Recensioni di Ciuscream

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia La caccia della poiana - 17/05/21, ore 21:31
Capitolo 2: 1360 DR: Omnia vincit amor
Ciao cara!
Non potevo non scegliere di continuare la storia di Freya e Aphedriel, visto quanto mi ero appassionata a loro in qualche scambio fa. E devo dire che anche questo racconto ha confermato la mia prima impressione: quanto è affascinante l’idea delle thiramin, questo loro legame che fugge il tempo, le convenzioni, le prudenze e la logica? Intanto, premetto che la tua scrittura mi piace sempre moltissimo: sei semplice, lineare ma descrittiva e puntuale in ogni punto. Ribadisco che riesci ad immergere anche i meno avvezzi a leggere di questo fandom all’interno del mondo, delineando in breve anche conoscenze che probabilmente dovrebbero essere pregresse per comprendere alcuni atteggiamenti dei protagonisti della tua storia, le loro convinzioni e i loro retaggi. Ho amato il dettaglio della madre che si massaggia le tempie: sento il suo mal di testa da qui! L’entusiasmo di Freya è avvolgente ed elettrizzante – letteralmente – e lascia come sempre sua madre priva delle armi per contrastarlo. È sempre stata una giovane umorale e sanguigna, preda delle passioni che, però, mai sono state così forti. Freya lo sa, coglie quanto quell’amore sfidi davvero le leggi della conoscenza naturale e sia nato già rigoglioso, prima fiore che germoglio. Il volersi sposare, il pensare ad averla per sempre, il volerla portare con sé nei boschi. Sua madre sa che non può contrastare quello che ha di fronte, può snocciolare solo qualche invito alla prudenza – perché sa, è andata in città per quello, che sua figlia dentro di sé ha una magia potente e autonoma, che scappa al suo controllo. Per quello, l’Accademia e tutta la città sono avvolte in quella strada prodezza figlia della Magia Rossa: l’ho trovata una metafora bellissima per dire che l’amore non può essere frenato, non dalle regole di una scuola, non da convenzioni antiche. Penso sia un passaggio bellissimo da sottolineare, soprattutto in questi giorni, dove il diritto di amarsi, di essere chi si è, di amare incondizionatamente, deve essere portato come messaggio universale. Io penso che le tue A e F facciano proprio questo: ci mostrino che l’amore, se ostacolato, trova altre scappatoie, si rafforza, si gonfia e poi rompe gli argini e chiunque ha tentato di impedirlo ne subisce le collaterali conseguenze.
Divertentissima la scena nella Sala del Consiglio: ho sentito palpabile l’imbarazzo dei presenti, una volta contestata quale fosse l’unica cosa da fare per far sì che la magia di Freya si placasse. E là, nei boschi simili a quelli in cui è nata, vissuta e dovrebbe succedere al posto del padre, si ama anche con Aphedriel: la porta con sé dove non sarebbe andata altrimenti e le mostra che non verrà mai privata dell’amore, non ne subirà le dolorose conseguenze che sono toccate alla madre e, soprattutto, le mostrerà una nuova giovinezza, in cui gli obblighi sono solo una parte e nel resto c’è libertà, amore e conquiste.
Ti segnalo una frase che ho trovato bellissima e profondissima, di una verità spiazzante: “Astenersi dalle follie non significa essere savi.”
Come sempre, una piacevolissima lettura per cui ti ringrazio! Sarei curiosissima di leggere altro di loro due, mi piacciono davvero tanto.
Un abbraccio
Recensione alla storia L'amicizia non genera debiti - 21/04/21, ore 14:27
Capitolo 1: 1287 DR: La loro approvazione
Ciao cara!
Eccomi a leggere la storia che mi hai consigliato. Intanto, parto facendoti i miei complimenti per il tuo stile: l'ho già detto in altre recensioni, ma hai un modo di scrivere schietto, puntuale, molto semplice e, per questo, sincero. Non ci trovo artifici, solo la voglia di descrivere razze ed abitudini, ambienti e rapporti, con precisione e puntualità. Leggere le tue storie è facile e piacevole, scorrono bene e scivoli alla fine senza essertene reso conto, curioso di saperne di più. Anche una profana come me, aiutata anche da tue vecchie spiegazioni, è riuscita a cogliere la particolarità di questa coppia di amici: se non sbaglio, avevi definito i drow un po' come "gli scozzesi con gli scozzesi", malvagi ed attaccabrighe. Qua c'è un'eccezione alla regola: il tuo drow ha trovato un amico, il suo unico come sottolinei, e da molti anni convivono e condividono avventure e vagabondaggi. Questo non ha fatto dimenticare al clan dell'elfo dei boschi chi, cosa sia, e per questo è sempre tenuto sotto stretta sorveglianza, lontano dal limitare della foresta. Devo dirti che, assolutamente, Daren è un personaggio che mi ha colpito molto in positivo. È pragmatico, conciso, senza sottigliezze; sa che quello che non fa è solo una sua scelta, del tutto frizionante con quelle che compierebbero altri membri della sua razza. Quindi, comprende e, anzi, trova "giusto e lusinghiero" che il suo clan sia spaventato da lui e dalle molte possibilità di commettere azioni negative ci sono insite nella sua natura. Ed è ancora più bello che questo si voglia sganciare da questa, per scelte di vita diverse o solo per il sentimento che prova verso l'amico: non biasima la sua famiglia né la loro apprensione, di cui ha subito il peso con quell'accordo imposto dal padre, e non gli importa che loro si fidino di lui - a lui importa soltanto che lo faccia Jorel, fedele compagno di tanti viaggi. Questo è molto più perplesso dal loro comportamento e, forse, un po' più "ideale" del drow: vorrebbe che capissero quanto sono diversi, che non è folle a fidarsi di lui, che da più di vent'anni sono una "squadra". Alla fine, però, nonostante le reticenze del padre, anche molti altri hanno "imparato" a fidarsi di lui: se l'unico che sceglie apertamente di parlargli è Raerlan, anche gli elfi della guardia sono più rilassati, lo controllano svogliatamente, certi pure loro che non farebbe davvero qualcosa di male. Mi piacciono sempre questa storie di "riscatto" delle differenze: dove guerre, preconcetti come le razze, alla fine vengono in qualche modo disattese se ci si ferma a conoscere, a scoprire, a particolareggiare e non a generalizzare.
Perché prima di essere un drow e un elfo dei boschi, sono due amici: uno più avvezzo alla pragmaticità e uno che "quando c'è [..] da lavorare (è) bravissimo a scansare il pericolo".
In sostanza, i tuoi due personaggi mi sono piaciuti molto: non abbiamo conosciuto qua molti aspetti di loro, ma in quelli che ho potuto vedere mi sembrano complici e complementari, che si fidano uno dell'altro e che hanno messo da parte differenze e preconcetti per costruire un'amicizia solida ed, ormai, parecchio duratura, che forse ha imparato a scardinare un po' anche la visione di altri del suo clan (lo ribadisco perché questo concetto mi piace sempre molto).
Ti ringrazio per la bella lettura e a prestissimo!
Un abbraccio
Recensione alla storia Tree climbing - 14/03/21, ore 14:01
Capitolo 1: Tree climbing
Ciao, cara! Anche questo fine settimana mi sentivo in vena romantica, quindi ho proseguito a sbirciare nei racconti che mi avevi consigliato la scorsa volta. E ho fatto bene! Questa storia è, a dir poco, adorabile. Come sempre, volevo farti i complimenti (e nel mio caso, ringraziarti) perché riesci ad inserire all’interno delle storie – anche in pochissimi passaggi – tutto (o, almeno, molto) di quello che è necessario sapere per non trovarsi “impreparati” ad affrontare i tuoi personaggi. Crei un sottotesto descrittivo ed esplicativo che trovo molto centrato, soprattutto per chi si approccia da più profano al fandom, che si mescola alla storia e fa parte della stessa, la arricchisce, senza sembrare messo lì come “spiegone”. Non so se mi sono fatta capire, spero di sì – a spiegare, io, faccio pena. Ma soprassediamo.
Mi è piaciuta moltissimo l’originalità con cui hai affrontato il prompt che hai scelto di utilizzare: lo hai sollevato da tutte le banalità solite e lo hai fatto calzare perfettamente a questi due personaggi. Ho adorato Adòla intenta a cercare di estirpare il vischio dalla sua quercia, vedendolo non come decorazione o come aspetto positivo dei festeggiamenti mortali (che lei non conosce) ma come un parassita fastidioso da rimuovere. Il caso fortuito di lei che, nel farlo, precipita addosso all’elfo dà quel pizzico di “provvidenziale” potenza dell’amore, che fa capitolare la bencapitata (si dice?) proprio su colui che avrebbe voluto vedere, che aspetta, a cui permette di avvicinarsi al suo albero e addentrarsi nel suo territorio. Mi piace quel loro iniziale imbarazzo, così sincero, che li trova inaspettatamente vicini e sorpresi. Ci sono dettagli che strappano più di un sorriso, come il fatto che lei “lo trovava molto interessante [..], ma anche molto scomodo come cuscino”, visto che ha la consistenza del legno. Legno che però è l’elemento con cui lei meglio si sposa, con cui si sente a suo agio e che, probabilmente, l’ha fatta avvicinare al Druido, l’ha fatto sentire non troppo dissimile da lei. E poi c’è un non-detto, un celarsi, un nascondersi di una dolcezza e tenerezza estreme: lei si alza in imbarazzo, è quasi infastidita dal sorriso di lui che può sembrarle di scherno. In realtà, si capirà solo alla fine, il suo sorriso probabilmente nascondeva identico imbarazzo e la felicità di trovarsela fra le braccia, anche se pesa più di una ghianda. Poi c’è lei che gli nasconde il fianco, per massaggiarsi la parte dolente, così da non permettergli di preoccuparsi per lei, per mostrarsi forte e non dare ulteriore modo di “parlare” di quella caduta. Un mix di pensieri tradotti in parole solo per metà, o ancora meno; il vischio che torna protagonista nel loro dialogo e lui non ha il coraggio di dirle per cosa lo usano i mortali, oltre che per qualche rimedio. Abbozza soltanto una spiegazione manchevole, perché ammetterlo – di fronte a lei – significherebbe far vacillare il poco autocontrollo con cui sta lì al suo fianco, con sulle labbra quella confessione che ancora non riesce a concedersi e concederle. E ho adorato che la cosa sia reciproca! Anche lei si scopre felice di essere lì con lui e quel vischio che le è sempre sembrato inutile, visti anche i pochi utilizzi che ne fanno i mortali, diventa la scusa per poter trascorrere del tempo insieme, in quella volontà identica ma sconosciuta all’altro che li unisce e rende quel loro cercarsi quasi fortuito – anche se così non è. Mi è davvero piaciuta tanto questa storia! Il tuo modo di raccontare è davvero efficace, mi piace moltissimo come fai immergere in questo mondo anche quelli come me che non lo conoscono e me lo fai apprezzare, comprendere e mi fai venir voglia di scoprire quando e come si confesseranno questo amore. Sono curiosa sicuramente di leggere altro su di loro!
Ti faccio i miei complimenti e ti mando un abbraccio,
a presto!
Recensione alla storia La caccia della poiana - 07/03/21, ore 23:01
Capitolo 1: 1360 DR: La caccia della poiana
Ciao, cara!
Arrivo da profana nel tuo profilo e, tra le storie che mi hai consigliato, ho deciso di partire da questa. E devo dire che è stata la scelta giusta! Mi è piaciuta davvero tanto. Vista la mia ignoranza colpevolissima del fandom e delle sue caratteristiche, posso non aver colto molti dei riferimenti della storia ma le tue descrizioni e le tue spiegazioni sono state spesso così calzanti che sono riuscita ad immergermi comunque nel fitto della storia. Ogni dettaglio è stato messo per arrivare alla scena successiva, arricchendo – con l’inserzione di altri personaggi – la trama principale di Freya e Aphedriel. Adoro quando nelle storie, specialmente quelle tese ad incrociare una coppia, ci siano dei contrasti che vengono a collidere. In questo caso, il più evidente dei contrasti: queste due ragazze vengono da mondi opposti, sono state cresciute con regole diverse in luoghi diversi. I loro animali lo trasmettono metaforicamente: il piccolo famiglio dell’elfa della luna è indifeso, ligio alle regole, addomesticato. La poiana di Freya, invece, è libera, non ammaestrabile, orripilata dal comportamento così servizievole del corvo che consegna la missiva. Così come la sua padrona è disgustata da quel modo di fare, da quei richiami ufficiali che – per lei che non conosce le regole di quella città – è solo un pezzo di carta, una “legge” di cui non si riconosce suddita. Ho adorato la sua risposta così ironica e pungente, proprio da ragazza esplosiva, non ligia alle regole; la sua condizione ci verrà spiegata dopo dall’incontro della madre con i due Maestri e dalle sue radici da mezza ninfa ma non solo. Mi è piaciuto anche come Aphedriel, con la sola presenza dell’elfa del bosco in città, abbia iniziato a covare quei sentimenti che forse aveva seppellito sotto anni e anni da allieva modello, sotto una disciplina marziale che l’aveva resa una del terzetto d’oro del Maestro. Freya, invece, ha messo a dura prova i suoi nervi e – anche se ha avuto bisogno di una spintarella e, soprattutto, del consenso di questo – ha lasciato la natura irritata esplodere, andando a dirne quattro a quella nuova arrivata tanto arrogante ed insolente. Mi hanno stupito le sue parole così dure, fuori dalla porta della sua stanza, ad indicare che, davvero, ha lanciato educazione e educatrice giù dalla finestra, perché adesso quella voglia di emozione (anche negativa come la rabbia) la pervade così tanto che anche il solo bussare con violenza la riempie di piacere. E poi, è successo il tutto. Da quello che sono riuscita a cogliere le Thiramin sono anime gemelle che si riconoscono al primo sguardo, come un imprinting. E loro, dalla violenza della rabbia, sono passate – senza volerlo, senza aspettarselo – alla violenza dell’amore, che è arrivato come cascata, a sconvolgere ogni regola di Aphedriel e acquietare ogni stranezza e magia in eccesso di Freya. Sono arrivate entrambe a dare all’altra quello che serviva per completarsi, riconoscendosi all’istante e, all’istante, volendosi per l’intera vita.
Come direbbe Flaiano “I grandi amori si annunciano in un modo preciso, appena la vedi dici: chi è questa stronza?” e poi sappiamo come finiscono.
Ti faccio i complimenti! La storia è scorsa veloce e fluida, la tua scrittura è lineare, pungente e – anche nelle descrizioni – mai eccessiva, anzi. Ogni particolare serve a riflettere la consistenza dell’ambiente e dei personaggi (mi è piaciuta molto la differenziazione delle case di pietra da quelle ricavate dagli alberi, così come gli alberi fogliablu che si piegano ai voleri degli Elfi – cosa che nei boschi a sud da dove lei proviene non succede, sia perché questi alberi non ci sono sia perché gli Elfi non sarebbero tanto arroganti da piegare la natura a loro piacimento). Spero tu mi possa perdonare se, sicuramente, non avrò colto tante delle cose che hai inserito in questa storia, cercherò di supplire man mano conoscendo sempre meglio il tuo “mondo” e se la recensione risulterà un po’ confusionaria (vado a ruota libera!).
A presto!
Un abbraccio