Recensioni di shilyss

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia No direction but to trust the final destination - 10/09/23, ore 20:24
Capitolo 7: Mushroom
Cara Gladia!
Sono così felice di essere riuscita finalmente a passare, nonostante sia stata una domenica incasinatissima! E sono felicissima di entrare nel tuo profilo e di trovarlo ricco di cose nuove da leggere. Che dire, questo capitolo è struggente. In Riley c’è la schiettezza di chi sa che dovrà morire, che sta per morire: ti dico subito che il finale mi ha stesa, perché Riley si allontana giusto in tempo, perché i suoi ultimi pensieri sono per Ellie, perché l’alba, che è il suo momento preferito – così calma, così quieta, così immobile, se vogliamo, viene rotta da una trasformazione inevitabile e violenta, grazie all’immagine così vivida di Riley che si strappa i capelli dalla testa.

I pensieri di Riley hanno una lucidità spiazzante, ma sono anche uno scudo per accettare il destino orribile che le tocca. È più facile dirsi che una storia d’amore vissuta a quattordici anni o a sedici non durerà, che ammetterne la struggente importanza, perché anche se non durerà, in fondo, si tratta del primo amore, di quello che, bene o male, inizia un percorso di educazione sentimentale dell’individuo. Struggente è anche il fatto che si tratta di un amore non vissuto, non confessato, eppure intuito, fatta di esplorazioni, di attese, di supposizioni.

Tutto un mondo che in un altro tempo avrebbe potuto essere vissuto ed esplorato, un amore che avrebbe potuto divampare ed esaurirsi vista la giovane età delle protagoniste (oppure no, chissà), ma che la realtà amarissima di The Last of Us brucia. Riley purtroppo si è dovuta scontrare con la sua vulnerabilità, ma nelle sue parole, nel suo dolce, lucido rimpianto rotto solo dal timore di fare del male a Ellie, c’è il desiderio di proteggerla e c’è la sottile speranza che lei possa vincere, possa sopravvivere. Del resto, negli occhi ha uno sguardo “feroce e bellissimo” – ho adorato.
Un abbraccio forte e scusami infinitamente per questo tremendo ritardo!
Shilyss
Recensione alla storia No direction but to trust the final destination - 16/07/23, ore 16:08
Capitolo 6: Nest
Cara Gladia!
Questo caldo asfissiante mi sta togliendo ogni energia, ma finalmente sono qui, a leggere questo bellissimo capitolo che era giorni che cercavo di recensire. Mi complimento subito per l’immagine della finestra, l’ho trovata incredibilmente suggestiva, e passo subito ad analizzare un capitolo breve e ricco, come solo tu sai scrivere. La natura è matrigna per Joel ed Ellie. Le strutture degli uomini, laddove ancora presenti, infide e maltenute, quando non sorvegliate. Nell’analisi sempre puntuale che ci offri, il mondo distopico in cui Ellie e Joel si muovono è immenso e pieno di pericoli: enormi distanze, eventi atmosferici che pregiudicano la stabilità del terreno o delle strutture sopravvissute, predatori in agguato. Eppure, talvolta, in questa foresta inquietante che è diventata il mondo, spunta qualche cosa di antico e sopravvissuto, come i due protagonisti.

In questo caso si tratta di una casetta sull’albero – e chi, non vedendone una, non tornerebbe bambino per un momento, esprimendo il desiderio di salirci e abitarla? Oltre a essere una struttura abbastanza frequente negli Stati Uniti fatti di piccole cittadine con grandi e ampi giardini, la casetta sull’albero offre anche un riparo accogliente per la notte, oltre ad avere l’impareggiabile vantaggio di essere sopraelevata. Un rifugio perfetto e persino arredato, dove dormire. Ellie, che pensa di essere grande ed è ancora una ragazzina, torna davvero bambina nel vedere la casetta, ma ha anche il pragmatismo e la maturità per ribattere a Joel che vorrebbe dormissero divisi, sebbene a poca distanza l’uno dall’altra. Non c’è convenzione o regola da rispettare perché la società non esiste più. Esistono solo loro e le regole e le leggi, ormai, le fanno loro, per sé stessi. Appellarsi alle sue leggi è anacronistico, così come non considerare che un metro di distanza tra un giaciglio e l’altro non annullano la promiscuità. Ellie è ancora giovane, ma è abbastanza grande da rendersi conto di questo e Joel, sebbene ancora legato alle regole di prima, è costretto a riconoscere l’inutilità dell’essere divisi in un luogo piccolo come una casetta sull’albero, del rinunciare al conforto di un giaciglio morbido in una vita fatta di notti passate all’addiaccio. È sempre incantevole tutto quello che scrivi, cara Gladia.
Un abbraccio e a presto,
Shilyss
Recensione alla storia No direction but to trust the final destination - 23/06/23, ore 18:00
Capitolo 5: Ghost Tree
Ma ciao Gladia!

L’idea di questo capitolo è tanto bella quanto suggestiva. Ellie si avventura nei pressi di un cimitero e trova, appesi a un albero, tre cadaveri impiccati. Sono i loro fantasmi a raccontare la loro tragica storia alla ragazza, toccando un tema delicato ma sempre interessante. I tre non sono stati giustiziati, ma hanno scelto di morire per evitare di doversi trasformare a causa della spora. Hanno scelto di morire da esseri umani e nelle brevi frasi che rivolgono a Ellie c’è la loro storia, la loro personalità per niente edulcorata – mi è piaciuta la fierezza di questi spettri, quando sostengono che avrebbero derubato la ragazza del coniglio, se avessero potuto – ma anche la loro amarezza e il loro cinismo. Siccome loro sono condannati, tutti lo sono, e il fatto che Ellie sia naturalmente immune dalla spora non è un simbolo di speranza. Certo, magari i tre appesi, proprio perché non hanno più alcuna speranza, possono fare un’analisi più lucida della situazione, ma chissà, magari la loro è solo invidia per essere dovuti morire così.

Al termine di questo suggestivo dialogo, c’è il ritorno a casa e quell’abbraccio consolatorio di cui Ellie ha bisogno e che la fa sentire completa. Non so se ci sia un riferimento voluto alla costola di Adamo della Genesi in questo abbraccio, ma mi piace pensare che il mondo apocalittico dove si muovono questi eroi sia ciclicamente legato a un nuovo inizio, a una speranza. Il loro legame è sempre analizzato con grazia e cura: in un mondo di predoni, cadaveri e mostri, chi è come noi, chi è il nostro compagno lungo il cammino, diventa luce, famiglia, calore, tutto. Diventa la nostra àncora di salvezza ed è per questo che ce ne dobbiamo prendere cura – se affonda uno, affonda anche l’altro. Scritto e illustrato come sempre in maniera eccelsa, questo capitolo è uno di quelli che mi è piaciuto di più, ma provo la stessa sensazione ogni volta che vado avanti. In attesa di stupirmi ancora e di nuovo, ti mando un caro abbraccio!
Shilyss
Recensione alla storia No direction but to trust the final destination - 07/06/23, ore 19:22
Capitolo 4: Armor
Cara Gladia!
Come sempre, tu scrivi poesia anche quando la forma scelta è la prosa! In un mondo dove la civiltà è morta, non ha importanza un passato incomprensibile. Conta solo il presente, contano solamente le scorte che si possono utilizzare e raccattare e non le opere d’arte lasciate a marcire e muffire. Il museo, pur nella sua imponenza, è invaso dalle piante, i beni protetti sono esposti alle intemperie e agli agenti atmosferici. La natura si appropria di quello che un tempo aveva un significato e uno scopo, veniva ammirato, ma che ora non viene compreso. Ellie, che nasce in un mondo devastato, non riesce a capire quello che succedeva nel 2000 e difficilmente può comprendere o può avere un senso, per lei, ciò che accadeva nel 1300. Joel, che pure comprende e riconosce cosa si tratta perché figlio della nostra stessa cultura, per essa non aveva quel trasporto che lo spinge a darle un qualche valore.

Del resto, se la priorità è difendersi e mangiare e coprirsi e si dorme sempre con un occhio aperto, se si è soli e l’unico nostro appiglio è un solo altro essere umano da cui dipende la nostra sanità mentale e, perché no, l’unico contatto mentale che abbiamo, non c’è tempo e voglia di pensare che sette secoli fa si andava a far la guerra in armatura. E se anche ci fosse, non sarebbe forse ancora più doloroso ricordare com’era, come ci insegna Dante? Per noi che leggiamo, c’è qualcosa di terribilmente ingiusto e doloroso e nostalgico in quell’armatura abbandonata, perché il destino che le è toccato è di perdere significato, di non venire riconosciuta, di non suscitare nemmeno lo stupore di una ragazzina per cui ogni cosa è passato – e se ogni cosa è un passato indecifrabile e lontanissimo dalla realtà, tutto appare sfocato, tutto si confonde. Potrei continuare a delirare ancora tantissimo su questa bellissima storia, ma mi fermo qui e, oltre ad abbracciarti forte forte, ti faccio i miei complimenti per questa raccolta incantevole (e ne faccio, naturalmente, anche all’autrice delle illustrazioni bellissime che sempre accompagnano i capitoli).
Shilyss
Recensione alla storia No direction but to trust the final destination - 31/05/23, ore 20:03
Capitolo 3: Lantern
Mia cara!
Questa giornata infinita è quasi arrivata alla sua conclusione e sono riuscita a ritagliarmi un piccolo spazietto di tempo per leggerti, finalmente! Perdonami per l’immenso ritardo, ma qui ogni giorno pare che ce ne sta una. Ma adesso veniamo alla storia. Le gallerie mettono ansia. A me, almeno, mettono ansia, anche quelle sul gra, anche quelle della tangenziale – sarà che i rumori si amplificano, sarà che è tutto sommato un luogo pericolo e più buio, ma non mi divertono per niente, pur non essendo io claustrofobica. Se già normalmente una persona vuole andarsene rapidamente da una galleria, questo desiderio deve amplificarsi in un mondo apocalittico, dove l’oscurità, l’acqua, mostri vari e macchine abbandonate rendono spettrale e pericoloso il luogo. Come sempre, tutto è al posto giusto.

La spiegazione del perché proprio la galleria, arteria che talvolta è necessario percorrere, ma anche la descrizione dei genitali mezzo esposti del mostro mi è piaciuto. Un dettaglio inquietante e disgustoso che spiega la totale perdita di umanità della creatura, la sua decomposizione e che suscita disgusto anche in un personaggio abituato a tutto, ormai. In questa specie di trappola oscura e sotterranea, Ellie appare solamente alla fine. Appare, però, come una fata benefica e portatrice di luce, bellissima anche perché utile e utile perché non obbedisce ai suoi ordini, ma lo segue salvandogli la vita e concedendogli quella scintilla che gli permetterà di sopravvivere e uscire dall’oscurità. L’associazione luce/Ellie anticipa quella di Ellie bella perché salvifica, perché utile e provvidenziale. Loro sono una squadra, una squadra che funziona forse anche perché Ellie, data la sua giovane età, agisce d’impulso, ma non troppo, rappresentando quella ventata di aria fresca, oltre che di luce, capace di far rimanere Joel umano e dandogli tutto sommato uno scopo, una ragione per continuare a lottare e a non lasciarsi andare a un destino che probabilmente, se fosse rimasto completamente solo, alla fine avrebbe abbracciato, ritenendo vana ogni lotta. Sei bravissima (e le illustrazioni sono stupende) e leggerti è un onore e un piacere!
Un abbraccio forte forte,
Shilyss