Recensioni di Hesper

Queste sono le ultime cinque recensioni che l'utente ha lasciato nella sezione nell'ambito del programma recensioni.


Recensione alla storia Clashing bodies - 19/01/18, ore 19:05
Capitolo 1: Clashing bodies
Ciao, Shichan!
Piacere di conoscerti, io sono Hesper. Ho letto la tua fanfic, e mi sono sentita in dovere di recensire: spero che ricevere un parere possa farti piacere :)

Allora, da dove cominciare? Gradisco sempre delle nuove Gilkidu, e già vedere che hai dedicato una one-shot a loro due mi ha davvero rallegrata (soprattutto in un periodo come questo in cui non trovavo tanta roba da leggere in vari fandom e vari siti u.u).

La cosa che ho notato subito mentre leggevo (e che ho apprezzato parecchio) è che hai uno stile di scrittura davvero elegante, complimenti!
Per quanto riguarda il formato del testo io di solito non commento molto, ma secondo me potresti separare di più i vari capoversi. Il modo in cui li hai messi nella storia sono giusti, ma il testo dà un po' l'idea di un muro e può scoraggiare chi entra per leggere. Questo ovviamente è un consiglio, e spero di essermi spiegata bene!

Ti segnalo solo un errore (o meglio una svista) che ho trovato nel testo. Ad un certo punto, verso la fine, hai scritto: "Gilgamesh di scosta da lui", quando dovrebbe essere "si scosta".

Quello che ovviamente mi ha più colpito della fic, oltre a tutto il resto, è il contenuto. Le scene che hai descritto avevano un'atmosfera tranquilla, raffinata e sensuale, atmosfera che direi calza a pennello con il nuovo ambiente in cui si trova Enkidu, abituato invece alla quiete e alla semplice bellezza della foresta. Mi è piaciuta molto l'idea di basare la fic su di lui che impara le usanze degli umani. Molte cosa gliele ha insegnate la cara Shamhat, ma posso immaginare che debba ancora abituarsi a quei luoghi, ma soprattutto a quelle tradizioni così diversi da quelli che era solito vedere. Mi ha fatto sorridere il modo in cui lo hai ritratto in questo senso: ancora scettico riguardo alle usanze degli umani, ma comunque volenteroso di impararle.

Ottimo anche il modo in cui hai delineato il rapporto tra i due: intimo e dettato dalla fiducia reciproca. Lo si vede dalle loro parole e dalle loro azioni, come quella di lasciarsi vedere nudi o lasciare che l'altro tocchi delle parti deboli o comunque delicate del proprio corpo. Ovviamente, però, non mancano le provocazioni e gli scherzi, che secondo me fanno anche parte del loro modo di essere (nel loro primo incontro si sono presi a calci in mezzo alla città, in fondo). Se devo dire la verità io me li sono sempre immaginati così in un momento di quiete, quindi condivido il tuo punto di vista.
Poi, ovviamente, la situazione in cui si trovano ha un che di sensuale, cosa a cui ha contribuito secondo me anche la descrizione dell'ambiente. Insomma, loro due che si imboccano in una vasca da bagno, si lavano a vicenda e poi si baciano, cercando il contatto dell'altro... L'atmosfera è davvero intima tra i due, e si vede dal primo momento.

Prima che cominci a scrivere troppo, ti faccio ancora i complimenti per tutto. La tua fic mi è davvero piaciuta, e l'ho messa anche tra le preferite! Sperando di aver scritto qualcosa di sensato, ti saluto, e mi auguro di leggere qualche altra tua storia.
Alla prossima!
Hesper
Recensione alla storia The Golden King. - 05/09/17, ore 15:23
Capitolo 10: Epilogo - Salute e arrivederci, amico mio.
Ed eccomi qui, cara Alexis, a recensire anche l'epilogo di questa splendida fic. Ah, sembrava solo ieri quando ho cominciato a leggerla, ma in realtà sono passati due bei mesetti...!

Innanzitutto, non preoccuparti per la lunghezza ridotta del capitolo. Dato che dicevi di non aver trovato nulla su come effettivamente i Sumeri svolgessero i funerali, secondo me hai fatto la scelta corretta. Sei stata prudente, e a volte la prudenza è la soluzione migliore.

Anche in questo epilogo il clima è decisamente angsty, come da copione. Il tutto sembra statico, cupo. Mi è piaciuto il contrasto tra questo clima interiore e quello esteriore - le condizioni meteo erano buone, nonostante il nostro Re degli Eroi stesse provando una profonda tristezza e sofferenza. Di solito delle situazioni simili si accompagnano ad un cielo nuvoloso, alla pioggia... Ma qui è l'esatto contrario. E' anche bello come questo viene presentato nella storia. O forse sono veramente gli dei che si prendono gioco di Gilgamesh!

In un certo senso capisco perché Gilgamesh non voglia far entrare nessuno nelle stanze in cui Enkidu è morto. Per lui è diventato praticamente l'unico luogo in cui può incontrare, seppur metaforicamente, il suo amico scomparso, e lasciare che qualche profano abbia accesso al suo interno è pressoché inaccettabile. E' come se qualcuno volesse spiare una tua dimensione privata. Ovviamente tutti rispetteranno la sua richiesta, altrimenti credo ne vada della loro vita.

La parte in cui Gil chiede ai fabbri e agli artigiani di costruire una statua in grandezza naturale del suo amico, la prima volta che l'ho letta, l'ho trovata un po' bizzarra. Però posso comprendere la sua scelta. Credo sia sempre legata ad un bisogno di alleviare il dolore sentendo il corpo del suo amico vicino a lui. E' lo stesso principio per cui esistono le tombe, immagino.
Mi è piaciuta anche la parte in cui Gilgamesh copriva il volto di Enkidu con il velo bianco. L'ho trovata delicata, anche perché veniva paragonata ad un marito che copre il volto della moglie. Insomma, qui ritorna la questione di Gil che ama Enkidu come fosse la sua sposa. Insomma, come non lasciare dubbi! Gli dice anche che lo farà riposare in un letto destinato all'amore.

Per i ringraziamenti, figurati, anzi ti ringrazio io per aver scritto e pubblicato questa fanfic su loro due, nella speranza che aiuti a far guadagnare popolarità a questa coppia anche nel fandom di Fate! La gente che conosce l'epopea sicuramente avrà calcolato questa shipping, ma su Fate viene un po' adombrata a favore di altre possibilità (anche se ho visto che di fanart su di loro ce ne sono parecchi). Inoltre, hai trattato la loro storia, cosa che nei media principali di Fate non viene fatto - a parte su Fate/Extra CCC, ovviamente. Ma in pochi conoscono Fate/Extra CCC, quindi ancora meglio.
La storia secondo me presenta davvero bene la crescita sia di Gilgamesh, sia di Enkidu, nel loro percorso verso l’umanità. Li vediamo maturare come individui, così come vediamo la progressione del loro rapporto. Secondo me il loro fascino risiede proprio in questo, che crescono assieme, l’uno grazie all’altro, ed entrambi danno e ricevono dall’altro. E’ veramente un rapporto tra eguali, costruito anche da una persona che era così altezzosa da non concepire neanche l’idea che qualcuno potesse essergli eguale. Davvero, una bella crescita che viene anche qui presentata bene.

Non credo di aver altro da aggiungere, o almeno spero di non aver dimenticato nulla! In ogni caso, ti saluto, e spero di risentirti presto (anche se non stai scrivendo, non mi dispiace)!

Hesper
Recensione alla storia The Golden King. - 29/08/17, ore 18:56
Capitolo 9: Memento mori - La notte che sostituisce l'alba.
Eccomi qui anche questo martedì, cara Alexis!
E ancora, non preoccuparti per le risposte alle recensioni, io posso aspettare.

Ma passiamo subito al dunque, senza troppi indugi!
Ah, è finalmente giunta l'ora di questa straziante scena. La morte del caro Enkidu, a cui hai dedicato il capitolo in tutta la sua interezza.
Ancora una volta, voglio farti un appunto sul titolo, che mi è piaciuto molto. Molto poetico. In realtà tutti i titoli che hai dato ai tuoi capitoli mi sono piaciuti, ma questo è stato il mio preferito fino ad ora. A meno che tu non ne sforni uno migliore, questo è al primo posto!
Ma torniamo al capitolo vero e proprio. Tutto comincia con l'ennesimo sogno premonitore di Enkidu, anche questo direi di semplice interpretazione. A questo proposito, la citazione mi ha ricordato che, quando nell'epopea a Gilgamesh viene raccontato, lui non riesce per nulla a capire cosa questo possa significare. E il che è strano, visto che agli occhi di tutti appare così chiaro e cristallino... Dettagli a parte, una cosa è certa: la fine delle loro avventure è vicina, e molto anche.

La malattia peggiora di giorno in giorno, rendendo Enkidu pallido, stanco e soffocato dalla tosse. Non solo: a quanto pare è anche tormentato da incubi continui. Deve essere stato veramente terribile per entrambi: per l'uno, essere conciato in questa maniera da un giorno all'altro; per l'altro, vedere la persona a lui più cara declinare e avvicinarsi sempre più alla temuta morte - quando fino a poco prima era forte tanto quanto lui e lo accompagnava sempre in tutte le sue imprese. E' un cambio repentino, orribile, ma soprattutto ingiusto, imprevedibile e inevitabile. Per questo, con molta probabilità, fa ancora più male. Vedere Enkidu in preda agli incubi che cerca invano l'aiuto dell'amico e Gilgamesh preso dalla disperazione e dalla paura di perdere tutto ciò che ha di più caro, a tal punto che è disposto a rinunciare a tutte le sue ricchezze pur di riavere il suo tesoro più prezioso è triste anche per noi che leggiamo.

Arriviamo dunque all'ottavo giorno, in cui la preoccupazione e l'ansia di Gilgamesh sono visibili, tangibili anche nel suo stesso corpo. Quel corpo che spesso è descritto come perfetto e possente è ora sciatto, poco curato e vessato dai sentimenti provati negli ultimi giorni trascorsi. E' un'immagine molto vivida, che aiuta a comprendere in che stato si trovi il Re degli Eroi in questa drammatica situazione. Senza dimenticare, ovviamente, la sfuriata che fa al povero sacerdote, l'unico che stava cercando di riportarlo alla lucidità. Quell'uomo ha avuto delle buone intenzioni, ma purtroppo è venuto al momento sbagliato. Prima o poi ascolterà il suo consiglio.
Le parti, poi, in cui Gilgamesh parla all'amico nonostante questo sia pressoché incosciente e ancora preda degli incubi è decisamente umana. E' un po' come quando parli ad una persona addormentata, malata, o morta nel peggiore dei casi. Il suo corpo è lì, e questo ti basta per sperare - o immaginare - che la persona ti stia ascoltando comunque benché priva di coscienza. Nel suo caso, però, la sua azione ha una certa utilità, in quanto Enkidu percepisce qualcosa di quello che gli viene detto.

E ovviamente non bastavano queste drammatiche azioni: no, gli incubi arrivano anche a Gilgamesh, così come i sensi di colpa. E' un po' triste vedere come entrambi si prendano delle colpe sulle spalle. Prima abbiamo Enkidu, che sussurra un "mi dispiace" senza motivo alcuno. E poi, abbiamo Gilgamesh, che a quanto pare si sente responsabile dello stato del compagno. In verità nessuno dei due ha colpe: hanno solo fatto quello che volevano, hanno vissuto secondo i loro desideri. E' solo che quello che volevano, qualche volta, è andato contro il volere degli dei. Possiamo quindi dire che sono stati sfortunati, anche se nel complesso sono stati felici. Almeno hanno quelle memorie su cui appigliarsi in futuro, se non altro.
Le parole di Gilgamesh sono confuse, ma non per questo insincere. Anzi, forse è proprio per il loro disordine che sembrano più sincere che mai. E poi, dopo l'ennesima conferma di quello che fino ad ora abbiamo visto e sentito, ecco che Enkidu mostra finalmente segni di vita. Le sue ultime parole sono di conforto, oltre che esprimere nuovamente il sentimento di amore e profondo affetto che prova per quella persona che, anche dopo che tutto sembrava perduto, gli ha sempre tenuto la mano, giorno e notte, e si è trascurata pur di mantenere la promessa che, sempre e comunque, sarebbe rimasto al suo fianco.
Ma tutte queste cose non cambiano il naturale corso degli eventi, in quanto Enkidu, dopo undici giorni di agonia, muore, e spero senza troppi rimpianti e simili.

Se ti preoccupavi di farci arrivare tutte le emozioni che hai incanalato in questo capitolo- non temere, è arrivato tutto quanto. Strazio, speranze vane, emozioni sincere, disperazione, anche un po' di follia... Io ho percepito tutto quanto. Questo epilogo così triste della loro storia mostra ancora una volta come, insieme, abbiano fatto un percorso verso l'acquisizione e il riconoscimento del loro lato umano, troppo umano. Anche se la situazione è disperata, abbiamo avuto modo di apprezzare questa loro bellissima crescita, maturazione, non solo come individui a sé stanti, ma anche come coppia. Ed è qualcosa che veramente amo di loro due. Poi i loro gesti e le loro parole, come sempre, sono affascinanti a non finire.

Come sempre sei stata davvero brava: non ti smentisci mai, eh? Ma è proprio per questo che ti sto seguendo. E ora che Enkidu è morto, vediamo cosa ci riserva questa fantastica fanfiction (dato che vedo che è ancora in corso).

Ti saluto, e come sempre ci sentiamo presto!

Hesper
Recensione alla storia The Golden King. - 22/08/17, ore 17:40
Capitolo 8: Sentenza finale.
Eccomi qui anche oggi, Alexis!

Allora, anche stavolta apro con l'angolo correzioni (capirai, ce n'è solo una stavolta). Ad un certo punto hai scritto: "è lì ti ho innalzato", dove invece la "e" andrebbe senza accento.

Parlando del contenuto.
Ora che la parte angst è stata ufficialmente sbloccata, è un dovere cominciare col suddetto genere, no? E infatti le cose stanno così. Il sogno di Enkidu, al contrario di quelli che Gilgamesh ha fatto nel corso della storia, ha un significato ben più chiaro, di semplicissima interpretazione. Basti sentire cosa si dicono gli dei per capire cosa succederà di lì a poco. Manca solo il come, ma non si può sapere tutto subito. Capisco, dunque, lo stato d'animo dei due. Ormai le loro preoccupazioni non sono più dettate da supposizioni, ma dalla realtà dura e cruda - i sogni sono inviati dagli dei, perciò sono praticamente destinati ad accadere veramente. Shamash è sempre dalla parte dei nostri, ma a quanto pare da solo non può fare più di tanto: come viene appunto detto, divinità come An ed Enlil sono già ben schierati contro. E se lui, che è un dio, non sembra aver riscosso successo, figuriamoci i due quanto possano fare per impedire tutto ciò. Immagino che la tentazione di trovare una soluzione sia troppo grande, ma penso non ci sia nulla da fare.

E se nel sesto capitolo avevamo avuto un assaggio del lato più negativo di Enkidu, qui invece lo vediamo in tutto il suo... splendore. E' talmente sconvolto, arrabbiato, frustrato, triste per la sorte che di lì a poco gli toccherà che, preso dalla follia, vaneggia inutilmente davanti alla porta e poi va a lanciare maledizioni contro il cacciatore e Shamkat, le persone che gli hanno insegnato a vivere come un umano, come una creatura saggia e dotata di pensiero, e che di fatto lo hanno condotto da Gilgamesh e dunque alla vita che ha trascorso sino ad ora. Le sue parole, in entrambi gli episodi, sono tanto forti quanto folli: ai due, in particolare, augura delle sorti davvero orribili, soprattutto alla povera Shamkat, che ha fatto così tanto per lui. Neanche Gil è riuscito a fermare la sua furia e la sua profonda tristezza-- forse perché, in un certo senso, si sente esattamente come lui. E ne abbiamo la prova: quando Enkidu gli ha raccontato il suo sogno, la prima cosa che ha fatto è stata farsi prendere dalla tristezza, versando lacrime amare. Qui, poi, di fatto compie le stesse azioni dell'amico: urla, si agita, nella speranza di infondere un po' di razionalità nell'altro, razionalità che al momento non appartiene neanche a lui. Forse è proprio per questo che non mi ha sorpreso la sua incapacità di ridargli la lucidità. Ovviamente non li biasimo per questo, per i motivi che ho specificato prima.

Infine abbiamo la parte in cui i due compagni vanno assieme nel luogo in cui vi è la porta, e Enkidu la consacra all'amico. La cerimonia è decisamente più elaborata, ma a me è suonato tanto come un regalo al re. In effetti sarebbe stato un peccato distruggerla, meglio che sia stata impiegata in questo modo.

Il capitolo è stato pieno di follia, di vaneggiamenti, di lacrime, di pathos soprattutto, perciò non possiamo far altro che continuare su questo binario. E proprio per questo si differenzia dall'angst dello scorso capitolo, che era invece più sul malinconico. Ehi, ma sempre angst è, solo che ci stai facendo vedere diverse sfaccettature del genere.

Hai fatto bene a mettere quelle note alla fine: io ad esempio mi ricordavo che la porta veniva distrutta da Enkidu, e non consacrata, ma come hai detto tu è un'opera lacunosa e va da sé che ci siano diverse interpretazioni di quel poco che abbiamo. Poi l'altra questione me l'avevi già spiegata, quindi nessun problema. Aha, grazie per i fazzoletti XD Non voglio dirti di essere clemente, e anzi ti dirò il contrario: parti in quarta con tutto l'angst contenuto nell'epopea e portalo anche qui! Il fatto che il finale non sarà felice me lo sono già messo in tasca da un po', così come Gilgamesh (ed Enkidu) ridotti sino alle lacrime, per cui vale la pena farlo.

Detto ciò, direi di terminare qui.

A presto!

Hesper
Recensione alla storia The Golden King. - 14/08/17, ore 20:48
Capitolo 7: E prima che tutto sparisca, giurami amore un'ultima volta.
Ciao, Alexis!
Se non te l'ho detto prima, grazie di avermi avvertita dell'aggiornamento - che è sorprendentemente arrivato prima del previsto.

Ma passiamo al dunque.

Anche stavolta ti devo segnalare un paio di sviste. Ad un certo punto hai scritto: "il mondo in cui aveva anche lui espresso". Forse intendevi "il modo"?
Poco dopo, poi, hai scritto "fuoriposto" tutto attaccato.
Infine, hai scritto: "Fu Enkidu a prende l'iniziativa", quando sarebbe invece "prendere". Anche stavolta ho finito presto, come puoi notare anche tu!

Ora andiamo alla sezione più bella da scrivere per me (e immagino e spero da leggere anche per te).

Ripartiamo dal punto in cui c'eravamo lasciati l'altra volta: Gil è finalmente riuscito a raggiungere Enkidu, pronto ad aiutarlo qualsiasi cosa abbia. Il tentativo di quest'ultimo di nascondere le sue preoccupazioni all'amico si è rivelato immediatamente fallimentare. Come ci si aspettava: come lui riesce a comprendere gli stati d'animo del re di Uruk con un solo sguardo, così anche quest'ultimo può fare la medesima cosa con lui. Ma non credo pensasse di cavarsela facilmente in ogni caso, secondo me un po' se l'aspettava di dover dire tutto.
E così fa. Tra l'altro mentre leggevo la parte in cui Gilgamesh metteva allo stesso livello il suo volto e quello di Enkidu mi sono accorta (anche grazie alle parole di Gil) di quanto perfettamente rappresenta l'opinione che lui ha del compagno. Lo ritiene un suo pari, non un suo suddito, sottoposto, e ciò traspare anche dal fatto che non esita ad inginocchiarsi davanti a lui. Perché con Enkidu lui non è un re, ma un individuo diciamo così "normale". Non ha bisogno di assumere alcun ruolo. E' stato bello da leggere.

Tornando a ciò che dicevo prima. E' affascinante e triste allo stesso tempo sentir Enkidu esternare tutte queste emozioni. Affascinante perché, per avere le origini che ha, ciò che prova è estremamente umano e toccante. Triste perché è evidente che è turbato da tante cose, cose terribili che si è tenuto dentro fino ad adesso; ma per fortuna ha avuto l'occasione di liberarsi di questo fardello. Fa sempre bene confessare le proprie paure, soprattutto se le confidi a qualcuno che ti è così caro (che è il più indicato per darti una mano).

E quel qualcuno che gli è così caro, che lui ama così tanto riesce a suo modo a confortarlo. Certo, non possono cambiare le carte che il destino ha scelto per loro, ma Gilgamesh è riuscito a dare al suo amico un'oasi su cui rifocillarsi, insomma l'ha consolato, gli ha fatto dimenticare, seppur per un attimo, la tristezza e il timore che lo affliggevano per tutta la durata della festa (e non solo). Anche questo è stato bello da leggere, perché il re degli eroi ha un comportamento che diverge da quello che siamo abituati a vedere, una divergenza che ha però un suo perché. Enkidu è per lui una persona speciale: un fratello, un amico, un amante. E' l'unico con cui vuole e permette a se stesso di provare emozioni, anche perché è anche l'unica persona al mondo capace di capirlo davvero. Secondo me potrebbe essere anche preso come il frutto dell'influenza positiva che Enkidu ha avuto su di lui. Queste sue parole veramente fanno riflettere su quanto Gilgamesh sia stato colpito e cambiato anche grazie a lui.

I due arrivano dunque ad esprimere a parole ciò che fino a quel momento si erano detti a fatti, spinti da quest'occasione speciale. Certamente erano già consapevoli l'uno dei sentimenti dell'altro, ma dato che Enkidu temeva che quello potesse essere uno degli ultimi momenti che avrebbero trascorso assieme, forse è meglio che si siano detti tutto quanto.

La scena successiva direi che è la prova di tutto quello che si sono detti fino a questo momento. La prova di un legame spirituale, genuino, puro, scaturito da due persone che di fatto hanno come famiglia soltanto l'altro. E' un momento che non potrei descrivere se non con le parole utilizzate da entrambi: lungo, intenso e dolce. Rispetto alla scena extra questa ha più momenti di natura sentimentale, in quanto si concentra di più sulle parti più dolci di tutto l'atto - mentre invece la parte più sessuale passa in secondo piano. Tutto ciò calza a pennello: l'intenzione dei due amici - no, a questo punto posso definirli tranquillamente amanti - è quella di trascorrere quel momento come se fosse l'ultimo, l'uno convinto che le cose stiano proprio così, l'altro ascoltando anche ingenuamente la richiesta del compagno. E lo fanno regalandosi baci e sussurrandosi frasi importanti come appunto "ti amo". Anche qui, possiamo apprezzare l'umanità di tutti questi gesti, e sarò ripetitiva, ma è molto bello da vedere.

Tutto il capitolo è estremamente dolceamaro e angsty, generi che amo e che ho amato anche qui. Ti dico, il picco dell'angst per me è stato il punto in cui al "ti amo" pronunciato da Gilgamesh Enkidu risponde: "perché me lo dici adesso, che fa ancora più male?". Secondo me riassume un po' quello che stava provando in quel momento. Per non parlare poi del cliffhanger con cui ci lasci alla fine. Eh già, sognare gli dei a consulto purtroppo non è mai un buon segno. E ciò accentua ancora di più la natura angst del capitolo. Le parti che mi sono piaciute di più... beh, quelle sono tutte. E forse si era anche capito dalle mie parole. Tu poi che dici che l'angst sarà come una spirale verso il basso mi rende ancora più curiosa e interessata, perché se questa è la parte esterna della spirale non posso immaginare il resto! Fantastico. Avevi ragione: ho proprio trovato pane per i miei denti: disigiavo un po' di angst e tu hai placato la mia sete per il suddetto genere.

E direi che almeno novecento parole te le ho smulate anche oggi. Ottimo lavoro come al solito, ovviamente! ^o^
A presto!

Hesper
(Recensione modificata il 15/08/2017 - 07:42 am)