Recensioni di Ciuscream

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Italian P0rnFest #14 - 24/05/21, ore 21:49
Capitolo 2: Go away... or not
Ciao cara!
Perdona il ritardo con cui arrivo da te ma volevo prendermi il tempo necessario per concludere il tris di questa raccolta perfetta. Ti riconfermi una campionessa in questo genere: ognuna di queste tre storie mi è piaciuta tantissimo e tantissimo mi è piaciuto il tuo modo di raccontarle, con delicatezza ma allo stesso tempo facendo trapelare tutta la loro passione. In particolare, riesci a partire dagli stati d’animo dei personaggi, dalle loro ansie, dalle loro angosce, per dare al racconto erotico tutta un’altra sfumatura. Non solo atto in sé ma qualcosa quasi di mistico, di salvifico, così come è stato per il protagonista di questa storia. A volte la solitudine ti prende, ti risucchia e non ti lascia spirargli per pensare, parlare, agire. Ti lascia a fare finta di vivere, ad essere un’isola nell’alto di un palazzo, in cui le relazioni sono quelle dei puntini lontani della gente che brulica al di sotto o persone che non sono altro che di là da uno schermo. Eppure, il mondo intorno esiste ed è più vicino di quanto si pensi. Si accorge del suo vicino, si accorge di trovarlo sempre quando esce, si accorge del suo scampanellare insistente. Ma non si accorge, però, che quel rifiuto che può destinare a tutti gli altri, non può resistere per sempre. I due vicini arrivano a salvarlo da quell’essere isola e insieme diventano arcipelago. Si amano perché ne hanno bisogno, ognuno a suo modo ha bisogno di avere, di possedere, di dare e di prendere e alla fine di godere. Perché è questo forse il senso più profondo e vero delle sensazioni, forse è proprio questo che la solitudine ti leva. E che loro vogliono a tutti i costi riprendersi, fare riprendere a lui. Perché si avverte il suo bisogno, nascosto dietro coltri di negazione e, infatti, appena ce n’è occasione, nonostante le titubanze iniziali, tutto fluisce come se fosse sempre dovuto essere così. E mi ripeto, hai creato delle immagini bellissime; a parte quelle più carnali, ci sono cose che mi sono piaciute tantissimo, il saggiare ogni piega del viso con la lingua, il sapore meno dolce di uno rispetto all’altro. Sono tutti dettagli che impreziosiscono una storia che ha in sé non solo la carica erotica evidente che elettrizza questi tre, di cui Jooheon è quasi il collante ma che alla fine si mescolano uno all’altro e si impongono e perdono uno contro l’altro.
Ti faccio i miei complimenti e ti mando un abbraccio forte!
A presto
Recensione alla storia Italian P0rnFest #14 - 24/04/21, ore 18:06
Capitolo 3: «Film?»
Ciao carissima!
Eccomi qui: ho deciso di leggermi questa storia perché mi aveva già incuriosita tantissimo quando l'avevi appena scritta e postata e, lasciatelo dire, ho fatto benissimo. Con questa storia dimostri principalmente due cose: la prima è di saper padroneggiare benissimo il genere, come avevo già constatato; la seconda è che sei davvero un'abile scrittrice e descrittrice. La storia è passionale, carica, ma, allo stesso tempo, mai volgare, anzi. Anche nelle parti clou nelle tue descrizioni, anche le più esplicite, rimane sempre una prosa elegante, ricercata, particolarmente adatta. Quindi, intanto, bravissima.
Non conosco il gruppo di cui vai a scrivere ma non importa: tu immergi il lettore dapprima nell'atmosfera esterna al dormitorio (l'isolamento, la pandemia, la paura che rimane) e poi in quella interna, andando a descrivere come (e perché) tutti e tre, presi singolarmente, abbiano deciso di affrontare questo isolamento nel dormitorio, con quali abitudini, con quale stato d'animo. Mentre ci racconti cosa fanno, ci racconti implicitamente anche chi sono: fai tre spaccati ben precisi di tre personaggi diversi, delle loro "fissazioni", delle loro insicurezze, delle loro passioni. Chi prende l'iniziativa, chi la subisce, chi fino all'ultimo secondo è indeciso se accettare o meno quell'invito. E tutto si riflette anche in ciò che avverrà dopo: i tre "ruoli" che tu avevi declinato per ognuno di loro, adatti alle loro personalità, vengono a seguire lo stesso andamento quando la visione del film si tramuta in altro. Chi prende l'iniziativa - più sfacciato, provocatore, che si bea del fatto di poter "controllare", suscitare reazioni - e chi si ritrova al centro delle sue attenzioni e non può, non vuole tirarsi indietro. Esitanze e timidezze che vengono meno, spodestate da una passione che solo in quel momento capiscono come viva e reale e riconoscono nella loro mente come sempre stata presente. La scena è descritta davvero con bravura: tocca sempre ripetermi, ma hai trovato una chiave davvero azzeccata e davvero "bella" per descrivere loro, le loro azioni, i momenti più intimi senza mai mancare di grazia anche quando sono i più spinti e passionali. Ho trovato anche centratissime le paure del "dopo", di qualcosa che potrebbe essere cambiato nel loro rapporto ma che la frase finale stempera, dimostrando, insieme, che nulla è cambiato e che tutto lo è. Esemplare, infatti, che la pronunci quello che è il perno, la chiave di volta dell'intera storia.
Mi è piaciuta davvero moltissimo questo racconto: ti confesso che conosco poco del mondo kpop (è quel mondo vero? *va a nascondersi*) ma tu fai immergere così tanto il lettore nella storia che sono la prima ad essere diventata curiosissima, ad aver cercato anche altre loro foto, per potermi immaginare meglio dentro la narrazione. Quindi, davvero, bravissima!
Alla prossima!
Un abbraccio grande
Recensione alla storia Italian P0rnFest #14 - 26/02/21, ore 21:45
Capitolo 1: Stressed
Ciao!
Attendevo il cap. 2 della long in cui mi ero addentrata e, nell’attesa, ho deciso di approdare qua, perché un po’ di slash e un po’ di red non fanno mai male. Intanto, ho scoperto che io e il tuo protagonista abbiamo la stessa routine serale (“dopo una cena immerso nei propri pensieri, una buona dose di kill su un videogioco online e qualche video reaction idiota tra gli ultimi pubblicati su internet”), quindi già questo mi ha fatto empatizzare! ahahah
Tralasciando ciò e venendo alla tua storia, devo dirti che mi è davvero piaciuta molto: io (mea culpa) non conosco questi personaggi quindi l’ho letta come un’originale e tu mi hai dato tutte le chiavi per permettermi di farlo. Intanto, il prompt già può far intuire dove si andrà a parare e le tue descrizioni fanno il resto. Sono davvero così minuziose e dettagliate che ci si riesce a figurare perfettamente la scena in cui ci troviamo immersi, le sensazioni dei protagonisti e tutto questo non a discapito di una fluidità del testo veramente invidiabile. Usi parole semplici, periodi brevi ma in tutti questi si racchiude una potenza evocativa veramente ammirevole, nonostante il contesto sia un contesto normale di un dietro le quinte. Ho veramente colto ed immaginato ogni sensazione dei tuoi protagonisti: quando l’ansia arriva a mangiarti ed accartocciarti lo stomaco, scompare il sonno, scompare la fame e la sete, scompare ogni minima dose di quiete. Tutto il corpo risponde incontrollato, dai tic, al viso che richiede freschezza, così come la gola, così come “l’acido che stava risalendo dallo stomaco sapeva di tensione”. Le trovo tutte immagini particolarmente calzanti alla narrazione di quest’ansia “da prestazione” che Kyun avverte e che, senza la vicinanza dell’amico, senza quel suo dormirgli addosso e il rumore bianco del suo respiro pesante accanto, si moltiplica e lo lascia insonne e frastornato. Mi piace che abbiano avvertito entrambi lo stesso desiderio e il secondo prenda l’iniziativa e si precipiti da lui, come farà dopo e darà inizio a tutto. Spendo anche qualche complimento per la tua lemon che ho trovato delicatissima e particolareggiata al contempo: capace di far intuire ogni minima tensione sessuale tra i due crescere e salire, senza mai scadere anche nelle descrizioni più schiette, nel volgare. Mi piace anche come i due si approccino uno all’altro: si conoscono, ormai. Uno arriva in soccorso dell’altro, entrambi si vogliono, entrambi si ritrovano ad anelare di possedersi, anche per un momento solo, anche per sciogliere la tensione che adesso gli tira le spalle. Kyun, che è il più piccolo e il più “indeciso”, quello anche più preoccupato e divorato dall’ansia, non vuole permettersi di aprire gli occhi e affogare nei suoi occhi quell’attestato di desiderio. Quegli occhi che poi rivolge al cielo quando lui si addentra nell’incavo del suo collo, lo morde, incurante del concerto e delle riprese e scende, senza remore, a dargli piacere. Lo fa piano, lo accarezza con le labbra, segue il suo volere, aspetta che sia lui a chiedergli implicitamente di più. E quando si ritrova all’orgasmo, si scusa, balbetta, in imbarazzo. L’amico arriva in suo soccorso anche lì: non gli servono le scuse, gli serve che quel piacere sia ricambiato perché adesso anche lui è sul punto di esplodere. Lui, il più grande, quello che di notte è andato a cercarlo, come nei modi è più irruento anche nella ricerca del piacere: si appoggia alla sua spalla, gli conficca i denti, vuole sentire di più (e ci ho colto più una metafora a tutto tondo di lui come personaggio – ma potrebbe essere tutto un viaggio mio, perdonami).
Ti voglio fare i miei complimenti perché nonostante il tema letteralmente pop porno lo hai affrontato senza volgarità ma rimanendo comunque centrata e descrivendo le scene con dettagli che le hanno rese molto reali e vivide. Così come tutta la tua narrazione, che riesce a ricreare ogni ambiente circostante i protagonisti e ci trasporta dentro il lettore (dai tavolini pieghevoli ai van, alla testa contro la plastica).
Quindi, sei stata davvero brava! A prestissimo!
Un abbraccio
Recensione alla storia Find you - 13/02/21, ore 15:51
Capitolo 1: 01
Ciao, cara!
Arrivo anche io con (colpevole) ritardo a lasciarti il mio parere. Parto premettendo che ho letto questa storia come un originale, non conoscendo il protagonista a cui ti riferisci ma il ritratto che tu hai particolareggiato mi ha permesso di entrare in empatia con lo stesso e con il devastante dolore che ha attraversato la sua vita (ho trovato quest’immagine estremamente potente: “ trascinandosi sui cocci spezzati del cristallo laterale posteriore e della propria esistenza”). L’immagine del protagonista che descrivi all’inizio, la sua linda perfezione, la sua vita scandita da regole quasi pedanti, genitori ordinari ed impegnati altrove, magari a sistemare la sua vita con rigore, viene stravolta, tutto d’un tratto. La perfezione diventa confusione, il rigore diventa dolore, gli abiti perfetti così come l’aspetto tramutano in tumefazioni e punti di sutura. La sua vita si è spezzata contro quel guardrail, insieme all’auto che trasportava lui ed i genitori.
Emerge poi la figura del compagno di classe, che sembra stridere così enormemente con l’asetticità di quella stanza d’ospedale e della sua vita appena percorsa (efficacissimo il dettaglio della madre che gli proibiva quelle caramelle che lui porta ripetutamente come dono). Stride nel suo essere piccolo e raggomitolato su una poltroncina, estraneo magari alla marziale disciplina che è stata impartita a Hyungwon che mai si sarebbe comportato in quel modo. Stride nei colori: porta una ventata di arcobaleno, quello di quelle caramelle, in una stanza che è grigia di per sé, è candida; candidi sono i letti, le vesti, le pareti, probabilmente il viso di Hyungwon ancora scosso, ancora imbiancato dal dolore che ogni tanto lo sveglia e dalle medicine che lo sedano. Stridono gli odori: non quelli di candeggina e disinfettante, ma coloranti, frutta, chimico e buono insieme, a confondere la mente prima (provocandola) e poi lo stomaco di Hyungwon, portandolo ad una saturazione rapida vista la condizione che lo porta a dover espellere tutto. Se questa ha voluto essere o meno una metafora, non lo so. Io ne ho colta una: lui, incapace di relazionarsi ai rapporti, che se ne è sempre stato in disparte per non dover mettere in gioco più parte di sé di quella che vorrebbe, si ritrova solo, con quel ragazzo accanto. Non sa perché sia lì, non sa perché vegli accanto al suo letto in attesa che si svegli, non sa perché si è presentato anche più volte in ventiquattrore con quei pacchettini di caramelle pieni di vita. Non lo sa e lo vorrebbe scoprire, vorrebbe affogarci dentro come fa con quelle caramelle dentro di sé. Ma non è abituato, è troppo per lui: e si ritrova a dover sputare tutto fuori, ad aver di nuovo paura, a sentire estranea quella presenza appena conosciuta che lo ritrova scompigliato, distrutto, arruffato, in pigiama, in una fragilità che non è disposto a mostrare – non a lui, almeno. Non ancora. Ho adorato anche la delicatezza dell’amico che capisce quel suo timore, quel suo essere restio e se ne va lasciando solamente la sua “firma”, la sua traccia, il suo tangibile modo per dire che c’è e per dimostrarglielo con quel miscuglio di robaccia chimica sì, ma colorata ed entusiasma. Quel colore ed entusiasmo che nella vita di Hyungwon si sono per sempre opacizzati.
Mi sono piaciuti molto alcuni dettagli con cui hai impreziosito il testo: il signore di mezz’età che si lamenta, come sono soliti fare; le geometrie di luce sul viso e i capelli dell’altro; la descrizione dell’ambiente medico a far stridere una realtà nuova con quella che viveva prima.
Il testo scorre veloce e scorrevole, le immagini sono efficaci e potenti e sono curiosissima di sapere se questi due riusciranno a scoprirsi e darsi l’un l’altro.
Complimenti ed a presto!
Un abbraccio