Recensioni di Nymeria90

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Recensione alla storia All our efforts have come to nought - 17/05/15, ore 15:34
Capitolo 7: Non sapeva dove fosse
Ammetto di aver letto questo capitolo alcuni giorni fa, ma non sono riuscita a trovare le parole giuste per commentarlo e, ancora adesso, sembrano sfuggirmi.
Credo di sapere come ti senti, non perché ho appena pubblicato l'ultimo capitolo della mia storia, ma proprio perché ho letto l'ultimo capitolo della tua.
Fa male questa storia, terribilmente male, e credo che tu lo sappia, altrimenti la tua nota finale sarebbe stata diversa.
So che dovrei soffermarmi sui singoli paragrafi, analizzare le cose che hai scritto, riflettere su ciò che hai detto, ma anche a distanza di due giorni dalla lettura continuo ad essere dominata dalle emozioni.
Leggere della fine della Normandy e del suo equipaggio ... immaginare i corpi straziati di James, Garrus, Tali, Joker, Kaidan e Javik, pensare che non c'è futuro o salvezza, che alla fine sono caduti come cadono tutti, che i loro resti verranno usati per creare un razziatore ... dio, mi manca il fiato.
E piango adesso come ho pianto prima all'idea che tutti i sacrifici compiuti, le scelte fatte da John, tutte le lotte e le sofferenze non siano servite a nulla, se non a dare speranza a chi non voleva ancora arrendersi.
Mi chiedo cosa ne sarà di Liara e temo accadrà ciò che lei più teme: rimanere sola, sopravvivere a tutti e assistere, impotente, alla distruzione di tutto ciò che amava.
Quasi mi pare di vederla, unica superstite di un mondo distrutto e mi viene il dubbio che forse le intenzioni della Bioware potessero essere proprio queste, riesco anche a figurarmi la scena finale, con una navetta che si allontana e Liara, sola, che osserva la fine della galassia.
Ma ora sto divagando, come al solito.
Eppure ci tenevo a farti capire che non solo ritengo questa fine plausibile ma, purtroppo, credo che sia LA fine. Ma tu sola potevi avere il coraggio di scriverlo.
Non spenderò troppe parole su Jack e John, non perché non le meritino, ma semplicemente perché, ancora una volta, mi ritrovo senza.
Come si può commentare qualcosa di così straziante e terribilmente reale senza renderlo banale?
La fine di Jack non poteva che essere questa e il suo ultimo gesto per John vale più di qualunque dichiarazione d'amore.
E io non posso fare altro che chinare il capo e rammaricarmi per non poter fare di più che scriverti una recensione.
Ti posso solo ripetere che, secondo il mio discutibile parere, questa storia è davvero la più bella che tu abbia scritto e quasi certamente una delle più emozionanti che io abbia letto.
Spero con tutto il cuore di avere la fortuna di leggere ancora qualcosa di tuo, prima o poi.
Grazie davvero per questo piccolo capolavoro.
Un abbraccio forte e a presto!
Recensione alla storia All our efforts have come to nought - 08/05/15, ore 12:02
Capitolo 6: Si svegliò di soprassalto
La cosa più difficile da accettare, è rendersi conto di quanto sensato e dolorosamente realistico sia questo finale. Non ci avevo mai pensato in questi termini, lo confesso. Eppure adesso so che non mi approccerò più alla fine di ME nello stesso modo in cui lo facevo prima do questa storia. Mi hai costretta a togliermi i paraocchi e guardare dietro quell'illusione di vittoria chela Bioware ci ha proposto in modo un po' banale. Immagino di aver sempre pensato al finale in questi termini (soddisfacente certo, ma banale e forzato) e ora sono costretta ad ammetterlo, a dirlo ad alta voce. E, sono sincera, un po' te ne voglio per questo. In senso buono ovviamente, un po'come si può odiare la persona che, da bambino, ti ha svelato la farsa di Babbo Natale. È l'illusione che va in frantumi; la favoletta che si rivela per quelli che è: una favola appunto. La parte più ingenua e romantica di me ce l'ha con te per avermi propinato questo schiaffone emotivo; l'altra, quella cinica e realista, ti ringrazia per avermi costretta ad ammettere quello che non volevo ammettere: che quel finale è una forzatura, che Anderson non ha nessun motivo di trovarsi sulla Cittadella, che le tre scelta sono troppo semplici e statiche, che Mass Effect DEVE essere più complicato di così.
E alla fine questa storia finisce come finiscono tutte le storie nella realtà: nel peggiore dei modi.
L'eroe che muore nel l'illusione di aver compiuto il proprio dovere e il resto del mondo che va avanti sempre uguale a se stesso, inamovibile ed immutabile.
Questa storia ...la amo e la odio insieme e so che tu mi capirai, perché credo proprio che tu abbia provato lo stesso nel leggere le mie storie. Ma è giusto che sia così: è ciò che rende speciale un racconto e questo racconto è davvero speciale. Ci vuole coraggio per scrivere quello che hai scritto, per mettere nero su bianco una verità davvero terribile. Ti ammiro per questo e non lo dico tanto per dire.
Come vedi non sei la sola che si perde in recensioni che è difficile definire tali; si tratta più che altro di un libero sfogo, un flusso instinto di pensieri, ma so che mi perdonerai per questo e forse lo apprezzerai, nello stesso modo im cui io apprezzo le tue.
Concludo con un breve appunto su Jack e il bambino che porta in grembo. Non ho potuto fare a meno di pensare alla mia storia, a Ash e Shepard e a quel bambino che si, avrebbe potuto essere di Jack. Tu le hai dato giustizia in questa storia, le hai dato quello che io non ho voluto e potuto darle e, di questo, ancora una volta ti ringrazio.
perdona i probabili errori di battitura che troverai, ho letto il cspitolo sul telefono e non potevo non scrivere subito la recensione! Tornata al mio pc rileggerò il tutto e correggerò gli orrori che sicuramente ho sparso un po' ovunque ;)
Un abbraccio forte!
Giulia
(Recensione modificata il 08/05/2015 - 12:05 pm)
Recensione alla storia All our efforts have come to nought - 02/05/15, ore 20:10
Capitolo 5: Ricordava bene la Terra
Mi piace quel tuo destreggiarti tra passato e presente; il parallelismo che si crea tra eventi diversi eppure stranamente simili.
La cosa che mi ha colpita di più, quella che salta subito all'occhio, nel passato come nel presente, è l'ostinazione di Shepard nel fare il proprio dovere. Non arrendersi, mai, non per orgoglio, non per amore, nemmeno per stanchezza. La grande forza di Shepard è questa, il suo più grande pregio, ciò che rende il comandante un essere unico nella galassia. E questa determinazione credo sia la costante di qualunque comandante Shepard noi scegliamo di descrivere, ma, soprattutto, accomuna entrambi gli Shepard. Sia quello "umano" della SR-1 che quello "robotico" (odio questa parola) della SR-2. Ed è questa caratteristica che, nonostante tutti i dubbi che mi sono sempre venuti sulla reale natura del secondo Shepard, mi costringono a credere che, per quanto il suo corpo sia cambiato così tanto, il suo spirito, la sua essenza, sia rimasta immutata.
Di una cosa sono assolutamente convinta, e non ho bisogno di mettermi fette di prosciutto sugli occhi: anche dopo la sua morte Shepard è sempre Shepard. Non un clone, non un robot, non un'IA o una macchina dei Razziatori. E' Shepard punto e basta.
Non credo che cambierò mai idea su questo punto, né voglio cambiarla.
C'è una frase in questo capitolo che riassume perfettamente l'essenza di Shepard e trascende lo stesso comandante, quello che io considero il filo conduttore di tutta la sua esistenza, dalla nascita alla morte (entrambe le morti): "Perché, se pure l’amava con tutto se stesso, Jack era sacrificabile, così come lo era l'esistenza stessa del comandante."
L'unica cosa che conta è la missione, qualunque essa sia, e simbolo di questo è la Normandy. Quella nave rappresenta per Shepard la fine e l'inizio di tutta la sua vita, dell'intera sua esistenza. Ecco se c'è una cosa che critico al finale (anche se devo ammettere che a me il finale di ME3 piace) è la sopravvivenza della Normandy. Capisco che era complicato farla affondare col suo comandante, ma non trovo sia giusto che l'una sopravviva all'altra. La missione è finita e in una galassia in pace non c'è più posto né per l'uno né per l'altra.
Ovviamente questo ragionamento si ricollega al finale "canonico", non so come lo gestirai tu.
Concludo il mio papiro ripetendoti per l'ennesima volta quanto sia bella questa storia e quanto piacere ho nel leggerla anche se non riesco a seguirla dappresso come vorrei!
Continua così!
A presto!

P.s. Questa settimana mi sono messa sotto con il penultimo capitolo, a breve spero di riuscire a pubblicare: finalmente!
Recensione alla storia All our efforts have come to nought - 24/04/15, ore 13:02
Capitolo 4: Stai invecchiando, comandante
Eccomi finalmente, non sono ancora tornata a pieno regime ma non potevo tralasciare oltre questa storia e mi scuso se ho fatto attendere tanto la mia recensione.

Tutto accade nella mente del comandante. La fine della guerra, la sconfitta dei razziatori e la sopravvivenza dei suoi uomini ... tutta un'illusione, espressione del desiderio più grande di un uomo che non ha fatto altro che combattere per tutta la vita. Il meritato riposo della morte, una morte che può essere finalmente definitiva perché la missione è conclusa, la galassia al sicuro.
Ammetto che questo finale non è solo plausibile, potrebbe essere assolutamente azzeccato.
Eppure mi viene in mente una frase, tratta da Harry Potter, pronunciata da Silente alla fine del libro e che dice più o meno così: "Certo che tutto questo sta avvenendo solo nella tua testa, significa forse che non sia vero?"
Ed ecco il confine tra realtà e illusione, tra ciò che è e ciò che non è. Ma dov'è realmente l'uno e l'altro? Cosa rende più vero il mondo di Liara e Jack da quello di Shepard?
Mi vengono in mente miriadi di film su questo tema, da Inception a Shutter Island, e alla fine viene quasi da chiedersi se esiste davvero una differenza tra realtà e sogno e se quello che prendiamo per realtà non sia, dopotutto, un sogno (o incubo) a sua volta ...
Tutti al riparo: hai scatenato la follia che è in me!
Pausa di riflessione ... ok torniamo seri:
Lasciamo i miei deliri tipo "essere o non essere" nella mia cella imbottita e apriamo una piccola parentesi su Liara, per rispondere a una tua giusta osservazione alla mia ultima recensione: la mia opinione di Liara varia come se fosse una bandiera al vento. Non so dire se mi piace o non mi piace, se condivido le sue scelte oppure no ... capisco la sua decisione di riportare in vita Shepard, proprio per le motivazioni che hai spiegato tu, ma non posso fare a meno di condividere il pensiero di Jack, su questa fata turchina che arbitrariamente trasforma burattini in bambini convinta che la seconda condizione sia così più invidiabile della prima. Però su un punto Liara ha ragione e dimostra di conoscere infinitamente meglio il comandante rispetto a Jack: Shepard non poteva abbandonare la missione, non poteva morire sapendo che la galassia non era più in pace. Ed ecco spiegata l'illusione ...
A dire la verità, in maniera un po' romantica e credulona (anche se reputo che questa tua visione sia quella che più si avvicini in assoluto al reale finale di ME) preferisco foderarmi gli occhi di prosciutto e credere che la galassia sia davvero stata salvata, i Razziatori sconfitti, la Normandy sopravvissuta con tutto il suo equipaggio e il comandante vittorioso, qualunque destino abbia scelto. Se il mondo è davvero tutto un'illusione preferisco credere in quella bella e positiva piuttosto che in quella macabra. Ma so di essere un'illusa a mia volta ... o forse no?
Ok basta, mi fermo o verrò cacciata dal sito per disturbo della quiete pubblica ;)
Ancora una volta complimenti e ti assicuro che continuerò a seguirti anche nell'inferno di questa storia e sono pronta ad abbandonare qualsiasi speranza, non sono tipo da ambire a un lieto fine. Non uno canonico perlomeno.
Spero di riuscire a tornare definitivamente attiva da settimana prossima, nel frattempo ti prego di scusare i miei ritardi.
A presto!
Recensione alla storia All our efforts have come to nought - 10/04/15, ore 18:45
Capitolo 3: Quel pianto disperato
Le prime righe mi hanno colpita come uno schiaffo: i pensieri di Jack su Liara sono quelli che ho sempre provato io. Non avresti potuto tratteggiare un quadro più realistico e, per certi versi, crudele dell'asari. L'egocentrismo, la sete di potere e quell'assurda ingenuità che spesso mi è sembrata costruita ... non odio Liara ma mi ha sempre provocato quella rabbia sorda, quel fastidio persistente che tu hai fatto esprimere a Jack in maniera così eloquente. Ti dirò ( e qui mi preparo ad essere ricoperta di frutta marcia) preferisco quasi il comportamento di Kaiden e Ashley al suo; loro, perlomeno, non si sono mai nascosti dietro un amore di comodo per giustificare i propri errori.
"L'amore non giustificava nulla. L'amore faceva più male dell'odio quando infettava i cervelli sbagliati."
M'inchino davanti a questa frase che riassume tutto senza perdersi in inutili chiacchiere.
E ancora una volta non posso che osservare e ascoltare ammirata le azioni e le parole di Jack che, nella sua follia, è la sola che riesce realmente a comprendere l'essenza di chi si trova di fronte. Non c'è ipocrisia in lei, nessuna falsa pietà, non c'è modo di sfuggire al suo sguardo: Liara è esattamente quello che Jack pensa di lei. Di questo sono assolutamente certa.
E poi arriva il resto del capitolo, potente come un fiume che rompe gli argini.
La confessione di Shepard è qualcosa che ... non so come dire, ho ancora la pelle d'oca. Questo Shepard che teme il suo stesso riflesso, che vive in un corpo che non gli appartiene, che non riesce a darsi pace per un'umanità che crede di aver perduto per sempre, è più umano di chiunque altro. La sua umanità è lì davanti ai nostri occhi, nei dubbi, nella paura, nel tremito della sua voce e nelle lacrime che non riesce a versare ... e qui lo ripeto, dopo avertelo già detto nella risposta alla tua recensione: Shepard torna a essere individuo, uomo, torna ad essere John, Trinity, Alex, Sasha, dopo la sua morte. Non importa cosa Cerberus abbia fatto al suo corpo, quali impianti cibernetici sostituiscano le sue ossa e il suo cuore, il comandante che emerge dal progetto Lazarus è mille volte più umano dell'eroe mascherato che abbiamo conosciuto sulla Normandy SR1. E' da questo momento in avanti che il comandante senza volto, il soldato senza passato, torna ad essere ciò che era prima di vestire i panni del salvatore della galassia pur essendo cambiato irrimediabilmente. A mio avviso, dal quel mio punto di vista che forse è distorto ma che mi piace così com'è, non c'è prova dell'umanità di Shepard più assoluta di questa. E nelle parole di Jack, nel suo semplice quanto eloquente conforto, io mi ritrovo completamente.
Non so davvero dove andrai a parare, non ho idea di ciò che accadrà dopo ma mi fido di te e delle tue dita sulla tastiera; so che qualunque cosa scriverai non mi deluderai.
Avevo bisogno di questa storia e ti ringrazio per averla resa più bella ad ogni capitolo.
A presto!