My life after William

di Valentina_Rose
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Dopo l'uragano ***
Capitolo 2: *** Una decisione difficile ***
Capitolo 3: *** A new life has begun ***
Capitolo 4: *** Il processo ***
Capitolo 5: *** Ad un passo dalla verità ***
Capitolo 6: *** Every Rose has its thorn ***
Capitolo 7: *** Per Emma, solo per Emma ***
Capitolo 8: *** Di padre in figlia ***
Capitolo 9: *** Turbamenti ***



Capitolo 1
*** Dopo l'uragano ***


Dopo l’ennesimo litigio con il marito, Erin decise che ne aveva abbastanza.
Per amor suo aveva sopportato anni di umiliazioni fisiche e verbali, di violenze psicologiche, di calunnie da parte dei media sul suo conto, ora era stanca e aveva bisogno di ritrovare se stessa.
L’aveva amato tantissimo, aveva pensato che il suo amore sarebbe bastato a farlo guarire dai tormenti interiori che attanagliavano la sua anima fin dalla primissima infanzia, ma le cose non erano andate così.
Per lui aveva rinunciato a tutto, al suo lavoro come modella che amava moltissimo, alle sue amicizie, aveva litigato con la propria famiglia, ma ora doveva pensare a se stessa, ad allontanare dalla propria esistenza quell’incubo che aveva tormentato la sua vita negli ultimi 4 anni.
Non le importava nulla che il marito avesse deciso di non corrisponderle nulla a titolo di mantenimento, non le importava di dover abbandonare la sua lussuosissima villa di Malibu, non le importava di dover lasciare una vita piena di agi…L’importante era iniziare di nuovo a vivere, poter uscire quando voleva senza dover chiedere sempre il permesso, poter frequentare di nuovo le sue amiche senza il fiato di William sul collo, uscire, divertirsi come una ragazza della sua età.
In fondo aveva solo 25 anni e di sofferenze ne aveva già avute dalla vita: prima il padre ricoverato in una clinica psichiatrica, poi il collasso nervoso della madre, a 16 anni aveva dovuto abbandonare la scuola per aiutare la madre a occuparsi del fratello più piccolo, aveva conosciuto parecchie ristrettezze economiche…Ora si sentiva finalmente libera come non si era mai sentita, di uomini per il momento non voleva saperne proprio, si sarebbe dedicata alla sua grande passione per la pittura, avrebbe viaggiato con la sua amica Taryn che negli ultimi tempi aveva visto pochissimo.
Sua madre era contenta della decisione che aveva preso, le aveva detto che l’avrebbe tranquillamente ospitata per un periodo sabbatico, durante il quale lei doveva solamente pensare a riposarsi e stare bene.
I suoi famigliari avevano notato che Erin era cambiata molto: era sempre silenziosa, non rideva quasi mai e sobbalzava appena sentiva un minimo rumore o qualcuno che alzava il tono di voce.
I suoi 4 anni con William l’aveva segnata profondamente, era stato l’uomo più importante della sua vita, l’aveva amato tantissimo, ma nello stesso tempo era stata indelebilmente segnata dalle sue violenze e dal suo carattere instabile.
Certo aveva vissuto anche dei bei momenti con lui, ma erano relativamente pochi.
Aveva chiesto a sua madre e suo fratello di essere lasciata per un po’ da sola, voleva evitare le telefonate di amici e parenti che volevano contattarla, voleva evitare la curiosità della gente e dei media sul suo rocambolesco matrimonio annullato neanche un anno dopo, aveva chiesto perfino che dalla sua camera sparissero TV e riviste, sapeva che la fine del suo matrimonio e il successivo annullamento erano uno degli eventi mondani del momento e le dava fastidio leggere continue illazioni sul suo conto nonché vedere la foto del suo ex in prima pagina su tutte le copertine.
Cosa ne sapevano i giornalisti di lei?Qualcuno era mai venuto a chiedere la sua opinione su qualcosa?Perchè senza conoscerla la additavano come una donna senza scrupoli, scrivevano che aveva chiesto e ottenuto dal marito come buona uscita un milione di dollari e che li aveva sperperati in meno di una settimana, dicevano che avesse avuto parecchi amanti, che era una ex drogata, una prostituta di alto bordo che cercava ricchi amanti…Senza contare il fatto che non sapeva come avessero fatto ad avere l’indirizzo di sua madre ed ogni giorno ricevesse lettere da fan ossessionate con il suo ex che la minacciavano di morte perché aveva osato rompere il sogno d’amore del loro beniamino, che le scrivevano se fosse pazza ad averlo lasciato e come avesse fatto un uomo bello, intelligente come lui a innamorarsi di una stupida senza cervello come lei…
Ma che ne sapevano loro di William?Lo conoscevano abbastanza?E possibile che si facessero un’idea di lei così bassa solo per un video andato in onda su MTV dove William la presentava al pubblico come sua moglie e dove lei era ubriaca e anche un po’ imbarazzata e si era limitata a dire “Hello, hello”.
Erin chiedeva solo di essere dimenticata…Se il tormento che le procuravano i media ed i fans di suo marito e della sua band non si fossero placati, aveva già parlato con sua madre e deciso di andare per un po’ da uno zio in Inghilterra, paese d’origine di sua madre, almeno la sarebbe stata lontana dai riflettori per un po’ di tempo.
Oltre allo stress psicologico che stava vivendo, Erin non stava bene neanche fisicamente.
Da Novembre, da quando si era separata da William, aveva forti capogiri, nausea, inappetenza e dopo due mesi non le erano ancora comparse le mestruazioni.
Pensava fosse dovuto allo stress della situazione che stava vivendo, in passato le era già capitato di saltare per un mese il ciclo e le sue mestruazioni non erano mai state regolari…Poi lei e William avevano sempre utilizzato precauzioni, non poteva essere incinta.
La sua mente si rifiutava di pensare che fosse incinta, nella sua vita già complicata una gravidanza non era possibile.
E poi non voleva più saperne di quell’uomo, ci mancava solo che aspettasse un figlio da lui.
Non voleva preoccupare sua madre, già parecchio in ansia per lei, e nemmeno i suoi fratelli, così ne aveva parlato solo con Taryn.
Taryn era rimasta sconvolta dalle parole dell’amica e l’aveva invitata a effettuare un test di gravidanza…Dopo vari tentennamenti, Erin fece il test a casa dell’amica e nel momento in cui si accorse che era positivo, avrebbe voluto sprofondare sotto 40 metri di terra.
Aveva già un sacco di casini da risolvere, come avrebbe potuto risolvere anche questo???
Era talmente in bambola che sentiva le parole dell’amica che pronunciava il suo nome in lontananza, come se non fossero rivolte a lei…Cosa avrebbe fatto?Doveva dirlo a suo madre?
 

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Capitolo 2
*** Una decisione difficile ***


Erin dopo lo shock iniziale ritornò in se stessa e decise che forse si trattava di un falso allarme, quei test di gravidanza della farmacia molte volte sbagliavano, meglio prenotare un esame di laboratorio. Per il momento non avrebbe detto nulla a sua madre o ai suoi fratelli, appena possibile avrebbe preso un appuntamento dal Dott. Johnson che la conosceva da quando era bambina, così si sarebbe tolta ogni dubbio. Sicuramente non era incinta, il test del laboratorio avrebbe dato esito negativo e lei sarebbe tornata a progettare con la sua amica Taryn quel famoso viaggio che dovevano fare da tanto tempo. Taryn concordò con lei che era meglio effettuare delle visite più approfondite e la invitò a mangiare con lei un bel gelato per scacciare tutte le ansie e le preoccupazioni. Ma Erin non ne aveva voglia, rispose che era stanca e voleva tornare a casa. Taryn non insistette più di tanto e lasciò andare l’amica, ribadendole di riposarsi e di chiamarla se ne avesse avuto bisogno. Quella sera Erin quasi non toccò cibo, non aveva fame e la sua mente era altrove…Il pensiero di un’eventuale gravidanza la tormentava e sua madre si accorse subito che qualcosa non andava. Prese Erin tra le braccia e le disse che non si doveva preoccupare, che la sua mamma era lì per lei e che l’avrebbe protetta. Erin era sempre stata la sua figlia preferita, era sempre stata una bambina buona e servizievole, di indole tranquilla e voleva solo fosse felice. Erin baciò teneramente la madre e le disse che il giorno successivo sarebbe andata come da suo consiglio dal Dott. Johnson a farsi visitare. Ovviamente la madre non sospettava nulla della gravidanza di Erin, lei non aveva accennato neppur al suo ritardo per non preoccuparla…Ufficialmente Erin andava dal medico per farsi prescrivere qualcosa che la facesse dormire la notte e delle vitamine, ma il suo intento era un altro. La ragazza ebbe un sonno agitato per tutta la notte, era al sicuro nella sua casa, ma i ricordi la tormentavano. Da quando si era messa con William aveva iniziato a soffrire d’insonnia, capitava più volte che lui rientrasse a notte fonda dalle prove con la sua band e la svegliasse per farsi cucinare qualcosa, perché aveva voglia di passare la notte con lei o semplicemente per farle dispetto e se lei non si alzava prontamente dal letto erano guai. A volte rientrava ubriaco, altre volte era in preda ai propri deliri, altre volte invece era di buon umore, non sapeva mai cosa aspettarsi. Così aveva sviluppato un sonno intermittente, agitato, non riusciva a dormire più di 3 ore senza svegliarsi qualsiasi momento della giornata fosse. Si rendeva conto solo ora di tutti gli strascichi che quell’unione infelice avevano avuto su di lei e la sua famiglia…anche i suoi fratelli e sua madre sembravano invecchiati, infelici avevano sofferto insieme a lei. Solo alle prime ore dell’alba riuscì a prendere sonno e si alzò intontita alle 8 quando sua madre la chiamò per andare dal medico. Fece una doccia rapida, bevve in fretta una tazza di caffè e si recò dal medico. Ci volle andare da sola, senza sua madre o Taryn e a piedi, una passeggiata le avrebbe rinfrescato le idee e tirato su il morale. Percorse delle stradine secondarie per non incontrare nessuno dei suoi amici o conoscenti e arrivò dal medico in meno di venti minuti, la sala d’aspetto fortunatamente era ancora vuota. Il Dottor Johnson le sorrise e la fece accomodare subito. Era stato il medico di Erin fin da quando era bambina e la conosceva bene, si ricordava ancora di quando le faceva le vaccinazioni e lei rimaneva così tranquilla, calma mentre ai suoi fratelli doveva sempre promettere lecca lecca o caramelle per convincerli a farsi fare l’iniezione. Sapeva del recente matrimonio di Erin e della sua turbolenta relazione con quel metallaro, quello strano tipo che non gli era mai piaciuto, ma evitò di fare troppe domande alla ragazza e si limitò a chiedere come stavano sua madre Venetia ed i suoi fratelli. Dal volto teso e serio della ragazza aveva capito che era meglio non chiedere nulla di troppo personale. Erin elencò tutti i vari problemi di salute che stava riscontrando al momento, inappetenza, nause, insonnia, nervosismo e poi arrivò a dirgli che aveva un ritardo di circa due mesi e che aveva effettuato un test di gravidanza risultato positivo. Il Dottore le disse che le avrebbe prescritto un esame di laboratorio mirato a scoprire se fosse incinta o meno e che per il momento non poteva prescriverle dei tranquillanti, si limitò a fornirle alcuni integratori. Sempre senza che lei dicesse nulla, il Dott. Johnson le fornì il nominativo di un centro analisi in periferia dove erano molto veloci e discreti, così si sarebbe evitata la trafila di passare per il suo laboratorio. Erin lo ringraziò e gli disse che sarebbe tornata da lui appena ottenuto il responso delle analisi. Decise di recarsi immediatamente al centro analisi, non voleva rientrare a casa con la prescrizione del medico, sua madre si sarebbe insospettita e avrebbe iniziato a farle domande sul perché non si receva nel laboratorio del Dott. Johnson dove loro conoscevano tutti bla bla bla…I suoi famigliari per proteggerla stavano iniziando a divenire troppo pressanti. Per andare al centro analisi doveva prendere un autobus, a piedi era troppo lontano così si fermò vicino alla pensilina ad aspettare. Improvvisamente provò un forte dolore al basso ventro, come se le stessero conficcando un punteruolo nelle viscere, il dolore era talmente forte che si sentiva mancare. Le girava anche la testa, si appoggiò ad un palo sperando che le passasse, ma invano…Non riusciva a prendere l’autobus in quelle condizioni, così a stento raggiunse una cabina telefonica e chiamò Taryn, spiegandole dove si trovava e chiedendole di raggiungerla appena possibile. Taryn capì dalla voce dell’amica che qualcosa non andava e piantò tutto per raggiungerla. Appena la vide, si spaventò: era pallidissima e non riusciva a parlare…Così la caricò in macchina e la portò al pronto soccorso. I medici la visitarono immediatamente e non le lasciarono scampo: era incinta di quasi tre mesi e se non iniziava a curarsi e riposarsi non lo sarebbe stata ancora per molto. Aveva quasi rischiato di abortire spontaneamente, era ora che si prendesse cura di se stessa e del bambino. Facendo un rapido calcolo, Erin constatò che doveva essere rimasta incinta più o meno a fine Settembre inizi Ottobre quindi un mese prima di lasciare William. Dato che nel momento in cui aveva scoperto di essere incinta era scoppiata a piangere, l’infermiera le aveva detto che era ancora nei tempi per interrompere la gravidanza. Taryn ribadì che non era costretta a tenere quel bambino, che quello non era il momento giusto per avere un figlio. E poi suo marito era pazzo, voleva mettere al mondo un bambino con gli stessi problemi? Erin sapeva che l’amica non aveva tutti i torti, ma le parole del medico l’avevano colpita “E’ ora che lei si prenda cura del suo bambino”, le suonavano in testa come un monito…Aveva rischiato per poco di perderlo, ma se le cose erano andate diversamente era perché quel bambino aveva intenzione di nascere. La notizia della sua gravidanza turbò profondamente sua madre, sua sorella e suo fratello che tentarono invano di convincerla ad abortire, ma lei era decisa più che mai ad avere il suo bambino. Suo figlio poteva essere la sua speranza per il futuro, ora aveva ritrovato uno scopo per cui andare avanti. Sapeva anche che suo marito amava molto i bambini e che all’inizio del loro matrimonio quando le cose erano andate bene, progettavano entro l’anno di avere un figlio, ma poi tutto era precipitato e il loro progetto era andato in fumo…Lui aveva sempre espresso a Erin il desiderio di formarsi la famiglia che non aveva mai avuto e di dare ai suoi figli l’amore che gli era mancato da piccolo, un figlio sarebbe stato tutto ciò che desiderava, ma lei veramente non se la sentiva di tornare a avere contatti con quell’uomo. Solo un’ordine restrittivo del tribunale gli aveva impedito di continuare a tormentarla, se avesse saputo che aspettava un figlio suo si sarebbe scatenato il finimondo. Lei aveva bisogno di tranquillità, aveva già rischiato di perdere il bambino e ora doveva stare attenta. La casa di sua madre a Los Angeles era “troppo in vista”, così seguendo anche il consiglio della sua famiglia decise di andare da suo padre nel Kentucky. Lui aveva abbandonato il mondo della musica da anni e dopo essere uscito dalla clinica dove era stato ricoverato, aveva comprato un ranch insieme alla sua nuova compagna e si era dedicato all’allevamento di cavalli. Negli ultimi anni Erin aveva visto suo padre solo due volte e non sapeva come lui l’avrebbe accolta, incinta per di più. Ma se questa era l’unica soluzione per far star bene suo figlio, era disposta anche ad andare da suo padre…

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Capitolo 3
*** A new life has begun ***


Don, il padre di Erin, fu felicissimo di rivedere la figlia dopo quasi 2 anni dal loro ultimo incontro. Le fece conoscere Jane, la sua nuova compagna che aveva 15 anni meno di lui. L’accoglienza di entrambi la fece sentire meglio, la loro casa nelle campagne intorno a Paducah le piaceva moltissimo…Un ranch di ampie dimensioni con annessi dei campi di mais ed un allevamento di cavalli, una sistemazione lontana anni luce dall’abitazione di sua madre a Los Angeles o dalla villa dove aveva abitato con William a Malibu. Suo padre era conosciuto da tutti in città e si era fatto parecchi amici, la gente del Kentucky è schietta e sincera e Erin finì per ambientarsi alla perfezione. Insieme a suo padre, oltre a Jane, viveva anche la figlia di lei, una bambina di 10 anni di nomi Harlow, che si affezionò molto ad Erin. Erin era coccolata e vezzeggiata dal padre, felice all’idea di diventare nonno. Don aveva preso bene la notizia della gravidanza di sua figlia, molto più di come l’aveva presa l’ex moglie Venetia e non la smetteva più di comprare vestitini, giocattoli per il suo futuro nipote, il cui sesso non era ancora noto. Disse anche a Venetia di non telefonare così insistentemente ad Erin, che lei stava bene e che lui e la sua compagnia non le stavano facendo mancare nulla. In effetti Erin stava bene nel Kentucky, temeva all’inizio che le mancasse la metropoli, ma così non fu e la gravidanza di Erin trascorse in modo sereno. Dovette restare a letto il più possibile e ogni 15 giorni doveva sottoporsi a dei controlli per evitare nuove minacce d’aborto, all’ospedale di Paducah, il Western Baptist Hospital, erano molto competenti e affidabili e non appena seppero che era la figlia di Don la trattarono con particolare riguardo. Erin era felice anche per il padre, con Jane e sua figlia Harlow aveva trovato finalmente il proprio equilibrio, era lontano anni luce da quell’uomo depresso e infelice che aveva conosciuto nella sua infanzia. Il Kentucky con la sua tranquilla monotonia aveva curato la sua depressione e la vicinanza di una donna come Jane erano stati un toccasana. Erin era ormai giunta al settimo mese di gravidanza, i mesi erano passati in fretta e anche il suo umore e la sua salute erano migliorati. Aveva messo su qualche chilo, ora riusciva a dormire anche 6 ore di fila. L’unico episodio che l’aveva turbata era avvenuto un mese dopo che si era trasferita nel Kentucky: aveva saputo da suo fratello che William si era recato a casa di sua madre non curante dell’ordine restrittivo e l’aveva presa a male parole accusandola della fine del suo matrimonio e intimandole di dirgli dove era sua moglie…Solo l’intervento della polizia e l’arresto di William avevano placato gli animi. Un giorno di Maggio, al settimo mese e mezzo di gravidanza, Erin stava sdraiata nella propria camera da letto guardando la TV (aveva ripreso anche a guardare la TV e leggere giornali, ma evitava accuratamente trasmissioni musicali e riviste di gossip) quando il film che stava guardando venne interrotto dalla striscia pomeridiana del telegiornale. Tra le ultime notizie trasmesse quella che il famoso cantante dei Guns N’ Roses, Axl Rose, si era fidanzato ufficialmente con la supermodel Stephanie Seymour. La coppia venne intervistata nella villa di Malibu dove una volta avevano vissuto insieme Erin e William e sembravano il ritratto della felicità, così belli, famosi, innamorati. In più William affermava durante l’intervista che grazie a Stephanie aveva conosciuto le gioie della paternità, infatti la modella aveva un bambino di quasi un anno che lui considerava già come figlio suo. Una fitta attanagliò lo stomaco di Erin…Lei era lì incinta del loro primo figlio e lui se la spassava con una stangona e per di più diceva di considerare il figlio di lei come se fosse suo?Era ovvio che lui non potesse immaginare di star per diventare padre, Erin non gli aveva detto nulla. Guardò bene il servizio e dentro di sé pensò che William aveva scelto proprio una bella fidanzata…Molto diversa da lei, così appariscente, con un corpo perfetto…Conosceva già il suo nome perché l’aveva vista parecchie volte sulle copertine dei giornali, ma non avrebbe mai immaginato che sarebbe diventata la fidanzata di William. Un pensiero terribile attraversò la mente di Erin: se lui appariva così innamorato di Stephanie, voleva dire che il problema nella loro relazione era stata lei…La relazione era naufragata per colpa sua…Evidentemente non aveva fatto abbastanza per lui, non l’aveva saputo prendere dal verso giusto. Erin che aveva gli ormoni in subbuglio per la gravidanza, fu presa da un momento di sconforto e scoppiò a piangere…Chiamò la sua amica Taryn e si confidò con lei. Taryn confortò l’amica e le disse di pensare alla nascita imminente del suo bimbo. Le parole di Taryn la fecero sentire meglio, era sempre capace di confortarla nel momento giusto. Da quel giorno Erin evitò di guardare la televisione, si dedicò a leggere libri, aiutare Jane in cucina, finchè il giorno tanto atteso del parto arrivò. Con un una settimana di anticipo rispetto la scadenza fissata (il parto era previsto per l’8 di Luglio) Erin entrò in travaglio e venne portata dal padre all’ospedale di Paducah. Per evitare la presenza soffocante della madre e dei fratelli che negli ultimi tempi sembravano contestare ogni sua decisione, chiese al padre di informarli solo a nascita avvenuta. Non aveva voluto conoscere il sesso del bambino, non sapeva perché ma sperava fosse maschio e somigliasse a lei e non aveva deciso nemmeno il nome, sapeva solo che sarebbe stato con la E come il suo così da suonare bene con il cognome. Dato che il suo matrimonio era stato annullato, Erin era tornata nubile e quindi stava per diventare una ragazza madre, quindi il bimbo/a avrebbe preso il suo cognome. Il parto non fu facile, il travaglio durò quasi 12 ore e finalmente alle 17 del 29 Giugno 1991 Erin diede alla luce una bellissima bambina che chiamò Emma. La bambina contrariamente ai desideri di Erin era la fotocopia del padre, Erin quando la vide ricordò di aver visto una foto di William da appena nato ed erano identici. Restò un po’ scossa, ma poi una volta che la prese in braccio ebbe occhi e pensieri solo per lei…quella bambina era davvero un miracolo e lei voleva godersela il più possibile. Come stabilito il padre avvisò i famigliari e gli amici quando la bambina era già nata, Erin e Don dovettero sorbirsi la predica di Venetia che sgridava la figlia per non averla avvisata dell’imminente parto…Sua madre le voleva bene ma era una grandissima rompiscatole e si infuriò ancora di più quando seppe che figlia e nipote non sarebbero tornate con lei a Los Angeles, ma rimaste a Paducah con Don e Jane. Erin voleva crescere sua figlia in un posto sano e tranquillo anche se un po’ provinciale. In più, aveva deciso di avviare aiutata dal padre una propria attività per poter mantenere se stessa e sua figlia, senza dover più chiedere nulla a nessuno. Unì due grandi passioni che aveva: quella per la pittura e per il giardinaggio e aprì un piccolo negozio di piante e fiori, dedicandosi anche alla composizione di “gioielli” e ornamenti fatti di fiori. Era particolarmente brava e in poco tempo si fece della clientela affezionata. Con i primi guadagni riuscì a prendere in affitto un appartamentino dove andò ad abitare con la sua bimba. La bimba era davvero bella, somigliantissima al padre con gli stessi capelli rossi ed occhi verde/azzurro, paffutella e felice, il ritratto della salute. Era una bimba molto tranquilla e lei avendo un’attività in proprio poteva occuparsene senza dover ricorrere a baby sitter o chiedere aiuto a suo padre, che comunque non vedeva l’ora di stare per un po’ con la sua Miss come lui definiva la nipotina. Il tempo scorreva e Erin finalmente aveva trovato la serenità che meritava, stare con sua figlia era la cosa che amava di più, non avrebbe mai pensato che fare la mamma le sarebbe piaciuto così tanto e per lei Emma era davvero la cosa più bella che le fosse mai capitata. Quel giorno di Marzo 1993 Erin e Emma erano a casa entrambe con l’influenza. Erin pensava ogni tanto a William, ma presa com’era dalla bambina e dal lavoro aveva smesso di guardare la TV, gli unici programmi che vedeva erano i cartoni animati insieme alla sua bimba. Comunque quel giorno, ricevette una telefonata da parte di uno studio legale californiano, tali Scibetta&Watson e si chiese cosa potesse volere uno studio legale da lei. Non aveva pendenze con la legge, pagava regolarmente le tasse, i libri contabili del suo negozio erano a posto, cosa poteva aver fatto?Prima di sentire cosa stava per dirle uno degli avvocati, un brivido le salì lungo la schiena: e se William avesse saputo dell’esistenza di sua figlia e volesse reclamarne la paternità e magari anche l’affidamento?Lei negoziante di provincia contro una rock star multimilionaria? No, non poteva essere…Aveva interrotto da quando era rimasta incinta ogni frequentazione con amici che avevano in comune, l’unico che vedeva era Alan Niven, ex manager della band che però da anni non parlava con William…Non aveva avuto più contatti nemmeno con gli altri membri della band… Il suo fantasticare venne interrotto dalla voce dell’avvocato che le spiegò che la contattava da parte della Sig.ra Seymour nella vertenza per violenza domestica contro il Sig. Rose, la Sig.ra Seymour chiedeva che lei comparisse in giudizio al processo intentato contro di lui. Stephanie aveva saputo che Erin era l’ex moglie di William e voleva che lei testimoniasse in suo favore contro di lui sostenendo la sua accusa di abusi fisici e psicologici, violenze e percosse. Erin cercò di sviare la questione adducendo il motivo che aveva un negozio da portare avanti da sola e che suo padre non stava molto bene, non nominò la bambina per paura che la sua esistenza fosse messa agli atti e arrivasse alle orecchie di William. Ma a nulla valsero le sue scuse, l’avvocato le intimò che il fatto di non comparire aveva rilevanza penale e che la mancata comparizione sarebbe stata giustificata solo da motivi di natura fisica, come malattie, paralisi, etc cosa che non era il caso di una giovane in salute come lei. Quindi la invitò a comparire presso il tribunale di Los Angeles con un legale di fiducia il giorno 26 Marzo 1993 alle ore 10,00. Erin era scioccata: il suo piccolo mondo stava per andare in frantumi non solo avrebbe dovuto testimoniare a favore di una persona che nemmeno conosceva e che l’aveva tirata in mezzo nelle proprie questioni personali senza nemmeno chiederle il consenso, ma doveva anche rivedere il suo ex e riportare alla memoria episodi infelici del passato che aveva faticato a dimenticare e poi non voleva lasciare sola Emma…Da quando era nata non si erano mai separate. In più il pensiero che William potesse sapere della piccola, la tormentava: come avrebbe reagito?Magari davanti a tutti le avrebbe messo le mani addosso per non avergli detto che era incinta e se la cosa fosse diventata di dominio pubblico chissà i media come si sarebbero scatenati…Altro che tranquilla vita a Paducah, l’avrebbero rincorsa fin sotto casa per ottenere una sua dichiarazione. Si mise a riflettere attentamente e decise punto 1 avrebbe lasciato sua figlia a Paducah da suo padre e Jane, poco importavano le lamentele di sua madre che voleva vedere la nipotina, punto 2 avrebbe messo in chiaro con la Sig.ra Seymour che sarebbe comparsa in tribunale, ma che non avrebbe rilasciato nessuna dichiarazione ai rotocalchi e la cara ragazza avrebbe fatto bene a non citare il suo nome o fatti della propria vita privata ai media pena una bella citazione per violazione della privacy. Punto 3 avrebbe fatto finta di nulla davanti a William, avrebbe chiesto al suo avvocato di limitare al solo processo gli incontri con lui e finito il processo sarebbe immediatamente tornata a Paducah dove la aspettavano i suoi affari e la sua bambina.

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Capitolo 4
*** Il processo ***


Il giorno del processo Erin era particolarmente agitata.
Erano quasi 3 anni che mancava da Los Angeles e rivedere la metropoli in tutto la sua grandezza e sfavillanza le metteva un certo timore…In più Emma le mancava terribilmente, erano solo le 9 del mattino ed aveva già telefonato 5 volte al padre per sapere come  stava la piccola e suo padre l’aveva presa in giro dicencole che la Miss non voleva essere disturbata da quella rompiscatole della sua mamma e che il suo segretario (il nonno) avrebbe dovuto prendere nota del messaggio.
Erin rise alla battuta del padre, le seriva per allentare la tensione.
 
Come legale aveva scelto il nuovo compagno di sua madre, ma era più una cosa a livello simbolico.
Erin non vedeva l’ora che il processo fosse terminato e voleva tornare a casa.
In tribunale la fecero sedere in fondo all'aula accanto al suo avvocso e lei cercç di mascherare il più possibile la sua presenza.
La prima a comprarire fu Stephanie seguita dai suoi avvocati.
Era vestita con un elegante tailleur pantalone griffato, con i capelli lunghi lisci di un rosso lucente, il fisico perfetto, sembrava pronta per un servizio fotografico.
Lei, al contrario, si era vestita semplicemente: un paio di jeans, un maglioncino, scarpe basse e aveva legato i capelli in una coda di cavallo.
All’improvviso in aula comparve William con il suo manipolo d’avvocati.
Sia lui che Stephanie si erano rivolti ai migliori avvocati di Los Angeles, nessuno dei due intendeva mollare il colpo, non erano come lei che non vedeva l’ora di tornare a Paducah a vendere i suoi fiori e che era rappresentata dal compagno di sua madre, un avvocato 50enne che si era laureato già 30enne facendo lo scaffalista per pagarsi gli studi.
Erin notò che anche William era affascinantissimo, con i lunghi capelli rossi sciolti lungo le spalle, la barba incolta e indossava un elegantissimo completo verde, che faceva risaltare ancora di più i suoi occhi e la sua carnagione di porcellana.
William e Stephanie erano bellissimi insieme, le era capitato di vederli insieme sulle copertine delle riviste ed erano fantastici…Aveva saputo che lui era andato a prenderla a cavallo, una cosa così per lei non l’aveva mai fatta.
Per riconquistarla le aveva regalato un canarino in una gabbietta, che lei aveva chiamato Charlie e che aveva ancora con sé nella sua casa di Paducah.
Certo le aveva dedicato una bellissima canzone, uno dei suoi maggiori successi…Ma pensava che Stephanie fosse davvero il suo più grande amore, non sapeva perché ma questo pensiero le frullava per la testa.
Il processo iniziò e gli avvocati si contesero a colpi di testimonianze varie, lettere, registrazioni,… la scena.
Stephanie lamentava di essere stata picchiata, aggredita verbalmente da William durante una festa di Natale, sosteneva che lui avesse offeso anche sua madre in presenza di tutti gli invitati e che l’episodio non si fosse limitato a quella volta, ma che ce ne fossero stati parecchi altri.
William sosteneva invece che era stata lei ad aggredirlo e che l’aveva a sua volta malmenato addirittura afferrandolo per i testicoli.
In più lei aveva organizzato a casa di William un party a base di cocaina davanti a Dylan, il figlioletto di soli 2 anni e aveva venduto ben 350.000 dollari di gioielli che lui le aveva regalato per San Valentino.
Erin pensava a ciò che era accaduto a lei…Non aveva voluto intentare nessun processo contro William, nonostante tutti le consigliassero di farlo per tutelarsi anche da un punto di vista economico, dato che con l’annullamento del matrimonio non le sarebbe spettato nulla.
Ma a lei interessava solo riprendere in mano la propria vita, i soldi venivano dopo.
Non aveva voluto nemmeno le royalties che le aveva proposto William relative alla canzone dedicata a lei “Sweet child o’ mine”.
Stephanie invece che di soldi ne aveva già tanti sembrava ben intenzionata a vincere la causa anche per ottenere un risarcimento economico.
 
I suoi pensieri furono interrotti dal pubblico ministero, che la chiamò a testimoniare alla sbarra insieme al suo avvocato.
William non doveva aver notato finora la sua presenza, perché nel momento in cui sentì il suo nome, le lanciò un’occhiata furibonda e sentì che sottovoce pronunciava la parola “Stupid bitch” ovviamente rivolta a lei.
Per tutta la durata del processo William si era mantenuto abbastanza calmo, ma non appena la vide in aula iniziò a sbraitare contro di lei, lanciandole parole poco edificanti come “donna di strada, femmina di maiale” e altro.
Sia gli avvocati che il pubblico ministero dovettero richiamare William all’ordine e alla fine, visto che lui non si calmava, lo trascinarono fuori dall’aula e lo condannarono a pagare un’ammenda di mille dollari per resistenza a pubblico ufficiale e intralcio alla pubblica autorità nello svolgimento della propria funzione.
Erin aveva visto quegli occhi di fuoco che la fissavano ed una serie di dolorosi ricordi erano riaffiorati alla sua mente: ricordava di quando lui in preda ai fumi dell’alcool l’aveva quasi violentata, di quando ad una grigliata tra amici aveva perso la bussola per non si ricordava neppure quale parola lei avesse detto e l’avevay colpita con uno spiedo per arrostire la carne, fatta cadere e trascinata per i capelli, di quando l’aveva chiusa nuda e sanguinante nell’armadio e tanti altri episodi simili…I suoi scatti d’ira erano imprevedibili, si accendeva come una miccia anche per le cose più banali, una parola fraintesa, un oggetto lasciato fuori posto, il telefono che squillava e lo svegliava…
Spesso era finita in ospedale per causa sua, per coprirlo aveva riferito di essere caduta da sola, di essere inciampata, una volta poi era talmente piena di lividi che aveva dovuto rinunciare ad un servizio fotografico per Scavullo e da lì la sua carriera di modella si era interrotta.
Ma per amore aveva sopportato tutto questo, per anni lo aveva giustificato con amici e parenti che le consigliavano di lasciarlo per porre fine alle sue sofferenze.
In tribunale riferì ciò che aveva subito negli anni di convivenza con William, più volte venne incalzata dalle domande dei suoi avvocati che subdolamente cercavano di metterla in difficoltà con domande trabocchetto.
Alla fine della sua deposizione, Erin chiese al suo avvocato di poter lasciare l’aula, era troppo scossa per quanto successo e voleva starsene un po’ in pace.
La sera stessa ripartì per Paducah, non fece parola al padre di come era andato il processo e si tenne lontana da telegiornali e quotidiani, la ferita in quel momento bruciava ancora.

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Capitolo 5
*** Ad un passo dalla verità ***


Per due settimane Erin non seppe più nulla del processo. Continuò tranquilla la sua vita a Paducah dedicandosi a Emma ed al suo negozio. guardò la televisione e lesse le riviste, ma non c'era nessuna notizia che riguardasse il processo, questo la fece sentire più tranquilla. Finchè ricevette una nuova telefonata dall’avvocato di Stephanie che le comunicava che il processo si era chiuso con il patteggiamento e che il giudice aveva deciso quale somma conferire a lei ed alla Sig.ra Seymour. Erin rimasse basita, non aveva preteso un dollaro da quel processo e nemmeno li voleva i soldi del suo ex, lui era uscito dalla sua vita tre anni prima e di lui non voleva più saperne. Si infuriò e ribadì che lei non aveva mai effettuato nessuna richiesta di risarcimento, ma l’avvocato le rispose che nell’istanza presentata da Stephanie era presente una clausola che prevedeva che parte del risarcimento finisse alle persone che aveva testimoniato in suo favore, iniziando dalla ex moglie di William. Questo era davvero troppo per Erin, più chiedeva di poter vivere la sua vita lontano da lui, più c’era qualcosa che glielo ricordava…Non solo aveva messo al mondo una figlia che era la fotocopia del suo ex, ora doveva accettare anche il suo denaro. Finora se l’era cavata da sola con sua figlia e così voleva continuare a fare, inoltre suo padre era benestante e l’avrebbe potuta aiutare in caso di difficoltà.. Un Everly che si rispetti non si vende per denaro, era quello che le avevano sempre insegnato i suoi genitori ed anche in periodi di gravi ristrettezze tutti loro si erano sempre rimboccati le maniche senza chiedere nulla a nessuno. Lei era una donna profondamente orgogliosa e negli anni di convivenza con William le era pesato farsi mantenere, ma era stato lui a imporle di lasciare il lavoro, in questo modo aveva sempre potuto controllarla perché economicamente dipendeva da lui. Così chiamò il suo avvocato e decise tramite lui di contattare i legali di Stephanie e dire loro che non intendeva accettare il denaro di Mr Rose se proprio dovevano darglielo, l’avrebbe dato in beneficenza. Ma la lettera non fece in tempo ad arrivare sul tavolo dei legali della Scibetta&Watson che già si era scatenato il putiferio mediatico: una rivista addirittura poneva in prima pagina lei seduta su una sedia a dondolo fuori casa di sua nonna quando aveva 16 o 17 anni (non sapeva come avessero fatto a avere quella foto) e sotto a titoli cubitali “La guerra dei Roses” e un’articolo che descriveva lei e la Seymour come due tigri affamate che si erano accordate per incastrare Mr Rose a suon di dollaroni tonanti. Un fantomatico amico di cui non era stato reso noto il nome addirittura descriveva Erin come una persona dispotica e pericolosa che si divertiva a stuzzicare Axl e a farlo uscire dai gangheri e un’ipotetica ex di suo fratello la additava come una donna civetta e amante del lusso che amava flirtare con uomini ricchi per farsi mantenere da loro, cosa che avrebbe fatto andare in bestia Axl. Ora era veramente troppo,…Decise di far causa ai giornali che l’avevano calunniata in quel modo, il denaro che avrebbe ricavato l’avrebbe messo da parte per sua figlia e un po’ dato in beneficenza., la sua reputazione era stata fortemente danneggiata e non intendeva che continuassero a farlo. Se un domani sua figlia da grande avesse letto quegli articoli, cosa avrebbe pensato di lei?Per non parlare di tutti gli amici e conoscenti…Sua madre, i suoi fratelli e persino Taryn avevano iniziato a ricevere domande anche da sconosciuti su di lei, mentre a Paducah le persone che prima le erano amiche inziavano a guardarla con diffidenza e alcuni suoi clienti più affezionati avevano iniziato a non venire più in negozio. Alla fine Erin vinse la causa contro i giornali, ma decise di non pubblicare nessuna rettifica sulle testate che l’avevano accusata ingiustamente. Fu costretta ad accettare il risarcimento di William e come si era ripromessa diede tutto in beneficenza., il risarcimento al netto delle spese legali e delle tasse ammontava a 30.000 dollari, non di più perché non aveva intentato lei la causa direttamente. Miss Seymour invece portò a casa quasi mezzo milione di dollari. Intanto tra cause legali e processi se ne era andato quasi un altro anno…Emma aveva quasi 3 ormai, ancora poco e sua madre l’avrebbe iscritta all’asilo. Era la primavera del 1994 e dal giorno del processo Erin non aveva più visto William. Sapeva che era stato a lungo impegnato con un tour in giro per il mondo, che aveva toccato quasi 40 Paesi e che al termine del tour erano iniziati per lui i problemi con gli altri membri della band. A quanto ne sapeva si era ritirato a vita privata, il colpo della rottura con Stephanie e la perdita del piccolo Dylan erano stati troppo. Lui aveva rilasciato un paio di interviste in cui aveva parlato di Stephanie come di una donna di malaffare dal cuore gelido e in queste interviste aveva accennato anche ad Erin ringraziandola per avergli fornito l’ispirazione per una delle canzoni più belle che avesse mai composto e asserendo che si erano tanto amati ma che erano stati anche l’inferno l’un per l’altra. Erin rimase stupita dai ringraziamenti che il suo ex le faceva e rimase ancora più colpita dal vedere come la rottura con Stephanie l’avesse ridotto, quando era fallito il loro matrimonio non si era lasciato andare in quel modo. Comunque continuò la sua vita e passarono veloci gli anni…17 per la precisione. Erin ormai aveva quasi 45 anni e Emma 20. Da Paducah si erano spostate ad Atlanta in Georgia, dove suo padre aveva rilevato alcuni negozi di prodotti macrobiotici e lei lavorava per conto suo. Dopo un po’ di anni si era stancata di vendere fiori e si era buttata a capofitto nella nuova attività del padre. Putroppo nel 1995 Jane era venuta a mancare e lei si era offerta di aiutare suo padre e di tenere con se Harlow, che ora aveva 30 anni e viveva ancora con lei e Emma. Aveva avuto anche qualche storia, ma dopo la fine del suo matrimonio non era tanto più ben disposta verso gli uomini ed amava troppo la sua libertà . Emma era cresciuta sana, felice ed era proprio una brava figlia, le aveva dato un sacco di soddisfazioni e si poteva definire una madre contenta. Rimaneva la sua grande somiglianza con William, ma la cosa ormai non le faceva più alcun effetto, con il passare degli anni aveva imparato a convivere con il suo passato e l’aver preso Harlow in casa con lei aveva anche aumentato il suo senso di responsabilità. Ora poteva anche leggere notizie di William e della sua band senza rimanere sconvolta, anche se negli ultimi anni si era sentito parlare ben poco di loro…Pian piano si erano divisi ed erano iniziate le vertenze legali tra loro e William. L’unico problema era sorto quando Emma aveva iniziato a andare a scuola e a notare che tutte le sue amichette avevano un padre e lei no. L’affetto di certo non le mancava, aveva una madre, dei nonni e uno stuolo di zii, zie e cugini che l’amavano molto, ma si sentiva incompleta. Durante l’adolescenza aveva iniziato a sviluppare un forte interesse per le hard rock band e proprio i Guns N’ Roses erano tra i suoi preferiti quasi lo sentisse nel sangue. Navigando in Internet aveva scoperto che sua madre Erin era stata sposata con uno dei suoi idoli, Axl Rose, che però aveva detestato dopo aver saputo cosa aveva fatto a sua madre durante gli anni della loro relazione. Erin aveva raccontato a lei che suo padre era un uomo con cui era stata per poco tempo, un inglese che l’aveva lasciata prima di sapere che fosse incinta e che si chiamava Bruce (aveva ripreso il secondo nome di William) Si era inventata di sapere poco di lui, dato che viaggiava spesso per il mondo e aveva detto alla figlia di non averne più avuto notizie. Eppure Emma sentiva che sua madre non le stava raccontando la verità, dentro di lei si faceva sempre più forte l’interesse per Axl Rose anche se sapeva era stato l’ex di sua madre. Le faceva mille domande a proposito di lui, Erin era sempre più infastidita dalle domande della figlia e gli scontri tra loro si facevano sempre più frequenti. Con l’avvento delle nuove tecnologie era impossibile che sua figlia non si documentasse a proposito della sua band preferita e questo spaventava molto Erin…e se fosse riuscita in qualche modo a mettersi in contatto con suo padre? Ora che Emma era maggiorenne non temeva più che il padre potesse portargliela via, quanto quale sarebbe stata la reazione di sua figlia davanti alla verità e si chiedeva se avesse fatto bene a privare sua figlia di un padre…Ma vent’anni prima era troppo spaventata per poter pensare di avere un figlio con William. Emma, intanto, proseguiva le sue ricerche su Axl Rose tanto da star alzata anche di notte a cercare su Internet notizie sul suo cantante preferito, sapeva che dopo anni di silenzio nel 2008 era riuscito a rilasciare il suo album “Chinese Democracy” e che aveva iniziato con la nuova band un lungo tour che l’avrebbe portato in giro per gli Usa, l’America Latina e l’Europa. Si era anche organizzata con Denise, la figlia di Taryn, e attraverso di lei comprava un sacco di libri sui Guns, che faceva regolarmente recapitare a casa dell’amica o sul luogo di lavoro di Harlow per evitare di dare un dispiacere alla madre. C’erano due cose che non la convincevano: sua madre le aveva riferito di essersi lasciata con Axl nel Giugno del 1990 e di essere rimasta incinta dell’inglese qualche mese dopo, mentre tutte le biografie riportavano che Axl ed Erin si erano lasciati nel Novembre del 1990. O tutte le fonti che avevano scritto a proposito di loro si sbagliavano, oppure sua madre non le stava raccontando la verità…Se davvero si erano lasciati nel Novembre del 1990 e lei era nata nel Giugno del 1991 c’era la possibilità che fosse figlia di Axl. E poi lui non aveva i capelli rossi e gli occhi azzurri come lei?Sua madre le aveva sempre detto che assomigliava moltissimo al suo fantomatico padre inglese, ma di questo padre inglese non aveva nessuna foto. In più aveva trovato una foto di Axl a 20 anni ed aveva notato che la sua somiglianza con lui era impressionante. Emma capì che la madre le nascondeva la verità e decise di affrontarla direttamente. Erin dal canto suo iniziò a provare una profonda compassione per William, aveva saputo della sua decisione di estraniarsi dal resto del mondo in seguito alla rottura con Stephanie, aveva letto diverse interviste dove lui affermava che avrebbe tanto voluto formarsi una famiglia e che sperava di riuscirci prima o poi, lui si era legato così tanto alla sua collaboratrice Beta ed alla famiglia di lei che rappresentavano la famiglia che non aveva mai avuto e poi l’aveva visto…ormai era diventato l’ombra di se stesso, non riconosceva più in lui quel bel ragazzo che l’aveva fatta innamorare anni prima. Emma prese coraggio e disse a sua madre che voleva la verità e subito…Erin aveva capito che ormai non poteva più nascondersi davanti alla realtà dei fatti e raccontò alla figlia che suo padre era Axl Rose, che lui non aveva mai saputo della sua esistenza e che lei si era accorta di essere rimasta incinta dopo averlo lasciato, ma aveva troppa paura che lui la obbligasse a tornare con lui o che potesse toglierle la bimba. Emma ci mise un po’ ad accettare la verità, non fu facile per le due donne ritrovare un equilibrio, ma alla fine l’amore tra madre e figlia prevalse e Erin si ripromise di aiutare in tutti i modi Emma a conoscere suo padre…il problema era trovare il modo di avvicinarlo. Lui viveva praticamente in una fortezza sorvegliato 24 ore su 24 dalla sua assistente Beta e dai figli di lei e Erin voleva in tutti i modi evitare di coinvolgere la stampa. Era riuscita ad avere una vita normale dopo tanta fatiche e non voleva assolutamente tornare alla ribalta…avrebbe avvicinato William nel modo più discreto possibile. Il problema era come…Non aveva più avuto contatti con gli altri membri della band, né con i loro amici comuni…All’improvviso le venne un’idea: avrebbe potuto contattare direttamente qualcuno interno alla famiglia di William, che lo conosceva bene e che avrebbe mantenuto riserbo e discrezione sulla vicenda. Pensò ad Amy, la sorella di William. Era una brava ragazza, erano sempre andate d’accordo e Amy l’aveva consolata più volte dopo le litigate furibonde con William…Amy era stata l’unica della famiglia Bailey-Rose a contattarla dopo l’annullamento del matrimonio, si erano anche viste in un paio di occasioni ma poi lei dopo aver scoperto di essere incinta, aveva tagliato ogni ponte con Amy, pensava fosse troppo pericoloso frequentarla. Sapeva che Amy possedeva una casa a Lafayette e che trascorreva parte dell’anno lì, si ricordava a memoria dopo tanti anni l’indirizzo, aveva trascorso parecchio tempo in quella casa e ricordava vividamente ogni particolare. Forse potevano provare a scriverle una lettera…Emma guardò sua madre dall’alto al basso e le disse che era antiquato scrivere lettere nell’era del computer, da Internet aveva appreso che Amy dirigeva il fan club internazionale dei GNR e quindi era la webmaster del sito internet a loro dedicato, bastava utilizzare l’indirizzo webmaster@xxxxxx.xxxx e inviare una email. Emma era iscritta al sito Internet del fan club da tempo e le bastarano due click per rintracciare l’indirizzo email del webmaster. Emma, Erin e Harlow impiegarono una sera intera per decidere cosa scrivere ad Amy, sperando che lei leggesse la loro email e non la cestinasse pensando di trovarsi di fronte ad una fan esaltata e malata di mente. Emma scrisse un’email semplice e diretta senza troppi giri di parole, voleva anche allegare una sua foto ma pensava fosse troppo presto, prima voleva aprire un canale diretto con Amy. Il caso volle che quella sera a controllare le email giunte all’indirizzo del webmaster fosse proprio Amy, di solito questo compito era affidato alla sua collaboratrice Christine che doveva filtrare le email dirette al webmaster per questioni inerenti il sito dallo spam. Amy accese il computer e fu attirata da quell’indirizzo email contenente il cognome Everly...Le sembrà di tornare al passato, subito pensò si trattasse di Erin…ma cosa poteva volere da lei Erin dopo vent’anni?

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Capitolo 6
*** Every Rose has its thorn ***


Amy appena lesse il cognome Everly contenuto nella mail che le era pervenuta ebbe un sussulto…Poi si decise a leggere il contenuto dell’email. Ciò che lesse la lasciò sbalordita, non sapeva più cosa pensare…quella Emma che le aveva scritto quella email era davvero sua nipote?Si poteva fidare? Decise per il momento di non dire nulla a William, prima di lanciargli una bomba del genere doveva indagare sulla veridicità delle affermazioni di quella ragazza che sosteneva di essere la figlia di Erin Everly e Axl Rose e poi suo fratello era già troppo provato psicologicamente, un colpo del genere sarebbe stato troppo. Meglio agire razionalmente e con cautela…Amy era sempre stata una ragazza mite e riflessiva, due caratteristiche che mancavano al celebre fratello. Amy decise di agire da sola e di non coinvolgere nemmeno il suo altro fratello Stuart. Sua moglie Denise avrebbe dato alla luce a breve il loro terzo bambino e lui aveva altri pensieri per la testa. Così Amy decise di chiedere aiuto ad un validissimo esperto informatico…suo figlio Julian di 15 anni. Lui riuscì tramite l’aiuto di un amico a risalire all’indirizzo ip da cui era stata inviata l’email che risultò essere situato nella zona di Atlanta, la rete da cui era stato inviato il messaggio era una rete Internet adsl ad uso domestico. Ok, due informazioni in più riguardo la sua fantomatica nipote. Amy decise di rispondere alla ragazza e le chiese di dove fosse, quanti anni avesse, cosa facesse nella vita…Un po’ era incuriosita ed un po’ voleva proprio vedere quali sarebbero state le risposte di Emma. Emma attese trepidante la risposta di Amy, sperava di essere messa subito in contatto con suo padre e rimase delusa nel leggere che la zia non accennava minimamente a questa cosa e che si limitava a farle delle domande generiche, senza esprimere nessun parere sul fatto di aver trovato una nipote. Comunque Emma rispose a Amy dicendole che aveva 19 anni, che viveva in un sobborgo di Atlanta (Georgia) e che si stava diplomando ad una sorta di istituto tecnico. Nei week end Emma lavorava nel negozio della madre e del nonno, oppure come baby sitter dato che amava molto i bambini…Esattamente come William pensò Amy. Non aveva un fidanzato ed amava molto la musica hard rock ed i film romantici…Amy intuì che aveva a che fare con una ragazzina dal modo in cui scriveva le email e dall’innocenza che traspariva dalle sue parole e questo la tranquillizzò. Zia e nipote si scambiarono parecchie email, si scrissero ogni sera per un paio di mesi, Amy raccontò a Emma della sua attività come webmaster per il sito ufficiale dei GNR, di suo marito Edward che faceva il giardiniere e dei suoi due figli Julian di 15 anni e Alex di 12. Raccontò a Emma molto della sua famiglia con Edward, ma non accennò mai a William. Dopo due mesi di email, Amy decise di fare un passo in avanti e di chiedere a Emma di inviarle una sua foto…Dal canto suo Emma aveva parlato prevalentemente di se stessa, dei suoi amici, dei suoi compagni di classe, ma non aveva quasi accennato a sua madre. Amy inviò ad Emma una foto che la ritraeva con suo marito ed i suoi figli nella loro veranda…Amy era una bella donna, portava lo stesso caschetto biondo del video di “November Rain”, aveva un fisico atletico ma i suoi lineamenti erano diversi da quelli di William, erano più spigolosi, più marcati. Emma dopo averci pensato a lungo decise di inviare alla zia una foto che la ritraeva con sua madre…Era stata scattata in occasione del matrimonio di un loro lontano parente. Madre e figlia erano state ritratte abbracciate davanti ad una sequoia e Emma teneva particolarmente a quella fotografia. Erin avrebbe preferito non essere coinvolta, ma poi decise di non intromettersi e di lasciar fare a sua figlia…Era giusto che lei incontrasse sua zia e se così era destino anche suo padre. Amy aprì con curiosità l’allegato e rimase sbalordita: quella ritratta nella foto era davvero Erin Everly, invecchiata certo, ma inconfondibile e quella accanto a lei leggermente più alta della madre era proprio Emma. La fotocopia di William, stessi capelli rossi lunghi, stesso sorriso, stessi occhi azzurri…Solo di fisico era più robusta rispetto a lui alla medesima età, ma per il resto erano due gocce d’acqua. Amy trattenne a stento le lacrime, suo figlio Julian sentendola singhiozzare corse dalla madre e rimase sbalordito nel vedere sua cugina così somigliante allo zio. Amy che di solito era così controllata e cauta per la prima volta nella sua vita non sapeva cosa fare…Doveva dirlo a William?Doveva prima coinvolgere Stew?Come avrebbero reagito i famigliari?Forse doveva recarsi lei da Emma ad Atlanta e come avrebbe affrontato Erin? Quella notte non dormì, ne parlò con suo marito ed i suoi figli e decise di recarsi ad Atlanta a conoscere la figlia di William. Per il momento avrebbe informato solo Stew, poi avrebbero deciso come dirlo al fratello maggiore. In men che non si dica Amy partì per Atlanta accompagnata da Stew, avrebbero soggiornato a casa di Don. Mentre i due fratelli Bailey si accingevano a conoscere la nipote, il caro buon vecchio William che stupido non era capì che c’era qualcosa di strano nel comportamento di sua sorella. Si era accorto che Amy negli ultimi due mesi aveva trascurato sempre più il sito dei GNR, le notizie pubblicate sulla band non erano più aggiornate e Christine si era lamentata con Beta per il fatto che Amy se ne stesse sempre collegata a Internet in una stanza a parte e che non volesse mai essere disturbata. William non aveva mai dubitato della buona fede della sorella, ma ora iniziava a sospettare che lei stesse tramando qualcosa alle sue spalle, magari voleva realizzare un servizio su di lui nel privato da vendere alla stampa scandalistica…Così con l’aiuto di Christine si collegò al pc di Amy. Nulla di sospetto, trovò solo foto di lei, della band, di lei con suo marito ed i suoi figli, articoli di giornale sui Guns, ricette, ….. finchè arrivò ad una cartella denominata Emma…Chi era questa Emma? In quella cartella Amy aveva salvato le prime email inviate da Emma, poi aveva deciso su consiglio del figlio di leggerle direttamente dal web, per evitare che finissero nelle mani di qualcuno. William lesse la prima email di Emma in cui affermava di essere la figlia di Erin e di Axl e questo bastò per scatenare la sua ira. Ne aveva letti di pettegolezzi e calunnie sulla sua vita privata nel web, ma ora una tale che si spacciava per sua figlia e che scriveva direttamente a sua sorella era troppo. Stampò la mail e si diresse immediatamente dai propri avvocati, deciso a non farla passare liscia a questo scammer che invadeva la sua privacy, utilizzava fatti della sua vita privata e insidiava la sua famiglia. Come aveva potuto Amy fidarsi?Era davvero così ingenua? Nel frattempo Amy e Stew aveva conosciuto Emma e entrambi erano rimasti basiti dalla grande somiglianza con William, nessun dubbio che fosse sua figlia. Don e Erin furono molto ospitali con loro, cosa che scatenò l’ira di nonna Venetia che da Los Angeles indirizzò parole di fuoco alla figlia e all’ex marito per aver ospitato in casa loro i fratelli di quel pazzo e per averli messi in contatto con Emma. Ma Don e Erin non diedero peso alle accuse di Venetia e lasciarono che la loro Emma si godesse quel momento di felicità in compagnia degli zii. Fu un bel week end per tutti, Amy e Stew erano rimasti cordiali e simpatici come li ricordava Erin e Emma legò subito con loro. Si ripromisero di vedersi di nuovo a breve e di far conoscere a Emma i loro consorti ed i loro figli…Emma non osò accennare agli zii di William e per tutto il week end neanche loro parlarono di lui. Solamente prima di partire Amy disse alla nipote che capiva benissimo il suo desiderio di conoscere il padre, ma che per il momento era meglio che non lo conoscesse…Lui era un individuo dalla personalità complessa, aveva avuto una vita difficile che l’aveva reso particolarmente sospettoso e paranoico nei confronti degli altri ed era meglio che fossero loro due a comunicargli a piccole dosi l’esistenza di sua figlia. Nemmeno loro che erano i suoi fratelli sapevano come avrebbe reagito di fronte a quella notizia…avrebbe chiesto l’esame del Dna o si sarebbe lasciato guidare dal cuore e dall’istinto come avevano fatto loro?Avrebbe preso bene la notizia o si sarebbe accanito contro Erin con ferocia? La conoscenza del padre avrebbe potuto devastare Emma, che era sempre cresciuta in un ambiente sereno e tranquillo…Lei non poteva lontanamente aspettarsi quale ciclone fosse suo padre. Gli avvocati di William fecero le medesime ricerche compiute da Amy sull’indirizzo email di Emma ed arrivarono alle medesime conclusioni. Dall’indirizzo email attraverso accurante ricerche risalirono ad una Emma Everly di Marietta, vicino ad Atlanta in Georgia. Partì immediatamente un’istanza…William non pensò si trattasse realmente della figlia di Erin, Everly era un cognome abbastanza diffuso nel Sud degli Usa. Emma si vide così recapitare una missiva da parte di un avvocato del Sig. W. Axl Rose in cui veniva citata per violazione della privacy, calunnia…L’avvenimento la colpì profondamente, potevano essere stati forse i suoi zii a farle ciò?No, non poteva essere non l’avrebbero mai fatta soffrire in quel modo dopo tutte le confidenze che si erano fatti…La stessa Amy restò stupefatta e amareggiata davanti alla notizia e si chiese come avesse fatto William ad avere l’indirizzo email di Emma dato che il suo pc era protetto da password. William smise di parlarle, addirittura la fece diffidare dal tribunale nel caso si fosse avvicinata a casa sua. La furia di William si era abbattuta sulla povera Emma in tutta la sua potenza…Fortunatamente il Sig. Rose aveva deciso di gestire la cosa privatamente, senza tirare in mezzo la stampa. Emma Marie Everly di Marietta, Georgia nata a Paducah il 29 Giugno 1991 era stata convocata da W.Axl Rose per un confronto a Los Angeles per il giorno 25 Giugno 2010. Un’udienza a porte chiuse presso lo studio del legale del cantante. Dal giorno della notifica Emma non ebbe più pace, iniziò a piangere e a disperarsi e fece sprofondare sua madre Erin e suo nonno Don nella disperazione più totale. Erin non poteva permettere che quell’uomo che aveva già distrutto la sua vita distruggesse ora anche quella della cosa più bella che aveva, sua figlia, e decise di affrontarlo direttamente in barba tutti i suoi soldi, le sue paranoie e la sua fama. Dopo 20 anni Erin e William si affrontavano di nuovo faccia faccia, ma Erin questa volta non era più la ragazza indifesa di un tempo, era pronta a difendersi con le unghie e con i denti.

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Capitolo 7
*** Per Emma, solo per Emma ***


Erin era pronta a qualsiasi cosa per sua figlia.
 
Così, dato che Amy ormai era stata estromessa da casa di William decise di mettersi in contatto con Stew e avvicinare William tramite lui.
 
Decise di recarsi in California da sola e di affrontare la situazione.
Provava una forte rabbia verso William, in quegli anni non era affatto cambiato, era rimasto il solito dispotico, imprevedibile che aveva conosciuto.
 
Durante la sua permanenza a Los Angeles per non destare troppi sospetti, soggiornò da sua madre e quella mattina Stew in incognito passò a prenderla per portarla con sé presso l’abitazione di William.
 
William non sapeva che anche il fratello minore era coinvolto “nell’affare Emma” e così aveva continuato ad avere rapporti con lui e Stew aveva libero accesso alla villa di William.
 
William non risiedeva più nella villa di Malibu che aveva condiviso con Erin e poi con Stephanie, ma si era trasferito vicino al Canyon di Latigo, la sua villa sorgeva proprio in prossimità di un canyon ed era raggiungibile dopo aver percorso una strada tortuosissima.
Erin pensò che William si era proprio isolato da tutto e da tutti, viveva in quella inespugnabile fortezza circondato solo da Beta, dalla famiglia di lei e dalla servitù.
Le uniche persone autorizzate a fargli visita erano Amy e Stew, i membri della nuova band e alcuni amici di vecchia data tra i quali Sebastian Bach.
Così Stew entrò senza difficoltà in casa di suo fratello e la servitù non resto sorpresa più di tanto dal vederlo in compagnia di una donna, la annunciò come un’amica di vecchia data sua e di William e nessuno si preoccupò più di tanto.
 
Erin notò che la casa era arredata elegantemente, quasi tutti i mobili erano bianchi, così come le pareti, le tende, le poltrone ed i divanetti ma l’ambiente le sembrava freddo, impersonale come se fosse poco vissuto.
Ricordò di quando lei e William si erano messi a dipingere di tre colori diversi il primo appartamento che avevano preso in affitto insieme, di come si erano divertiti e di erano ritrovati imbrattati di colore dalla testa ai piedi alla fine del lavoro.
La sua casa, poi, se paragonata era dei colori dell’arcobaleno Emma e Harlow avevano voluto dipengere ogni stanza di un colore diverso e le loro camerette erano tappezzate di poster, fotografie, disegni, ….
 
La freddezza di quei locali e il pensiero di rivedere dopo 20 il suo ex e di non sapere come avrebbe reagito al loro incontro, le faceva provare una forte sensazione di gelo.
Beta accolse Stew con un sorriso ed un abbraccio e invitò lui e l’ospite ad accomodarsi.
Scrutò con sospetto Erin, quasi quel volto le fosse familiare e con lei non si presentò nemmeno.
Disse loro che William stava dormendo ancora, ma che se volevano potevano aspettarlo nel salottino e bere una bibita fresca, non voleva svegliarlo.
Erin pensò che l’abitudine di dormire fino a mattina inoltrata era rimasta a William ancora oggi che era un uomo adulto.
 
Beta portò loro due tea freddi ghiacciati e mentre porgeva loro i bicchieri continuava a scrutare con insistenza e freddezza Erin…Erin sapeva bene quanto Beta fosse attaccata a William, chissà lui cosa le aveva raccontato sul suo conto…Ma questo poco importava, lei era lì per uno scopo ben preciso e non si sarebbe lasciata intimorire dalla segretaria di William.
 
Passarono quasi 2 ore e mezza prima che William si svegliasse e si decidesse a ricevere il fratello.
Stew lasciò Erin nel salottino e si recò da William dicendogli che aveva necessità di parlargli in privato.
Per evitare gli sguardi inquisitori di Beta e sue eventuali domande, Erin disse che doveva andare in bagno e si chiuse cercando di riprendersi dall’ansia e dall’imbarazzo che quell’incontro le incuteva.
 
Stew decise di prendere il discorso alla larga, abbracciò il fratello, gli chiese se stesse bene e se si fosse riposato.
Poi senza indugiare troppo gli riferì che aveva portato con sé una persona, che aveva necessità di parlargli di una questione parecchio importante e delicata, una questione che dovevano affrontare nella privacy più assoluta, da non riferire nemmeno a Beta.
William  guardò il fratello con sguardo interrogativo e gli chiese il perché di tutto quel mistero.
Stew gli chiese di seguirlo in un luogo più appartato e gli riferì che ciò che gli stava per raccontare era collegato alla causa che aveva intentato contro Emma Everly di Atlanta.
William fissò con sguardo serio il fratello e gli chiese cosa altro c’era da dire su quella faccenda, che per lui era morta e sepolta, c’era un processo in atto che avrebbe chiuso tutto a suo favore ovviamente.
Con Stew William non riusciva ad essere arrabbiato, lo considerava ancora il suo fratellino e provava per lui una grande tenerezza ed affetto nonostante ormai fosse un uomo adulto e padre di famiglia.
Stew prese coraggio e gli rivelò che si stava sbagliando, che avrebbe dovuto immediatamente ritirare la sua denuncia.
William si mantenne calmo con il fratello e gli chiese di essere più preciso, che non capiva dove volesse arrivare.
Stew disse al fratello di attenderlo un attimo e scese al piano di sotto e chiamò Erin che nel frattempo era tornata a sedersi nel salottino in attesa che gli Stew si facesse vivo.
Con discrezione lui la chiamò e lei con le gambe che le tremavano, la salivazione azzerata e il cuore che batteva all’impazzata, lo seguì fino al piano superiore dove c’era lo studio di William.
Beta continuava a osservare la scena con curiosità e occhi severi, ma rimase al suo posto.
William le aveva detto che voleva starsene in pace con suo fratello e lei, seppur riluttante, aveva obbedito.
 
Stew prese Erin per mano e la condusse nello studio di William.
Lui al momento era girato verso la finestra fumando un sigaro, ma non appena udì qualcuno entrare nello studio, si girò di scatto.
Fissò suo fratello e la donna che era insieme a lui chiedendosi chi fosse.
Erin era immobile davanti a lui, indossava un elegante abito nero a tubino e scarpe con il tacco alto, teneva i capelli raccolti in uno chignon.
A William bastò uno sguardo fugace per riconoscerla…Quasi gli mancò il respiro, fissò prima Stew e poi Erin senza proferir parola.
 
Era talmente shockato che nessun suono usciva dalla sua bocca…Così Stew colse l’occasione e disse al fratello che sicuramente lui riconosceva la persona che aveva davanti agli occhi e che questa persona non era tornata dopo tanti anni per tormentarlo o dargli fastidio, ma solo per chiedergli di non andare avanti nel processo intentato contro Emma Everly che era….sua figlia.
Erin analogamente a Axl non riuscì a parlare e dopo aver sentito il nome di Emma, scoppiò in lacrime.
 
William rimase interdetto e Stew finalmente arrivò a rivelargli il segreto che per tanti anni Erin aveva tenuto con sé: Emma Everly non era altro che la figlia sua e di Erin.
Lui e Amy l’avevano conosciuta e avevano appurato che si trattava proprio di sua figlia, gli somigliava tantissimo.
 
William fissò Erin con uno sguardo spaventato, attonito e le chiese se tutto ciò fosse vero.
Erin annuì e gli disse che sua figlia sarebbe stata felicissima di conoscerlo e che le doveva dare questa chance.
Gli chiese di non chiederle nulla sul perché non gli avesse detto nulla della gravidanza, sul perché si fosse fatta viva dopo quasi 20 anni…Gli chiese solo di incontrare sua figlia.
 
 

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Capitolo 8
*** Di padre in figlia ***


Dopo aver letto le vostre bellissime FF ho deciso di riprendere le redini della mia che era ferma da tanto, tanto tempo :-)) Sono particolarmente ispirata, spero di riuscire a ricavare qualcosa di buono e spero apprezzerete :-D William rimase basito davanti a Erin, non riusciva a aprire bocca..Il suo sguardo si spostava da Erin a Stew e lui era sempre più confuso. Contrariamente a quanto pensava Erin non era scoppiato in una delle sue solite scenate furibonde, ma anzi sembrava alquanto smarrito quasi sull'orlo di un pianto disperato. Toccò a Stew rompere il silenzio e spiegare al fratello che lui e Amy avevano incontrato Emma, che senza dubbi era sua figlia data la straordinaria somiglianza, e che non gli avevano detto nulla per paura di turbarlo. William aveva da poco iniziato un nuovo tour in giro per l'America e i suoi fratelli sapevano bene quando fosse dura per lui sia da un punto di vista fisico che psicologico...Non era più un ragazzino e il continuo intromettersi dei mass media era una forte fonte di stress per lui. L'uomo era sicuro che suo fratello non gli mentiva, si fidava ciecamente di lui e dentro di sè sapeva che si poteva fidare anche di Erin. A distanza di anni aveva compreso che lei gli aveva fatto causa perchè trascinata nell'affare Seymour e la conosceva abbastanza bene per sapere che era una persona leale e sincera. Rispose a Stew che voleva conoscere oggi stesso sua figlia, che non avrebbe permesso a nessuno di separarli. Avrebbe mandato un jet privato, qualsiasi mezzo a Atlanta a prendere Emma...Erin frenò gli entusiasmi dell'uomo dicendogli che Emma era abituata a vivere in un ambiente tranquillo, provinciale e non conosceva nulla delle luci della ribalta, il loro incontro sarebbe dovuto avvenire nel modo più tranquillo possibile. Con calma Emma avrebbe raggiunto Malibù e da lì la casa di suo padre in incognito, anzi forse era meglio la casa dello zio. Stew concordò con Erin e decise poi di lasciare i due "neo genitori" da soli in modo che potessero discutere in privato. William era sorprendentemente emozionato e su di giri e chiese con tono dolce a Erin notizie di sua figlia, voleva sapere tutto di lei. Erin gli mostrò una foto di Emma e gli raccontò tutti i dettagli dei quasi venti anni che si era perso di lei. Si sentì improvvisamente in colpa per aver privato un padre di sua figlia ed una figlia di un padre. Se solo lei avesse detto a William che aspettava un figlio, magari le cose tra di loro si sarebbero sistemate. Lei aveva lasciato William esasperata dai continui litigi e dalla violenza dell'uomo, ma in cuor suo non lo aveva mai dimenticato. Se solo lei gli avesse detto la verità, magari oggi sarebbero stati una bella famiglia, magari avrebbero avuto altri bimbi e lui non sarebbe stato così infelice per colpa della Seymour. Stranamente a quel che pensava Erin, William non le chiese nulla sul perchè avesse taciuto a proposito della sua gravidanza, domanda che Erin si aspettava...Pensava lui volesse parlare di loro, del loro matrimonio, ma lui non chiese nulla, l'unico suo interesse era Emma. William congedò Erin con gentilezza, ma con un tono un pò freddo e le disse che si sarebbero sentiti attraverso Stew per organizzare il suo incontro con Emma. Erin era un pò dispiaciuta, si immaginava dal suo ex chissà quale reazione nel vederla dopo tanti anni e invece lui no, l'aveva trattata come se si fossero visti il giorno prima. Uscendo dalla villa di Rose scortata da Stew e con Beta sempre alle calcagna, Erin si chiese il perchè di tanta delusione. Certo che William non era più il 20enne di un tempo, era ingrassato un pò, ma rimaneva sempre un uomo affascinante e Erin non se ne era accorta ma nel vederlo il cuore le batteva all'impazzata e non smetteva di fissarlo. Che cosa le stava succedendo?Provava forse qualcosa ancora per lui?O forse non aveva mai smesso di amarlo?Erin era confusissima e Stew capì che forse era meglio lasciarla immersa nei suoi pensieri. La riportò a casa di sua madre, dicendole che si sarebbero sentiti nei giorni seguenti. Erin lo salutò con un cenno del capo. Per tutto il giorno Erin non fece che pensare a William, era talmente immersa nei suoi pensieri che si dimenticava qualsiasi cosa le dicesse sua madre, aveva dimenticato il bollittore sul fornello e l'aveva lasciato fischiare per un bel pò finchè sua madre non era accorsa a svegliarla dal suo torpore...Appariva in estasi, non aveva nemmeno risposto alle telefonate ed agli sms di Emma che chiedeva trepidante notizie di suo padre. Venetia capì che sua figlia era rimasta scossa dall'incontro con Rose e disse alla figlia di non ricascare nella trappola di quell'uomo...Erano passati 20 anni e lei stava per commettere lo stesso sbaglio, non le erano bastati 4 anni di violenze, di torture psicologiche, di umiliazioni...voleva davvero che lui tornasse a far parte della sua vita?

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Capitolo 9
*** Turbamenti ***


Erin pensò che sua madre aveva ragione...Doveva smetterla di pensare al suo ex e ricordarsi tutto il male che le aveva fatto. 20 anni prima era scappata da lui e ora cosa stava facendo, stava ritornando da lui?No, non era possibile. Per anni aveva temuto di rincontrarlo, aveva fatto di tutto per stargli il più lontana possibile e ora addirittura sperava che lui la chiamasse?Doveva essersi ammattita, poco ma sicuro. Trascorse la notte insonne, ripensando a tutta la sua vita con e senza Axl...Come faceva a rinnegare l'influenza che lui aveva avuto sulla sua vita?Si era portata con sè un pezzo di lui...Emma era sua figlia e gli somigliava anche moltissimo, ogni giorno si trovava davanti inconsapevolmente la faccia di William. Erin di solito era una persona riflessiva, che non agiva quasi mai d'impulso...infatti per lasciare il suo ex ci aveva messo 4 anni, ma quella mattina appena sveglia prese una decisione in barba ai consigli di sua madre. Chiamò Stew e gli disse che voleva rivedere William, non sapeva nemmeno lei cosa gli avrebbe detto e perchè lo voleva vedere, ma doveva farlo. Stew rimase un pò sorpreso, ma acconsentì ad accompagnarla di nuovo dal fratello, in fondo Erin gli era simpatica, era sempre stata una brava ragazza e sapeva che aveva amato suo fratello per quello che era non per i suoi soldi. Erin era talmente presa dalla voglia di rivedere William che aveva badato poco al suo aspetto esteriore, ci mancava poco che si recasse da lui in pigiama e ciabatte...Sua madre aveva imprecato contro di lei per tutto il tempo che si erano viste, ma lei non l'aveva nemmeno ascoltata. Quella mattina stranamente William si era svegliato presto e stava fumando una sigaretta in giardino preso nei suoi pensieri, quando vide arrivare Stew seguito da una strana donna in tuta e scarpe da ginnastica con i capelli scarmigliati e spettinati che sembrava avesse messo il dito nella presa della corrente. Quando la riconobbe, William pensò che fosse accaduto qualcosa ad Emma nel vederla così sciatta e sconvolta e si incupì improvvisamente, ma Erin lo rasserenò dicendogli che Emma stava benissimo e che non si era recata da loro per parlargli della figlia, ma per parlare con lui. Stew ormai si era abituato alle confidenze dei due e anche questa volta li lasciò soli. William sorpreso guardò Erin dall'alto al basso e la invitò a entrare nel suo studio. La donna non sapeva da dove iniziare...Per prima cosa si scusò per essersi recata a casa sua così senza preavviso, ma era stata presa da una irrefrenabile voglia di vederlo e non sapeva nemmeno lei perchè. Senza pensarci due volte, si alzò di scatto e abbracciò William che se ne stava seduto tranquillamente sulla sua poltrona e cercò di baciarlo...Lui si ritrasse dall'abbraccio di Erin, quasi si fosse scottato con l'acqua calda e la fissò con stupore. Sapeva benissimo che quello di Erin era un gesto spontaneo, ma non aveva voglia di ricambiarlo. Delusa e paonazza, Erin gli chiese il perchè l'avesse rifiutata. William assunse un tono alquanto freddo e le rispose che ormai erano passati 20 anni e che quel che era stato era stato. Lei l'aveva lasciato e per lui il loro rapporto era morto lì 20 anni fa...Se ora si ritrovavano era solo per il bene di Emma, non c'era nessuna possibilità di riappacificazione. Erin si sentì profondamente amareggiata e gli chiese cosa avesse lei in meno della Seymour, dato che lui a distanza di tanti anni pensava ancora a quella donna e le aveva pure dedicato delle canzoni. William non amava sentir parlare del suo rapporto con la Seymour, la ferita bruciava ancora e era ancora peggio se a fargli la ramanzina era la sua ex moglie. Chiese a Erin di andarsene, la prese per un braccio e la cacciò dal suo ufficio intimandole di contattarlo solo per questioni che riguardavano Emma. Erin scoppiò a piangere e capì come si doveva essere sentito i suo ex quando aveva tentato invano di riconquistarla e lei l'aveva rifiutato. Stew si sedette vicino a lei e le chiese se volesse essere riaccompagnata a casa, ma la donna era troppo triste: andare a casa significava sentire le prediche di sua madre e non ne aveva proprio voglia. Così Stew la accompagnò in una caffetteria per consolarla un pò e lei gli confidò che non sapeva cosa le stava succedendo...Credeva di essere ancora innamorata di William, ma non sapeva spiegarselo. Lui le aveva fatto del male e lei era tornata da lui, il suo desiderio più grande in quel momento era di poter tornare indietro e stare ancora con lui. La vita e le responsabilità non l'avevano mai portata a riflettere su ciò che provava veramente: ora non poteva più scappare da se stessa e doveva ammettere che si, era ancora profondamente innamorata di William Rose e avrebbe fatto di tutto per riconquistarlo anche a costo di mettersi contro sua madre e di mettere in disparte per un pò sua figlia Emma.

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