Recensioni di Manto

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Recensione alla storia Side by Side - 25/02/20, ore 21:57
Capitolo 4: Capitolo 3 - L'Associazione Eroi
Cuu **
Salve alla mia kohai preferita! E come ti dicevo per messaggio, visto che è ora che inizi a recuperare tutto ciò che non ti ho recensito da anni (con la storia della challenge e dei quotidiani scleri mi è sfuggito il tempo e, urgh... ma i mesi sono volati così velocemente?), partiamo da qui e dalla prima frase: ​Genos era logorroico.
Io, ti giuro, ci ho provato a non ridere: ma nulla, non ho resistito perché questo è effettivamente quello che pensano tutti coloro che siano un po' sani di mente o che amino il silenzio e non siano un fiume in piena di parole quanto lui - tanto che, visto che io non faccio parte di queste categorie, non l'ho pensato LOL. Un'intro e una considerazione adeguatissima e parecchio verosimile, come tutto il resto della scena: Takane che quasi impazzisce e praticamente fa una combo con Saitama perché la pensano uguale, e anche per la replica di Genos alle sue domande. Ecco i meme che io non riuscirò mai a fare, ma in cui qualcuna è davvero abile (ti invidio in questo).
Anche la scena finale, che sempre si ricollega al canon, conclude una parte mezza esilarante; mezza, appunto, perché presenta anche una nota più amara - che tornerà anche più sotto -: il passato di Genos e la considerazione di quanto sia un mondo duro quello in cui vivono, dove ognuno ha perso almeno una persona e questa sembra quasi essere divenuta la prassi: una situazione dolce amara dove alle continue catastrofi - tanto che Takane definisce la fine della città di Genos una cosa normale per gli standard in cui vivono -, pur arginate dagli eroi ma sempre nel limite del possibile, si unisce la considerazione che tutto sembra proseguire senza una grande memoria, rimpiazzando gli avvenimenti così come si ricostruiscono le città distrutte.
E' un tema brutale e difficile, ma è la realtà che vediamo qui: la vita va avanti comunque, non può fermarsi a piangere sempre, anche se ovviamente sacrifica la serenità.
Comunque sia, un clima meno pesante riprende appena si fa riferimento alla Casa dell'Evoluzione e al fatto che Genos le stia raccontando ogni cosa come se le fosse in confidenza, cosa che lei trova ovviamente strana: perché, punto fortissimo della storia, la tua Takane è talmente naturale che ovviamente certe cose le trova strane, come persone che immediatamente mostrano un atteggiamento rilassato, quasi conoscessero l'altro/a da tempo.
E' anche abbastanza ironica e spigliata come ho imparato a conoscere: tutti i tratti di un'OC che funziona. Che dire, infatti, di come punzecchi Saitama riguardo alla vicenda vissuta con il numero Uno della Casa dell'Evoluzione e tutta la trafila di domande su che tipo di animale fosse (quando tira in ballo l'opzione Pinguino mi sono ritrovata a soffocare, non mi ricordavo questa perla - oltre al fatto che cita l'amico delle elementari a cui piacevano gli insetti. Mlmlml, I see what you did here...)? E di come la cosa, inevitabimente, finisca nel meme.

... Ed ecco che ci catapultiamo nel cuore della fic, quella che riguarda lei e lui, che ormai tutti sappiamo chi sia ma tant'è.
Una figura che compare apposta nei momenti meno opportuni o dove la giovane è impegnata a far altro, apposta per percularla: insomma, è nato per essere la sua ombra burlona, per non dire di peggio.
E ancora una volta mi trovo a dire che li adoro, da capo a piedi: così legati e complici, capaci di parlarsi anche di rimanere in silenzio, bisognosi di poco per sentirsi vicini.
La slice of life tra amici - e come no - si esprime benissimo nella scena al fiume, dove, a parte una breve ombra, tutto ha i colori di un pomeriggio spensierato tra due anime affini; e anche quando si sposta nell'appartamento della ragazza continua sulla stessa linea, anche se, alla luce di tutti i nostri discorsi e forse palesamente voluto, si nota la maggior intimità. E' da un po' di tempo che le cose tra loro si stanno evolvendo ma sono ancora sottopelle; e dopo anni e anni di relazione d'amicizia è anche più tosto relazionarsi con un cambiamento importante quanto una friends to lovers, quindi, ecco, ci sta quell'aura di cambiamento ma sottile, impercettibile ancora.
E non posso negare, quando lui le dice che potrebbe entrare di notte nel suo appartamento, di aver ghignato male u.u Ma tanto i miei pensieri in merito li sai e io li esprimo pure su carta (su computer, pardon), quindi che parlo a fare in merito?

Ed ecco che dopo una simile giornata, si ritorna al meme con una breve scena con Saitama e la memorabile chiusura di essa con Genos, così come l'opera originale ci ha educato; e niente, stiamo pronti per il prossimo capitolo dove, lo so già, di confusione ne gira.
La fic sta procedendo molto bene e mi piace sinceramente: ogni nuovo capitolo aggiunge qualcosa di nuovo e approfondisce le dinamiche tra mondo, personaggio e altri personaggi, e da qui non devi far altro che continuare.
Un grande bacio,
Tua Manto.

 
Recensione alla storia Oro Viola - 23/04/18, ore 09:52
Capitolo 1: Preludio
Seconda Classificata
Oro Viola di Fiore di Cenere




◊ Grammatica e stile: 9,1/10 (4,6/5 di Grammatica e 4,5/5 di Stile)

Riguardo la grammatica, segnalo solamente il diffuso errore di mettere l’accento grave al posto dell’acuto in certi termini: perchè, per esempio, al posto di perché (– 0,4, comprensivo di tutti).
Per quanto riguarda lo stile, ti faccio davvero i miei complimenti: nelle volte che abbiamo parlato della storia, mi hai accennato di come tu non sia abituata a scrivere in questo modo, ma che ti sei comunque sforzata di provare uno stile consono al fantasy.
Lasciami dire che il tuo esperimento è riuscito quasi in tutto: hai usato parecchia introspezione – con mia grande gioia –, sei riuscita a dosare bene le espressioni e amalgamare bene il tuo stile classico a un contesto che è nuovo per te. Scrivere un fantasy classico, benché con certe scelte personali, non è mai facile – e pensa saperlo valutare da una rompiscatole come me, che come ideale ha lo stile tolkieniano... –; ma ce l’hai fatta, e anche bene. Tuttavia, c’è il quasi: quello sta per le ultime scene, che ho trovato un poco frettolose e invece avrei preferito fossero state caratterizzate meglio.
Però, come hai visto non ho voluto togliere tantissimo, perché per il resto mi hai veramente colpito ed è giusto premiare il tuo grande lavoro.



◊ IC/Caratterizzazione personaggi: 10/10

Ecco, qui ce ne avremo per parecchio: tanto che ho dovuto prendermi un attimo per capire bene da dove iniziare.
Partiamo da Kin, la più semplice – si fa per dire – da valutare in quanto IC: non avrei saputo rendere un personaggio più malinconico, dolce e al medesimo tempo forte.
La Sorte ha giocato brutalmente con lei, portandosi via le sue gambe, i suoi sogni, e la sua famiglia; le è rimasto solo il silenzio, quasi, e giorni tutti uguali in un villaggio che si sta lentamente svuotando. Per questo si sente la sua asprezza verso il futuro, la corrosione lenta che intacca uno a uno i ricordi felici e li annienta. Solo la sua gente le resta; e quando la montagna li imprigiona, con la mente imprigiona anche lei.
Non potrebbe esserci momento peggiore: ha già perso tanto, cosa le resta per aggrapparsi alla vita? E qui viene fuori la grande forza, il coraggio e le tenacia di questo scricciolo dagli occhi viola. Nel momento in cui tutto sembra finito, lei trova la forza di affrontare la realtà; perché al suo fianco è giunto qualcuno ad aiutarla, ad affiancarla e sostenerla, e a farle comprendere di che pasta sia veramente fatta.
In questo modo, Kin si dimostra un personaggio molto realistico: non è una superdonna, anzi, ha i suoi limiti – più fisici che spirituali – e c’è un vuoto da colmare; ma è un’eroina nel momento che decide di continuare a lottare, per sé stessa, per chi è con lei, per chi verrà, per chi sarà dopo di tutti loro.
E ora, passiamo ai pg che già conosciamo, iniziando da Genos.
Allora, innanzitutto i miei complimenti per la tua genialità nel riprendere le storie dei vari personaggi ma adattandole a una realtà diversa; quindi, aver fatto in modo che al posto del cyborg impazzito Genos sia ossessionato dalle streghe che lo hanno privato della sua famiglia l’ho trovata una buona pensata.
Quanto è stato reso IC, poi: triste, segnato nel profondo dal suo passato, inflessibile nella sua ricerca di vendetta, ma anche sensibile e riflessivo. Si sente parecchio il senso del dovere e l’abnegazione che fonda le sue azioni, ma è anche chiaro che non può continuare per sempre a soffrire e a cercare una soluzione nel rancore.
Si può dire, che per quanto sia ancora presto, lui e Kin si sono trovati per curarsi a vicenda; e questa è la luce più grande che possa dipanare le nubi della solitudine estrema, come dovrebbe essere in ogni tragedia e in ogni vita tanto provata da pena e silenzio.
Per quanto riguarda gli altri personaggi, inizialmente sono rimasta un pochino stupita davanti al leggero OOC presente nelle figure di Fubuki e Tatsumaki; ma essendo un AU, dove le cose possono mutare leggermente per applicarsi a un diverso contest, è giustificato.
Da ultimo, non potevo citare il nostro amatissimo eroe moro: Bad, anche se grande assente di questa storia, è giustamente definito grande perché pur nella morte continua a scaldare il cuore di Kin e a darle forza, e mi piace pensare che dovunque sia, continui a vegliare a suo modo su di lei. Vogliamo sperare anche in questo.



◊ Utilizzo pacchetto: 5/5

Colore e significato (+2): Il viola è presente nei capelli e occhi di Kin, è parte di lei; la nobiltà, invece, è tutta condivisa con Genos. Sono dei giganti pur nel dolore, anche se non lo sanno ancora; ma il loro animo è ancora puro, sotto quel buio.
Luogo (+1): Il villaggio fa da sfondo alle tragiche vicende della storia, e come unica ambientazione ha la sua grande importanza.
Elemento (+1): Mi è piaciuto come hai scelto di utilizzare il prompt oro non solo come oggetto – che comunque è fondamentale, in quanto motore di tante cose: se non fosse stato scoperto dagli abitanti e questi non avessero iniziato le attività estrattive, non ci sarebbero stati così tanti morti nel crollo della montagna –, ma anche come colore dei capelli di Genos – e giustamente, direi ^^
Citazione (+1): Questo punto è stato il mio preferito, perché la citazione, per altro ripetuta da Kin, assume i toni di promessa e preghiera; è un patto e uno spiraglio su una strada diversa, che non veda i passi di una sola persona ma di due, e anche qualcosa di più.



◊ Gradimento personale: 9,7/10

Quanto detto sul finale ha influito in piccolissima parte anche qui, ma per il resto la storia non poteva che piacermi: ormai lo sanno anche i muri quanto io possa diventare imbarazzante nel mio fangirling estremo sul fandom di Opm, e tutto ciò che lo riguarda è per me degno di essere letto e riletto, visto e rimirato.
In più, per gli argomenti trattati, è stata una di quelle storie che definirei catartiche e purificatrici: la luce nel cuore d’ombra, la speranza di quiete dopo una grande prova, un risanamento reciproco.
Quindi, grazie per avermi fatto commuovere in molti punti e per ogni parola, davvero.



◊ Eventuali punti bonus (3 per situazione BONUS + 2 per uso personaggi contrassegnati): 5/5

Siccome il personaggio di Genos è uno dei protagonisti della storia e hai scelto un AU fantasy come richiesto nella situazione BONUS, hai ottenuto il punteggio completo.



PUNTEGGIO FINALE: 38,8/40
Recensione alla storia Friendship - 23/02/18, ore 15:14
Capitolo 1: Friendship
Recensione premio per il contest Cuore d'Ombra

Perché sì, ora che finalmente sono (quasi del tutto) libera e posso (almeno un po') respirare, riapprodo sulla mia amatissima sezione di OPM per recensire le storie della best fag che abbia mai incontrato.
Come al solito, quando io rileggo le storie dopo un bel po' di tempo dalla prima letta me le godo ancora di più, ergo sì, mi è piaciuta un sacco.
Sarà stata per quella punta angst all'inizio della narrazione, ma anche se si tratta di un episodio meno forte rispetto a quelli che siamo abituate a leggere e affrontare, l'ho sentita dentro tanto tanto. Hai completamente ragione: è impossibile non notare come Saitama sia a proprio agio con King, ma lo vedi fin da subito, da quando il primo scopre il segreto più impensabile e delicato dell'altro, e invece di trarre un vantaggio da questo chiede spiegazioni e anzi, lo sprona a diventare sul serio quello che tutti pensano sia.
Già da quell'istante si capisce che la loro relazione non sarà a caso, che anche se verrà narrata tramite episodi all'apparenza leggeri nasconderà sempre altro, e poi... quel capitolo per me è stato di una dolcezza assurda. Sono cuori affini, questi, e mi ha fatto un sacco piacere ritrovare l'aura riservata, che riguarda solo loro, che traspare dal capitolo stesso, è stato un punto in più.
Insomma, approvato in pieno *^* quanto mi è mancato ritornare qui, ne avevo una grande nostalgia.

Un bacione **
Manto
Recensione alla storia Covered in Darkness - 27/12/17, ore 08:26
Capitolo 5: 5- Unfair + Epilogue: I'm sorry
Secondo Posto: “Covered in Darkness” di Angie96



◊ Grammatica e stile: 8,6/10 (4,1/5 di Grammatica e 4,5/5 di Stile) 

Allora, i problemi più forti che ho riscontrato sono la mancanza del punto fermo alla fine dei dialoghi (– 0,2) e qualche ripetizione che va a macchiare il testo; inoltre, in questa frase: Si era seduto al banco in ultima fila nella colonna centrale in anticipo per allontanarsi da tutte le urla e le voci di quelli che in tutta probabilità sarebbero stati i suoi nuovi compagni di classe, consiglierei di mettere una virgola dopo il termine anticipo, altrimenti risulta pesante da leggere; lo stesso in questa › nonostante avesse cercato in tutti i modi di sembrare il meno interessato possibile facendo finta di guardare un punto indefinito della classe mentre si girava verso il lato opposto al quale si era seduto il suo compagno di banco, dove andrebbe dopo il termine possibile, e nella successiva, dove ne inserirei una dopo indossando. (– 0,1) 
Inoltre, ci sono dei momenti in cui alterni il passato remoto con il trapassato remoto, anche quando dovresti tenere il primo o il secondo: Così tanto che, quando annuì in modo affermativo con una timidezza che non aveva mai saputo di avere, gli occhioni scuri del bambino accanto a lui si erano illuminati dalla gioia. 
Qui è corretto mantenere uno dei due, a seconda della scelta temporale che hai fatto all’inizio. (– 0,5) 
Rieccheggiare › Vi è una c di troppo. (– 0, 1) 
Per il resto ci sono delle d eufoniche, qualche termine e punto finale mancante, e un piccolo pezzo duplicato: cercando in tutti i modi di calmarsi in tutti i modi. 
Passiamo ora alla seconda parte del parametro, lo stile: a tratti molto delicato, specie quando riguarda i pensieri del Child!Garou, in altri meno lirica ma decisamente efficace nel veicolare le sue sensazioni e, particolarmente, le storture che non sfuggono alla sua mente. Ci sono stati dei momenti stupendi, che si ancorano tutti nella malinconia di un passato dove tutto sembrava pacifico – You are My Friend – o nel teso inizio della caduta, come la fine di Talent, fino al completo finale di questa raccolta, che ho amato tanto, tanto e ancora tanto. 
Ho sempre amato il tuo stile e te l’ho detto un miliardo di volte, credo; la tua bravura nel descrivere in pochi termini un complesso stato d’animo o una situazione si è sempre fatta valere, ma quando si applica a un personaggio che so che ami… beh, i risultati si devono assolutamente leggere, e adorare il Mostro Umano ancora di più. 



◊ IC/Caratterizzazione personaggio: 10/10 

Mettiamoci comode. Allora, Garou: il ragazzo incompreso, umiliato, isolato, condannato, che con il suo genio e le capacità apprese da un duro allenamento decide di rovesciare una situazione d’illusione e ipocrisia, portando alla luce il marcio tramite una caccia sistematica al simbolo di questo sistema che deve cadere. 
Li abbiamo visti bene, i disastri che combina e ciò che vuole dire con la violenza che conduce con sé; e così i suoi ideali, obbiettivi, e anche limiti. 
Più complesso di quanto sembri, chiazzato del desiderio di essere accettato ma anche di mostrare al mondo quale sia la verità dei fatti – o almeno le sue sfaccettature –, talmente intransigente da trascinare nel gorgo anche veri eroi – il riferimento è tutto a Mumen Rider – ma quasi più sensibile di loro, a volte, verso i civili, il Garou che ONE ha creato trova una perfetta armonia con quello dei tuoi missing moment: il bimbo silenzioso, pacifico e tenero, che già da piccolo vede le storture della realtà e, tuttavia, sa leggere la gentilezza di chi può essere una luce in tutto il buio che vede; il ragazzino geniale che assorbe gli insegnamenti del suo maestro e arriva a spiccare come un fiore, in un idillio che trema e si spezza nell’odio, nella delusione e nella rabbia quando Bang diventa tutto ciò che Garou odio; il Mostro Umano forgiato dal sangue delle vittime battute e abbassate di grado, che sale rapidamente di potere e tensione fino a diventare l’Essere dei suoi sogni, e trovarsi davanti il più forte dei combattenti dell’Associazione; e infine, in una sorte ad anello, il ragazzo che ha perso contro il sistema ma ha capito i suoi errori, e il dolore che ha creato a chi, veramente, ha sempre creduto in lui e lo ha sempre vegliato. 
I riferimenti all’opera originale completano ancora di più una caratterizzazione perfetta sotto ogni punto di vista, perfino nella descrizione degli atteggiamenti il tuo Garou è IC da far impallidire; talmente umano da commuovere, reso ancora più realistico grazie a un contesto ugualmente approfondito e all’introduzione degli altri personaggi. Ti giuro, ho amato come hai descritto Tacchan, che fin dall’inizio fa nasccre in Garou sensazioni contrapposte – fastidio ma bisogno, leggera antipatia ma curiosità –, che da bambino fin troppo vivace ma anche tenero (si porta dietro il suo pupazzo!) si trasforma gradualmente in un portatore di violenza e intolleranza gratuita, fino a spezzare il legame tra di loro e segnare l’inizio di un lungo rancore; Bang, il nonno dolce e potente che stringe al cuore il piccolo e attende il suo ritorno sempre, anche quando il ragazzo è diventato il suo incubo, senza provare rabbia ma solo sollievo quando, alla fine, questi torna da lui. 
Perfino Bomb, per quanto sia solo accennato, è coerente con ciò che ONE ci ha presentato; per questo sono molto soddisfatta e commossa, sì. 



◊ Introspezione: 10/10 

Legata a doppio filo con la caratterizzazione, ecco l’indagine delle ombre. 
Una cosa che ho gradito e ho trovato particolare è come sia stata introdotta gradualmente: nella prima shot è un inciso, diciamo così, tra un’azione e l’altra, una delicata spiegazione di certi comportamenti o sensazioni; quindi, la discesa si fa più ripida e profonda mano a mano che vengono mostrati i problemi: tanto che la quarta shot è una divisione perfetta tra narrazione e visione più intima, aiutati e arricchiti da tutte le considerazioni che sono state presentate nelle shot precedenti. 
Quanto ho amato la fine di Talent e questa, i riferimenti a Bang che diviene un’ombra come quella di Tacchan e dei suoi altri bulli – un simbolo di oppressione e di sofferenza per lui – e al suo debutto del terrore. E capisci quanto funzioni, quanto tu abbia fatto un buon lavoro, quando, a prescindere che piaccia o no come personaggio, ci si trova a parteggiare per lui; perché lo si comprende, e anche se sono la prima a dire che con alcuni eroi ci sia andato tanto, troppo pesante – sì, Mumen, sempre a te penso –, non riesci a rimanergli indifferente. 
Nel lavoro originale Garou è già approfondito, qui ancora di più; i piccoli buchi ancora aperti li risolvi tu, ci mostri tu i suoi pensieri nei momenti in cui noi lettori del manga e webcomic possiamo solo immaginarli. E il fatto che tu non ti sia limitata a creare ponti tra le varie situazioni, ma ce li abbia anche spiegati, dando loro un fondamento, rende queste parole ancora più preziose. 



◊ Gradimento personale: 10/10 

Ma secondo te, poteva non piacermi un simile lavoro? Se guardiamo bene, è la fic che incarna il contest stesso: indagine, percorso, evoluzione di un cattivo o presunto tale, da quando è cucciolo alla maturità. 
Questa è una delle forze di questa storia: non ci mostri flashback, bensì procedi delineando i pensieri di un bambino, di un ragazzino, di un giovane uomo, mostrando cosa muta e cosa rimane costante, cosa si salva e cosa cade in un buio in continua espansione. In questo modo, il passato è più che vivido e palpabile che mai e possiamo sentirlo. 
Quindi sì, sì che mi è piaciuta, tantissimo; passi che la sezione di One Punch Man è assai povera di storie, tuttavia sarebbe comunque raro trovarne una così intensa. 
Sei proprio arrivata al punto di farmi amare il lupetto ancora di più, il che è tutto dire. 
Semplicemente bellissima. 



◊ Eventuali punti bonus: 2/2 per aver scelto il fandom di One Punch Man 



Totale: 40,6/42
Recensione alla storia I (didn't) want to be a everyday hero - 14/11/17, ore 21:34
Capitolo 1: I (didn't) want to be a everyday hero
Come ti avevo promesso, ecco a romperti le scatole e a recensire la storia che continuerò a rileggere ogni volta che sarò triste, fino a farmi rispuntare il sorriso.
Seria, questa storia è giunta in un momento di massimo sclero e mi risollevò il morale: non può che essere inserita tra i rimedi contro la depressione.
Partiamo solo dal perfetto IC dei personaggi trattati, tra King che gioca - MA GUARDA CASO - e fa un po' (solo un po', eh) il trollone con Saitama, fino a Genos che da perfect waifu qual è ci mette troppo entusiasmo pure in una narrazione e finisce per mettere in imbarazzo il sensei.
Il mio trio preferito è sempre uno spasso, da una situazione normale tira fuori il delirio assoluto, come si può non amarli?
Ma passiamo alla storia in sé, che presenta di quei momenti che sono uno splendore.
Quindi, partiamo da un Saitama cucciolo, quindicenne e capelluto, che inizia a raccontare un episodio di eroismo romanzandolo un bel po': non sapremo bene neppure noi dov'è la parte vera e quella inventata, ma a noi piace comunque così: ci interessa scoprire la storia, e se risponde davvero alla domanda lanciata da King - se qualcuno dei presenti ha mai fatto qualcosa di apparentemente normale ma da un altro è stato riconosciuto come eroe.
Ergo, la situazione è questa: il proprietario della libreria dove Saitama cucciolo si rifugia per leggere viene aggredito dalla propria ex ubriaca, che lo accusa di avergli fregato la macchina. Già qui mi sono messa a rotolare dal ridere, non solo a immaginarmi la scena di costei che urla come una dannata e barcolla in giro contro il povero ex fidanzato che non sa più che dire, ma anche per il fatto che infastidisca il nostro pelatone preferito con la sua voce e che Saitama definisca il giovane sé stesso "abbastanza stupido da avvicinarmi al punto dove stava avvenendo la litigata." Hmm, in passato abbiamo preso qualche sberlone aggratis, mio caro eroe?
Andiamo avanti, al punto in cui il nostro eroe decide di salvare le chiappe al libraio e dare una mezza strigliata al megafono umano: bel carattere ragazzo, due pollici bene in alto! Anche se io mi aspettavo la borsettata in pieno muso, ma vabbeh...
No, seriamente, la scena mi è piaciuta perché la ragazza iniziava a rompere le scatole anche a me.
E che dire delle reazioni di King e Genos? Da una parte il MEH colossale, dall'altra l'adorazione completa. Non so a chi dare un abbraccio più forte, perché sono splendidi entrambi.
Guarda, ho deciso: lo do proprio a Saitama che si inventa un finale per non darla vinta all'otaku e tenere calmino il cyborg.
E che dire... anche se l'avevo immaginato che la strillona non si ricordasse dove avesse parcheggiato, leggerlo è stato comunque uno spasso totale. E anche immaginarmi la scena di lei che trascina Saitama e il suo ex con lei tipo cani al guinzaglio.
Come quella di quando viene abbracciato dopo aver risolto la situazione, con tipo lui che, me lo vedo, sgomita per respirare mentre quella piovra di Miyako lo spupazza.
Oppure quella finale, quando Genos vuole chiamare i produttori del programma e Saitama inizia a essere disperato.
Guarda, sinceramente non so come ringraziarti per questa storia spassosa: so solo che davvero mi ha tenuto il morale alto, l'ho semplicemente adorata.
E non s'era capito, nah.

Un abbraccio **
Manto