia.-

La madre di Elena aveva ringraziato ancora e si era diretta a dire al marito che Elena non era scomparsa.

Suo padre dal canto suo l’aveva presa a ridere. Aveva potuto notare che Elena aveva fatto amicizia con quei due, conoscendo bene gli interessi della figlia e valutando il fatto che lei e quei due erano le uniche persone giovani che alloggiavano nell’albergo, se l’aspettava. Non appena la moglie gli aveva detto che sapeva dove era Elena per un momento pensò a sua figlia che dormiva in camera di uno di quei due come un padre geloso e possessivo, ma subito dopo si chiese com’è che non ci avesse pensato prima.

- Avranno bevuto un po’ ieri sera, si saranno addormentati, sono ragazzi.- aveva commentato.

- A me quelli non sembrano tanto ragazzi, e poi che vorrebbe dire avranno bevuto un po’? Lo dici come se fosse normale!- aveva esclamato l’altra che ancora non si era calmata.

- Angelica, e dai, sembra che non ce li hai avuti vent’anni! Noi facevamo anche di peggio!- aveva

detto suo padre. - Elena è una brava ragazza, mica vorrai negarlo?-

Su questo la madre non aveva trovato da ribattere, sapeva benissimo che Elena era piuttosto coscienziosa in tutto quello che faceva. Tuttavia quella certezza non aveva impedito di sgridare la figlia appena si era presentata.

- Ti rendi conto che io non sapevo niente? Se non avessi trovato quei due fino a quest’ora che avrei dovuto pensare? Che magari avevate avuto un incidente e adesso chissà dov’eri!-

- Mamma, ma eravamo a piedi!- aveva osservato Elena che era veramente tanto che non si sentiva sgridare così.

- Perché, gli incidenti non succedono ugualmente? E poi perché sei andata a disturbare, insomma, sono pur sempre clienti dell’albergo quelli!-

Elena si rese conto che quest’ultima triste uscita di sua madre era venuta fuori per via del fatto che era tesa, doveva essersi davvero preoccupata molto, quindi non ci fece più di tanto caso.

- Mi dispiace, hai ragione, la prossima volta ci starò più attenta. Giuro.-

Sua madre era sembrata un po’ più tranquilla dopo che gli aveva detto quelle cose, quindi Elena aveva deciso di andare anche in ufficio da suo padre, anche se già immaginava che lui sarebbe stato molto più tranquillo. Infatti, dopo aver bussato e aver sentito che lui diceva Avanti, aveva fatto capolino e gli aveva sorriso, suo padre invece si era messo a ridere direttamente.

- Buongiorno Elenuccia, fatto preoccupare la mamma eh, diavolaccia…- gli aveva detto mentre lei si avvicinava per dargli un bacio.

- Mi dispiace di averla fatta preoccupare, mi sono addormentata su da Dominic, mica l’ho fatto apposta.-

- T’immagini!- aveva risposto lui, - a dirtela tutta mi sono un po’ preoccupato anch’io, che credi?-

- Come siete drammatici però, se ci pensi bene ero con due giovanotti nel pieno dell’età, se anche mi fosse successo qualcosa c’erano loro.-

- Appunto, c’è da fidarsi dei giovanotti nel pieno dell’età? Oppure allungano le manacce sulla mia bimba?-

Elena aveva riso, dentro di se aveva detto magari uno di loro lo facesse! Per ovvi motivi non poteva ripetere ad alta voce i suoi pensieri.

- Insomma, siete diventati amici tu e quei due?- aveva chiesto dopo aver smesso di ridere suo padre.

Elena aveva parlato un po’ con lui di Dominic e Billy senza ovviamente entrare troppo in particolari, un po’ perché non aveva tempo, un po’ perché proprio non poteva dire tutto proprio a lui.

Dopo essere stata una buona mezz’ora nell’ufficio era uscita ed era andata in camera sua, si era fatta una doccia e aveva sgomberato una parte del suo armadio per far posto a Chiara, poi era uscita dall’albergo e aveva fatto una passeggiata fino alla stazione, dove aveva fatto il biglietto e si era messa ad aspettare il treno per Aberdeen.

 

***

 

- Piccolina!- aveva urlato Chiara nel vedere Elena ad aspettarla al binario. Aveva mollato tutte le valige e le era andata incontro.

- Dio, mio sei mancata un casino!- aveva detto Elena mentre si abbracciavano, al che Chiara, dopo essersi sciolta da quell’abbraccio l’aveva guardata alzando un sopracciglio.

- Si, m’immagino quanto ti sono mancata, avrai pensato sempre a quell’hobbit! Ora mi racconti che è successo in questi due giorni brutta porcellina, perché tra e-mail e messaggini io non c’ho capito veramente un cazzo!- Elena le aveva preso una borsa e si erano dirette insieme al binario, sul treno a Chiara aspettava un lungo racconto.

Parlavano in italiano, quindi non si aspettavano di poter fare figuracce, tipo qualcuno che poteva sentire i loro discorsi e prenderle per due mitomani, tuttavia avevano usato uno pseudonimo per Dominic. Elena aveva cominciato a chiamarlo orecchiotto, per via della considerevole dimensione delle orecchie di quel ragazzo. Le risate che si erano fatte per via di quel particolare ormai non le contavano nemmeno più, almeno per i primi dieci minuti di conversazione, ogni volta che Elena diceva orecchiotto, scoppiavano a ridere come due cretine. I fatti che avevano preceduto la sbronza della sera prima Chiara li conosceva, per quanto sommariamente, ma della sera in questione non sapeva ancora nulla, ed Elena si accinse a raccontarle tutto dicendo:- E qui, tieniti forte!-.

- Oh Madonna, ma che hai fatto?- aveva chiesto Chiara con aria preoccupata.

- Ma che palle, io niente! Orecchiotto cosa non ha fatto!-

 

In effetti Dominic aveva dato il meglio di se stesso, ed Elena, sebbene avesse dei ricordi un po’ sfocati della sera prima, rammentava benissimo come erano andate le cose. Avevano capito subito tutti e tre che sarebbe stata una serata piuttosto alcolica, dato che erano partiti su di giri fin da subito.

Al pub, mentre erano al tavolo, avevano cominciato a fare un giochetto idiota con una scatola di mattoncini di legno. Dominic l’aveva trovata appoggiata ad uno dei tavolini accanto al loro, evidentemente in quel locale c’erano dei giochi che gli avventori potevano usare. Tutti e tre si erano trovati piuttosto perplessi sull’effettivo utilizzo che si doveva fare di quei mattoncini, fino a che a Billy non venne un’illuminazione. Tolse i mattoncini dalla scatola cercando di farli rimanere nella stessa posizione in cui erano dentro, poi gli aveva messi così al centro del tavolo, a formare una specie di torre. Dominic l’aveva guardato perplesso.

- E ora che c’abbiamo ‘sto rudere davanti che ci facciamo, scozzesaccio? Mi sa che sei già ubriaco!-

- Inglesino dei miei stivali, fai poco il furbo e aspetta che ti spieghi, ok?-

Quindi Billy si era prodigato in una spiegazione un po’ disastrata, durante la quale Elena, che era nella fase della sbronza in cui le prendeva la ridarella, aveva riso praticamente sempre.

- Passerotta, ma che accidenti ridi?- le aveva detto Dominic più di una volta, chiamandola sempre con epiteti meno soft. Nell’ordine era passato da passerotta, a farfafallina per finire con fighetta, per lo meno Elena era questi che ricordava.

Billy nel frattempo, non senza difficoltà derivate dall’alcool in circolo e dal fatto che i suoi interlocutori erano nelle sue stesse condizioni se non peggio, aveva spiegato che, data la disposizione dei mattoncini, che erano tre per strato e ogni strato era posizionato in modo trasversale all’altro, loro dovevano cercare di togliere i mattoncini senza buttare giù la torre. Il giochino era piaciuto, così avevano cominciato a giocare tra risate, prese in giro e scherzi vari. Avevano tutti e tre davanti i loro bicchieri, ma come regola generale, chi buttava giù la torre, doveva bere una tequila tutta d’un fiato.

- Sale e limone?- aveva chiesto Elena che in genere era abituata a fare così i giri di tequila.

- Ma che sale e limone!- aveva esclamato Billy, - ma levati di torno!-

- Sei con quelli tosti adesso, mica con quelle suorine delle tue compagnucce di scuola, qui si beve tutto liscio, fighetta!- aveva aggiunto Dominic dando una pacca ad Elena, come fosse stata un suo amico. Il più imbranato di tutti era stato proprio lui, che alla fine di quel giochetto innocente era parecchio in là con il tasso alcolico e aveva cominciato a dire cose che era meglio non avesse detto in pubblico. Elena continuava a ridere come una scema, seguita da Billy che ogni tanto riduceva al silenzio gli altri due per sparare una frase famosa, con quanta più enfasi poteva. Ovviamente anche in quel caso s’era scatenata una gara, stavolta tra Elena e Dominic, che dovevano indovinare l’autore di tale frase. Il problema era che Billy citava da letteratura inglese, ma soprattutto citava anche cavolate idiote che Elena, anche avesse avuto una conoscenza adeguata, non avrebbe potuto sapere, quindi a bere in quel caso era quasi ed esclusivamente lei. Aveva avuto la meglio su Dominic solo quando Billy aveva citato Wilde con “Il Ritratto di Dorian Gray”.

- Shhh, shhh…- aveva detto Billy ad un certo punto; Elena e Dominic si erano messi all’ascolto con attenzione troncando la risata. Billy si era schiarito la gola e aveva detto con enfasi:- L'artista è il creatore di cose belle. Rivelare l'arte e nascondere l'artista è il fine dell'arte.-

Elena, nel riconoscere l’inizio della prefazione, aveva bruciato sul tempo Dominic quasi urlando - Wilde!-. Billy aveva decretato la sua vittoria e aveva versato la tequila nel bicchierino di Dominic, che aveva bevuto tutto d’un fiato. Poi si era alzato, e con un equilibrio molto precario si era buttato in ginocchio davanti ad Elena che, seduta sulla sua sedia, guardava ridendo il ragazzo chiedendosi che stesse per fare. Lui le aveva preso il viso tra le mani e guardandola intensamente le aveva detto, sempre citando dal romanzo di Wilde:- Il mondo è cambiato perché tu sei fatta d’avorio e d’oro, la curva delle tue labbra riscrive la storia.- quindi aveva finto di baciarla intensamente, con Billy dall’altra parte del tavolo che non ne poteva più dal tanto ridere.

Dopo quella scena avevano deciso di andare via. Appena fuori dal locale avevano dovuto prestare una particolare attenzione alla strada che avevano preso, e quando tutti e tre avevano convenuto che fosse quella giusta si erano avviati. Per fare la strada che li separava dall’albergo, avevano impiegato una buona mezz’ora invece dei soliti dieci minuti, dato che si fermavano in continuazione per fare qualche stupidaggine.

Arrivati in albergo si erano resi conto di dover andare subito ad infilarsi in un posto dove non potevano essere visti da nessuno, prima di entrare nella hall avevano deciso di andare tutti e tre di corsa nella stanza di Dominic.

- Allora, miei cari compagni di sbronze, sentitemi bene…- aveva detto Dominic cercando di essere convincente e indicando con l’indice puntato i nasi di Elena e Billy  - Il piano del Generalissimissimissimo Monaghan è il seguente.- Detto questo aveva fatto una pausa ad effetto, Billy aveva fatto un saluto militare. - Appena entriamo tutti seri, prendiamo l’ascensore, e ci infiliamo nella mia bella cameretta. Ho detto seri, capito?- Billy aveva annuito, Elena aveva fatto una risatina non troppo convinta.

- Ecco, non così!- aveva puntualizzato Dominic, Elena aveva ridacchiato nuovamente.

Nel tragitto che li separava dall’ascensore avevano mantenuto un atteggiamento impeccabile, evitando di guardarsi, ma appena erano entrati in ascensore erano scoppiati a ridere senza ritegno.

Nel tragitto nel corridoio del terzo piano dell’albergo, Dominic aveva fatto una corsetta ridicola fino alla sua stanza aprendo e lasciando la porta aperta agli altri due che, entrando, l’avevano trovato già sdraiato al centro del letto con una faccia soddisfatta. Gli altri due si erano sdraiati accanto a lui, Elena sulla destra e Billy sulla sinistra. Per buoni dieci minuti avevano continuato a ridere come cretini per ogni scemenza, senza essere in grado di fare altro.

 

Qui la narrazione di Elena si era interrotta un momento, Chiara l’aveva spinta a continuare, era curiosa di sapere come fosse finita.

- Mica mi puoi lasciare così!- si era lamentata.

- Beh, a quel punto orecchiotto mi ha messo le mani sulle tette!- aveva detto tutto d’un fiato.

- Cosa? Questo mica è bello!- aveva ribattuto Chiara.

- Era ubriaco, non sapeva nemmeno quello che faceva!- l’aveva difeso Elena.

- Sì, come no, lo sapeva eccome. E poi pure tu eri ubriaca, per questo eri autorizzata a piantargli una mano sui gioielli di famiglia per caso?-

Elena a quel punto guardò Chiara con uno sguardo un po’ colpevole.

- No…- aveva detto la sua amica al culmine dell’incredulità. - Non ci poso credere che l’hai fatto!-

- Non l’ho fatto apposta, volevo mettergli una mano sul ginocchio e m’è scivolata proprio lì…-

In effetti le cose erano andate davvero così per lei, mentre Dominic un po’ apposta l’aveva fatto.

Ad un certo punto, dopo che erano passati quei dieci minuti di risata continua, Dominic si era come ridestato dal coma etilico e si era alzato dicendo che aveva una bella cosa che aveva tenuto in serbo per un’occasione simile. Nello scavalcare la ragazza per scendere dal letto, aveva piazzato distrattamente la sua mano sul seno destro di Elena che, appena se n’era accorta, gli aveva poco raffinatamente detto di togliere - quella zampaccia del cazzo dalla mia tetta!- . Dominic aveva chiesto scusa, poi tutti e tre erano scoppiati nuovamente a ridere.

Quando Dominic era tornato con quello spinello, Elena aveva rifiutato l’offerta dato che le sembrava di aver dato abbastanza per quella sera, ma poi un paio di tiri li aveva fatti anche lei, dato che Dominic insisteva.  Era stato a quel punto che la sua mano era scivolata dal ginocchio del ragazzo a parti un po’ più intime. Lei praticamente non si era nemmeno accorta per qualche secondo che teneva la sua mano in un punto proibito, Dominic invece, accorgendosene subito aveva esclamato:- Aspetta, riesce meglio se mi tolgo i jeans! -.

Elena aveva buttato lo sguardo su di lui che aveva portato le mani alla lampo dei pantaloni accorgendosi che per farlo aveva praticamente scansato un po’ la sua. Quindi l’aveva ritratta chiedendo scusa e al culmine dell’imbarazzo, mentre invece Dominic le diceva di fare pure come se fosse a casa sua.

- Ma fai pure passerotta! Che t’imbarazzi? Scommetto che lillo non si lamenta…-

C’era stato un breve scambio di battute, durante il quale era intervenuto anche Billy.

- Ma qui voi vi fate le coccole e io sono geloso…- aveva detto.

- Mettiti in coda, ci sono io per primo! Ma non starmi appiccicato, perché se mi stai troppo vicino alla coda mi spaventi!- aveva risposto Dominic con un tono che rendeva indubbio il fatto che fosse completamente ubriaco.

- Chi l’avrebbe mai detto che durante questo mese saremmo finiti a fare una cosa a tre, eh Dom?-

Dominic ricominciò a ridere senza riuscire a fermarsi alla risposta dell’altro, Elena e Billy gli andarono subito dietro. Elena capì che Billy doveva essere parecchio andato, non l’aveva mai sentito dire tante stupidaggini insieme in così poco tempo, era stato divertentissimo.

Dopo di quello non si ricordava più niente, solo che si era svegliata con un gran mal di testa nel letto di Dominic.

- Santo cielo piccolina!- aveva detto Chiara incredula. Insomma, sapeva che Elena si sapeva decisamente divertire, ma così non l’aveva mai vista. - Devo veramente aver paura a lasciarti sola!-.

 

Quando erano arrivate all’albergo era già l’ora di cena. Chiara si era sistemata in camera di Elena, i genitori della ragazza le avrebbero volentieri offerto una camera solo per lei, ma alle due ragazze faceva piacere dormire insieme.

Avevano cenato tranquillamente con i genitori di Elena e dopo cena avevano incontrato Dominic e Billy al bar dell’albergo, la ragazza colse l’occasione per presentarli alla sua amica.

Billy quella sera, non appena aveva visto Elena da lontano aveva esclamato:- Mi dissocio da qualsiasi cosa possa aver detto o fatto ieri notte!-

- Io invece no, dillo a tutti Elena che io e te siamo stati fantastici ieri sera, arf!- aveva aggiunto Dominic facendo una smorfia, come a sottintendere che la sera prima avessero fatto chissà cosa, abbracciando e baciando la ragazza come al solito.

Elena scoppiò a ridere, e anche Chiara, dato che conosceva bene anche lei il significato di quell’arf.

La serata tuttavia era durata poco, e Chiara, sebbene un’idea preliminare della situazione se la fosse già fatta, non aveva potuto vedere poi molto con i suoi occhi. La stanchezza un po’ per tutti era arrivata presto, del resto tra lunghi viaggi e sbronze avevano un bel po’ di stanchezza in accumulo.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Paragoni possibili ***


Nuova pagina 1

Capitolo Undicesimo - Paragoni possibili

 

Billy si era fissato a guardare la distesa d’acqua davanti a sé. Era una bella giornata per la media scozzese, ogni tanto il pallido sole veniva completamente coperto dalle nuvole, ma quando il cielo rimaneva limpido, le tonalità di verde che i prati attorno al lago prendevano erano talmente belle che era un piacere perdersi in quello spettacolo.

Con quella luce particolare anche il rudere del Castello di Urquhart sembrava essere diverso; meno misterioso, meno minaccioso. Era il luogo dove erano stati fatti più avvistamenti di Nessie nel corso della storia, lui non c’era mai stato, ma ne era sempre stato attratto. Dicevano che stare là era un’esperienza indescrivibile, animi particolarmente sensibili ne rimanevano sempre molto colpiti. Come in molti posti in Scozia, sembrava di non essere soli, quasi come se ombre del passato avessero trovato la loro dimora in quelle antiche costruzioni, e lì avessero deciso di rimanere per sempre, per non cadere nell’oblio.

Era particolarmente sereno quel giorno, fin da quando si era svegliato quella mattina aveva avuto una sensazione di benessere che non provava da un po’. Più precisamente non la provava da quando non si svegliava più accanto a Kirsten, ma lui non aveva pensato a questo. Si stupì successivamente che il suo primo pensiero appena sveglio, dopo diverso tempo, non fosse dedicato a lei.

In genere era Dominic a bussare alla sua porta, quella mattina invece non era ancora passato, anche se era già tardi. Si decise allora ad andare lui a bussare alla stanza 115.

Aveva bussato una volta, ma non c’era stata risposta, poi una seconda e una terza. Stava per tornare in camera sua per telefonargli, magari era uscito presto e si era dimenticato di avvertirlo. Si era già girato quando si era aperta la porta, voltandosi nuovamente aveva visto dalla porta semi aperta Dominic in mutande, con i capelli più dritti che mai e con un’espressione sul viso che era tutta un programma.

- Mi sono svegliato adesso.- aveva biascicato aprendo la porta e facendo entrare Billy.

- Me ne sono accorto!-

Dominic si era scusato, facendo entrare Billy gli aveva detto di fare quello che voleva mentre si preparava per uscire. L’altro allora accese il portatile di Dominic e si mise a guardare distrattamente le ultime cose che avevano scritto il giorno precedente.

- Ho scaricato le foto che ho fatto fino ad adesso.- agli aveva urlato Dominic dall’altra stanza, dato che aveva sentito l’altro accendere il computer. - Dacci un’occhiata se ti va, quelle dell’altra sera fanno morire da ridere. -

Billy rispose positivamente, cercò nella cartella delle immagini e trovò la sottocartella delle foto. Dominic ne aveva fatte davvero tante, si era sbizzarrito. Un po’ aveva ritratto gli insetti, un po’ i paesaggi, poi c’erano le foto del viaggio di andata. Dominic aveva fatto una foto con l’autoscatto proprio mentre stavano partendo da Edimburgo, davanti alla sua porta di casa. Billy notò che aveva una gran faccia da cretino in quella foto e ridacchiò vedendosi. Poi, andando avanti, aveva finalmente trovato le foto di quella famosa sera, per la precisione erano di quattro giorni prima, la sera della mega sbronza con Elena. Facevano veramente pena come foto, erano tutte storte, alcune un po’ sfocate, tuttavia era anche troppo per le condizioni in cui Dominic le aveva scattate. Credeva che fossero finite, quando invece, dopo, ne aveva trovato un altro gruppetto. Le aprì e si accorse che erano quelle che Dominic aveva scattato ad Elena sempre quattro giorni prima, nel pomeriggio. Le guardò inizialmente senza prestarci troppa attenzione, anche se si stupì che Dominic le avesse tenute. Una in particolare l’aveva colpito, tanto che, vedendola nello slide show, l’aveva subito interrotto per soffermarsi un momento a guardarla. Era evidentemente una delle foto che il suo amico le aveva fatto dopo che lei si era accorta di essere fotografata: Elena aveva il viso appena un po’ girato di lato con una mano appoggiata su di esso. Era un gesto che evidentemente lei aveva fatto per ripararsi, tuttavia nello spazio tra indice e medio si vedeva chiaramente il suo occhio destro che guardava nell’obbiettivo, e nello spazio tra indice e pollice si intravedeva parte della bocca, che era increspata in un sorriso, e quella piccola cicatrice che aveva sul labbro superiore. Dietro di lei c’era solo il cielo con le nuvole, che creava uno stacco netto con il colore dei capelli che le ricadevano sulle spalle.

Era una bella foto, Billy pensò che Dominic avesse avuto davvero una buona intuizione nel farla, quando dopo qualche minuto era uscito dal bagno, gli aveva detto che la trovava molto bella.

- Un colpo di culo.- si limitò a commentare Dominic che, sempre in mutande, si era avviato in camera sua, uscendo poco dopo pronto per uscire.

Billy in ogni modo fu contento di non sentire sempre la solita storia su quanto fosse bravo che Dominic aveva preso a dire ogni qual volta qualcuno, per caso, gli faceva un complimento. Quello che aveva parlato prima sembrava il vecchio Dominic, quello di qualche anno fa.

Mentre facevano colazione i due avevano continuato a chiacchierare tranquillamente e Billy aveva potuto osservare che quella era una buona giornata anche per il suo amico. Aveva continuato a tenere quell’atteggiamento da ragazzo normale che aveva usato non molto tempo prima, e Billy non aveva potuto che essere piuttosto contento per questo, dato che era una cosa che gli mancava.

Che Dominic avesse perso il contatto con la realtà l’avevano notato un po’ tutti, Billy più che altro si era chiesto se lui stesso se ne fosse accorto. Ogni tanto era chiaro, almeno ai suoi occhi, che facesse degli sforzi notevoli per non prendere certi atteggiamenti, tuttavia certi vizi gli si erano talmente appiccicati addosso che ormai gli calzavano come una seconda pelle, piuttosto arduo sarebbe stato liberarsene, se mai avesse voluto farlo. Nei giorni precedenti, quando erano soli, Dominic non aveva smesso di fare battute idiote su Elena e su altri mille argomenti. Faceva la figura del superficiale e dell’insensibile a dire quelle cose, Billy sapeva che se le avesse dette davanti a terzi lo avrebbero scambiato per quello che non era. Lui lo conosceva, e sapeva che si nascondeva dietro quella maschera cinica. Dominic in verità era tutto l’opposto.

La cosa che più lo infastidiva in quei giorni era comunque l’atteggiamento di Dominic nei confronti di Elena, soprattutto dopo che Billy aveva chiarito i suoi sospetti sul fatto che lui alla ragazza piacesse. Era ovvio che a Dominic, nonostante le apparenze, di Elena non importasse proprio niente: ci si divertiva, ci passava il tempo, si era rivelata un ottimo diversivo a quella calma che per loro due era quasi innaturale, ma non si era mai soffermato a guardarla dentro, cosa che invece Billy si era curato di fare.

A parte poche stupidaggini, Dominic non sapeva niente di lei, non se n’era mai interessato, e  questo dispiaceva un po’ a Billy, dato che sapeva che Dominic avrebbe potuto apprezzare molto di quello che si nascondeva dietro all’aspetto forse poco avvenente di quella ragazza. Che poi, anche su quell’aspetto, Billy avrebbe avuto giusto qualcosa su cui obiettare. A Billy Elena non sembrava brutta, anzi… certamente era molto più fine e aggraziata , tanto per fare un esempio, di  Jennifer.

Per carità, a Billy Jennifer era simpatica: era una ragazza solare, espansiva, e tra l’altro cominciava a dispiacergli il fatto di aver pensato a lei subito come ad un’arrivista. Ma sull’aspetto fisico avrebbe avuto una bella lista di difetti da mettere in evidenza. Innanzi tutto Jennifer non era esattamente un tipo fine e delicato, né fisicamente né nel portamento. Aveva una bocca piuttosto pronunciata, che tra l’altro metteva troppo in evidenza con il trucco, che usava sempre piuttosto pesantemente. Aveva il naso leggermente a patata ed era abbastanza più bassa di Dominic, almeno una decina di centimetri. Era difficile dare una definizione del suo fisico, si poteva dire che fosse un po’ tarchiata. Non che fosse grassa, piuttosto non longilinea. A dire tutta la verità, i polpacci di quella ragazza potevano competere con quelli di Dominic stesso. Purtroppo accentuava anche questo, mettendosi spesso delle minigonne piuttosto corte che mettevano in risalto le sue belle gambotte. La prima volta che l’avevano vista con lui, Billy ed Elijah Wood erano stati un po’ bastardi nel commentare. Se ci ripensava però ancora gli veniva da ridere per una considerazione che aveva fatto Elijah:- Ma siamo sicuri che se gli monta addosso non lo rompe? E poi pensa ai loro eventuali figli… guarda i nasi di entrambi!- In difesa di Jennifer si poteva dire che il suo naso fosse molto più carino di quello di Dominic…

Billy però aveva capito cosa fosse piaciuto di quella ragazza al suo amico, forse proprio quel modo poco aggraziato che aveva di porsi in certi frangenti, che era in netto distacco con le tante donne di dubbia provenienza che giravano intorno al mondo dello spettacolo. Anche il fatto che l’avesse conosciuta al di fuori di esso certo era una spiegazione. In effetti Billy doveva dire che ci fosse una cosa, del viso di Jennifer, che colpiva veramente chiunque la guardasse: gli occhi. Li aveva di un verde intenso, scuro, un colore molto poco comune, inoltre erano di un bellissimo taglio.

Se Dominic si fosse interessato minimamente ad Elena, forse non avrebbe tenuto sempre quell’atteggiamento a metà tra lo scherzoso e il lascivo, che era tremendamente ambiguo. Era palese anche in quell’atteggiamento che Dominic fosse un tenerone, uno a cui piaceva dare e ricevere attenzioni… insomma, lui era quel Dominic capace di commuoversi guardando Billy Elliot! Eppure si ostinava a fare il duro e il cinico.

 

- Però dobbiamo ammettere che ci siamo rotti le scatole in questi giorni, vero?- aveva chiesto improvvisamente Dominic interrompendo il filo dei pensieri di Billy.

- Perché dici questo?- aveva chiesto.

- Non pensavo, ma mi sono abituato ad Elena in quest’ultimo periodo e il fatto che da quattro giorni ci degni della sua presenza solo qualche ora la sera mi pesa.-

Considerando la natura dei pensieri che gli stavano passando per la testa, Billy fu piuttosto sorpreso di quello che Dominic stava dicendo.

- Beh, non pensavo che ti avrei sentito dire una cosa del genere…-

- Non prendere subito per la tangente tu, mica ho detto che me la sposerei, ci mancherebbe altro!- aveva ribattuto Dominic, accentuando quel ci mancherebbe altro enfatizzandolo. - Mi sono solo abituato alla sua presenza, tutto qui.-

Billy non pretendeva certo che lui cambiasse da un momento all’altro, già il fatto che avesse detto che Elena gli mancava un po’ era un bel passo avanti. Forse Dominic cominciava a rendersi conto che Elena era più di quella presunta poca avvenenza che era l’unica cosa che dimostrava di aver notato.

 

***

 

In serata Elena e Chiara si erano incontrate con Billy e Dominic al bar dell’albergo. Erano tornate quel pomeriggio dopo essere state fuori tre giorni.

Il giorno dopo che Chiara era arrivata infatti, le due amiche erano ripartite per Edimburgo e avevano alloggiato per un paio di notti in un albergo, godendosi per due intere giornate tutto quello che la città poteva loro offrire. Avevano visitato qualche museo, quanti più castelli potevano e avevano passato le loro serate in qualche locale, poi la mattina del terzo giorno avevano ripreso il treno ed erano andate a Glasgow. Avevano lasciato i loro pochi bagagli al deposito della stazione ed erano andate a fare un giro turistico anche in quella città, poi nel pomeriggio erano rientrate a Loch Ness. A Chiara rimanevano altri due giorni interi di vacanza. Purtroppo, compresi i giorni di viaggio non aveva potuto chiedere più di una settimana di ferie, che praticamente stava volando. Avrebbero impiegato il restante tempo nel visitare il lago e i dintorni, in special modo le due ragazze erano curiose di andare a vedere la cittadina di Inverness, il capoluogo delle Highlands.

Quando avevano esposto i loro propositi per quei giorni, a Billy si era illuminato lo sguardo.

- Davvero andate a Inverness? E’ un posto magnifico, io mi sono innamorato subito di quella cittadina quando l’ho vista la prima volta, tant’è vero che all’inizio io e Dom avevamo pensato di passare lì questo mese.- aveva detto entusiasta.

- E com’è che poi avete cambiato idea?- aveva chiesto Chiara.

- Perché amano poco gli inglesi, nei bar mettono i cartelli tipo: i cani e gli inglesi non possono entrare!- aveva risposto Dominic ridacchiando.

- Ma come sei esagerato, non è vero!- aveva ribattuto Billy.

- Sì che è vero! Me l’hanno detto Martin e Michael quando ci sono stati qualche anno fa!- aveva detto Dominic riferendosi a due sue vecchi amici di Manchester che avevano fatto un viaggio lungo tutta la Scozia qualche anno prima.

- La verità è che volevamo un posto tranquillo e immerso nel verde per ritirarci, ma anche un bel posto. Abbiamo saputo di quest’albergo e ci è piaciuto subito.- aveva spiegato allora Billy.

Elena e Chiara si erano guardate un momento intendendosi al volo.

- Ma voi, un giorno almeno, proprio non potete staccare? Magari potevate venire con noi…-aveva detto Elena guardando Dominic che le faceva boccacce e le dava colpetti con il piede sotto il tavolo dall’inizio della serata.

- Non sarebbe mica male fare una scampagnata… che ne dici Billy?-

- In effetti no, non sarebbe nient’affatto male, anche se non è una scampagnata!- aveva osservato l’altro.

- Ah, no? Pensavo che andassimo in un posto bello rurale, con maiali, pecore, mucche e tacchini che vagano liberi sui prati felici e contenti!-

- Fai poco lo spiritoso, ad Inverness hanno riconosciuto anche lo status di città! Da poco, ma è una città, quindi fai poco il grosso, uomo cittadino che si divide tra Los Angeles e Manchester!-

- Sì, vabbè, tanto mi sa che troviamo i maiali che grufolano lo stesso, città o non città!-

- Io invece dico che l’unico maiale lo porteremo noi, ovvero tu!-

Chiara ed Elena si stavano divertendo molto. Chiara specialmente aveva notato che i due ragazzi, anche se non aveva avuto molto tempo da passare con loro, erano davvero simpatici, con lei erano stati subito gentili ed espansivi.

Certo, non che si fossero avvicinati ai livelli di confidenza che Dominic si prendeva con Elena e, per dirla tutta, se Dominic si fosse permesso di fare con lei quello che faceva con Elena, forse rischiava anche di vedersi stampata una manata sulla faccia!

Prima di andare a letto si erano dati appuntamento per la mattina dopo alle otto nella hall. Avrebbero fatto colazione insieme e poi sarebbero andati a prendere il treno delle otto e cinquantasette. Billy si era offerto di fare da guida, dato che conosceva la cittadina molto bene essendoci stato svariate volte. Si preannunciava una bella giornata.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Questione di ***


Capitolo Dodicesimo

Capitolo Dodicesimo - Questione di “bandiera”

 

Billy era già nella hall da qualche minuto, si erano dati tutti appuntamento là, e lui era stato il primo ad arrivare. Si era seduto su uno dei divanetti e aveva preso uno dei giornali, aspettando gli altri si era messo a leggere distrattamente i titoli degli articoli. Successivamente erano arrivate le ragazze, ma di Dominic nemmeno l’ombra. Billy, per paura che non si fosse svegliato, lo cercò sul cellulare. Dominic non gli dette nemmeno il tempo di dire buongiorno.

- Non rompere, sono in ascensore!- aveva bofonchiato riattaccando subito il telefono in faccia a Billy, che si era messo a ridere, per poi dire alle ragazze:- E’ tutto matto!-

In effetti Elena e Chiara ne avevano convenuto, anche per il modo in cui si era conciato. Si era messo un paio di pantaloni verde scuro piuttosto larghi, con tasche da tutte le parti, scarpe da ginnastica e una felpa grigia con il cappuccio, con sotto una maglietta gialla. In testa aveva un capellino grigio calcato sugli occhi e aveva già messo quegli enormi occhiali da sole di Christian Dior che lo facevano sembrare un moscone. Fosse stato solo questo, sarebbe sembrato solo uno dei tanti idioti che circolavano a piede libero, il fatto era che sulle spalle aveva, a mò di mantello, una bandiera inglese.

- Ma c’è un limite al tuo essere coglione? Levati quella cosa!- gli aveva detto Billy non appena l’aveva visto così bardato.

- Quella cosa?- aveva risposto Dominic sembrando offeso, - Guai a te se osi fare vilipendio alla nostra bandiera!-

- Dominic, scherzaci poco, sarà il caso che te la togli, davvero…- aveva ribattuto Billy un po’ più serio. In effetti Dominic non si rendeva conto che qualcuno avrebbe potuto sentirsi preso in giro. Sbuffando un po’ se l’era tolta mentre Elena e Chiara ridacchiavano sotto i baffi.

- God save the Queen!- aveva detto enfatico mentre la piegava, poi aveva fatto per tornare in camera per lasciarla, ma Billy aveva gentilmente pregato una delle ragazze di metterla in una delle loro borse, per non perdere altro tempo dato che non ne avevano poi molto. La bandiera quindi finì nella borsa di Elena.

 

Il viaggio era stato breve e confortevole, tra loro quattro non avevano parlato molto, persi dietro ai paesaggi che stavano attraversando. Quando erano arrivati ad Inverness quasi non si erano accorti che essere entrati in un centro abitato, dato che fino ad un minuto prima che il treno si fermasse alla stazione, erano stati circondati da paesaggi verdi che sembravano incontaminati.

Inverness era graziosa, una cittadina piena di verde e molto ordinata. Durante la mattinata avevano passeggiato per le vie del centro gustandosi la particolare architettura dei palazzi e l’ospitalità della gente. Era strano per Chiara ed Elena costatare quanta gente ci fosse che, se anche per caso incontrava il loro sguardo, sorrideva loro o addirittura le salutava. Erano abituate nella loro città ad ignorare ed essere ignorate. A pranzo Billy li aveva trascinati tutti in un ristorante tipico, dove avevano mangiato l’Haggis, il piatto più tipico e tradizionale della cucina scozzese. Il pomeriggio era stato dedicato a visitare alcuni piccoli musei storici e di cultura e tradizioni scozzesi. Inverness era sicuramente la città simbolo della cultura scozzese: lì sembrava che si fosse mantenuto intatto più che in ogni altra parte della Scozia l’attaccamento alle tradizioni. Con rammarico Billy aveva parlato agli altri della "Balnain House", un museo dedicato alla storia della musica scozzese, che aveva dovuto chiudere i battenti perché non aveva avuto più fondi per essere mandato avanti.

Il treno che li avrebbe riportati indietro partiva quasi alle sette di sera, anche se i quattro, forse per paura di fare tardi, si erano avviati troppo presto ed erano già alla stazione per le sei e mezza. Si erano seduti a scherzare come al solito su una panchina, Dominic aveva cominciato a lamentarsi perché Chiara si era accesa una sigaretta.

- Che palle voi fumatori!- aveva detto più per punzecchiare la ragazza che per il fatto che lo infastidisse veramente il fatto che fumasse.

- Salutista, vedi di non rompere!- gli aveva risposto la ragazza a tono. In effetti Dominic si era tenuto rispettosamente sempre ad un livello normale con Chiara, ma questo non significava certo che, dopo esserci entrato un po’ in confidenza, non avesse cominciato a fare il simpaticone anche con lei. Com’era prevedibile Chiara era entrata un po’ più in confidenza con Billy, soprattutto per via del fatto che erano praticamente coetanei.

In effetti Billy sulle prime si era stupito che una ventenne come Elena avesse un’amica tanto intima di quindici anni più grande di lei. Elena appena li aveva conosciuti aveva cominciato a parlargli di Chiara, citandola spesso nei suoi discorsi, tuttavia Billy non aveva più pensato alla cosa fino a che non l’aveva conosciuta. Nel vederle insieme poi aveva capito che tipo di affinità ci fossero: aveva avuto modo di notare bene che Elena non aveva certo vent’anni d’età mentale, del resto se fosse stata una ragazzina difficilmente lui ci si sarebbe trovato bene come invece era stato.

Praticamente quelle due insieme erano perfette. Chiara era una persona estremamente vitale e un po’ pazza anche, bastava vedere che razza di foto si era fatta fare anche ad Inverness quel giorno. Era una continua esplosione di energia, a volte si faceva fatica a stargli dietro. Elena anche, si faceva trascinare da quel flusso di energia, sembrava che quelle due, quando erano insieme, avessero una marcia in più. Era pur vero che in certi frangenti Chiara sembrava diventare protettiva nei confronti di Elena, ma di certo non si poteva dire che non fosse un rapporto alla pari.

Ogni tanto le ragazze attaccavano a parlottare tra loro in italiano, e i due ragazzi le guardavano perplessi, a che loro si scusavano dicendo:- Non preoccupatevi, non stiamo parlando di voi!-.

Se solo avessero saputo il vero significato della parola orecchiotto

In verità Chiara ed Elena non lo facevano apposta, ma quando parlavano tra di se, anche se magari non era carino nei confronti di Billy e Dominic, usare l' italiano veniva loro naturale.

Erano arrivati in albergo per l’ora di cena, e si erano dati tutti appuntamento per decidere come passare la serata un paio d’ore dopo. Mentre le due ragazze andavano nella loro stanza per darsi una sistemata prima di andare a cena, Elena aveva punzecchiato un po’ Chiara.

- Insomma, hai parlato fitto fitto per tutto il viaggio con lo scozzese…- le disse riferendosi a Billy.

- E tu hai flirtato in modo nemmeno troppo soft con orecchiotto mentre io chiacchieravo con lo scozzese! Dì un po’, che dovevamo fare, stare a guardare voi due che vi strusciavate?-

Elena rise:- Ma vai a cagare!- disse poi ridendo, con Chiara che rideva più forte di lei.

Chiara li aveva osservati in quei giorni, ancora di più e più attentamente li aveva osservati durante quella giornata. Erano carini insieme, e Dominic in effetti, contrariamente a quello che Elena pensava, non gli era sembrato uno che teneva un atteggiamento da burlone e basta. Era stata subito contenta di sapere che Elena c’era andata con i piedi di piombo, ma alla luce dei fatti, Chiara cominciava a pensare che se la sua amica avesse allentato un po’ le difese non si sarebbe scottata, anzi, magari avrebbe dato modo a lui di capire che le piaceva.

Non aveva mai visto Elena così, e le piaceva un sacco vedere come dei suoi comportamenti erano mutati in generale, ma soprattutto come erano mutati quando era con Dominic. Quel ragazzo poi era veramente uno struscione di prima categoria: se non erano vicini a parlottare o a farsi dispetti, lui la chiamava per attirare la sua attenzione, cosa che succedeva a cadenze regolari e spessissimo, Elena dal canto suo rispondeva a tono alle sue boccacce e si difendeva piuttosto bene dai suoi dispetti. Ma la cosa che l’aveva stupita di più era stato quando si erano fatti fare una foto di gruppo approfittando della gentilezza di un passante. Si erano seduti sul bordo di una fontana in una piccola e graziosa piazza e Dominic, come se niente fosse, aveva attirato a se Elena prendendola per la vita e facendola sedere sulle sue ginocchia.

Quando il gentile passante aveva restituito loro le macchine fotografiche, dato che se n’erano fatta scattare una sia Dominic che Chiara, Elena aveva fatto per alzarsi e mettersi seduta sul bordo accanto a lui, ma Dominic l’aveva trattenuta sempre tenendole le mani sulla vita e dicendole:- Che stai scomoda? Puoi rimanere seduta qui se vuoi, non mi dai fastidio!-.

Elena l’aveva guardato un po’ perplessa. - Ma sei proprio sicuro? Non ti peso?- gli aveva chiesto preoccupata.

- No, affatto.- aveva risposto tranquillo lui.

Chiara aveva visto bene l’espressione che si era dipinta sul volto di Elena in quel momento, se l’era impressa bene nella mente e non voleva dimenticarsela. Aveva intuito benissimo ciò che quella risposta aveva significato per lei, che aveva sempre bisogno di conferme data la sua insicurezza di fondo. Il fatto che poi quelle conferme venissero da Dominic era decisamente un particolare che risaltava.

Erano rimasti là per qualche minuto, chiacchierando e guardandosi intorno, Chiara aveva scattato ancora qualche foto anche se non era riuscita a staccare gli occhi di dosso ad Elena. Sapeva che la sua amica aveva delle fisse, cose che le davano fastidio. Ad esempio guardarle e toccarle la pancia era una cosa che nessuno doveva fare, dato che la infastidiva da morire. Dominic tutto tranquillo invece, tenendosela addosso, le aveva appoggiato una mano in grembo ed Elena, quasi era sembrata non accorgersene. Continuava a sorridere e a chiacchierare, cosa che era indice di quanto quel gesto non le desse alcun fastidio né le creasse alcun disagio. Chiara pensò che dovesse essere anche per il fatto che, nell’ultimo periodo Elena aveva perso piuttosto velocemente altri chili e si sentiva ancora più in pace con se stessa. Se n’era accorta appena l’aveva vista alla stazione il giorno che era arrivata, ormai non doveva mancare molto al traguardo che il suo dietologo le aveva dato.

Dato che erano stati tutto il giorno in piedi a camminare quella sera nessuno di loro aveva avuto voglia di uscire. Avevano optato per vedere un film in tranquillità, quindi senza girarci intorno erano andati in camera delle ragazze e si erano messi tutti a discutere sul film da vedere.

Dominic aveva riattaccato con il quarto d’ora da narciso ed egocentrico puntando il dito su “La Compagnia dell’Anello”, sistematicamente bocciato da tutti gli altri. Elena aveva puntato il suo ditino su Kubrick, tutti gli altri l’avevano guardata come se fosse stata pazza. - Ma secondo te ho la faccia di uno che regge “Barry Lyndon” ora come ora?- aveva fatto osservare Billy, mentre Dominic diceva:- Io non lo reggo manco quando sono ispirato un film così!-, anche se poi non era vero.

L’unico film che aveva messo d’accordo tutti era stato “Fight Club”, Dominic specialmente era contento, dato che era uno dei suoi film preferiti e che apprezzava soprattutto il regista, David Fincher.

Stavolta c’era stato un po’ meno caos dato che tutti sembravano un po’ più interessati al film che a becchettarsi tra loro, probabilmente il tutto era dipeso anche dal fatto che un po’ di stanchezza aveva cominciato a farsi sentire. Dominic si era praticamente sdraiato addosso ad Elena, tanto per cambiare; più composti vicino a lei erano seduti nell’ordine Chiara e Billy.

Terminato il film però, dopo circa due ore e dieci, sembrava che un po’ di stanchezza fosse passata a tutti, tanto che ricominciarono imperterriti con il solito tran-tran di battute e scherzetti. Dominic aveva proposto di finire la serata bevendoci un po’ sopra, proposta che era stata bocciata dagli altri tre.

- Dopo la sbronza che ci siamo presi l’ultima volta non ho proprio voglia!- aveva commentato Billy, Elena gli aveva dato ragione:- Per carità, devo ancora smaltire quella!-

- E poi, che serve bere per divertirsi? Non sapete farlo senza?- aveva osservato Chiara punzecchiando Dominic.

- Attenta, me lo pungi sul vivo così!- aveva osservato Billy.

- Carissima, io per fare i miei numeri non ho certo bisogno di essere sbronzo!-. Intanto il suo cervello stava partorendo una malsana idea.

- Elenuccia, tesoro, passerotta…- aveva continuato.

- Beh, che vuoi? Non mi piace per niente questo tono, mi sa che vuoi qualcosa!- aveva risposto lei sorridendo.

- Ti volevo solo chiedere se hai ancora la mia bandiera, mi sa che ce l’hai ancora tu.-

Elena si ricordò che l’aveva messa quella mattina nella sua borsa, andò a prenderla e tirò fuori la bandiera, un po’ imbarazzata per come aveva risposto a Dominic, anche se l’aveva fatto scherzando.

- Grazie.- gli aveva detto lui quando gliel’aveva porta. 

Chiara si era alzata dal letto e si era avvicinata alla finestra aprendola un poco, poi si era accesa una sigaretta e aveva cominciato a fumare chiacchierando con gli altri.

- Ma insomma, basta con queste sigarette! Ma stai sempre a fumare! Ma non ci pensi a noi che siamo costretti a respirare il tuo fumo? Vergognati!- aveva esordito Dominic alzando un po’ la voce fingendo di essere arrabbiato.

- Senti bamboccio, la porta è quella, e questa è la mia stanza, se non ti sta bene…- aveva risposto Chiara facendogli una linguaccia. - E poi vergognati tu, che non pensi ad altro che ubriacarti!-

- Guarda, veramente il vergognati era più per il fatto che sei più alta di me…-

- E pure di me.- aveva aggiunto Billy alzando la mano.

Chiara infatti era stata un po’ bersagliata da Dominic per via dei suoi 178 centimetri di altezza, mentre invece i due ragazzi  arrivavano solo sui 170.

- E se siete taglia hobbit è colpa mia? Vergognatevi voi!-

Elena stava ridendo di gusto, lei come altezza sfiorava quella dei due ragazzi e quindi per questo giro era stata risparmiata.

- Dopo quest’affronto, io ho proprio bisogno di andare a fare la pipì!- aveva esordito Dominic alzandosi dal letto e dirigendosi in bagno. Le due ragazze non avevano notato un piccolo dettaglio che invece a Billy non era sfuggito, Dominic si era portato dietro il suo bandierone. Abbozzò un sorrisetto, aveva già parzialmente intuito cosa al suo amico stesse passando per la testa… certo però non fu meno divertente vederlo uscire dal bagno conciato in quel modo.

Elena stava mettendo a posto il portatile, l’aveva scollegato dalla televisione e aveva rimesso il dvd nel porta-cd. Improvvisamente la porta del bagno si era aperta con un tonfo che aveva richiamato tutti e Dominic era uscito dal bagno con indosso solo la sua bandiera.

Tutti scoppiarono a ridere, dal primo all’ultimo, Dominic compreso, che solo quando si furono calmati un po’ tutti disse:- Dite un po’, non porto avanti l’orgoglio britannico? Dovrebbero farmi baronetto solo per questo!-

Seguirono altre risate, Elena era rimasta in piedi al centro della stanza senza riuscire a smettere di ridere, ancora non era riuscita a spiccicare parola.

- Ma sei… nudo lì sotto?- aveva chiesto Chiara con una punta di preoccupazione.

- Ma certo!- aveva risposto Dominic con fare da prima donna, - Noi inglesi le cose o le facciamo per bene, o non le facciamo per niente, che credi?-

Fu a quel punto che Elena riuscì a dire qualcosa.

- Sembri veramente un cretino conciato così!- aveva detto ricominciando subito a ridere, le stavano venendo le lacrime agli occhi dal tanto ridere, e le faceva anche male lo

stomaco.

- Non è che sembra, lo è!- aveva commentato Billy che era alla finestra con Chiara.

Dominic allora aveva guardato Elena mettendo le mani sui fianchi, un po’ minaccioso.

- Ah sì, eh? La mettiamo così, sarei un cretino! Ora t’acchiappo!-

Dicendo questo non aveva dato ad Elena il tempo materiale di rendersi conto delle sue intenzioni. Si era avvicinato velocemente e abbassandosi leggermente l’aveva presa all’altezza del bacino e l’aveva sollevata appoggiando il suo stomaco alla spalla.

- Ma che diavolo fai, mettimi giù, pazzo scriteriato!- aveva detto Elena ad alta voce. Dominic però da quell’orecchio non ci sentiva, aveva continuato a fare passeggiatine davanti al letto.

- Dove la porto, dove la porto?- ripeteva in continuazione.

Billy e Chiara ridevano divertiti per la situazione. Soprattutto Elena li faceva ridere, sembrava vagamente terrorizzata, come se temesse di cadere da un momento all’altro. Dopo pochi secondi però Dominic fu abbastanza clemente da avvicinarsi al letto e buttarcela sopra, rimanendo sopra di lei reggendosi con le braccia tese e le mani appoggiate sul letto.

Fu un istante che durò una vita. Elena e Dominic avevano improvvisamente smesso di ridere e i loro sguardi si erano incontrati diventando improvvisamente profondi, come se entrambi avessero voluto scrutare l’uno nell’altra. Elena aveva sentito chiaramente che il suo corpo avvertiva il richiamo di quella situazione, dando inizio ad una reazione chimica che non si sarebbe fermata tanto facilmente. Dischiuse le labbra leggermente, Dominic capì quel segnale e si chinò su di lei baciandola. Elena sentì la lingua di lui che cercava la sua, mentre sentiva il peso del corpo del ragazzo sul suo e le sue mani, che…

- Oplà! Visto che non ti ho fatta cadere?- aveva detto Dominic tirandosi su con un saltino.- Non ti fidi proprio della mia prestanza fisica, eh?-

Il cervello di Elena era partito in quarta immaginandosi tutto il possibile in quell’attimo durato una vita.

Pensò che era veramente presa del tutto per Dominic, non senza provare la solita apprensione per se stessa. Smise però subito di pensare a questo, si tirò a sedere sul letto appena in tempo per vedere che, a causa del fatto che si era agitato fino a quel momento e per via di quel salto che aveva fatto, a Dominic la bandiera stava scivolando su un fianco. Cadde del tutto prima che Dominic avesse il tempo di riafferrarla.

- Ma vattene, sei un maledetto sparacazzate!- aveva detto Chiara, - E meno male che voi inglesi fate le cose per bene o per niente! Sono convinta che Billy sarebbe stato più bravo di te anche in questo!-

Dominic sotto la bandiera infatti aveva un bel paio di boxer neri attillati.

- Certo, io sotto il kilt non metto mai le mutande.- aveva commentato Billy ridacchiando.

- Signore e signori, calma! - aveva detto Dominic mettendo le mani avanti. - Non c’è alcun tipo di problema, se proprio ci tenete vi faccio dare una sbirciata a quello che c’è qui sotto, ma non me le tolgo del tutto perché se no Lillo e le sue amichette prendono freddo!-

Tutti erano scoppiati a ridere, anche Elena che aveva avuto qualche secondo di tempo per riprendersi dai suoi vagheggiamenti. Poco dopo Dominic era andato a rimettersi i suoi vestiti, lamentandosi che in quella stanza faceva troppo freddo. - Se qualcuno chiudesse la finestra e non fumasse…- aveva detto.

Chiara aveva alzato il dito medio verso di lui.

- Certo che mi ami proprio, eh?- aveva risposto lui ridacchiando e chiudendosi la porta del bagno dietro.

Quando dopo un po’ i ragazzi erano andati via, sulla porta Elena aveva guardato Dominic allontanarsi.

- Chiara…- aveva richiamato la sua amica senza staccare gli occhi dal ragazzo.

- Mh?-.

- Sono partita del tutto…!-.

Chiara allora le aveva girato il viso nella sua direzione, guardandola bene. - Ma davvero? Non me n’ero accorta!-

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Carnevale di Rio personalizzato ***


Nuova pagina 1

Capitolo Tredicesimo - Carnevale di Rio personalizzato

 

Elena stava distrattamente guardando fuori dalla finestra per vedere come fosse il tempo. Il cielo era un po’ coperto, ma non prometteva essere una cattiva giornata come tempo atmosferico. Chiara sarebbe andata via il giorno successivo, Elena cominciava già a sentirsi un po’ triste, anche se, a ben pensarci, tra poco più di dieci giorni sarebbe tornata a Firenze anche lei. Aveva anche valutato l’ipotesi di fermarsi un po’ meno in Scozia, tanto aveva già potuto notare che quella specie di ritiro forzato non aveva giovato a chiarire quei dubbi che voleva togliersi in quel periodo. Tuttavia aveva anche pensato che poi non avrebbe rivisto i suoi per un bel po’, e non sapeva soprattutto quando ci sarebbe stata occasione di rivederli. Alla fine di quella riflessione aveva optato per rimanere fino al 29 agosto, come stabilito sin dall’inizio. Certo, l’amicizia con Billy e Dominic non l’avevano aiutata in questo senso, avrebbe dovuto annoiarsi e pensare durante questa vacanza, invece quei due erano entrati nella sua vita facendola divertire un mondo. Mentre pensava a questo particolare, le labbra di Elena si erano increspate in un sorriso.

Non avrebbe cambiato quel mese nemmeno per tutto l’oro del mondo.

 

Quando le due ragazze erano uscite dalla loro stanza mancava ancora un bel po’ all’ora in cui si erano date appuntamento con Dominic e Billy nella hall. Ne avevano approfittato per fare una passeggiata nel parco intorno all’albergo, avevano più o meno da passare altri quarantacinque minuti nell’attesa.

Si erano sedute sotto un albero non molto distante, cominciando a chiacchierare del più e del meno, come al solito.

- Ma insomma ti iscrivi all’università o no?-

- Non lo so Chiara, veramente, non lo so.-

- Sai come la penso sull’argomento, te l’ho detto almeno un milione di volte, e non ho intenzione di ripetertelo e diventare noiosa, ma…-

- Appunto, non parliamo di questo, ho già abbastanza confusione in testa.- aveva ribattuto Elena che non aveva proprio voglia di parlare di quella questione.

- Ma te la dovresti far venire la voglia di pensarci, e in fretta! Insomma, a ottobre se ti iscrivi dovrai cominciare a frequentare, vuoi fare tutto di corsa?-

- Sto cominciando seriamente a pensare di mettermi a lavorare, Chiara.- aveva detto guardando per terra. - Il fatto è che non so se riuscirei a tenere il ritmo dell’università, dato come ho finito il liceo mi viene il legittimo dubbio che potrei non farcela, e non voglio ripetere quest’esperienza.-

- Ti prenderei a calci quando fai così, sei odiosa. - aveva detto seria Chiara.

In effetti Elena, a volte, risultava essere un po’ esagerata nella perpetua convinzione di non essere in grado di fare certe cose, diventava estremamente antipatica. - Vuoi toglierti o no dalla testa che non è stata colpa tua, e che gli incidenti possono capitare?- aveva continuato.

- Sì, lo so che possono capitare, ma metti caso che non sia capace per davvero di reggere i ritmi dell’università, se poi fossi costretta ad abbandonare mi sentirei una perfetta nullità, e magari quell’incidente, come lo chiami tu, potrebbe ricapitare.-

Chiara scosse un po’ la testa, poi aspirò una boccata dalla sua sigaretta.

- Non è che non saresti capace di reggere i ritmi universitari, è che te la fai addosso dalla paura, ed è proprio l’ora di finirla di avere paura. E non mi riferisco solo all’università.-

- E a cos’altro?- aveva chiesto Elena, quando erano state interrotte dal suo cellulare che squillava.

Dall’altra parte c’era Billy. Lui e Dominic erano scesi prima ed erano andati a cercarle nella loro stanza, non trovandole le avevano chiamate per sapere dove fossero. Quindi le due ragazze erano tornate indietro, lasciando a metà quel discorso.

Dato che Elena voleva portare Chiara a vedere il lago i due ragazzi si erano offerti di accompagnarle, facendo esattamente come facevano quando Elena si univa a loro mentre lavoravano. Le ragazze avrebbero fatto i loro giri con calma visitando il lago e il rudere del castello di Urquhart, poi si sarebbero incontrati per andare a pranzo insieme e per tornare all’albergo nel tardo pomeriggio.

 

***

 

Dopo un po’ che Chiara ed Elena passeggiavano sulla sponda del lago godendosi il paesaggio, essendosi fatta quasi l’ora di pranzo, erano tornate nel punto dove solitamente Billy e Dominic si mettevano a lavorare, trovandoli impegnati a scrivere e a complottare tra loro. Elena aveva steso il suo telo un po’ distante da loro e lei e Chiara si erano sedute rivolte verso il lago.

Improvvisamente Elena si era arresa nella lunga lotta con se stessa che aveva fatto per tutta la mattina. Era combattuta tra la curiosità di sapere a cosa alludesse la sua amica quando aveva lasciato a metà quel discorso e la voglia di non tornare più su quell’argomento, per paura che l’altra le dicesse qualcosa che lei voleva ignorare.

Parlare di quando era caduta in depressione, circa due anni e mezzo prima, non le piaceva. Nonostante tutto il lavoro che aveva fatto per venirne fuori senza l’ausilio di farmaci e con il solo aiuto di un analista, parlare di quella faccenda la metteva di cattivo umore, come se rievocandola il fantasma di quell’orrendo periodo, passato chiusa in sé stessa, si materializzasse vicino a lei. Sapeva perfettamente che Chiara era stata una presenza che l’aveva immensamente aiutata a superare quel periodo, e altrettanto bene sapeva che con lei poteva parlare di qualsiasi cosa, ma non le andava, tutto qui. In quel momento, appunto, Elena pensava che Chiara volesse aprire l’odiosa parentesi su quanto fosse stupido e infantile che lei ancora si sentisse colpevole. Di fatto, nonostante l’analista le avesse molte volte spiegato che sono cose che succedono, Elena attribuiva a sé stessa tutta la responsabilità della cosa, covando ancora del risentimento nei confronti della sua debolezza. Certo, era pure vero che una buona dose di responsabilità era di Elena stessa, ma cosa avrebbe dovuto fare? Macerarsi nella convinzione di essere una stupida per tutta la vita? Sapeva di non esserlo e che l’aveva dimostrato proprio uscendo da quel periodaccio con le sue forze, eppure non ne era ancora convinta.

Alla fine, nonostante tutto,  aveva vinto la curiosità, ed Elena aveva chiesto all’amica di continuare quel discorso.

Chiara aveva guardato l’altra un po’ perplessa, poi il suo sguardo si era diretto verso Dominic e Billy come a dire che non poteva parlare davanti a loro.

- Tanto non ci sentono, e poi se parliamo a bassa voce e in italiano che vuoi che capiscano?-

- Già…- disse tra sé e sé Chiara, facendo una breve pausa per ricominciare dove aveva interrotto.

- Dovresti scioglierti un po’ di più con Orecchiotto…-

- Cosa?- gli aveva detto Elena guardandola incredula. - In che senso scusa, perché proprio non ti capisco!- Un po’ era perplessa perché si spettava che la conversazione sarebbe stata su tutt’altro argomento, un po’, un bel po’ veramente, lo era per quel che aveva detto Chiara. Era impazzita o cosa? Sciogliersi con Dominic? Forse aveva capito male…

- Ma che sei ubriaca? In che senso vuoi che intenda!- aveva risposto l’altra, dissipando tutti i possibili dubbi.

- Non ci penso nemmeno, t’immagini che quello va a pensare a me!- così Elena aveva chiaramente espresso la sua riluttanza a fare una cosa simile.

- Per quello che ho visto non perde occasione per fare il cascamorto con te! Ti da noia in continuazione, è tutto un ammiccamento, ieri a pranzo ti faceva anche piedino sotto il tavolo, non credere che non me ne sono accorta!- aveva ribattuto guardandola dritta in faccia, sorridendole maliziosa.

- Vorrei ben vedere, se n’è accorto tutto il locale, solo te e lo scozzese avete fatto stoicamente finta che nulla fosse! Orecchiotto è stato mimetico come un elefante in un campo di fragole!- aveva detto Elena allargando le mani e ridacchiando.

In effetti aveva ragione, Dominic aveva fatto quel gesto in modo del tutto grottesco, soprattutto per quanto riguardava le espressioni del viso, tant’è vero che Elena aveva riso tutto il tempo. Chiara e Billy stavano parlando tra loro invece, entrambi avevano fatto finta di non notare nemmeno quei movimenti.

Chiara ridacchiò, poi appoggiò le mani dietro la schiena e mandò la testa indietro.

- In effetti Orecchiotto è interessante…- aveva detto buttando l’occhio a Dominic che le dava le spalle.

- In che senso interessante?-

- In quel senso!- aveva ribattuto ammiccando Chiara. - E’ un bastardo sexy!-

- Cazzo, sì! Lo puoi dire forte!- rispose decisa Elena che stava guardando anche lei il ragazzo, scrutandolo bene. Chiara aveva sbirciato nella sua direzione cogliendo quello sguardo, aveva ridacchiato.

- Intendiamoci, c’è di meglio, pensa al suo collega elfico…- aveva ribadito poi Chiara riferendosi ad Orlando Bloom, che a lei piaceva moltissimo.

- Non lo metto in dubbio, anche se sai che il suo collega elfico a me dice poco.-

- Però devo dire che è decisamente il tuo tipo Orecchiotto, ha una faccia particolare.-

- Grandi orecchie, naso a patata, labbro inferiore leggermente tendente a destra… sì, proprio il mio tipo d’uomo, quasi un quadro di Picasso!- aveva detto Elena cominciando a ridere, seguita da Chiara.

- Ma che stronza che sei! Non esagerare!- quindi aveva fatto una pausa per poi riprendere. - a me fa troppo ridere, è una bomba! Per non parlare di come si muove, e di come si veste!-

- Molto truzzo e tamarro, molto bastardo sexy… mh!- Elena aveva fatto un mezzo sospiro nel dire l’ultima frase, Chiara l’aveva guardata e aveva sorriso maliziosa.

- Mi piacerebbe quasi sapere che ti sta passando per la testa, ma mi farò gli affari miei, una volta tanto!-

- Sto pensando a me e lui in un idromassaggio, una situazione abbastanza umida, non so se mi spiego… quelle orecchie, accidenti a lui! - aveva esclamato Elena senza guardare l’amica, la quale aveva sgranato gli occhi dopo quest’affermazione.

- Non posso credere che la mia dolce piccola Elena abbia detto una cosa simile!- disse ridacchiando, fingendo di essere scandalizzata.

- La lady insita in me… per un po’ sta calma, ma davanti a cotanto spettacolo e in sede di cotali chiacchiere, esce fuori in tutta la sua signorilità!-

- Ma vai a cagare, lady!- le aveva risposto Chiara ridendo.

- Vacci tu… io devo raggiungere i miei ormoni a Rio de Janeiro, sono andati tutti in un locale a ballare la samba sui tavolini!- aveva risposto cercando di stare più seria possibile, ma il tentativo era fallito miseramente, infatti entrambe avevano cominciato a ridere della grossa.

- Sì, sì… se ci fosse stato anche il loro amico elfico i miei ormoni altro che samba sui tavolini, salivano direttamente sul carro del carnevale di Rio a ballare!-

Risero nuovamente, poi un momento di silenzio, durante il quale si erano perse a guardare il panorama intorno a loro, per Elena ovviamente significava Dominic.

A quel punto avevano visto il ragazzo alzarsi e stiracchiarsi. Elena continuava a fissarlo, Chiara a guardare l’amica fissare Dominic, non riuscendo a trattenere una risatina. Il ragazzo si era subito girato verso di loro mentre, ancora seduto, Billy stava spegnendo il pc.

- Io ho fame signorine!- aveva detto alle ragazze.

- Anch’io, parecchia…- aveva risposto Elena guardandolo fisso.

Ci fu un altro attimo di silenzio tra le ragazze, poi i loro sguardi s’incontrarono e scoppiarono a ridere talmente forte che anche Billy si era girato a guardarle, poi aveva spostato lo sguardo su Dominic chiedendosi che avesse fatto per farle ridere così. Il ragazzo allora, che le aveva guardate  piuttosto stupito, dato che anche per lui quella risata non aveva alcun senso, aveva incontrato lo sguardo incuriosito dell’altro e aveva alzato le mani dicendo:- Non guardare me, non ho fatto niente!-

Dominic non avrebbe proprio potuto capire!

Erano andati a pranzo quindi, ed Elena come il suo solito aveva mangiato giusto qualcosina, tanto che Dominic aveva osservato che non sembrava proprio una che aveva parecchia fame. Ci fu uno sguardo fugace tra le due ragazze, Elena esordì in italiano:- Non fare commenti, zitta!-

Chiara aveva scosso la testa, mentre Dominic e Billy si erano guardati, non riuscendo a capire.

- Lo penso solo io o sono pazze anche secondo te?- aveva detto Billy.

- Psicopatiche è dire poco!- aveva risposto l’altro.

 

Il pomeriggio era stato impiegato per visitare il rudere del castello di Urquhart, quando erano tornati in albergo nel tardo pomeriggio i ragazzi erano andati in palestra, Elena e Chiara avevano declinato l’invito ad unirsi a loro.

- Stasera noi andiamo a ballare.- aveva buttato lì Elena, mentre si stavano salutando.

- E dove?- aveva chiesto Dominic stupito.

- Mio padre mi ha parlato di un locale non tanto lontano da qui, ha detto che è un posto abbastanza frequentato.-

- M’immagino, sai che palle! Ma siete proprio sicure?- aveva ribattuto Dominic.

- Sì che siamo sicure!- aveva detto Chiara, - E’ la mia ultima sera di vacanza, voglio fare un po’ di festa! E poi non importa dove andiamo, basta che c’è buona compagnia. Voi vi unite a noi, vero?-

- Certo, mica vi possiamo far andare in giro da sole, due ragazze sole di notte, giusto Billy?- aveva detto Dominic fingendo di essere in apprensione per loro, intanto aveva messo un braccio attorno alle spalle di Elena e la stringeva contro di lui.

- Certo, vi facciamo da accompagnatori e vi difendiamo da eventuali mosconi troppo invadenti!- aveva risposto Billy.

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Revival anni ***


Nuova pagina 1

Capitolo Quattordicesimo - Revival anni “70

 

Chiara aveva personalmente scelto cosa Elena avrebbe dovuto mettere per quella serata. Non erano le classiche amiche che fanno tutto a coppia rigorosamente o che avevano quell’atteggiamento tipico di cameratismo femminile tutto una smanceria e una moina, anzi, erano piuttosto due maschiacci quando ci si mettevano, specialmente nel parlare. Ma quella sera avevano voluto giocare un po’ a fare quelle stupidaggini da ragazze, tipo decidere l’una cosa l’altra avrebbe messo, truccarsi a vicenda e cose simili.

Mentre Elena era sotto la doccia, Chiara aveva passato in rassegna tutti vestiti che aveva, che erano tanti dato che sua madre le aveva fatto comprare veramente un sacco di cose quella volta a Glasgow. Alla fine aveva optato per una maglia grigio chiaro con uno scollo non troppo audace e una gonna di jeans sotto il ginocchio, Elena si era dimostrata soddisfatta per la scelta.

- Ma che cos’è quest’odore, ma con che ti sei lavata?- aveva chiesto Chiara quando Elena era uscita dal bagno con l’asciugamano addosso. L’altra aveva riso.

- Un bagnoschiuma al cioccolato bianco… stucca, vero?- aveva detto ridacchiando.

- Ammazza se stucca, spero non ti rimanga quest’aroma addosso, perché è troppo forte! Per carità, è buono, ma insomma! Si può sapere dove l’hai pescato?-

- Me l’ha regalato Sara per il mio compleanno, prima di partire l’ho messo in valigia, ero curiosa di provarlo. Lei mi ha detto che lo usa e che l’odore dopo pochi minuti va via.-

- Giusto quella rincoglionita di Sara poteva farti un regalo del genere!- aveva commentato Chiara che conosceva quella ragazza, una compagna di scuola di Elena nemmeno tra le più brillanti.

 

Billy vedendo Dominic si era messo a ridere. L’altro l’aveva guardato con aria a metà tra l’offeso e lo stupito. Le ragazze nella hall ebbero la stessa reazione, anche se cercarono di non darlo a vedere. Non che fosse vestito male, anzi: portava un paio di pantaloni neri con delle sottili righine bianche, sopra una camicia anch’essa nera ed aveva una giacca in mano. A parte il fatto che si era messo la matita sugli occhi, il tocco di classe era sicuramente la sciarpetta di seta beje e quello strambo borsalino nero in testa.

- Che hai messo su una punk band e stasera suonate da qualche parte?- aveva chiesto Chiara con l’intento di punzecchiare il ragazzo.

- Sono un gran fico, vero?- aveva detto lui mettendosi in posa.

- Sei un gran deficiente, ma non c’era bisogno che ti truccassi per farcelo capire!- aveva ribattuto Billy. Avevano continuato con le battute per qualche minuto, poi si erano avviati all’uscita per raggiungere il parcheggio e l’auto di Billy. Chiara si era seduta sul sedile anteriore dato che Dominic le aveva voluto cedere il posto davanti, in un gesto cavalleresco. In effetti, se c’era proprio una cosa che non si potesse negare, era il livello di educazione che contraddistingueva i due. Erano i tipi che ti aprono la porta e ti cedono il passo, che ti avvicinano la sedia al tavolo mentre ti siedi, avevano mille premure delle quali Elena si era subito stupita, parlandone subito a Chiara per telefono, la quale aveva potuto notare con i suoi occhi quest’aspetto.

Per un altro motivo Chiara fu contenta di quel gesto, il fatto che Dominic subito, appena si era seduto, aveva messo un braccio sulle spalle di Elena e l’aveva attirata a se. Gli aveva sbirciati infatti dallo specchietto retrovisore, cercando di non farsi accorgere.

- Ma che cos’è questo profumo?- aveva detto Dominic ad un certo punto, avvicinando il naso al collo di Elena. Chiara ebbe l’istinto di girarsi subito a guardare, stava per farlo ma resistette all’impulso, godendosi la scena allo specchietto. Dominic, oltre al braccio sinistro passato attorno alle spalle, aveva appoggiato la mano destra sulla spalla di Elena e le stava passando lievemente un dito sul collo, spostandole i capelli indietro.

Elena era un po’ imbarazzata, ma se n’era accorta solo Chiara dato che la conosceva bene. Di fatto stava gestendo ottimamente la cosa, senza sembrare molto influenzata dalla particolare gestualità di Dominic.

- Sarà il bagnoschiuma che ho usato…-

- Shhh, zitta, non me lo dire, ci arrivo da solo. E’ una cosa tipo vaniglia?-

- No…- aveva risposto Elena che cominciava a stare davvero bene in quel frangente. Dominic inoltre aveva rincarato la dose continuando a muovere il dito lievemente sul suo collo. Sperò che lui non si fosse accorto che le erano venuti i brividi nel sentirsi toccare così. Dominic dal canto suo aveva tentato ancora di indovinare durante il tragitto, praticamente non aveva mai staccato il naso dal collo di Elena, ma non ci era arrivato.

Quando entrarono nel locale ebbero la prima sorpresa, non proprio gradita almeno ai due ragazzi. Doveva essere la serata dedicata alla nostalgia, dato che c’era una sorta di revival anni “70. Elena e Chiara si guardarono divertite, quel diversivo le intrigava, del resto quando c’era da scatenarsi loro non si tiravano mai indietro.

- Andiamo via!- aveva detto Dominic girandosi verso l’uscita, Chiara l’aveva trattenuto per un braccio.

- Non fare il frignone e piazza le tue belle chiappette su una delle seggiole intorno a quel tavolo libero!-

Dominic l’aveva guardata con un sorriso sornione e si era piazzato le mani sul sedere, quasi che volesse accarezzarselo. - L’hai notato finalmente! Bello il mio culetto, eh?-

A quell’uscita Chiara gli aveva piazzato uno scappellotto amichevole sul collo, mentre lui se la rideva. Si era passato una mano sul collo con un mezzo broncio sulla faccia.

- Me la sono andata a cercare…- aveva ammesso, però.

Si erano seduti e avevano preso da bere, in effetti il locale per essere martedì sera era abbastanza affollato, evidentemente era l’unico posto utile a quel tipo di intrattenimento nel circondario, oppure era veramente un’occasione particolare. Chiara ed Elena avevano bevuto il loro drink chiacchierando con i ragazzi e agitandosi un po’ sulle sedie non appena sentivano qualche brano che conoscevano. Quando attaccarono le prime note di “Stayin’ Alive” dei Bee Gees si scambiarono un’occhiata fugace e si alzarono, non potevano certo resistere ad un richiamo del genere. Si erano allontanate verso la pista da ballo e si erano messe a ballare, mentre Dominic e Billy erano rimasti a guardarle.

- Che tipe, eh?- aveva detto Billy sorridendo, Dominic aveva annuito portandosi alle labbra la bottiglia di birra che aveva davanti a se.

Indubbiamente Elena e Chiara erano al massimo della forma, ballavano e ogni tanto si davano dei colpetti con i fianchi, o appoggiavano la schiena l’una all’altra. Intanto avevano cominciato a prodursi nelle mosse tipiche di Stayin’ Alive, quelle del film, tanto che qualcuno che era in pista si era anche accodato a loro, imitando le loro mosse. Erano spontanee, quindi anche piuttosto provocanti nel loro non volerlo essere a tutti i costi.

Dopo “Stayin’ Alive” fu il turno di “Night Fever”, quindi sempre ridendo tra loro le ragazze erano rimaste in pista ancora un po’, rimandando il loro ritorno al tavolo sempre al brano successivo e smettendo alla fine di preoccuparsi del fatto che Billy e Dominic erano rimasti soli. Erano tornate al tavolo solo dopo quasi un’ora, trovandoli che chiacchieravano.

- Comunque non vi facevamo così calmini…- aveva detto Elena sedendosi e riprendendo fiato.

- Specialmente te, invece sei un morto di sonno!- aveva detto Chiara puntando il dito verso Dominic.

- Non mi sento ispirato, che volete farci?- aveva tentato di giustificarsi Dominic.

- Sei un morto di sonno, punto. Non accettiamo discussioni! E bada che non ce l’abbiamo solo con lui…- aveva ribattuto Elena prendendosela un po’ anche con Billy.

Avevano ricominciato a chiacchierare, ma Elena e Chiara non avevano proprio voglia di stare a lì sedute, avevano voglia di scatenarsi quanto più potevano. Sulle note di “I Will Survive” si erano alzate nuovamente e si erano ributtate in pista.

- Hanno ragione, siamo dei morti di sonno!- aveva detto Billy guardandole mentre si producevano in uno dei loro numeri. Chiara stava dietro ad Elena e le due ragazze muovevano i bacini insieme, sicuramente era un bello spettacolo. Anche Dominic sembrava apprezzare.

Chiara era tra l’altro indubbiamente bella, era alta e slanciata, e i capelli scuri le ricadevano sulle spalle morbidamente. Billy comunque, osservandole, avvalorò la tesi che Elena non fosse affatto bruttina come l’aveva sempre definita Dominic, in quel frangente poi era veramente tutto meno che brutta. Sul fatto dei chili in più anche non era d’accordo. Dominic parlava sempre di Elena come se fosse stata chissà a che stadio di obesità, mentre invece non doveva avere più che dieci, al massimo dodici chili in più del dovuto. Considerando il fisico delle donne mediterranee, Elena probabilmente rientrava pienamente nella media.

Dominic all’incirca stava facendo lo stesso tipo di considerazione, era rimasto piacevolmente sorpreso dal vedere come Elena si atteggiava in quella situazione, nonostante tutto riusciva ad essere piuttosto provocante, non se lo sarebbe mai immaginato. Il commento di Billy arrivò al momento giusto, indugiando ancora un po’ con lo sguardo su quella bella visione d’insieme, si era improvvisamente alzato e aveva detto:- E allora basta dormire, in pista!-

A grandi passi, seguito da Billy, si era avvicinato alle ragazze che erano sempre strette in quella specie di abbraccio, con la sua solita faccia da schiaffi si era piazzato in mezzo a loro.

- Finalmente vi siete svegliati!- aveva detto Elena girando il viso da una parte , mentre Dominic le aveva appoggiato il mento sulla spalla in modo che la ragazza gli parlasse direttamente nell’orecchio per sentire cosa gli stesse dicendo. Mettendosi in mezzo alle ragazze Dominic aveva completamente aderito alla schiena di Elena, che si sarebbe anche allontanata un po’ se solo lui non le avesse impedito di fare un qualsiasi movimento mettendole le mani sulla vita e cominciando a muoversi come facevano lei e Chiara. L’altra avvertì nell’aria delle vibrazioni particolari e si staccò subito da Dominic raggiungendo Billy che era poco distante da loro.

Intanto il disco era cambiato e i quattro si erano ritrovati a ballare sulle note di “Lady Marmalade”. Chiara ballando con Billy si era avvicinata un po’ di più ad Elena, e insieme poi si erano messe a cantare a squarciagola il ritornello. Gitchi Gitchi Ya Ya Da Da, Gitchi Gitchi Ya Ya Here, Mocca chocolata Ya Ya Creole Lady Marmalade… Dominic si era scaldato solo al momento della frase clou : Voulez-vous coucher avec moi ce soir?  Dopo che le ragazze avevano cantato anche quella strofa aveva con un braccio preso anche le spalle di Chiara urlando:- E come no, preferibilmente tutt’e due insieme!-. Poi aveva lasciato le ragazze e si era diretto da Billy, gli aveva schioccato un bel bacio sulla guancia e aveva aggiunto:- E pure con te, che se no poverino ti senti solo!-.  Billy ridendo come stavano facendo le ragazze aveva dato a Dominic una spintarella per allontanarlo. Nemmeno un secondo dopo infatti, Dominic era tornato a ronzare intorno ad Elena.

Chiara e Billy dopo poco erano tornati al tavolo, mentre invece gli altri due continuavano a ballare. Entrambi, ignorando che l’altro stesse facendo la stessa cosa, mentre chiacchieravano, li osservavano non potendo non notare i movimenti che stavano avvenendo in pista.

Elena intanto, mentre si divertiva a ballare con Dominic, non aveva potuto fare a meno di pensare a quello che Chiara le aveva detto quella mattina, anche se pensare diventava difficile dato che Dominic con quelle manine non stava mai fermo. Non che Elena fosse da meno, ma sicuramente in quella situazione era lui il più spigliato. Inizialmente, dopo che Dominic aveva permesso ad Elena di scostarsi da lui dopo che si era infilato nel mezzo tra lei e Chiara, avevano cominciato a ballare tenendosi per le mani, ma lui aveva visto bene di appesantire la cosa attirando la ragazza verso di se, portandole le mani sulle sue spalle e appoggiandole una mano sulla schiena un po’ più giù della vita. Elena si ritrovò a pensare che se l’avesse abbassata ancora un pochino si sarebbe ritrovata la sua mano dritta sul sedere. Mh, interessante… probabilmente non avrebbe fatto nessuna rimostranza se l’avesse fatto!

Erano rimasti un bel po’ lì a ballare, si stavano divertendo come due pazzi ed Elena si sentiva talmente bene e a suo agio come credeva di non essersi mai sentita con un ragazzo. Dominic faceva continuamente battute mentre ballavano, era completamente incapace di non sparare cazzate in continuazione. La parte migliore era stata quando avevano messo un disco dei Village People, “YMCA”. Elena aveva mimato le lettere del titolo come voleva il balletto ufficiale coniato sulla canzone, mentre Dominic cercava di stargli dietro non riuscendoci. Non poteva che ridere vedendolo in quei tentativi decisamente ridicoli, quando alla fine il ragazzo si era deciso a desistere, l’aveva presa con un braccio alla vita attirandola verso di se mentre le aveva appoggiato l’altra mano delicatamente sul collo, avvicinando l’orecchio di Elena alla sua bocca, nel tentativo di dirle qualcosa.

- Se proprio devo ballare sui Village People, che almeno mettano “Macho Man”, mi si addice di più!-

Elena aveva riso, appoggiando la testa nell’incavo tra la spalla e il collo di Dominic.

Cominciavano entrambi ad essere un po’ stanchi, Dominic propose di andare a bere una cosa, così si erano avvicinati al bar ed Elena aveva preso un’acqua tonica, dato che di bere alcolici proprio non aveva voglia.

Faceva caldo dentro il locale, Elena l’aveva notato, ma non è che la situazione fosse così insopportabile da avere il desiderio di uscire a prendere una boccata d’aria. Quando Dominic le propose di accompagnarlo fuori ebbe un tuffo al cuore. Fu come se in quel momento lui le avesse dato chiaramente un segnale.

Durante gli ultimi giorni era stato più affettuoso del solito, quella sera poi doveva riconoscere con se stessa che le avesse lanciato dei segnali piuttosto chiari. Accettò ovviamente, passarono al tavolo dove Billy e Chiara erano ancora seduti e presero Dominic la sua giacca ed Elena la sua felpa.

Si avviarono all’uscita, appena fuori Elena si sedette sul passamano delle scale tirandosi le ginocchia al petto, aspettando con ansia di vedere come si sarebbe evoluta la situazione.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** L'infinita importanza delle parole ***


Nuova pagina 1

Capitolo Quindici - L’infinita importanza delle parole

 

Elena aveva tirato su le gambe stringendosi con le braccia le ginocchia al petto, aspettando.

Dominic invece, seduto tranquillamente accanto a lei, guardava in alto senza dire nulla.

Non si sentiva nervosa, o impaziente, si stupì per questa cosa, dato che le sue aspettative erano chiare, le piaceva stare così, semplicemente. Mentre era persa nelle sue congetture, la voce di Dominic per poco non la fece trasalire.

- Insomma, ancora non mi hai detto che cos’è quest’odore che hai addosso…-

Elena rise:- Un bagnoschiuma che mi ha regalato una mia amica, al cioccolato bianco. Non credo che lo userò più in ogni modo!-

- Perché? Non è mica cattivo. Magari un po’ dolciastro…- aveva detto lui inclinando un po’ la testa da una parte.

- Appunto, non mi piace.-

Dominic l’aveva guardata con fare furbetto, cosa che non prometteva niente di buono.

- Però mi viene voglia di darti i morsi!- dicendo questo si era avvicinato e aveva fatto finta di darle un morso sul collo. Se l’avesse fatto sul serio, Elena temeva che non avrebbe potuto controllare la sua reazione. Entrambi stavano ridendo, Dominic era tornato a sedersi normalmente.

Non faceva molto caldo lì fuori, Elena indossava una gonna abbastanza lunga ma non tanto da coprirle tutte le gambe, mentre si stringeva le ginocchia al petto cercava anche di proteggere dall’aria fresca la parte che rimaneva scoperta.

- Freddo?- aveva chiesto lui che aveva visto Elena nel gesto di sfregarsi con una mano sotto il ginocchio.

- Solo alla parte scoperta delle gambe. Sto bene, non ti preoccupare.- le aveva risposto lei sorridendogli. Dominic si era alzato e aveva appoggiato le mani sulle sue ginocchia, poi si era appoggiato alle sue gambe con il busto, come a proteggergliele.

- Non c’è bisogno, di che ti preoccupi?- gli aveva detto Elena che riteneva quel gesto un po’ esagerato, anche se estremamente piacevole.

- Non preoccuparti tu, non sto scomodo.- aveva risposto lui sorridendogli, ma con un tono piuttosto deciso, che non ammetteva repliche.

Elena lo stava guardando fissa, si era praticamente persa nei suoi occhi. Indubbiamente Dominic non era quello che si potesse definire il classico bel ragazzo, ma a lei piaceva moltissimo, forse anche per questo. Che poi fosse affascinante a dei livelli altissimi, almeno per quel che riguardava il suo giudizio, era indubbio, tutti i suoi gesti erano una dichiarazione esplicita di quanto fosse desiderabile. Riusciva ad esserlo anche quando si sforzava di fare il buffone e quando si conciava in modi ridicoli, come quella sera. Per fortuna il cappello era rimasto nell’auto di Billy, ma i segni della matita che si era messo sugli occhi erano ancora ben evidenti, del resto il viso di Dominic era a pochi centimetri da quello di Elena, che, da qualche secondo, stava in religioso silenzio, continuando a sorridergli. Fu lui a parlare interrompendo il filo dei pensieri di Elena.

- Ti devo dire una cosa, è un po’ che voglio dirtela, ma non trovo mai il momento giusto.-

Elena si impose di essere tranquilla. Cercò in un secondo di trovare il modo di porsi meno stupido che trovasse. In verità era abbastanza calma, e per niente spaventata dalla situazione, almeno credeva. Allora perché si sentiva lo stomaco sottosopra?

- Beh, dimmela adesso, se è il momento giusto.-

Dominic aveva abbassato lo sguardo, Elena percepì un momento di indecisione.

- No, sai, è che non è facilissimo. A volte vuoi dire una cosa, ma non trovi il modo giusto per farlo.- detto questo aveva fatto una pausa, come se stesse mettendo insieme le sue idee. Lei aveva evitato di interromperlo. - Sei una persona particolare. E’ il tuo modo di porti di fronte alle cose che non manca mai di stupirmi. Voglio dire, vedi come sei? Stai qui, davanti a me, stiamo parlando tranquillamente, anche  se non mi riferisco tanto a questa situazione in particolare, ma piuttosto a quando scherziamo più o meno maliziosamente.- Elena aveva sorriso.  - Sei in pace con te stessa, sei tranquilla, sembra che tu non senta mai il peso di certe situazioni. Si sta benissimo con te, perché sei così… così…- Dominic non riusciva a trovare l’aggettivo adatto, ma la ragazza credeva di aver già capito che intendesse. Sapeva già da se di non essere esattamente il tipo di persona che s’imbarazzava, non era certo il tipo tutti sorrisini presa a fare la bambolina. Questo spesso veniva visto come un difetto dagli altri, gli uomini preferivano le ragazze più gestibili, anche se lei non era ingestibile, o almeno non credeva di esserlo.

- Pazza?- aveva chiesto a Dominic, che si era messo a ridere, lei con lui. - Sappi che non siamo tutte bamboline un po’ sceme che s’imbarazzano ogni cinque minuti per niente. Prima di farmi arrossire, caro Dom, dovrai impegnarti parecchio, ma veramente tanto!-

- L’avevo capito che eri pazza, che poi anch’io sono così, quindi mi sa che andiamo d’accordo per quello. Ma io mi riferivo piuttosto ad un’altra cosa, non ti mettevo al confronto di certe donnette stupide, nemmeno potrei mai farlo, sei troppo in gamba. Piuttosto io credo che tu sia fantastica perché nonostante… oddio, è difficilissimo dirlo!- aveva esclamato Dominic ridendo nervosamente e girando la testa verso sinistra, togliendosi dagli occhi di Elena, che lo guardava sempre sorridendo.

- Ma cosa devi dirmi di tanto imbarazzante?-

- Nemmeno tanto imbarazzante, è che non vorrei che tu mi fraintendessi.-

- Cercherò di non farlo, fidati!-

Dominic respirò profondamente, tornò a guardare Elena negli occhi e continuò.

- Non sembra toccarti il fatto che non sei molto bella.- In verità avrebbe dovuto dire, per maggiore chiarezza, che il fatto che sembrava non toccarla era che non era magra, ma quella perifrasi sul momento gli era sembrata meno cruda da usare. In ogni modo Elena aveva capito benissimo cosa Dominic le stesse dicendo. - In genere la gente come te è complessata, non si cura minimamente, evita il contatto con gli altri. Tu no, sembra che tu reagisca bene alla cosa.-

Elena in quel momento si sentì come se Dominic le avesse dato dell’invalida, o della menomata fisica.

Non era la prima volta che aveva quella sensazione, del resto era una costante che l’accompagnava da sempre. Quante volte si era sentita guardare fissa, incontrando poi lo sguardo di qualcuno che la fissava come se avesse visto un fenomeno da baraccone? Il problema è che tanti facevano fatica a vedere in lei una persona, prima del grasso che aveva attorno. Ed evidentemente, anche adesso che era dimagrita più di trenta chili arrivando praticamente ad essere quasi normale, era ancora quello che certa gente percepiva di lei.

Arrabbiata? No, Elena in quel momento non era arrabbiata, solo molto delusa. E da se stessa, prima che da Dominic, anche se indubbiamente si era rivelato essere una persona estremamente superficiale. Ce l'aveva con se stessa perché si era crogiolata nella stupida idea che a qualcuno interessasse lei come persona. Si era illusa che uno come Dominic potesse essere attratto da lei per qualcosa in più del suo modo di apparire. Invece era sempre la stessa storia, e lei si era fatta prendere in giro un’altra volta.

Il moto di orgoglio che sentiva le impedì di mandare a quel paese Dominic seduta stante. Avrebbe voluto dirgli chiaramente per prima cosa che lui certamente non si poteva permettere di prendere quell’atteggiamento con lei, ma di fatto non le andava di dirgli niente. Quella specie di persona che si trovava davanti, che altro non aveva visto in lei che una grassona che cercava di comportarsi normalmente, come un essere umano, quando invece secondo lui evidentemente non lo era, non meritava che lei si scomponesse. Certo era che non poté impedire che la sua espressione mutasse, e Dominic di certo gli occhi per vedere ce li aveva.

Elena si sforzò di fare un sorriso ipocrita, che le salì alle labbra con una fatica incredibile. Fece per tirare giù le gambe, il fatto che lui continuasse imperterrito a tenere le sue mani addosso a lei, la infastidiva, come se qualcosa di sporco la toccasse. Dominic percepì i suoi movimenti e si staccò da lei, un po’ sorpreso di quella reazione.

In effetti lui pensava di averle fatto un bel complimento, e quella freddezza che aveva percepito l’aveva sconcertato un po’.

- Volevo farti un complimento…- disse infatti, Elena troncò la frase alzando il braccio verso di lui con il palmo della mano indirizzato verso la sua faccia.

- Lo so, ho capito.- disse sempre con il sorriso ipocrita sul volto. Era certa che guardandosi allo specchio in quel momento non avrebbe visto se stessa, ma una strana maschera.

- Ho freddo, voglio rientrare.- disse subito dopo, ma in quel momento Chiara e Billy uscirono e appena li videro andarono incontro a loro.

A quanto pare il locale avrebbe chiuso fra una mezz’ora circa, quindi, prima di ritrovarsi imbottigliati all’uscita, i due avevano pensato di raggiungere gli altri fuori e di tornare in albergo.

- Hey Dom, ma lo sai che la nostra amica qui ha una passione sfrenata per il nostro amico Orlando?- aveva detto Billy. Chiara gli diede un sonoro schiaffo sul braccio.

- Bastardo, dovevi tenerlo per te!- aveva ribattuto lei, un po’ indignata ma col sorriso sulle labbra.

- Porca vacca, vedi che dovevamo portare anche lui? Io te l’avevo detto che si sarebbe divertito! Sai che c’è?- aveva detto frugando nella sua tasca e tirando fuori il cellulare, - Ora lo chiamo e ti ci faccio parlare, così capisce che si è perso!-

Chiara era tranquilla, figuriamoci se l’avrebbe fatto davvero. Dominic ticchettò qualche tasto sul suo cellulare, poi se lo mise all’orecchio.

- Desolato, ha il telefono spento.- commentò.

- Ma davvero?- disse Chiara come per dire che se l’aspettava.

- Mica dubiterai del fatto che l’ho chiamato davvero! Guarda, l’ho chiamato!- Dominic aveva messo la schermata del suo cellulare sulle ultime chiamate inviate e l’aveva fatta vedere a Chiara, che poté vedere che, in effetti, l’ultima persona che il ragazzo aveva chiamato era qualcuno di nome Orlando.

- Chiara, guarda, non essere così scettica, credo che l’abbia fatto davvero!- disse Billy che sapeva che Dominic era capacissimo di prodursi in cavolate del genere. - Certo che sei zuccone forte, sono quasi le due ed è martedì, anzi, mercoledì notte, Orlando è un lavoratore, mica uno che cazzeggia e basta come te! Starà dormendo a quest’ora.-

Chiara fece le sue rimostranze piantando uno schiaffo anche a Dominic e prendendosela nuovamente con Billy per non aver mantenuto quel segreto, poi si avviarono tutti alla macchina e come all’andata Dominic si era messo dietro vicino ad Elena.

Sebbene a lei facesse quasi ribrezzo quel contatto a quel punto, lo sopportò perché non voleva che né lui, né nessun altro si accorgesse del suo cambiamento d’umore. Il fatto che fosse un tantino rigida però a Dominic non era sfuggito.

- Come sei tesa…- aveva commentato mentre come se niente fosse le accarezzava le spalle e il collo.

- Sono stanca.- aveva mentito lei, vedendo subito che Chiara si sporgeva per guardarla nello specchietto con aria preoccupata. Erano bastate quelle due parole all’amica per sentire quella strana flessione nella sua voce. Era una cosa pressoché impercettibile, ma che lei poteva capire tranquillamente.

Quando erano arrivati in albergo, davanti alla porta delle ragazze si erano salutati. Dominic aveva abbracciato Chiara e l’aveva salutata affettuoso, dato che era l’ultima volta che si vedevano, Billy invece le aveva dato semplicemente la buonanotte dicendo:- Ci vediamo domattina, non sento storie di nessun genere.-

Billy infatti si era offerto di portare le due ragazze ad Aberdeen il giorno seguente, dato che Chiara aveva il treno nel pomeriggio e da dove erano loro sarebbero dovute partire forzatamente diverse ore prima, dato che non c’era una coincidenza che partisse un po’ più tardi.

Chiara ancora una volta aveva protestato, ma lui era stato irremovibile. Di fatto, potersi alzare tre ore e mezza più tardi non era male, quindi Chiara alla fine si era convinta, anche se era un po’ imbarazzata per aver creato quella situazione.

Dominic aveva stretto le spalle di Elena avvicinandosela e dandole un bacio sulla tempia.

- Buonanotte tesoro!- le aveva detto, lei si era limitata a fargli un accennatissimo sorriso.

Non appena i ragazzi se ne furono andati Chiara si apprestò a farle il terzo grado, aveva capito benissimo che qualcosa tra loro doveva essere successo. Elena le raccontò tutto senza sembrare troppo sconvolta.

Aveva mantenuto durante quel racconto una pacatezza che sembrava essere quella di qualcuno che non aveva vissuto in prima persona tutta quella situazione, evidentemente era un atteggiamento di difesa.

- Io a quelli come lui gli spaccherei la faccia!- aveva commentato Chiara ad un certo punto. - Ma allora che cazzo te le faceva a fare tutte quelle moine? Per prendere per il culo, ecco perché te le faceva! E questo non lo mando giù. Ma chi cazzo si crede d’essere?-

- Non è lui che ha preso per il culo me, sono io che gliel’ho permesso.-

Chiara si alterò ancora di più nel sentire quell’affermazione.

- Non cominciare con la tiritera che è sempre colpa tua, o mi fai incazzare!-

Elena però non era dell’umore giusto per sopportare anche eventuali sproloqui di Chiara quella sera, non trovò altro modo se non rispondere con rabbia alla sua amica, sfogandosi con lei.

- No, e che palle! Non cominciare col dire che sono sempre gli altri a sbagliare, perché dato che non è neanche la prima volta che mi capita, evidentemente è perché me le cerco, e da parte tua è veramente da stronzi dirmi che nel mio comportamento va tutto bene! Non mi aiuti facendo così!-

Chiara si trattenne, ma avrebbe voluto nuovamente ribattere, a brutto muso. Non sopportava che Elena si buttasse giù, ma soprattutto la feriva che le avesse dato della stronza. Elena sicuramente non lo pensava, e questo lei lo sapeva bene, ma evidentemente quella sera era inutile discuterci. Decise di andare a letto subito, troncandola lì, di netto.

Elena si era tirata le ginocchia al petto tirandosi su le coperte sopra la testa, come se si fosse voluta nascondere al resto del mondo. Si era subito pentita di aver risposto così male a Chiara, era stata lei una stronza. Del resto era tipico per lei trattare male la gente quando era arrabbiata, o sotto pressione. Poi si pentiva, ma ormai il danno era fatto.

Tuttavia quella non era l’unica cosa che la tormentava. Tutto sarebbe stato meno penoso se Dominic non le fosse piaciuto così tanto, anche se in quel momento, e solo in quel momento, aveva cominciato a rendersi conto che lei di lui non sapeva niente. Non avevano mai parlato che di futilità, o di cose anche serie che mai avevano riguardato la loro sfera personale. Di cosa si era invaghita lei esattamente? Evidentemente solo di qualcosa che lei aveva immaginato, di una proiezione. Ancora peggio, probabilmente solo del suo aspetto.

Aveva sbagliato tutto, si era permessa di sperare, anche se fin dall’inizio si era ammonita di non fare il passo più lungo della gamba. Si era bruciata, per l’ennesima volta, e questo la feriva

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Un chiarimento necessario ***


Nuova pagina 1

Capitolo Sedicesimo - Un chiarimento necessario

 

Billy aveva appena lasciato Elena davanti alla porta della sua stanza. L’aveva abbracciata dolcemente prima di andare via, l’istinto iniziale era stato quello di proteggerla da qualsiasi cosa le fosse potuto capitare. Dire che fosse arrabbiato con Dominic era usare un gentile eufemismo, era praticamente furioso. Improvvisamente si era ricordato di tutto quello che l’altro aveva fatto durante quel mese con Elena, ma anche il modo in cui si poneva davanti agli altri in generale, quel cinismo e quell’ironia di cattivo gusto che ostentava come un trofeo. Decisamente aveva bisogno di una ridimensionata, costasse quel che costasse, Billy era deciso a dirgli in faccia tutto quello che pensava.

Quella mattina, quando si era presentato alla porta delle ragazze, aveva capito subito che qualcosa non andava in Elena. Si era immaginato che fosse semplicemente per via del fatto che Chiara stava per tornare a casa: aveva visto in quella settimana quanto quelle due fossero legate l’una all’altra, anche se si trovò a pensare che Elena fosse anche un po’ troppo dispiaciuta. Del resto, mica si separavano per degli anni, era questione di giorni.  La sera prima, mentre sia lui che Chiara spiavano Elena e Dominic sulla pista da ballo, avevano parlato un po’ di lei, Billy aveva potuto dare conferma a tante supposizioni che aveva fatto sul suo conto, sebbene Chiara, come era giusto che fosse, non gli aveva raccontato niente di specifico. - Elena è una ragazza molto forte per certi versi, fragilissima per altri. E’ orgogliosa, non si farebbe mai mettere i piedi in testa da qualcuno, ma questo non vuol dire che non ci stia male se qualcuno ci prova. Le basta un niente per farsi mille problemi. Una cosa che l’ha resa forte sicuramente è anche per via di tutto quello che ha passato. Non ti dico niente di preciso, perché non voglio dirti cose che Elena non so se ti direbbe, spero che tu capisca,- Billy aveva annuito rassicurando la ragazza, - ha affrontato parecchie difficoltà, e ne sta uscendo. Sono molto orgogliosa di lei, in questi tre anni ha dimostrato sia a me che al mondo, che quando c’è la volontà di migliorare, tutto è possibile. Non ti nascondo che a volte sia insopportabile…- aveva detto quindi ridacchiando, - ma il più delle volte è adorabilmente insopportabile!-

Per tutto il viaggio Elena era rimasta quasi immobile, seduta sul sedile posteriore, guardando fuori dal finestrino non curandosi minimamente dei discorsi che gli altri due facevano. Li sentiva parlare, ma non avrebbe proprio saputo dire di cosa, dato che continuava a tormentarsi. Con Chiara quella mattina si erano scambiate poche parole di circostanza, erano andate a fare colazione con i genitori di Elena che Chiara aveva salutato, per poi tornare nella loro stanza per mettere le ultime cose nella valigia.

Billy ad un certo punto, a circa metà strada, aveva chiesto a bassa voce a Chiara se Elena dormisse.

Lei si era girata per guardare l’amica dietro di lei, Elena non si era nemmeno accorta.

- No, è sveglia.- aveva detto a Billy sorridendo.

- Ma che ha?- aveva chiesto quindi lui, più a gesti che a parole.

- Niente di che…- aveva risposto l’altra facendo la vaga.

Billy allora aveva staccato la mano sinistra dal volante e, mettendola dietro al sedile dove era seduta Chiara, aveva cercato la caviglia di Elena per darle un pizzicotto. Nel farlo non aveva distolto lo sguardo dalla strada, quindi la sua mano aveva vagato qualche secondo al buio prima di trovare la meta prestabilita, ma Elena, presa com’era nei suoi pensieri, non si accorta di niente. Sentendosi toccare aveva guardato verso Billy che per un secondo si era girato e le aveva sorriso.

- Sono viva, non ti preoccupare.- gli aveva detto guardandolo nello specchietto.

Non molto più tardi erano arrivati alla stazione di Aberdeen e avevano accompagnato Chiara al binario.

- Pare che allora adesso ci dobbiamo salutare davvero…- le aveva detto Billy poco prima che salisse sul treno.

- Eh già… a meno che non mi porti ad Edimburgo!-

- Allora andiamo, dai!- aveva detto scherzosamente Billy.

Si erano abbracciati e si erano ripromessi di restare in contatto, Chiara aveva delegato ad Elena il compito ci occuparsi della parte burocratica della cosa: numeri di telefono, indirizzi e-mail e quant’altro. Dopo Billy si era allontanato un po’ per permettere alle ragazze di salutarsi. Chiara aveva detto qualcosa ad Elena prendendole la testa tra le mani, l’altra aveva annuito. Poi erano rimaste qualche secondo abbracciate dondolandosi un po’, prima che Chiara salisse sul treno. Billy ed Elena erano rimasti sul binario, mentre Chiara si era affacciata al finestrino continuando a parlottare con loro, fino a che il treno non era partito. Quindi si erano avviati al parcheggio, in silenzio, Elena era salita sull’auto sedendosi accanto al posto di guida allacciandosi la cintura di sicurezza e guardando fissa davanti a se, con un’espressione triste sul volto. Lei e Chiara in un certo senso si erano scusate in quel momento in cui lui le aveva lasciate sole.

- Mi raccomando, non mi far stare in pensiero…- le aveva detto Chiara mentre le teneva la testa tra le mani, - continua a divertirti, e se ti riesce anche di dargli un bel calcio nelle palle a quel pallone gonfiato, digli che è un po’ anche da parte mia, deve solo ringraziare il fatto che l’ho saputo solo dopo l’ultima volta che l’ho visto! Segaiolo bastardo!-

Elena aveva sorriso lievemente, poi aveva abbracciato la sua amica e le aveva detto che le dispiaceva per quello che era successo la sera prima, l’altra le aveva solo sorriso.

Billy aveva ricominciato a guidare tranquillamente, anche se quel silenzio non gli piaceva granché. Non che volesse forzarla a parlare se non né aveva voglia, ma gli sembrava davvero esagerato che stesse in quello stato per così poco, quindi dopo qualche minuto, dopo essere uscito dal centro abitato, le aveva dato una spintarella leggera sul braccio, come per richiamare la sua attenzione. Elena si era girata e gli aveva sorriso, senza dire niente era ritornata immediatamente nello stato precedente.

- Elena… dai, fra non molto torni in Italia, no? Mica è partita per la legione straniera!- gli aveva detto guardando la strada. Elena non aveva risposto, ma in quel momento non era riuscita a trattenere quelle due lacrime che minacciavano di uscire fuori da quando erano partiti di Loch Ness.

Le era capitato spesso di piangere così, senza emettere alcun suono, senza singhiozzare. In genere non le uscivano che poche lacrime, poi si calmava e smetteva subito, per paura che qualcuno la notasse. Quante volte l’aveva già fatto? Non che le avesse contate, ma quella volta era diverso, perché Billy si sarebbe accorto sicuramente di quella reazione. Infatti Elena non aveva fatto in tempo nemmeno a togliersi dal viso la prima che prepotentemente le era scivolata giù con un gesto sbrigativo della mano.

Billy aveva rallentato un po’ l’andatura.

- Elena! Dai, non fare così!-. le aveva detto cercando di essere rassicurante.

Lei dal canto suo si sentiva estremamente imbarazzata e anche un po’ infastidita di essersi mostrata in un frangente di tale debolezza. Sorrise, passandosi l’altra mano sul viso per togliersi un’altra lacrima.

- Scusami…-aveva mormorato quasi come se quello che aveva appena fatto fosse una colpa.

Billy rise. - Ma di che ti stai scusando! E’ solo che mi sembra che la fai un po’ troppo tragica. Oppure è successo qualcosa che non so…-

Appunto, era successo. Elena s’interrogò sull’opportunità o meno di dire a Billy della sera prima, considerando la cosa da diversi aspetti e rimanendo per qualche secondo ancora in silenzio. Billy sapeva di quella sua infatuazione per Dominic, ma dopo quel breve accenno non ne avevano più riparlato, per altro si trattava di un suo buon amico e lei non sapeva quanto si sarebbe potuta spingere nel parlargli di quello che era successo, sicuramente non sarebbe riuscita a parlare di Dominic in termini entusiastici in quel momento. La sua paura era che Billy ci rimanesse male.

- Deduco dal tuo attonito silenzio che se non so niente c’è un buon motivo, giusto? Mi faccio gli affari miei, non ti preoccupare!- gli aveva detto allora Billy che temeva di essere stato indiscreto. Elena invece decise che gli avrebbe detto quella cosa, del resto era un uomo intelligente, non l’avrebbe fraintesa o considerata maleducata.

- In effetti è successo qualcosa. - gli aveva detto cominciando il racconto della sera prima. Si era piuttosto aperta con lui, raccontandogli dettagliatamente tutto quello che aveva provato, e Billy si era sentito quasi in colpa, anche se non aveva nessun motivo per esserlo. Si vergognava per Dominic, profondamente.

Con lui la notte precedente era rimasto d’accordo che, al suo ritorno, sarebbe dovuto andare a chiamarlo nella sua stanza, per decidere cosa fare del resto della giornata. Ad Elena aveva promesso che non gli avrebbe detto niente, ma doveva farlo, anche per mettere il suo amico di fronte a quello che stava diventando. Prima di bussare alla sua porta fece un respiro profondo, cercando di mantenere la calma.

 

***

 

Dominic stava leggendo un giornale seduto poco elegantemente su una delle due poltrone del piccolo soggiorno quando il suo cellulare aveva squillato, di nuovo. Aveva alzato gli occhi al cielo, chiedendosi cosa volesse da lui Jennifer, che l’aveva chiamato già quattro volte quella mattina. Lui ovviamente non aveva risposto nemmeno ad una chiamata. Guardò il display del suo telefono e vide che non era Jennifer.

- Bastardaccio! Che ti chiami la gente alle due di notte? - gli aveva detto la voce squillante di Orlando dall’altra parte. Aveva trovato un messaggio della segreteria quella mattina e aveva deciso di telefonare a Dominic non appena avesse avuto cinque minuti di tempo.

- Per dirti due cazzate, adatte a te! Beh, che si dice a Londra?-

- Che vuoi che si dica, le solite cose…-

Avevano parlato per pochi minuti quando Billy aveva bussato alla sua porta. Si era alzato ed era andato ad aprire, mentre con il cellulare all’orecchio continuava a chiacchierare con Orlando. Fece cenno a Billy di entrare, lui lo fece e si chiuse la porta dietro, rimanendo in piedi non molto distante da essa.

- E’ Orlando.- gli aveva detto, poi dopo aver scambiato altre due parole con lui gli aveva passato il telefono.

- Beh, allora, come va la vostra vacanza? Dom ti fa dannare? Come si comporta?- gli aveva chiesto Orlando dopo i saluti. Dominic, che essendo lì vicino sentiva bene la conversazione, aveva riso.

Billy a quel punto aveva puntato lo sguardo negli occhi di Dominic in un modo che fece gli subito passare la voglia di ridacchiare. Era uno sguardo terribilmente freddo, continuando a squadrarlo in quel modo aveva risposto ad Orlando, usando un tono che non era affatto in linea con la sua espressione.

- Come vuoi che si comporti, è il solito Dom… dice talmente tante di quelle cazzate senza pensare minimamente alle conseguenze. E sai com’è, ogni tanto ferisce le persone, ma non sembra che gli interessi, lui se si fa due risate è tutto contento, tanto gli basta.-

Già quello era un affronto in piena regola, lo sapeva Billy e l’aveva capito anche Dominic. Anzi, il suo amico non avrebbe potuto essere più chiaro nel fargli comprendere che era piuttosto arrabbiato con lui, anche se gli era completamente sconosciuto il motivo.

Dopo qualche altro scambio di battute con Orlando, Billy aveva riattaccato il telefono e l’aveva restituito a Dominic.

- Beh, mi vuoi spiegare la ragione di quella piazzata?-

- Sì, certo che te la spiego. E’ molto semplice, non credere. Ti do un consiglio, d’amico, e bada che avrei dovuto dirti questa cosa parecchio tempo fa, ma ho sempre evitato per non causare discussioni. Adesso hai toccato veramente il fondo, non sai nemmeno cosa sia più la realtà tu.-

Dominic continuava a non capire, e tutta quella situazione lo innervosiva.

- Insomma, ci giri intorno un’altra mezz’ora oppure ti muovi a dirmi che c’è che non va? Non mi piace essere aggredito così.-

- Possibile che non te ne rendi conto da solo di che razza di stronzo sei diventato? Spari giudizi, sputi sentenze, tratti chi ti sta intorno con sufficienza, ma chi pensi di essere? Dimmi chi diavolo pensi di essere, perché è evidente che tu hai una concezione un po’ sballata del tuo io. Per arrivare al punto, amico mio, ti do questo consiglio: scendi da quel piedistallo, non hai nessun diritto di starci.-

Dominic cominciava davvero ad essere arrabbiato. Non sopportava di essere aggredito senza un motivo, ma soprattutto quello che lo infastidiva è che Billy, nonostante lui non capisse a cosa si stava riferendo, gli stava dicendo delle cose vere. Non disse niente, più che altro per evitare di dire cose di cui si sarebbe pentito poi.

- Non dici niente? - aveva chiesto Billy dopo qualche secondo di silenzio.

- Cosa ti dovrei dire? Non ho la più pallida idea del perché tua stia qui a dirmi come devo vivere, quindi evito di commentare. Mi puoi biasimare?-

Billy rise nervosamente.- Ma lo vedi che atteggiamento hai? E il fatto che tu lo tenga anche con me la dice lunga. Se proprio vuoi fare finta di non capire, allora cercherò di spiegarti. Potrei citare almeno centinaia di situazioni in cui tu hai mostrato una totale mancanza di rispetto per gli altri negli ultimi mesi, ma ti dirò solo l’ultima. Con che faccia hai detto quelle cose ad Elena ieri notte? Ma ti rendi pallidamente conto di quello che le hai detto?-

Dominic guardò Billy sgranando gli occhi. - Come scusa?- disse assolutamente sorpreso. - Se non mi ricordo male, ieri sera ho riempito di complimenti Elena.- fece una piccola pausa, Billy stava parlare nuovamente ma lui ricominciò. - E poi vorrei sapere che cosa cazzo c’entra adesso quella, perché se il motivo per cui sei tanto arrabbiato è quella ragazzina, santo cielo, ti sei veramente rincoglionito!-

Se aveva cercato di mantenere la calma fino a quel momento, adesso Billy aveva veramente superato il limite della sua pazienza. Non solo Dominic non si rendeva conto di quello che aveva fatto, ma dimostrava un palese menefreghismo nei confronti della cosa e anche un certo senso di superiorità. Parlò alzando la voce, cosa che non faceva praticamente mai.

- L’hai trattata come se non fosse una persona, Dominic! Le hai detto che l’ammiravi perché si comporta da persona normale, come se non fosse una persona normale! Ma che hai al posto del cervello, accidenti a te! In questo periodo non ti sei mai preoccupato di vedere oltre, l’hai bollata come la ragazzina idiota di turno, ti sei divertito e come se non bastasse con me hai sempre tirato fuori quelle battute del cazzo. E poi l’atteggiamento che hai sempre tenuto nei suoi confronti, ma non ti vergogni neanche un po’, è mai possibile? Se ti fossi almeno un po’ sforzato di conoscerla Elena, sapresti quanto ti sei perso e la portata delle cazzate che mi hai propinato nelle ultime settimane. La ragazzina non è lei, sei tu.-

- Tu ti devi dare una calmata!- aveva risposto l’altro, alzando la voce a sua volta.

- No, sei tu che devi dartela, anzi, un’altra cosa devi fare: un bell’esamino di coscienza. Prova a ricordarti com’eri quando ci siamo conosciuti, fino a nemmeno tanto tempo fa, e rifletti.-

Billy, dopo aver detto questo, aveva percorso la poca strada che lo separava dalla porta, aveva appoggiato la mano sulla maniglia, girandosi nuovamente verso Dominic.

- Per oggi fai un po’ tu quello che credi. Io non ho voglia di stare con te.- quindi era uscito.

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Situazioni che precipitano ***


Nuova pagina 1

Capitolo Diciassettesimo - Situazioni che precipitano

 

Per un bel po’ Dominic era rimasto arrabbiato e irrequieto, camminando nervosamente nella sua stanza, in silenzio, cercando una spiegazione, una qualsiasi.

Una sola cosa era certa. Lui non aveva torto. Matematico. Chiaro come il sole.

Di fatto aveva visto raramente Billy arrabbiarsi così, era sempre un tipo così calmo e tranquillo. Quindi un’altra cosa chiara era che se Billy aveva fatto quella scena, c’era un motivo ben preciso e serio.

Mh. Qualcosa non tornava. Forse l’unica cosa veramente certa era questa.

Dominic in verità non aveva chiaro un bell’accidenti. La cosa cominciava a non essere incoraggiante.

Finito di girellare, si era buttato nuovamente sulla poltrona dove era seduto prima che tutta quella scenata avesse luogo. Improvvisamente di nuovo il telefono, di nuovo Jennifer.

Dominic aveva sbuffato, ma si decise a rispondere, o lei l’avrebbe cercato per tutto il giorno. Parlò subito con tono adirato, senza dare tempo a lei di dire niente e senza nemmeno salutarla.

- Mi vuoi lasciare in pace! Ma se non ti rispondo ci sarà un motivo, e allora non rompere!-

- Ma sai che ti dico? Fottiti.- aveva risposto Jennifer abbassando il telefono.

Troia imbecille aveva detto a denti stretti Dominic buttando il telefono con forza sull’altra poltrona.

Come un fulmine a ciel sereno si rese improvvisamente conto della gravità di quello che aveva appena fatto. Aveva scaricato tutta la sua rabbia e la sua frustrazione su Jennifer, la cui unica colpa era stata quella di averlo chiamato nel momento sbagliato, l’aveva trattata malissimo dopo giorni che non si faceva sentire. Si alzò e riprese il telefono, richiamò la ragazza, che non gli rispose.

Le aveva mandato qualche messaggio, chiedendole di rispondere al telefono, per dirle che gli dispiaceva, Dopo un po’ finalmente Jennifer aveva risposto.

- Jenny, mi dispiace, scusami, non volevo…-

- Non me ne frega niente se volevi o non volevi, lo fai sempre!- gli aveva detto lei fortemente alterata e con la voce rotta di chi doveva aver smesso di piangere in quel momento.

- No, ascoltami un momento…-

- Non mi va di ascoltarti, non mi va più di cercarti e non mi va più di stare qui a pensare a con chi potresti aver scopato stanotte. Che non te ne frega niente di me l’ho capito, e anche che non c’è speranza che la cosa possa evolversi, perché a te non frega niente di nessuno, se non di te stesso! Quindi che altro ho da dirti?-

- Ti prego mi fai parl…-

- T’ho già detto che non mi va di starti a sentire. Vai per la tua strada e quando torni a Los Angeles non disturbarti nemmeno a venire casa mia a riprenderti le tue cose, le sto buttando.-

- Jennifer accidenti, ascoltami!-  Jennifer aveva chiuso la comunicazione e aveva spento il cellulare. A casa non rispondeva, Dominic cercò di fare tutti i numeri che conosceva dove avrebbe potuto rintracciarla, senza successo.

Si era ributtato per l’ennesima volta su quella poltrona, si era coperto il viso con le mani bofonchiando tra sé e sé qualche imprecazione.

Si mise a pensare ad una possibile soluzione di quel problema, ma il suo cervello non riusciva a trovarne una. Cosa ancora più preoccupante era che, a parte l’aver capito che Jennifer stava male, in quel momento, non riusciva ad immaginarsi quello che poteva star facendo.

Provò ad immaginarsela mentre metteva la sua roba in un sacco, per andarla a buttare via, ma quell’immagine nella sua testa non si focalizzava nonostante i suoi sforzi. Lo stava facendo in modo nervoso, di scatto, oppure era il tipo che quando sta male fa tutto con lentezza, quasi trascinandosi? Dominic non ne aveva idea.

Per la verità non aveva idea di molte cose che riguardavano Jennifer. Lavorava in quell’ufficio, ma se qualcuno gli avesse chiesto che lavoro faceva di preciso lui non avrebbe proprio saputo dirlo. Si limitava a dire che era un’impiegata. Il suo compleanno era il 15 giugno. Era già qualcosa.

Dov’era nata Jennifer? Aveva fratelli o sorelle? Andava d’accordo con i suoi genitori? Qual’era il suo colore preferito? La canzone? Il film? Cos’era che le piaceva di lui? E a lui di lei, a parte ciò che era strettamente riguardante la camera da letto? A tutte queste domande Dominic non avrebbe saputo dare una risposta, eppure erano banalità, cose che s’imparano poco dopo che si comincia a frequentare una persona.

La verità è che a Dominic non era mai interessato niente di queste banalità. Le aveva evitate come la peste, perché sapeva che se le avesse sapute il loro rapporto sarebbe stato diverso.

Non che Jennifer non gli piacesse, ma di certo il fatto che lei ci fosse sempre per lui e che lo aspettasse come se fosse la sua donna, non cambiava il fatto che non fosse la sua donna. Perché lui non si era volutamente mai sbilanciato sull’argomento, sapendo benissimo che così facendo non doveva giustificarsi di nulla. Lui non poteva tradire se non aveva un legame ufficiale, era un modo di scaricarsi la coscienza molto semplice. Ma la sua coscienza ci sarebbe cascata ancora per molto? In quel momento nemmeno lui ne era tanto sicuro.

Se ti fossi almeno un po’ sforzato di conoscerla Elena sapresti quanto ti sei perso e la portata delle cazzate che mi hai propinato nelle ultime settimane.

Improvvisamente si era ricordato di queste parole, Billy le aveva pronunciate in tono deciso, di chi sapeva bene cosa stava dicendo. Erano riferite a quella ragazzina, ma Dominic in quel momento si trovò a pensare che non sarebbero state nemmeno tanto male rapportate a Jennifer.

In effetti l’aveva presa in giro più e più volte con i suoi amici, evidenziandone alcuni difetti piuttosto evidenti, sia caratteriali che fisici, ed era piuttosto palese in quel momento che non si era mai sforzato di conoscerla. Facendo un passo indietro ripensò al modo in cui l’aveva corteggiata, gli scappò anche qualche risatina. Il sorriso sulle labbra andò scemando quando si ritrovò a pensare che quell’iter di corteggiamento era molto simile all’atteggiamento che nelle ultime settimane aveva tenuto con la ragazzina.

Improvvisamente capì, dopo quasi due ore che si arrovellava il cervello ripercorrendo tutti i fatti.

- Che testa di cazzo!- aveva esclamato tra sé e sé, appoggiando i gomiti sulle ginocchia e la testa sulle mani.

Come aveva fatto ad essere così idiota? L’atteggiamento che aveva tenuto poteva essere facilmente frainteso, forse Elena aveva capito che c’era un qualche interesse da parte sua, e quella notte precedente aveva pensato che lui avrebbe fatto un passo in avanti verso di lei. La sera prima aveva flirtato spudoratamente con lei, solo per il semplice fatto che si divertiva a farlo, non pensando minimamente che dall’altra parte avrebbero potuto esserci delle reazioni. Se n’era del tutto fregato di quell’aspetto.

Questa indubbiamente poteva essere una spiegazione, Billy ce l’aveva con lui perché per tutto quel tempo l’aveva incoraggiata e l’aveva praticamente presa in giro, e aveva del tutto ragione.

Solo questo. Semplice. Forse troppo.

Ci doveva essere necessariamente dell’altro, così si era messo a riflettere su quello che gli aveva detto Billy, sul fatto che a detta di lui avesse fatto sentire Elena sentire come una persona anormale.

L’illuminazione anche su questo punto non aveva tardato ad arrivare e Dominic a quel punto avrebbe preferito scavarsi una buca piuttosto che dover affrontare tutta quella situazione. Dio se si vergognava!

Billy aveva ragione su tutta la linea, senza alcun tipo di eccezione.

Improvvisamente Dominic ebbe l’impulso di uscire da quella stanza, aveva bisogno di fare qualcosa, sapeva anche bene cosa avrebbe dovuto fare. Ma quando era arrivato alla porta di Elena, fermandosi prima un momento a riprendere fiato, dato che aveva fatto tutta la strada di corsa, gli era passata tutta la fantasia di fare quella cosa. Anzi, diciamo pure che gli era preso il panico.

Elena probabilmente era arrabbiata con lui, e non aveva certo un motivo futile per esserlo. Pensandoci si era dato un colpo con la mano sulla fronte. Non poteva dirle banalmente mi dispiace, non credeva che sarebbe bastato, ma cos’altro avrebbe dovuto dirle?

Era certo che lei fosse nella sua stanza, era il tardo pomeriggio e aveva visto la finestra accostata, si vedeva la luce accesa da fuori.

Era rimasto fermo sulla porta a pensare al perché stava facendo tutto ciò. Una mezza idea si era già fatta spazio tra i suoi pensieri, ma Dominic era deciso nel non darle retta, perché era un’idea davvero ridicola.

Eppure forse non lo era così tanto.

Si alzò e cominciò a camminare avanti e indietro davanti alla porta di Elena, stando bene attento a non passare davanti alla finestra dato che lei avrebbe potuto vederlo. Aveva sbirciato dentro da lontano, l’aveva vista seduta a fissare lo schermo del suo portatile. E poi non aveva resistito all’impulso di spiarla.

Si era avvicinato con circospezione, aveva appoggiato la mano sulla persiana e l’aveva osservata indisturbato. 

Era intenta a scrivere qualcosa, poi si era fermata e aveva aspettato. Dopo pochi secondi aveva abbozzato un sorriso e aveva scritto qualcos’altro. Dominic pensò che doveva essere nel mezzo di una conversazione in chat, aveva visto distrattamente nel suo computer, quando ci avevano lavorato insieme per qualche motivo, il simbolino di smn messenger nella barra degli strumenti.

Evidentemente doveva essere già da un po’ seduta a quella scrivania, perché aveva tutta l’aria di una persona che era stata seduta per un bel po’.  Era sul margine della sedia con le gambe stese davanti a se e la schiena appoggiata sullo schienale della sedia. Per scrivere allungava il braccio destro, a volte, quando doveva scrivere delle frasi lunghe, si dava una leggera spinta con gli addominali e si tirava per poco in posizione eretta, giusto il tempo di scrivere, canticchiando a bassa voce su “A rush of blood to the head” dei Coldplay, brano che Dominic conosceva benissimo, dato che quel gruppo piaceva molto anche a lui. Era vestita piuttosto semplicemente, portava i pantaloni di una tuta e una maglietta bianca sopra, molto leggera.

Ma era senza reggiseno? Dominic sentì un brivido salirgli lungo la schiena dopo aver pensato quella cosa. Perché aveva notato quel particolare?

La cosa era peggiorata notevolmente quando Elena aveva sbadigliato portandosi la mano destra alla bocca. Subito dopo se l’era passata sulla spalla sinistra, massaggiandosela come se le facesse male, con un dito si era sfiorata la base della gola, poi aveva ripetuto la stessa specie di massaggio sulla nuca, abbassando un po’ la testa sul davanti. Con un gesto rapido si era sciolta i capelli liberandoli da quel buffo nodo in cui li aveva imprigionati e li aveva lasciati ricadere sulle spalle, passandoci sempre la stessa mano nel mezzo, come a metterseli in ordine. Lui continuava a spiarla, del resto era del tutto concentrato in quello che stava guardando. Non avrebbe avuto bisogno di altri stimoli in quel momento, ma evidentemente Elena aveva voglia di prendersi una piccola rivincita, anche se era completamente ignara di ciò. Quello che si accinse a fare subito dopo lascio Dominic decisamente frastornato.

Si era legata nuovamente i capelli, in una coda di cavallo stavolta. Li aveva lisciati un po’ con le dita mettendoseli sulla spalla, poi con leggerezza li aveva spostati nuovamente dietro la testa. Quindi aveva cominciato a stiracchiarsi: si era seduta su tutta la superficie della sedia, facendo aderire bene la schiena alla spalliera, che le arrivava così all’altezza delle scapole. Aveva alzato le braccia e aveva tirato indietro le spalle appoggiandosi bene allo schienale della seggiola e inarcando la schiena.

Decisamente era senza reggiseno. Quando aveva assunto quella posizione la cosa era diventata più che evidente dato che sotto la stoffa s’intuiva perfettamente la rotondità dei suoi seni e la forma dei capezzoli.

Dominic deglutì a quella vista, poi continuò a seguire con lo sguardo la mano destra di Elena che scorreva in una carezza lieve e assolutamente affascinante lungo il suo braccio sinistro.

Era abbastanza. Dominic decise di andarsene via subito, aveva bisogno di parlare con Billy.

Ancora preso da quella visione, aveva fatto a ritroso la stessa strada che aveva fatto prima, sempre di corsa, con l’unica differenza che aveva trovato l’ascensore occupato e per non perdere tempo si era fatto sempre di corsa le scale a piedi. Sperò che Billy fosse in camera sua, bussò e si mise ad aspettare che l’altro gli aprisse appoggiando le mani sulle sue ginocchia abbassando un po’ la schiena, riprendendosi dalla corsa.

Aprendo Billy si era ritrovato davanti Dominic con un gran fiatone.

- Beh?- gli aveva detto, incitandolo a dargli spiegazioni.

Dominic gli aveva fatto cenno di aspettare con la mano, aveva fatto un gran respirone.

- Ti devo dire tre cose. La prima è che io sono un coglione e che avevi ragione su tutto.-

- Poi?-

- Jennifer mi ha scaricato oggi pomeriggio.-

- E per ultimo?-

- Elena mi piace da impazzire.- 

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Cose su cui riflettere ***


Nuova pagina 1

Capitolo Diciottesimo - Cose su cui riflettere

 

- Oh santo cielo, beato chi ti regge!- aveva commentato Billy esasperato, prendendo Dominic per un braccio e trascinandolo in camera sua. A lui era già passato tutto, l’arrabbiatura e tutto il resto, a dire il vero si aspettava anche che Dominic sarebbe spuntato alla sua porta così, certo non si aspettava che sarebbe stato per dirgli una cosa del genere.

- Ora ti metti a sedere e me la spieghi per bene questa storia, perché io proprio non ti capisco.-

Dominic così aveva fatto. Continuando a respirare profondamente per riprendersi dalla corsa che aveva fatto, era entrato nella stanza di Billy, si era seduto e gli aveva raccontato sommariamente di quel pomeriggio, curando con particolare attenzione i ragionamenti che l’avevano portato a pensare che Elena gli piacesse, come aveva detto lui, da impazzire. Billy aveva ascoltato attentamente la dovizia di particolari con cui Dominic aveva descritto quel particolare stiracchiamento. Dopo un po’ che Dominic parlava aveva cominciato a scuotere la testa, prima in modo appena accennato, poi sempre più marcatamente.

- Beh, che hai da fare no-no?-

- Sei un coglione, davvero!- aveva detto ridacchiando.

- Ma che palle, non mi sento dire altro che cose del genere da oggi pomeriggio! Prima Orlando, poi te, poi Jennifer incazzata come una biscia, ora ancora te, adesso chiamo mio fratello e mio padre e me lo faccio dire anche da loro, che sono sempre pronti! E poi che ho detto di sbagliato?-

Billy aveva ridacchiato. - Ti rendi conto che da cinque minuti mi stai parlando delle tette di Elena?-

- Davvero?- aveva detto lui con aria vagamente sorpresa.

- Sì!- aveva esclamato Billy allargando le braccia.

- Non ci avevo fatto caso… ma guarda che non è solo quello!- si era affrettato ad aggiungere Dominic.

- E cos’altro allora?- aveva chiesto Billy scettico.

Dominic allora aveva esposto una cosa che prima, perso nella descrizione della sua visione mistica, non aveva detto. In effetti il ragionamento principale che lo aveva portato a quella conclusione era stato quello per cui aveva messo a comparazione il modo in cui aveva corteggiato Jennifer e l’atteggiamento che aveva tenuto con Elena. Poi da lì aveva riflettuto sulle reazioni di Elena al suo comportamento, al fatto che indubbiamente, se anche non sapeva molto di lei, già in quelle situazioni Elena si era rivelata essere una ragazza assolutamente interessante.

- Tutto qui?- aveva chiesto Billy.

- E non ti pare abbastanza come inizio?-

- Io ci rifletterei un po’ su…-

La situazione stava diventando comica, per Dominic quella giornata era stata decisamente troppo stressante. Cominciava a dare di matto.

- Beh… ma queste sono rivelazioni improvvise e fulminanti, in genere io capisco le cose così.-

- E questa volta hai capito male, fra non molto capirai che tutto ciò è dovuto al senso di colpa. Una cosa sola l’hai pensata giusta, devi chiederle scusa.-

Dominic si era fatto pensieroso. Aveva appoggiato i gomiti ai braccioli della poltrona e aveva intrecciato le dita proprio davanti alla sua faccia, guardava in un punto imprecisato e gli si era formato una specie di solco sulla fronte.

- Però Elena è bella, eh?- aveva detto Dominic mantenendo quell’espressione. Billy si era girato di scatto verso di lui, ridacchiando.

- Come?! Ho sentito bene?-

Dominic aveva annuito deciso. -  Non lo so, è come se oggi l’avessi vista per la prima volta. Mi ha fatto un effetto strano, davvero strano.  Ho visto il suo viso, quei capelli e…- detto questo s’interruppe un secondo. - Va beh, hai capito.-

Billy rise, pensando che finalmente Dominic si stava accorgendo di qualcosa che andava al di là delle apparenze. Certo, aveva descritto solo delle qualità fisiche della ragazza, ma Billy aveva intuito che l’altro aveva cominciato a guardare oltre. Del resto lui quelle qualità di Elena l’aveva già scoperte, e molte di più in verità. In ogni modo, anche se per Dominic era indubbiamente un bel passo in avanti, non era abbastanza comunque perché la sua rivelazione improvvisa e fulminante si rivelasse fondata. Anzi, era veramente poco.

Billy aveva tagliato corto quel discorso, tanto era inutile cercare di convincere Dominic che stava prendendo un granchio. Ci doveva arrivare da solo, e Billy credeva che ci sarebbe arrivato anche presto. Per avvalorare quella tesi gli aveva chiesto di Jennifer, facendosi raccontare cosa fosse successo precisamente. L’altro gli aveva raccontato la vicenda concludendo che era meglio così per entrambi, lui non si era dovuto scomodare a scaricarla e lei aveva fatto bene a liberarsi di lui, dato il tipo che era.

Billy semplicemente non commentò. Certo non si aspettava che Dominic potesse ravvedersi di tutte le cavolate che aveva fatto, ma quel cinismo nei confronti di Jennifer un po’ lo lasciò impressionato. Senza alcun dubbio Dominic presto avrebbe dovuto fare i conti anche con quella parte della sua vita. Tempo al tempo.

Erano andati a cena non molto dopo, sia Dominic che Billy erano abbastanza stanchi nonostante il fatto che entrambi non avessero lavorato quasi per niente quel giorno. Avevano bevuto qualcosa al bar, poi erano andati a dormire. Di Elena quella sera nemmeno l’ombra, Billy in un certo senso fu anche sollevato per la cosa.

 

***

 

La mattina dopo solita storia, Dominic era in ritardo. Ad onor del vero non è che Dominic fosse un ritardatario cronico, piuttosto lo si poteva definire estremamente distratto e poco presente entro certi frangenti. Comunque sia, Billy lo aspettava da un quarto d’ora nella sua stanza, e lui non si era fatto vedere.

Sbuffando un po’ era uscito dalla sua stanza e aveva bussato a quella del suo amico, che gli era venuto ad aprire imbacuccato in una coperta.

- Ma che t’è successo, stai male?- gli aveva chiesto Billy un po’ preoccupato. Dominic aveva veramente un brutto aspetto.

- Do, don è…- non aveva nemmeno potuto finire la frase, aveva starnutito piuttosto fragorosamente. Oltre all’evidente raffreddore Dominic aveva parlato con la classica voce di chi aveva un terribile mal di gola. Billy sentendo quello starnuto aveva fatto istintivamente un passo indietro.

- Per la miseria!- aveva esclamato. - Ma non me lo potevi dire prima? Che ti vergogni?-

Dominic si era soffiato il naso, poi aveva risposto. - Davvero, don ti preoccupare, mi prendo un’aspirina e mbi passa.- detto questo aveva fatto un sorrisino sornione:- Che ti credi, sodo und tipo tosto io!-

Billy aveva sorriso, poi gli aveva piazzato una mano sulla fronte e aveva appurato che era piuttosto caldo.

- Tipo tosto, tu ora torni a letto!-

E il tipo tosto non si era fatto pregare, del resto la testa gli girava talmente tanto che non era nemmeno in grado di stare per molto in piedi.

Billy aveva chiesto alla reception se potevano mandargli un medico, il quale altro non aveva sentenziato che la febbre con annessi e connessi era dovuta ad un bel colpo di fresco, quindi gli aveva prescritto degli antibiotici per la tonsillite e un farmaco per abbassare la febbre. Billy aveva fatto un salto in centro per prendere le medicine, poi era tornato in camera di Dominic e c’era rimasto tutta la mattina. Avevano chiacchierato per un po’, anche se con trentanove di febbre Dominic aveva detto delle scemenze che erano più scemenze del solito. 

All’ora di pranzo il malato si era rifiutato di mangiare, si sentiva tutto scombussolato e non ne aveva avuto voglia. Billy sarebbe rimasto anche a fargli compagnia, poteva benissimo ordinare qualcosa da farsi portare in camera sua, ma Dominic aveva insistito perché scendesse e non si preoccupasse più di tanto per lui, dato che gli dispiaceva che Billy rimanesse tutta la giornata chiuso in camera per fargli compagnia. Ovviamente l’aveva messa in termini differenti:- Ma ti vuoi togliere dalle palle! Se speri di vedermi schiattare sappi che non ti darò la soddisfazione di farmi vedere da te! E poi voglio dormire come un ghiro, se stai qui mi disturbi…-.

Billy l’aveva accontentato, anche se comunque gli aveva detto di telefonargli anche per una sciocchezza qualsiasi. L’unica cosa che gli aveva chiesto Dominic era di portargli il computer a letto e di collegarglielo alla presa del telefono. - Magari più tardi vado a farmi un giretto a vedere cosa dicono di me nel mondo.- aveva detto con un sorriso furbetto. Quindi Billy era uscito dalla sua stanza portandosi via le chiavi, in modo che al suo ritorno Dominic non avrebbe avuto bisogno di alzarsi per farlo entrare.

Aveva mangiato solo al ristorante dell’albergo, poi era tornato un momento in camera di Dominic e l’aveva trovato che dormiva. Decise allora che poteva anche andarsi a fare un giro per conto suo, era inutile che rimanesse lì. Uscendo dall’entrata principale dell’albergo si era praticamente scontrato con Elena, che soprappensiero, camminava senza guardare dove andava.

 

***

 

Elena aveva passato la mattinata sotto l’albero dove solitamente andava a leggere prima di spostarsi a Loch Ness con i ragazzi. Aveva riflettuto parecchio su tutta quella faccenda di due notti prima, arrivando a considerare una cosa fondamentalmente, che in un certo senso fu molto rassicurante.

Analizzando il suo stato mentale dell’ultimo periodo, aveva scandagliato a fondo tutto quello che aveva provato arrivando alla conclusione che a lei, di Dominic infondo, non importava granché. Le seccava un po’ ammetterlo, ma la sua era stata più una cosa che l’aveva coinvolta a livello fisico, molto superficiale. Le cose che aveva immaginato più di frequente non erano certo pensieri da scolaretta, solo che lì per lì aveva fatto un errore che in molti fanno, aveva scambiato le pulsioni sessuali che lui le trasmetteva con un innamoramento in piena regola. Aveva riso pensando ad una cosa: quanto le sarebbe piaciuto che Dominic e Billy fossero la stessa persona. Era una stupidaggine di dimensioni abissali, lo sapeva, eppure sarebbe stato bello trovare un tipo che avesse il cervello e la sensibilità di Billy e l’ironia e il sex appeal di Dominic. Pensandoci non è che Billy avesse poi molto da invidiare a Dominic in quel senso, però era sicuramente un tipo più maturo, che ragionava un po’ di più, Dominic invece era uno che partiva in quarta, senza pensare. Purtroppo tutto questo non pensare doveva avergli atrofizzato una parte del cervello.

Elena aveva cominciato a vedergli parecchi difetti in quei due giorni, cose che per via di quello stato mentale in cui era stata si era impedita di vedere. Dominic era troppo sicuro di se, troppo fighetto. Tutti quegli anellini, braccialettini, polsini che probabilmente lo facevano sentire tanto “in” altro non erano se non l’ennesima ostentazione di quanto ci fosse poco dentro. Agiva sempre come se fosse su un palcoscenico, come se tutti gli occhi fossero puntati su di lui, e questo, alla lunga, lo rendeva insopportabile.

Idiota di un… aveva detto tra sé e sé, fermandosi e ridacchiando. La battuta del Signore degli Anelli sarebbe finita con Tuc, ma era decisamente l’hobbit sbagliato.  Idiota di un Monaghan! disse allora, per poi mettersi a ridere. Avrebbero dovuto ridoppiarlo così quel punto, sarebbe stato sicuramente appropriato. Dominic era veramente un idiota. Meglio averlo capito prima che fosse troppo tardi.

Nel preciso momento in cui aveva incontrato Billy stava appunto facendo quel ragionamento, sentendo nella sua testa il vocione profondo di Gandalf che nelle miniere di Moria pronunciava quella frase. Per di più stava scrivendo un messaggio sul cellulare, proprio per dire a Chiara quell’ennesima stupidaggine che le era venuta in mente. Aveva aperto la pesante porta a vetri dell’entrata della hall e aveva praticamente sbattuto il naso in Billy. Entrambi si erano messi a ridere.

In effetti Elena si era preoccupata che con lui ci fosse anche Dominic, ma si era subito tranquillizzata non vedendolo nei paraggi.

- Lui non c’è, se la cosa ti preoccupa…- aveva detto Billy che si era accorto che lei si era guardata intorno.

- Beccata!- aveva risposto lei con aria colpevole, ma sorridendo.

Era un po’ dispiaciuto che le cose stessero a quel livello, considerando anche qual’era stata la svolta della situazione per Dominic. Certo, Billy era convinto che in massimo un paio di giorni gli sarebbe passata, ma poteva esserne così certo? In effetti la sicurezza assoluta non poteva averla neanche lui, anche se lo conosceva molto bene.

- Che fai adesso?- gli aveva chiesto interessato.

- Devo andare un attimo a parlare con mia madre, poi credo che tornerò a leggere. Hai in mente qualcosa?- gli aveva chiesto lei.

- In effetti sono rimasto solo, Dom è a letto con un bel febbrone. Volevo andare a fare un giro da queste parti, magari potevi venire con me.-

- Sì, va bene. Se mi puoi aspettare, solo cinque minuti.-

Billy ovviamente le aveva detto di fare con comodo e si era seduto nella hall.

Non si erano prefissati una meta precisa, erano solo saliti sull’auto ed erano partiti. Dopo un po’ Billy aveva suggerito di andare al lago, tanto per fermarsi un momento, così si erano diretti al solito luogo che frequentavano sempre insieme. Fino a quel momento nessuno dei due aveva accennato a niente di quello che era successo, ma Billy le aveva chiesto improvvisamente di Chiara e lei, allacciandosi a quel discorso, alla fine aveva pure finito per parlare di Dominic, raccontandogli lo scambio di impressioni tra lei e la sua amica sull’argomento, che era continuate via sms quel giorno.

- Sai, è che alla fine la cosa non mi fa molto male perché mi sono resa conto che non era serio il mio interesse nei suoi confronti. E poi, al di là di quel punto di vista, quello che mi ha fatto male è che è sempre la stessa storia…- aveva fatto una pausa qui, raccogliendo i suoi pensieri.

Billy aveva notato uno sguardo un po’ particolare.- Che storia?- le aveva chiesto.

Elena aveva abbassato gli occhi. - La gente non vede mai quello che c’è dietro. Non sono tutti come te, o come Chiara. Sembra che a volte il mio corpo tradisca quello che ho dentro, trasformando tutto. Io non sono quella che sembro, a volte mi illudo che gli altri ci arrivino, e poi rimango fregata. Quello che cerco non è una persona che s’innamori di me, per lo meno non è nei miei obiettivi principali. Vorrei solo che la gente smettesse di vedermi solo nell’ottica del fatto che sono grassa, che mi considerasse per altro.-

Billy aveva compreso perfettamente lo stato d’animo con cui lei le aveva confidato quei pensieri. Anche se in parole diverse, erano cose che lei gli aveva detto sommariamente il giorno precedente, ma in quel momento erano sembrate molto diverse. C’era un velo di tristezza tangibile in quelle parole, Billy l’aveva sentito chiaramente per via della sensazione che gli avevano causato. Una specie di stretta al cuore.

Non era pena, tutt’altro. Del resto non avrebbe mai potuto provare pena per Elena, che era decisamente una ragazza in grado di riuscire vincitrice da qualsiasi difficoltà, e questo probabilmente per il fatto che doveva essere piuttosto abituata a combattere con esse. Era una sorta di partecipazione a quella sofferenza. Era rimasto per un secondo in silenzio.

- Purtroppo questo non avverrà mai, perché ciò significherebbe trovarsi di fronte ad una società che è del tutto diversa da come in effetti è. E non è giusto, sono il primo a sostenerlo.- Dopo aver detto questo aveva guardato Elena sorridendo, lei gli aveva sorriso a sua volta.

- Mi dici una cosa?-. Elena aveva annuito.

- Ma pensi davvero di non essere bella?- Lei l’aveva guardato un po’ sorpresa. Era sicuramente una ragazza che aveva poca fiducia nelle sue possibilità, ma non era una bugiarda, o una falsa modesta.

- No… cioè, mi spiego… lo so di non essere brutta, ma neanche sono granché.-

- Io non credo. E nemmeno Dominic, per quanto ne so.-

Elena aveva riso. - Già, per lui sono semplicemente un caso umano! Che però apprezza, perché tento di comportarmi come se non lo fossi!- aveva risposto ironica, anche per coprire il lieve imbarazzo che l’aveva assalita dopo quel complimento.

Billy aveva ridacchiato, poi improvvisamente aveva detto una cosa che Elena proprio non si aspettava.

- Devo confessarti una cosa. Anche se mi avevi chiesto di non farlo io ieri ho parlato ugualmente con Dom…-

Elena aveva caricato una risposta da dargli che non doveva essere molto buona, Billy aveva letto tutto dal mutamento della sua espressione e aveva continuato prima che lei avesse il tempo di parlare.

- Prima di dire qualsiasi cosa lascia che ti spieghi. Era parecchio che dovevo parlare con lui, quello che è successo l’altra notte è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso, di fatto Dominic aveva bisogno di una strigliata da un bel pezzo. Lo so che tu adesso pensi che lui sia un cretino e un superficiale, in effetti non ti biasimo perché è il personaggio che si è creato, ma dammi retta, Dominic è veramente un ragazzo in gamba, e se solo vi poteste conoscere meglio entrambi sono convinto che cambieresti idea.-

- Non metto in dubbio che lo sia, il punto è che con me è stato così. Magari con una più bella di me sarebbe stato diverso.- aveva ribattuto lei scettica.

Billy aveva scosso la testa. - Non è facile farlo capire a te, anche se sei indubbiamente la ventenne più in gamba che conosca. E’ il nostro ambiente che da fuori è difficile comprendere…- aveva fatto una pausa, poi aveva continuato. Elena se all’inizio c’era rimasta una po’ male, a quel punto aveva perfettamente capito cosa Billy intendesse, e aveva lasciato che parlasse.

- Dominic non ha più idea di cosa sia vivere nella realtà, è il classico personaggio a cui la fama ha dato alla testa. Succede a tanti, è solo che poi finiscono male. Lui non è arrivato all’apice di questa cosa, e spero che non ci si avvicini nemmeno e in questo stadio non ha la minima concezione di come ci si comporta con gli altri. E’ tutto uno scherzo per lui, perché si è abituato a fare quello che gli pare, senza pensare alle conseguenze. Del resto questa cosa ci viene concessa troppo spesso nel nostro mondo, è difficile a volte mantenere un contatto con la realtà. E ti assicuro che non l’ha fatto solo con te.-

Elena aveva guardato verso il lago, riflettendo sul fatto che probabilmente Billy aveva ragione. Ma quand’anche avesse avuto ragione, ciò non toglieva che Dominic nei suoi confronti fosse stato estremamente scorretto. Anche se lei non era mai stata capace di tenere certi rancori a lungo, non poteva scordarsi della cosa dalla sera alla mattina, e certamente non l’avrebbe fatto per via della posizione sociale di Dominic, non gli era certo dovuta una comprensione assoluta per questo.

- Se solo avessi potuto vedere che tipo era un paio d’anni fa, - aveva continuato Billy, - praticamente un altro. Sempre casinista e pazzoide, ma ci teneva di più al contatto con la gente. Forse ne ha avuti troppi di contatti, qualcosa l’ha fatto cambiare. Ce ne siamo accorti tutti noialtri. Se c’è una cosa che mi sento di consigliarti è di non chiuderti a riccio. Dagli un’altra possibilità.-

- Forse potrei anche farlo.- aveva detto lei continuando a guardare l’acqua che era lievemente increspata in superficie da un leggero alito di vento, che poi era lo stesso che le faceva dondolare qualche ciocca di capelli davanti al viso.

Billy la stava osservando da un po’, da quando era sceso il silenzio. Ripensava a quello che sapeva di lei, ma soprattutto a quello che non sapeva e avrebbe voluto sapere. Si era fatto un milione di domande in quei due giorni, partendo dalla base di ciò che Chiara gli aveva confidato. Quali potevano essere i problemi che aveva dovuto affrontare? Era evidente che fossero cose abbastanza gravi, ma Billy non riusciva ad arrivarci da solo. Elena faceva continuo riferimento al suo essere grassa, eppure lui non la vedeva così enorme come lei si descriveva. Inaspettatamente la risposta a quella domanda era arrivata in modo del tutto spontaneo.

Elena, quasi come se si fosse distolta da certi suoi pensieri, si era avvicinata a Billy. Stava per fare una cosa che non aveva mai fatto, ma si sentiva talmente tanto in sintonia con Billy da essere sicura di poterlo fare.

- Stamattina mi sono pesata. Dal 20 agosto dell’anno scorso, ed è passato un anno preciso, ho perso trentuno chili, precisi.-

Billy era rimasto piuttosto sorpreso, e molte cose nel frattempo si erano fatte chiare.

- Davvero?- aveva commentato. Elena aveva annuito.

- Ad un certo punto ho preso in mano la mia vita, e ho giurato a me stessa che niente che venisse dall’esterno mi avrebbe condizionata più. E’ stata una lotta ardua, durata anni e che mi è costata cara, ma l’ho vinta. Quando ho smesso di preoccuparmi di tutto quello che mi circonda, ho smesso anche di mangiare a sproposito per calmarmi i nervi.-

Billy era rimasto in silenzio ad ascoltarla, Elena improvvisamente l’aveva guardato.

- A grandi linee questa è la mia storia. Ho passato una vita a farmi condizionare dagli altri, poi ho smesso e tutto è migliorato, anche il mio rapporto con gli altri, paradossalmente.-

Non aveva ritenuto di dover commentare niente di ciò che lei gli aveva appena detto, l’unica cosa che voleva fare è acquisire quelle confidenze per se, come cose preziose. Le aveva preso la mano, sempre tenendola stretta le aveva passato il braccio intorno alle spalle attirandola verso di se e facendola appoggiare contro la sua spalla. Poi erano rimasti fermi, a godersi quell’attimo.

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Rancori poco duraturi ***


Nuova pagina 1

Capitolo Diciannove - Rancori poco duraturi

 

Dominic si era svegliato verso le cinque del pomeriggio. Aveva dormito qualche ora, ma non molto bene. Era stato un sonno agitato, come del resto quello della notte precedente, ma quando si era svegliato e si era tirato su a sedere con la schiena appoggiata alla spalliera del letto, aveva notato che la testa non gli faceva più tanto male, segno che la febbre era scesa.

Si sdraiò nuovamente subito dopo aver bevuto dell’acqua, dato che gli era venuto subito freddo stando fuori dalle coperte. Si era avvicinato il portatile che Billy gli aveva lasciato sul letto e stando sdraiato su un fianco si era connesso per controllare un po’ la sua casella e-mail e farsi un giretto tanto per passare un po’ il tempo.

Era andato sul sito del Manchester United, passandoci un po’ di tempo a cazzeggiare come al suo solito, poi si era stufato anche di quello e si era disconnesso. Aveva cominciato ad aprire tutte le cartelle, tanto per fare qualcosa, arrivato alle foto si era messo a guardare tutti gli insetti che aveva fotografato in quei giorni. Ci aveva girato un po’ intorno, provando un certo imbarazzo per il solo fatto di avere una voglia incontenibile di farlo, poi aveva aperto le foto di Elena, imbambolandosi come un deficiente. Improvvisamente aveva sentito la chiave girare nella toppa e qualcuno che entrava.

- Billy?- aveva detto con voce roca.

- No.- gli aveva risposto una voce decisamente più femminile, indubbiamente quella di Elena.

A Dominic prese il panico, la prima cosa che aveva fatto era stata quella di chiudere tutte le finestre con le sue foto e di allontanare il portatile da lui. Non aveva più visto Elena dal pomeriggio precedente, e non ci parlava da quella malaugurata notte. Era felicissimo che lei fosse lì, evidentemente non era poi così arrabbiata con lui, ma un problema c’era… era pronto lui a rivederla?

Doveva chiederle scusa, questo era assolutamente fuori discussione, ma non ne aveva poi così voglia. Quello di Dominic essenzialmente era un moto di orgoglio, non era mai stato un tipo incline ad ammettere i suoi errori nemmeno prima che la sua vita cambiasse, dopo poi si era visto passare in cavalleria le cose peggiori, al prezzo di un sorriso. Specialmente con le donne quell’aspetto era una costante. Ma una cosa era certa, Elena non era quel tipo di ragazza che si faceva incantare da un sorriso, e magari poi era ancora molto arrabbiata ed era lì per farglielo presente. In ogni modo si affrettò a risponderle, o avrebbe fatto la figura del deficiente.

- Ciao!-

Elena era rimasta discretamente nel corridoio, senza nemmeno avvicinarsi alla porta della camera di Dominic.

- Posso entrare? Billy mi ha dato la chiave, spero che non ti dispiaccia se sono entrata senza nemmeno chiederti il permesso.-

Se poteva entrare? In verità lui non vedeva l’ora di vederla comparire, anche se un po’ era teso.

- Figurati, mi fa piacere che sei qui. Vieni, sono a letto.-

Elena aveva fatto capolino con un vassoio in mano. Sopra c’erano due tazze e una teiera.

- Ti ho portato qualcosa di caldo,- aveva spiegato, - ho pensato che ti andasse-.

 

Quando con Billy era tornata all’albergo, Elena, prima che l’altro andasse da Dominic per vedere come stava, l’aveva fermato e gli aveva chiesto se poteva andare anche lei; Billy era stato piuttosto felice di darle la chiave. La ragazza si era preoccupata del fatto che forse Dominic avrebbe potuto non gradire quell’intrusione, ma Billy l’aveva rassicurata.

In effetti tutto quel livore nei confronti del ragazzo le era già in gran parte passato, se continuava a fare la sostenuta era solo per posizione presa. Mentre in macchina con Billy stavano tornando all’albergo aveva deciso di seguire il suo consiglio e di dare una seconda possibilità a Dominic. Come amico, ovvio.

Quando Billy aveva detto che sarebbe salito a vedere come stava le era venuta improvvisamente quell’idea, sarebbe stato carino portargli una tazza di the, così aveva chiesto al ragazzo se poteva andarci lei, anche se intendeva insieme a lui. Billy per tutta risposta l’aveva ringraziata piazzandole in mano la chiave della stanza 115, dicendo che lui ne approfittava per farsi una doccia in santa pace.

Di fatto aveva voluto lasciarli soli, in modo che parlassero tra loro con tranquillità.

 

- Ma non avresti dovuto disturbarti tanto…- aveva detto Dominic imbarazzato. Nonostante tutto Elena riusciva ad essere sempre così gentile e carina. Lo faceva sentire un po’ un verme, lui era stato così stronzo.

- Nessun disturbo. Andava anche a me.- aveva risposto Elena mentre entrava nella sua stanza e si avvicinava al letto. Era un po’ tesa, non sapeva cosa sarebbe venuto fuori da quell’incontro. Dominic aveva spostato il cellulare e la bottiglia d’acqua dal comodino facendo posto ad Elena che così aveva potuto appoggiare il vassoio. C’erano due tazze: una normale, bianca, del servito del ristorante, l’altra invece era piuttosto grande con disegnata una mucca sopra.

- Carina la mucca!- aveva detto Dominic. Per non rimanere in silenzio aveva detto la prima cretinata che gli era venuta in mente.

- Io sono fissata con le mucche. Questa me l’ha fatta trovare mia madre qui quando sono arrivata, ha pensato che mi avrebbe fatto sentire più a casa. In effetti a Firenze ne ho una molto simile. Un po’ più piccola, forse.-

- Ah, beh, belle le mucche. Sì, sono degli animali molto belli.- Dominic non poteva credere di aver detto una cazzata di tale portata. Per carità, non che le mucche non gli piacessero, ma quella era veramente una frase buttata lì tanto per fare. Elena intanto stava versando nelle tazze il liquido bollente e sembrava non averci fatto molto caso, poi aveva porto la tazza a Dominic che aveva ringraziato. Dopo aveva cercato con lo sguardo intorno a se, per vedere se vedeva una seggiola su cui sedersi, Dominic, intuendo cosa Elena stesse pensando, si era spostato più al centro del letto, lasciandole spazio per sedersi accanto a lui. Elena aveva abbozzato un sorriso, poi aveva avvicinato la zuccheriera al ragazzo, che si era servito. Poi era stato il turno del limone, che Dominic aveva rifiutato.

Era sceso un silenzio davvero imbarazzante, per entrambi, anche se per motivi diversi.  Dominic stava lottando tra sé e sé, cercando le parole giuste per cominciare quel discorso, Elena invece non sapeva proprio che dire, cercava di stare tranquilla.

- Come…-

- Volevo…-

Avevano parlato insieme, sembrava molto un film. Entrambi si erano messi a ridere.

- Scusami se per una volta lascio da parte le buone maniere e non ti faccio parlare per prima, ma ci tengo a dirtelo subito.- dicendo questo Dominic aveva appoggiato la tazza sul vassoio e si era passato una mano sulla nuca, facendo una piccola pausa e mostrando quanto per lui non fosse facile quella situazione. - E’ banale, lo so, ma di meglio non so che dirti. Sono terribilmente dispiaciuto. E’ che troppo spesso ultimamente faccio e dico delle cose totalmente senza senso, e il bello è che devono farmele notare gli altri. Forse sarebbe meglio che non te lo dicessi ma il mio voleva davvero essere un complimento, per quanto rozzo e stupido.-

- Non per essere patetica, - gli aveva risposto lei tranquillamente, - non voglio nemmeno dirti che la cosa mi abbia fatto piacere, ma mi è stato detto di peggio, e soprattutto mi è stato detto con più cattiveria. Ci metto una pietra sopra, tutti possono fare qualche cretinata ogni tanto.-

Dominic le aveva sorriso, sentendosi sollevato.

- Ora tocca a me. Tu come stai?- aveva continuato subito Elena per non creare altri imbarazzanti silenzi.

- Meglio. Credo che la febbre sia scesa, ho dormito un po’.-

Elena istintivamente gli aveva messo una mano sulla fronte, a Dominic piacque tantissimo quel gesto. Quando Elena aveva alzato il braccio, dalla spalla le era caduta una ciocca di capelli, che le si era adagiata morbidamente davanti al viso.

- Forse ti è scesa quasi del tutto.- aveva commentato, ritraendo la mano e riportando indietro i capelli, fermandoli nuovamente con una pinzetta. Dominic improvvisamente si era messo a ridere, la ragazza l’aveva guardato con curiosità.

- Se ti dico come ho preso questo colpo di fresco penserai davvero che sono completamente idiota!- Elena aveva sorriso, quindi lui le aveva raccontato che la sera precedente, prima di andarsene a letto, aveva fatto un bel giretto sul balcone di camera sua in mutande, rimanendo così per una buona mezz’ora.

- Ma sei pazzo veramente!- aveva commentato Elena. - Mi dai almeno un buon motivo che avevi per fare una cosa tanto scema?-

Dominic avrebbe dovuto dirle che il soggiorno e la stanza da letto la sera prima, mentre lui camminava nervosamente su e giù pensando a quello che aveva scoperto di provare per lei, erano diventati improvvisamente troppo stretti. Così, anche sentendo il bisogno di un po’ d’aria fresca, aveva spalancato la porta a vetri e si era accorto dell’aria fredda che entrava solo un bel po’ dopo. La mattina dopo quando si era svegliato era in quelle condizioni.

- Mh… volevo solo rinfrescarmi le idee…- si era giustificato con un’espressione un po’ imbarazzata sulla faccia. Elena aveva riso nuovamente.

- La prossima volta fatti una doccia ghiacciata!-

Avevano riso entrambi, dimenticando quel senso di irrequietezza che li aveva accompagnati entrambi fino a poco prima. Dominic, nel vederla in quel frangente, si sarebbe molto volentieri sporto verso di lei per accarezzarle i capelli, poi magari passarle una mano sulla nuca per attirarla a se e baciarla, ma ovviamente non poteva proprio farlo.

- Ti va di vedere le foto che ho fatto?- aveva detto impedendosi di continuare a visualizzare quell’immagine nella sua testa. - Le ho scaricate tutte, mancano solo quelle che ho fatto negli ultimi tre giorni.- Elena aveva annuito, Dominic quindi le aveva chiesto di andarsi a sedere vicino a lui dall’altra parte del letto, lei aveva dovuto togliersi prima le scarpe per farlo, dato che si trattava di salire del tutto sul suo letto.

Si era seduta appoggiando la schiena alla spalliera del letto, Dominic le aveva messo il suo portatile sulle ginocchia e scorrendo con il dito sul touch screen aveva aperto la cartella delle foto.

Mentre guardavano lo slide show avevano riso come dei matti, soprattutto per le foto della serata molto alcolica di circa dieci giorni prima. C’erano certe foto in cui le loro espressioni sembravano totalmente perse nel vuoto.

- Oh cielo, guarda me e Billy qui!- aveva esclamato Elena mentre sullo schermo del pc era apparsa una foto dove entrambi sembravano davvero su un altro pianeta, Dominic stava ridendo come un pazzo. La foto non era proprio ottima, ma del resto, dopo tutte le tequile che aveva bevuto quella sera era già un miracolo che si fosse accorto di quell’alto momento e l’avesse immortalato.

Continuando ad aprire le cartelle Dominic le aveva fatto vedere come si era divertito in quei due mesi con quel nuovo giocattolo che si era comprato, i primi tempi praticamente si era portato dietro quella macchinetta digitale ovunque, facendo foto a qualsiasi cosa gli fosse capitata a tiro. Erano capitati su un sacco di foto che lui aveva fatto in varie occasioni, anche su delle foto di Jennifer, e lui l’aveva presentata ad Elena come la sua ex. Dominic alla fine aveva lasciato chiusa solo una delle tante cartelle, il nome della quale era una semplice data del mese di giugno. Elena non si era fatta domande, del resto non le importava poi granché, però non aveva potuto fare a meno di notare che sistematicamente era stata saltata solo quella. Del resto era rimasta molto colpita dalle foto che lui le aveva fatto quella volta al lago, lei ancora non le aveva viste e per la verità credeva che lui non le avrebbe conservate.

- Però, guarda che sventola che sei in questa!- le aveva detto Dominic commentando una foto in cui lei aveva assunto una posa quasi da calendario. In verità era una foto piuttosto buffa, lei si era volutamente messa in una posa ridicola, tanto per giocare.

- Ma smettila di prendere per il culo!- gli aveva risposto allora dandogli un affettuosa manata sul braccio, poi entrambi avevano riso. - Sembro un’invasata!-

Billy non molto dopo aveva bussato alla porta e si era unito al loro passatempo, vedendo con piacere che tutto, per lo meno all’apparenza, sembrava essere tornato come prima.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Soggetto generico d'obbligo ***


Nuova pagina 1

Capitolo Ventesimo - Soggetto generico d’obbligo

 

Dominic era voluto scendere per forza a cena quella sera, anche se ancora non si sentiva molto bene. Cocciuto come un mulo, nonostante il fatto che Billy gli avesse vivamente consigliato di non alzarsi, si era vestito ed erano scesi insieme. Dopo erano rimasti un po’ seduti al bar, Dominic aveva resistito stoicamente per circa un’ora starnutendo di frequente e con gli occhi lucidi, quando era tornato in camera la febbre gli era risalita nuovamente. Si difese dicendo che era una cosa piuttosto normale, in effetti la febbre tende sempre a risalire durante la serata, ma a lui era salita un po’ troppo, ma soprattutto troppo velocemente. Quindi se n’era tornato a letto, cacciando via Billy come era successo a pranzo e, appena l’amico l’aveva lasciato solo, si era rigirato giusto un po’ nel letto e poi si era addormentato.

La stessa cosa non era successa a Billy che, in verità, non era molto stanco e si stava rigirando nel letto da un bel po’. Era anche un po’ inquieto, cosa che tra l’altro non riusciva a spiegarsi molto bene. Aveva vagliato molte possibilità, ma nessuna sembrava essere una scusa plausibile al suo stato. Semplicemente, non riusciva a calmarsi, gli sembrava che il suo letto quella sera in particolare fosse davvero scomodo.

Dopo un po’ aveva rinunciato a tentare di dormire, si era messo a guardare la televisione, ma non era stato un passatempo molto interessante. Aveva pensato anche di scendere al bar e magari bere qualcosa, tanto per ingannare il tempo, ma poi pensò subito che da solo si sarebbe annoiato anche di più.

Perso nei suoi pensieri si era ricordato di una cosa che gli aveva chiesto Dominic quella sera a cena. Era piuttosto contento per via del fatto che Elena fosse venuta a trovarlo quel pomeriggio, lo stava rintontendo con quella storia da quando erano rimasti soli e a Billy veniva un po’ da ridere, anche se cercava di trattenersi per non offendere l’altro. Dominic era totalmente preso dal suo discorso, quando ad un certo punto si era accorto che Billy si stava veramente sforzando di stare serio. Se solo avesse potuto ascoltarsi come se fosse stato qualcuno esterno ai fatti, si sarebbe reso conto del perché.

- Ma insomma, che hai da ridere sotto i baffi?- gli aveva chiesto aggrottando le sopracciglia Dominic. A quel punto Billy non aveva potuto trattenersi e aveva riso apertamente, mentre l’altro continuava a guardarlo di traverso.

- Dom… è che… insomma… tu non sei preso per Elena! Non sai nemmeno chi è Elena!- gli aveva detto appena aveva smesso un po’ di ridere.

Dominic lo aveva guardato e aveva ripetuto con fare spocchioso Non sai nemmeno chi è Elena, facendo dei versi. - E sentiamo, signor-so-tutto-io, tu lo sai chi è Elena?- aveva aggiunto.

- Io credo un po’ di saperlo, se non altro meglio di te.- aveva risposto Billy abbastanza sicuro di quello che aveva appena detto.

- Ma a te lei piace?- gli aveva chiesto improvvisamente. Billy era rimato un po’ sorpreso per quella domanda fatta così, senza che se l’aspettasse. Ci mise un po’ a rispondere.

- Co… come se mi piace Elena? In che senso scusa?-

Il turno di ridere adesso era di Dominic. - Per uno che dice di capire tutto sei un po’ lento! In che senso vuoi che intenda, ma in quello! Dammi un parere. - aveva detto come se fosse stata la cosa più normale del mondo.

- Dom, potrebbe essere mia figlia, cosa vuoi che ti dica!- aveva esclamato l’altro.

- Eh sì, ora non esageriamo, saresti stato decisamente precoce!-

- Sedici anni, mica che non ti dico che fosse presto, ma le carte in regola ce le avevo…-

Dominic rise.- Come no! Ma zitto per favore, a quell’età avevamo tutti la stessa fidanzatina!- aveva commentato stringendo il pugno della mano destra e facendo un gesto poco equivocabile.

Billy aveva sorriso ripensandoci, l’ultimo pensiero che si ricordasse di quella lunga giornata era stato che Dominic era veramente un caso patologico. Ma che razza di domande idiote si metteva a fargli?

La mattina dopo, un po’ più tardi del solito, era uscito ed era tornato in camera di Dominic, che gli aveva aperto la porta in mutande dicendogli ‘ngiorno, tornando poi subito a letto. Billy aveva capito che anche per quella giornata di lavorare non se ne sarebbe parlato, anche se l’altro in verità un po’ di buona volontà ce l’aveva messa. Aveva fatto mettere Billy al computer mentre discutevano di una particolare scena che avevano immaginato. Erano immersi in una descrizione piuttosto ricca di particolari, ma dopo nemmeno un’ora Dominic aveva cominciato a dare segni di insofferenza, ritornando sull’argomento Elena non appena ne aveva avuto occasione. Billy cominciava a trovarlo un po’ monotono, e anche logorroico, ma del resto era troppo buffa la situazione in cui si era cacciato l’amico. Billy era curioso di sapere quanto ci avrebbe messo a farsela passare.

- Ma dove sarà adesso secondo te?- aveva chiesto Dominic serio guardando il soffitto, dopo qualche secondo di silenzio.

Billy, sdraiato sul letto accanto a lui aveva girato la testa e l’aveva guardato decisamente in modo strano.

- Ma che cazzo di domande fai?- aveva detto non appena l’altro si era girato incontrando quello sguardo che, già da solo, sarebbe stato piuttosto eloquente.

- E che avrò mai detto!- aveva esclamato un po’ risentito Dominic, - solo mi sto chiedendo dove possa essere…-

- Sicuramente sarà sotto il solito albero nel parco appena dietro la palestra e starà leggendo uno dei suoi libri.- gli aveva risposto quasi senza pensarci Billy.

Dominic aveva messo fuori dalle coperte una mano e aveva preso il suo cellulare sul comodino accanto al letto, aveva mandato un messaggio ad Elena per dirle buongiorno e chiedendole dove fosse e che stesse facendo.

Sono sotto il mio solito albero a leggere, buongiorno anche a te. Come ti senti stamattina?

- Sei un mago!- aveva detto Dominic a Billy, ci aveva preso in pieno.

- Ci vorrà la scienza! Ormai lo so quali sono le sue abitudini, che credi.- aveva risposto come se la cosa fosse una scemenza. In effetti lo era, a Dominic sarebbe bastato un po’ più di spirito d’osservazione.

- Mah, forse hai ragione te. Come sto? Ora meglio!- detto questo aveva tenuto per un altro po’ il cellulare tra le mani, per rispondere alla ragazza.

Sto così così. Tu più tardi vieni a trovarmi, vero tata?

Elena aveva sentito nuovamente il cellulare suonare, aveva letto il messaggio e si era messa a ridere, immaginandosi Dominic con la faccia imbronciata di quando fingeva di fare il bambino bizzoso. Gli rispose che ci sarebbe andata sicuramente, mentre pensava che era molto più divertente adesso che aveva capito di non sentire nulla per lui. Era tutto più tranquillo così, senza sottintesi. Elena si sentiva libera di fare quello che voleva, e il suo rapporto con Dominic, cosa che era stata ampiamente dimostrata il pomeriggio precedente, era notevolmente migliorato.

Chiara in effetti era rimasta un po’ stupita di quel cambiamento radicale, Elena le aveva telefonato quella mattina parlandole dei nuovi avvenimenti. Non che non fosse contenta che tutto alla fine si fosse aggiustato, Dominic l’aveva fatta grossa, molto grossa, ma ciò non toglieva che avrebbe anche potuto rimediare a quella situazione. Quello che le aveva dato da pensare era che, ad Elena, era passato tutto troppo velocemente, e le motivazioni che l’amica aveva addotto alla fine non erano poi così convincenti. Chiara era stata lì per una settimana e, nei giorni che loro due avevano passato con i ragazzi, l’aveva vista tenere un certo atteggiamento. Elena quella mattina le aveva raccontato delle sua recente scoperta, ovvero del fatto che si fosse resa conto che per Dominic provava solo una forte attrazione fisica, null’altro. In effetti, se ripensava al tipo di atteggiamento che le aveva visto tenere in quei giorni, Chiara non poteva che convincersi che quello che Elena sosteneva corrispondesse a verità.

Eppure c’era ancora un anello mancante, qualcosa che non faceva tornare i conti. Certo, adesso Elena diceva di esserne fuori, ma chissà che lei non si illudesse soltanto di ciò, e questo era un fatto.

Per ultimo, ma particolare non meno importante degli altri, a Chiara era sembrato di percepire qualcosa da parte di Dominic. Chiara era convinta che ci fosse un altro fatto da considerare infatti: entrambi avevano tenuto un atteggiamento particolare, non solo Elena. Anche Dominic non si era mai fatto mancare niente. Era proprio in certi atteggiamenti del ragazzo che Chiara era convinta di poter trovare la chiave della faccenda. In ogni modo, una cosa che non riusciva a togliersi dalla testa era che a suo parere, se fosse stata solo attrazione fisica, sarebbe stato tutto diverso.

Era probabile che Dominic si fosse comportato con lei in quel modo in tutto quel periodo perché, incoscientemente, anche a lui Elena piaceva, Chiara era abbastanza convinta di questo: insomma, se una ragazza ti fa proprio schifo non ti avvicini neanche a lei, nemmeno per scherzo. Era un comportamento comune, regola base del flirt universalmente riconosciuta.

E se Dominic se ne fosse reso conto concretamente in quel momento di star provando qualcosa?

I presupposti per aspettarsi una cosa del genere c’erano, eccome. Era perplessa e avrebbe voluto farsi dire qualcosa in più da Elena, ma non aveva voluto calcare la mano su quella faccenda, dato che se la sua amica aveva deciso di piantarla con quella storia, era meglio così per tutti, e lei non voleva incoraggiarla nuovamente su quella strada.

Doveva essere sincera con se stessa, e al suo ritorno lo sarebbe stata anche con la sua amica: che futuro poteva avere quell’amicizia? Alla stazione quattro giorni prima, ad Aberdeen, Chiara e Billy si erano promessi di non tagliare i ponti, di mantenere un contatto, ma lei non ci credeva poi tanto a quella cosa. Anzi, era piuttosto convinta che quei due, dopo quel mese, non si sarebbero fatti più vivi in alcun modo, e questo le dispiaceva, ovviamente più per Elena che per se stessa. Per forza di cose, Elena si era affezionata molto di più a loro.

Mai dire mai, poteva anche sbagliarsi, ma per quanto lei gli avesse trovati simpatici e alla mano, quelli erano due attori di fama mondiale che stavano vivendo probabilmente il loro momento di fama maggiore. Se Elena si era trovata ad avere a che fare con loro, era stata per una pura coincidenza. Quei pensieri qualcuno gli avrebbe definiti pessimistici, ma Chiara sapeva che quello era puro realismo; quello che non sapeva è che Elena, nonostante non le avesse detto nulla, la pensava come lei e l’aveva capito proprio il giorno dopo quella malaugurata notte.

Dopo aver pranzato con i suoi genitori, Elena aveva pensato di farsi una passeggiata nel parco. Non aveva per niente voglia di leggere, tra l’altro aveva letto già tutti i libri che si era portata e si era rimessa a leggere “Le piace Brahms?” di Francoise Sagan, per la terza volta. Aveva pensato di sentire cosa stessero facendo Dominic e Billy, ma non voleva sembrare loro invadente e aveva accantonato subito l’idea. Così si era incamminata in direzione del parco, e aveva camminato per un bel po’. Quando era tornata in albergo era piuttosto stanca, e sperò che almeno quella notte sarebbe riuscita a dormire bene.

Non ne sapeva il motivo, ma da quando Chiara era tornata in Italia non riusciva a dormire ed erano già un paio di notti che faceva le ore piccole al computer, cercando di farsi venire sonno. Supponeva che fosse una sorta di angoscia subentrata per il fatto di essere da così tanto tempo lontana da casa, ma come ipotesi non era molto plausibile, anche se non era mai stata fuori per più di due, al massimo tre settimane.

Aveva passato un altro po’ di tempo con i suoi, nella pausa che suo padre prendeva sempre nel pomeriggio, poi era salita da Dominic, per onorare quella promessa che gli aveva fatto. Aveva bussato alla porta e lui era andato ad aprirle.

Appena l’aveva vista, Dominic si era sentito subito meglio. Quel giorno la febbre gli era passata completamente, tuttavia era rimasto per l’intera mattinata a letto e si era alzato solo all’una del pomeriggio. Si era fatto portare il pranzo e poi era rimasto in camera sua. Billy ad una cert’ora l’aveva lasciato dicendo che doveva sbrigare delle cose, Dominic aveva temuto che avrebbe cercato di rintracciare Kirsten, l’aveva visto un po’ strano in quei giorni, e aveva paura che fosse sempre a causa della sua perfida ex. Anche se non rientrava più nei loro discorsi da un po’, Dominic sapeva quanto ancora Billy stesse male per quella cosa. Si mise subito l’anima in pace però, anche perché, di certo, non poteva impedirgli di cercarla, se voleva; in più in quel preciso momento aveva decisamente qualcosa di meglio a cui pensare.

Aveva fatto entrare Elena, scusandosi per il casino che c’era nella sua stanza, anche se Elena non aveva notato niente di particolare, a parte qualche fazzoletto per terra. Lei, che era una vera e propria casinista quando ci si metteva, era in grado di fare molto peggio.

Mentre parlavano Dominic non aveva potuto fare a meno di osservarla, in special modo  si stava divertendo ad osservare dei piccoli particolari della ragazza.

Aveva un aspetto molto semplice, come al solito del resto. L’aveva vista vestita un po’ più elegante e con il trucco un po’ più marcato solo quelle poche volte che erano usciti la sera. L’unica cosa che si scorgeva sul suo viso era appena un accenno di matita intorno agli occhi in quel momento. Aveva i capelli legati in una specie di chignon che le lasciava il collo scoperto, indossava una felpa con il cappuccio, un paio di jeans che le stavano un po’ larghi e un paio di scarpe da ginnastica. Era seduta dalla parte opposta del divano rispetto a dove era seduto Dominic, con il braccio sinistro appoggiato al bracciolo del mobile e tendendosi la testa con la mano. Erano abbastanza fisicamente lontani, ma progressivamente si erano avvicinati, fino a che alla fine non si erano seduti praticamente l’uno accanto all’altro.

- Ma tu quando torni in Italia?- aveva chiesto Dominic, tanto per parlare.

- Il ventinove. Ho l’aereo ad Edimburgo nel pomeriggio. Tu invece quando riparti?-

- Il ventisei, il ventotto io e Billy dobbiamo essere a Los Angeles per promuovere l’uscita del dvd della versione estesa del Ritorno del Re.-

- Però! Interessante…- aveva commentato Elena.- Quindi fra tre giorni andate via, tu e Billy.-

- Così sembra.-

Dominic era un po’ arrabbiato con se stesso. Un timido non era mai stato, eppure in quella situazione si stava comportando come tale. Avrebbe dovuto fare qualcosa che l’avesse avvicinato in qualche modo a lei, eppure era totalmente incapace di mettere in atto niente.

Però c’era stato un momento in cui avrebbe potuto e voluto fare qualcosa. Ad un certo punto Elena, seduta molto vicino a lui, gli aveva sfiorato leggermente una guancia.

- Mh, ti stai facendo ricrescere la barba?- gli aveva detto riferendosi al fatto che una settimana prima aveva deciso di ricominciare a  radersi dopo un po’ di tempo che teneva la barba un po’ più lunga. Le aveva detto quella cosa con un tono di voce invitante, o per lo meno a lui era sembrato che lo fosse, e con quel suo solito sorriso sulle labbra, un sorriso che non voleva avere niente di malizioso, e forse proprio per questo lo era terribilmente. Tra l’altro, così da vicino e con quella particolare condizione di luce, lui aveva notato quella piccola cicatrice che aveva sul labbro superiore destro, e ne era rimasto quasi folgorato. Aveva impiegato qualche secondo a rispondere.

- Mah, no, è solo un po’ di pigrizia degli ultimi due giorni. Che dici, dovrei farmela?- le aveva chiesto toccandosi anche lui il mento e sfiorando non casualmente la mano di lei che continuava a passargli le dita leggere sulla guancia.

Elena l’aveva guardato inclinando un po’ la testa e continuando a sorridergli. - No, ti sta così bene…-

Dominic in quel momento aveva deciso che non si sarebbe più fatto la barba vita natural durante. Poi le aveva messo un dito sul labbro, proprio dove aveva la cicatrice, seguendo uno dei suoi soliti impulsi. Elena l’aveva guardato un po’ perplessa.

- Non l’avevo mai notata questa… ti da fastidio che te la tocchi?- gli aveva chiesto preoccupato di aver fatto una delle sue tante stupidaggini. Fortunatamente Elena non sembrava per niente infastidita, almeno dopo aver capito cosa Dominic volesse fare.

- No, non mi dai fastidio. E’ di un paio d’anni fa, sono caduta con il motorino. Mi hanno messo un bel po’ di punti, fortunatamente non si vede molto, il chirurgo al pronto soccorso ha fatto davvero un ottimo lavoro.-

Dominic doveva dire che ne conveniva davvero. Quella era in assoluto la cicatrice più sexy che aveva mai visto… si perse a pensare per un momento a come sarebbe stato succhiargli quel labbro, ma poi la sua attenzione si era spostata su un’altra cosa. Elena muoveva velocemente il piede che aveva appoggiato a terra, una specie di tic che lo fece sorridere. Il brutto era stato il fatto che, subito dopo, si era sorpreso, e non era la prima volta, a pensare a Jennifer. Anche lei faceva quella cosa.

Ma perché cavolo in quei due giorni sistematicamente si sorprendeva a pensare a quella palla al piede della sua ex? Insomma, si erano lasciati e lui in un certo senso ne era pure contento, quindi perché gli succedeva? E poi in un momento come quello! Doveva essere impazzito.

Elena per qualche motivo si era accorta che il suo pensiero era da un’altra parte, era stata una sensazione improvvisa.

- Dom… che c’è?-

- Niente, mi è venuta in mente una cosa così, senza senso…- le aveva risposto evasivo.

- Guarda che lo capisco quando la gente si arrampica sugli specchi!- gli aveva risposto Elena incrociando le braccia e alzando un sopracciglio.

- Mi arrendo!- aveva esclamato Dominic pensando che, in fondo, se rivelava quel particolare ad Elena non faceva assolutamente niente di male. - Quel tic, quella cosa che facevi con il piede, la fa anche Jennifer.-

- La tua ex?- aveva chiesto Elena, dando l’impressione di non sapere come si chiamasse quella ragazza. Dominic aveva annuito, e poi era rimasto in silenzio, fissando un punto imprecisato del muro.

- Ti manca?- le aveva chiesto lei un po’ a tradimento.

Dominic si era girato di scatto a guardarla. - No, per niente. E’ finita.- aveva detto deciso.

- Non voglio sembrare invadente, ma francamente non è l’impressione che dai.-

Porca puttana! pensò Dominic nel sentire quella frase, doveva fare qualcosa per convincere Elena che si sbagliava, immediatamente.

- No, davvero, tra me e Jennifer è finita, e poi se proprio ti devo dire la verità io non sono stato mai molto preso da lei.-

Detto questo si era prodotto in un resoconto decisamente censurato della sua relazione con Jennifer, ma Elena, che si ricordava ancora della conversazione che aveva avuto con Billy in proposito, aveva unito le due versioni e aveva compreso i sottintesi.

Dominic ci aveva provato, aveva tentato, ma non era stato per niente convincente. Anzi, dopo quello sconclusionato racconto, Elena era sempre più convinta che lui cercasse solo di far finta che non gli importava della fine delle sua relazione.

Quando Elena se n’era andata promettendo di ripassare in serata, Dominic era talmente confuso che

si sarebbe messo a camminare a testa in giù.

Ma che gli aveva combinato quella ragazza nella testa?

Il soggetto generico era veramente d’obbligo in quel momento, dato che non sapeva proprio più se si riferisse a Jennifer o ad Elena.

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Notti insonni ***


Capitolo Ventuno

Capitolo Ventuno - Notti insonni

 

Quella sera, subito dopo aver cenato, Elena si era giusto lavata i denti e poi era tornata da Dominic.

In camera con lui c’era anche Billy, i due avevano mangiato in camera ed erano seduti ancora al tavolo. L'uomo l'aveva salutata dicendole:- Ma dove eri finita oggi? Non ti ho mai vista!-

- Dov’eri finito tu, piuttosto! Quando sono venuta a trovare Dom tu non ti sei fatto vedere nemmeno per sbaglio!- Mentre rispondeva a Billy, Elena si era avvicinata a Dominic appoggiando una mano allo schienale della sedia dove era seduto. Lui le aveva passato un braccio attorno alla vita appoggiando la testa al suo stomaco. Elena allora d’istinto gli aveva messo una mano sulla testa, cominciando ad accarezzargliela e Dominic in quel momento aveva assunto l’espressione tipica dei bambini soddisfatti.

Billy vedendolo aveva riso. - Dico, guarda che faccia soddisfatta che hai! Sei nel tuo! Sembri un neonato dopo la poppata, fra poco ti addormenti!-

Anche Elena aveva riso, immaginandosi l’espressione che Dominic poteva aver fatto. Lui aveva sentito le vibrazione di quella risata, era stata una sensazione piuttosto piacevole.

- Certo che sono contento!- aveva risposto. - Ho mangiato e adesso mi fanno anche le coccole! Direi che non mi manca niente!-

Si erano spostati sul divano dopo un po’, continuando a conversare, ma sembrava proprio che nessuno di loro sarebbe rimasto per molto tempo sveglio e attivo.

- Posso capire Dom che non è proprio al top, io sono un po’ più vecchio quindi ho la mia buona scusa, ma tu che sei nel fiore degli anni come giustifichi il fatto che stai per addormentarti e sono poco più delle dieci e mezza?- aveva detto Billy punzecchiando Elena.

- Non dormo bene in questi giorni. Ho eliminato, ogni genere di caffeina, ma non è servito a niente. Stanotte sono rimasta a rigirarmi nel letto fino alle quattro!-

Billy si era girato verso di lei e l’aveva guardata stupito. - Lo sai che sta succedendo anche a me? Io credo che sia perché passo le mie giornate a fare poco o niente e quindi non mi stanco. Averlo saputo prima ti avrei cercata, almeno ci rompevamo le scatole insieme.-

- Io comunque ragazzi vi do la buonanotte.- aveva detto lei alzandosi, - anche se probabilmente me ne andrò a letto e non dormirò. Se non dormi nemmeno stanotte Billy, vienimi a bussare alla finestra.-

Billy aveva annuito, Dominic invece si era alzato e l’aveva accompagnata alla porta. A dirla tutta non voleva che andasse via, gli sarebbe tanto piaciuto che si fosse addormentata sul suo letto com’era successo la famosa sera della sbronza, almeno sarebbe rimasta là. Ma Elena, sulla porta, gli aveva dato un bacetto sulla guancia e se n’era andata, lui era rimasto un momento a fissarla mentre si allontanava verso l’ascensore.

Gli era scappato un sospirone, che Billy aveva notato. L’amico temeva che non appena sarebbe tornato a sedersi avrebbe ricominciato a parlare di Elena, invece così non fu. Dominic infatti gli aveva detto che il giorno seguente voleva ricominciare a lavorare seriamente, dato che avevano perso un sacco di tempo e alla loro partenza non mancava poi molto.

 

Quando era tornato in camera sua, Billy aveva seriamente provato a dormire, ma non ci era riuscito. L’idea di vedere se anche Elena fosse sveglia gli era sembrata un’assurdità, ma dopo un’altra ora passata a guardare l’orologio ogni minuto, non gli era sembrata così scema. Si era vestito e aveva deciso di provare. Tentar non nuoce, si era detto, annoiarsi per annoiarsi almeno poteva dire che ci aveva provato. Vedere la luce accesa che filtrava dagli scuri chiusi l’aveva un po’ risollevato di morale.

Aveva bussato ed Elena gli aveva aperto, lei per ammazzare il tempo si stava guardando un film a cartoni animati. Si erano seduti entrambi sul letto a due piazze della stanza a guardare quel film, commentando ogni tanto, entrambi non molto vigili comunque.

Quando il film era finito si erano messi un po’ a parlare, non avrebbero saputo dire con precisione come, ma il discorso era caduto su Dominic. In effetti per la maggior parte delle volte che lei e Billy si erano ritrovati a parlare negli ultimi giorni, il discorso cadeva su di lui, sempre. In quella particolare occasione avevano discusso sulla sua relazione appena finita e del fatto che, secondo Elena, Dominic non era del tutto fuori dalla sua storia con Jennifer. Billy era rimasto un po’ sorpreso dalle conclusioni di Elena. Insomma, lui sapeva a chi era rivolta l’attenzione di Dominic negli ultimi giorni! Se da un lato era comprensibile che Elena non se ne fosse accorta, dall’altro non riusciva a capire come addirittura Dominic potesse averle dato l’idea di essere ancora legato a Jennifer. Continuarono a discutere sulla cosa, ed Elena gli aveva spiegato quali fossero state le cose che l’avevano portata a tirare tale conclusione.

- Ho cominciato a pensarlo seriamente quando l’altro giorno mi ha mostrato un paio di foto di questa ragazza, aveva uno sguardo particolare…-

- Davvero?- aveva chiesto sorpreso Billy. Elena aveva annuito.

- Come se stesse rimpiangendo qualcosa. E poi non è convincente quando dice che non gli frega niente di lei, ma soprattutto quando dice che non gli è mai fregato niente. Ma l’ha lasciato lei? A me non l’ha detto.- aveva chiesto Elena.

- Sì, per telefono. Squallido, eh? Almeno lui però se l’è meritato.-

Pronunciando quest’ultima frase Billy aveva guardato il soffitto con aria malinconica. Elena aveva capito che stava pensando ad altro in quel momento. Ovviamente non chiese nulla, continuando a stare in silenzio.

- Sai, non lo dico mica perché mi fa piacere. Voglio dire, se ti scaricano da sempre fastidio, però Dom con Jennifer non è mai stato molto corretto, direi che a parità di uno scaricato che si è sempre comportato bene…-

- Sì, certo, capisco che vuoi dire.- gli aveva risposto Elena interrompendolo, ma Billy aveva continuato subito.

- E dire che io in quest’ultimo periodo l’ho invidiato anche. Ogni pochino gli arrivava qualche messaggio sul cellulare, sai stronzate del tipo che stai facendo?, stai bene?... insomma, quelle piccole cose per cui capisci che hai qualcuno che ti pensa, che a te ci tiene e che magari gli manchi.-

Elena a quel punto aveva un po’ capito la situazione, aveva continuato a stare zitta, ma aveva guardato Billy con uno sguardo indagatore. Billy sentendosi gli occhi di Elena puntati addosso l’aveva guardata e aveva sorriso.

- Sì, sono single da poco anch’io.- le aveva detto sempre sorridendo.

Elena si era un po’ imbarazzata, non voleva fargli dire cose che non avrebbe voluto dire. Continuava a tacere.

- Guarda che non c’è bisogno che ti senti in imbarazzo. Se non avessi voluto dirtelo non l’avrei fatto.-

- No, sai è che…- aveva detto quindi lei, quasi come se si stesse giustificando.

- E’ che sei una ragazza discreta e non avresti mai fatto una cosa del genere. Lo so. Comunque sia, sono single da circa quattro mesi, e sono stato lasciato per telefono per altro da una donna con cui convivevo.-

Elena non aveva molto ben capito la dinamica della cosa, ma Billy le aveva chiarito subito la faccenda.

- Ero a New York per lavoro e lei mi ha telefonato per dirmi che al mio ritorno non sarebbe più stata a casa nostra. Cioè, a casa mia. Il problema è che io non ho ancora capito cosa ci fosse che non andava nella nostra relazione e lei si è sempre categoricamente rifiutata di parlarmene. Lo so che magari sarebbe meglio sentire anche la sua versione, ma ti posso giurare che io non vedevo niente che non andasse.- aveva fatto una pausa dopo aver detto questo. - Forse una sola cosa c’era che non ho mai considerato. Non stavamo insieme da moltissimo, da sei mesi convivevamo e prima di convivere ci frequentavamo da altri due, impegni di lavoro permettendo. Dominic e altri miei amici dicono che ho corso troppo, che lei si è spaventata.- Rise dicendo questo, Elena l’aveva guardato con aria interrogativa.

- Lo so che non c’è niente da ridere, ma ripensavo al fatto che Dominic, Kirsten, non l’ha mai sopportata! Certo, ha sempre fatto finta che non fosse così, io l’ho saputo solo dopo che mi aveva mollato. La cosa era reciproca, ovvio, lei però non me l’ha mai nascosta la sua antipatia per Dom. Sai, lei è veramente l’opposto di Dominic. Lavora in una banca a Edimburgo, è un tipo preciso e ordinato, piuttosto seria… mettili a passare una serata insieme! Mi ricordo in particolare una cena a Los Angeles, lei aveva preso le ferie a Natale ed era venuta con me. Eravamo a casa di Dom e lui faceva battute come al suo solito, sai com’è Dom… lei lo guardava in cagnesco, dato che lui continuava imperterrito a farle anche rivolte a lei. E poi lui in quel periodo si vedeva con una bionda che non capiva davvero niente, sai quando una persona ti osserva mentre le parli con lo sguardo perso? E poi come lui apriva bocca lei rideva, ma quanto era scema! Poi quando faceva qualche battuta un po’ meno imbecille lei non la capiva e lo guardava quasi impaurita!- si fermò per ridacchiare, Elena anche sorrideva divertita.

- Kirsten dopo cinque minuti avrebbe voluto strozzarla, su quel punto di vista in fondo ero d’accordo anch’io. Quella notte in albergo sarà stata per un’ora buona a dirmi che lei con Dom non voleva più avere niente a che fare… santo cielo, che nottata!-

- Ma come si fa ad avercela con Dominic… è un orsacchiottone!- aveva commentato Elena. - Vedi, anch’io, mi sono incazzata come una biscia con lui e il giorno dopo mi era già passato tutto.-

- Ma tu hai un altro carattere, sei molto meno inquadrata, e più disponibile. E poi sei molto simile a Dom. Anche se non sono mai stato arrabbiato con te credo che sarebbe difficile tenerti il muso…- le aveva risposto Billy sorridendole, con quell’espressione dolce che assumeva spesso.

- Ma perché hai un’opinione di me troppo alta! Se avessi avuto a che fare con me per un periodo di tempo più lungo, vedresti che razza di arpia posso diventare! Chiara ne sa qualcosa…-

Billy aveva scosso la testa. - Non ci credo… comunque tornando a Kirsten, adesso comincio un po’ a farmela passare, anche perché guardandomi indietro comprendo che, per quanto potessimo stare bene insieme, probabilmente non sarebbe durata. Gli opposti si attrarranno pure, ma poi si rompono le scatole a vicenda, temo. E poi lei evidentemente non era pronta, e non voleva le stesse cose che volevo io, presumo.-

- Se posso permettermi, tu cosa volevi?- aveva chiesto Elena. Billy l’aveva guardata e le aveva sorriso.

- Certo che puoi permetterti.- le aveva detto serio, poi aveva aspettato un secondo e aveva risposto.

- Io volevo una famiglia e un futuro. Stavo cominciando a pensare di chiederle di sposarmi. Non ne ho avuto il tempo, e forse è stato meglio così. Quello che mi fa rabbia è che lei non ha mi avuto il coraggio di dirmi che c’era qualcosa che non andava. Non so se mi spiego, ha avuto la vigliaccheria di aspettare che partissi e me ne andassi dall’altra parte del mondo prima di andare via. Dai suoi trentatre anni mi aspettavo un po’ più di coraggio per portare avanti le proprie scelte. Anche dopo non s’è mai voluta spiegare, e io mi sono imposto di non pensarci. Non ce l’ho fatta, ma c’ho provato.-

- Forse parlo un po’ a sproposito, ma otto mesi non sono davvero pochi per pensare al matrimonio?-

- Probabilmente sì, infatti con lei non ne avevo mai parlato. Però da parte mia c’è sempre stato un chiaro riferimento al fatto che per me Kirsten non era una donna, era la donna. Non so se mi spiego.- Elena aveva annuito.

- Del resto abbiamo cominciato a convivere solo due mesi dopo l’inizio stabile della nostra relazione, stavamo benissimo insieme, e lei non aveva dubbi in proposito. In un certo senso mi sono sentito incoraggiato anche dalle sue reazioni ad accelerare i tempi.-

Elena pensò che quella cosa dovesse averlo ferito più di quanto effettivamente mostrava, cercò di cambiare argomento perché le dispiaceva che lui si deprimesse ricordando certi dettagli. Tra l’altro erano entrambi piuttosto assonnati, anche se non riuscivano a dormire.

Elena non sapeva di questo particolare, Billy un po’ si stupì della cosa dato che era piuttosto di dominio pubblico il fatto che lui fosse, oltre ad un attore, anche un musicista e un cantante. Si erano messi a parlare di musica così, tanto per parlare di qualcosa, canticchiando sporadicamente qualche canzone. In special modo si erano persi dietro a quasi tutto il testo di “The whiter shade of pale” dei Procul Harum. Elena era letteralmente innamorata di quella canzone, praticamente dalla prima volta che l’aveva sentita, e Billy ne conveniva con lei nel dire che era una delle ballate più belle della storia del rock degli ultimi trent’anni.

Aveva cominciato Elena con la prima strofa.

"We skipped the light fandango...", aveva intonato, e Billy l’aveva seguita con la seconda "...Turned cartwheels 'cross the floor". Ben presto si erano trovati come due imbecilli a cantare tutta la canzone, poi si erano fermati per via del fatto che non riuscivano ad impedirsi di ridere.

Avevano continuato a chiacchierare, fino a che si era fatto davvero tardi. Billy aveva deciso di andare via ad un certo punto, ed Elena l’aveva accompagnato alla porta.

- Guarda che io ci conto, ok?- aveva detto Billy, riprendendo un po’ il discorso che stavano facendo.

- E pensare che ad essere in Italia adesso credo che riusciremmo ad organizzarci per le ultime date…-

- Beh, ormai… Comunque me l’hai promesso, l’anno prossimo.-

- A me non sembra vero! Sai quante volte ho cercato di convincere qualche amico ad andare a Torre del Lago al festival Pucciniano? Ma alla fine rimanevo sempre sola e me lo sono sempre perso.-

Billy aveva guardato l’orologio, mancavano venti minuti alle cinque di mattina.

- Buonanotte Elena, a domani. Mi sa sul tardi…-

Elena aveva ridacchiato. - Facciamo buongiorno. Ci vediamo oggi pomeriggio!-

Poi Billy si era allontanato andando verso l’entrata della hall.

 

La mattina successiva però Billy non aveva potuto fare molto tardi, dato che con Dominic il giorno prima avevano deciso di ricominciare a scrivere. Mentre Dominic si era alzato bello pimpante e riposato, lui era stato per buona parte della mattinata un po’ sottotono, pur riuscendo tranquillamente a lavorare.

Anche quel giorno non avevano per niente visto Elena. Dominic, cosa che Billy giudicò piuttosto strana, non aveva mai accennato nemmeno per sbaglio a lei.

Di fatto Dominic si sentiva meglio fisicamente, il raffreddore gli era praticamente passato, ma quella mattina si era svegliato con una strana sensazione addosso, e stava tentando di scacciarla con tutte le forze.

La sveglia del cellulare aveva suonato insistentemente, lui aveva messo un po’ controvoglia una mano fuori dalle coperte e a tentoni lo aveva cercato sul comodino per spegnere l’allarme. Sempre ad occhi chiusi era riuscito nell’impresa di accenderlo, quindi lo aveva riappoggiato dove era prima e aveva aspettato.

In genere gli arrivava sempre un messaggio di prima mattina, di Jennifer, cosa che, ovviamente, non si verificava da tre giorni. Pensare che quei messaggi spesso lo infastidivano, e in effetti in quei giorni non ci aveva minimamente pensato. Ma in quel momento ne aveva sentito la mancanza. Lo giudicava strano, addirittura impossibile, eppure era così. Si era seduto sul letto e si era sporto verso il comodino, guardando lo schermo vuoto un po’ sconsolato. Si era imposto di pensare ad altro, anche se poi per tutto il giorno era rimasto un po’ sulle sue e non aveva parlato tanto. Si era rasserenato pensando che quella serata, lui e Billy, l’avrebbero passata con Elena, e lui finalmente avrebbe potuto pensare a lei e basta

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Leoni e leonesse ***


Nuova pagina 1

Innanzi tutto voglio ringraziare tutti quelli che seguono la storia e che commentano, il vostro supporto è sempre molto importante! Quindi un vagoncino di bacini a voi!

Per quanto riguarda la spinosa questione nei calci nel culo a Monaghan, vi capisco, l’ho dipinto in modo veramente poco lusinghiero in questa fic, ma come qualcuno ha notato, il vento ora comincerà a cambiare un po’!

Il riferimento a “Lilo e Stitch” nel capitolo che segue, come molti di voi sapranno, non è affatto casuale! Per tutti quelli che ovviamente non capiscono, vi rimando a questo link, questo banner è stato partorito dalla mia mente malata appunto mentre scrivevo questo capitolo!

 

http://nura.altervista.org/exp_mon-stitch.JPG

 

Vi lascio con una riflessione: Ma secondo voi, Mr Monaghan, sarebbe contento di sapere che in tutte le fic che scrivo gli appioppo impietosamente un nuovo soprannome più o meno lusinghiero? Chissà… contando sul fatto che in ogni modo il diretto interessato non lo saprà mai, confido comunque nel suo senso dell’umorismo!

Ancora grazie a tutti, Mandy!

 

 

 

 

Capitolo Ventidue - Leoni e Leonesse

 

Quando Dominic era venuto a conoscenza del fatto che Elena aveva con se dei dvd di cartoni animati Disney, aveva cominciato a saltellare dalla gioia, facendo ridere fino alle lacrime gli altri due.

Di uscire a bere una cosa del resto non se n’era neanche parlato, nonostante il fatto che Dominic stesse bene, era comunque appena uscito da una bella influenza e gli altri due non volevano fare troppo tardi o metterlo nelle condizioni di prendersi un altro colpo di fresco.  Quando Elena gli aveva fatto scegliere un cartone da vedersi quella sera in camera sua, lui si era attentamente soffermato sul campionario puntando il dito su “Lilo e Stitch”, dicendo che in genere preferiva un buon classico, ma che quello non l’aveva ancora visto e lo incuriosiva.

Mentre lo guardavano si era parecchio divertito, come avrebbe potuto fare un bambino, mentre Billy ed Elena ridevano guardando lui. In effetti Elena non avrebbe dovuto avere tanto da ridere, lei, guardando i cartoni della Disney agiva esattamente come stava facendo Dominic.

- Ma tu sei piccola, hai una giustificazione!- aveva commentato quando Elena gli aveva confessato che anche lei faceva così. - Io evito di andare al cinema a vedere i cartoni, mi prendono per un rincoglionito!-

Il film non era durato nemmeno un’ora e mezza, quindi i due ragazzi erano rimasti per un po’ da Elena parlando di stupidaggini. Più che altro avevano parlato Elena e Billy, Dominic aveva continuato a tenere un atteggiamento decisamente strano per uno come lui. Elena ogni tanto l’aveva osservato perplessa, non capendo, e più di una volta aveva richiamato la sua attenzione. In quelle occasioni Dominic le faceva un sorrisetto e se la spupazzava come al suo solito, anche se con un po’ più di ritegno, dato che qualcosa doveva averlo pure imparato!

Elena contraccambiava con piacere quelle coccole, ma poi quando si rimetteva a discutere con Billy, Dominic rientrava nel suo mondo, chiudendo i contatti con l’esterno. Quando aveva detto che era stanco e che voleva andarsene a letto, anche Billy si era alzato ed era andato verso la porta, aspettando che lui finisse di scambiarsi attenzioni con Elena.

- Notte Dom!- gli aveva detto lei mentre lui la teneva abbracciata, quasi come a sottolineare il fatto che, a quel punto, i saluti che si erano scambiati potevano considerarsi più che sufficienti.

- Vieni a rimboccarmi le coperte?- gli aveva chiesto facendogli un sorrisino furbetto. Elena aveva riso.

- Ma non sarebbe il caso che ti porti la mamma dietro se hai bisogno di tutte queste attenzioni?-

- Beh, ma io poi mica ti faccio andare via!- le aveva risposto guardandola maliziosamente.

Questa volta la ragazza l’aveva guardato alzando un sopracciglio. - Fossi in te ne penserei un’altra!-

Mentre Billy se la rideva, Dominic aveva allargato le braccia e aveva scosso la testa incredulo.

- Cioè, fammi capire… tu a letto con me non ci verresti? Ti faccio così schifo!-

No, cazzo, non mi fai per niente schifo accidenti a te! aveva pensato lei, ma di certo non gliel’avrebbe mai detto.

- Mettiamola così: direi che ritengo che non ci siano le condizioni ambientali adatte.- aveva risposto cercando di sembrare seria.

- Cioè? Se parli di habitat mi viene in mente una cosa tipo leoni e leonesse nelle distese africane… mh… eccitante…- Billy ed Elena intanto avevano cominciato a ridere sulle divagazioni di Dominic, che si era perso nella descrizione di paesaggi desertici per l’ambientazione di una fantasia erotica. Alla fine aveva ceduto anche lui alle risate, convenendo con gli altri che stava mettendo in fila una serie di stupidaggini senza alcun senso.

- Non è che qui in Scozia li trovi facilmente posti così.- aveva osservato Elena.

- Infatti, tutt’al più Dom puoi provare ad infrattarti nella brughiera, ma poi ti vedono anche da lontano!- aveva aggiunto Billy.

Dominic si era rivolto ad Elena:- Ma lo ricreo io un posto così per te tesoro mio, lo ricreiamo nella mia camera disopra…- Dicendo questo si era nuovamente riavvicinato ad Elena, ma lei l’aveva allontanato con una spintarella.

- Billy portatelo via!- aveva detto all’altro ridacchiando. Billy aveva preso per il cappuccio della felpa Dominic e se l’era trascinato appresso, salutando Elena con un cenno della mano, mentre l’altro facendo l’occhietto alla ragazza le stava dicendo:- Pensaci! La mia porta è sempre aperta per te!-

Quando Dominic e Billy si erano ritrovati insieme nell’ascensore, dopo che avevano fatto tutto il tragitto senza dirsi nemmeno una parola, si erano guardati e avevano cominciato a ridere.

- Non hai vergogna!- aveva commentato Billy, mentre l’altro continuava a ridere.

In effetti Dominic era un abile bugiardo in caso di bisogno, dopo quella serata, anzi, si poteva considerare quasi un eccelso bugiardo. Aveva nascosto a tutti il fatto che non stava per niente bene, aveva voluto dimenticarsi dello stato d’animo di cui era stato preda per tutto il giorno e regalarsi una serata tranquilla. La verità è che aveva una rabbia dentro che difficilmente gli sarebbe passata, dato che ce l’aveva con se stesso. E certamente, ostentare con gli altri indifferenza, non lo aiutava.

Non che quella sera non si fosse sinceramente divertito, anzi. E poi stare con Elena in quegli ultimi giorni lo faceva stare così bene, ma da quando il fantasma di Jennifer si era presentato alla sua mente, tutta quella situazione era cambiata e l’eccitazione per via dell’infatuazione presa di fresco era andata un po’ scemando. Quella sera non aveva fatto che guardare Elena e rivederci Jennifer in tante sfumature, sebbene non ci fosse assolutamente nessuna somiglianza fisica evidente tra le due.

Perché Jennifer gli era entrata nella testa solo in quel momento? Era una cosa assurda, anche se Dominic conosceva benissimo la ragione per cui, nonostante il fatto che non fosse mai stato preso da lei, aveva continuato ad illuderla che tutto sarebbe cambiato. Aveva avuto molto bisogno del punto fermo che quella ragazza aveva rappresentato in quei mesi, ma adesso era assurdo che lui continuasse a pensarla come tale, c’era o non c’era Elena nella sua testa?

Appunto, forse come al solito Billy aveva ragione, lui non era preso da Elena.

Ma non era vero nemmeno quello, ne era certo. Mentre scherzava con la ragazza chiedendole di andare a rimboccargli le coperte, aveva veramente immaginato che lei poi avrebbe potuto rimanere con lui quella notte. Inventandosi quelle stupidaggini che aveva detto dopo, si era ritrovato con la mente a pensare a come sarebbe stato far scorrere le mani sui fianchi di Elena per poi passargliele sotto la maglietta, immaginandosi quali avrebbero potuto essere le sensazioni che quel contatto gli avrebbe trasmesso. Poi fortunatamente si era riconcentrato sulla realtà e aveva smesso di dire stronzate, cominciava a diventare imbarazzante.

Non aveva voglia di dormire, nemmeno un po’, quindi aveva collegato il computer alla presa del telefono e aveva fatto uno dei suoi soliti giri nella rete, collegandosi al sito del Manchester United, dove nel forum si era soffermato a leggere di un’accesa diatriba tra i tifosi del Chelsea e quelli del Manchester, cosa che, da tifoso, l’aveva indubbiamente appassionato, oltre che divertito per l’assurdità di certi interventi. Quando anche quel passatempo non lo aveva più molto coinvolto, aveva preso la macchinetta digitale e, tanto per ammazzare il tempo, anche se non ne aveva fatte molte, si era messo a scaricare le ultime foto. Erano per lo più paesaggi, qualche foto di lui e Billy a Loch Ness, una del rudere di Urquhart che era riuscito a prendere in delle condizioni di luce particolari. Ponendole nelle cartelle si era ricordato del pomeriggio che aveva passato con Elena a guardare tutte quelle foto. Poi, senza che si accorgesse che tecnicamente lo stava facendo, era andato ad aprire l’unica cartella che non aveva aperto con lei.

Erano foto decisamente private, oltre che compromettenti, ad Elena non avrebbe potuto farle proprio vedere data la piega che aveva preso il loro rapporto. Guardando nel vuoto aveva cominciato a sorridere mentre ricordava quella mattina dell’inizio di giugno.

A Los Angeles alle nove del mattino faceva già molto caldo e l’appartamento di Jennifer non era mai stato proprio il posto ideale per difendersi dal clima torrido. Mentre Jennifer dormiva ancora, dato che era sabato mattina, lui si era alzato e aveva cominciato a girare per la casa completamente nudo. Era andato in cucina, e mentre aveva messo a fare il caffé, aveva preso quella macchinetta digitale che si era comprato appena due giorni prima, sedendosi al tavolo a studiarla. Con le istruzioni davanti stava imparando a mettere a fuoco, cominciando finalmente ad entrare un po’ più in confidenza con quell’aggeggio, che in principio era sembrato veramente essere una diavoleria troppo complicata anche per lui. Aveva fatto delle foto di prova a degli oggetti vari che stavano in quella cucina: la macchina del caffé, il vaso con i fiori sul davanzale della finestra, il frigo con tutte le calamite appiccicate sopra. Poi improvvisamente si era stufato di quei soggetti inanimati ed era tornato in punta di piedi in camera di Jennifer, senza fare rumore aveva fatto qualche scatto alla ragazza che si stava svegliando, anche a causa del fatto che la stanza cominciava ad essere del tutto illuminata dato che Dominic aveva tirato un po’ la tenda.

Dominic, ricordandosi quella scena, si era ritrovato a chiedersi come mai la maggior parte delle donne sono sempre restie a farsi fare delle foto, Jennifer non faceva certo eccezione.

Aveva cominciato ad aprire gli occhi, Dominic aveva aumentato il ritmo con cui scattava per riprendere bene tutti quegli attimi, dato che le sembrava bellissima in quel momento, ma appena lei si era resa conto di cosa stava succedendo, aveva cambiato espressione e gli aveva tirato un cuscino. Dominic, che si era accovacciato per terra stando in equilibrio sulle punte dei piedi per farle quelle foto, per evitare che il cuscino lo colpisse, aveva perso l’equilibrio battendo una sonora sederata per terra. La situazione si era fatta involontariamente comica, sia Dominic che Jennifer avevano cominciato a ridere di gusto. Lui era rimasto per qualche secondo accasciato sul pavimento, completamente nudo, a ridere senza potersi fermare. Non contento era tornato a letto e aveva continuato a fare foto a Jennifer, mentre lei si lamentava. Dominic era stato un po’ impietoso, si era giustificato dicendole di rassegnarsi, che lei era la povera vittima che aveva scelto per imparare a mettere a fuoco.

Alcuni di quegli scatti, la maggior parte per la verità, Dominic gli aveva tenuti riguardandoli ogni tanto, ma senza provare niente di particolare. Anzi, a volte provava anche una leggera punta di fastidio. Anche quelli più simpatici, che lui aveva fatto con il braccio teso riprendendo anche sé stesso in varie pose del tutto particolari, gli avevano detto sempre ben poco. Almeno fino a quel momento.

Come aveva fatto a non capire a fondo il significato di quei momenti? Aveva ignorato tante di quelle cose nella sua storia con Jennifer, cercando con tutte le forze di non sbilanciarsi mai troppo, di non mostrare alcun sentimento e adesso si rendeva conto di quanto con quell’atteggiamento le avesse fatto male. Ma non solo a lei, anche a sé stesso. Era stato egoista, e si vergognava un bel po’ di tutta quella faccenda. Ormai non aveva più modo di recuperare dato che Jennifer, come del resto si era meritato, gli aveva dato il ben servito: del resto lui continuava a non essere innamorato di lei, e quella era una certezza.

Prima che finalmente riuscisse ad addormentarsi, aveva spostato i suoi pensieri su Elena, chiedendosi, come spesso gli succedeva in quei giorni, cosa stesse facendo.

 

Dopo essersi rigirata nel letto per un po’ ed essere decisamente nervosa per via del fatto che, nonostante la stanchezza, il sonno non arrivava, Elena si era decisa a mandare un messaggio a Billy.

Dormi?

Quasi subito gli era arrivata una risposta.

No!!!

Gli aveva risposto l’altro, che era in preda alla stessa frustrazione che aveva preso lei.

E se ti invitassi a prendere una camomilla e a fare due chiacchiere con me?

Billy non se l’era fatto ripetere due volte, si era rivestito ed era sceso. Elena lo stava aspettando nella hall, gli aveva fatto strada verso la cucina. Il bar dell’albergo era ancora aperto a quell’ora, ma Elena aveva proposto a Billy di stare per conto loro in un posto più appartato. Del resto, ad essere figlia del proprietario della struttura, qualche agevolazione doveva pur esserci. Dopo aver messo l’acqua nel boiler si era seduta al tavolo che stava al centro di quella grande cucina con Billy, interrogandosi con lui sul perché in quei giorni ad entrambi capitava quella cosa.

Era da poco passata mezzanotte, tuttavia, date le poche ore di sonno che si erano fatti in quei giorni, per loro cominciava ad essere veramente tardi. Sbadigliavano spesso, mettendosi un po’ a ridacchiare, dato che erano consapevoli che dovevano avere un aspetto quantomeno ridicolo. Dopo aver bevuto quella bevanda calda, si erano trasferiti in camera di Elena ed entrambi stavano sdraiati piuttosto distanti l’uno dall’altro, continuando a fare ipotesi, mentre ascoltavano la Boheme di Puccini.

- Ma non è che tu non dormi perché stai smaltendo il subbuglio ormonale dell’ultimo periodo? No, sai con Dom che ti si struscia sempre addosso…- aveva detto Billy per sfottere un po’.

Elena aveva riso. - Ma smettila!- gli aveva risposto, scatenando anche la risata di Billy.

Tuttavia dopo qualche secondo Elena ci aveva ripensato. - Potresti non avere tutti i torti però, ora che ci penso.-

Billy si era girato a guardarla, anche Elena l’aveva guardato. Quando i loro sguardi si erano incrociati erano scoppiati a ridere.

- Sai com’è, sono fatta di carne anch’io!-

- Me ne sono accorto, forse allora adesso ti sto trattenendo, magari appena me ne vado tu scappi da Dom a giocare al leone e alla leonessa nella Savana! Mica ti devi vergognare a dirmelo, ti lascio andare!-

Elena stava ridendo. - Sicuro che non ti sciocco se ti dico questa cosa?-

Billy l’aveva guardata incuriosito. - Cosa? Comunque non preoccuparti, sono abbastanza grandicello, credo di poter sopravvivere a qualsiasi cosa tu possa dirmi.-

Lei allora aveva rimesso la testa dritta e riportato lo sguardo al soffitto. Aveva sbadigliato, poi si era schiarita la voce. - L’altro pomeriggio, quando eravamo in camera sua e tu chissà dove, se mi avesse proposto di rimboccargli le coperte - dicendo queste ultime parole aveva alzato le braccia e aveva disegnato con le dita nell’aria delle virgolette - l’avrei fatto tanto volentieri…accidenti a lui, è veramente un bastardo sexy!-

Billy aveva riso di gusto.- Insomma, dite sempre che noi uomini siamo fissati, ma anche voi…-.

- Che generalizzazione del cavolo!- aveva risposto Elena cambiando tono, - Sembra che il sesso sia solo vostro, se permetti certe idee ci vengono in mente anche a noi! E poi ti avevo avvertito che ci saresti potuto rimanere male!-.

- Ma non ci sono rimasto male! E’ solo che…-

- Sono piccola per farmi delle fantasie?-

- No…se ti devo dire che passava per la testa a me a vent’anni, se pensavo ad una bella donna…meglio che stia zitto!-

- Uhhh…!!- aveva risposto Elena cominciando a ridacchiare, seguita da Billy.

- E’ che tu sembri per la maggior parte del tempo una persona seria, - aveva continuato lui, - poi come se niente fosse mi confessi che Dominic ti fa venire in mente strane idee, e io ho bisogno di accusare il colpo, se permetti! Ne converrai che sono poche le donne che confesserebbero ad un uomo cose simili!-

- L’apparenza inganna! Sembro tanto carina, ma sono un diavoletto!-

- Eh si, sei decisamente un soggetto!- aveva risposto Billy convinto.

- Mh…io lo prendo per un complimento!- aveva detto, quindi si era sporta verso di lui e gi aveva dato un piccolo bacio sulle labbra. Billy le aveva sorriso mentre lei riappoggiava la testa sul cuscino.

Elena e Billy per tutto quel periodo avevano mantenuto un atteggiamento che non era mai andato oltre ad un bacio sulla guancia come saluto in qualche situazione particolare e, sempre in contesti simili, era capitato che si fossero abbracciati, ma oltre a quello avevano sempre mantenuto un atteggiamento distaccato, in modo del tutto opposto a come aveva fatto Dominic con lei. Era però anche vero che Elena era una persona che esprimeva molto i suoi stati d’animo con i gesti, e quello che aveva fatto altro non era che l’esternazione di una sorta di gratitudine per Billy, per via di quello che lei aveva effettivamente interpretato per un complimento.

Billy, essendo un po’ entrato nella psicologia di Elena, aveva pienamente capito il significato di quel gesto che nella sua spontaneità gli era sembrato bellissimo per altro. Non l’aveva frainteso e non l’aveva trovato inappropriato, mentre invece Elena, rendendosi conto di quello che aveva appena fatto, si era vergognata un po’. Si tranquillizzò subito vedendolo sorriderle.

 

Quando Billy si era svegliato la mattina dopo c’era Elena che dormiva accanto a lui sotto le coperte, mentre lui, sopra, aveva una coperta addosso. Si doveva essere addormentato la sera prima, e lei, evidentemente non aveva voluto svegliarlo. Si era tolto la coperta di dosso e si era rimesso le scarpe, guardandosi intorno per cercare un foglio di carta per lasciarle un biglietto.

Era l’ultimo giorno che passavano a Loch Ness lui e Dominic, sapeva che se l’avesse invitata al lago con loro probabilmente il suo amico sarebbe stato piuttosto contento. Appena aveva individuato un blocco dell’albergo, aveva cercato anche una penna che aveva trovato non lontana.

 

Buongiorno e grazie per avermi ospitato!

Stanotte pare che ce l’abbiamo fatta a dormire, e vai!

Se ti svegli in tempo ti volevo avvertire che io e Dom partiamo verso le dieci per andare al lago. Ci fa piacere se vieni con noi.

Se no, a stasera… dato che è l’ultima dobbiamo festeggiare alla grande! Billy

 

Elena aveva aperto gli occhi e aveva trovato la coperta piegata sulla seggiola non lontana dal letto, con il biglietto sopra. Aveva sorriso e si era alzata per prenderlo. Erano appena le nove e un quarto, poteva tranquillamente andare a quell’appuntamento e passare a salutare sua madre e suo padre prima di uscire.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Età media: 28 anni ***


Nuova pagina 1

Capitolo Ventitrè - Età media: 28 anni

 

Qualche minuto prima delle dieci, Elena si era ritrovata nella hall. Avrebbe voluto sedersi su una delle poltroncine, ma arrivando le aveva trovate tutte occupate da una comitiva di persone che dovevano essere appena arrivate. Si era fermata un attimo in piedi nella hall quando aveva sentito il suo cellulare squillare. Aveva letto il messaggio di Chiara che le chiedeva quali fossero le condizioni di salute di Dominic, dato che da un paio di giorni, a causa di importanti impegni di lavoro della sua amica, si erano sentite molto poco. - Povero piccolo orecchiotto, come sta? Gli è passato il febbrone da cavallo?-

Elena aveva sorriso e le stava per rispondere, quando si era sentita improvvisamente prendere alla vita.

- Presaaaa!-

- Ahh!- aveva esclamato lei, nello scatto che aveva fatto il cellulare le era caduto dalle mani.

- Porca vacca!- aveva esclamato in italiano liberandosi dalla stretta di Dominic. Lui l’aveva lasciata e aveva chiesto scusa, anche se non era riuscito a non ridere per via dell’evidente reazione della ragazza. Si era girato pure qualcuno della comitiva.

- Funziona?- aveva chiesto.

- Mi pare di sì…- aveva detto Elena controllando, anche se era abbastanza sicura che, se quel telefonino aveva resistito a tutto quello che lei ci aveva fatto, avrebbe resistito anche a quella caduta.

- Però sei veramente una testa di cazzo matricolata!- aveva commentato appena aveva appurato che fosse tutto apposto. Quindi aveva potuto rispondere a Chiara, mentre Dominic continuava a ridere, soddisfatto per la sua ennesima bravata.

- Sta anche troppo bene per i miei gusti, il caro orecchiotto!-

Billy non aveva visto la scena, ma se l’era fatta raccontare dato che era arrivato e aveva visto Dominic ridacchiare, anche lui gli aveva fatto notare che non era molto rifinito.

- Quante storie per un voletto! Guarda, per farmi perdonare ti porto in braccio fino alla macchina.- Detto questo aveva sollevato Elena e aveva cominciato a camminare verso l’uscita, con Billy che se la rideva. Non era una gran distanza, ma Elena continuava a non fidarsi.

- Dominic mettimi giù, non ce la farai mai a portarmi fin laggiù!-

- Dai non rompere, mi serve un bel peso da trasportare, è quasi una settimana che non vado in palestra, ho bisogno di allenamento!- aveva detto ridacchiando.

Una persona che fosse stata un po’ più suscettibile di Elena si sarebbe arrabbiata, e in effetti lei stessa sapeva di essere molto poco incline alle prese in giro, se queste erano fatte con cattiveria. Anche se non sembrava, era un tipo piuttosto permaloso. Ma Dominic in quel momento voleva solo fare lo spiritoso, non c’era niente di cattivo dietro a quella battuta e lei l’aveva percepito chiaramente. Elena gli rispose per le rime, era molto autoironica in genere, ma ciò non voleva dire che non fosse in grado di prendere innocentemente in giro anche gli altri.

- E che sono io, un accessorio da palestra?- aveva detto ridacchiando con il telefonino sempre in mano e le braccia attorno al collo di Dominic. Per stare un  po’ più comoda aveva incrociato le gambe attorno alla vita del ragazzo invece di tenerle ciondoloni.

- Beh, però ho le maniglie per reggermi in questa posizione…- aveva aggiunto subito dopo aver messo il cellulare in tasca, quindi aveva tirato un po’ le orecchie a Dominic, perché non ci fossero dubbi su cosa lei intendesse.

Billy, che per un momento si era preoccupato per ciò che aveva detto Dominic, aveva cominciato a ridere di gusto, l’altro si era girato sempre tenendo Elena in braccio e l’aveva guardato storto. La ragazza ridacchiava sotto baffi.

- Bene, bene, vedo che qui è in atto una congiura contro di me… scendi, pesi troppo!-

- Io te l’avevo detto che non hai il fisico…- aveva risposto Elena in tono canzonatorio. Appena aveva rimesso i piedi a terra, aveva guardato Dominic che, fermo davanti alla porta, aveva messo le mani sui fianchi e aveva messo su il broncio stile infantile come faceva spesso. Elena gli aveva pizzicato il naso facendogli una linguaccia e solo a quel punto Dominic aveva riso, facendole un occhiolino. Quindi aveva aperto la porta cedendole il passo, pensandone come al solito una delle sue. Appena Elena era stata fuori aveva preso una specie di rincorsa e l’aveva sollevata nuovamente a tradimento, velocemente si era avviato al parcheggio. - Te lo faccio vedere io chi è che non ha il fisico!-

Elena aveva lanciato un altro gridolino, più perché non si aspettava quel gesto improvviso, lui l’aveva lasciata solo davanti all’auto di Billy che era rimasto indietro, a godersi quella scena.

- Bene, sono arrivata sana e salva. La tua ernia sta bene? Acciacchi vari? La schiena?- gli aveva detto girandogli intorno e guardandolo. - No, sai è che alla tua età devi stare attento agli sforzi bruschi, ti puoi fare male!-

Dominic come se niente fosse si era girato verso Billy e gli aveva detto a voce alta. - Elena ce l’ha con te, parla di acciacchi della vecchiaia!-

Lei gli aveva piantato non troppo gentilmente uno schiaffo sul braccio mentre lui se la rideva.

- Che stronzo che sei!-

Quando Billy era arrivato, erano saliti tutti sull’auto e non avevano detto altro, almeno finché Billy non aveva fatto una considerazione. - Elena è dell’ “84, giusto?- la ragazza l’aveva guardato e aveva annuito, - Io del “68 e Dom del “76, quindi la nostra età media è di ventotto anni… Elena ci rimette e io ci guadagno, e l’unico che ha l’età giusta ha il cervello di uno di sei anni… che dite, la ricalcoliamo?-

Tutti e tre erano scoppiati a ridere, Dominic dopo un po’ si era lamentato.

- Io ho ventisette anni! Almeno fino a dicembre!- aveva puntualizzato.

 

***

 

Era una giornata piuttosto ordinaria, incerta, come la maggior parte di quelle scozzesi. C’era vento, e ogni tanto il sole veniva coperto da qualche nuvola di passaggio, cosa che testimoniava il fatto che di lì a poco il tempo sarebbe cambiato. Era già qualche giorno che non pioveva sebbene avesse minacciato di farlo, quel giorno sembrava proprio che non si potesse sfuggire a quel fato. Quando a mezzogiorno avevano cominciato a cadere le prime gocce di pioggia, Dominic aveva subito spento e messo a riparo il suo computer nella borsa, poi di corsa erano andati tutti via, ritornando all’albergo.

Sarebbero ritornati all’albergo comunque all'ora di pranzo, di solito Elena voleva sempre tornare per stare con i suoi, inoltre quella mattina, quando lei aveva detto a sua madre e suo padre che Billy e Dominic sarebbero ripartiti il giorno dopo, loro le avevano chiesto di invitarli a pranzo, dato che non avevano mai avuto occasione di conoscerli.

Conoscendo suo padre, Elena non si stupì che lui e Dominic fossero andati subito così d’accordo. Suo padre era un pazzo scatenato, con una vera anima da cabarettista, succedeva sempre che nelle occasioni di ritrovo tutti lo mettessero al centro dell’attenzione, perché faceva fare un sacco di risate a tutti. Pare che anche da ragazzo fosse stato così, in netto contrasto da sua madre, che invece era un tipo abbastanza pacato. Lei sosteneva che fosse stato proprio quell’aspetto che le era piaciuto subito di lui.

In coppia con Dominic poi avevano veramente dato spettacolo, per tutto quel pranzo non avevano fatto che fare battute e si erano divertiti tutti molto. Quando era stato il momento dei saluti, Dominic, nel suo solito modo di comportarsi quantomeno bizzarro, aveva chiesto al padre di Elena di tenerlo bene in considerazione come eventuale pretendente alla mano della figlia. Tutti avevano riso, poi il padre di Elena aveva dato una pacca sulle spalle a Dominic.

- Giovanotto, se ne può parlare, dato che me lo chiedi con tanto rispetto… - aveva detto nello stesso tono che avrebbe potuto usare Vito Corleone nel Padrino. Poi si era girato verso la figlia e l’aveva guardata.

- Elena tu che ne pensi?-

La ragazza aveva guardato suo padre con aria di chi non credeva che quella fosse una buona idea, come tante altre volte era successo aveva detto a Billy:- Per favore, te lo porti via?-

- Eseguo!- aveva detto serio, prendendo Dominic per un braccio e portandoselo fuori dalla stanza, dopo aver stretto la mano ai genitori di Elena e averli ringraziati.

Quando Elena era rimasta sola con i suoi, suo padre aveva ridacchiato per un po’.

- Che bischero… quanto mi so garbati ‘sti due!- aveva commentato, usando uno smaccato dialetto toscano, sempre ridacchiando.

- Dì un po’- aveva continuato poi, - ma sei sicura che non te lo prenderesti quel ragazzotto?-

Elena aveva riso e gli aveva detto:- Ma, forse, non si sa mai!-

 

Essendo impossibilitati a tornare al lago per via del maltempo, Dominic, Billy ed Elena avevano deciso di passare la giornata usufruendo di ciò che la struttura alberghiera li poteva mettere a disposizione. Veramente i due ragazzi avrebbero dovuto lavorare ancora un po’ alla loro sceneggiatura, ma poi avevano deciso di passare l’ultimo pomeriggio disponibile a farsi due sane risate con Elena. Avevano cominciato con il fare un bagno turco, Dominic aveva approfittato della situazione per fare il simpaticone come al suo solito. Dato il vapore denso in cui stavano, ovviamente non si vedevano, lui aveva cominciato a vagare agitando le braccia e dicendo:- Dove sei Elena? Non ti vedo ma ti tocco!-

Elena se la rideva, stava seduta tranquillamente composta abbastanza lontana dal raggio d’azione del ragazzo, protetta dal vapore. Ma effettivamente Dominic aveva trovato qualcuno, ovvero Billy, che sentendosi abbrancare non aveva esitato ad esternare il suo disappunto. - Ma mi vuoi togliere le mani di dosso, brutto smanaccione che non sei altro!-

- Scusa Billy!- aveva risposto l’altro ridacchiando

Poi era stato il turno dell’idromassaggio e, dato che c’erano, Elena aveva voluto fare un tuffo in piscina.  La discussione sui programmi per la serata che Billy aveva tentato di instaurare era naufragata miseramente tra gli schizzi che i due si stavano facendo a vicenda. Quando aveva visto che non c’era niente da fare si era unito ad Elena contro Dominic, il quale si era dichiarato sconfitto dopo poco, lamentandosi che era troppo facile per loro, data la superiorità numerica.

- Stasera sbronza totale Billy, che domande fai!- aveva detto poco dopo Dominic, riallacciandosi al discorso che l’altro aveva voluto fare. Billy si era girato verso Elena che si era seduta sul bordo della piscina, con i piedi nell’acqua. - Tu che dici?-

- Si può fare.- aveva risposto lei, che del resto non aveva grandi pretese, purché ci si andasse a divertire.

Mentre Dominic e Billy erano tornati in camera loro con l’intento di cambiarsi ed andare in palestra, Elena aveva declinato l’invito ad unirsi a loro ed era andata in camera sua per farsi una doccia e starsene un po’ per conto suo.

Se fino a quel punto aveva evitato di pensarci, in quel momento aveva cominciato a provare un po’ di tristezza. Dominic e Billy il giorno seguente a quell’ora non ci sarebbero stati più.

Era un pensiero che l’aveva sfiorata così, distrattamente, come tanti destinati a scappare via subito dopo. Quello invece, come era normale che fosse, era rimasto. Mentre in piedi nella doccia stava sotto lo scroscio dell’acqua, aveva cominciato a provare una sorta di angoscia, pensando che quei due le sarebbero mancati un sacco, e non parlava solo per i tre giorni che avrebbe dovuto passare sola in Scozia. Se pensava alla sua vita a Firenze si ritrovava a pensare che le sarebbero mancati anche là. Si convinse che, probabilmente, era solo perché si era abituata talmente tanto alla loro presenza che era ovvio che quel distacco improvviso si sarebbe fatto sentire. Praticamente nell’ultimo periodo aveva passato quasi tutti i giorni con loro, come se fosse del tutto normale. Fossero stati due ragazzi normali poi sarebbe stato diverso. Insomma, loro sarebbero tornati ad Edimburgo e da là sarebbero andati dritti a Los Angeles, a promuovere la versione estesa del Ritorno del Re, la loro vita solitamente si divideva tra il set, le premiere, le interviste… tutto ciò era troppo lontano dallo schema di vita che aveva Elena, e loro di certo, nonostante tutti i buoni propositi di questo modo, non avrebbero sicuramente avuto il tempo di mantenere quell’amicizia. Elena capiva benissimo che quel periodo era stato del tutto particolare, poteva definirlo anche una specie di dono, dato che sentiva di essere cambiata in quel mese, e anche profondamente.

Se c’era una cosa che le era sempre mancata nella vita, era stata il rendersi conto di un lato di sé stessa che non aveva mai considerato. Non aveva mai amato molto sé stessa, non si era mai sentita desiderabile solo perché lei stessa non si sarebbe desiderata, ma quando da un anno aveva ripreso in mano la sua vita, come aveva raccontato a Billy, nella sua testa era cominciata una reazione a catena che aveva coinvolto tutti i lati di sé stessa, tutti i suoi sensi. In quell’ultimo mese la cosa era andata velocizzandosi.

Nonostante il fatto che, come tutti i cambiamenti importanti nella vita di una persona, la cosa non fosse stata indolore, Elena era felicissima di tutta quell’esperienza, si sentiva arrivata ad un punto in cui tutta la sua vita poteva essere vista con occhi diversi.

 

Avevano finito per tornare in quel pub a giocare con il rudere scozzese, come Dominic definiva quel giochino dei mattoncini che avevano già fatto in precedenza. Quella volta non c’erano state gare che prevedevano penitenze a colpi di tequila. Infatti, nonostante Dominic avesse presentato la serata come tale, nessuno di loro aveva bevuto granché. Erano tutti perfettamente sobri, anche se in vena di dire cavolate a tutto spiano.

Quando si era fatta l’una di notte avevano deciso di comune accordo di farsi l’ultimo giro e andarsene, Elena si era offerta volontaria per andarlo a prendere direttamente al bar senza aspettare che una delle indaffaratisime cameriere andasse al tavolo, dato che il pub era pieno di gente. Al tavolo Billy aveva notato che Dominic si era fatto pensieroso.

- A che pensi?- aveva chiesto Billy vedendolo decisamente sulle nuvole.

- Che alla fine hai sempre ragione tu. Cominci a diventare veramente antipatico.-

Billy rise, intuendo a cosa si potesse riferire Dominic. - E’ che ormai non hai più segreti per me, ti conosco troppo bene. Tu enfatizzi le cose e le porti a livelli melodrammatici, ingigantisci tutto. Poi ti sgonfi come un pallone bucato. Ma questo è anche il tuo bello… sei un passionale Dom, parti sempre in quarta.-

- Però Elena mi piace, davvero. Ed è anche carina, e dopo un’attenta analisi posso dirti di averlo sempre pensato, sin dall’inizio, anche se dicevo il contrario.- aveva detto convinto. - E’ che a me piace troppo prendere per il culo, ce l’ho nel sangue.-

- Non se n’era accorto nessuno…- aveva commentato ironico Billy.

Dominic aveva continuato a discutere di quella faccenda con Billy che, come molto spesso succedeva, si era rivelato un po’ più saggio di lui. Aveva già avuto una visione d’insieme di come si sarebbe evoluta la cosa, gli aveva detto che un bel giorno, non tanto lontano probabilmente, si sarebbe reso conto che quell’infatuazione di cui credeva di essere vittima, dipendeva dal suo senso di colpa, e così era stato. Che mago Billy!

Elena però gli piaceva, questo non era discutibile. Ovvio che non gli piacesse nel senso che comunemente la gente attribuiva a quella frase. Era una ragazza solare, simpatica, carina e con lei era stato benissimo in quelle settimane, aveva davvero salvato lui e Billy dal grigiore in cui si erano volontariamente messi. Ma questo non significava che avrebbe voluto approfondire. E poi c’era Jennifer, che aveva cominciato a fare capolino tra i suoi pensieri insistentemente.

- Ho pensato a lei in ogni momento in cui non avevo la mente occupata da altro, questo un po’ mi colpisce. Forse è vero, non la conosco tanto bene, e magari è tardi per rimediare, ma non posso negare che, per quanto mi sono sempre girato dall’altra parte per non vedere, lei sia stata importante.- aveva fatto una pausa e aveva sorriso guardando in un punto imprecisato davanti a lui.

- Ogni tanto mi capita di guardare Elena e di rivederci Jenny. Non lo so perché, non si somigliano, e mi sento parecchio coglione. Poi mi vengono in mente stronzate tipo il neo che ha alla base della gola, quel tic che le fa muovere il piede velocemente quando sta seduta, come fa anche Elena. Lo sai che Jenny è intollerante al latte? L’ho scoperto non tanto prima di partire per venire qui.-

Billy non gli aveva detto niente, si era limitato a mettergli una mano su una spalla a mò di incoraggiamento.

- Che stronzate, vero? Non sono tanto lucido, forse è meglio che smetto di bere per stasera!- aveva aggiunto, quasi come se avesse avuto bisogno di giustificarsi. Billy allora l’aveva guardato bene.

- Non hai detto nemmeno una cosa che assomigli lontanamente ad una stronzata una volta tanto, e non mi sembri nemmeno tanto brillo. Appena torniamo a Los Angeles chiamala, e sii convincente.-

Dominic aveva riso. - Sì, Jenny mi manda  a cagare in meno di trenta secondi, e con tutte le ragioni dalla sua.-

- T’ho forse detto che sarà facile?-

- No… ma che accidenti dovrei dirle?-

- Quello che hai detto a me, che a lei ci tieni e che sei stato un coglione.-

Dominic aveva guardato fisso davanti a lui, concentrato. Durante quella giornata avrebbe tanto voluto prendere il telefono e chiamarla, ma la paura l’aveva sempre bloccato.

Intanto Elena era tornata al tavolo e aveva appoggiato i bicchieri sul tavolo. Aveva guardato i ragazzi e aveva notato le loro espressioni serie.

- Beh, che succede? Di che parlavate?-

- Delle pene d’amore di Dom.- aveva risposto Billy. Dominic non si era scomposto, aveva guardato Elena fisso e prendendole la mano aveva respirato profondamente.

- Sono triste perché tu non vuoi venire a letto con me. Dimmi, perché non mi ami? Io ho anche chiesto ufficialmente la tua mano a tuo padre, e tu niente, impassibile. Sei una donna dal cuore di ghiaccio!-

Elena rise, poi si era messa una mano sulla fronte, e con tono teatrale aveva detto:- In verità ti dirò, io sono innamorata di un altro…-

- Dimmi chi, chi?! Chi è quest’uomo fortunato?-

- Elijah Wood!- aveva risposto Elena mettendosi a ridere, seguita da Billy.

Dominic aveva incrociato le braccia al petto e aveva scosso la testa. - Potevo accettare che tu mi dicessi, che ne so, di Billy - aveva detto non propriamente a caso, - ma Lij no! Non posso sopportare quest’affronto!- quindi si era alzato e l’aveva fronteggiata.- Vado a suicidarmi, la vita per me non ha più senso!-

Elena l’aveva bloccato mentre Dominic fingeva di allontanarsi, facendolo rimettere seduto.

Dopo aver finito di bere erano andati via, non molto dopo si erano ritrovati davanti alla porta di Elena.

La ragazza aveva abbracciato Dominic e lui, da solito esagerato, l’aveva sollevata un po’ da terra.

- Bella che sei Elena! Abbracciarti da proprio soddisfazione! Mica come quelle che le abbracci e ti pungono con le ossa dell’anca!-

- Dom… orsacchiottone…!- l’aveva apostrofato la ragazza dopo avergli dato un sonoro bacio sulla guancia.

Dopo che Dominic l’aveva lasciata Elena si era avvicinata a Billy.

- Se non riesco a dormire stasera ti chiamo io, ok?- le aveva detto Billy dopo averla salutata.

Dominic aveva chiesto spiegazioni, Billy gli aveva detto in breve che cosa fosse successo in quelle due notti precedenti e lui si era vivamente lamentato.

- Come sarebbe a dire? Lui si e io no? Adesso tu mi spieghi perché non vuoi venire a letto con me!-

Elena e Billy aveva riso mentre Dominic si produceva in una delle sue solite sceneggiate.

- Allora, la richiesta è seria… Elena, stanotte facciamo follie!-

La ragazza aveva cambiato espressione, aveva smesso di ridere e aveva guardato seria Dominic.

- Diciamo che io questa cosa potrei anche abbassarmi a farla, ma io che ci guadagno?-

- Buonanotte passerotta! Spero che verrai a salutarmi almeno domattina, dato che si va in bianco pure stanotte!-

Avevano riso nuovamente e i due ragazzi erano andati nelle loro stanze.

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** Un esame delle proprie convinzioni ***


Nuova pagina 1

Capitolo Ventiquattro - Un esame delle proprie convinzioni

 

Elena continuava a guardare il suo cellulare senza che desse segno di vita. Le sarebbero mancate quelle chiacchierate notturne, temeva che quella della sera prima sarebbe stata l’ultima. Si mise a pensare che probabilmente si stava comportando come una scema, che Billy magari stava dormendo, anche considerando il viaggio che doveva affrontare il giorno dopo. Spense la luce e si infilò sotto le coperte, ma non aveva spento il cellulare. Stava per farlo, ma alla fine, decise di lasciarlo acceso. L’aveva messo sul comodino accanto al letto e aveva fatto per girarsi dalla parte opposta.

Non aveva avuto nemmeno il tempo di sistemarsi, che il telefono aveva squillato, con gran gioia da parte sua. Si era precipitata a rispondere.

- Sveglia, eh?-

- Già…-

- Che si fa allora?-

- Non lo so… ci vediamo nella hall e decidiamo?-

- Va bene. Allora scendo.-

- Ok, ciao.-

- Ciao.-

Elena aveva aspettato che Billy riagganciasse, ma lui non lo fece.

- Billy…-

- Dimmi.-

- Non riagganci?-

- Pensavo che lo facessi tu…-

- Se facciamo così sembriamo due rincoglioniti!- detto questo aveva sentito l’altro ridere dall’altra parte.

- In effetti è l’idea che potremmo dare!-

Questa volta a ridere era stata lei, poi aveva aggiunto:- Allora attacco io, arrivo tra cinque minuti.-

Quindi, come aveva detto che avrebbe fatto, aveva riattaccato, e lui era rimasto con il telefono sull’orecchio, ridacchiando e nel frattempo inveendo nella sua testa contro Dominic.

Accidenti a lui!

Ma perché aveva dovuto mettergli in testa quella strana idea? Era nel suo modo di fare le cose, questo Billy lo sapeva bene, ogni tanto si divertiva a fare delle considerazioni quasi sibilline, che mettevano in confusione la gente. Per la verità quello che innervosiva Billy era il fatto che aveva dovuto sentirsi dire quella cosa da Dominic per permettere a sé stesso di pensarci seriamente, e dato che quella era una cosa che, evidentemente, era cresciuta silenziosamente per tutto quel periodo, non c’era voluto molto perché ne prendesse piena coscienza.

 

Dopo aver discusso brevemente davanti alle porte delle loro stanze, per mettersi d’accordo sull’ora in cui si sarebbero visti la mattina dopo, Dominic e Billy si erano dati la buonanotte. Billy aveva già aperto la porta della sua stanza, Dominic invece stava armeggiando ancora con la chiave nella serratura.

- Billy, aspetta!-. Dominic improvvisamente l’aveva richiamato perché voleva dirgli una cosa molto semplice, sapeva che se non l’avesse fatto in quel momento, dopo sarebbe stato troppo tardi.

Billy si era affacciato e l’aveva guardato incuriosito. - Che c’è?- aveva chiesto.

- Volevo solo dirti che non è una ragazzina. Me l’hai detto tu non molto tempo fa, ti ricordi?-.

L’altro l’aveva guardato un po’ sorpreso, poi era uscito nuovamente dalla sua stanza e aveva messo le mani sui fianchi, guardando Dominic con fare interrogativo. Vedendolo prendere quest’atteggiamento l’altro si era avvicinato, gli aveva messo le mani sulle spalle e aveva parlato con un tono calmo e fermo.

- C’è bisogno che te lo spiego?-

Billy aveva riso, si era tolto le mani di Dominic dalle spalle. - Io non so dove tu voglia arrivare e cosa ti sia messo in quella testa matta, e nemmeno voglio pensarci! Buonanotte, sogni d’oro.- dicendo questo era rientrato nella sua stanza, ma Dominic si era messo a bussare.

- Che vuoi ancora?- gli aveva detto un po’ scocciato.

- Sì che lo sai dove voglio arrivare, lo sai benissimo! Ti lascio ad un esame delle tue convinzioni, ciccio! Buonanotte e sogni d’oro anche e te! -

Dominic era scemo, questo era appurato da tempo, nemmeno due secondi dopo a Billy era già passato di mente quello che l’amico aveva blaterato.

Non era nemmeno stanco quella sera, aveva messo le ultime cose nella sua valigia e poi era andato a letto, più perché altrimenti non avrebbe proprio saputo che altro fare. Sapeva che probabilmente, impegnandosi, sarebbe anche riuscito a dormire, ma in quel momento dormire gli sembrava una grossa perdita di tempo. Erano quasi le tre, questo significava che tra più o meno sette ore sarebbe partito. E allora perché aveva fisso addosso quel senso, come di non aver fatto qualcosa? E doveva essere qualcosa di importante, perché altrimenti non sarebbe stato in quella condizione.

Si era alzato nuovamente e aveva cominciato a girellare per quella stanza, aveva guardato il biglietto che aveva lasciato per Elena, lo avrebbe dato alla ragazza la mattina successiva. C’erano segnati tutti i suoi recapiti, Elena praticamente avrebbe potuto trovarlo anche in capo al mondo se avesse voluto con quel biglietto. Aveva segnato anche il numero di casa di sua sorella a Glasgow, mentre lo rileggeva si era messo a ridere. Va bene essere previdenti, ma così era ridicolo!

 

Aveva continuato a ridacchiare ricordandosi un episodio della serata appena trascorsa, Dominic aveva trovato un modo molto più naiff di dare i suoi recapiti alla ragazza.

Dopo aver tuonato che il numero di cellulare già lo aveva, le aveva preso la mano al pub e le aveva scarabocchiato sopra il suo indirizzo e il numero di telefono di Los Angeles. - Se mi vieni a trovare passerotta ti faccio fare un giretto sulle colline di Hollywood!- le aveva detto. Poi Elena aveva guardato verso di Billy e gli aveva sorriso. Aveva alzato la mano destra e gli aveva detto - Vuoi questa?-. Lui le aveva sorriso a sua volta, non è che avrebbe potuto fare molto altro quando lei gli sorrideva in quel modo, era stato sempre così, sin dall’inizio.

Le aveva risposto che preferiva un pezzetto di carta, come la gente normale - E non come certi scimmioni trogloditi!- aveva aggiunto riferendosi a Dominic.

Dominic non era sembrato offendersi più di tanto, anzi, aveva fatto il verso di una scimmia e poi aveva aggiunto serio:- Voglio farmi fare una maglietta con scritto Orgoglio scimmiesco! Me la metto alla prossima premiere a cui mi invitano… che tocco di classe!- Inutile dire che Elena e Billy non ne potevano più dal tanto ridere.

 

Appurato che dormire sarebbe stata una perdita di tempo, Billy si stava chiedendo cosa non lo sarebbe stato, facendosi questa domanda aveva vagliato tutte le possibili soluzioni, ignorando volutamente l’unica che per lui avrebbe avuto qualche senso.

Perché avrebbe dovuto dormire se poteva passare la nottata a parlare con Elena? Avrebbe potuto dormire sull’aereo, lo aspettava un bel volo intercontinentale il giorno dopo, il tempo non gli sarebbe certo mancato.

- Al diavolo Dom!- aveva esclamato a voce alta. Si stava facendo condizionare dalle parole del suo amico, fino alla sera prima non avrebbe avuto problemi a chiamare Elena e a chiederle se potevano vedersi, e adesso invece, teneva in mano il suo telefono senza trovare l’ispirazione, e il coraggio soprattutto, per farlo.

Alla fine però aveva vinto il senso di rivalsa: insomma, era un po’ grandicello per cadere vittima di questi scherzetti, e quantomeno doveva convenire che quell’atteggiamento non gli si addiceva davvero.

Anche se, a dirla tutta, un po’ di panico gli era venuto mentre ascoltava il primo squillo meccanico, ma Elena aveva risposto tanto velocemente che non aveva avuto il tempo di realizzarlo.

 

Elena era andata in bagno e si era rivestita. Aveva messo dei jeans enormi, che le stavano già grandi quando gli aveva comprati dato il modello, e adesso lo erano ancora di più. Infatti le stavano a vita più bassa del dovuto e li metteva sempre con una maglia a maniche lunghe di lino bianca che le arrivava quasi a mezza coscia. Sopra aveva messo una felpa pesante, poi era uscita spegnendo il telefonino e lasciandolo in camera, non le sarebbe servito di certo. Se sua madre l’avesse vista in quel momento, Elena era sicura che l’avrebbe guardata con disappunto, in effetti guardandosi allo specchio si era resa conto di avere un aspetto un po’ buffo, ma la cosa non le interessava affatto. Tanto mamma dorme a quest’ora… spero!, aveva pensato sorridendo mentre usciva. Nella fretta non si era nemmeno legata i capelli e si era accorta della cosa solo quando era già uscita. C’era una leggera brezza nell’aria e per non farli ondeggiare troppo li aveva presi tra le mani e aveva cercato di fermarseli dietro la nuca,  arrotolandoli un po’ su se stessi e mettendoli nel cappuccio della felpa, ovviamente un secondo dopo erano ritornati alla posizione originale e possibilmente le davano più fastidio di prima.

Nella hall vuota delle tre di notte, Billy era seduto tranquillamente, lei l’aveva osservato per un momento dalla porta a vetri prima di entrare. Era nervosa e si chiese il perché, non aveva nessun motivo plausibile per esserlo, aveva fatto un respiro profondo ed era entrata, dirigendosi subito in direzione di Billy.

- Salve uomo nottambulo…- gli aveva detto.

Billy aveva risposto a quel saluto con un semplice gesto della mano.

Dopo un secondo si erano guardati ed erano scoppiati a ridere, senza un motivo apparente. La ragazza alla reception si era girata a guardarli un po’ perplessa, ed Elena, da brava permalosa quale era, l’aveva incenerita con lo sguardo come se avesse voluto dirle: Beh? Che hai tanto da guardare?

In effetti un buon motivo per ridere c’era, e non c’era alcun bisogno che nessuno dei due lo ricordasse all’altro. Era la terza notte consecutiva che si ritrovavano a passare insieme per via dell’insonnia che li aveva colti nell’ultimo periodo, si sentivano entrambi un po’ ridicoli. Elena si era seduta sul bracciolo della poltrona dove era seduto Billy, per un po’ si erano interrogati su cosa avrebbero potuto fare di quella nottata.

L’ipotesi di vedersi un film era stata scartata a priori, anche se sembrava la cosa più ovvia da fare dato che molte altre scelte non c’erano. Mentre si avviavano verso la stanza di Elena, Billy si era fermato.

- Ma se andassimo al lago? Tanto per fare una cosa diversa…-

Elena l’aveva guardato un po’ di traverso.- Al lago a quest’ora? A fare cosa?-

Billy era leggermente perplesso, continuava a dondolarsi leggermente tenendo le mani nelle tasche dei suoi jeans. - Non saprei… una passeggiata?-

Improvvisamente pensava di aver detto una delle cose più stupide che poteva dire, ma Elena aveva subito cambiato espressione.

- Va bene, andiamo.- aveva detto.

Non che fosse una delle idee migliori che lui avesse mai avuto in effetti, anche contando il fatto che a quell’ora di notte, a meno che non si fossero mantenuti all’entrata del parco, dubitava fortemente che la struttura sarebbe stata illuminata. Infatti così era.

- Oh cielo, è a dir poco lugubre! Mette i brividi!- aveva commentato Elena non appena lei e Billy erano arrivati in fondo al sentierino che separava il lago dal parcheggio dell’entrata principale. Avevano riso insieme, in effetti Billy trovava che Elena non avesse tutti i torti.

Si erano avviati sulla riva del lago ed erano saliti sul pontile di legno che si allungava per qualche metro sulla superficie dell’acqua. I loro occhi si erano gradualmente abituati alla semi oscurità mentre raggiungevano la cima del pontile, dove si erano seduti a guardare il lago.

- Alla fine il bastardo non l’abbiamo mai visto, eh?- aveva detto Elena spezzando il silenzio che era sceso da un po’.

- Chi?- aveva chiesto Billy girandosi verso di lei.

- Come chi? Il mostro di Loch Ness, il temibile Nessie!-

- Ah, Nessie… non capivo a che ti riferissi!- aveva detto sorridendo Billy, - Forse perché non l’abbiamo chiamato mai, anche se volevamo tanto vederlo: Nessie!-

Elena aveva sorriso a sua volta quando Billy aveva fatto per chiamare il mostriciattolo.

- Nessie, piccino, vieni fuori!- aveva aggiunto lei schioccando le dita della mano destra e mettendosi a fischiettare. Billy aveva riso.

- Guarda che non è mica un cane!-

- Beh, magari gli piace andare ad acchiappare i bastoncini, che ne sai!-

- Può essere. Se mi capiterà mai di vederlo glielo chiederò.- aveva fatto una pausa e poi aveva ricominciato a parlare con voce impostata. - Una mia specialissima amica italiana, signor Nessie, con la quale durante l’estate dell’anno domini 2004 mi sono trovato a passare una bellissima vacanza, avrebbe tanto voluto sapere se a sua grazia piace riacchiappare bastoncini di legno come farebbe un qualsiasi volgarissimo cagnetto.- Elena aveva cominciato a ridere, Billy anche le aveva sorriso, poi aveva continuato.

- La perdoni, effettivamente riconosco che sia una domanda veramente ridicola da farle, ma sa, deve considerare che la signorina che avrebbe voluto porle questo quesito aveva appena vissuto un periodo molto particolare e si stava riprendendo da una tempesta ormonale che il mio illustrissimo amico Dominic Monaghan le aveva provocato, spingendola a coltivare nella sua bella testolina fantasie erotiche irripetibili e…-

Billy non fece in tempo a finire perché Elena, sentendogli dire quelle cose si era ribellata. All’inizio solo a parole, ma vedendo che lui proprio non voleva saperne di smettere gli aveva messo una mano davanti alla bocca. Sulle prime Billy aveva cercato di difendersi, ma poi aveva dovuto cedere mettendosi a ridere, cosa che aveva fatto anche Elena, non accennando tuttavia a liberarlo. Quando la ragazza l’aveva fatto lui aveva continuato a ridere per un po’ mentre lei lo guardava fingendo di essere offesa. In verità era molto divertita.

- Come siamo suscettibili…-

- Vorrei vedere te!- aveva risposto Elena con sguardo di sfida e con le braccia incrociate davanti al petto.

Dopo qualche secondo lei aveva continuato. - Se vuoi ti posso dire cosa ti risponderebbe sua grazia.-

Billy l’aveva guardata accettando quella sfida. - Sentiamo…-

Elena si era schiarita la voce e aveva assunto anche lei il tono impostato che aveva usato Billy:- Signor Boyd, io ritengo che lei in verità non voglia sapere da me se mi diletto in cotali passatempi, piuttosto io ritengo che lei si voglia solo sfogare per via del fatto che la signorina in questione non includeva lei nelle sue fantasie. Se poi proprio le interessa, sappia che in effetti mi diletto in giochi simili, ma il bastoncino dev’essere quantomeno placcato in oro e a lanciarmelo deve essere uno dei nobil uomini morti da secoli che infestano con la loro presenza il rudere di Urquhart. Questo è quanto.- aveva concluso in modo teatrale Elena, mentre Billy sorrideva e annuiva, pensando ad un modo sferzante per risponderle. Elena era una ragazza decisamente sagace, ma lui non era certo da meno.

- Vostra grazia, non vorrei che giungesse a conclusioni sbagliate! Permettetemi di spiegarle.- Billy aveva fatto una breve pausa ad effetto, mentre Elena un po’ cominciava a pentirsi di quello che aveva detto. Sebbene fosse uno scherzo aveva paura di esserci andata troppo pesante, e guardava verso Billy cercando di mascherare un po’ d’apprensione.

- Effettivamente sarei un bugiardo se non dicessi che le attenzioni di tale fanciulla non mi sarebbero dispiaciute affatto, ma evidentemente incontrano più i gusti della signorina certi inglesi ben poco raffinati e dotati del fascino della rude e un po’ volgare mascolinità, doti innate che, decisamente, noi scozzesi me in particolare, non possediamo. Insomma vostra grazia, non ero il suo tipo!-

Elena si era tranquillizzata subito non appena aveva notato che Billy stava allo scherzo. Non le rimaneva che continuare. Mentre rideva di gusto con Billy per via di quel giochetto, aveva pensato a cosa rispondergli, non accorgendosi che la situazione stava sfuggendo dalle mani, ad entrambi.

- Signor Boyd, ma ne è così certo? Eppure, mi perdoni il pensiero ardito, mi sembra che lei come molti scozzesi possegga un certo fascino. Forse non la rude e un po’ volgare mascolinità inglese, ma sicuramente avrà i suoi pregi.-

- Sua grazia, la prego, mi illumini, così che io possa sfruttare queste mie doti alla prossima occasione!-

Aveva risposto Billy, che cominciava a capire dove avrebbe potuto andare a parare quella schermaglia. Era una situazione particolarmente pericolosa, e lui l’aveva capito benissimo, intuendo che anche Elena cominciava a capire. Non essendo il tipo che gli avrebbe lasciato tanto facilmente l’ultima parola, continuava a ribattere, sembrando tranquilla. O forse, nel peggiore dei casi, non si era accorta di niente e lui stava prendendo un sonoro abbaglio. In quel caso stava a lui fermarsi per evitare che fossero dette delle cose che potevano essere fraintese, o cose che nessuno dei due avrebbe voluto dire. Però non aveva voluto farlo, perché nelle parole di Elena non aveva letto una completa immedesimazione al gioco. Forse era Elena che parlava, non Nessie.

Mentre pensava a cosa sarebbe stato meglio fare, tuttavia, non aveva potuto impedirsi di mettersi ad aspettare impaziente la risposta della ragazza.

- Beh… mi delude, pensavo che lei ben sapesse quali sono le sue doti! In ogni modo mi riferivo alla sua rude e un po’ volgare mascolinità scozzese!-

Elena e Billy scoppiarono a ridere insieme, lui pensò che lei era veramente una personalità rara, le sue uscite per lo più erano spassosissime.

- Per dirle la verità la sua mascolinità non è poi così volgare, né rude.- aveva continuato Elena subito dopo.- Ma sappia signor Boyd che alle donne piace molto anche la gentilezza d’animo e gli alti valori legati alla nostra madrepatria Scozia!-

- Che fai, sfotti!?- aveva risposto subito Billy facendo finta di essersi offeso e tornando ad un tono di voce normale.

Elena, seduta accanto a lui con le gambe incrociate, aiutandosi con le mani, si era girata verso di lui mantenendo la stessa posizione, poi aveva guardato verso il lago facendo la vaga.

- Io? Non mi permetterei mai di sfotterti, sul mio onore!- dicendo questo aveva incrociato l’indice e il medio della mano destra, poi aveva allungato il braccio assicurandosi che Billy avesse visto il suo gesto nonostante l’oscurità quasi completa che li avvolgeva, tanto perché fosse ancor più chiaro che il suo giuramento era del tutto fasullo.

In quel momento Billy avrebbe veramente voluto baciarla, trattenere quella mano che lei gli aveva messo davanti al viso e appoggiare le sue labbra a quelle di lei, ma in fede non avrebbe mai potuto fare una cosa del genere. Più il tempo passava e più gli era chiaro che Elena non gli fosse indifferente, ma c’erano anche altri particolari, molti a dire il vero, che gli impedivano di dimostrarglielo. La diversità delle loro vite, il fatto che fra poco più di cinque ore lui sarebbe partito e probabilmente non si sarebbero più visti e, non ultimo, Elena era veramente troppo giovane per lui. Se avesse fatto quel gesto le avrebbe mancato di rispetto, e questo non se lo sarebbe mai perdonato.

- E comunque anche tu sfotti…- aveva osservato dopo qualche secondo Elena. Billy l’aveva guardata con aria interrogativa, poi aveva fatto un sorrisetto ironico comprendendo il motivo di quell’affermazione.

- Ora vorresti negare la tua tempesta ormonale per colpa del mio amico dotato del fascino della rude e un po’ volgare mascolinità inglese?-.

Elena aveva riso.- No no, non la nego affatto, anzi… piuttosto mi riferisco a quando hai confessato a sua grazia che non ti sarebbero dispiaciute certe mie attenzioni. Che bugiardo!-

Elena non si era tanto soffermata a pensare a cosa aveva detto, del resto lo pensava davvero. Quello che non aveva valutato era che così dicendo era stata un po’ troppo sincera.

Billy dal canto suo le aveva sorriso e l’aveva guardata bene negli occhi. Stava agendo d’impulso, non pensando che poi si sarebbe potuto pentire. Aveva allungato la mano verso di lei, sfiorandole lo zigomo destro non l’indice, poi aveva passato le altre dita tra i capelli di Elena e aveva appoggiato la mano sul suo collo, trovando assolutamente piacevole quel contatto, come lo trovava anche lei nel riceverlo.

- Arlecchino si confessò scherzando… non lo dite voi in Italia?- aveva detto sorridendole e continuando ad accarezzarle lo zigomo con il pollice.

Quel gesto aveva un significato estremamente profondo, nonostante la sua semplicità. C’era racchiusa dentro una serie di sentimenti che erano cresciuti, rimanendo inespressi, quasi imprigionati nel limbo dei dubbi che avevano causato. Era da una parte dolce, e dall’altra sensuale, indice di qualcosa di molto profondo.

Billy aveva ritratto la mano subito dopo come se improvvisamente si fosse reso conto di quello che aveva fatto mentre Elena stava in silenzio, non sapendo neanche che dire. Era assolutamente confusa, anche se quell’affermazione non lasciava poi molto spazio ai fraintendimenti. Billy aveva intuito l’entità del suo errore, quindi si decise a porre rimedio quanto più velocemente poteva alla situazione che aveva creato.

- Che dici, torniamo? Fa un bel freddo.-

Aveva ragione, faceva freddo, ma Elena in quei minuti l’aveva proprio scordato.

- Sì, torniamo, è l’ora.- aveva detto alzandosi.

Nel breve tragitto in auto aveva fatto da sovrano il silenzio, e quando Billy aveva riaccompagnato Elena davanti alla porta della sua stanza si erano salutati e dati appuntamento alla mattina successiva non senza un certo imbarazzo.

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** Siamo amici ***


Nuova pagina 1

Capitolo Venticinque - Siamo amici

 

- Che brutta faccia! Ma non hai dormito?-

- Buongiorno anche a te Dom.- aveva risposto serio Billy, poi si era allontanato dalla porta aspettando che Dominic entrasse nella sua stanza con tutta la valigia. Se aveva dormito, non era stato per più di un’ora e quell’ora era stata pure piuttosto agitata.

Dominic continuava a guardarlo incuriosito, e Billy non aveva nessuna voglia di dirgli niente.

- Ho fame, andiamo a mangiare?- aveva detto prendendo la sua borsa e facendo per avviarsi alla porta della stanza.

Dominic aveva annuito ed era uscito, lasciando spazio all’altro che si era guardato intorno per sincerarsi di non aver lasciato nulla prima di chiudersi dietro la porta. Avevano preso l’ascensore ed erano scesi, portando prima le borse in macchina. Le faccende burocratiche le avevano sistemate tutte il pomeriggio precedente, avevano preferito farlo con calma piuttosto che fare tutto di corsa la mattina della partenza, quindi erano andati a fare colazione subito.

Mentre erano seduti al tavolino Dominic aveva continuato a guardare Billy con un po’ d’apprensione. Evidentemente quell’esame delle sue convinzioni l’aveva fatto, e l’aveva anche fatto bene! Ma lui di certo non poteva immaginare da solo di cosa era stata effettivamente teatro quella notte appena trascorsa.

Billy si era accorto di quello sguardo indagatore e aveva guardato Dominic come a dirgli ma che vuoi?

- Ma ti senti bene? Davvero, cazzate a parte sembri davvero sbattuto.-

- Non ho dormito, solo questo.- l’aveva tranquillizzato allora Billy.

- Se guidassi io e tu ti facessi una dormitina in macchina?-

- Sarà meglio, decisamente.-

Dominic aveva cominciato a mangiare le uova che gli avevano portato, Billy era rimasto un attimo perplesso, più per via della stanchezza accumulata, lentamente aveva cominciato a mangiare anche lui.

- Ieri sera ho telefonato a Jenny.- aveva improvvisamente detto Dominic a bruciapelo.

Billy aveva alzato di scatto lo sguardo e aveva guardato Dominic davanti a lui.

- Ah… e com’è andata?-

- M’ha mandato a fanculo.- Dopo aver detto questo aveva ricominciato a mangiare senza aggiungere altro e piuttosto tranquillamente. Billy, preoccupato, aveva posato la forchetta sul piatto.

- Dom, mi disp…-

- Almeno per le prime tre telefonate, poi mi ha fatto parlare.- l’aveva interrotto l’altro. Sulla faccia gli si era steso un sorriso furbetto. Billy aveva sorriso a sua volta.

- Testa di cazzo che non sei altro, mi hai fatto preoccupare!-

 

***

 

Elena si era svegliata verso le nove del mattino o, meglio, si era alzata dal letto. La notte precedente non si era nemmeno tolta i vestiti, si era solo limitata a sdraiarsi sul letto. Non aveva chiuso occhio.

Era stata una stupida. Come aveva fatto a farsi prendere talmente tanto da una banale attrazione fisica da non accorgersi che, nel frattempo, stava nascendo qualcosa di molto più profondo, molto più bello e molto più appagante proprio sotto il suo naso? Con Billy si erano capiti subito, era subito scattato quel qualcosa che aveva reso il loro legame speciale. E lei, persa dietro al sederino di Dominic non l’aveva visto. Il sederino di Dominic, certo, poteva essere davvero un buon elemento di distrazione, ma Elena aveva veramente commesso un errore madornale. 

Quella notte non aveva pensato ad altro. Si era consolata solo considerando che, se anche fosse stata meno cieca, di tutta quella faccenda sarebbe stato meglio non farne niente, in ogni caso. Non potendolo sapere aveva pensato su per giù le stesse cose che aveva pensato anche Billy, elencando nella sua mente tutti i buoni motivi per cui un proseguimento tra loro sarebbe stato impossibile, o molto difficile: la differenza dei loro stili di vita, le loro nazionalità diverse, il lavoro e la posizione sociale di Billy.  L’unica cosa che per lei non rappresentava un problema era la differenza di età, anche se lei stessa riconosceva che per lui avrebbe potuto esserlo.

Magari non era esattamente da persone modeste dirlo, ma Elena di certo non poteva non essere cosciente di non avere vent’anni come età mentale. Questo le aveva sempre creato dei notevoli disagi nei rapporti con i suoi coetanei, spingendola a cercare la compagnia di persone di diversi anni più grandi di lei. Ripensava a quando aveva conosciuto Chiara, un habituè del cineforum che lei frequentava a Firenze. Erano già tre anni che si frequentavano, e la prima volta che si erano parlate era stato proprio dopo la proiezione di un film. Quando Elena aveva chiesto a Chiara quanti anni avesse, lei aveva risposto trentadue, dopo aveva aggiunto:- Spaventata?-

Elena aveva scosso la testa, e sorridendo le aveva ripetuto un no deciso. Dentro di sé aveva già capito che aveva trovato un’amica, quell’amica che, oltre ad essere stata un punto fermo sempre e comunque per almeno un milione di cose, le aveva anche predetto che lei si sarebbe innamorata di qualcuno che sarebbe stato sicuramente di diversi anni più grande di lei.

- Se non ti prendi un trentenne chi ti vuoi prendere? Ovviamente che sia un trentenne intelligente, altrimenti tanto vale che ti metti con uno della tua età…- le aveva detto una volta, Elena non si ricordava più in che occasione. Billy era praticamente coetaneo di Chiara, tra loro non c’erano che cinque mesi di differenza, e lo scoccare di un anno solare.

Si era fatta una doccia, aveva promesso ai ragazzi che li avrebbe raggiunti nella hall qualche minuto prima delle dieci, ora in cui avevano deciso di partire. Mancava più di un’ora all’appuntamento, così aveva potuto fare tutto con calma, anche preparare due biglietti identici con i suoi dati.

Ridacchiando si era guardata la mano, dove le cose che le aveva scarabocchiato addosso Dominic, sebbene avesse tentato di pulirle via più di una volta la sera prima, ancora non se n’erano del tutto andate. Anche dopo la doccia c’erano ancora delle sottili tracce.

Si era vestita con calma, era uscita che mancavano ancora venti minuti alle dieci, quando era arrivata nella hall aveva visto che Dominic e Billy erano già là.

- Passerotta!- Dominic si era alzato e aveva fatto una corsetta verso di lei, arrivato l’aveva abbracciata cominciando a strusciarsi come al sul solito. Elena gli aveva stretto le braccia al collo… se le sarebbe mancato! Con Billy era stato più difficile. Si erano salutati, ma l’imbarazzo della sera prima non se n’era ancora andato, da nessuna delle due parti.

Tutti e tre si erano incamminati verso il parcheggio, Dominic fortunatamente continuava a chiacchierare di quando Elena sarebbe andata a trovarlo a Los Angeles. Si erano fermati davanti all’auto di Billy.

-…ti faccio divertire come una pazza! Guarda che devi venire, è categorico!-

- Dom, come no! Se mi inviterai e potrò, mi piacerebbe un sacco. Non sono mai stata negli Stati Uniti.-

Dominic si era grattato la testa e aveva assunto un’aria pensierosa, Billy che lo conosceva un po’ meglio di Elena aveva capito che stava per fare un discorso serio o, per lo meno, che avrebbe tentato di farlo.

- A proposito, volevo dirti una cosa importante. Io penso di poter parlare anche per Billy, scusatemi entrambi per la mia sicurezza. Comunque, quello che tento di dire, e che penso che tu possa capire tranquillamente, è che noi non ce l’aspettavamo questa cosa, come tutte le cose inaspettate è arrivata un po’ così, forse anche per questo è piuttosto bella…- fece una pausa e sorrise. - Voglio dire, nonostante le incomprensioni che ci possono essere state, per colpa della mia testa di cazzo anche, e questo parlo per me perché con Billy mi sa che tu ci vai parecchio più d’accordo…-

Elena a quel punto aveva interrotto Dominic, perché già sapeva dove sarebbe andato a parare il discorso. Si sentiva un po’ in imbarazzo, si era avvicinata, l’aveva abbracciato forte e gli aveva dato un bacio.

- Zitto Dom, ho capito tutto, non c’è bisogno che ti sforzi tanto, lo so che sei una testa di cazzo e so anche che però sei un orsacchiottone e che non lo fai perché sei cattivo, sei solo un po’ rincoglionito… hai fatto entrare in confusione pure me!-

- Grazie passerotta, è bello sentirsi dire dagli amici che sei una testa di cazzo! Sai, stamattina me l’ha detto anche quel brutto là!- aveva detto ironicamente indicando Billy.

Billy aveva riso, Elena pure. Dal canto suo non sapeva se poteva considerarsi loro amica, il fatto che Dominic l’avesse definita tale l’aveva riempita di gioia.

- Allora salto questa parte e vado al sodo.- aveva detto Dominic quando Elena l’aveva lasciato. - Io voglio davvero cercare di mantenere un contatto con te, per quanto mi sarà possibile, e sarà una cosa difficile, non te lo nascondo… però se ci impegniamo un po’ tutti ce la dovremmo fare. Vero Billy?-

- Certo, Dom ha ragione.- aveva risposto tranquillamente, almeno in apparenza.

Elena a quel punto aveva dato ai ragazzi i foglietti che aveva preparato con i suoi dati, Billy le aveva dato il suo, che rispetto a quello di Elena era lungo il doppio. Aveva scritto tutto con precisione, comunque le aveva detto dove principalmente poteva trovarlo.

- Wow… stai sicuro che non ti perdo!- aveva commentato Elena alla vista di tutti quei dati.

Dominic si era preoccupato:- I miei li hai tutti? Non è che dovrei dartene qualcun altro?-

Elena si era concentrata:- Quello che mi hai scritto sulla mano ieri sera l’ho copiato, poi ho il tuo cellulare e l’e-mail… devo avere dell’altro?-

Dominic aveva scosso la testa abbastanza convinto, poi aveva preso la sua giacca che aveva appoggiato sul tettino della macchina e aveva tirato fuori un cd da una delle tasche, porgendolo ad Elena.

- Per te! Guarda come sono stato bravo! Sono tutte le foto che ho fatto, insetti compresi. Magari non te ne frega granché degli insetti, ma già che c’ero.-

Elena gli aveva sorriso. - Grazie orsacchiottone! Quando sviluppo le mie te le scannerizzo e te le mando per posta elettronica.-

Avevano continuato a chiacchierare per pochi minuti o, meglio, Elena e Dominic avevano continuato a chiacchierare, perché Billy era rimasto in silenzio per quasi tutto il tempo. Quando erano state le dieci si erano decisi a partire, dopo l’ultimo saluto. Dominic come al solito, l’aveva presa in braccio e prima di rimetterla giù l’aveva guardata serio e le aveva detto:- Passerotta… ti avverto! Prima o poi riuscirò ad averti! Sono disposto anche a presentarti ad Elijah se questo ti smuoverà!-

Elena aveva riso, poi si era avvicinata a Billy e aveva abbracciato anche lui.

Se Dominic avesse dovuto descrivere la scena che aveva davanti avrebbe potuto usare una sola parola: potenziale. Potenziale, perché avvertiva chiaramente tutto quello che quei due avrebbero voluto dirsi e, perché no, fare, e che invece rimaneva sepolto solo nei loro pensieri. Era nell’aria.

Sì, nell’aria c’era frustrazione. Gran brutta aria. Il problema era che quest’aria c’era anche in macchina poco dopo.

Dominic si era seduto al posto di guida facendo tutto con molta calma, per vedere se quello zuccone di Billy si fosse deciso a fare qualcosa nel frattempo, oltre che spiare Elena dallo specchietto retrovisore, guardandola con gli occhioni tristi da cucciolo mentre entrava nel suo appartamento. Aveva controllato lo specchietto retrovisore, si era allacciato la cintura di sicurezza con attenzione, poi nuovamente lo specchietto retrovisore. Billy era fermo alla sua destra, non dava segni di vita.

- Dimenticato qualcosa?-

Billy aveva guardato Dominic con aria di chi non vuole capire. - No.- aveva risposto secco.

- Sicuro?- aveva ribattuto l’altro guardandolo bene.

Billy l’aveva guardato cambiando espressione.- No.- aveva detto in tono di rassegnazione.

Dominic aveva sorriso furbetto, aveva tirato su il dito indice della mano sinistra e, facendogli fare una strana curva in aria, aveva pigiato il pulsante che sbloccava la cintura di sicurezza di Billy, mentre l’altro lo guardava perplesso. Quindi gli aveva ripiantato gli occhi in faccia, aveva alzato le sopracciglia sorridendogli e ammiccando. - Vai e colpisci, ciccio!-

- Ma perché mi chiami ciccio? E’ da ieri sera che mi chiami così!-

- In due parole perché sei proprio un ciccio bello! Vai, non tergiversare!-

Billy aveva alzato il suo dito indice e l’aveva puntato verso Dominic come se stesse per dirgli qualcosa. Aveva continuato per qualche secondo ad oscillargli quel dito davanti al naso, poi l’aveva bloccato in aria.

- Vado.-

Dominic si era trattenuto dal ridere, ma appena Billy era uscito e si era avviato verso la porta di Elena, non aveva potuto farne a meno e si era messo a ridere da solo come un cretino. Billy era decisamente stato spassoso, anche se non voleva.

Si era slacciato la cintura di sicurezza e si era girato a guardarlo, sempre ridacchiando. L’aveva visto fermarsi poco prima di arrivare, sembrava perplesso. Quella scena gli sembrava di averla già vista, quando lo vide fare dei passi incerti davanti alla porta rivide sé stesso che, nemmeno una settimana prima, aveva fatto la stessa cosa.

Ripensandoci, già da quella sera aveva avuto come il presentimento che Billy si fosse affezionato ad Elena in modo anomalo, ma dato che l’amico non aveva mai nemmeno accennato per errore alla cosa, Dominic aveva creduto di sbagliarsi. Poi nei giorni successivi quel presentimento si era tramutato in sospetto, poi quel sospetto in qualcosa di molto più concreto. Forse era stato proprio il fatto mi mettere a paragone il suo rapporto con la ragazza e quello che lei aveva con Billy che, oltre al fatto che Jennifer fosse sempre presente nei suoi pensieri, gli aveva fatto chiaramente capire che a ben vedere quello che lui sentiva per Elena non era più che un forte affetto. Il resto era stato pura suggestione. Gli stava venendo in mente quando per ore non aveva fatto che rintontire Billy con le sue riflessioni su Elena e l’amico, per la maggior parte delle volte, lo correggeva, spiegandogli delle cose che lui su Elena non aveva capito o dicendogliene addirittura alcune che lui non conosceva proprio.

Un po’ l’aveva invidiato, doveva essere sincero: aveva capito che Elena con lui si era molto più aperta. Più per il fatto in sé stesso delle confidenze, invidiava quel rapporto complice che si era instaurato fra loro. Pensandoci non è che si potesse lamentare del legame che lui aveva stretto con la ragazza, per dire la verità, adesso, era solo molto curioso di sapere come sarebbe andata a finire tra lei e Billy.

Anche se l’amico non aveva detto niente, Dominic aveva chiaramente percepito quell’alone d’imbarazzo che aveva caratterizzato il loro incontro, forse quella notte non era stata di semplice riflessione.

Nelle sue congetture stava programmando il terzo grado che avrebbe fatto al suo amico appena fosse ritornato in macchina.

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** Non è mai troppo tardi ***


Nuova pagina 1

Capitolo Ventisei - Non è mai troppo tardi

 

Billy si era fermato un momento perché, se da una parte sapeva benissimo cosa voleva dire ad Elena, dall’altra non sapeva se era giusto farlo. Forse era una cosa tremendamente sbagliata dirle cosa provasse ma, del resto, non l’aveva già fatto quella notte?

Certo che l’aveva fatto, senza ombra di dubbio, anche se aveva finto di confessarlo a qualcun altro.

Quel giochino di Nessie fatto al lago che era partito come la più innocente delle cose, era stato una specie di lama a doppio taglio.

Forse era sbagliato anche andare via e non aggiungere nient’altro, lasciare tutto nel vago, permettendo anche che lei potesse pensare che fosse stata una cosa detta tanto per dire.

Alla fine si trovò a decidere solo per sé stesso, valutando che nei confronti di Elena, qualsiasi decisione avesse preso, avrebbe potuto essere sbagliata.

Aveva bussato, ma sembrava che nessuno sentisse, poi ne capì il motivo. Non ci aveva fatto caso prima, ma poi aveva chiaramente sentito che Elena stava cantando e anche a voce piuttosto alta. Non aveva idea di cosa stesse cantando, ma sembrava qualcosa di piuttosto energico, probabilmente si era messa le cuffiette e si era isolata dal resto del mondo, come le aveva visto fare frequentemente.

In effetti Elena spesso somatizzava in quel modo la rabbia e la frustrazione, mettendosi a cantare a voce alta. Era un modo piuttosto sbrigativo di scaricare l’energia negativa, sarebbe stato come mettersi ad urlare; farlo in quel modo le aveva sempre dato l’idea che almeno quella cosa avesse un minimo di senso. Appena si era chiusa la porta dietro le spalle, quando Dominic e Billy erano saliti sull’auto, aveva sentito la rabbia crescere in lei e non aveva trovato modo migliore di esternarla che mettere nel suo lettore cd il nuovo album dei Rasmus e mettersi a cantare con loro. Quel rock melodico la stava davvero aiutando.

Billy provò ad affacciarsi alla finestra, le persiane erano aperte, ma la tenda era quasi del tutto tirata, quindi non riusciva a distinguere molto chiaramente cosa stesse avvenendo dentro, sentiva solo il suono della voce di Elena.

Still feels like the first time… To stand here by your side… Together regardless… We'll walk through the darkness… Still feels like the first day of my life…

Improvvisamente ci fu un momento di silenzio, e Billy colse la palla al balzo per bussare nuovamente, Elena sentì che qualcuno bussava alla porta e, mentre stava seduta davanti al computer, si era girata di scatto verso l’entrata. Si chiese se la persona che stava alla porta l’avesse sentita, si vergognava sempre un po’ di farsi sorprendere in certi frangenti. Si era tolta le cuffiette e aveva buttato il lettore cd sul suo letto. Aprendo la porta era rimasta per un momento in silenzio.

- Sei ancora qui?- gli aveva chiesto, stupita di trovarselo davanti.

Billy non voleva perdersi in inutili chiacchiere, del resto era un mese che non si perdevano che in quelle. Voleva essere diretto, e lo fu.

- Sei pronta per un discorso troppo poco ironico per i tuoi gusti?-

Elena aveva continuato ad osservarlo piena di stupore, aveva quindi aperto la porta completamente e l’aveva fatto entrare, annuendo non molto convinta.

Billy si era guardato un po’ intorno. Erano rimasti entrambi in piedi, l’uno davanti all’altra, e sembrava che l’imbarazzo dovesse ricadere su di loro, ma Billy non era un ragazzino alla prima cotta, quando aveva deciso di fare quella cosa aveva allontanato tutte le incertezze.

Non che la cosa però fosse più facile così, però.

- Mi sono trovato a fare questa riflessione, magari faccio male perché poi forse per te non è così e io mi sono sbagliato. Ieri sera non te l’ho detto tanto per dire, tu veramente mi piaci molto, e se non fosse per tutta una serie di ostacoli che si metterebbero tra noi, è molto probabile che forse avrei fatto un passo più deciso verso di te. Ho sbagliato ieri sera a dirtelo, lo so. E’ come se implicitamente ti avessi chiesto qualcosa, e credimi non era mia intenzione metterti in quella posizione. Io non potrei davvero chiederti mai niente e se ti sto dicendo queste cose è solo perché sento l’esigenza che tu sappia tutto.-

Stavano sempre abbastanza distanti tra loro, Elena continuava ad ascoltare Billy senza interromperlo. Per un momento lui si era fermato, aveva distolto lo sguardo da lei e aveva guardato in un punto imprecisato della parete alla sua destra.

- Dio… è difficile dirti questa cosa, spero di non essere frainteso. Quello che sto provando nei tuoi confronti è una cosa pura, assolutamente non c’è niente che io voglio che tu faccia o dica in proposito.-

A quel punto Elena ebbe chiara la situazione. Capì benissimo che cosa stesse passando per la testa di Billy e anche che, se non fosse stata lei a muoversi per prima, la cosa sarebbe finita lì. E lei non voleva rimanere in silenzio segnando la vera fine di quella storia.

Fu così che si decise ad avvicinarsi e a baciarlo, seguendo un impulso che l’aveva colta improvvisamente, ma non del tutto alla sprovvista. Era il suo modo di fare le cose, quel dimostrare tante emozioni con i gesti, era una peculiarità che le era sempre appartenuta, ma che non aveva esternato mai prima d’ora in quel modo.

All’inizio Billy era rimasto per un momento frastornato, non si aspettava che lei avrebbe avuto quella reazione, ma non ci vollero che pochissimi secondi perché si decidesse a rispondere a quel bacio, intuendo perfettamente il perché di quel gesto.

Elena aveva portato il mento sulla sua spalla mentre ancora lui non si decideva a lasciarla, gli aveva parlato sussurrando dritto nel suo orecchio. - Neanche il mio gesto è vincolante, come non lo sono del tue parole, io non mi aspetto niente da te. Lo so che comporterebbe troppi problemi. Volevo solo farti capire che io provo la stessa cosa per te, non ti sei sbagliato.-

Billy le aveva preso il viso tra le mani e stavolta era stato lui a baciarla.

Subito dopo non si erano salutati, si erano limitati a sorridersi, poi lui era uscito, e non si era guardato indietro.

 

Dominic era prontissimo. Appena Billy era salito sull’auto si era sfregato le mani e aveva assunto un’espressione sorniona:- E allora, ciccio bello?-

Billy con calma si era rimesso la cintura di sicurezza, poi aveva guardato l’amico e gli aveva sorriso.

- Dominic… guida!-

L’altro aveva sorriso a sua volta riallacciandosi anche lui la cintura, ed era partito. Continuava a sbirciare con la coda dell’occhio verso Billy.

- Ti vorrei solo far notare che prima di arrivare ad Edimburgo abbiamo un bel po’ di tempo, e poi oggi pomeriggio abbiamo un bel volo intercontinentale… sei cosciente che ti farò parlare, vero?-

Billy in verità non era molto preoccupato, era euforico e piuttosto felice, come non lo era da un po’. Continuava a sorridere e a guardare fuori dal finestrino, non badando alle bonarie minacce dell’amico.

 

***

 

Dopo aver finito di preparare la sua valigia, lasciando fuori solo il necessario che le sarebbe servito la mattina dopo, Elena aveva ancora davanti a sé un pomeriggio di solitudine da trascorrere. In quei due giorni non aveva avuto altri contatti che non fossero stati con i suoi familiari e con Chiara. Aveva deciso di tornare al lago, nel posto preciso dove lei con Billy e Dominic avevano passato diverse giornate. Aveva preso un mezzo pubblico e poi aveva dovuto camminare per un po’ per arrivarci, era stato molto piacevole farlo, stare da sola le permetteva di pensare.

Arrivata a destinazione si era messa a guardare il lago, con la sua acqua calma e si era persa nuovamente nei suoi pensieri.

Chissà che cosa stavano facendo Billy e Dominic in quel momento. Elena guardò l’orologio, erano appena le tre del pomeriggio la in Scozia. A Los Angeles erano le sette del mattino, probabilmente stavano dormendo. Quel giorno ci sarebbe stata la premiere per l’uscita della versione estesa del Ritorno del Re, ed era anche il compleanno di Billy. Elena ci aveva pensato, ma poi aveva deciso di non telefonargli, probabilmente sarebbe stato già difficile contattarlo per via del fuso, e poi quella probabilmente non era la giornata più adatta. Forse gli avrebbe scritto un e-mail, anche se le sembrava assolutamente banale farlo.

Si era portata dietro la macchinetta fotografica, aveva giusto pochi scatti da fare per finire il rullino, che avrebbe fatto sviluppare in Italia. Sperava che molte foto fossero venute bene, ce ne dovevano essere alcune decisamente spassose, le avrebbe sicuramente scannerizzate una volta a Firenze per Dominic.

Che cosa si portava indietro da quel viaggio? Tutto un mondo che, ironia della sorte, tutto includeva meno che la risposta alle sue domande iniziali, quelle con cui era partita… che ne avrebbe fatto della sua vita?

Qualunque cosa avesse voluto fare, era certa che l’avrebbe affrontata con uno spirito diverso.

 

Improvvisamente Elena vide l’acqua incresparsi. Poteva essere stato solo il vento, anzi, certamente era così. Eppure lei in quel momento aveva voluto credere che fosse stato Nessie. Aveva tirato fuori la macchinetta fotografica e aveva fatto un paio di foto a quelle increspature dell’acqua. Poi, arrivata all’ultimo scatto, aveva allungato il braccio e aveva rivolto l’obbiettivo verso di sé. Magari quella foto non sarebbe venuta, oppure probabilmente non era riuscita ad inquadrarsi bene, ma non le interessava. In quel momento, per la prima volta nella sua vita, aveva desiderato conservare un’immagine di se stessa. Subito dopo era tornata a guardare il lago.

- Grazie Nessie. E’ tutta colpa tua.- disse tra sé e sé, facendo un cenno di saluto verso l’acqua. In fondo nemmeno lei poteva essere tanto certa che Nessie non esistesse, magari in verità era rimasto lì a spiare lei, Dominic e Billy per tutto quel tempo, a godersi quello spettacolo. Magari aveva già capito sin dall’inizio cosa sarebbe successo.

Elena sorrise per quei pensieri che le stavano affiorando alla mente. Si era alzata, aveva raccolto il suo telo e l’aveva rimesso nella sua borsa, facendo per tornare all’albergo, dato che era già più di un’ora che stava là in contemplazione.

Era una pessimista comunque, lo era sempre stata e probabilmente lo sarebbe stata sempre, si ritrovò a pensare che forse non avrebbe visto mai più Billy, e Dominic.

Era stato bello quello che c’era stato tra loro, forse troppo. Elena era certa di essere innamorata di lui, ma non si era tanto soffermata ad analizzare i suoi sentimenti, non aveva voluto farlo e quindi non poteva dire quanto fosse profondo ciò che provava per lui.

L’unica cosa certa era il fatto che lei sarebbe tornata alla sua vita il giorno seguente, mentre Billy era già tornato alla sua. E così doveva essere.

 

Forse per una sorta di equilibrio cosmico, anche Billy in quel momento aveva pensato ad Elena, era stato il suo primo pensiero quella mattina, ancor prima del fatto che quel giorno compiva gli anni e che sarebbe stato quasi tutto il giorno impegnato con il lavoro. Aveva acceso il cellulare e aveva ricevuto dei messaggi di auguri, in segreteria Dominic gli aveva lasciato, a mezzanotte spaccata, un messaggio in cui gli aveva cantato tutta “Tanti auguri a te”.

Tanti auguri a ciccio bello Billyyyy!!! gli aveva cantato quel pazzo scriteriato. Billy aveva cominciato a ridere di gusto appena l’aveva sentito cominciare.

Dominic la sera prima doveva essere stato molto allegro… forse dipendeva dal fatto che Jennifer aveva accettato di accompagnarlo alla festa che ci sarebbe stata quella sera, dopo la presentazione del dvd. Billy era rimasto esterrefatto quando Dominic gli aveva dato quella notizia… in genere quelle erano proprio le occasioni alle quali lui evitava di portarla, le occasioni che avrebbero fatto capire a tutti che erano una coppia fissa. Stava davvero cambiando tutto.

Subito dopo aver riascoltato il messaggio aveva ripensato ad Elena. A differenza della ragazza lui aveva pensato molto a lei in quei due giorni. Forse qualche anno in più faceva comunque la differenza tra loro due, sarà stato anche perché lui era un po’ più ottimista di lei.

In un certo senso sentiva che quella storia non era ancora finita e che qualcosa si doveva ancora compiere. Forse, un giorno, magari non molto lontano, si sarebbero rincontrati.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=9821