| Recensione alla storia La ballata dell'amore stolto - 18/06/11, ore 12:25 | | Capitolo 1: // | aw, bravissima!
da abitante della capitale, posso assicurarti che l'uso del linguaggio colloquiale che hai fatto è stato molto, molto apprezzato - benchè, certo: il romanaccio non può certo essere definito un bel dialetto, così volgare e pieno di doppie, ma è una maniera di parlare così diretta e priva di fronzoli che mette immediatamente in luce il temperamento di quel dato personaggio. e se poi a parlare è il libanese... oh bhe, l'emozione non può che prendere il sopravvento.
inoltre, spostando l'occhio verso la trama e lo stile, non c'è che dire: la convulsa atmosfera tra il sarcastico ed il cupo, il pathos coagulato nel testo intero - per quell'incertezza riguardo le sorti del dandi che si viene man mano a creare - e la perfezza sintonia con le vicende ed i personaggi originali, assicurano al tuo racconto una piena adesione con la serie stessa, di cui pare essere una scena censurata o un semplice missing moments, sebbene di ottimo livello.
sono davvero riuscita a figurarmi il tutto, dall'ira del libano fino alla repentina comparsa del dandi nella camera di patrizia, scompigliata eppur sempre elegante nel suo innocente egoismo.
ho gradito molto anche la pseudo-interpretazione del testo di de andrè, che in un certo modo d'essere inteso, può rifarsi bene all'amore di cui si narra in questa manciata di righe.
bella bella bella, non ho altro da dire - se non che confermarti quanto hai scritto nell'ultima nota: è verissimo, qui a roma si dice spesso, incastrandolo un pò dappertutto, dargliene a due a due, con l'esatto significato da te espresso.
alla prossima allora,
hi !
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