Recensioni di chaplin

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Recensione alla storia Did you ever need 'em bad - 13/09/11, ore 15:53
Capitolo 1: Did you ever need 'em bad
Prima di gettarmi tra le braccia accoglienti (?) del libro di tedesco che mi aspetta nella mia cartella, vorrei lasciare un'altra recensione - ci sto prendendo gusto - e quindi vorrei lasciarla a questa storia. Perche' questa fiction l'ho amata fin dall'inizio, dalla prima all'ultima riga, e penso meriti anche solo uno dei miei miseri sproloqui. Sperando di non farti addormentare, ovviamente. Inizio dalla citazione, che mi fa sempre venire un nodo allo stomaco; trovo che il rapporto fra Jimmy e Jeff fosse un peso in bilico sull'universo dell'importanza materiale, tra il sentimento e il successo, i soldi, quelle cose che ognuno di loro ha ottenuto, solo in maniera molto dispari.
Passando alla storia, direi che delinea i suoi protagonisti perfettamente, la narrazione ben allineata alla trama - comprende i sentimenti dei personaggi e li riproduce cosi' come sono sulla superficie bianca sulla quale restano i segni delle scritte, scritte a cui fai prendere una vita perche' riesci a creare, a dipingere, a trasmettere qualcosa. In questa storia tu narri dei fatti, cose solide che raffigurano pensieri ed emozioni astratti ma concreti. Jimmy in questa storia pensa, pensa e ricorda e rimugina sui suoi sbagli e sugli sbagli che secondo lui Jeff ha fatto, distorcendo (apposta?) la forma delle cose che appaiono davanti ai suoi occhi. Ai suoi occhi la rabbia diventa abbandono; ha paura, in poche parole, e ci sarebbe da aspettarselo, le persone hanno sempre paura quando le cose appaiono in una forma totalmente distorta dinnanzi ai loro occhi senza che loro se ne accorgano. E arriva la delusione a seguire il fraintendimento, la delusione che subito dopo si tramuta in tristezza (una tristezza che dona alla storia un piccolo tocco di malinconia che strugge, e tanto). In sintesi, ho visto questa fiction anche come un'analisi della psicologia di un individuo, e Jimmy mi sembra comunque un esempio perfetto, poiche' la sua personalita' e' una tela che raffigura tutti i contrasti cromatici ottenibili, un po' come ci fanno capire le parole che i suoi conoscenti rivolgono su di lui. La sua personalita' e' una sorta di antagonista nel protagonista. E' imperfetta, ecco perche' e' perfetta.
E poi c'e' Chris. Dicono sia una persona davvero dolce e simpatica, ed e' quello che mi aspetto da una persona costretta a sostenersi in mezzo ai due lati d'una medaglia. E qua raffigura un po' la presenza marginale di cui Jimmy ha bisogno, la ragione capace di mettere ordine nel caos provocato dalle tempeste circostanti. E poi l'ultima riga - che all'inizio pensavo fosse fuori posto per via del verbo, ma sono io che non ho occhio - mi fa venire i brividi. Forse sono io, forse e' il fatto che e' andata davvero cosi'.
Lo so, non ho detto nulla in centomila parole, ma in qualche modo ho dovuto provare a commentare questa storia meravigliosa che giace tra le mie preferite da un po' di tempo. E' che l'ho amata. E' che da' tanto. Penso quindi che meriti di ricevere qualcosa.
Quindi niente, grazie per aver scritto e pubblicato questa storia, Zal ti saluta, la bozza di una nuova pin-up ti saluta, io ti saluto, NON BADARE A QUEL BIGOTTO DEL TUO PROFESSORE DI RELIGIONE E A QUEI COGLIONI DEI TUOI COMPAGNI E A FRANSCESE (la Martin e' francese, ugh), PIUTTOSTO PENSA A PETER HALSTEN THORKELSON PERCHE' SEI BEDDA. A presto. <3
Recensione alla storia Left, left to find. - 18/07/11, ore 18:16
Capitolo 1: //
Vorrei cominciare dal fatto che il titolo mi ha strappato un sorriso. Sai che Only the Black Rose e' la mia preferita di Little Games assieme a Tinker Tailor Soldier Sailor e Little Soldier Boy? Poi niente, ho abbassato lo sguardo e ho visto quella scrittina subito sopra il titolone in grassetto corsivo e... a tratti mi scappava una lacrimuccia. Ma vorrei dire tutto alla fine. Fin dall'inizio, riconoscendo quel verso di Only the Black Rose, mi son detta "Sara' una fiction sugli Yardbirds? Dai dai dai che e' una fiction sugli Yardbirds!" ... and so it was.
La storia l'ho trovata davvero... bellissima, nonostante non sia quel che vorrei dire. Ma non riesco a trovare un altro aggettivo che non sia aggraziata, appunto, perche' credo sia la definizione migliore per questa shot: aggraziata. Ma questo piu' in avanti. La trama mi ha incantata fin dall'inizio, fin da quella bellissima scena iniziale in cui Keith dimostra una dolcezza che fa proprio parte di quel lato puro e spirituale dell'amore, e' la persona che piu' si rispecchia in uno sfondo del genere e questo si vede anche da come parla, dai suoi atteggiamenti. E' una luce che scalda e fa da punto di riferimento, come i fari delle scogliere. In questa storia, Keith e' quella luce pronta ad accogliere Jeff tra le sue braccia ogni volta che Jeff ne avra' bisogno. E Jeff in Keith trova conforto, si sente libero di mostrarsi in lacrime davanti a lui perche' sa che a lui puo' dire tutto. (Questo mi consola: Jeff lo vedo come una persona che ha bisogno di conforto, appunto, perche' ha cercato di crearsi un proprio sentiero per andare avanti, e questo in solitudine. Certo, era circondato da molte persone come Clapton ma... Beck non era come Clapton. A livello di persona sono completamente diversi. Trovo molto simpatica la metafora che hanno fatto sul Rolling Stone di aprile 2010, che si riferiva ai loro stili ma, per me, anche a loro stessi: Clapton era solito andare fino al traguardo e arrivare primo ad ogni costo, Beck accelerava a tal punto che andava a sbattere da qualche parte. E quindi si', sono felice che ci sia almeno Keith al suo fianco a capirlo e ad ascoltarlo.)
L'altro lato di questo sentimento che qui hai analizzato e' rappresentato perfettamente da Jimmy, invece, e la metafora con la rosa nera e' perfetta. Qualcosa di bello e letale; ogni rosa ha le proprie spine, si dice. Si', Jimmy era una rosa e Jeff non poteva fare a meno di essere attirato dal suo profumo... E Jimmy lo trovo perfetto, trovo perfetta la maniera in cui l'hai caratterizzato, come l'hai mosso lungo questo racconto... La malizia nel suo sorriso e nelle sue battutine, il fatto che sappia che tanto Beck non resistera' a lungo. Con questo hai pure rappresentato proprio loro stessi, come i crediti del Beck's Bolero vadano a Jimmy nonostante varie volte Jeff abbia dimostrato il contrario - e Jimmy viceversa. Inoltre: "La loro storia poteva essere paragonata solamente ad una spirale: si acchiappavano e si mollavano con sorprendente rapidità, e vagavano in giro in attesa di arrivare all’epicentro, alla parola fine di quel disastroso rapporto fatto di jam session e di baci rubati tra una registrazione e l’altra. Era una relazione destinata a naufragare, questo lo sapeva, ma non riusciva ad opporsi a tutto quel meccanismo che ormai lo aveva totalmente risucchiato." Con questa frase hai detto tutto.
La cosa... bella e' che le debolezze di Jeff si manifestano apertamente in entrambi i casi. Il meccanismo rimane sempre lo stesso, la canzone non cambia, ma only the black rose stands up to the sky, e Jeff torna inesorabilmente dal lato che potrebbe degradarlo. Non si tratta ne' di codardaggine ne' di debolezza, e' un atteggiamento normale, anzi, umano. E un'altra cosa molto bella e' che Jimmy ad un certo punto chiama Jeff per cognome, mentre Keith lo chiama genuinamente col suo nome completo, una cosa davvero tenera che mostra come lui sia contento cosi', come lui sia contento solo di averlo accanto e di potergli essere d'aiuto, in qualche modo. Poi quando Jeff parla di He's always there mi sono letteralmente sciolta, ma soprattutto al finale.
In poche parole, ho amato questa storia; l'ho letta e l'ho vissuta, hai trasmesso benissimo i sentimenti di Jeff e il suo dolore e la sua sofferenza per il non saper mostrarsi forte di fronte a qualcosa che lo travolge e lo prende. E per la dedica e tutto il resto: semplicemente grazie. Grazie, grazie di cuore. Grazie per averla scritta e grazie per avermela dedicata. <3 E davvero, non devi preoccuparti, sono io che dovrei scusarmi... E sappi che mi sento onorata per aver fatto avvicinare qualcuno alla musica di un gruppo che in qualche modo ha contribuito a tracciare la strada per tutto un nuovo universo musicale, a partire dalle due chitarre soliste fino ad arrivare a quell'innovativa batteria di cui tutti ignorano l'esistenza. Non preoccuparti per i personaggi e tutto, poi: come avrai ormai capito, li hai resi perfettamente, e ho davvero apprezzato questo tuo "ingresso" in questo fandom ancora inesplorato. Quindi si', complimenti, scusa per questa recensione di merda/delirante e semplicemente grazie. ♥