Recensioni di Rosmary

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Recensione alla storia Fuochi gemelli - 06/04/24, ore 18:18
Capitolo 1: Fuochi gemelli
Ciao!
Sono decisamente in ritardo, ma il lato positivo è che ora posso leggere e recensire conoscendo il fandom!
Considerando la challenge, inizio dallo stile e ti confermo la mia impressione: con questi personaggi trovo la tua scrittura più emotiva, in qualche modo diventa immersiva e abbatte qualsiasi parete tra il lettore e la sfera emotiva del personaggio. È un aspetto del tuo stile che mi piace molto, anche perché pur diventato più emotivo non perde mai il suo equilibrio e la sua linearità – anche se più immersivo, resta fedele a se stesso.
Questo equilibrio di fondo credo abbia contribuito a rendere la raccolta coesa nonostante le tre persone narranti diverse con tre diverse focalizzazioni. Sei stata brava a gestire i diversi approcci e punti di vista senza penalizzare il quadro d'insieme: leggendo le tre flash, si ha la sensazione di leggere un racconto unitario, che ha una sua coerenza di fondo e un significato unico; ciò nonostante, i tre tasselli hanno anche forza autonoma, perché riescono ognuno a descrivere perfettamente la singolarità di Matt, di Elektra e di loro due insieme.
Parentesi anche sui dialoghi autonomi per dire che li hai ideati così bene e così in linea con i personaggi che si percepiscono benissimo tono e intenzione; le battute non hanno davvero bisogno di essere rette da verbi che diano l'idea della mimica dei personaggi, perché le loro parole e le loro pause (i puntini di sospensione, quando ci sono, sono decisamente funzionali) riescono a essere esaustive.
Ho amato molto questo Matt in prima persona, a contatto diretto con i suoi incubi e la sua perenne lotta interiore; un eterno dialogo con la parte di sé che vuole tenere a bada e che il lato razionale teme sempre possa fuggire al controllo.
Di pari passo, ho amato la seconda persona per Elektra, che assume le sembianze di una sorta di coscienza impietosa che le ripete il ruolo da recitare, ciò che non va fatto, la parte di lei che va tenuta a bada.
È tutto un gioco di simmetrie tra questi due personaggi, che sottolinei anche con la scelta di una struttura stilistica ripetuta; un gioco che diventa realtà e certezza nell'ultima drabble, dove messi a confronto emergono sì le loro differenze – perché Matt è buono ed Elektra proprio non riesce a essere buona quanto lui –, ma soprattutto il loro legame che va oltre tutto e tutti, loro stessi persino, perché sono davvero due fuochi che divampano e che riescono a comprendersi e accettarsi solo tra loro, solo quando sono insieme. Emblematica la conclusione, con Matt che ripone la maschera e vede solo cenere intorno, come a sottolineare che senza di lei non può esistere neanche lui – forse può sopravvivere Matt, ma l'altro no, perché qualcosa manca.
Piccola parentesi sulle onomatopee per dirti che ho apprezzato tantissimo la loro presenza. Non so se la tua intenzione fosse quella di comunicare l'idea di sensi acuiti, che percepiscono intorno a loro ogni cosa ampliata, ma a me hanno comunicato questa sensazione!
Insomma, conosco questi personaggi decisamente meno di te, ma nel mio piccolo ho amato proprio tanto la tua introspezione, ho rivisto davvero su carta le puntate della serie TV.
Grazie di aver preso parte alla challenge e complimenti per aver gestito tanto bene le varie limitazioni!
Un abbraccio!

(🔥-> non poteva esserci simbolo divisorio migliore per una storia con Matt!)
Recensione alla storia Un mondo in pezzi - 05/01/22, ore 23:53
Capitolo 1: Un mondo in pezzi
Eccomi qui!
Lo so, non ho visto la serie e non dovrei avere la pretesa di poter addirittura recensire un racconto a riguardo, ma credo che quel poco che so sia abbastanza per poter apprezzare questa tua introspezione (ci provo, insomma).
A Socio (continuerò a chiamarlo così!) abbiamo attribuito tanti nomi e tante fasi, ma forse SocioDisilluso è quanto di più rappresentativo possibile per questo momento di passaggio fondamentale della sua esistenza. È l'amico del protagonista, la sua spalla alla luce del giorno, è quello che crede di conoscerlo più di tutti, finché – e in questo finché c'è proprio tutto il mondo, che tu hai mostrato chiaramente in queste righe.
Hai mostrato la delusione del tuo protagonista, ma anche e soprattutto una destabilizzante sensazione labirintica: lui che non sa più chi ha accanto, che guarda l'amico e vede un estraneo, lui che si chiede se abbia vissuto una menzogna.
E hai ragione, deve essere una sensazione tremenda, qualcosa che scombussola e deve essere metabolizzata. E in Socio io ho visto proprio questa necessità, condita da rabbia e delusione, forse anche da tristezza, ma soprattutto dalla ferma convinzione di aver bisogno di tempo.
La sua uscita di scena, che conclude questo racconto, l'ho trovata proprio giusta.
Puoi immaginare quanto abbia apprezzato l'uso della seconda persona per una storia tanto introspettiva!
Insomma, scusami se ho colto poco o niente (e sono stata dunque troppo presuntuosa ad affidarmi alle mie poche informazioni sulla trama!), ma ci tenevo proprio tanto a passare qui, sia pure con pochissime parole.
(E comunque hai fatto benissimo a mettere nero su bianco la tua idea!)
Un abbraccio 💙