Recensioni di Miryel

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Recensione alla storia La Ruota degli Angeli - 08/03/24, ore 13:53
Capitolo 2: Un po' di freddo (certo male non fa) – Parte 2
E indovina indovinello chi è tornato su questo battello?? (io e le rime siamo due poli opposti, quindi stacce e non cringiare troppo u.u)
Ebbene sì, io! Quella che è sempre in ritardo!
Questo capitolo mi è piaciuto un sacco e le ragioni sono molteplici! In primis ho trovato interessante a livello narrativo come hai deciso di presentarci meglio i tuoi personaggi, facendoceli vedere nel loro quotidiano, mostrandoci i loro legami e le loro abitudini. Basti pensare a Ricciardi che scherza sull'informatore di Maione e può leggere sul suo viso i suoi veri pensieri anche se il povero brigadiere non può esprimerli XD poveraccio Maione, lo sai che io tiferò SEMPRE PER LUI. MAIONE MIO PADRE!
E poi non dimentichiamoci il rapporto tra Bruno e Ricciardi, così semplice e complicato allo stesso tempo, che necessita di mettersi in mostra su due lati diversi, uno per il pubblico e l'altro nel privato, di certo più leggere e intimo, fatto di sottili esternazioni che valgono l'universo intero e quindi niente, la delicatezza con cui affronti il loro rapporto mi fa sentire il cuore pieno, ed è esattamente la sensazione che provo, non saprei come altro spiegarla ç_ç
ma poi quel «Penso che a pranzo al Gambrinus possiamo ancora andarci senza tutta questa pantomima.» e il riferimento a quel famoso pranzo al Gambrinus mi ha ricordato quel Ricciardi impaurito e insicuro che ora, invece, malgrado le cose non siano semplici, sono più spontanee anche se non facili ç.ç e niente, posso dire di aver semplicemente amato la parte in cui si sono presi del tempo per loro e hanno lasciato andare un po' di quella loro ironia e punzecchiamenti che caratterizzano il loro rapporto ** SOBBELLI.

Solo che Ricciardi vive una vita dannata, fatta di pensieri, dolore e di quel dono che purtroppo nessuno può capire e, di fatto, venire a conoscenza della sua presenza. Perché la realtà è che nessuno di noi lo racconterebbe a nessuno, ed è per questo che è quasi semplice immedesimarsi in quel conflitto che attanaglia il commissario; in una vita divisa in due universi, in uno di essi lui vive in totale solitudine con i defunti e questo è un conflitto che amo leggere dalle tue mani, perché riesci sempre a capire qual è il modo giusto di raccontarcelo e renderlo così vero.
Il caso poi non aiuta, la frase di Gigliolo risuona infinite volte nella sua testa, insieme a tutto il contorno che va dal ricordo di Tetté, ai sensi di colpa nei riguardi di Enrica e ora un secondo fantasma che arriva come un vento gelido e immobilizza tutto, ghiaccia il contorno e non hai idea di quanto io abbia AMATO il modo in cui hai descritto quella parte, portandomi alla fine del capitolo con una faccia che non so nemmeno come descriverti!
E niente co', sono felicissima di aver proseguito con la lettura e ora non mi resta che proseguire!
Miry tua, quella che arriva sempre tardi **
Recensione alla storia La finestra senza sole - 29/09/23, ore 00:48
Capitolo 8: Epilogo - È qui che ho trovato il mio posto
Io piango e lo farò e per tanti, tanti motivo ç_ç
Primo fra tutti la menzione nelle note che, tepossinoacciaccatte, ma come ti permetti? çç guarda, io sono FELICISSIMA di averti dato lo sprint per pubblicarla e sono ancora più felice ora che l'ho finita perché questa storia è stata una vera e propria esperienza.
Ci siamo addentrati in tematiche delicate che lo sono tutt'ora, certo, ma in questo contesto storico ci rendiamo conto di quanto le cose siano cambiate e a quanti compromessi non ci sia più bisogno di scendere, al contrario loro.
Perché sì, perché loro sono proprio belli insieme, sono così diversi ma così magnetici reciprocamente che sarebbe stato impossibile non fare il tifo per loro per tutta la storia, e ci si immagina ovviamente ogni sorta di scena fluff, di calore e di rivincita contro il mondo e in parte ce la regali ma, dall'altra, resti coerente con ciò che è quel mondo, e purtroppo deve rimanere tutto di facciata e lasciare che le cose vere e autentiche accadano dentro quattro mura nascoste dal mondo.
La gente già parla, e questo non è solo doloroso, ma anche pericoloso ma entrambi hanno accettato tutto, persino di fingere ancora più consapevolmente, sapendo che in altri momenti la libertà li aspetta e possono buttare giù le maschere che li nascondono da un mondo pronto a giudicare e a venderti per un poco di gloria.
Questo capitolo è un momento di assestamento, all'inizio: Bruno è più sicuro, ha già buttato via la paura di sé stesso, Ricciardi no e lo si può capire dal fatto che, pur potendo baciare Bruno quando vuole, non lo fa quasi come se questo potesse rompere ogni cosa, sbriciolarla e spaccarla senza che possa tornare come un tempo.
E lo capiamo, Ricciardi. Non fa una vita semplice, non è solo lo scapolo trentenne, è pure un uomo che convive con un dono che lo penalizza, che lo mette sotto un piano completamente diverso rispetto agli altri, che però ora ha una nuova certezza e qualcuno che lo vuole accanto senza vergogna e paura.
Sono certa che questo cambiamento, questa nuova luce, per lui è difficile da comprendere e assimilare, siccome fino ad ora il buio è sempre e stato lì, a cercare di inghiottirlo tra la morte e il dolore.
Bruno è arrivato davvero per salvarlo, ed è l'essero umano che tende la mano anche nel pozzo più profondo per tirarlo fuori. Forse l'unico che lo farebbe rischiando ogni cosa, proprio come Ricciardi ha fatto per lui.
Ed ogni gesto, ogni sfiorarsi, ogni bacio, ogni falange stretta a quella dell'altro, sono nuove scoperte, nuovi orizzonti raggiunti, nuove consapevolezze e nuove abitudini.
E il finale, con questa certezza di poter rimanere uno accanto all'altro per dormire, è tutto. È sostanzialmente ciò che rende quelle quattro mura l'unico posto a cui appartenere.
Fuori in strada che buio che c'è, vero? Ma non lì.
E io sto ancora con le farfalle nello stomaco e la voglia di vederli evolvere, di vederli capirsi, parlarsi, cambiare insieme.
Quindi attendo paziente che tu torni a parlarmi di loro, a raccontarmeli, e se servirà sarò qui a schiaffeggiarti ancora e ancora ♥
Basta che non ti fermi!
Ti voglio bene, scema ç_ç ♥
Mirytua
Recensione alla storia La finestra senza sole - 29/09/23, ore 00:25
Capitolo 7: La poesia più bella del mondo (è un segreto tenuto nascosto)
Questo capitolo è la cosa più ANGST e FLUFF che io abbia mai letto in vita mia e non sto scherzando.
Non solo giochi con i sentimenti dei lettori, ma lo fai con questa specie di montagna russa più alta del mondo tra alti e bassi, capitanati dalla confusione, dal periodo storico e dall'idea che sono arrivati esattamente in un punto di non ritorno. Per quello quando Ricciardi dice "torniamo a prima di questo", la prima cosa che ho pensato è stata: no, Commissa', non si può, è impossibile. Le cose sono cambiate e lo sai pure tu, perché se sei lì a casa di Bruno ci sono tanti motivi diversi, ma di certo l'idea di tornare a come erano prima non fa parte di questi.
Ho veramente amato tutto quanto e il fatto che Bruno abbia cercato di tastare il terreno dallo scorso capitolo ma che lo abbia fatto davvero in punta di piede, mi ha fatto impazzire. Sì, perché io ci potevo sperare che lui ricambiasse, ma non potevo saperlo, e forse avevo pure paura che non fosse così, perché erano domande legittime (vita, donne, amore... cose che si chiedono, specie all'unico essere umano amico che hai vicino), ma al fatto che in primis Bruno si fosse accorto del bacio ma soprattutto che fosse confuso anche lui (e torneremo a parlare di questo tra poco) io non l'avevo nemmeno previsto. Ricciardi è bravissimo a nascondere quello che lo turba, lo dice lui che è fortunato ad avere la fama di tenebroso, ma Bruno è uno che parla, forse straparla pure. dice quello che pensa, è un compagnone e lui, la confusione, l'ha nascosta benissimo. Però, a differenza di Ricciardi, è voluto andare a fondo, cercare le risposte che voleva non solo da se stesso, ma pure dall'altro, cosa che il commissario non ha fatto per paura di perdere sostanzialmente tutto, forse l'unica persona che sente così vicina da scaldarlo, proprio come farebbe il sole (E ogni volta che si fa riferimento a quanto Bruno sia il suo sole io muoro, tipo sul finale quando finalmente 'sto sole lo tocca ç_ç ti odio e ti amo ç_ç).
È stato un capitolo travagliato, ma è assolutamente verosimile che due persone che vivino in un'epoca così difficile, cerchino di tastare il terreno come possono, ed è assolutamente verosimile che sia Bruno a buttare il primo sasso senza nascondere la mano.
E io mi sono proprio fatta la popo' addosso quando gli ha detto:
«Riccia’, ma tu pensi che non me lo ricordo, quello che è successo la notte che mi hanno arrestato?»
perché due capitoli fa è successo lo stesso, c'è stata una domanda che poteva portare a qualunque cosa (e alla fine ha parlato di Rosa, gli ha chiesto se non ce l'avesse con lui per non averla salvata) e io mi chiedo se invece anche lì non ci fosse stato da parte sua un tentativo di aprire questo stesso discorso, ma che qualcosa lo ha bloccato; forse la paura di aver frainteso o forse, chissà, l'aver visto negli occhi di Ricciardi quella distanza creata apposta per non doversi esporre... ma Bruno sono certa che vede tutto, ormai si è capito che è così ♥
Ci sono tanti non detti che continuano ad essere tali, perché è difficile dire cosa si sente, è difficile ammetterlo, specie se si è capito da poco. È difficile confrontarsi senza aver paura del rifiuto, della chiusura di un rapporto che forse varrebbe la pena lasciare così, senza indagare per non rovinare le cose. E invece Bruno non può tacere, e forse quel bacio ha risvegliato tante cose che ha cercato di capire poi da solo, e sono veramente felice di come siano venuti fuori pure i lati oscuri: Ricciardi che lo lascia solo, dopo aver fatto ciò che si sentiva in un momento in cui Bruno era debole, La rabbia di Bruno che forse non ha inteso immediatamente, e si è sentito buttato via, invece di capire che le cose non sono semplici quando si mettono in questo modo.
E poi il crollo di Ricciardi, e li mi son sentita crollare pure io, del peso di tutto, del peso della paura, dell'angoscia, del senso di inadeguatezza, libero dalle bugie già scritte per dirle fino a vomitare... crolla tutto, e pure le maschere co', ed è qui che ci si sente caldi nel petto e si gioisce nel vederli scambiarsi un bacio, IL bacio, che chiude una porta che lasciava uscire vento gelido e una possibilità di scappare da tutto questo, che non serve più.
Bruno è ancora qui, e non se n'è mai andato, e nemmeno Ricciardi dopotutto è scappato davvero.
E questa è proprio la poesia più bella del mondo çç
Proseguo e concludo questa avventura, a dopo!
Recensione alla storia La finestra senza sole - 28/09/23, ore 23:54
Capitolo 6: Fuori in strada (il buio non c'è)
Io così: ♥_♥
E chiamami BOOMERONA ma sono così in questo momento, ma soprattutto mi sento un po' mamma chioccia perché qualcuno protegga Ricciardi e le sue consapevolezze per favore, non so cosa farei se qualcuno (OVVERO TU), dovesse fargli del male, quindi okay l'angst promesso nelle note ma VACCI PIANO COCCODE'.
Finito di fare minacce sostanzialmente a un muro di gomma perché ti conosco (e avrò ricevuto una cosa come 20 messaggi con scritto "vado a far soffrire Ricciardi", quindi sono pronta) passiamo alle cose serie.
Qua c'è Bruno che fa le domande, e Ricciardi risponde pure, ma la verità è che le risposte che dà sono più per se stesso che per il medico e forse è proprio questo che ha aiutato il commissario a mettere in ordine le idee.
Eh sì, perché ripercorrere tutto quanto, ricordare ciò che è stato con Livia, sia prima che dopo Bruno, è servito a mettere qualche punto, anche se per la paura poi c'è quella voglia di cambiare argomento, di non andare troppo a fondo, perché è dallo scorso capitolo che Ricciardi è un muro cementato ma con una crepa grossa così dalla quale pare che solo Bruno possa vedere, perché dopotutto è sempre stato così e può provarci in mille modi a fare il tenebroso e misterioso, ma ci sono cose che non hanno bisogno di aprire bocca per dirle...
e ammettere che con Livia è finita ha messo in chiaro a sè stesso che non è nemmeno mai iniziata, che c'è qualcosa in lui che non ha mai voluto vedere e che ora, per colpa di Bruno, invece vede benissimo e forse, dopotutto, non ha solo capito chi è lui, ma ha capito pure chi è il dottore nella sua vita.
L'epifania di Ricciardi non è solo uno scoprirsi, ma è anche capire che non c'è modo di cambiare e che non vuole nemmeno farlo. Alla fine, nelle ultime battute del capitolo, si sente che è tornato un po' spensierato, che quel tarlo forse non gli tamburella più così tanto nella testa; forse ha trovato un posto dove stare senza fargli venire il mal di testa, e ora possono coesistere, anche se le cose sono difficili, anche se non è l'epoca giusta per vivere l'amore come lo vede lui ora, ma c'è quel sole che lo scalda e che, dopotutto, penso lo faccia sentire come se non avesse bisogno di conoscere nient'altro, né della vita, né dell'amore, né del resto. Il sole è tornato a scaldare e io sto sorridendo come una scema per questo ç.ç
Pazza tu poi che mi citi nelle note, ma che dici che ti sblocco l'ispirazione, tu sei già a mille ti serve giusto qualche schiaffo ogni tanto per ricordarti che sei brava, che sei capace, che sei un talento e che questa storia DEVE vivere e respirare di te! E lo sta facendo ♥
Quindi co' io sarò sempre qui a prenderti a schiaffi ç_ç
E ora proseguo **
Recensione alla storia La finestra senza sole - 28/09/23, ore 23:32
Capitolo 5: Tutti i ricordi che ti porti nella testa
«Se smette di invitarvi, è solo perché non venite mai, commissa’.»

EVVABBE, Maione ormai spirito guida, voglio essere schietta come lui XD
BUONASERA CO',
io sono qui perché finalmente ho tempo di leggerti e siccome tu mi hai dato buca e non abbiamo visto Karim insieme, allora uso questa serata libera per finire la storia (E FINALMENTE DIREI).
Tralasciando il fatto che ogni volta che Maione apre bocca io vorrei che fosse tipo mio zio, ma lo zio quello simpatico, quello che ai matrimoni fa fare diecimila brindisi, e adoro il suo rapporto con Ricciardi, mi sembrano quasi, appunto, zio e nipote con un bel rapporto e quindi niente, come sai io mi sto basando unicamente sulla tua caratterizzazione e credimi quando ti dico che inserire questo piccolo racconto quiotidiano tra i due, nell'ufficio, dà proprio quel senso di abitudine che mi ha permesso di sentirmi più "a casa", e i dialoghi sono talmente verosimili che mi sento le loro voci chiare e tonde nella mia testa **
Ma, a proposito di testa, chi è che la sta perdendo totalmente?
La risposta è facile, comincia per R e finisce con "sono confuso aiuto mamma"rdi e non so come dirti che questa confusione che Ricciardi sente e che in qualche modo cerca di scansare via ma questa ritorna sempre – soprattutto perché l'oggetto della confusione è "passato di qui per caso", è talmente ben gestita che io lo vedo, il nostro commissario, che non sa dove guardare, non sa dove posare gli occhi, perché quando ti senti così pensi che ogni azione possa mostrare in modo cristallino qualcosa e la cosa più spaventosa è scoprire che quella cosa che gli altri vedono, tu non puoi vederla, ed è per questo che fa così paura.
L'arrivo di Bruno è stato un marasma infinito di emozioni diverse, perché Ricciardi non può negare di essere felice di averlo visto, ma allo stesso tempo non si sente pronto a fare i conti con quello che prova e la sensazione che trasmette è quella di qualcuno che aspetta di capirci qualcosa senza fare niente, senza affrontare nulla (dopotutto come biasimarlo, nell'epoca in cui si trova), eppure Bruno arriva, e Bruno arriverà sempre, perché lo cerca, vuole la sua compagnia, e non ci è dato sapere sotto quale sentimento, ma è di certo quello a porsi meno problemi, cosa che mette ancora più in difficoltà l'ispettore confuso.
Occhi che guardano altrove, cuori infami e infedeli, che fanno come gli pare, la testa che scoppia per i pensieri e non per l'emicrania, eppure l'unico punto fermo resta Bruno, forse l'unica certezza che gli è rimasta in piede e vicino.
E quando Bruno gli chiede se ce l'ha con lui per Rosa ho pensato che il tempismo è perfetto, ma forse pure le paranoie lo sono, e l'ingenuità di Bruno, che invece di vedere che c'è qualcosa che li avvicina, ha cercato qualcosa che li allontana, forse proprio per paura che sia definitivo.
E Ricciardi l'avrei preso a calci quando ha detto che non se la sentiva di andare in trattoria... ma i calci in bocca, proprio sulle gengive, e meno male che poi accetta, perché il cuore farà pure come gli pare, ma è difficile che si sbagli e forse affrontare la cosa è meglio che fingere che non ci sia, no Commissa'?
Passo al prossimo, LA TRATTORIA MI ASPETTA? Lo scoprirò
A tra poco ♥