Recensioni di blackjessamine

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Recensione alla storia You & Me: Fucking Soulmates - 03/12/20, ore 21:28
Capitolo 1: You & Me: Fucking Soulmates
Ciao!

Ok, io non credo di essere molto lucida, sappilo e perdonami in anticipo. Ma mi pareva di ricordare che sul tuo profilo ci fosse qualche storia su Knives Out, e così, più o meno la mattina dopo aver visto il film (che mi è piaciuto tantissimo, tra l’altro, quindi grazie di avermi ricordato della sua esistenza e del mio proposito di guardarlo) sono corsa (sì, tipo una piccola stalker, esattamente così) sul tuo profilo, perché avevo bisogno di non lasicare andare i personaggi. E, ecco, “Abbiamo sempre vissuto nel castello” è uno dei miei libri preferiti, ma io vivo nelle grotte e nemmeno sapevo che avessero fatto un film (ho già aggiunto alla lista delle cose da recuperare pure quello, comunque). Però ho letto la trama su wikipedia, e mi sembra che il film sia molto aderente al libro, per cui dovrei essere stata capace di seguire la storia e di riconoscere Charles senza troppi problemi.

E, ecco, arrivo finalmente alla storia: io non so come hai fatto, ma questa era esattamente la fanfiction di cui non sapevo di avere bisogno. Ed è il crossover di cui non sapevo di avere bisogno. Cioè, davvero, non mi sarebbe mai passato per la testa che potesse esistere un crossover del genere, ma ora che ho letto questa storia non riesco a pensare ad altro. 

Insomma, ho amato tutto, tutto tutto di questa storia.
In primo luogo, il modo in cui hai saputo entrare nella testa di Ransom: lo hai caratterizzato davvero in maniera perfetta. E la cosa bella è che non solo tutte le sue azioni e le sue parole sono perfette per questa carogna che resta carogna fin nel midollo (ecco, anche questo l’ho apprezzato molto: spesso nelle fanfiction - e io sono la prima a cadere in questo tranello - si tende a umanizzare troppo i personaggi come Ransom, trovando a tutti i costi delle giustificazioni al loro essere stronzi galattici, o per lo meno dando loro un cuore nascosto, e rischiando così di travisare tutto. ecco, no, tu non lo hai fatto, ma hai rispettato in maniera sublime il personaggio, e niente, vorrei quasi ringraziarti per questo, perché è davvero un gesto bellissimo). Dicevo, la cosa bella è che Ransom è irriediabilmente Ransom anche nei suoi pensieri, nella narrazione che è tutta modellata sul suo punto di vista e sul suo modo di vedere il mondo. Insomma, ho amato tantissimo il tono tagliente del tuo stile, le immagini che usi per descrivere il mondo visto dal punto di vista di Ransom, la sua assoluta sfacciataggine, la totale mancanza di qualsiasi rimorso, il modo così sprezzante e arrogante con cui si serve degli altri (cioè, quando ha detto a Charles di chiamarsi Huges, proprio come se lui fosse un elemento della servitù avrei voluto mettermi a urlare o a fare le fusa). Tutto emerge in maniera così vivida che, davvero, sono rimasta incantata.
Le interazioni tra i due sono meravigliose: è un rapporto sporco, un rapporto cattivo, non c’è mai tenerezza (ma c’è tanto desiderio, ed è un desiderio descritto in maniera sublime: non leggo spessissimo cose a rating rosso, soprattutto non in italiano, ma tu sei straordinaria. Hai sempre uno stile molto pulito, ma non hai paura di usarlo anche per descrivere un sesso sporco, spontaneo, che non teme di scendere nei dettagli ma riesce comunque a restare godibilissimo dal punto di vista narrativo). Cioè, seriamente, non credevo di aver bisogno di amare questa ship, ma dopo questa storia non riesco più a pensare a uno senza immaginare anche l’altro, perché nel loro modo storto e contorto sono veramente due anime gemelle. 

Ho amato tantissimo anche come hai ricostruito il loro essersi trovati e i motivi che li hanno portati a passare la notte assieme (a parte il sesso, dico): è bellissimo come Ransom ricordi poco a poco, ed è bellissimo come tu faccia pian piano emergere la vera natura di Charles.

Ci sono poi dei dettagli che impreziosiscono il testo che ho amato assolutamente (cioè, io quel maglione bianco me lo sogno ancora di notte, metterlo addosso a Charles mi ha tolto per un attimo ogni facoltà mentale, io te lo dico).

Insomma, questa storia è bellissima, grazie davvero di averla scritta e condivisa qui.


Uh, e quasi dimenticavo: la grafica è qualcosa di meraviglioso, me n'ero innamorata già quando l'avevi proposta nel gruppo e io ancora non conoscevo minimamente i personaggi. Ora che li conosco, non posso che apprezzarla ancora di più!
Recensione alla storia The Sweet Song From the Devil - 05/10/20, ore 21:43
Capitolo 2: Sandy
Ciao!
Sempre con i miei tempi da lumachina, torno in questi lidi. Sono davvero contenta che tu abbia dedicato un capitolo anche a Sandy: prima o poi ho intenzione di recuperare anche il libro, ma per ora mi baso solo sul film, e devo dire che lei è uno di quei personaggi che mi ha lasciato con la voglia di saperne di più. Si intuisce che il personaggio ha una caratterizzazione molto solida e delle fondamenta sfaccettate, ma nel film tutto ciò emerge un po' poco (comprensibilmente, perché altrimenti ne sarebbe uscita una cosa lunghissima XD).
Insomma, mi ha fatto davvero tanto piacere entrare nella sua testa, qui.
Credo tu ne abbia reso un ritratto estremamente vivido e veritiero: lo stile diretto, deciso, forte come un pugno allo stomaco e che non fa mai sconti è perfetto per lei, dà proprio la misura del personaggio. Al tempo stesso, in mezzo a questo cinismo e a questa disillusione, emerge anche un ritratto estremamente umano di una persona che, in fondo, non ha mai avuto opportunità o scelta. E c'è un'amarezza, un anelare a qualcosa di diverso che in realtà non è mai una possibilità concreta che davvero mi spezza il cuore.
La posizione di Sandy è complessissima, perché per anni è stata complice di qualcosa di terribile, e in un certo senso non ci sono scusanti per ciò che ha contribuito a fare, ma pensare di giudicare in maniera assoluta un personaggio del genere sarebbe decisamente riduttivo, e rischierebbe di andare a sminuire tutta la tragedia della sua vita.
Quel che più mi ha straziata, però, è stato quell'istante di speranza, quel brillare di un cambiamento che improvvisamente sembra possibile - a cui forse Sandy crede - perché per un istante, uno solo, ci avevo sperato anche io. Per un istante avevo sperato davvero che lei abbassasse la pistola e che Arvin non sparasse, perché forse avrebbero avuto l'opportunità di inseguire una vita diversa. Ma non sarebbe stato questo film, probabilmente. E insomma, vedere con tanta chiarezza la sua speranza e la sua vana illusione, sapendo perfettamente come tutto non avrebbe fatto altro che infrangersi, è stato del tutto straziante.
È davvero bellissimo vedere come tu sia riuscita a dare concretezza a questo personaggio.
Ancora tanti complimenti!
Recensione alla storia The Sweet Song From the Devil - 24/09/20, ore 17:52
Capitolo 1: Arvin
Ciao!
Finalmente, finalmente posso finire sul tuo profilo e riuscire a leggere qualcosa conoscendo il fandom (e quindi sentendomi in grado di lasciarti qualche parola di commento): prima o poi m metterò in pari anche con l'universo Marvel, ma intanto ho recuperato questo film, e la prima cosa che ho fatto dopo aver finito di vederlo è stata precipitarmi qui.
E, ecco, evviva. Sono contentissima di aver visto il film perché mi è molto piaciuto (e ho aggiunto alla mia ormai infinita TBR anche il libro), e sono contentissima di averlo visto perché questa raccolta merita assolutamente di essere letta.
Mi è piaciuto davvero tanto il tuo stile, e il modo diretto ed essenziale con cui sei riuscita a ritrarre un personaggio complesso come Arvin, e assieme a lui tutti i legami spezzati che si porta dietro. Arvin è probabilmente il personaggio che più mi sta a cuore di tutto il film, perché la sua vita è stata così tanto un accanirsi del destino e del dolore su di lui che, davvero, avrei potuto avere la forza di entrare nel film e abbracciarlo.
Perché, davvero, non ha mai avuto alternative: sembra davvero che ogni giorno della sua vita sia stato scritto da qualcuno affinché arrivasse a fare tutto ciò che ha fatto, e mi ha proprio fatto una tenerezza infinita.
Il rapporto con suo padre, poi, mi ha proprio straziato il cuore, e il modo in cui il tuo Arvin ne parla qui me lo ha straziato ancora di più. Perché quasi non c'è più risentimento, ma c'è solo rassegnazione. E il momento in cui capisce di non essere stato amato abbastanza perché suo padre lo considerasse un bambino da proteggere mi ha assolutamente commossa. È un concetto dolorosissimo, ed è espresso in una maniera così semplice e diretta che mi hai lasciato per un po' senza fiato.
Ho amato moltissimo anche i dialoghi, che davvero sono riusciti a rendere alla perfezione il modo di fare e di parlare dei personaggi: con poche pennellate hai costruito un affresco estremamente vivido, e davvero, non è affatto un'impresa facile.
Insomma, vorrei davvero avere il tempo di lasciarti una recensione più corposa e significativa, ma in questi giorni questo è il massimo che riesco a fare.
Spero davvero di arrivare presto al prossimo capitolo!