Recensioni di MrMurkrow

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Recensione alla storia Trascendenza - 05/09/13, ore 12:51
Capitolo 3: Naufraghi
Mi hai abituato male. Leggere questo capitolo è stato un po’ come tentare di abbattere un muro di cemento armato che rispondeva anche a tono ai colpi.
E’ la cosa più dura che tu abbia mai scritto. Tutto il capitolo è pervaso da un aura non di malvagità, ne di cattiveria, ma di crudezza, di tensione, di pressione. E questo in ogni singola componente: dal linguaggio, alle descrizioni, i dialoghi, le riflessioni e le situazioni.
Sembra quasi di star leggendo un thriller psicologico nero.
Non fraintendermi però, ciò non vuol dire che è una brutta cosa o che sia scritto male, ma solo che, semplicemente, non me lo aspettavo così duro e brutale se mi passi il termine.
Neli’Vael è il rovescio della situazione galattica se così si può dire. Di solito sono le altre specie ad essere razziste nei confronti dei Quarian ed ora invece è lei ad apparire razzista nei confronti delle altre specie, vuoi per odio o per qualche altro pensiero a lei personale sulla visione fisica e ideologica delle altre specie. Non si trova bene neanche tra i suoi simili e le sue affermazioni, come il suo stesso linguaggio, appaiono dure e estremamente pessimistiche.
Ad essere sinceri ho qualche dubbio su alcune sue parole: “Si tratta di un progetto che viene portato avanti da eoni, decine di miliardi di anni, forse iniziato dall’impulso geniale di qualcuno proveniente da Andromeda”. Quel decine di miliardi di anni vorrebbe dire prima del Big Bang stesso? Dato che la collocazione temporale di tale evento è circa 13,7 miliardi di anni fa mi sembra esagerato pensare che il progetto venga addirittura prima della creazione stessa.  La cosa di Andromeda poi mi sembra assai strana, cioè, ammettendo che davvero sia stato creato nella galassia di Andromeda, come avrebbe fatto ad arrivare fino a noi? Certo tutto è possibile nel mondo di Mass Effect, però non so, non mi convince la cosa.
Nel suo profondo pessimismo e nella sua eterna oscurità riesce sicuramente a spiccare, non tanto per essere una dei protagonisti della vicenda, ma proprio per la sua mentalità. Intelligente, calcolatrice e cupa. Ho timore che più avanti possa diventar più una nemica che un’alleata. Psicologicamente mi affascina molto, anche perché di personaggi così cupi e ben caratterizzati se ne vedono assai pochi.
Veniamo al comandante. Per il quale non so con che aggettivi rivolgermi. Ha atteggiamenti contradditori, fumosi, rapaci, squilibri psicologici, qualche pensiero macabro, allucinazioni e una dose di perversità che non guasta mai. Nell’insieme mi vien difficile persino confrontarlo con quello che abbiamo visto in Keelah. Certo non è che anche in quella storia fosse messo poi benissimo, ma qui sembra abbia raggiunto l’apice del suo malessere.
L’atteggiamento con la Traynor, i pensieri su Hackett, i fugaci pensieri rivolti a Tali e a Liara, tutto sembra voler presagire un ritiro del comandante per autocombustione o shock neurale.
Nel suo spazio riesce a essere il personaggio più difficile da leggere e ad apprezzare, perché sarebbe facile liquidarlo con un “Questo è pazzo! Internatelo” o un “Il suo cuore deve essere fatto di plastilina, metallo e sangue tutto tenuto insieme da del nastro adesivo”, ma non lo si deve fare. Si sottovaluterebbe la profondità reale del personaggio che ci vuoi proporre e che, benchè gli atteggiamenti si confondano tra loro, ha sicuramente ben donde di alcuni sui pensieri e problemi.
La Traynor mi fa paura. Nel senso che la cara ragazza sembra essere diventata un hacker degno della “Via della Seta” o di una qualsiasi Darknet. Intercettare delle mail dell’Ombra? Decifrare i suoi codici personali? E bypassare altri firewall? Gente alzatevi in piedi perché Samantha Traynor è il nuovo Dio degli hacker!
Ora non voglio mettermi a fare il rompi, lo so che la ragazza è brava con i computer, ma da qui a operare delle decrittazioni dei codici dell’Ombra ne passa. Cioè me lo sarei aspettato da Tali, ma non dalla Traynor. Forse proprio perché era insospettabile, ma non so xD la ragazza mi ha decisamente sorpreso.
Se poi lei è il Dio degli Hacker non so cosa possa essere Tali. Programmare un Geth per autodistruggersi, ok, lo avrei capito se fosse stato un soldatino qualunque, ma qui si tratta di Legion! Per operare una programmazione del genere la piattaforma doveva essere necessariamente online o, se fosse stata offline, sarebbe servito un mucchio di tempo a Tali per inserire questa programmazione poiché avrebbe dovuto mettere Legion su un tavolo, aprirgli letteralmente il cranio e modificare il suo hardware. La seconda opzione è palese che non sia stata possibile, ma la seconda è forse ancora più impossibile, visto che dubito fortemente che Legion non si sarebbe accorto di una incursione per inserire una modifica di tale portata. Inoltre tutti i Geth a lui collegati danno una tale potenza di calcolo che è impossibile riuscire ad effettuare un hacking sistemico e virale così vasto. O almeno questo è quello che io credo secondo tutte le ricerche che ho fatto e le varie ipotesi che ho creato basandomi su tutti i dati della mia materia di riferimento e su quelli forniti da Mass Effect.
Ammetto di essere stato decisamente pignolo e me ne scuso, ma la questione Quarian-Geth con elemento informatico mi sta particolarmente a cuore.
Chiudiamo con l’ultimo passaggio. Mio Dio se la tensione era alta! Mi stavi quasi per ridurre alle lacrime sappilo ç-ç
Però non mi sarei aspettato nulla di diverso per il finale di questo emozionante capitolo. Una conclusione, un discorso che tra Shepard e Tali pare più essere una guerra. Scontri di ideali, di sogni, di aspirazioni, di emozioni e di cuore. Ho temuto davvero per l’incolumità di entrambi. Un magistrale atto preparatorio per un confronto davvero duro in cui le parole pesano come macigni e tutto viene messo in discussione. Un thriller psicologico nero.
E’ stato difficile arrivare a fondo della vicenda, ma mi è davvero piaciuto molto questo capitolo. Riesci sempre a sorprendermi amica mia :D
Adesso mi aspetto ancora più grandi prove per i nostri protagonisti e per il mio cuore che dovrà farsi forza per fronteggiare tanti altri momenti duri e forti come quelli di cui abbiamo appena parlato. Adoro ancora di più il tuo stile poetico che riesce ad integrarsi ed ampliarsi ulteriormente sotto tanti luci, come questa cupa su cui si vede una cura certosina e attenta per ogni vocabolo che rende il tutto anche musicale, tetro, ma musicale.
Ed allora un inchino e un applauso \^.^/ perché te li meriti tutti. In attesa del continuo di questa fantastica, e cupa, storia ti mando un abbraccione ginormico!!!
*Murkrow ha paura lui stesso del buio della storia e vola via*
Recensione alla storia Forever - 03/09/13, ore 12:28
Capitolo 1: Forever
Laggiù, nel punto più alto del mondo dove freddo e gelo si confondono con caldo e afa, un uomo e una donna affrontano quello che è l’Immutabile Destino.
 
Oggi non mi perderò in dettagli, cose come “descrizioni perfette, linguaggio eccelso, narrazione coinvolgente” non si possono associare ad una one-shot così. Non perché quelle parole non siano vere, ma tutt’altro, sono troppo scontate ed ovvie per non lodare l’autrice in questo modo. Così oggi non mi perderò in dettagli, ma mi abbandonerò in una riflessione.
Non sono un maestro nell’esternare momenti del genere da inserire in one-shot, cerco sempre la storia lunga, ragionata, complicata. Probabilmente perché non son bravo a concentrare tali emozioni in poche righe o forse più semplicemente perché penso sempre che ci sia di più da raccontare ed allora diluisco tutto in tanti capitoli e si perde la magia che magari non c’è poi così tanto.
Sono questi i momenti in cui vorrei saper scrivere one-shot, saper condensare le emozioni in poche ma efficaci righe. Leggo la storia e non posso che bloccare lo scorrimento della pagina ad ogni paragrafo. Benchè tutto l’impianto narrativo sia condito da un pizzico di ironia è palese il gran dolore che c’è dietro. Ci siamo capitati più volte in questa situazione nelle nostre conversazioni e sicuramente non fa meno male ogni volta che ne si parla.
E’ l’Immutabile Destino.
Prefiggersi l’obbiettivo di narrare qualcosa è un punto importante, specie se raccontare conduce a questi punti di difficile approccio. Ho visto comunque la passione tra le righe, ma non l’impeto, ne la fretta, ma la passione e l’amore di voler scrivere e di proporre a noi lettori questo pezzo che a dispetto delle apparenze è più duro di un pezzo d’acciaio. Raccontare di un momento soltanto è molto e poco allo stesso tempo, ma l’efficacia non ne è messa affatto in dubbio. Ci racconti di qualcosa di dolce e agghiacciante allo stesso tempo poiché sappiam già tutti come va a finire. La cosa che più mi preme però è dirti è che sei cresciuta, sei maturata molto a livello contenutistico e artistico. Ne è un esempio Against The Odds, che ancora devo recensire, mi hai fatto vedere attraverso i tuoi ultimi lavori che sei migliorata davvero tanto regalandoci scritti compiuti con cura magistrale e sapiente scelta stilistica. Ora son venuto meno alla promessa che mi ero fatto sopra e fa niente visto che ci tenevo a dirtelo.
E non mi riesce di dire altro in queste poche righe, posso solo chiudere con i complimenti, un forte abbraccio e toglierti la vanga dalle mani perché non c’è nulla di cui vergognarsi.
Potrei usarlo in futuro questo titolo “L’Immutabile Destino”, così, quando verrà il momento, saprai chi sarà il protagonista di quel capitolo e solo il cielo sa dirti quanto ci tengo a rendere giustizia a quel nome.
Perdona la sconclusionatezza e le ciarlerie varie, un abbraccio.
Murkrow.
Recensione alla storia Memorie d'un uomo d'altri tempi - 07/06/13, ore 13:05
Capitolo 2: Anno 2187, 11 Agosto, Londra. Seconda registrazione
"Your love is like bad medicine! 
Bad medicine is what I need! 
Shake it up, just like bad medicine! 
There ain't no doctor that can 
Cure my disease"

Lo avete riconosciuto? Il mitico Jon Bon Jovi e la sua Bad Medicine? Ecco, ora immaginatevi Anderson sul palco al posto di Jon, attorniato da centinaia di Quarian urlanti che ballano come ossessi ed avrete una vaga e imprecisa idea di cosa hanno partorito i quattro neuroni che abitano a scrocco nel mio cervello xDDD
Poveraccio, vedendo Anderson così perso nei confronti del nostro Grand’Ammiraglio e così impossibilitato ad esprimere liberamente i propri sentimenti, non potevo fare altro che immaginarmelo con i lunghi e fluenti capelli di Jovi a cantare Bad Medicine xD

Lasciando da parte le sdrogate generate dal mio cervello, direi che possiamo parlare di cose serie…eeeeh Lubi non ci si scappa…Analisi Time :D!
Partiamo subito col dire che a differenza del primo capitolo, ove i ricordi di Anderson erano il punto centrale del capitolo lasciando il resto tutto più defilato, qui l’introduzione col monologo di Anderson schiaccia quasi di prepotenza il resto del racconto. Nel primo capitolo ci viene semplicemente presentata la situazione in cui Anderson si trova e si passa praticamente subito al vero punto focale di tutta la storia, mentre in questo secondo capitolo ci viene descritto con prepotenza la vera gravità con cui Anderson combatte e vive. Se ricordiamo le fasi di gameplay di Mass Effect 3 su pianeti invasi, benchè le sequenze siano di impatto, possiamo vedere solo un piccolo stralcio della battaglia che si combatte laggiù, nel capitolo avvertiamo tutta la crudezza, la polvere, il malessere e l’estremità di cosa le persone  fanno per sopravvivere in un conflitto di quel genere. Il lettore è pervaso dal senso di angoscia, di sdegno e ribrezzo e, Santo Cielo, è così che deve essere! La situazione è grave e la dettagliata descrizione offertaci da Anderson, tramite anche l’ausilio di metafore o di paragoni con eventi precedenti nella storia dell’Umanità, ci fanno capire quando sia terribile e  disperato vivere e combattere quella guerra. Ho sempre pensato che per affrontare i Razziatori tutte le specie della Galassia avrebbero dovuto adottare un metodo che non si sentiva più dall’ormai lontano 1915: la guerra di trincea tipica della Prima Guerra Mondiale. Cosa altro fare se non occupare piccoli fronti di difesa in fosse scavate nel terreno in mezzo ai detriti ed ai cadaveri e colpire il nemico con attacchi lampo di guerriglia tipiche della Resistenza? Certo, i Razziatori non hanno bisogno di questa strategia e se ci pensate potreste paragonare questa situazione, i più di voi cultori della fantascienza ci avranno magari già pensato, alla battaglia di Hoth tra Ribellione e Impero in Star Wars Episodio V: L’Impero Colpisce Ancora. Direi che il paragone è calzante no? Ci si difende su più linee di difesa scavate nel terreno e si arretra difronte allo strapotere nemico mentre dei coraggiosi attaccano il nemico sui fianchi. L’introduzione (così come la parte finale) ha il grande merito di fornirci un quadro dettagliato e sincero di come vada quella guerra persa in partenza, in modo brutale e senza omissioni di sorta.
Tornando al vero punto centrale dell’opera, ci ritroviamo ancora una volta nella flottiglia in compagnia del Grand’Ammiraglio. Abbiamo ancora una volta una chiara ed esplicativa visione della vita dei Quarian, delle loro consuetudini sociali, delle loro leggi, del loro attaccamento a ciò che più vicino hanno da chiamare casa e dei loro sentimenti. Non è qualcosa di superfluo, anzi è scorrevole, di piacevole lettura e trattato in modo che si fonda col resto dell’opera come una sorta di lezione pratica sugli usi e costumi di tale specie. E’ brillante poi vedere come il “malvagio” sarcasmo e la punta di fermezza del Grand’Ammiraglio riescano sempre a rendere tutto molto più vivace alla lettura. I dialoghi hanno come caposaldo proprio la durezza mascherata della protagonista che riesce sempre a mettere in ombra il giovane Anderson e a condurre lo scambio di battute come farebbe un campione di scacchi con un neofita.
Arriviamo ad un piccolo pensiero a parte per il Giardino dell’Eden (per lo meno così mi piace chiamarlo ^.^). Sarebbe riduttivo dire che il lavoro è magistrale..la quantità di lavoro che c’è dietro quella descrizione appare lampante come il sole. Ci sono dettagli tecnici e scientifici che elevano il pezzo a una sorta di pinnacolo della scienza a cui tutti dovrebbero attingere. Qui si vede l’abilità di comprendere la natura di un pianeta e delle sue possibilità e formulare descrizioni assolutamente coerenti di come si sarebbe evoluta la vita in un pianeta come Rannoch. Qui ci sono solo applausi poiché hai sfruttato le tue conoscenze e il materiale messo a disposizione dal gioco per dare più coerenza e realismo a un mondo che manca solo di dettagli come questi per essere definito completo. Si può dire che hai dato la “vita” a Rannoch. Solo applausi.
 
Veniamo all’ultimo punto: Lana’Vael Vas Rayya. Premettendo che se esiste la reincarnazione io spero di rinascere come un informatico al suo servizio, posso solo far notare come l’evoluzione del personaggio sia palpabile nel proseguo di ogni riga. Benchè ella dimostri più di una volta la sua fermezza, forza di volontà e determinazione, appare inevitabilmente più fragile in alcuni momenti del racconto. Quasi la si può vedere vacillare al parlare delle navi della Flotta, ne parla con orgoglio, ma sa bene che non poi così temibili. Inoltre la visione di quelle coppie di Quarian non ha messo certo la tristezza addosso solo a Anderson, anche Lana sicuramente ha avuto un piccolo cenno a riguardo, così come lo ha avuto il sottoscritto. Si parla di fragilità e cosa è più fragile della vita di un essere vivente imbozzolato in una tuta ambientale? Per definizione i Quarian non prendono bene le battaglie e ancor di più qualunque cosa necessiti mettere a rischio l’integrità della tuta o l’esposizione dei loro corpi all’ambiente esterno. Si sopravvive sapendo apprezzare ciò che si ha e facendo valere le proprie conoscenze in qualunque campo.
Concludendo: c’è molto ancora da scoprire e da esplorare, in particolar modo il finale del capitolo lascia intravedere sviluppi parecchio interessanti, ma fin da ora l’hype sale così come la necessità di rifiondarsi al lavoro sui propri scritti perché è anche a storie come queste che l’ispirazione torna a brillare nella testa.
Quindi, i miei più sinceri complimenti Lubi. Sei riuscita ad inanellare una dopo l’altra una fantastica serie di perle rare, tra tutte la crudezza del racconto che serviva parecchio a mio parere e l’elemento scientifico, perché è sempre bello e affascinante vedere come chi ha le conoscenze giuste da la sua visione di come possa evolversi uno dei mondi più affascinati e che mi stanno a cuore di ME.
Mentre in sottofondo Jon Anderson Jovi conclude la sua canzone, io ti saluto con un abbraccione e applausi :D

Keelah Se’Lai

*Murkrow gracchia sul palco dopo aver fregato la bandana ad Anderson xD*
Recensione alla storia Memorie d'un uomo d'altri tempi - 12/04/13, ore 21:19
Capitolo 1: Registrazione 1, 9 Agosto 2187. Nessuna perdita. 62esimo giorno dall'Attacco.
Vedo viaggiare un elettrone lungo quest'ammasso di fili e componenti hardware che è il mio pc. Dati che partono dalla mia periferica input/output preferita, volgarmente riconosciuta a livello mondiale come "tastiera". Corre alla velocità della luce il piccolo raggio d'informazione, seguendo una script ormai elaborato e consolidato, seguendo le semplici regole delle funzioni scanf, printf e int. Corre per arrivare al processore che leggerà l'informazione che la capirà e che manderà il segnale di risposta alla seconda perferica più importante del pc: il monitor, anch'esso volgarmente, conosciuto col nome di schermo. Il delay è di millisecondi, troppo pochi per essere avvertiti dall'occhio umano, dato che noteremmo la differenza solo con una rapidità d'aggiornamento inferiore ai 30 fotogrammi al secondo. 
Ebbene, si potrebbe dire la stessa cosa del tuo lavoro Lubi: apri la pagina, leggi la storia e ti ritrovi stracolmo di pensieri, parole, sentimenti come se fossero assopiti li da ere geologiche che aspettavano di essere risvegliati e tutto questo succede come se fosse successo in un attimo, come se qualcuno avesse piggiato il bottone e avesse acceso la luce nella tua testa. 
Succede così presumo quando una cosa scava dentro di te, come un trapano farebbe col un muro di burro. Lo dico ogni volta e mai mi stancherò di ripeterlo: ha un modo di scrivere fantastico! Poetico, bilanciato, affascinante, coerente con i personaggi e che ti accompagna per mano lungo tutta la lettura. Leggere di Anderson, delle sue memorie, di inserirlo nella cornice della Guerra è stato fin da subito familiare. Il suo carattere è ripreso ed espanso, narrando tramite le sue parole una storia dai sapori sublimi. Un evento che sa di riepilogo, che sa di amarezza, che sa di sconfitta e di vittoria. 
Mi son ritrovato a perdermi anche io in mezzo a quegli occhi dietro la maschera, così irraggiungibili e così rassicuranti. Una chimera.....no, una Khimaera vera e propria. Lana'Vael è qualcosa di ancestrale, un dono da parte tua a tutti noi, un magnifico personaggio tratteggiato alla perfezione in poche righe che vorrei immensamente potesse ritrovare seguito in quanti capitoli possibili in questa storia. Alcuni suoi tratti mi rimandano a molte cose, mille e più contenuti che si uniscono per creare un puzzle perfetto, un mosaico senza eguali. 
Mi son buscato gli stessi colpi al cuore di Anderson e gli stessi identici sudori freddi. Ho riso per lui, in una situazione davvero imbarazzante. C'è un proverbio che si usa poco e si conosce poco, forse perchè è riferito a quegli "oscuri esseri" che sono gli hacker, e così recita: "Non dare la scusa all'hacker di ottenere la conoscenza, perchè dopo ti ha in pugno".....ebbene, pare che il buon Anderson lo abbia scoperto sulla sua pelle. A volte mi vien da pensare se si prenda sottogamba queste figure o se le si idealizzi troppo, ma qui conta il loro potere, quello di ottenere la conoscenza. E il Grand'Ammiraglio (10+) si circonda di gente competente e sicuramente anch'ella avrà due mosse di Dos (denial of service) o MITM (man in the middle) da mostrarci se solo lo volesse ;)
Che dire? Solo che ho l'attesa a mille e il cuore a millemiliardi. E ti devo assolutamente ringraziare amica mia, perchè hai ridato a questo corvaccio da due soldi una carica che gli mancava da una eternità. 
Come ho già detto: lavoro superbo, elegate, curatissimo e sopraffine. Un abbraccio fortissimo e un ringraziamento ancora più grande per aver condiviso con noi questa nuova avventura.

*Murkrow prepara le valige. Si torna sulla Rayya*
Recensione alla storia In A Moment - 08/04/13, ore 08:58
Capitolo 11: Léannan
Sono sempre io....o credo di essere io.
Mi hanno sempre detto che leggere è qualcosa di speciale, ti catapulta dall'altra parte del tuo cervello, dall'altra parte dell tua anima, dall'altra parte del tuo essere. In parte hanno ragione, in parte hanno torto. Se lasciassi la parte di me alle mie spalle probabilmente non sarei qui a scrivere, diciamo che lo trovo molto introspettico.
Che cos'è il mondo? 
Me lo chiedo spesso....ultimamamente. Forse è la meccanica quantistica, forse è destino, forse è un incontro ed uno scontro, forse non è niente. Provo a pensare a questo e mi struggo nel raggiungere la consapevolezza. 
Il mondo è l'Attimo. Ma forse è meglio chiedersi: Quale? Ha senso credere che un solo attimo sia sufficente per descrivere il mondo? Forse si, forse no, forse nessuna delle due. Eppure l'Attimo ci caratterizza, ci da senso....Mi da senso. 
Cos'è l'Attimo? Che sia una tazza di caffè? Un volto familiare? L'odio intrinseco per qualcuno o qualcosa? L'amore tra un foglio di carta e un coltello? Nel raggiungere questa definizione è pur vero che si passa tra molti, infiniti, attimi....forse non ha senso indugiare, alzare barriere, perchè l'Attimo sceglie noi, maforse siamo noi che lo plasmiamo.
Scrivo poco e con parole profondamente vuote. Non c'è senso in realtà, forse è questo il mio Attimo. Forse sono solo un elettrone nell'immensa rete dei miei fili elettrici organici che mi porta a questo Folle Volo. Sono solo un insieme di numeri in un mondo che va ad Attimi. Una variabile priva di senso in mezzo a curve definite e a incognite plasmabili. Trovo buffo il mio incedere, forse son davvero un po' sintetico.....nah, se così fosse i miei pensieri avrebbero senso.
Le parole lette scorrono come aria sotto le ali di un corvo, lo portano ad ascendere, a muoversi e dirigersi dove più gli aggrada. 
E tra il perdersi in metafore e nella nebbia dell'incomprensione armoniosa di ragione e amore, di maschio e femmina...forse trovo un altro Attimo.
C'è aria stanca quaggiù....come di piombo che infesta l'aree, come di momenti mancati e di Attimi inconclusi....non trovo niente dentro il cassetto, solo un mucchio si ragni e false illusioni....non c'è niente nella canna, se nom un proiettile di sbiadito cal. 50.....forse è così che deve essere.....Mi siedo al tavolo con l'Asari e punto i miei due spicci.....forse perderò, forse vincerò....le carte non sono amiche di nessuno, scelgono di esserci, magari le puoi cambiare, le puoi condividere talvolta.....lascio il tavolo e metto la mia carta dove Len non la troverà mai.
Cerco un motivo per esserci, un motivo per evitare di comprare una bottiglia nuova....non guardarmi così....le bottiglie nuove costano.
Porto con me la mia ultima Ichnusa, quella buona. E' cruda come la realtà, vera come un ricordo impazzito, come i sentimenti di un organico, non illusoria come un sintetico.....
Entro nel Bar e mi siedo accanto a te, forse non è il mio momento migliore, ma è meglio fare un brindisi con gli amici e agli amici piuttosto che a questi comici che mi circondano.
Ho scritto col cuore e con troppe illusioni, lasciando troppi complimenti e troppe considerazioni sotto le righe.....Alzo il bicchiere....c'è qualcosa che mi tira su insieme a lui....è il mio nuovo Attimo.
Ben fatto amica mia....Forse avrò anche io qualcosa da raccontarti la prossima volta.....e come sempre.......chiedo scudo :)

*Murkrow si dissolve nell'Ombra*