Recensioni di Pwhore

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Recensione alla storia Crash - 02/08/13, ore 15:12
Capitolo 1: Crash
Okay, questa é la prima jalex che leggo perché mi sembra la cosa perfetta da fare in questo momento da, non lo so, due mesi?, e porca miseria, non avrei potuto sceglierne una migliore per re-innamorarmi di loro.
Hai presente quando hai tante cose per la testa e magari scrivi, leggi o disegni senza però sentire più i soliti brividi o senza sentire proprio niente?
Ecco, hai spazzato via decine di giornate così; grazie infinite.
É una storia dolcissima, incalzante e scritta in un modo così sentito che viene strano pensare di non essere tu Jack e di non far parte della storia, dico davvero. Dalla prima riga ti senti catapultato in un altro universo e ti vedi davanti questo Jack rannicchiato e a pezzi come se fosse reale, come se fossi seduto sul pavimento a pochi metri da lui e stessi cercando un modo efficace per consolarlo senza voler accettare che l'unica cosa che potrebbe farlo star meglio é Alex; é da paura. É come se all'improvviso non ti trovassi più in Italia ma a Baltimora, nella sua stessa stanza e nel suo stesso cuore. Hai descritto le sue sensazioni così bene che ho avuto l'impressione di starle provando io, e i suoi pensieri sono così spontanei che non puoi non rimanere lì a chiederti: “ma sto pensando io o sta pensando lui?”. Pian piano che leggi e avanzi ti sembra di trasferirti davvero nel suo cervello e di cominciare a vivere attraverso i suoi sentimenti e le sue scelte, e quando lo vedi crollare crolli pure tu, stringendoti la pancia e mordendoti le labbra come se la pugnalata alla schiena fosse arrivata a te, non a lui.
Leggendo mi sono interrotta più volte per guardarmi attorno, sospirare e dirmi che era tutto okay, che per Jack sarebbe finita bene, che Alex non poteva assolutamente averlo messo da parte e dimenticato dopo tutto quel tempo. Mi sono sentita male e mi sono sentita felice, mi sono sentita pesante e mi sono sentita pronta a sfidare il mondo; e ogni volta che tornavo con lo sguardo verso una riga appena conclusa riprovavo tutto daccapo, come mi capita solo con le storie che mi colpiscono davvero, e bene o male mi sentivo diversa, come se nel mio torace qualcosa finalmente funzionasse davvero, come se non potessi fare altrimenti. É stato bello.
Il primo flashback é stato una delle cose che più mi ha ricordato che anche Jack é normale e mi ha aiutata a vederlo con più naturalezza, come un vero bambino di otto anni, e mi ha fatto strano pensare che sembrava davvero reale, non una storia. Me lo sono proprio visto davanti e ne ho sorriso come una scema, manco fossi sua madre. Ma il secondo flashback, quello mi ha stroncata veramente. Jack che bara alla playstation ce lo vedo tranquillamente, probabilmente lo fa anche adesso, ma Alex che vuole che si faccia perdonare é qualcosa di davvero 'puro'. Voglio dire, i miei amici barano come pochi ai videogiochi, ma quando uno di loro vuole che un altro si faccia perdonare in qualche modo ha della malizia negli occhi o comunque pensa a qualcosa che possa tornargli utile - Alex no. Sembra veramente voler solo che Jack si faccia perdonare perché ai suoi occhi é una persona spontanea con dei difetti trascurabili e una bellezza interiore indimenticabile - l'impressione che ti da' é che lo veda troppo come un qualcosa da ammirare per accettare che bari e si macchi di qualsiasi cavolata, ed é dolce, dolce da morire. É come se la sua innocenza si mettesse a scavare nel tuo cuore e ti facesse sentire un po' più leggero, é una cosa carinissima. Ma la cosa migliore di tutte é come Jack si fa perdonare e i pensieri che fa prima di baciarlo; sembra davvero di essere nella sua testa e di conoscerlo come le tue tasche. Ti fa sentire caldo dentro come poche cose, e l'intervento di John non fa altro che dar forza a questo calore e quest'idea di 'asdfghjk' che ha il loro legame; sticazzi che hanno otto anni e che non sanno neanche che il rapporto 'standard' é fra maschio e femmina, mentre lui fa la sua scenata omofoba la loro incapacità di capirlo li fa sembrare molto più avanti di quanto siano molti miei amici. É dolcissimo.
Che poi pure gli spezzoni fra un flashback e l'altro sono qualcosa di mozzafiato - ti chiedi veramente se non ti sia messo a guardare un film senza accorgertene, é tutto troppo reale per essere solo una storia.
Quando il ricordo sfocia nella dichiarazione di Alex é tutto di nuovo rosa e carino e madonna, quanto sei brava a creare queste atmosfere. Davvero, leggerlo é stato bellissimo e mi ha fatta sentire piena di speranze e non lo so, sei bravissima, mi sono sentita a casa per davvero.
Le parti in cui Jack torna al presente sono una pugnalata alla schiena, ma il modo in cui descrivi quello che gli succede prende così tanto che non riesci a non sentirti anche ammirato e spiazzato man mano che vai avanti. É mozzafiato.
Ma perché poi, vogliamo parlare di quando Jack rievoca il momento in cui hanno 'rotto'?
Se il mio cuore non é imploso in quel momento non so davvero se lo farà mai, davvero. Me lo sono davvero vista davanti e dentro, é stato come svegliarsi all'improvviso dal sogno più bello del mondo per ritrovarsi a bocca asciutta nella situazione di merda più di merda di sempre; é stato qualcosa di distruttivo oltre ogni dire e non lo so, ho sentito tutto il suo dolore travolgermi e portarmi nella disperazione assieme a lui, neanche fossi stata io quella lasciata. É stato bruttissimo, ma se penso che una persona é stata in grado di farmi provare tutto questo semplicemente scrivendo... be', whoa. L'ammirazione é infinita.
Forse l'unico pezzo in cui non mi sono ritrovata del tutto é quando Jack lo schiaffeggia, gli dice che lo odia e tornano a essere un tutt'uno - quando mi sono trovata nella stessa situazione di Jack, anche la mia ragazza si é dovuta mettere con uno per via dei genitori, e poche volte sono stata male come in quei mesi. Anche lei si é messa con il rimpiazzo dopo pochissimo tempo che avevamo rotto, e anche io sono venuta a saperlo attraverso altri, e ha fatto così male che mi ha stravolta totalmente; ma nonostante tutto se fosse tornata da me non l'avrei attaccata come ha fatto lui, ma credo avrei pianto come le merde e non l'avrei più lasciata andare.
A parte questo mi ritrovo nella storia così tanto che mi é difficile pensare che tu non sia uno di loro due, cioè sei davvero incredibile. Se non fossi dal cellulare e sul punto di partire passerei tutto il pomeriggio a recensirti, sei qualcosa di veramente meraviglioso e invidio tantissimo il tuo modo di scrivere; vorrei riuscire a far sentire qualcuno come mi hai fatta sentire tu, sei stupenda. É una storia bellissima e metterla fra i 'preferiti' é poco, vorrei stamparla e appiccicarla da qualche parte. Sei stupenda, davvero, grazie di scrivere. Appena possibile leggo altre cose tue, sei mozzafiato. T.T
Recensione alla storia Just, let yourself go? - 12/10/12, ore 19:29
Capitolo 3: I swear, we'll meet again.
No, scusa, ma l'hai fregata da un libro, tutta questa parte di storia?
No, perché è scritta così bene che ci sono rimasta male quando mi sono voltata e non ho visto né Alex né Myles accanto a me; senza contare che mi sono sentita completamente catapultata a Vienna (tanto più che la mia insegnante di tedesco è austriaca e quindi mi ci ritrovo anche in un modo molto impulsivo e naturale) e che la reazione shock di trovarmi alle spalle la pioggia sporca di Roma è stata più che enorme. Cioè, era come se fossi nella piazza, ti giuro, come se fossi l'aria; mi sono immedesimata in entrambe le parti e mi sono ritrovata perfino nel vento, che cerca di portar via i problemi dalle menti delle persone perché non c'è bisogno di preoccuparsi, andrà tutto bene.
Hai scritto qualcosa di a dir poco eccezionale, mi hai lasciata con un sorrisone enorme sulle labbra e mi sento tutta 'fuzzy' (non mi viene la parola) dentro, come poche volte mi è successo leggendo una storia. Ti giuro e ti spergiuro, mi è sembrato davvero di leggere un libro o di vedere un film per come hai costruito bene la cosa; hai usato termini più che adatti e ricercati ma allo stesso tempo sei riuscita a rimanere spontanea e naturale, ottenendo lo stesso effetto che avrebbe ottenuto Alex con un discorso preparato sul momento; senza contare che tutto il capitolo era impregnato di un'aria magica, frizzante, una di quelle arie capaci di portarti la pace dentro solo a sentirne parlare per quanto sono speciali e significative.

Hai presente quegli scritti noiosi, ripetitivi, che ti fanno desiderare di bruciare tutti i libri di questo pianeta in un sol colpo?
Be', le tue storie non saranno mai tra questi. Mai.
Lasci spiazzata, senza parole, come se fosse passato un uragano dentro la tua testa e avesse lasciato la distruzione totale, se non la voglia di recensire e dire due parole carine su quella storia che tanto ti ha colpita. Sei speciale. Magica, direi. Le cose che scrivi tu non le scrive nessun'altro e nessun'altro sarà mai anche solo in grado di imitarle minimamente, per quanto sono personali, nuove e anche un po' rivoluzionarie, per quanto mi riguarda. Nel senso, io di solito non leggo questo genere di cose e le long in generale - se devo leggere qualcosa di lungo preferisco un libro, o comunque qualcosa che mi permetta di prendermi il mio tempo senza dover sottostare all'ispirazione e ai desideri dell'altro - ma nel tuo caso la situazione è completamente diversa: non solo il tuo modo di scrivere prende da morire, ma ti lascia anche con un senso di presabbene, non con quell'ansia negativa che tutti i lettori odiano quando si ritrovano alla fine di un capitolo. Tu lasci l'ansia, sì, ma è un'ansia costruttiva, un'ansia che ti stimola a cercare d'immaginarti il seguito, un'ansia che non ti attanaglia e ti sbudella facendoti soffrire come un cane - anzi. E' forse il miglior tipo d'ansia di sempre, quello che susciti tu, perché non solo ti assicura la passione del lettore, ma hai anche la garanzia che, seppur a distanza di tempo, quello tornerà a rileggersi la tua storia e a sorridere, ricordandosi tutto ciò che ha provato nel leggerla la prima volta e sentendosi bene per l'ennesima giornata, una volta chiusa la scheda. Credimi quando ti dico che lasci il segno, perché è così.

Vorrei recensirti il capitolo degnamente, dirti quanto ho amato Myles e quanto ti ho ritrovata a pezzi in Alex, ma sarebbe troppo scontato e non credo di avere le parole adatte per descrivere anche solo una minima parte di quello che sto provando ora, a venti minuti dalla fine della lettura di questo testo, quindi lascio perdere e vado al sodo: complimenti.
E non quelli vuoti, quelli tanto per, complimenti davvero; perché ogni volta che leggo qualcosa di tuo mi si accappona la pelle e non riesco a non sorridere, perché ogni volta che leggo qualcosa di tuo mi si scalda lo stomaco, perché ogni volta che leggo qualcosa di tuo evado dalla realtà e raggiungo il mio paradiso personale, perché ogni volta che leggo qualcosa di tuo mi sento semplicemente viva e piena di gioia, perché ogni volta che leggo qualcosa di tuo mi sento completa, migliore. Perché sei semplicemente una delle migliori scrittrici che conosca, e mi viene difficile credere che tu abbia solo quattordici anni, perché da come scrivi ne dimostri almeno il doppio - e non perché non sei fresca, non perché parli da vecchia, non perché vivi in un mondo tutto tuo che è completamente scollegato dalla mia realtà, assolutamente e categoricamente no; ma perché con ogni frase susciti in me emozioni che pensavo di aver dimenticato da tempo e che mi ero rassegnata all'idea di non provare mai più. Perché ti basta una parola che io mi sento viva di nuovo, perché con ogni punto mi fai saltare il cuore, perché con ogni 'ah' io mi sento rinascere.

Sei un mostro, seriamente. Non esagero nel dire che sei la mia ispirazione e che ti considero come un muro da superare, come un limite oltre il quale io devo arrivare assolutamente per considerarmi una 'scrittrice che ha fatto qualcosa di decente nella vita'. Perché ogni volta che leggo qualcosa di tuo e mi tornano alla mente le mie, di storie, mi sento terribilmente inferiore ed inadatta, e non riesco ad evitare di desiderare di saper scrivere un minimo come te.
Sei magnifica, davvero.
Sei ciò che mi spinge a continuare a scrivere e a fregarmene delle recensioni, a fregarmene delle opinioni degli altri, a fregarmene di tutto quanto; e allo stesso tempo sei quella che mi tiene coi piedi per terra quando qualcuno è troppo gentile con me e mi sento come se vivessi in una nuvola.
Sei una fonte d'ispirazione inesauribile e sei una persona meravigliosa, e non c'è nessuno che possa negarlo.
Complimenti per ciò che sei e per ciò che scrivi, perché lasci senza parole in entrambi i casi. :)
Recensione alla storia Just, let yourself go? - 07/10/12, ore 14:02
Capitolo 2: Your voice... You are Alex Gaskarth.
okay, okay, va bene, è la terza volta che la rileggo ed è la terza volta che semplicemente muoio e rimango imbambolata come una cretina qualsiasi davanti alla figaggine e alla bellezza di questa storia. spiegami un po' come fai, perché sono davvero senza parole.

non solo è originale, ma anche scritta bene, e anche se ci sono degli errori nella canzone non ci fai caso, perché il resto scorre così bene che semplicemente te ne dimentichi dopo il secondo rigo di 'storia vera'. suona tutto così bene, così poeticamente, che ti sembra di vivere davvero la scena, di essere lì ad osservare la piazza in cui si esibisce myles, e ti rivedi sia nell'uomo che gli fa i complimenti sia nella bambina che gli chiede l'autografo; sei lì e ti dici 'no, cazzo, anch'io lo voglio, il suo autografo', perché semplicemente le sue parole sono così vere e profonde che non possono non andare a toccarti l'anima, che non possono non scuoterti tutto, che non possono non farti rabbrividire e pensare 'ma sto vincendo la mia guerra?'. ti fanno riflettere su te stesso, sulla tua vita, su ciò che stai facendo, e ti costringono, per così dire, a prendere coscienza delle tue azioni e renderti un attimo conto di ciò che stai facendo con la tua vita, se ne sei fiero o se c'è qualcosa che vorresti cambiare. ti danno il via libera all'automiglioramento, alla coscienza di te che non sembri mai voler affrontare, all'autoanalisi che cerchi di evitare in ogni modo.
la figura di myes è così ben dipinta e ben fatta che ti viene difficile non immaginartelo davanti, e anche se io lo vedo come una specie di austin carlile coi capelli lunghi ognuno può vederci cosa vuole, e automaticamente quel personaggio diventa come una personificazione della tua coscienza, di quel tarlo che ti rode nel cervello, di quel qualcosa che ti dice 'ehi bello, che ne stai facendo di te?' quando hai appena finito di passare l'ennesima notte del cazzo in cui hai pensato a tutto tranne che alla tua salute. diventa ciò che non vuoi affrontare dopo una notte di bevute, dopo una giornata d'insulti, dopo settimane di odio verso tutto e tutti; quel qualcosa che ti riporta coi piedi per terra e ti costringe ad affrontare i tuoi demoni una volta per tutte, senza però usare la forza o senza impietosirti. myles rappresenta come l'angelo sulla nostra spala, per farla breve, e senza di lui non potremmo andare avanti.
la sua schiettezza, la sua sincerità, la sua perpetua speranza nel futuro ti travolgono, ti assalgono, ti riempiono di buona volontà, ed è praticamente impossibile rimanere impassibili davanti a lui. è un personaggio di quelli che trovi poche volte e che non ti dimentichi, di quelli che non puoi non apprezzare, di quelli che non puoi non amare.
la sua sensibilità, poi, è stravolgente: gli basta un'occhiata per riconoscere la tristezza di alex, e gli basta un secondo per offrirsi per aiutarlo, quando tanta altra gente avrebbe fatto finta di niente e avrebbe lasciato che ci lavorasse sopra da solo, magari scrivendoci su una canzone; gli basta un attimo per tuffarsi nella sua anima e riemergerne pronto ad aiutarlo. è il personaggio più profondo fino ad ora, per non dire dell'intera storia, ed ho come la sensazione che diventerà anche uno dei più controversi, mantenendo sempre la sua semplicità e la sua voglia di aiutare il prossimo, però. ha l'aria di essere come un libro appena aperto, di cui non si può capire nulla prima di essere arrivati all'ultima pagina, e che anche una volta finiti ti lasceranno qualcosa su cui riflettere a lungo.

l'intera ambientazione, poi, è descritta in modo molto particolare e piacevole; senza contare che vienna, nonostante la sua bellezza, non viene scelta molto spesso come luogo in cui far vivere la propria storia, quindi questo è un punto in più per quello che si rivelerà un incontro spettacolare e probabilmente molto importante nella vita di alex. incontro che, tra l'altro, potrebbe fare da storia in sé, senza l'intervento precedente di jack e degli altri ragazzi, per quanto è ben fatto e incalzante. l'atmosfera, poi, è semplicemente perfetta: frizzante, allegra, magica e tagliente come quella originale, di una città che è sempre pronta ad accogliere nuovi artisti e maniere d'esprimersi senza chiedere nulla in cambio se non sincerità e passione. insomma, non c'è tassello che avrebbe potuto rivelarsi più adatto per completare questo quadro meraviglioso.

e ora che questo dialogo non mi si leva dalla mente, non vedo l'ora che tu aggiorni così da scoprire come prosegue.
capitolo meraviglioso, delf, non credo ci sia bisogno di dirtelo. si può riassumere in un semplice 'wow' oppure con un 'ommioddio'. sei proprio bravissima. complimentissimi, perché se non diventerai scrittrice tu, chi altro deve diventarlo?
complimenti ancora. sei proprio grande.
Recensione alla storia Just, let yourself go? - 03/10/12, ore 19:06
Capitolo 1: The pearl is broken.

 

"Non è tanto facile? Semplicemente lasciati andare e vivi ogni singolo giorno come se il futuro non esistesse, come se il passato non parlasse di te, come se semplicemente il tempo fosse una piuma allegra che svolazza tra le scartoffie di tutti i giorni, come se tu potessi decidere quando prenderla e annientarla, quando rilasciarla e quando cambiarle direzione. Non potrai mai sapere se avrai un futuro, come sarà o cosa lo determinerà. Devi solo lasciarti andare, amico. E' così semplice."

"[...] So che è buono rischiare, so che è buono provare ad affrontare cose nuove, è sempre positivo avere il coraggio di guardare in faccia qualsiasi cosa, ma un rapporto non è qualcosa che puoi "lasciare andare". Il rapporto è qualcosa che devi costruire, qualcosa che non puoi mai mettere nel fuoco per vedere se brucia o no: perché se è davvero un rapporto a cui tieni non lo metteresti mai a rischio [...]. So che non hai mai avuto voglia di affrontare questo argomento, ma arriva quel punto in cui la gente si stanca di vedere il rapporto che tanto cerca di mantenere buono buttato come capita. Fa male. Sai cosa mi sta iniziando a sembrare la nostra relazione? Una preziosa perla che da una parte viene lucidata con la massima cura, mentre dall'altra un piede violento ci gioca a pallone, tanto quella in perla non ci sarà mai altro che un pallone da calcio che si può tranquillamente distruggere."


"Abbiamo da fare, ho altre persone di cui occuparmi, non significa che smetta di amarti."

"Hai ragione, per gli altri hai sempre tempo. Dovrei solo ringraziarti se ora stai perdendo un po' del tuo tempo per parlare di cazzate con me, vero? Perdonami, non so far altro che sbagliare [...]. Sto ragionando da ragazzino? Bhe, forse perché non ho abbastanza forza da maturare, ma nessuno mi sta aiutando."

Ciao, io sono Jack e te sei Alex.
Io sono troppo scialla e ho smesso di prendere tutto sul serio, mentre tu rimani coi piedi per terra e soffri perché io non ti cago e non ti parlo più come prima, perché ho tante cose da fare o perché semplicemente sono troppo stanca per farlo.
Tu t'incolpi, ti fai le paranoie e ti scusi per cose che non hai fatto e io mi crogiolo nel mio "la vita è una sola, è inutile riempirsi la testa di problemi che tanto scompariranno appena ci distrarremo un attimo, tanto vale viverla alla giornata e cercare di trarne il meglio possibile".
Tu vivi la vita in un modo più consapevole, io me la spasso stupidamente perché tanto "andrà tutto bene, è una cosa momentanea e le avversità rendono più forti".
Tu usi cervello e cuore, io neanche quelli.

Alex è sensibile, timido, innamorato, ma non ce la davvero più a soffrire in silenzio, e mi ricorda terribilmente te, visto che ultimamente sto ignorando tutto e tutti senza neanche farlo apposta, costringendoti di conseguenza a scrivermi quel messaggio tristissimo che mi sento ancora male a leggere.

Alex ha speranza, crede nel futuro, ha fiducia nel domani, ma semplicemente non riesce a fare come Jack, che se ne sbatte di tutto e prende ogni cosa alla leggera, perché non è nel suo carattere e non se ne sente in grado.
Jack non capisce, trova tutto facile e vive una situazione completamente diversa da un punto di vista completamente diverso, e non riesce a capacitarsi delle paranoie dell'altro, che ritiene passeggere e immaginarie.
Federica si preoccupa, Olivia se la spassa.


"Abbiamo da fare, ho altre persone di cui occuparmi, non significa che smetta di amarti."
Ed ecco che una parte di te cerca di giustificarmi, sottolineando però quanto prenda tutto alla leggera e mettendo in risalto quanto poco mi prendo cura del rapporto; chi sa, forse anche incosciamente. Solo che hai ragione.


"Hai ragione, per gli altri hai sempre tempo. Dovrei solo ringraziarti se ora stai perdendo un po' del tuo tempo per parlare di cazzate con me, vero? Perdonami, non so far altro che sbagliare [...]."
Una risposta ferita alla Elide che se non hai sputato fuori è stato solo perché sei troppo buona, con me e con tutti.


"[...] Non ho abbastanza forza da maturare, ma nessuno mi sta aiutando."
Boom, colpo al cuore. Hai più che ragione, quella che hai te la sto portando via io; senza neanche volerlo davvero o rendermene minimamente conto. You're not a savior, you're a vampire, sucking the life out of all the friends you've ever known.

Bho, sono una persona di merda; scusami tanto. Non me ne rendevo conto, pensavo fosse tutto okay anche per te. Cioè, nei limiti di quello che mi dicevi, ma comunque.
Mi preoccupavo e mi preoccupo ancora ma sono molto Jack, lo faccio fino a un certo punto e poi penso che tu sia abbastanza forte da superarlo anche senza aiuti, visto che il mio momento più schifio io l'ho superato da sola. Paragono tutto alla mia esperienza e visto che ultimamente non riesco a prendere nulla sul serio, be', le conseguenze sono a dir poco evidenti. E nonostante tutto ancora non riesco a tornare come prima.
Bho, mi sento alquanto una persona schifia ora come ora. Avrei bisogno di tipo un riavvio, così potrei tornare a comportarmi come ho fatto durante questi altri due anni e smetterla di far soffrire la gente senza un perché.
Scusami tanto Delf, non volevo farti star male o farti fare le seghe mentali, tu significhi il mondo per me e sono stata scema a non avertelo dimostrato in alcun modo per un casino di tempo, quando a scuola non faccio che parlare di te. Serio, scusa tanto. Mi dispiace da morire, farei qualsiasi cosa per rimediare. Scusa davvero. Tanto.

E se tutto questo non c'entrava con me, con noi o con gente che conosci in generale, allora scusa anche per il poema; ma il fatto che questa ff sia così naturale da permettere alle persone di rivedercisi dentro è solo un altro punto in più da aggiungere alla tua straordinaria abilità di scrittrice, non pensi?
Capitolo bellissimo e dannatamente toccante, spero solo di migliorarmi in tempo da non farti scappare come Alex, e che Jack riesca a ritrovare l'altro prima che gli succeda qualcosa di orribile di cui poi non potrà fare altro che incolparsi.

Complimenti per il capitolo, sei stupenda come sempre.

Recensione alla storia Il Cattivo Perde Sempre. - 26/09/12, ore 20:03
Capitolo 1: Il Cattivo Perde Sempre.
Per essere una neo fan ti sei calata alla grande nei personaggi, complimenti! Che poi essere una fan nuova o vecchia non conta niente: basta amarli per essere parte integrante della famiglia e la famiglia è sempre aperta a tutti, tsè tsè u.u Alloooora, innanzitutto vorrei complimentarmi per l'originalità della tua storia: mi sono letta tutte le ff sugli ATL che ci sono su questo sito e non ce n'è nessuna che somigli alla tua, il che è una cosa decisamente positiva perché il lettore non sa proprio cosa aspettarsi dalla fiction e non può metterla da parte neanche volendo: è come se «dovesse» proseguire, come se qualcosa glielo intimasse. Poi non rimane certo deluso dal contenuto della storia, che è agrodolce, spontaneo, pieno dell'innocenza e della candidezza tipica dei bambini, ma che non si separa mai dal carattere che i due svilupperanno in futuro, rendendo il tutto più reale e plausibile. Quando parli del papà di Alex, anche se in modo indiretto, riempi la testa del lettore d'immagini e flash di un uomo assente, troppo pieno di sé per accettare compromessi e troppo “un duro” per passare del tempo con il proprio figlio; un uomo che finisce con il farsi odiare da tutti in casa propria e che non fa niente per migliorare la situazione, risolvendo le discussioni sbattendo porte e scappando via. Il papà di Jack, invece, condivide con lui solo certi elementi, come quello di padre assente che non si fa sentire più di tanto, e appare come più “naturale”, anche se ha abbandonato moglie e figli, e da come ne parla, il ragazzo non lascia intendere alcun odio per lui. Vorrebbe che fosse un padre normale, o è quello che fa pensare al lettore, che non riesce a non credere al fatto che, nonostante tutto, lui gli voglia ancora bene. Quando Alex parla del padre, poi, è come se mettessi a confronto due situazioni più o meno uguali vissute in modo totalmente diverso: Jack è un bambino più “forte”, speranzoso, e non smette mai di credere che le cose miglioreranno, per quanto possa sembrargli difficile; mentre Alex incarna la fragilità, l'emotività, la costante ricerca di affetto di qualcuno che non ha potuto trovarne facilmente. Gaskarth è più timido, introverso, mentre Bassam vorrebbe fare qualcosa per consolarlo e tirarlo su di morale, correndo il rischio di esporsi troppo e di venir frainteso; e questo lascia pensare che, scrivendo e definendo i caratteri dei due ragazzi, tu ti sia ispirata a due emozioni completamente in contrasto, che però riescono ad amalgamarsi perfettamente in un mix che può portare solo positività. È come se Jack fosse l'esuberanza, la vivacità, la voglia di esplorare e vivere la vita senza preoccuparsi delle conseguenze, mentre Alex è più il rispetto delle decisioni degli altri, l'imbarazzo, la voglia di diventare il più invisibile possibile per scappare ai problemi e il desiderio irrefrenabile di essere amati, sebbene spesso si sia troppo introversi per fare qualcosa al riguardo. L'idea di renderli entrambi bambini è molto bella, poi, perché rende i loro comportamenti più spontanei, naturali, e nessuno va lì a pensare che possa esserci un doppio fine nascosto dietro a quel sorriso angelico che si ritrovano quando vanno a giocare insieme. Sembra tutto molto più sentito, candido, e la loro età dà alla storia un tocco naïf che non guasta mai quando si parla di queste cose. Senza contare poi che, a parte i caratteri dei personaggi, anche l'ambientazione e il “prologo” sono stati scelti con una cura che sembra estrema, per assicurare alla fiction un'altra pennellata di realismo e ammirazione verso l'autrice. Ogni dettaglio sembra messo lì con minuziosità e uno scopo, anche se magari non è così, e fa sembrare tutto molto più profondo e toccante. Continuerei pure, ma mamma mi chiama per andare a cena, quindi lascio la recensione a metà; sappi però che sei stata molto brava e mi è piaciuta da morire questa storia, complimenti. Sei proprio brava :)