Recensioni di Gaia Bessie

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Recensione alla storia Bussano alla porta - 07/05/21, ore 09:55
Capitolo 1: Bussano alla porta
Seconda classificata + Vincitrice del premio per la miglior storia originale in gara

BellaLuna95/BellaLuna
 
Media: 48.13
 
Tot (1): 49.2/50
 
Tot (2): 48.7/50
 
Tot (3): 46.5/50
 
(1)
 
Bussano alla porta
 
PREMIO PER LA MIGLIOR STORIA ORIGINALE
 
Tot: 49.2/50
 
 
Titolo: 2/2
Il titolo nel complesso è sicuramente coerente con quanto espresso dalla storia, e di questo sono felice, perché lo trovo un titolo sicuramente azzeccato. È breve, lineare, ma centrato – unico rammarico, che ovviamente non porta alcuna detrazione al punteggio, è che il titolo non sia “Quando bussano alla porta”. Lì penso mi avresti conquistata per sempre.
 
Grammatica e stile: 14.2/15 (divisi in 9.70/10 e 4.5/5)
La Grammatica, nel complesso, è eccellente. Solamente un paio di volte ti sono sfuggiti dei trattini corti (-) al posto di quelli lunghi (–) per segnalare degli incisi. Purtroppo devo conteggiarlo come un errore di punteggiatura – 0.15 x2
Per il resto, non ho riscontrato la presenza di errori o refusi di sorta: il lessico è favolistico, adatto al contesto, mi è piaciuto molto.
Per quanto riguarda lo stile, l’ho trovato certamente adeguato – a tratti evocativo, sicuramente ben calzante sulla psiche di una bambina, evoca quell’atmosfera da fiaba dell’orrore che io personalmente apprezzo sempre tantissimo.
Solo una perplessità: a volte metti la punteggiatura in una maniera che non è erronea, ma che a mio parere appesantisce inutilmente il testo da un punto di vista delle pause – ho letto la storia ad alta voce e, in alcuni punti, il ritmo era eccessivamente inframmezzato da pause non sbagliate, ma innecessarie. Ti riporto, per chiarezza, un esempio:
 
Anche gli Adulti che una volta erano Bambini e che sono nati e cresciuti negli interni A e B del Condominio, ora non se ne ricordano più, lo hanno dimenticato, e Gioia pensa che sia strano, Gioia aspetta, quasi con rammarico, che accada anche a lei.
 
E questo è tutto. Nel complesso trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro, quindi davvero complimenti!
 
Trama: 3/3
Che dire, sono colpita. Sinceramente, quando ho preso in carico, non mi sarei mai aspettata d’inciampare in una storia simile.
La trama è semplicemente, ma è scritta in una maniera tale che funziona e lo fa molto bene: riesci a tenere il lettore incollato allo schermo, come se stesse ascoltando una melodia un po’ macabra ma senza essere in grado di cambiare stazione radio. Che paragone emozionante, scusami.
Comunque, davvero molto interessante, complimenti!
 
Originalità: 5/5
Come dicevo poc’anzi, non pensavo di trovarmi una storia simile davanti, prendendo in carico questo contest: il tema poggia su un cliché narrativo che qualunque bimbo ha conosciuto (o qualunque lettore assiduo di creepypasta), quale l’uomo nero, che viene reinterpretato in maniera totalmente inedita. Interessante, per prima cosa, la scelta dell’ambientazione: hai messo il Fantasma in un posto che avrebbe potuto crearti problemi – perché non lo vede nessuno? Perché solo certi appartamenti? – ma che, paradossalmente, ha reso la narrazione più misteriosa e particolare.
Per tornare al mio tipico mantra da contest, dato che a questo giro lo sto dicendo meno del solito: io, una storia così, non l’ho mai letta. Mi ha colpita estremamente in positivo, sono proprio soddisfatta della lettura che, in più punti, mi ha sorpresa e fatta spalancare gli occhi davanti allo schermo.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
Trovo che caratterizzare i bambini sia sempre una delle sfide più grandi cui un autore possa fa fronte, e ti spiego perché: siamo stati tutti bambini ma, nel momento in cui scriviamo di un bambino, semplicemente siamo diventati strutturalmente diversi da loro. E come si fa a ricostruire cosa un bambino pensa, cosa vuole, cosa dice senza minare la credibilità del racconto? Il rischio di creare bambini troppo formali, o irrealistici, è sempre dietro l’angolo.
In questo senso, trovo che tu abbia affrontato questa sfida con onore – e che tu ne sia uscita sicuramente vincitrice.
Gioia – peraltro, che brividi, l’avessi chiamata Gaia sarei andata a nascondermi sotto il letto – emerge dai tuoi tratti con chiarezza e con l’incoerenza tipica dei bambini. È una bambina che affronta un divieto (non aprire la porta agli sconosciuti) ma che, in quanto tale, non ne comprende appieno il senso.
Io sfido chiunque a negare di non aver mai messo in discussione uno di quegli ordini firmati con un “perché è giusto così”: lo faccio ancora a ventiquattro anni, figuriamoci se non lo facevo a sei/sette. Da questo punto di vista, la fame di Gioia è comprensibile e coerente con il fatto che sia piccola – sa che è sbagliato, voler conoscere, eppure come si fa a comprendere se manchiamo di esperienza?
La sua conoscenza, in questo senso, si sviluppa per gradi: con un intermediario, prima, ovvero la porta. E con l’esperienza diretta, infine.
Una caratterizzazione magistrale, complimenti.
 
Gradimento personale: 10/10
Okay, con calma. Sono stata molto sorpresa da questa storia, che poteva essere presa come una fiaba dell’orrore o darle quel significato profondissimo che, invece, io ci vedo. Hai corso un rischio e, per quanto mi riguarda, hai vinto rischiando: non so quanto in alto salirai (non ho valutato le altre due storie, al momento, e mi mancano ancora diversi partecipanti) con la classifica, ma sicuramente posso dirti che questa storia ha vinto un posticino nel mio cuore. Mi è piaciuta immensamente e sono grata di averla potuta analizzare, leggere, rileggere.
Hai dipinto una verità profondissima – che, a volte, semplicemente si ha fame di una scelta proibita – e che personalmente mi sento di condividere in toto. Questa storia mi è entrata dentro, quindi ti ringrazio per avermi permesso di giudicarla.
 
Utilizzo del pacchetto: 5/5
Il genere è sicuramente presente, l’intera storia si basa su un essere sovrannaturale. Anche il prompt “Fantasma” è ben utilizzato.
 
(2)
 
AbeTino – Storia di un (brutto) albero di Natale
 
Tot: 48.7/50
 
 
Titolo: 2/2
Il titolo è molto fantasioso, se così si può dire, e mi ha fatta sorridere moltissimo: è sicuramente azzeccato (eccome se lo è, diamine) e strappa via una risata a chiunque si appresti a leggere la storia. Hai fatto una scelta bellissima, complimenti!
 
Grammatica e Stile: 13.95/15 (divisi in 9.70/10 e 4.25/5)
La Grammatica è perfetta, ti è solo sfuggita la solita cosa dei trattini lunghi che ti avevo segnalato anche nella storia precedente:
 
- e questo era un gigantesco, enorme TUTTAVIA - → i trattini dovevano essere lunghi, non brevi. – 0.15x2
 
Per il resto, il linguaggio è fresco e adeguato al contesto, che risulta essere pregno di una graziosissima ironia che rende la lettura divertente e scorrevole. Lo stile, in questo senso, è la tua arma vincente. Ti segnalo solamente due problematiche che ho riscontrato.
La prima è una ripetizione superflua che ti segnalo qui di seguito:
 
sera di fine novembre, sera che poi sarebbe passata alla storia come “La Serata degli Spoiler” → questo succedersi di sera-sera-serata è un po’ pesante da leggere, io almeno uno l’avrei omesso. – 0.25 pt
 
La seconda problematica è di carattere più generale, e consiste nel fatto che molte volte tendi a costruire periodi parecchio lunghi e complessi, appesantendo inutilmente la prosa. Ti riporto, in questo caso, un esempio:
 
“Tuo padre piange ancora quando vede E.T.?” gli aveva chiesto una sera di tre mesi prima sua zia Anna, ridendo sotto i baffi, mentre Cece sbucava dalla cucina chiedendo incuriosita: “Chi è E.T.?”, al che, per non offendere sua eccellenze Steven Spielberg, sia lui che Anna erano corsi a recuperare il DVD nel primo negozio disponibile, e avevano subito dopo stilato una lista sacra di film che Cece doveva assolutamente recuperare. → la frase è molto lunga, io avrei spezzato dopo “Chi è E.T.?”.
 
Per il resto, trovo che il tuo stile si sia fuso più che bene con la storia che hai narrato, che ho trovato molto interessante e ben costruita. Brava!
 
Trama: 2.75/3
La trama è semplice e lineare: nel complesso, mi piace molto. Devo dire che si sviluppa in maniera semplice e – da quanto ho capito spero non erroneamente – pur facendo parte di una serie, la storia presenta un intreccio tale da poter essere letta come episodio singolo, pur non conoscendo i personaggi.
L’intreccio non è particolarmente complicato o ostico, ma si sviluppa linearmente e in maniera coerente. Ti pongo solamente una minuscola osservazione, in assoluta buonafede: ho trovato la prima parte della storia, quella relativa alla serata degli spoiler, un po’ affrettata – sul limite un po’ pericoloso dell’essere confusionario. Inizialmente, ho fatto un po’ di fatica a collegarla alla questione dell’albero di Natale, sembravano quai slegate: poi ovviamente ho compreso, ma la sensazione che tu abbia usato una premessa più corposa dell’intreccio basilare della storia, mi è un po’ rimasta.
 
Originalità: 5/5
La storia è originale e lo è indubbiamente: di commedie o comunque storie leggere, ultimamente faccio il pieno – eppure, una che abbia questa leggerezza e quest’istintiva joie de vivre, personalmente credo di non averla trovata mai.
La questione di AbeTino, che inizialmente mi aveva un po’ fatto temere per il peggio (non che odi le commedie, ma in esse è più “semplice” scadere nel banale, secondo me), è assolutamente geniale e mi è piaciuta da matti. Complimenti.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
La caratterizzazione dei personaggi è eccellente. Anticipo solamente una piccola cosa, che non ho penalizzato qui (perché inerente solamente in parte), né in altri parametri: purtroppo il grande inconveniente di presentare parte di una serie in un contest è che, senza note d’autore che spieghino le “puntate precedenti” prima del corpo del testo, qualche punto oscuro rimane sempre – a volte tanti, a volte pochi, ma qualcosa rimane per forza.
Qui, devo dire, di punti così ve ne sono pochissimi: ma principalmente mi viene da domandarmi qualcosa in più sui misteriosi impegni lavorativi del padre di Edo, e ovviamente su come Anna e Cece sono finite insieme.
Ciò non influisce, tuttavia, sulla caratterizzazione dei personaggi in maniera così significativa da costringermi a penalizzarti come, in casi diversi, avrei fatto: al contrario, devo dire che trovo il tuo lavoro davvero eccellente.
In primo luogo, Edoardo (che è anche un po’ il narratore di questa vicenda) è sicuramente credibile, sia nel suo rapporto con la zia Anna – meno approfondita, ma comunque un personaggio valido – e soprattutto nel suo essersi inserito in una scena familiare così peculiare. Il suo modo di pensare, le sue azioni, tutto è coerente con la sua età: persino il modo in cui sua zia si rivolge a lui, a metà tra l’ironico e l’infantile (in senso positivo), è secondo me adeguato.
Ma, per quanto mi riguarda, il vero capolavoro di questa storia è Cece che io ho semplicemente adorato.
Mi è piaciuta da matti, un po’ bambina e un po’ troppo adulta per essere ingenua come la si fa credere, infantile, capricciosa, allegra e mille altri aggettivi che potrei cavarmi fuori per descriverla, se non fosse che non posso scriverti una valutazione lunga come la storia della mia vita. Lei è il tuo punto più alto di questa storia e, se lo vorrai ovviamente, ti chiederò se hai altre storie che parlano di lei.
Bravissima.
 
Gradimento personale: 10/10
Storia veramente bellissima e coinvolgente – cosa che immagino tu abbia un po’ dedotto dal fatto che mi sono dilungata in una maniera un po’ eccessiva – che mi ha strappato un sorriso in una giornata inutilmente piovosa. Non ribadirò i punti forti di questa storia, che a mio parere ne ha fin troppi, ma mi limito a rimarcare che è stata una storia piacevolissima da leggere, e che ricorderò sicuramente con moltissimo piacere.
Sei una delle autrici che scopro in questo contest, e mi toccherà ringraziare Juriaka per avermi permesso di sostituirla.
 
Utilizzo del Pacchetto: 5/5
La coppia femslash è sicuramente presente e centrale all’interno del racconto, così come il prompt dell’Albero di Natale.
 
(3)
 
E il naufragar m’è dolce in questo mare
 
Tot: 46.5/50
 
 
Titolo: 1/2
Non posso dire che il titolo non mi piaccia – sia perché mi annullerebbero l’esame di letteratura italiana, sia perché sinceramente mi piace – ma secondo me il collegamento con il testo non è così forte come avrebbe dovuto essere. Si parla di mare, questo sì, è un elemento comune: ma io sinceramente non percepisco quel senso di naufragio, di andare alla deriva – Livia forse ha dei cedimenti, ma resiste, ha Edo, non si lascia andare. La trovo una scelta bella ma riduttiva, che non calza pienamente con il contenuto che anticipa.
 
Grammatica e Stile: 15/15 (divisi in 10/10 e 5/5)
La Grammatica, complice forse l’assenza di trattini (mi permetto di prenderti in giro, scusami), è perfetta. Non ho riscontrato la presenza di errori o refusi all’interno della narrazione, che si svolge in maniera fluida e senza troppi scossoni.
Foneticamente, la lettura funziona – a volte, tendi a esagerare con i puntini di sospensione, ma sinceramente non la trovo una cosa così fastidiosa da dover attuare una detrazione di punteggio, quindi te la lascio come osservazione parziale rispetto a una prova di lettura ad alta voce.
Il lessico è adeguato all’età dei protagonisti, che sono comunque giovani – hanno la mia età e io sono giovane, punto – e i dialoghi sono inseriti con naturalezza all’interno del testo.
 
Trama: 3/3
La trama, semplice a una primissima lettura senza troppa attenzione, si rivela in realtà molto intricata: ci sono molti personaggi (due presenti, altri citati) e benché l’intreccio sia molto lineare e sul filone dell’introspettivo, la vicenda è comunque molto ricca di riferimenti e, immagino, di rimando alla serie di cui questo racconto fa parte. È un lavoro complesso ma, non per questo, complicato: ogni parola è al posto giusto per guidare il lettore in un flusso misto di pensieri-dialoghi che gli permettono di cogliere atmosfere già viste, da una parte, o di scoprire un nuovo mondo, dall’altro.
Per quanto mi riguarda, ho seguito la vicenda con interesse e attenzione, senza mai distrarmi dalla lettura e non ho riscontrato difficoltà nella comprensione degli eventi narrati. Le vicende sono interessanti e familiari, catturano facilmente il lettore e lo tengono incollato allo schermo fino alla conclusione.
 
Originalità: 4/5
La storia è originale in quanto facente parte di un universo narrativo (da te organizzato e che purtroppo non conosco ancora) in fase di sviluppo ma, purtroppo, devo giudicare la storia singola e non il processo creativo che vi sta dietro. E, per essere sincera, la tematica da te prescelta l’abbiamo vista tante volte, specie nelle storie romantiche.
L’hai espressa a tuo modo e per questo ci tengo a premiarti con un voto che è indubbiamente positivo, tuttavia devo appunto tenere conto del fatto che in questa storia non c’è qualcosa che mi faccia dire “okay, io non ho mai letto niente di tutto questo”.
In ogni modo, per quanto mi riguarda il lavoro da te fatto è sicuramente eccellente.
 
Caratterizzazione dei personaggi: 10/10
A costo di essere ridondante, ma a me la caratterizzazione di questi personaggi è piaciuta proprio tanto: anche qui, sebbene la storia sia leggibile indipendentemente dalla serie, si sente ovviamente la mancanza di un background che viene dato per scontato – ma che, inevitabilmente, c’è ed è giusto che ci sia.
In questo caso, troviamo dei personaggi totalmente diversi da quelli che avevo lasciato in AbeTino, sebbene essi siano solamente accennati qui e non approfonditi come nell’altra storia: Anna è sempre Anna, e davvero è un personaggio che mi incuriosisce parecchio e che sarò curiosa di approfondire in successive letture. Ma parliamo dei personaggi.
Edoardo è molto credibile, come personaggio, sebbene secondo me in questa storia sia uno strumento per approfondire Livia, più che un personaggio in sé. Comunque, ha degli elementi distintivi che sono chiaramente suoi e che quindi lo differenziano da un qualunque altro personaggio messo lì casualmente.
Ma, come dicevo poc’anzi, a mio parere la vera protagonista è Livia: è quel personaggio che è fatto bene perché riesci a comprenderla e a detestarla al contempo. Si lamenta, piange, ma è immensamente viva mentre fa tutto questo. Lidia respira piano, in questa storia, racconta del passato e di come inevitabilmente esso rischi di divenire il suo presente – ma, purtroppo, è un personaggio che personalmente non mi è piaciuto e questo fa capire la portata della tua caratterizzazione: mi ha suscitato istintiva antipatia, mi ha fatta pensare “ma che sta dicendo?!” e così via. E, secondo me, è un grande pregio: hai reso a 360° un personaggio in così poche parole.
Taki non compare ma, dato che ho una passione per i personaggi e le persone come lui, te lo dico – promette un sacco bene!
 
Gradimento personale: 9.5/10
La storia è molto bella, te lo dico con immenso piacere, l’ho letta con estrema soddisfazione e di questo sono molto contenta. Anche qui, non ti elencherò gli innumerevoli punti a favore che ho già sviscerato nei parametri precedenti, è una storia che di base non ha difetti – o, meglio, uno lo ha a livello di gradimento personale (parametro che, prima o poi, abolirò dalle mie valutazioni): mi è piaciuta meno delle altre due. Purtroppo in un contest come questo è importante la comparazione e io posso dirti con sicurezza che questa storia è bella, bellissima, ma che mi prende un filino meno delle altre due. Nel complesso, comunque, penso che tu possa andare molto fiera di questa serie che hai costruito.
 
Utilizzo del pacchetto: 4/5
Il genere sentimentale è sicuramente presente in larga misura. Mi perplime di più l’utilizzo del prompt conchiglia, che compare solamente nelle ultime battute della storia e non ha una particolare rilevanza per quel che concerne la trama: per dirla in termini spicci, se al posto della conchiglia fosse stata una pesca, ai fini di questa OS (non mi riferisco alla serie, ovviamente) non sarebbe cambiato niente.