Recensioni di Watashiwa

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Recensione alla storia La seconda possibilità; - 26/10/15, ore 18:27
Capitolo 1: Ferbnessa;
Premetto fin da subito che forse questa sarà una delle recensioni più strane, poco "dettagliate" ed analizzanti di tutta la mia permanenza su EFP ma spero che tu possa gradirla comunque.
La verità è che avevo già letto questa storia varie volte già diversi mesi fa ma ci ho pensato su, prima di scriverci una recensione.
Non volevo essere ovvio, scontato o troppo banale con le parole, in quanto questa storia mi aveva colpito (e mi ha con un'ulteriore rilettura poco fa prima di recensire) e penso che con letture future (in quanto mi capita di leggere e rileggere storie interessanti, su questo sito) mi colpirà sempre come la prima volta.
È vero, stiamo parlando di un prodotto d'animazione incentrato particolarmente su trame d'episodi tra loro simili, con caratterizzazioni abbastanza facili da assimilare, comprendere o comunque prendere in giro (in certi casi) ma si dà il caso che tu in primis abbia parlato di un sentimento così cristallino, vero e improntato verso l'altra persona ed è veramente dura non commuoversi o rimanere spiazzati durante la lettura intera del racconto.
E considerando che è Ferb l'autore e il fautore di azioni che creano tale effetto ed affetto, tutto questo si svolge in maniera intelligente, quasi innocente, giusto per mettere su un piatto l'anima di un'emozione fortissima e che non conosce troppi ostacoli, al quale c'è una soluzione per ogni problema, finché si è possibilitati a vivere e a stare insieme.
Lo hai detto tu stessa nella storia, dopotutto: i bambini cercano di fare qualsiasi cosa pur di rendere contenta (se non felice) la persona alla quale loro piace, senza sé e senza ma.
Ferb non è frenato dall'essere più piccolo di Vanessa perché con la sua arguzia ed intelligenza crea un macchinario per essere un coetaneo; non fa fatica neanche a mentirle sulla sua identità - o almeno, non così tanto - perché la sua identità è ovvia.
Hai ricalcato esattamente questo personaggio in una maniera assolutamente fedele e micidiale, dice le frasi giuste al momento giusto, rende i suoi silenzi significativi e mai completamente vuoti ed insignificanti (come invece può apparire ad occhi distratti nel cartone), è consapevole di tante cose nel suo modo di essere e questo lo rende senza alcun dubbio uno di quei personaggi sottovalutati e adorabili della serie.
Come nella serie in sè, ho provato tutto questo nel Ferb che conosco ed è... fantastico, punto.
Lo so, lo so: questa storia è riguardante la coppia e forse è giusto che parli anche degli altri in sè, specie di Vanessa e dei suoi modi di fare nella tua trama.
Su Phineas non ho molto da dire, nonostante dica due battute in croce è lui nella sua spensieratezza (tra l'altro dove ho notato l'unico errore ortografico della narrazione, piccolE invece di "piccolo"), quindi mi concentrerò su Vanessa.
Sai, quando si scrive una fanfiction di coppia spesso si può cadere nell'imbarazzo di scrivere e gestire situazioni troppo melense, troppo sdolcinate e quindi rendere il tutto tremendamente irrealistico, anche se esistono gli avvertimenti.
Ma, come forse avrai notato nella mia descrizione su Ferb, devo dire che anche con Vanessa sono risultato abbastanza soddisfatto del lavoro da te svolto.
Lei appare così apparentemente sofisticata e complicata, quell'essere dark e quasi criptica sicuramente attirerebbe nella trappola chiunque in questa vita e per chi la conoscesse in maniera superficiale.
Ma lei è paziente, calcolatrice, interessata a qualcosa quando le sta attorno, gradevole e meno che sia.
È consapevole che non può esattamente prendersi sbandate per persone così piccole e "distanti" da lei ma comunque non disdegna e non è stranita o approfittatrice della situazione, rimanendone complice e partecipatrice delle azioni che riguardano lei e Ferb, almeno qui.
Leggere della frase di Ferb sulla dichiarazione d'amore e i ringraziamenti finali di Vanessa sono stati sicuramente i punti apici della fanfiction e - tra parentesi - ho apprezzato QUESTO finale rispetto ad un bacio o a una nuova storia tra loro (così come il "ti voglio bene" a Ferb) perché non c'è sfruttamento, ma rispetto ed ammirazione reciproca e così si manifesta al massimo.
Avrai capito - spero - che ho apprezzato molto questa storia, penso che sia una delle fic migliori della categoria e non scherzo.
Penso che non mi soffermerò tantissimo sul resto, come ti ho già detto i personaggi sono IC e l'introspezione è curata al minimo dettaglio con le azioni, i pensieri e l'interazione finale tra i due ragazzi, il che è conoscere e vivere al meglio ciò che si ama di più.
Per quanto riguarda l'idea, credo fermamente che sia stata sviluppata molto bene dall'inizio sino alla sua fine, le hai dato una curiosità crescente che esplode dal momento in cui Ferb costruisce il macchinario per diventare un coetaneo di Vanessa fino all'epilogo coerente e dolce per quello che accade.
Grammaticalmente e stilisticamente c'è una correttezza molto fluida e corposa, permettendo anche alle frasi di scorrere senza problemi e di comprendere al meglio la natura dei concetti e delle parole utilizzate, il che è sicuramente utile e ha i suoi vantaggi.
Anche ortograficamente tutto è molto pulito e buono e a parte quell'errore che ti ho segnalato poc'anzi e l'utilizzo di due punti sospensivi (invece di tre) in alcune frasi, devo dire che sono rimasto sempre molto soddisfatto e contento nel leggere questo racconto.
Gli elementi della serie di Phineas & Ferb, le descrizioni sbarazzine nel descrivere l'ambiente circostante di Danville ed alcune frasi abbastanza vicine al mood della serie stessa da parte di alcuni personaggi impreziosiscono sempre tanto questa tua idea e la rendono grandiosa, semplicemente.
Complimenti sinceri di cuore e grazie per avermi strappato un sorriso e per avermi fatto ricordare che talvolta l'affetto più coraggioso e più semplice è donato dall'innocenza, dalla semplicità e dalla volontà di donare senza alcuna aspettativa o malizia.

Un abbraccio grande,

Watashiwa

Recensione alla storia Hurt - 28/07/15, ore 03:38
Capitolo 1: Hurt
Buonasera (o notte, data l'ora di questa mia recensione)!
I latini dicevano: "Nomen omen", frase che stava praticamente a significare che un nome è principalmente un dato di fatto, in questo caso il titolo della one-shot su Doofenshmirtz.
Appunto, fin dalla ridondante routine di Perry che compie il rituale di nascondersi, andare al covo, sentire quello che ha da dire Major Monogram e poi agire, si preannuncia un tono un po' più smesso e precipitoso del dovuto da parte dell'agente segreto, il che fa già presagire a qualcosa di unico e doloroso allo stesso tempo.
Già, l'angst è proprio di scena quando Perry nota che da quella ridondanza ci sfugge per un motivo particolare, l'azione di Heinz che lo rende certamente sospettoso per via del suo lavoro ma anche piuttosto preoccupato, ed è un angst crescente, che ferisce e crea dipendenza per sapere come questa storia autoconclusiva può svilupparsi nel corso delle righe.
A parte la considerazione sul genere che fa da padrone (oltre ad una serie di fattori che ora vado a spiegarti), questa storia è vera e in un certo modo...probabile, se solo la Disney osasse nel parlare di queste cose legate alla realtà ma che spesso "censura" ed "omette" per via del suo target.
La linearità dello stile, la correttezza dei periodi e della sintassi, dell'ortografia, utilizzando parole mai banali e scontate per questo, fanno sì che i personaggi, calati in un genere generamnete (scusa il gioco di parole) non tantissimo legato a loro se pensiamo alla storia, siano loro stessi nella routine (specie Perry) e nella sorpresa.
Adoro come Doof tratti la sua nemesi con il suo fare tipico che spesso mostra in alcune puntate, facendolo sentire parte della stanza però stavolta in modo del tutto genuino ed umano, con lui che comunica facendo i discorsi seri e che fungono da sfogo e l'agente segreto che comunica fortemente grazie allo sguardo e alle emozioni facciali, qualcosa che lo rendono comunque empatico e più umano di altri personaggi che hanno a che fare con lo scienzato stesso, Charlene e Roger in primis.
Con la rivelazione c'è a mio avviso il climax che rende tutto più brutale ma vitale al tempo stesso, così come la spiegazione dell'uomo, la sua reazione più drammatica umana, il pianto, le parole più forti (come quando apostrofa bastardo il fratello, ci sta), crude e taglienti: è quasi un paradosso sapere cosa gli è successo, ma in fondo la vita gioca sempre sorprese magnifiche quanto terribili.
E tu ti ritrovi come Perry (specie se provi ad immedesimarti per il rapporto che provi per Doof), senti dolore e vorresti proprio provare a fare come quest'ultimo ma cerchi di resistere come fa lui ma in modo totalmente sua, IC: ligio al dovere, lucido e da vero agente, che dimostra i sentimenti esclusivamente con metodi del tutto spiazzanti e da comprendere, non solo per la sua natura ma sopratutto perché ha un carattere estremamente vitale con un suo amico, oltre che rivale.
Non ti nascondo che leggendo ho quasi sperato che Perry facesse esattamente un gesto molto più espansivo come ad esempio un abbraccio, segno di stima e rispetto per lui; devo dire che però mi hai totalmente spiazzato.
Il saluto militare racchiude senza dubbio la determinazione e la descrizione da me accennata di Perry e l'imbarazzo di Heinz e quella frase sommessa ma veritiera rendono tutto più introspettivo e così semplice da tremare da tutto l'affetto che circola in quella stanza dopo l'affermazione, così come la poesia del borsalino che viene tolto mentre Perry è da solo per onorare il rispetto: i brividi.
Questa è la creatività introspettiva che adoro leggere in storie autoconclusive e potrebbe essere quasi il prequel per qualcosa di più corposo e da un finale diverso da quel pomeriggio, per spiegare altre cose future ma questa è una mia fantasticheria.
La storia è bellissima anche così ed è triste ed angosciante per il suo realismo e l'affetto di due personaggi che si manifesta sul lavoro e sul volersi cercare e stare accanto nei momenti necessari, sapendo che sono parte di un'unica parte insostituibile.
Tra le ricordate per la sua toccante intensità: è una lettura notturna che mi ha proprio fatto del male, ma nel suo senso più positivo del termine.

Un abbraccio,

Watashiwa

Recensione alla storia Always be there - 23/07/15, ore 22:55
Capitolo 1: Isabella
(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Allora, comincio con il dire che ho letto questa long su Phineas e Ferb diverse volte, proprio perché l'idea è molto legata al cartone animato ed è sviluppata secondo uno schema preciso, formativo e sicuramente accattivante.
È una storia di sei capitoli che riesce a dare sostanza non solo ai fratelli e ad Isabella ma anche a tutti i loro amici, rendendoli partecipi della sorpresa che vogliono organizzare per incoraggiare Isabella, farle capire quanto le si voglia bene ed augurarle pronta guarigione.
Fin dal primo capitolo si nota la rappresentazione fedelissima di ogni personaggio, dai loro lati più intimi a quelli più espliciti che li rendono speciali ed unici l'un dall'altro e i generi impostati per descrivere l'intera vicenda sono assolutamente giusti e ben approfonditi con dialoghi, descrizioni semplici ma decise, linguaggio elegante, forbito e molto legato alla narrativa, quella distinta per bellezza.
I protagonisti risultano essere divertenti, spontanei, ingenui, creativi e con una caratterizzazione molto vivida e pressante, fatta di pensieri e di incomprensioni, comprensioni fulminee ed altre meno per via di modi di essere e fare comunque inerenti al progetto e al cartone stesso.
C'è una volontà di raccontare una storia sotto ogni passaggio, passando in maniera mai evasiva verso le idee attuate per Isabella, per il progressivo mutare del rapporto dei due ragazzi che culmina con il sesto capitolo.
E man mano che ci si avvicina alla fine che tutto il flusso mentale e le ambientazioni diventano le chiavi perfette per rendere questa storia senza dubbio la migliore dell'intera categoria di Phineas & Ferb.
Nonostante i ragazzi abbiano solamente dieci anni, la maniera in cui ragionano, parlano e vivono nelle intere scene che si ritagliano piano piano è disarmante da quanto è ben riuscita.
Un plauso sentito al flusso di coscienza ed emotivo che Phineas ha verso la metà del sesto e conclusivo capitolo della storia, dove realizza per gradi senza suggerimenti e senza tagliare i ponti per compiacere il lettore ed Isabella stessa: è una cosa genuina e spontanea, dolce.
Lo stile è - come già accennato - molto legato alla narrativa ma riesce ad intrattenere grazie all'italiano corretto, fluido e al limite dell'erudito e rendendo ogni bambino protagonista anche con una sola frase, caratterizzandolo bene a dovere, come nella serie stessa.
Consiglio la storia come scelta dal sito perché è certamente la più valida all'interno della categoria e anche le storie ben scritte su serie non estremamente famose e magari sottovalutate per la loro natura qui in Italia meritano davvero.

Watashiwa
Recensione alla storia The doof side - 18/07/15, ore 17:51
Capitolo 1: The doof side
Eccomi qui anche io dopo essermi deciso a leggere qualcosa in questa categoria: Phineas e Ferb è decisamente il cartone Disney della cosiddetta nuova generazione che mi è garbato di più e dovevo assolutamente addentrarmi qui per vedere un po'.
Doofenshmirtz mi ha colpito man mano che le puntate sono andate in onda e poter leggere e recensire una fic riguardante la sua vita e la sua psicologia è sicuramente per me qualcosa di grandioso e interessante al tempo stesso, anche per via dei generi che hai trattato e che hanno dipinto qui lo scienziato.
Sotto quell'atmosfera di comicità pressante che il cartone mostra, ho comunque percepito una tristezza di fondo che, se calata in trame più serie (che putroppo la Disney non approfondisce in serie televisive) poteva realmente fare la più sana e genuina differenza.
Ma è per questo che in fondo esistono le fanfiction, giusto?
Anche dopo essermi gustato il lungometraggio, ho potuto ragionare un po' su Doof e la sua controparte alternativa, sul fatto che quest'ultima in un certo qual modo sia una parodia doppia, sia per la sua natura più maligna e sia per il motivo per cui ha deciso realmente di diventare una persona rispettata così potente su tutto e tutti.
Heinz è un essere umano molto più buio e profondo di quello che la sua maschera vuole dare a vedere, senza alcun dubbio.
È un uomo che è cresciuto senza essere apprezzato dal nucleo che avrebbe dovuto donargli un affetto ricambiato come la sua innocenza e il suo cuore sperava, ha cercato comunque di andare avanti sviluppando una sua vita e le sue conoscenze, ha sperato che con l'amore, tanto decantato e vivo nelle menti e nei cuori altrui, potesse risorgere, trovando solo giustizia in quell'amore che solo i padri possono realmente vivere fino alla fine dei loro giorni.
Ma comunque Vanessa cerca di capirlo sotto quella corazza apparentemente impenetrabile, un po' lo osserva e gli dà ascolto permettendogli di sentirsi un uomo più grande, quasi migliore... e il rapporto di amicizia e rivalità con la sua "nemesi" Perry è l'unica maniera per essere meno disperato e dire ciò che prova e pensa con quella dose di teatralità ed apparente ilarità che quasi crea per fare in modo che Perry e Vanessa non lo lascino mai stare per davvero.
Come dici tu nella descrizione della storia, è un tributo, assolutamente più psicologico e vincente di quello che la serie vuole dare a vedere e verso a chi vuole cercare di rivolgersi.
Un tributo scritto molto raffinato, incentrato bene sull'introspettività senza creare immense esagerazioni, riesce a colpire bene quello che Doof cova nel profondo e lo fa come se avesse davanti uno specchio veramente più profondo del solito, che va aldilà dell'aspetto esteriore, uno specchio che spoglia.
Un italiano molto forbito, attento e che non vuole mai dimenticare qualche passaggio dietro di sè e la vita di Doof, uno stile veramente diretto, preciso e che plasma bene il personaggio dentro la sua abitazione e la sua quotidianità, quasi ridondante e fatta di speranza e riscatto.
Apprezzo, apprezzo un sacco questa storia, è realmente vera e per certi versi non è così lontana dal modo in cui alcune persone potrebbero essere, Inator, nemesi e figura di scienziato pazzo a parte.
Ottimo lavoro, dritta tra le preferite.

Un abbraccio,

Watashiwa