Ciao!
Molto d’impatto questo inizio, i miei complimenti.
Inizialmente, mi domandavo se avessi a che fare con un protagonista arrogante. Me lo ero già immaginato bambino dalle prime righe, poi, scoprire l’età in fondo, mi ha in qualche modo frastornato. Non saprei spiegarmi meglio. Comunque, il senso è quello buono. Mi piace lo stratagemma di una promessa non mantenuta. Mi piace il paragone col padre, la storia dell’ometto che non deve piangere. La morte dei genitori è poco accennata ma è come se trascendesse la realtà. voglio dire, penso che un bambino, incapace di metabolizzare la cosa, la descriverebbe proprio così … Cacchio, ma mi sto leggendo?! Spero che … non risulti assurdo quanto detto sopra. Comunque, la mia impressione è più che positiva. Complimenti comunque per la frase:
La signora Lena dice che quei bambini sono come lui. Anche loro sono rimasti senza una mamma e senza un papà. [...] Tutti quei bambocci […] non sono affatto come lui. Non avere più i genitori non significa essere uguali gli uni agli altri. Significa solo essere costretti a vivere assieme, volenti o nolenti. Significa solo non avere altra scelta se non quella di finire ancora più soli in mezzo ad una strada. No, loro non sono e non saranno mai uguali a lui.
Perché la ripetiamo spesso ai bambini, accomunandoli a più non posso, massificandoli e minimizzando le loro emozioni … beh, sbagliamo alla grandissima.
Mi appresto a leggere il seguito, per scoprire in che modo è destinata a cambiare la vita del protagonista.
Sono curioso.
Conte
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