Recensioni di fenice64

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Recensione alla storia For ever yours, for ever mine - 01/05/24, ore 09:04
Capitolo 13: capitolo 13
Ciao Demy, che capitolo interessante ci hai proposto.
All’inizio mi è parso di vedere il giudice Penvenen che cercava di far ragionare, secondo il proprio punto di vista, la nipote Caroline, ribelle a qualsiasi forma di imposizione. Allo zio della ricca ereditiera non andava a genio che negli ultimi tempi si stesse accompagnando con Demelza, la quale era la moglie di uno che era stato in carcere, anche se ingiustamente accusato per cose di cui non aveva colpa. Ma la nipote, che aveva la battuta pronta, aveva asserito con convinzione che, proprio per il fatto che il capitano Poldark fosse innocente, bisognava sostenerne la moglie, che si trovava in una situazione di grande disagio. Demelza e Caroline stavano ponendo le basi per quella che si prospettava come una lunga e proficua amicizia, soprattutto visto che, nonostante le ricerche espletate, di Ross nessuno avesse saputo più nulla, tanto che Demelza, presto o tardi, avrebbe dovuto prendere delle decisioni, anche drastiche, per garantire un futuro sia a lei sia al bambino che sarebbe nato, non volendo accettare, per orgoglio e per non sentirsi in debito con una persona che si era dimostrata amichevole nei suoi confronti, l’aiuto che Caroline spontaneamente le aveva offerto.
A tal proposito, Demelza aveva deciso di partire per Londra, dove nessuno la conosceva e sapeva dei suoi trascorsi, ritirandosi in convento fino a quando il bimbo fosse nato e nel frattempo, non potendo rimanere a Nampara per svariati motivi, primo fra tutti la corte serratissima che Francis continuava imperterrito a farle, aveva chiesto al banchiere Pascoe di provvedere alla vendita della casa e dei terreni, ma chiedendo un prezzo piuttosto alto, facendo così in maniera che l’operazione fosse dilatata nel tempo e magari le situazioni, nel frattempo, avrebbero ancora potuto evolversi e mutare a suo favore.
Prese queste dolorose decisioni, si era sentita anche in dovere di affrontare il capostipite dei Poldark, convinta che ci fosse lui dietro tutto quanto accaduto causando la morte del marito, anche se purtroppo prove concrete non ne possedeva.
La speranza però non si era spenta del tutto in Demelza, la quale pregava che Ross, in qualche maniera, potesse farsi vivo, poiché non aveva mai creduto che lui potesse essere così codardo tanto da abbandonarla, sapendo che era incinta, per fuggire con il suo primo amore, Elizabeth.
Come Demelza viveva nelle ambasce, così era stato anche per Ross, ferito e portato a bordo del Lucifero, dove un bretone aveva provato, riuscendoci, ad estrarre la pallottola, ma Ross aveva perso troppo sangue e la febbre saliva, forse per una infezione in atto. L’unica idea dei marinai, assoldati dallo zio Charles, era condurlo alle Isole Scilly dove viveva una guaritrice molto in gamba che, forse, avrebbe potuto provare a salvargli la vita. Elizabeth non era molto felice della piega che stavano prendendo gli eventi ma, di fronte al fatto concreto che Ross andasse peggiorando, acconsentì all’idea dei marinai.
Anche in questo frangente sono riuscita ad immaginare, tramite la tua descrizione, il personaggio della guaritrice che, senza fare subito troppe domande, inizia a prendersi cura di Ross, comprendendo che la ferita fosse molto seria e lei non era certa di essere in grado di salvargli la vita. Ma Zira, così si chiama la guaritrice, sembra avere anche altri poteri che sfuggono alla mente di Elizabeth, quando le chiede di raccontarle come siano giunti a quella delicata quanto pericolosa situazione. Zira comprende che Elizabeth non le abbia detto tutta la verità, bensì qualcosa che faceva comodo per i suoi interessi, sicura che, non appena Ross si fosse ripreso, avrebbe saputo da lui l’esatta versione dei fatti. Sembra che, anche a una perfetta estranea, Elizabeth dia una distorta e cattiva impressione di sé.
Ma ciò che non potevamo aspettarci noi lettori, è il capovolgimento della situazione generale: mentre Ross si sta riprendendo piano piano, ecco che Elizabeth si ammala e nel giro di poco tempo abbandona questa terra, non prima di aver chiesto a Ross se sarebbe mai riuscita a riconquistarlo, facendogli dimenticare sua moglie Demelza, e ricominciando così una nuova vita insieme.
Ross non può che essere addolorato per la fine di colei che un tempo tanto aveva amato: dopotutto era una donna giovane nel fiore degli anni che avrebbe potuto rifarsi una vita, invece, per volere troppo, era rimasta con niente da stringere fra le mani.
Ora, però, il pensiero su cui fondare delle riflessioni è come lasciare concretamente le Isole Scilly senza destare sospetti nei pochi abitanti. Ross è impaziente, in quanto vorrebbe poter tornare a casa sua, da sua moglie o, quanto meno, farle sapere che è vivo, nella speranza che non abbia ceduto alla corte di Francis e, avendone conosciuto il carattere, sicuramente sarebbe rimasta ferma nelle sue posizioni.
Zira, con un pizzico di chiaroveggenza, suggerisce a Ross di pazientare poiché, secondo lei, il Destino aveva ancora molte cose in serbo per lui e per il suo futuro.
Accettato pertanto il consiglio di attendere il momento propizio, e di essere abbastanza in forze per riprendere il viaggio, la mira primaria di Ross è quella di trovare una giusta e meditata strategia per vendicarsi di tutti coloro che avevano fatto del male a lui e a chi voleva bene, e il primo della lista è lo zio Charles, che andava fermato in qualsiasi modo affinché non nuocesse più ad alcuno.
Davvero un capitolo che ci ha mostrato come i nostri, su opposti versanti e pure a distanza, stiano combattendo per cercare di riunirsi quanto prima.
Un caro saluto e buona Festa del Lavoro!
Recensione alla storia For ever yours, for ever mine - 08/04/24, ore 16:23
Capitolo 12: capitolo 12
Ben ritrovata cara Demy con un capitolo pieno di sorprese e dove l’intrigo la fa da padrone.
Sei riuscita, tramite questa trama fittamente intricata, e al contempo intrigante, a mostrare i vari volti che può assumere l’animo umano.
E’ un continuo susseguirsi di colpi di scena che lasciano il lettore incollato fino all’ultima riga per vedere lo svolgersi degli eventi.
Abbiamo saputo che Ross sia stato ospitato, nel suo periodo da fuggiasco, dopo la miniera, a Killawarren, nella casa del giudice Penvenen, da sua nipote Caroline, alla quale ha risposto con trasporto a qualche domanda precisa circa il rapporto profondo e di amore che aveva con la moglie. In più le aveva confessato di essere al settimo cielo poiché aveva saputo che presto sarebbe diventato padre e, quindi, aveva ottimi motivi per cercare di restare vivo tentando di far emergere la verità.
Nel frattempo, Charles è sempre più preoccupato per suo figlio Francis, il quale vorrebbe a tutti i costi sfidare a duello Ross per definire la questione e sbarazzarsi di quel cugino dal quale era stato preso in giro, in un primo momento, e poi addirittura aveva sedotto senza coscienza la donna che era diventata sua moglie, scaraventandolo in una situazione da cui si poteva uscire solo se uno dei due fosse passato a miglior vita. Avrebbe fatto tutto il possibile, e financo l’impossibile, per stanare Ross e dargli quello che si meritava, anche a costo di inseguirlo per tutta la vita.
Ed ecco che il cervello machiavellico di Charles comincia a tirare le fila di quello che sarà un piano che potrebbe sistemare onorevolmente la vicenda senza portare discredito alla famiglia Poldark.
Intanto, qualcosa di altamente drammatico accade che sembra venire incontro ai desideri di Charles: Elizabeth, durante una cavalcata, cade malamente e perde il bambino. Ora quella donna non ha più alcun valore per i Poldark, in quanto il medico asserisce che non potrà mai più avere figli e quindi dare un erede alla famiglia. Situazione che Charles intende volgere a suo completo vantaggio, liberandosi in un colpo solo della odiata nuora fedifraga e di quel nipote che non ha mai potuto sopportare più di tanto per gli atteggiamenti e il comportamento tenuti e soprattutto dal passato alquanto oscuro per i rapporti intrattenuti.
Organizza tutto in modo da riuscire a far fuggire Ross ed Elizabeth, sfruttando l’idea che gli aveva dato qualche tempo prima proprio Demelza, facendo credere a quest’ultima che presto si sarebbe potuta ricongiungere con il marito e una volta fuggiti insieme avrebbero potuto ricostruirsi una vita altrove, rimettendo così ogni cosa al suo posto. Ma l’ingegno di Charles non si ferma qui: egli desidera che Ross ed Elizabeth spariscano dalla faccia della terra, magari tramite un naufragio che potrà colpire la vecchia imbarcazione di Ross, il Lucifero, lasciando vedovi sia suo figlio Francis sia Demelza, dando così l’opportunità ad entrambi di risposarsi, a tempo debito, dato che Francis si è scoperto innamorato di Demelza, professandole apertamente il suo sentimento e denigrando quello che lei confessa di provare nei confronti di Ross, affermando che, con il senno di poi, avrebbe dovuto già al tempo imporsi al fine di sposare lei e non quella bugiarda di sua sorella.
Intanto, il processo giunge alle ultime battute e Ross viene scagionato da tutte le colpe, salvo quella relativa alla sua evasione e alla conseguente fuga che, di fatto, lo condannava ad una pena di sette anni di carcere.
Ma i colpi di scena non sono ancora finiti: Ross, non fidandosi istintivamente di quanto riportatogli da Dwight circa il piano dello zio, si è premunito organizzandosi diversamente con uomini di sua fiducia come i fratelli Daniels. Peccato che Elizabeth, vedendosi senza vie di uscita e trovatasi messa alle strette, abbia sparato a Ross ferendolo.
Una brutta tempesta colpisce le coste e vengono ritrovati i resti del Lucifero, ma nessun superstite.
Demelza cade in un’angoscia che la fa apparire come se vivesse fuori dal mondo in una sua dimensione fatta solo di dolore e tantissime domande alle quali non sa darsi una risposta.
Ma quando la sorte sembra accanirsi chiudendo una porta, ecco che un portone potrebbe aprirsi grazie al supporto che i tanti amici sono pronti a donarle, ridandole quella speranza che, ora, alla luce dei fatti, sembra morta. Miss Caroline infatti la esorta a non credere a tutto ciò che le viene detto o tutto quello che sente in giro circa la sorte del marito e la invita a Killawarren, luogo dove potrà sia ritrovare un po’ di quiete e sia cercare di ricostruire gli eventi della notte del naufragio, alimentando la speranza che niente sia veramente perduto.
Un passaggio veramente denso e, penso, anche impegnativo da scrivere, nel quale la narrazione prende sempre più corpo, e che ha messo in luce chi siano i veri amici su cui poter contare e avere accanto e i nemici da tenere invece sotto osservazione.
Un caro saluto e buon inizio di settimana!
Recensione alla storia For ever yours, for ever mine - 29/03/24, ore 15:00
Capitolo 11: capitolo 11
Ciao Demy,
ci hai proposto un nuovo capitolo pieno di azione, temerarietà, nonché novità pungenti relativi ai nostri protagonisti che sono, chi più chi meno, alla mercé di una situazione che, se non ben controllata, potrebbe sfuggire di mano e trasformarsi in un autentico dramma.
Demelza sta vivendo la lontananza dal marito come una costante spada di Damocle posta sul capo, sempre in tensione e in pensiero che possa venire catturato dalle tante ronde di gendarmi che pattugliano continuamente l’intero circondario, soprattutto dopo che è stata posta una considerevole taglia sulla testa di Ross: spesso sono purtroppo passate anche a Nampara, rovistando e rovinando l’unico angolo di tranquillità che sembra essere rimasto a Demelza, la quale, tra l’altro, nelle sue condizioni, dovrebbe rimanere tranquilla.
Gli amici si stanno prodigando, ognuno secondo le proprie possibilità, per aiutare Ross e, al contempo, mantenere informata Demelza cercando di farle avvertire presenze amiche, affinché non si senta sola e abbandonata, dato che quella che dovrebbe essere la sua famiglia pare averle voltato le spalle.
A irrompere nell’atmosfera altra di Nampara giungono ben due biglietti: uno da parte di Ross, il quale avvisa la moglie di tenersi pronta per una sua visita, facendo battere all’impazzata il cuore di quest’ultima, e l’altro che annuncia una mattutina visita da parte di Francis.
Demelza deve affilare le armi e non farsi trovare impreparata, qualunque cosa Francis vorrà portare a sua conoscenza. Interessante e ben costruito, pertanto, tutto l’incontro che si svolge fra loro due, con Francis, che afferma di capire il sacrificio di Demelza di sposare il cugino per amore verso di lui e per la famiglia e con Dem, che ribatte e tiene il punto difendendo Ross e cercando di far capire a Francis che, dal matrimonio, è nato qualcosa che forse nemmeno lei si aspettava, e cominciando a conoscere suo marito ne ha apprezzato sempre più l’indole e le qualità, arrivando ad innamorarsi di lui perfettamente ricambiata. Francis, comunque, non crede alle parole di Dem ed è sempre più deciso a voler riscattare il suo onore di uomo tradito proprio a causa di Ross mediante un duello che ristabilirà l’ordine in una maniera o nell’altra. Duello che, per Dem, è una vera follia, anche perché Ross ha decisamente molta più dimestichezza di Francis con l’eventuale uso di armi. Parole che, comunque, sembrano essere state rivolte al vento, poiché Francis la lascia con la convinzione che il suo agire sarà quello giusto.
A Demelza, a questo punto, non resta che tentare di appellarsi alla saggezza del capofamiglia, lo zio Charles, essendo certa che sicuramente proverà a far ragionare suo figlio per non fargli correre pericoli. Ma proprio Charles, il quale però non può più contare sull’ausilio sperato da parte di Warleggan, che a questo punto non è disposto a rischiare la sua carriera per l’amico, è quanto mai deciso a sbarazzarsi, questa volta in maniera scientificamente definitiva, del nipote, adoperandosi per farlo trovare affinché venga riportato in carcere e, una volta imprigionato, farlo uccidere assoldando qualcuno di fidato, preferendo macchiarsi di questo odioso crimine piuttosto che perdere il suo unico e amato figlio. Padre e figlio hanno purtroppo caratteristiche comuni ad entrambi, quali l’arroganza data dalla posizione sociale e la supponenza di essere nel giusto credendo di doversi riscattare in ogni modo avendo subito un torto, ma che potrebbero ritorcersi contro qualora non ben gestite.
Però in tutto questo fervere di eventi e verità scomode, ecco che almeno un frammento di felicità può essere concesso dal ritrovarsi di Ross e Demelza, proprio come recitava il suo biglietto. Il loro incontro è estremamente desiderato e presto si trasforma in pura passione: la lontananza fra i due è stata tanta, troppa, e ambedue sentono l’esigenza di tornare ad essere ciò che erano diventati prima che le vicende famigliari e non prendessero il sopravvento gettando scompiglio, angoscia e dolore.
In questo frangente la tua narrazione ha aiutato noi lettori a immaginare la scena, con Ross a torso nudo, fresco di un bagno ristoratore, e con quell’asciugamano avvolto sui fianchi che, lentamente, cade mentre cerca di avvicinarsi a sua moglie e spogliarla del corsetto affinché possano amarsi liberamente. In questi attimi così intimi Dem gli annuncia di essere incinta mandando al settimo cielo Ross, che ora ha un motivo in più per cercare ogni strada percorribile al fine di tornare al suo fianco e vedere nascere la creatura che lei porta in grembo. Possono entrambi contare su degli amici, quali Dwight e persino Caroline Penvenen, che si stringeranno ulteriormente loro intorno, come peraltro hanno già dimostrato di aver fatto, affinché la vicenda raggiunga una conclusione giusta.
La strada appare però ancora molto infarcita di ostacoli, perché chi è momentaneamente fuori dai giochi, Elizabeth, confinata e guardata a vista, affinché non possa tramare alle spalle, sicuramente non rimarrà zitta e buona per molto, facendo in modo di dissetare la sua sete di rivalsa e di vendetta ordendo nuovi intrighi.
Non resta che attendere ulteriori sviluppi e, nel mentre, porgo a te e ai lettori tutti i miei più cari auguri per le festività pasquali che sono ormai alle porte. Un caro saluto e a presto!
Recensione alla storia For ever yours, for ever mine - 16/03/24, ore 16:21
Capitolo 10: capitolo 10
Ben ritrovata Demy con questo capitolo veramente molto denso di avvenimenti, per cui mi sono ritagliata un po’ di tempo, lasciando fuori la realtà, per immergermi nel mondo da te creato e per non perdermi alcuno dei passaggi interessanti che hanno caratterizzato l’intero capitolo.
Scopriamo che Demelza sia rimasta incinta e, povera, non ha potuto incontrare suo marito Ross per comunicargli la bella notizia. Meno male che accanto a lei ci sono persone sulle quali può contare, primo fra tutti il medico Dwight, il quale si sta prodigando affinché la verità su Ross venga alla luce e tutti coloro che hanno ordito una macchinazione con i fiocchi possano essere a suo tempo smascherati, venendo anche puniti per ciò che hanno commesso a danno di un uomo innocente.
Dwight è assistito dal banchiere Pascoe e persino dalla accattivante Caroline, la nipote del giudice Penvenen, la quale è pronta a mettersi a disposizione per salvare la vita di un innocente, in quanto nessun tipo di sopruso può essere sopportabile e tanto meno ammissibile. In lei Dwight ha trovato una spalla e soprattutto qualcuno che potrebbe avere voce in capitolo data la sua posizione sociale.
Intanto la macchinazione è andata avanti ma, sicuramente, qualcosa sta scricchiolando pericolosamente per tutti coloro che l’hanno ordita e potrebbe addirittura riversarsi su di loro divenendo qualcosa di catastrofico per le loro vite, le loro carriere e le loro aspettative di potere e di controllo.
Certo che ci vogliono delle menti davvero machiavelliche per entrare nelle pieghe della vicenda e cercare di confondere ulteriormente le acque tanto da intorbidirle al punto che, difficilmente, si possa risalire alla fonte da cui tutto ha avuto inizio. E George Warleggan, il nipote di Cary, essendo un politico, sa meglio di altri come orchestrare il tutto, sperando anche di poter ottenere qualche vantaggio.
Nel frattempo Ross, uomo che non si aspetta la manna dal cielo, sta pensando che per lui l’unica soluzione sia proprio quella di fuggire dal carcere, poiché il processo è platealmente pilotato e, se non agisse, potrebbe veramente finire sulla forca, dandola vinta a coloro che gli vogliono male, suo zio Charles e quella donna di cui si era invaghito e che si è dimostrata una autentica vipera dalla lingua biforcuta.
La fuga riesce, anche con l’aiuto insperato di una persona a cui lo aveva chiesto. Ora il suo problema è non farsi trovare, cercando un opportuno nascondiglio, anche per riprendersi dalle privazioni e dalle cattive condizioni sperimentate nel carcere.
Ross, come sempre, ha una buona stella che lo segue e che lo aiuta nei periodi di crisi profonda e, proprio mentre vaga alla ricerca di riparo, trovato in una miniera abbandonata, osserva dello strano minerale rossastro, che potrebbe rivelarsi addirittura rame, e presone qualche campione lo ripone per quando potrà farlo esaminare non appena tutta quella folle avventura in cui lo hanno coinvolto sarà terminata.
Ross ha le sue difficoltà, ma anche la perfida Elizabeth sta per fare i conti con suo marito Francis, il quale comincia a riprendere contezza di se stesso e a mettere insieme alcuni particolari eventi, qualche parola e discorso per comprendere quanto la sua bella moglie sia coinvolta nella vicenda. Il momento in cui, furioso come non mai, appena letta la missiva anonima pervenuta a Trenwith e ordita da George, si reca nella stanza matrimoniale e si scaglia su sua moglie pronto a strozzarla se non fosse arrivato qualcuno a fermarlo, è da incorniciare. Chissà se Elizabeth in quel frangente è riuscita a sentire il tocco della morte che stava per ghermirla tramite le mani del marito?
Ora tutta la situazione è una sorta di “work in progress” con molta carne al fuoco e, pertanto, avendo stuzzicato a dovere la nostra curiosità di spettatori, ti aspettiamo quanto prima per il seguito, che prevedo incandescente.
Brava ad intessere una trama così intricata. A presto e buon weekend!
Recensione alla storia For ever yours, for ever mine - 25/02/24, ore 14:31
Capitolo 9: capitolo 9
Ciao Demy, finalmente mi sono portata in pari, raggiungendo la narrazione di un capitolo veramente al fulmicotone, come quello che ci hai presentato, nel quale si possono, ahimè, vedere quante e quali siano le macchinazioni dietro all’incriminazione di Ross.
Ross che soffre a sua volta per il dolore arrecato alla moglie, la quale è andata a trovarlo ed è stata costretta a lasciarlo in quella malsana prigione in compagnia solo di altri poveri derelitti. Ma Ross lo conosciamo: è un uomo astuto, attento, e, soprattutto, non si arrende facilmente: prima di ammettere che sia finita davvero non si perita di tentare al fine di trovare nuove strade per provare a salvarsi la vita. Dell’idea di Elizabeth, di fuggire da Bodmin per iniziare una possibile vita insieme a lei, non è minimamente interessato, però comunque la sua mente sta razionalizzando in cerca di un escamotage. Molto attenta, pertanto, tutta la cura che ha messo nello studiare, il posto, orari, secondini, e tutti coloro che avevano rapporti con i prigionieri, arrivando ad individuarne uno a cui cercare di porre le domande giuste con la finalità di comprendere se qualcuno dei prigionieri non fosse più comparso nei registri del carcere, segno che qualcuno di molto influente aveva pescato proprio tra i prigionieri, per usarlo quale cadavere per incolpare Ross di omicidio, sapendo bene che nessuno sarebbe andato a reclamarne la salma.
Intanto, anche gli amici di Ross si stanno adoperando per non lasciare sola e nelle ambasce Demelza, che, poverina, non conosce nessuno di tanto autorevole a cui poter chiedere di intercedere per il marito.
Pascoe ha assoldato un avvocato giovane e capace proveniente da Londra e che, soprattutto, non ha paura di scontrarsi con l’elite del luogo.
Dwigth, dal canto suo, in questo drammatico frangente, è una spalla veramente importante che potrebbe davvero fare la differenza, in quanto negli ultimi tempi, per motivi puramente professionali, è venuto in contatto con alcuni giudici e fra costoro c’è il vecchio Penvenen, che è anche il tutore della giovane Caroline, ragazza che ha suscitato il suo interesse per i suoi atteggiamenti e per il suo carattere ribelle e risoluto. Forse parlando con lei, contraria a qualsiasi sopruso e abuso vengano perpetrati, potrebbe trovare una sponda e quindi un aiuto per intercedere per Ross.
Mentre tutti i buoni si stanno muovendo, anche i cattivi cercano di tenere il punto anticipando il processo di Ross, affinché chi sta indagando non approfondisca troppo le ricerche e possa smascherare chi sta dietro all’intera macchinazione.
Vediamo ancora Elizabeth tentare il tutto per tutto con Ross, proponendogli nuovamente un piano di fuga per loro due ma, ricevuto l’ennesimo diniego e non potendo sopportare ulteriormente lo smacco, tornata a casa e presa in contropiede da suo suocero, gli conferma di essersi recata alla prigione esclusivamente per mettere le cose in chiaro con Ross, affermando che a lui non sia più interessata, soprattutto ora che, sposata, porta in grembo il figlio di suo cugino. Al vecchio e guardingo Charles tutta quella veemenza contro Ross da parte di sua nuora sembra una manfrina, ma potrebbe giocare a favore di tutti loro se, veramente, Ross potesse venire condannato alla forca, liberando da ogni problema, presente e futuro, la famiglia Poldark.
Lo sconcerto che mi assale è come possano due creature che si dicono timorate di Dio, in primis proprio lo zio Charles, anche solo pensare di macchiarsi di un omicidio, anche se non commesso direttamente con le loro mani, condannando un uomo che entrambi sanno essere innocente, solo per tornaconti personali l’uno, e per vendetta l’altra. Mi domando come si possa vivere portandosi appresso sulla coscienza, ammesso che ce l’abbiano, un peso tale.
Restando quanto mai sintonizzata su questa lunghezza d’onda, mi complimento con te per saper tenere più che desta l’attenzione, avendo ben orchestrato una trama che sfiora il dramma e ci tiene con il fiato sospeso.
Un caro saluto e a presto!