Recensioni di Miryel

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Recensione alla storia L'amicizia non genera debiti - 14/02/21, ore 17:11
Capitolo 2: 1287 DR: Le loro regole
Cara!
Ti devo chiedere veramente scusa, ma sono giorni intensi e mi dispiace molto aver tardato tanto, ma come sempre volevo approfittare dei giorni liberi e che giorno migliore di una domenica dove non si può uscire e si può stare al caldo a leggere?

Questo capitolo mi è piaciuto tantissimo, sia per il tema trattato che per come lo hai costruito. C'è un Daren che semplicemente, come sempre, si sta facendo gli affari suoi. Sa che gli elfi non lo vogliono – sebbene molti abbiano cambiato idea e abbiano iniziato a vederlo come un amico, come qualcuno di cui fidarsi – e dunque sta lontano da loro. Vive al limite della foresta, dove loro vogliono che stia, sa di essere sorvegliato, sa di non poter superare il limite che divide lui da loro.
E forse era pure intenzionato a farlo finché le cose non sarebbero cambiate, se non fosse arrivato Mavael a sconvolgere le cose.
Sì, perché Mavael è il punto di rottura di una routine che forse, alla fine, a Daren stava anche bene. Perché cambiare le cose se, in fin dei conti, agire così lo ha sempre lasciato in vita? E Mavael è stato un motivo che ha generato un nuovo conflitto nel tuo personaggio: rispettare le regole e rischiare che il bambino muoia, oppure lasciare le armi al limite della foresta e aiutarlo a tornare a casa, rischiando di avere tutti i ranger contro?
E l'istinto lo spinge a infrangere la regola numero uno, ben sapendo che Tazandil non aspettava altro che un suo passo falso e, in questo caso, nel modo più meschino possibile, lo ha messo davanti a delle scelte che non ne contemplano nemmeno una giusta, ma nemmeno totalmente sbagliata – e comunque a mio parere ha comunque preso la decisone più saggia, ed è solo il modo distorto di vederla che Tazandil adotta a renderla sbagliata. Perché dire "avresti usato il bambino come scudo" è solo una supposizione e, da certe reazioni:
“Se mi concedi un ultimo desiderio, vorrei darti un pugno in faccia.”
Uno dei due esploratori venne colto da un improvviso attacco di tosse, dissimulando in modo passabile una risatina.


direi che è l'unico che sta combattendo quella battaglia contro Daren, con un certo abuso di potere che non si ferma nemmeno di fronte alle rassicurazioni del ragazzino, che tenta di difenderlo e che non ha mai pensato che il drow avesse brutte intenzioni... e mi domando se in realtà non sia stato proprio Raerlan a mandarlo per mettere lla prova Daren e cercare di farsi ben volere da Tazandil... perché anche l'idea che, pur essendo prigionieri, gli sia comunque stata riservata una certa gentilezza nei modi di trattarlo in cella, mi fa pensare che le cose stiano cambiando e che forse, appunto, Raerlan ci abbiamo messo lo zampino.
Un bellissimo capitolo, uno studio introspettivo incantevole, uno scontro verbale coinvolgente, intelligente, come ogni tuo dialogo.
E Daren, come sempre, è irresistibile XD
Spero di proseguire presto e scusa ancora il ritardo!
Miry
Recensione alla storia L'amicizia non genera debiti - 31/01/21, ore 19:57
Capitolo 1: 1287 DR: La loro approvazione
Cara **
Ti devo chiedere scusa ma, come ti ho detto, è un momento un po' particolare e volevo semplicemente passare quando avevo tempo per lasciarti una recensione decente e sono felice finalmente di aver trovato il momento giusto.
MI hai chiesto se mi andava di imbarcarmi in una long: sì, mi va, con questi presupposti poi sono ancora più convinta di volerlo fare, perché sai quanto ami Daren ma sai anche quanto io mi sia affezionata a Johel e immagino che qui ci siano le basi iniziali che poi porteranno i due ad "imparentarsi", in sostanza XD

Ho amato molto il capitolo, specie per come viene raccontato il loro rapporto: Johel e Daren sono amici, e da quello che ci dici sembra che la cosa sia nata nel modo più naturale possibile: Johel ha deciso di seguire Daren in alcune sue avventure e questo, infine, ha creato un rapporto di fiducia e complicità che, alla fine, dura da quindici anni e, come dice Daren alla fine, se avessero voluto uccidersi avrebbero potuto farlo nel sonno molte volte, entrambi capaci di riuscirci silenziosamente e magari in modo letale e rapido. Eppure nessuno dei due l'ha fatto.
Sono convinta che, se non fosse stato per la diffidenza del padre di Johel, nessuno dei due si sarebbe mai posto il problema... o almeno Johel, visto che come sempre Daren è logico e pragmatico, che non nega di poter fare determinate cose (come quella di imparare alla perfezione la lingua e spacciarsi per un elfo di superficie e usare quello stratagemma per infiltrarsi e compiere malefatte) ma che non le fa semplicemente perché non vuole farle. È un concetto logico, che ha un suo senso compiuto a trecentosessanta gradi; perché è così che funziona la vita: a volte devi solo fidarti, ma qui subentra la diffidenza nei riguardi dei drow e il fare di tutta l'erba un fascio, e Daren lo sa. Sa che nella vita probabilmente dovrà sempre giustificarsi o dimostrare di non essere quello che pensano ma... semplicemente non gli interessa, non serve. Asseconda il volere del padre di Johel probabilmente solo ed esclusivamente per Johel e per nessun altro, perché ci tiene a quell'amicizia e non gli costa niente mantenere quella promessa alla quale, magari, in una situazione diversa avrebbe fatto di testa sua.
Forse perché Johel dimostra sinceramente di fidarsi? Ripete due volte di fidarsi di lui, e lo fa con convinzione e sincerità, anzi irritato dal fatto che per lui risulti così semplice farlo ma per gli altri no.

Ho poi amato, nella parte finale, il fatto che Daren sia inconsapevole che il suo comportamento "genuino" abbia portato dei cambiamenti nel clan Arnavel e che, alla fine, forse un po' di fiducia pian piano la sta conquistando... a parte il padre di Johel che, duro, non ce la fa a lasciarsi alle spalle quei pensieri nei riguardi del drow.
Ci ho visto però una vittoria, dove Daren è rimasto esattamente chi era, senza bisogno di dover dimostrare niente; e non è lui ad essere cambiato, ma l'atteggiamento degli altri intorno a lui ho davvero molto amato la parte in cui lui e Johel si confrontano sulla fiducia, ponendola su un piano umanissimo dove appunto a volte bisogna darla ciecamente, per poi scoprire che si è fatto bene come si è fatto.
Questo primo capitolo mi ha già presa tantissimo, un po' per Johel e Daren, un po' per l'introspezione che si muove dolcemente come onde marine contro la sabbia. Spero davvero di proseguire prestissimo, so che amerò questa long (e il merito non è solo di quei due XD).
A presto cara e scusa ancora il ritardo ♥
Miry
Recensione alla storia In ogni addio c'è un'immagine della morte - 20/01/21, ore 19:08
Capitolo 1: In ogni addio c'è un'immagine della morte
Ciao cara!
Mio dio, questa shot... sarà pure breve (ed è l'unico suo difetto, nel senso che avrei letto altre 100 pagine così), ma così intensa... il personaggio di Krystel, visto così, mi fa malissimo. Sarà che ho imparato a conoscerla e vederla come la donna e madre forte, determinatissima, pronta a tutto per i figli, che si è già riscattata di tutta questa sofferenza (o magari si è creata una vita dove non ha nemmeno il tempo di pensarci, ad un passato così).
E di nuovo le diversità sono protagoniste di una tua storia, come sempre affrontate con una durezza e una maturità incredibili, con questa prima persona che mi ha spiazzata e stupita piacevolmente e che non credevo di trovare. Io non sono un'amante delle storie scritte in prima persona, ma il problema non è la forma ma chi le scrive. Il più delle volte sono un cumulo di descrizioni e basta, qui invece fa quello che deve fare: è una curva che sale e scende, partendo da Krystel che si pone dubbi esistenziali, dove poi si ricrede grazie alla speranza e poi, di nuovo, tutto crolla e tutto questo è stato descritto con una precisione e la sua introspezione è notevole e disperata.
C'è un percorso di vita, in questa storia: chi, da piccolo, non ha mai avuto paura che dio potesse fulminarlo se non si pregava – per poi scoprire che non era così. Chi non ha mai provato curiosità e fascino nella vita altrui – come Krystel che si domanda cosa significa avere dei genitori veri, e con quella speranza che presto magari verranno pure a prenderla... ci sono dei riferimenti all'infanzia che ho sentito particolarmente familiari. Le insicurezze, la paura di essere inadeguati, il credere a tutto e a niente, perché si è troppo acerbi per pensare solo col proprio cervello.
E Krystel vive questo, vive la paura della sua diversità che può causarle problemi e dividerla dagli altri e quando Gaeron sembra diventare quella figura paterna di cui Krystel ha un impellente bisogno, le cose sembrano appianarsi, le diversità non sembrano così profonde, e Corellon magari è davvero il padre di tutti gli elfi, nessuno escluso.
Eppure ci porti lì, in un punto di svolta, dove Krystel può attaccarsi per procedere nel suo futuro finalmente con un senso di appartenenza...
E poi cambi tutto. Cambi tutto e Haerelon si rivela per quello che è davvero... se poteva solo sembrare un bugiardo dispettoso e cattivo, ora è disgustoso e merita tutto l'odio possibile e a mio parere, pur conoscendo il tipo, gli altri hanno preferito non credere a Krystel e farle un processo ufficioso che l'ha costretta ad andare via da quella che finalmente sentiva come un nucleo familiare. Magari non una casa, ma una cosa del genere che era molto più di quanto Krystel potesse sperare.
Insomma, prima mi spezzi il cuore con Daren e la vita familiare che viene spezzata dalla morte, poi lo fai di nuovo con le speranze di Krystel, costretta poi a fuggire via, a trovare un altro posto da chiamare casa, con troppe lacerazioni da sanare; ferite che forse non guariranno mai davvero...
L'ho amata questa shot, ho amato come hai gestito la disillusione di un ragazzino che si trova di fronte alla paura di un dio onnipotente e i dubbi esistenziali; la paura dell'accettazione privata, il desiderio di non essere ciò che si è solo per essere come gli altri, e avere una vita più semplice (ed è così... lo sappiamo tutti che è così).
Affronti sempre temi attualissimi e io sono sempre felice di leggerti; per via di tutti gli spunti di riflessione che mi dai ♥
Spero di poter proseguire presto **
Miry
Recensione alla storia Commoner cuckoo - 15/01/21, ore 00:04
Capitolo 1: Commoner cuckoo
Ciao cara**
Mamma mia, quanto mi è piaciuta questa shot! E' così intensa che mi è parso di leggere una long intera, anzi... divorato una long intera. Hai raccontato tutta una storia, partendo da dopo "l'ultima pagina", in un continuo direttissimo.
Mi è piaciuta un sacco la dinamicità che hai dato immediatamente alla storia, con Janneza che corre via, con questo fagotto tra le mani, che ha rubato e che, Kazran forse ingenuamente, pensa lo abbia fatto per motivi molto più materni che di puro tornaconto, come invece alla fine era...
Chissà, magari sarebbe stato meglio darlo all'altra drow? E questo è un enigma che mi sono posta fino alla fine, perché di certo le cose, per Daren, sono crollate inesorabilmente sempre più a fondo, ogni istante che ha vissuto con quella famiglia, perché quello che ha fatto è stato impegnarsi, tentare il tutto e per tutto per non lasciare che il padre risentisse della crisi data dal nuovo conciatore rivale e, soprattutto, che Minroos potesse restare con loro senza che che Pharius lo vendesse come schiavo; e l'impegno di Daren per mantenere quella famiglia salda, esattamente come è sempre stata pur avendo i suoi alti e molti bassi, c'è la sempre messo forse più di tutti.
L'idea di avvelenare i rivali con quello stratagemma del veleno sugli abiti l'ho trovato geniale quanto crudele, ma Daren è pur sempre un drow, e la vita degli sconosciuti non gli pesa, non gli interessa, non ha alcuna importanza e uccidere qualcuno che non fa parte della sua famiglia non gli toglie il sonno.
Forse è questo ad aver reso il piano così minuzioso, attento, perché le conseguenze non sono poi così importanti, non c'è la paura dei sensi di colpa di dopo, ma quella che il gesto non possa bastare a salvare la sua famiglia, come se il peso di tutto poi, fosse sulle sue spalle. Mi piace sempre tantissimo Daren, e qui è decisamente lui in potenza, specie per la velocità con cui realizza pensieri coerenti e senza troppe sfumature, se decide una cosa la fa. Decide di impegnarsi, come quando chiede al padre di insegnargli a scassinare il lucchetto per entrare nella bottega del rivale, o la velocità sempre messa alla prova sul lavoro, così che possa essere più produttivo e meno un intralcio, così che la produzione possa essere superiore e Minroos possa restare lì...

eppure è qui, che tutto crolla. Come una punizione divina, una lite tra fratello si trasforma in una tragedia e io non me lo sarei mai aspettato. Ma, dopotutto, con la tua fantasia sempre così particolare, come fai ad aspettarti qualcosa? Non puoi e sei lì, che ti chiedi come evolverà tutto... e non evolve nulla, crolla un muro... anzi il mondo addosso a Daren, quando sua madre, con quella freddezza, constata al suo risveglio che è ancora vivo. Lui sì, e Minroos no. Il vero figlio di Pharius e Janneza, quello che Pharius avrebbe venduto e che Janneza avrebbe invece salvato.
L'odio verso Daren, che ha raccolto solo per salvare Minroos nel caso Pharius avesse deciso di ucciderlo...

La differenza dell'amore che a modo loro hanno dato a quei figli, mettendoli su piani diversi, è devastante ma così vera, purtroppo realistica e il dolore di un genitore che ti odia è immenso.
La scena finale, dove lei uccide il marito, prendendolo nel momento più giusto, conoscendo ogni mossa da fare, liberandosi di un peso, della rabbia, che però non ha riversato su Daren, risparmiandogli la vita ma rinnegandolo per sempre.
E qui conosco un lato di Daren che me lo fa amare ancora di più che mi fa capire che, il personaggio frizzante e mitomane che ho conosciuto, nasconde dietro di sé un passato di sventura, dove ha sempre dato, ha sempre cercato di dimostrare qualcosa, ricevendo solo calci in faccia. È stato solo ed è rimasto solo, così tanto che alla fine è riuscito a sopravvivere, a pianificare una fuga e un piano per non lasciarsi annichilire dal mondo.
Ho amato questa shot, è profonda, piena di dolore e ingiustizie, ma anche di una crudele umanità che fa parte anche del nostro mondo.
Come sempre mi lasci un sacco di cose su cui riflettere, ed è uno dei motivi per il quale mi piace tantissimo leggerti.
Alla prossima, cara
Miry
Recensione alla storia L'ultima pagina di un libro, l'inizio di una nuova storia - 07/01/21, ore 11:44
Capitolo 1: L'ultima pagina di un libro, l'inizio di una nuova storia
Ciao cara **
Sul filo del rasoio arrivo qui da te, e come sempre resto profondamente incantata dal tuo modo di intrecciare trame e di raccontarci delle storie. Il tuo stile è capace di coinvolgermi in ogni situazione, che siano le dinamiche tra un padre e una figlia pestifera – con annessi zii arroganti o che sia la nascita di due gemelli, il cui fato è già scritto e che portano scompiglio.
Già sin dalle prime righe ci immergi immediatamente nel pieno della storia. Tanith'ey sta partorendo, nel dolore di un travaglio lunghissimo e disperato, siccome la principessa sa perfettamente quale destino aspetta la bambina e la costruzione di questa parte, con lei che amaramente cela quelle speranze già distrutte alle soldatesse invece ignare di tutto, mi ha colpita profondamente. L'arrivo di Kazran, il modo con cui hai descritto la sua fredda tempra, traditore che viene accolto come se, dopotutto, Tanith'ey se lo aspettasse. Lo conosce, lo sapeva, forse aveva già messo in conto quella possibilità, e dunque il ritmo diventa frenetico, lui accoltella le soldatesse e Tanith'ey ci dice che non ha finito, che ce n'è ancora uno, un maschio, l'unico che secondo una società che purtroppo rispecchia situazioni decisamente attuali, merita di vivere e di andare avanti, di crescere, e probabilmente con un destino già scritto anche lui: combattere? Di certo dovrà farlo o essere pronto, no? E forse non è anche questo un modo di controllare la vita di qualcuno, scegliendo quale sia il suo epilogo?

Tanith'ey muore con ancora pulsante un istinto materno che la spinge a preoccuparsi per la vita d sua figlia, perché forse la morte l'ha già accettata – la propria, ma quella della piccola è insostenibile. E quando chiede a Kazran di promettergli che la salverà, con quel ricatto... ho avvertito chiaramente tutte le sue intenzioni di buttargli addosso un senso di colpa forte tanto quanto una maledizione, qualcosa per cui Kazran non dovrà dormire mai più, se lo farà. Perché Tanith'ey le vuole provare tutte, fino alla fine, e infatti ci riesce. Installa una visione diversa dei due neonati, nella testa di Kazran, distorce la sua prospettiva, gli presenta il conto di cosa significa aver portato due figli in grembo per nove mesi e finger che non si provi niente per loro.
E già il primo passo di Kazran ci porta a vedere un cambiamento leggero; si preoccupa, pensa al loro nutrimento, convincendosi che sta comunque dando la responsabilità di questo "problema" a un'altra madre, una che può occuparsene al posto suo. Ma è qui la differenza: avrebbero potuto prendere la bambina e gettarla da qualche parte, e lasciare il maschio ovunque senza che nessuno lo vedesse. E invece ha deciso di occuparsi lui del problema, di risolverlo, ed è talmente ben costruito che ti rendi conto solo dopo del fatto che lo stia facendo senza nemmeno accorgersene. Che è qualcosa di innato, che sia un istinto paterno sopito o semplicemente i sensi di colpa nei riguardi di Tanith'ey non ci è dato sapere e non è importante. Importa che quei due bambini hanno qualcosa, in quella innocenza, che Kazran condanna con due nomi apocalittici... comunque prendendosi la briga di non lasciarli senza nome e di dar loro qualcosa che viene da lui, che alla fine, inesorabilmente li ha legati.
Complimenti come sempre, riesci a tirarmi fuori degli spunti di riflessione pazzeschi e sono certa di non aver nemmeno detto tutto. Mi piace sempre immergermi nei tuoi mondi e più imparo a conoscerli e più mi sento a casa.
Un lavoro stupendo, una shot cruda, intensa ma anche tenere, per certi versi.
Spero di tornare presto da queste parte, sei sempre una garanzia **
Miry