Recensioni di fran79

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Recensione alla storia Leo (Io non ho finito) - 25/01/18, ore 14:58
Capitolo 37: Venerdì, 13 luglio 2012
Mi sembra di rivedere Asia, nella primissima puntata di BR, che dice: "Leo è Leo... ma anche lui ha i suoi momenti no". Ecco, io immagino Asia che, dicendolo, ripensa a giornate come questa. Mi piace moltissimo come tu riesca a far scorrere con naturalezza la descrizione dei mille stati d'animo che nel giro di poco tempo attraversano la mente e il cuore di questo ragazzo. Sì, Leo è Leo: se ne accorge Ester, che nonostante si affezioni a tutti non ha mai incontrato nessuno come lui; se ne accorge Carlo, che trasecola davanti alla sua "sfrontatezza" (forse perché lui, della Strega, ha una paura matta XD); se ne accorge la Lisandri, che lo rimbecca mostrandosi sempre imperturbabile, forse perché - con la sua sensibilità profondissima ma ancora bloccata - confusamente intuisce che in fondo è proprio questo di cui c'è bisogno quando hai sedici anni e il cancro: un punto fermo, solido, per potersi sfogare senza "sbarellare".
Mi fermo su due momenti. Il primo, sulla Lisandri: "di certo non mi va di parlare con lei dei cazzi miei". Mi è quasi venuto da ridere a pensare a quante volte, dopo, Leo parlerà eccome con la Lisandri dei "cazzi suoi" perché troverà in lei la figura quasi materna che sappiamo.
Il secondo, su Ester: "ci ha messo un attimo a volergli bene, e adesso le fa male vederlo così; d'istinto si sporge verso di lui, vorrebbe abbracciarlo, ma si trattiene: sa che, se lo facesse, non riuscirebbe più a tenere a distanza il dolore di Leo; lo assorbirebbe tutto e scoppierebbe a piangere". Da come mi hai parlato di Ester e per come hai sempre recensito le mie storie, soprattutto l'ultima, mi sa che più che di lei hai parlato di te. Sbaglio? ;)
Un abbraccio e sempre meritatissimi complimenti :)
(Recensione modificata il 26/01/2018 - 12:05 am)
Recensione alla storia Leo (Io non ho finito) - 14/12/17, ore 23:01
Capitolo 67: Lunedì, 27 agosto 2012
Dai, fantastico, la "scena di gelosia" alla Lisandri è da incorniciare! Se non fosse che la situazione di Leo è tragica, mi verrebbe quasi da ridere. E sai perché? Perché questa scena io la vedo, li sento parlare con le voci che conosciamo, li vedo muoversi come sappiamo... e sono "loro", davvero. Leo che alza la voce, che protesta, che già ora l'ha scelta come suo personale punto di sfogo. Ti tira gli schiaffi dalle mani certe volte, Leo: perché va bene la malattia, va bene tutto, ma sa essere un egocentrico allucinante quando vuole, e sembra che ce la metta tutta per provocarla e farle perdere le staffe. E puntualmente rimane spiazzato e deve fermarsi, perché lei reagisce in un modo che lui non si aspetta: ignorandolo, come il giorno precedente, o rimanendo imperturbabile mentre lui le urla addosso qualsiasi cosa.
Non so tu, ma io lo vedo già tutto intero quello che sarà il loro rapporto: Leo che appena può la tratta male e che però la cerca, si inquieta se lei non viene e, per quanto arrabbiato sia, finisce comunque con l'aprirsi con lei, anche se in questo modo disordinato e indisponente, perché, anche se non riuscirebbero a farglielo ammettere nemmeno sotto tortura, di lei ha capito che può fidarsi ciecamente; e la Lisandri che, pur con questo suo modo ancora così distaccato, non riesce proprio a mantenere quella freddezza che forse vorrebbe, che come sappiamo si impone, perché non c'è niente da fare, a Leo non si può restare indifferenti. Per quanto si sforzi di tracciare una linea invalicabile, ha in sé un'empatia così profonda verso chi ha di fronte che, non si sa come, riesce sempre a trovare le parole giuste al momento giusto.
Per quanto riguarda il rapporto con Nicola, mi piace moltissimo, a questo punto della vicenda di Leo, come tu lo faccia "apparire e sparire" lasciando comunque sempre a Leo un gesto di vicinanza o uno spunto di riflessione: me la immagino così tutta l'esistenza tormentata di Nicola, il percorso di un uomo con un'interiorità profondissima che, trascinato da una vita che almeno in parte non ha scelto, ha però lasciato traccia di sé dovunque sia passato.
Sempre più in ombra Giulia, almeno questa è la mia impressione: Leo ci sta male, ma ha pure altro a cui pensare, e forse è anche normale che non abbia più di tanto la forza di andare oltre un messaggio su WhatsApp; forse è anche lecito, nella sua situazione, che si aspetti che gli altri facciano verso di lui più passi di quanti lui sia in grado di farne verso di loro. Forse il "vero" Leo che poi conosceremo con i Braccialetti emergerà dopo l'amputazione, dopo questo punto anche fisico di non ritorno che gli mostrerà una vita diversa in cui - come dirà alla Lisandri nella terza serie - mentre cerca di "sfangarla", il suo destino diventerà quello di dare una mano a chi sta male.
Come vedi, scrivo ormai raramente, ma quando mi ci metto sono un flagello ;) Complimenti, sempre!
Recensione alla storia Leo (Io non ho finito) - 03/11/17, ore 15:21
Capitolo 6: Mercoledì, 28 dicembre 2011
Un pensiero veloce, perché sono sempre più incasinata, ma è troppo tempo che non ti scrivo: intanto per rassicurarti sul fatto che leggo sempre... ma soprattutto per dirti quanto mi piace questo capitolo. E sai perché? Perché Leo compare solo verso la fine. Voglio dire, mi è piaciuto moltissimo questo tuo scavare nei pensieri di Irene, ricostruire la sua storia, farla comparire... come dire... come personaggio autonomo, per gran parte del capitolo "staccata", in qualche modo, dalla presenza di Leo. Poi Leo c'è sempre, ovvio, non può essere diversamente, se non altro nei suoi pensieri, ma l'hai fatta emergere così chiaramente che mi ha quasi sorpreso, nell'ultima parte, ritrovare la narrazione in prima persona di Leo: mi aspettavo, a quel punto, un capitolo interamente "suo". Te l'ho voluto dire perché sono alle prese con una storia (quella che ti ho detto di non riuscire a finire) in cui Leo non c'è proprio, e ci sono momenti in cui fatico tremendamente a proseguire perché mi sembra che non si riesca a parlare del mondo di BR senza di lui. Mi hai fatto vedere che si può, e benissimo come tuo solito. Ti ringrazio :)
Recensione alla storia Leo (Io non ho finito) - 29/08/17, ore 22:07
Capitolo 59: Domenica, 19 agosto 2012
Sei sempre bravissima, ma credo che questo sia uno dei capitoli in cui più evidentemente sei riuscita a far risaltare le mille sfaccettature del carattere di Leo. Poche volte abbiamo assistito a una girandola di emozioni così contrastanti: domina su tutte, credo, la malinconia... ma c'è l'amicizia, la rabbia, la noia, la sensibilità verso gli altri, la gelosia, la nostalgia, il dolore, la paura. Leo è lineare e complicato allo stesso tempo. C'è tutto, messo insieme con una naturalezza e una scorrevolezza che sono davvero maestria. Complimenti.
Provo un po' a parlare dei vari momenti e di quello che mi hanno suscitato. Molto bella la scena con Matteo e la successiva da solo: è lontano il Leo che esibirà con orgoglio il suo groviglio di fascette rosse chiamandole "gradi" e ne farà il suggello di un'amicizia più forte di tutto, ma qui si vede già intero quello che sarà il leader dei Braccialetti, nella profondità del rapporto verso l'altro (persino un "altro" conosciuto solo per pochi giorni) che, dentro una certa ritrosia nell'esternare i propri sentimenti, è un mix di allegria, ironia e malinconia. E nel nervosismo che cresce si vede che Leo da solo proprio non riesce a stare :)
Tenerissimo il nome della mamma dato a uno dei Braccialetti Bianchi e lui che fantastica di chiamare così una sua ipotetica futura bimba, subito riportato drammaticamente a terra dalla realtà di ciò che sta vivendo: pensare che tra due anni e mezzo sarà davvero padre e non lo può immaginare...
Stupenda Piera che, incurante della giornata "no", lo invita in ludoteca: mi sembra di vederla quando risponde, con l'allegria di un palloncino sgonfiato di colpo, al muro di cinismo e tracotanza di Davide appena arrivato in ospedale. Anche se con Leo c'è decisamente più buon gioco: lui è sempre prontissimo a dimenticare i suoi guai per rendere felice qualcun altro, in questo caso il dolcissimo piccolo Giacomo.
Davvero dura la scena con Giulia: qualcosa mi dice che questo è l'inizio della fine. Leo fa paura quando è arrabbiato così: e vedendo il pugno dato al muro non posso non pensare allo stesso identico gesto quando la Lisandri gli nega il permesso per andare al funerale di Davide.
Quanto alla scena finale con la Lisandri... lascia che mi ci fermi un po', lo sai che io davanti a lei mi sciolgo ;) Che bello, che tenerezza. Nella serie, i pochi momenti in cui è "in borghese" sono, in massima parte, gli stessi in cui emerge, in modo delicato e prepotente insieme, tutta la sua interiorità: le veneziane aperte sui fuochi d'artificio e la carezza a Rocco nella prima serie, Leo addormentato e il dialogo con Rocco nella seconda, i momenti dopo la morte di Nina nella terza. Mi ha sempre colpito il fatto che, mentre Alfredi e il dottor Carlo mantengono sotto il camice l'abbigliamento "normale", lei compaia sempre con il completo verde. E' davvero la sua corazza, la sua difesa, e lo resterà per certi versi anche dopo: quando non ce l'ha, sono davvero i momenti più delicati, più fragili e proprio per questo, quasi sempre, i più nascosti. Me la immagino così anche qui (e infatti Leo non la sente arrivare), nel silenzio di un'ora che per l'ospedale è già notte fonda. Un gesto brevissimo di contatto fisico, per la prima volta diverso da quelli "istituzionali" delle visite, dentro la sollecitudine tutta umana di voler sapere come sta quel ragazzo che domani andrà sotto i ferri, di assicurarsi che sia tranquillo e che riposi. La vista della mano bendata e l'immediata comprensione di quanto è realmente successo nonostante i dinieghi di Leo: qui non c'è solo la diagnosi del medico, ma c'è già tutta intera, per quanto ancora manchevole, ferita e bloccata, quella maternità profonda che più tardi ben conosceremo. E la buonanotte sulla porta, accompagnata da quel cenno di sorriso, è sublime: c'è dentro una tenerezza sconfinata che probabilmente ancora ignora lei stessa. E che però, in qualche strano e confuso modo, non solo non sfugge a Leo, ma gli suscita quella devastante nostalgia della mamma che lo fa crollare. E' davvero struggente, per noi che sappiamo come andranno le cose, pensare a ciò che nessuno dei due ora sa, e cioè che arriverà il momento in cui ognuno sarà per l'altro ciò che più gli manca: un figlio e una madre.
Scusami per la valanga, ma sentivo davvero il bisogno di commentare ogni passaggio - e infatti è per questo che ci ho messo un po' ad arrivare ;) - perché credo che questo sia in assoluto il capitolo più bello che hai scritto finora: c'è dentro, in qualche modo, tutto ciò che sarà Braccialetti Rossi. Grazie :*
(Recensione modificata il 31/08/2017 - 11:59 pm)
Recensione alla storia Leo (Io non ho finito) - 18/08/17, ore 15:26
Capitolo 4: Lunedì, 26 dicembre 2011
Sempre bellissima questa incredibile complicità tra Leo e la mamma: anni dopo lui dirà "eravamo una cosa sola", e tu davvero riesci a rendere alla perfezione questa realtà. Un pugno allo stomaco lo scatto d'ira di lei, che invano (perché Leo è sensibilissimo, e lo è soprattutto con lei) vorrebbe tenere suo figlio fuori da tutta la sofferenza che prova e di cui ormai sa di non avere più il controllo.
Ma... la ragazza magrissima del cinema è per caso Cris? ;)
Bravissima e alla prossima!