Recensioni per
L'incertezza del domani
di Ruta

Questa storia ha ottenuto 12 recensioni.
Positive : 12
Neutre o critiche: 0


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Nuovo recensore
06/07/15, ore 18:42
Cap. 1:

Ciao,
questa storia è stupenda. Non sono una persona che si commuove molto facilmente, ma mi hai fatto venire i lucciconi e il groppo in gola xD Trovo che sia un fic veramente originale, in contrasto con l'happy ending di cui tutti parlano, ma hanno anche ragione, considerati tutti i sacrifici che i personaggi hanno dovuto compiere nella serie. Vedere due donne distrutte, senza più speranza, che vivono amando il passato mi ha ammaliato e sconvolto allo stesso tempo. Sei stata fantastica, ti sei destreggiata nella tua storia così bene da far immedesimare il lettore in Sakura.
Parlando di Sakura, appunto, l'ho adorata. E c'è da dire che di solito non mi piace per niente; per il fatto che le sue uniche sofferenze siano state un amore non corrisposto e una debolezza come ninja all'inizio. Ma tu me l'hai fatta adorare. Una Sakura così vecchia, triste e sconsolata, che si è vista portare via il suo unico amore ed il suo migliore amico, che non parla con Hinata e che ha visto morire anche i suoi due maestri. Una parte di storia che mi ha messa K.O è stata questa:

Sakura proseguì: - Sarei stata disposta a dargli una mezza dozzina di figli. Ci sarebbero stati Itachi e Mikoto e Fugaku. E tutti avrebbero avuto gli occhi neri e i capelli scuri. Solo la piccola Mikoto li avrebbe avuti rosa e così anche Tsunade forse. –
- Minato… - Hinata distolse lo sguardo coprendosi i dorsi sempre più rattrappiti nelle larghe maniche del kimono bianco. - Il primo figlio lo avrei chiamato così. –
Sakura le rivolse un’occhiata, rapita da una visione che all’altra era preclusa. - Occhi azzurri? – domandò con un sorrisetto. 
- Non mi sarebbe importato – lei scosse la testa energicamente. Aveva una testa minuscola Hinata sotto quell’ammasso di capelli, una cascata corvina rotta da una serie di righe argentate, tanto che Sakura si chiedeva spesso come facesse il collo a mantenere tutto quel peso. 
- Sarebbe stato suo figlio e sarebbe bastato. Contava solo questo, che fosse nostro. – Hinata sospirò, chiudendo gli occhi che non vedevano più da decenni, bruciati dal fuoco di un abbraccio che aveva rischiato di ucciderla per il troppo amore. 

Non c’è niente d’indegno in una morte d’amore. Solo l’onore di un ninja e l’orgoglio di una donna. 
Parlami di lui – la pregò, poggiando la schiena al lato della lapide

Ma poi vogliamo parlare dei figli ipotetici che avrebbero potuto avere? È stato straziante. compresa Hinata, che, in punto di morte, chiede a Sakura di parlarle di Naruto, così che forse, morire e ricongiungersi a lui sarebbe stato più bello, più dolce. Perfetto.
Anche se la protagonista è Sakura, il vero centro della storia è Hinata, caratterizzata così bene da sembrare "vera". Era quasi come se la vedessi, camminare dritta ma curva dal peso degli anni e di un amore perduto in giro per la mia stanza.

Non si era sposata, ma era come se lo fosse, dicevano alcuni. Si comportava come una sposa vedova che avesse perso il marito il giorno del matrimonio.


Questa frase riassume in poche parole la sofferenza di Hinata, e non mi stancherò mai di dirtelo.
Alla fine della storia mi hai fatto desiderare ardentemente che Sakura potesse finalmente morire poco dopo Hinata e raggiungere Sasuke.

Ti faccio nuovamente i miei complimenti, una storia delicata e meravigliosa come le foglie che cadono dagli alberi in autunno, attendendo l'inverno rigido, silenzioso e spoglio, paragonabile alla morte.
Una storia poetica e senza tempo, e veramente adatta a stare nelle storie scelte.
A presto, 
Kirame amvs
(Recensione modificata il 06/07/2015 - 06:46 pm)

Recensore Veterano
03/07/14, ore 17:25
Cap. 1:

Devo sinceramente farti i miei più calorosi complimenti. è da un po' che non entro nel mondo delle fanfic, ma sono rimasta veramente ammaliata da questa tua shot. (anticipo che le flash/le oneshot sono il mio genere preferito, tanto difficili quanto emozionanti se scritte bene)
Devo dire che lo stile presente in questa flash mi ha a dir poco stupito, è uno dei miei preferiti mai letti finora.
Bellissima anche l'idea, anzi stupenda (ho anche un debole per il mali-/mela-nconico) e resa perfetta.
probabilmente andrò presto a spulciare le altre tue storie. Ho già detto 'complimenti'? ahaha, un bacio

Nuovo recensore
08/08/13, ore 15:25
Cap. 1:

Ciao :)
Con questa storia mi hai messo un magone nello stomaco inimmaginabile, ed è buono credimi. Non sono la regina dei ghiacci, ma emozionarmi leggendo della ff su un sito non è una cosa che accade di solito. E' raro, anche perchè non essendo dei professionisti a scriverle trovo errori che non riesco a far finta di leggere e la passione e la voglia di continuare scema piano piano fino a dissolversi completamente nel giro di, si e no, cinque minuti. Per cui ti faccio i miei complimenti perchè la tua storie mi è piaciuta molto e l'ho trovata molto.. Delicata. Per me era semplicemente delicata. Potrei usare altri aggettivi (meravigliosa, stupenda, adorabile, fantapignosa..) ma l'unico che esprime ciò che penso è delicata. 
Ti faccio ancora i miei complimenti ^^ 


DoubleSkin

Recensore Veterano
09/04/13, ore 11:48
Cap. 1:

Salve caVa ^^
Ti giuro che questa storia mi ha lasciato un angoscia che non puoi nemmeno immaginarti, ho pure cominciato a piangere...
Tralasciando il fatto che è scritta molto bene, con uno stile semplice e lineare, la storia in sè è meravigliosa. È così triste, nostalgica, con queste Sakura e Hinata anziane e sconfitte da un lutto e un dolore che porteranno con sè fino alla morte. Si sono viste togliere un futuro insieme alle persone che più amavano, e hai saputo rendere bene questa sofferenza.
Oddio, non riesco a smettere di piangere, è tutto così triste D: e poi quando iniziano a parlare dei nomi che avrebbero dato ai loro figli, il momento in cui Hinata chiede a Sakura di raccontarle di Naruto e poi spira, serena per il fatto che ora potrà raggiungere il suo amore perduto. E le parole di Sakura alla fine TwT Veramente, come hai potuto farmi morire quel baka?? Davvero, non riesco ad immaginarmelo morto, sarebbe così triste ;( (speriamo che Kishi non stia prendendo in considerazione un finale del genere, per caritas!!)
In ogni caso, complimenti per la storia, originale, per nulla scontata e in grado di trasmettere fiumi di emozioni...penso la metterò fra le favorite ;)
Baci

Nuovo recensore
24/03/13, ore 18:20
Cap. 1:

Leggendo la tua storia mi sono commossa, davvero.
Scrivi in modo sublime, riesci a descrivere i sentimenti delle protagoniste in modo eccellente, come le avessi provate di persona.
Il discorso di Hinata e Sakura è perfetto, due amiche che si ritrovano dopo tanti anni, separate dal dolore per la perdita della persona amata. Questo tema mi piace tantissimo, infatti mi diverto sempre a scrivere storie di questo genere. Inoltre trovo che Hinata e Sakura abbiano una bellissima amicizia, due ragazze così diverse ma entrambe con grande determinazione sia in battaglia che in amore.
Trovo che tu abbia fatto un ottimo lavoro!
La fic entra tra le mie preferite ;)
Complimenti,
Karen_Aiko

Recensore Junior
17/02/13, ore 19:23
Cap. 1:

Mentre leggevo la tua fic., mi è venuto da piangere.
E' davvero bella, oltre che scritta benissimo. Mi sono sentito prigioniero nel vortice delle tue parole, come in un sogno.
Complimenti davvero, questa è una delle fic. più belle che io abbia mai letto. Continua così.
Kiss by Burdock 95

Recensore Master
21/01/13, ore 09:15
Cap. 1:

Stupenda.
Meravigliosa.
Scritta in un modo sublime, per non dire impeccabile.
Un finale veramente tragico ma uno stile di scrittura veramente bellissima.
Hai descritto in maniera ottima tutte le sensazioni ed emozioni.
Per nn parlare che tra i protagonisti c'è Sakura, uno dei miei personaggi perferiti.
Quindi, posso solo rinnovare i miei complimenti.
E dirti solo un semplice scusa per non averla letta prima =)
Merita davvero =)

Recensore Veterano
14/12/12, ore 19:47
Cap. 1:

Singh..singh..non sono riuscita a trattenere le lacrime. Che bello!!!T^T Singh..singh...ti giuro che un po' mi è venuto da piangere. Sono una che si commuove non tanto facilmente però stavo davvero per piangere. ...Ecco,non sono più triste!!!Il finale è stato magnifico.Ed ecco che un'altra bella ff se ne va. Ma sarò felice di leggere le tue nuove creazioni e spero siano belle come questa. Avevo visto e letto questa storia da parecchio,ma solo ora recensisco. Ed eccomi qui!! Beh,ora io vado.Sto diventando un po' rompiscatole ultimamente. Ci vediamo prossimamente. Un bacione da Orihime Hyuuga. Ciao,ciao!!!!

Nuovo recensore
15/10/12, ore 21:11
Cap. 1:


Allora… ehm… dunque… err…
Non so bene da dove iniziare, o meglio, non so neanche io cosa o quale discorso cominciare, perché non ho la più pallida idea di che dire, ma è una cosa bella, eh! È una cosa molto buona nel mio caso; tu non puoi saperlo, ma credimi: è una cosa bella. Va bene, ricomincio daccapo.
Dunque: bonsoir, Ruta.
Ora, ti prego d’armarti d’infinita pazienza, ma al momento ho serissimissime difficoltà a mettere in fila due pensieri in croce, o almeno, ho più difficoltà del solito. Mia dislessia permettendo, però, tu con questa… questa… cavolo, come la chiamo? Ehm, “meraviglia” (può andare?) mi hai tolto tutte le parole. Anzi, pure di più, mi hai tolto un po’ tutto: mi hai scombussolato per bene, sai? Come quando scivoli o manchi un gradino e due secondi dopo ti ritrovi per terra, senza capire cosa sia capitato e perché tu abbia male un po’ dappertutto. Ecco, più o meno è quello che è successo a me (e tralascia io abbia la stessa atleticità di Homer Simpson) e non stavo leggendo dall’iPhone (che tra l’altro non ho; ho un Samsung rosa che non mi regge neanche Wazzup!, d’oh): ero seduta alla scrivania, ma ci sono rimasta lì, secca come uno stoccafisso. A parte quest’affascinante immagine, davvero, mi hai lasciato interdetta fino alla fine.
Dunque, potrei iniziare a parlare d’idea, spunti, trama, IC, plausibilità e chissà cos’altro, ma mi parrebbe di trattare argomenti tutti, sì, presenti e ponderati con stile, senza però riuscire a centrare quella che è la potenza autentica della storia; perché c’è tutto questo eppure non è questo ad avermi scombussolato, ma altro. Scusami se non faccio un discorso sensato, ma vado molto a sensazioni, a impressioni, perché a mio avviso sono queste la vera forza del tuo scritto: che colpisce e colpisce con un’eleganza e una discrezione tali da farmi tuttora storcere il naso a parlare di semplice “forza”. C’è un impatto devastante dopo e durante la lettura, tipo un costante senso di disagio, che non riesco però a ricondurre a nulla di preciso: saranno le immagini evocative, le descrizioni splendide – più di sentimenti, di emozioni che di realtà oggettive –, sarà questo clima un po’ onirico – tipo del dormiveglia, quando vedi cose stranissime e non riesci bene a capire se sei sveglio o stai ancora dormendo –, sarà questa commozione per un lutto, un dramma muto, che serpeggia lungo tutto il racconto, e sicuramente dipende anche dalla tua abilità scrittoria (che mi pare incontestabile); forse è per tutte queste ragioni o forse è per altro ancora, ma il risultato è un acutissimo senso di malessere (ho provato quasi un disturbo fisico, sai? – si stacca una mano –). E voluto o non voluto che fosse, a te vanno tutti i complimenti per essere riuscita a rendere in parola, in immagini, la devastazione della perdita: perdita di persone amate e con esse di obiettivi, di senso della realtà; c’è proprio un male di vivere che ti paralizza sul posto. La cosa terribile (in senso positivo), però, è che non esplode mai: il dramma resta muto, silenzioso per tutta la lettura, un po’ come negli incubi, quando vorresti correre, ma non ce la fai, o in cui vorresti gridare e ti svegli con l’urlo ancora incastrato in gola. Ed è proprio lì la forza, la potenza devastante: che non esplode, non c’è la catarsi, non c’è il boom liberatorio, ma rimane sempre lì, non se ne va, e alla fine sfuma; si sgonfia ma senza botto e penso derivi da questo il male (male inteso come dolore); è così sottile che s’incastra sotto pelle dove non riesci più a toglierlo.
Guarda, la caratterizzazione, la reazione e il realismo di Sakura e Hinata sono meravigliose, devastanti ma meravigliose: due ragazze che perdono tutto e si ritrovano vive ma senza niente, né una ragione né un domani per cui andare a vanti; procedono quasi per inerzia ciascuna sul proprio percorso, finendo poi per convergere – o ritornare, come dicevi tu – dove tutto è partito. E poi c’è quel memoriale, quel cimitero dove si ritrovano, che le unisce e – involontariamente forse – riconcilia alla fine. C’è proprio una vertigine del domani, un senso di barcollamento, come due funamboli su una fune, tanto da non riuscire a capire cosa sia meglio: se cadere e liberarsi o continuare a ondeggiare.
Tutto questo dramma è poi amplificato dallo stile, dalla narrazione, che è di una potenza descrittiva impressionante: ci sono davvero delle immagini, delle suggestioni, di una bellezza da lasciarti di sasso, come la descrizione di Hinata, le riflessioni di Sakura, lo stesso ambiente fisico, il cielo, gli alberi, tutto; sono bellissimi, eleganti, solenni quasi, ma di una raffinatezza e di una sensibilità allucinanti. E la scrittura non è solo molto ricercata, che impressiona per la naturale soggezione dovuta a un linguaggio “alto”; ma è comunicativa, potente. Potente perché non è virtuosismo fine a se stesso, non si ferma lì, ma va oltre lo schermo, oltre la parola stessa o il termine ricercato: trapassa, tipo una freccia. Guarda, non saprei come altro esprimermi e per cercare di farmi capire ti riporto alcuni dei tantissimi passaggi (per non dire tuuutto lo scritto) che mi hanno lasciato con l’occhio allampanato:



Non si era sposata, ma era come se lo fosse, dicevano alcuni. Si comportava come una sposa vedova che avesse perso il marito il giorno del matrimonio. […] Il suo volto però non conservava nulla della placidità che l’aveva caratterizzata in un passato remotissimo. Era un volto spigoloso e appuntito, fatto di frammenti ricongiunti, mansueto come poteva esserlo quello di una fiera in gabbia dietro sbarre d’oro. L’aspetto che era appartenuto a Naruto prima che facesse pace col mostro dentro di sé.

Il futuro che mille sacrifici erano serviti a costruire e rendere possibile era lì, sotto e sopra di loro. Le soverchiava come il cielo di un blu-nero lontanissimo e inavvicinabile. Era un futuro che non avevano scelto, ma con cui si erano ritrovate a fare i conti dopo. Sconfitte da una debolezza che neppure la costanza più ostinata era riuscita ad estirpare. Soccombevano a quel futuro, tormentate e perseguitate dal rancore che tacitavano sotto il nome bugiardo di nostalgia.
Rammarico, amarezza, fastidio. La contrarietà della disillusione giunta troppo tardi per scrollarsela di dosso.
 
Sotto la lapide che il temporale aveva ricoperto di strisce livide e sporche, Sakura aveva trovato un fiore azzurro. Come i sogni e i fiordalisi, i nontiscordardime, dell’esatta sfumatura che avevano avuto i suoi occhi l’ultima volta che li aveva incrociati, quando cadendo giù dal cielo simile a un miracolo e atterrando con un pugno su un nemico, le aveva sorriso e le aveva chiesto se fosse ferita, l’aria sicura di chi conosce giù la risposta e domanda non per essere rassicurato, ma per rassicurare, perché così ci si aspetta che faccia.
 
Eppure era un conforto, sì. Strano e  inaspettato, ma rappresentava per Sakura davvero un conforto, adesso, sapere che come lei ci fosse qualcun altro incapace di dimenticare, di andare avanti, voltare pagina. Era un sollievo perché nella sua disperazione vivida e violenta, feroce, Sakura si era resa conto di riuscire a malapena a piangere per uno solo di quei fantasmi. Le sue lacrime non bastavano, non erano abbastanza. Le lacrime di due persone per due persone da piangere. Era un compromesso perfetto.
 
– Mi hai preceduto, – mormorò Sakura in tono stranamente mite, – ma non fa niente. Ti perdono. -
Hinata non pareva sentirla, non avrebbe mai più.
- Salutali e dì loro… – guardò il cielo limpido che la sovrastava, non più peso gravante, ma distesa limpida e aperta. Era a portata di mano, una porta da socchiudere con un pugno ben piazzato. – Dì a quegli idioti di aspettarmi. –
Sorrise ancora, in modo più ampio e il vento le soffiò dolcemente in faccia parole di conforto e rassicurazione. 

Perché io verrò di sicuro. Verrò e allora…
Allora l’incertezza sarebbe scomparsa e il domani avrebbe smesso di perseguitarla.



Ecco, queste sono solo alcune strisce, che fuori contesto perdono trentordicimila volte la forza originariamente posseduta e riportate così paiono pure sconnesse, ma è solo per farti capire dove e cosa mi ha stretto lo stomaco. Il passaggio su Hinata poi (già vedova eppure ancora nubile) è di una bellezza quasi straziante: bellissimo e proprio per questo straziante. Mamma mia, hanno tutta la forza di un incubo e il fascino del suo ricordo al risveglio. Bellissime davvero. Sinceramente, sei stata di una bravura, di una sensibilità e insieme di una potenza che lasciano di stucco.
Non starò a dirti che scrivi in maniera meravigliosa e con uno stile sublime perché mi sembra il tuo lavoro parli e si qualifichi da sé, ma vabbè, lo dico lo stesso: scrivi in maniera meravigliosa e con uno stile sublime, ecco. Mi ripeterò, ma adoro ripetermi e poi se uno è bravo, mi pare giusto ribadirlo e mettere i cartelloni. Ma al di là di tutto… mi hai fatto male e “male” nel senso migliore del termine, negli effetti (evviva il masochismo), perché mia hai cavato via qualcosa; tipo santone da B-movie che infila la zampa nel petto e cava via il cuore. Ecco, mi hai tolto un pezzetto di cuore (e di appendice, che ce l’ho ancora; ho pure ancora le tonsille a dirla tutta. Ehilà, ho ancora tutti i pezzi, grandioso! – peritonite fulminante –); però è stranissimo perché mi hai dato e tolto insieme (ehi, che ti sei presa? Non il fegato, spero, che è di un malandato dopo la “Festa della birra” di ieri sera).
Ti supplico comunque di sorvolare sullo spiccato nonsense di questo messaggio, ma verso nelle stesse condizioni di lucidità mentale di un maschio eterosessuale davanti a Megan Fox: momentaneamente assente e con filo di bavetta colante perché è tutto troppo bello. C’ho il deserto dei Tartari in testa (non che di solito sia abitata, eh) e non saprei che altro aggiungere, anche perché nulla di quanto potrei dire riuscirebbe a rendere merito a questa meraviglia. Solo… mi hai fatto male, ecco. Mi hai fatto male e spero possa farmene ancora (uh, sto mutando in un emo – si tira la frangia sugli occhi – Sas’ke, vieni qua a farmi compagnia!).
Davvero, ancora tutti i miei complimenti all’autrice perché è riuscita a realizzare qualcosa di un impatto straordinario: bellissimo e potentissimo. A lei tutte le mie congratulazioni (ma si fanno le congratulazioni in questi casi? – tira il riso allo schermo e prende il bouquet –), un lavoro stupefacente; bravissima, davvero ma davvero bravissima, in tutti i sensi.
E sappi che ho apprezzato tanto la citazione iniziale: è bello constatare come il buon vecchio Enrico (eh già, è amico mio, lui) non abbia perso la mano anche a distanza di anni da “Il mare d’inverno”.
Domando ancora perdono per il delirio del commento, ma mi hai tolto le parole e quel briciolo di cervello rimastomi dopo gli esami (insieme a un frammento di pancreas) e poi tutto quello che c’era da dire l’hai detto tu, per cui… niente… vado a riprendermi fissando il vuoto e ti lascio (si mette il camice da ospedale). Mi scuso enormemente anche per aver recensito così in ritardo (due o tre mesi dall’averla inserita nelle ricordate, niente di che – sbatte la testa contro lo schermo – numi del cielo, che lumaca che sono); scusa davvero, spero di non averti infastidito e per quello che vale, non posso che approvare il tuo “nuovo regime di regolamentazione”. Approvo, eccome se approvo, altroché (agita i pugnetti).
Ancora bravissima e complimenti (da me e dal mio pancreas): complimenti, complimenti e complimenti.
Una meraviglia, dall’inizio alla fine e anche dopo.
Grazie mille per questo splendore, sul serio.
Grazie tantissimissimo.
 
SuperTeleGattone
 
(Miseria, è abbastanza ridicolo firmarsi così… senti, fai finta io abbia un nick un po’ men idiota, okay? Ancora saluti e ancora complimenti! – Sviene contro il portatile –)


(Recensione modificata il 15/10/2012 - 09:23 pm)

Recensore Junior
23/08/12, ore 14:13
Cap. 1:

Ora capisco perchè questa storia è tra le scelte. E' sconvolgente.
E' scritta in modo superbo e questa cosa mi ha stupito parecchio, perchè era da molto tempo che non leggevo una fic fatta così bene.
Hai una mente, un'immaginazione e un talento davvero notevole, ti faccio i miei complimenti e ti voglio incoraggiare a continuare e a portare alla luce tutte le altre storie che hai sparse sul computer e
nella tua mente perchè, come ho già detto, scrivi in maniera sublime. Le parole che escono dalla tua mente rivoltano l'animo del lettore e lo mandano allo sbaraglio. 
(Almeno questo è l'effetto che hanno fatto a me)
Io non sono una lettrice che si dedica alle fic tristi e malinconiche che ti buttano giù e ti fanno diventare tristi, ma la tua non si può definire in questo modo. Non so con che spirito tu l'abbia scritta ma per
me è risultata una scrittura dolce, così satura di amore e calore che anche il dolore lancinante delle protagonisti era una semplice testimonianza del potere dei loro sentimenti.
La tua Fic è strong! 
Le frasi che mi sono piaciute di più sono queste: "Ora che un domani non c’era più, ora che non sembrava esserci più niente per cui valesse la pena lottare e combattere.." e ovviamente " Perché io verrò
di sicuro. Verrò e allora… Allora l’incertezza sarebbe scomparsa e il domani avrebbe smesso di perseguitarla." credo che racchiudino l'essenza di questa storia.
Ti auguro di ricevere un sacco di recensioni e di commenti positivi perchè questa fic li merita tutti. Buona fortuna ;)

                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                                     Amore <3

Recensore Master
14/05/12, ore 12:26
Cap. 1:

Oh, come mi è piaciuto il confronto tra questi due personaggi!
Parto dal presupposto che ho trovato davvero molto realistico il futuro che hai descritto per loro: l'essere invecchiate entrambe in solitudine, dopo la morte di Naruto e Sasuke e tutti gli altri con loro, mi è parso verosimile e particolarmente apprezzabile. Una scelta coraggiosa, ma non per questo meno attendibile stando ai dati che ci derivano adesso dalla storia originale.
Hinata è un personaggio che ho apprezzato davvero molto nella prima saga del manga; il mio affetto per lei durante lo Shippuuden è un po' calato, senza un motivo preciso - o forse solo per il fatto che l'abbiamo vista davvero poco in azione, anche se quel poco che ha fatto è stato degno di nota. Mi piace il modo in cui l'hai ripresa e analizzata e approfondita rendendola verosimile a ciò che ricordo di lei. Immaginare il comportamento di alcuni personaggi così cresciuti rispetto a come li abbiamo sempre visti non è sempre facile, e si rischia sempre di andare OOC, proprio per il fatto che le persone - grazie al cielo - cambiano molto negli anni. Non è questo il tuo caso, perché hai fatto davvero un ottimo lavoro.
Lo stesso dicasi per Sakura. Anzi, a dirla tutta: per Sakura si può dire lo stesso, ma elevando il tutto all'ennesima potenza. Ho trovato lei ancora più vera di Hinata; e lo dico per i suoi pensieri, per i suoi comportamenti, per il suo amore verso Sasuke e verso Naruto, così diverso e così sincero allo stesso tempo.
Mi è piaciuto molto il continuo evitarsi e trovarsi di Hinata e Sakura; il loro dialogo finale, il loro ritrovarsi, il loro pensare a ciò che avrebbe potuto essere, è davvero commovente.
Un'ottima one-shot e un'ottima analisi dei personaggi, davvero!

Recensore Veterano
20/04/12, ore 15:50
Cap. 1:

(Segnalazione indirizzata all'amministrazione per l'inserimento della storia tra le scelte)
Probabilmente non sono la persona adatta a recensire una simile storia, per il semplice fatto che sono del tutto incapace di recensire decentemente qualsiasi fanfiction.
Partendo dal titolo: "L'incertezza del domani", trasmette subito qualcosa, un messaggio, qualcosa di sottointeso che mi ha spinto ad aprire la storia al di là del fatto che figuravano come personaggi due dei miei favoriti.
Nell' "Incertezza del domani", da segnalare di per sé per l'originalità del plot, troviamo una Sakura consumata, vecchia, che si ostenta a vivere, sopravvivere, in un villaggio per il quale sembra portare rancore. La Foglia le ha tolto tutto, ogni suo singolo affetto, le ha tolto l'amore.
Troviamo una Sakura egoista, che al passaggio di una vecchia compagna non può fare a meno di pensare a quanto in realtà "lui amasse lei", solo.
Sakura è caratterizzata così bene da lacrime, ma è Hinata secondo me il personaggio che più risplende: quel "non essersi mai sposata ufficialmente". Ma Hinata è vedova, sin da dopo la guerra, una vedova dal giorno del suo matrimonio. Una donna che ha scelto di continuare ad amare qualcuno di morto.
L'evolversi del loro rapporto è meraviglioso: da una quotidiana tradizione alla necessità di condividere quel dolore eterno, che mai sparirà dal loro cuore.
Credo che l'apoteosi massima si sia raggiunta durante il loro discorso finale:
"Sarei stata disposta a dargli una mezza dozzina di figli. Ci sarebbero stati Itachi, Mikoto e Fugaku. E tutti avrebbero avuto gli occhi neri e i capelli scuri"
Credo di non essermi mai commossa tanto, forse solo un altro paio di volte, per una unica frase.
La frase di Sakura è amara, triste, sconsolata, perchè ciò che dice è vero: non ci sarebbero stati mezzi termini, l'unica alternativa a quell'immenso dolore, a quella guerra che aveva portato via ad entrambe gli amori della propria vita, sarebbe stata una felicità perfetta. Una vita, la vita da sposati, l'amore e il premio che entrambe avevano sempre sognato, forse infantilmente, nella speranza di poter vedere i loro sogni realizzarsi.
Concludo che la segnalazione all'amministrazione non è un errore, affatto, perché questa storia merita di essere fra le scelte, lo merita, non solo per lo stile perfetto, ma anche per la meraviglia e la tragedia che la storia narra.
La storia di due donne che si sono viste portare via ciò che era più caro loro, e la cui unica speranza che rimane è la consapevolezza che, prima o poi, potranno tornare, ed unirsi agli uomini che hanno sempre amato.
Grazie per questa emozione immensa, col tutto il mio cuore :)

Jennybrava.