Recensioni per
Solanum XXIV
di _ivan

Questa storia ha ottenuto 110 recensioni.
Positive : 109
Neutre o critiche: 1 (guarda)


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Recensore Veterano
05/10/12, ore 19:37
Cap. 8:

Heilà, Ivan. Pensavo che non ti si sarebbe sentito mai più in giro, invece eccoti con un altro racconto.
Mi è davvero piaciuto, potrei addirittura piazzarlo sul podio, per quanto riguarda questa raccolta...
Hai costruito bene le atmosfere, arricchendole delle tue solite frasi suggestive ed eleganti, hai inserito un finale interessante ed hai ben caratterizzato i bambini (e so per esperienza che non è semplice...o almeno, non lo è stato per me).
È stata una lettura poco impegnativa, leggera, eppure a suo modo profonda e molto trasportante.
Spero che le prossime storie rimangano su questo livello!
Come al solito, però, ho qualcosa da dirti.
Anzitutto, qua e là hai usato dei termini un po' complessi (fra cui "temporaleggiare", che, a dirla tutta, non mi convince molto), che di solito non stonano all'interno della narrazione...ma supponendo che il protagonista stia parlando a dei bambini, non sarebbe più logico optare per un linguaggio più asciutto? Senza eliminare le splendide immagini che hai inserito, naturalmente.
Poi: "cicartrici che mi rimangono impresse come un marchio di quel giorno". Io metterei solo "come un marchio", il resto è superfluo.
Inoltre, quando parli della mente del bambino che cerca di andare altrove, potevi sfruttare l'immagine delle rotaie che nomini nella stessa frase! Tipo: "e mentre la mia mente, cullata (forse non il termine più adatto) dalle vibrazioni del treno, cercava di viaggiare per rotaie diverse...". O almeno, mi pareva un'ottima occasione per usare un po' della tua abilità letteraria, poi vedi tu!
Infine "prigioniero dello spazio e del tempo" è una frase che mi lascia interdetto. Penso che volessi dire che lui era intrappolato in un luogo che gli aveva tolto la cognizione del tempo, no? In questo caso però, se dici che ne è prigioniero, sembra quasi che lui subisca entrambi, anzichè esserne distaccato...
Non so, mi confonde XD
Comunque, con o senza i miei appunti, questo rimane un racconto di ottima fattura (specialmente la parte dove il treno passa fra gli zombie, forse il tratto meglio riuscitoti), complimenti!

Nuovo recensore
04/10/12, ore 13:53

non sai per quanto tempo ho atteso questo testo, anche perchè mi hai rotto non poco le scatole parlandomene ogni volta che uscivamo di casa, quindi fai tu. comunque un po' mi dispiace che la strada più corta sia quella del militare, e che per metterla in atto si debba tenere il cane (scelta che di mio non farei mai, e lo sai), ma in fin dei conti è stato ugualmente tutto bellissimo. ho provato un po' di finali (non tutti perchè non ne avevo il tempo) e mi ritengo decisamente soddisfatto dal fatto di essere morto poco o niente!
ci sono un bel po' di errori di battitura ma non te li segno perchè altrimenti poi li fai correggere a me non appena verrò a casa tua. mi conviene stare zitto. ahah comunque complimenti, so che non è affatto facile scrivere i racconti gioco a bivi!!
congratulazioni!
ecco, adesso sei felice....? XD ahah

Recensore Junior
03/10/12, ore 12:53
Cap. 8:

Sia chiaro che ogni appunto che faccio è per cercare, da lettore anziché da scrittore, di dare qualche consiglio utile.
"Mi spingevano... su ogni zona del mio corpo": personalmente avrei tolto "mio", il "mi" precedente era sufficiente; "Lo lasciai fare e... lo ressi con una mano sul suo braccio": avrei evitato di aggiungere "sul suo braccio", appesantisce la narrazione e reitera la "geografia dell'azione", facilmente intuibile; "immersi nell'arba alta fino a metà del loro corpo", "loro" lo vedo scontato.
In generale (e a proposito della scelta di parole), la mia impressione è che tu possieda un vocabolario considerevole, veramente ampio, e che a volte l'imbarazzo della scelta ti complichi la decisione sul termine appropriato da usare: spesso ne scaturiscono immagini suggestive, originali, memorabili; in altri casi si ha la sensazione che vocaboli meno idonei siano stati "incastonati" a forza tra un periodo e l'altro.
Mi piace molto il contesto in cui hai ambientato la storia e più in generale l'atmosfera che vi si respira, come le altre volte. Sei molto bravo a rendere il modo di parlare dei bambini, che incarna uno dei picchi qualitativi più alti del racconto, secondo me, e il finale, che riesce a "ricalibrare" senza sforzo il punto di vista del lettore introducendovi un piacevole senso di vertigine.
Apprezzo anche il modo in cui descrivi una situazione di ampio respiro, e in particolare lo scorrere del tempo, con una naturalezza che produce una sorta di "stasi", dove ogni descrizione, ogni riflessione, ogni stato d'animo ha il suo peso e concorre alla composizione di un "tutto" più ampio.
In conclusione, il mio suggerimento è di semplificare il testo (non accorciare, bada), conservando l'ampio repertorio di immagini che rendono le tue storie così interessanti, ma sforbiciandole un po' per farle apparire più naturali, non "solamente" raffinate ed evocative. Come tu ben sai, sono un ferreo sostenitore delle terminologie erudite accostate al linguaggio più basso e volgare, ma solo in ambito comico-parodistico o comunque goliardico. Il dramma, a mio modo di vedere, richiede un tipo di sobrietà formale il più possibile esente da orpelli.  Non si tratta di una regola a senso unico, ma credo che certi tipi di scrittura rendano di più se alleggeriti della zavorra.
Scusa se ho scritto un papiro, ma la storia mi ha preso e ci tenevo a dire la mia. Alla prossima!

Recensore Master
03/10/12, ore 10:12
Cap. 8:

Per certi versi, questa storia potrebbe essere accaduta oggi come durante la Seconda Guerra Mondiale. I vagoni carichi di bambini, diretti verso l'incerto, allontanati a forza dai genitori che tentano di dar loro una speranza che non possono comprendere. Alcuni come Sebastien, si aggrappano al loro essere più grandi per farsi coraggio, fanno la voce grossa per reprimere la paura che li attanaglia. Altri, come Jerome, cercano conforto e sostegno nel contatto umano, nella presenza di chi offre una risposta o una parola gentile.
Il mondo visto dai bambini è grigio come la pelle dei non morti, dei mostri, nonostante il colore dell'autunno scorra fuori del treno. E' un grigio soffocante, carico d'incertezze e domande senza parole, fatto esclusivamente di un sentire angosciante.
Tuttavia, basta quella brevissima frase al termine del racconto, a lasciare intendere un finale distante dalle fantasie fanciullesche dei deportati. Un finale migliore di quello riservato a chi è rimasto a Lione.
Appunti:
-"pensai mentre, rinsavito, cominciai lentamente":
-"«mio padre": manca la maiuscola;
-"E mentre la Cittadella fece timidamente": errore di concordanza verbale: "faceva".
Alla prossima!

Recensore Junior
30/09/12, ore 18:46
Cap. 7:

Il tasso di dolcezza e adorabilità di questo racconto e dei suoi protagonisti dovrebbe essere dichiarato illegale! L'ho amato troppo *-*
Questo è il massimo complimento che potevo farti, considera che viene da una a cui solitamente il troppo miele fa venire la nausea! 
No, davvero, mi è piaciuto tantissimo, hai mescolato bene la goffaggine di Jake con la solo apparente rudezza di Annie, rendendoli una coppia(?) impacciata ma ben assortita.
Per quanto riguarda l'ambientazione, ho trovato che a bellezza del paesaggio che nasconde in realtà tremende vicende sia alquanto agghiacciante... bravo!

Ti faccio ancora tanti complimenti (ma và?)... 
e spero che tu stia meglio.

un abbraccio dalla tua tazzina 

Recensore Veterano

Mi sa che è un momentaccio per lasciare la mia prima recensione neutra su questa raccolta, ma, anche se la storia non è tua, fa comunque parte di un tuo progetto e mi sembra giusto farti sapere cosa ne penso (e eventualmente farlo sapere anche al legittimo autore).
La storia non manca di elementi divertenti, originali e saporiti (in primis a me è piaciuto il nome della protagonista, anchese ci ho messo un paio di minuti a capirlo XD); inoltre mantiene un ritmo ed una cadenza elevata per tutto il suo corso, che non è cosa da poco.
Tuttavia i buoni elementi, che pur ci sono, si ritrovano nel mezzo di un mare di oscenità, parolacce ed affini.
Questa non è una comicità che apprezzo, personalmente, ed è un po' come le scene di gore eccessivo negli horror: li trovo espedienti un po' deboli per far ridere/paura (a seconda di quale dei miei due esempi prendi in considerazione).
Non posso dire che la storia, di per sè, sia brutta perchè alla fine è scritta conuno stile a cui rimane fedele senza cali di sorta, ma purtroppo è uno stile che a me non piace. Non mi sembra nemmeno troppo in linea col resto dei racconti (penso sia una cosa voluta, anche perchè è una storia nonsense, ma comunque rovina l'effetto della narrazione precedente, secondo me).
Quindi: recensione neutra.
Detto questo spero ti riprenda presto, i tuoi fedeli lettori ti aspettano ;)
Alla prossima!

Recensore Master

Sono in difficoltà. Francamente non so bene come recensire questa storia. Essendo di un altro autore, rispetto al titolare della raccolta, mi trovo spiazzata. Tuttavia, credo che comunque una recensione vada lasciata anche qui, prima di rivolgerla direttamente all'autore.
Dunque, proviamoci.
Per quanto riguarda l'inizio, l'espediente di "Cappuccetto Rotto" è la ripresa di una parodia arcinota, che fa perdere un po' d'efficacia il tema. La ragazzina scalmanata, perversa e poco di buono è un cliché abbastanza noto, anche se l'intero sketch è trasportato nel contesto "zombie". Questa scelta mina l'originalità della serie. Inoltre, trovo il racconto poco legato ai precedenti anche a livello stilistico, pur comprendendo la necessità di un lessico abbastanza volgare e "di bassa lega" vista la sua impostazione generale.
Di contro, apprezzo la ritmicità e l'immediatezza delle immagini, come anche la scelta di attribuire prima un fare inizialmente spavaldo al lupo, ma che va via via scemando, mentre il cacciatore/boscaiolo è un codardo di prima categoria. Buoni anche gli spunti riguardanti la tematica principale, inclusa l'idea del vaccino e dei suoi effetti collaterali.
In generale, ribadisco che non ho trovato la storia a livello delle precedenti. Mi limito a considerarla un intermezzo a sottolineatura del tuo momento di crisi, dal quale ti auguro di uscire al più presto.
NB. sarebbe bene che nei dati della serie inserissi "roundrobin" o un avviso analogo, visto che comprenderà anche storie di altri.
Alla prossima!

Recensore Veterano
27/09/12, ore 13:01
Cap. 7:

"Altri bravissimi scrittori"...cos'è: ti reputi forse un bravissimo scrittore? XD
 Scherzi a parte (anche perchè lo sei), finalmente si spiegano quelle misteriose "collaborazioni" visibili nella tua pagina...sono curioso di vedere cosa ne verrà fuori e chi sarà coinvolto; spero solo che la raccolta non si allunghi troppo.
Superando un certo numero di racconti si rischia di perdere il filo che tiene unite tutte le storie.
Comunque alla fine è a tua discrezione.
Riguardo alla storia in sè, vedo che hai dato sfogo a tutto il tuo talento descrittivo: ho trovato geniale almeno un'immagine per riga XD
Davvero, hai fatto descrizioni molto eleganti, non tanto tangibili o dirette in senso stretto, ma comunque capaci di farti sedere per un po' davanti alle onde del pacifico.
Sai l'avrei vista bene come storia conclusiva, che portasse un po' di bellezza e speranza all'interno dello scenario apocalittico, così da trasmetterla ai lettori. 
Se dopo metti un racconto dove muoiono tutti l'effetto un po' si perde...ma anche lì: l'autore sei tu.
Comunque questa è un'altra storia riuscita, con uno stile ottimo e che ci dà una prospettiva interessante sugli eventi paralleli a quelli del contagio.
Però qualche appunto devo pur fartelo. Anzitutto il termine "totalitario" non mi piace moltissimo...piuttosto cambierei la frase se non trovi alternative.
E poi "Perchè sarà che sono disillusa", nel paragrafo di LEI, è davvero una brutta frase, lasciatelo dire: come c'è finita qui? XD
Piuttosto avrei messo un punto, poi "Forse sono troppo disillusa, ormai: a volte penso che nel mio cervello [resto del racconto]". 
Il resto mi sembra sostanzialmente più che OK, per cui la smetto di fare il pignolo.
Alla prossima!

Recensore Junior

CAZZO CHE FIGATA! non nego che la tua storia beccheggi tra lo stomachevole e il visionario, ma caspita se gira bene! L'ho adorata dall'inizio alla fine. Ottimo lavoro Law.

Ivan tranquillo, prenditi il tempo che ti serve, per un po' possiamo pensarci noi a mandare avanti la baracca;)

Recensore Junior
25/09/12, ore 21:29
Cap. 7:

Come sempre Ottimo Lavoro, eccellenti descrizioni e caratterizzazione dei personaggi. la parte che forse mi è piaciuta di più sono le prime righe di "lei". mi aveva davvero preso. Unici appunti, "seno gonfio" sembra più un difetto che un pregio, direi che sodo-pieno-importante-morbido-ecc ci stiano molto meglio come aggettivi. e nel secondo punto di vista invece definirei il suono del mare "totale" non totalitario, che evoca brutte cose. per il resto ci sei si si.

P.S.
come faccio a inviarti il racconto?

Recensore Veterano
24/09/12, ore 13:26

Che posso dire riguardo alla prima storia? lol?
Se l'hai pubblicata suppongo che per te significhi qualcosa e mi spiace non avere granchè da comunicarti riguardo alle mie impressioni...ma, per ora, così è XD
La secondo storia mi è decisamente piaciuta, soprattutto dopo la spiegazione finale. Breve ma riuscita. Semmai avrei speso qualche parola in più riguardo al ruolo della donna in quella società e come ci fosse capitata, cosa che magari avrebbe dato più corpo alle sue lamentele.
Un piccolo appunto te lo farei riguardo all'inizio: lei legge nei loro occhi paura, ma dice che la odiano.
Ora, io ho capito il nesso, ma messo così mi pare stoni. Semmai puoi farle leggere rabbia e paura, o qualcosa del genere.
Per adesso la primissima storia della raccolta rimane in testa, ma ancora non ho trovato nulla che mi dispiaccia, per cui mi ritengo soddisfatto!
Alla prossima!

Recensore Veterano
24/09/12, ore 13:14

Wow, il mio primo racconto-game.
Mi sono sentito un po' un bambino, ma devo dire che l'esperienza non mi è affatto dispiaciuta XD Il mio ladro è sopravvissuto al primo colpo...quandi so che avrò buone speranze per l'imminente apocalisse zombie!
Il testo riesce ad essere divertente ed incalzante (tra parentesi mi è piaciuto un sacco il termine "macchinaria insistenza" rivolto agli zombie) ma a mio parere avrebbe bisogno di una rifinitura generale.
Penso sia nello stile di questo genere di racconti essere essenziale e diretto nello stile, per cui mi sono fatto una ragione per l'assenza dell'eleganza a cui mi avevi abituato.
Tuttavia, se l'obiettivo è quello di essere scorrevole, penso che dovresti sfoltire il testo: in molti casi fai giri di parole o inserisci dettagli non essenziali che allungano inutilmente i paragrafi.
Per esempio la frase "non hai idea del fatto se siano..." nel primo paragrafo...è chilometrica! "Non sai se siano" è un'alternativa (anche se ci sono tre esse di seguito) o anche "non sei certo che gli zombie".
In linea generale questo concetto può essere applicato a diverse parti della storia.
Ho anche notato delle ripetizioni qua e là (corpo-corpulento nel par. 15, aggressore-aggressivi par. 13...) e in certi punti ci sono piccole sbavature (per es. nel par. 13 quando lo zombie ti assale penso manchi un "che" nella frase dove ne descrivi il sangue hce gli sporca la gola...non mi sono ricordato di appuntarmela per essere più preciso, purtroppo!).
Insomma, a me pare un buon lavoro, divertente e coinvolgente, ma sembra quasi che tu non abbia avuto la costanza di rifinirlo a dovere.
Spero di non essere stato troppo pedante!

Recensore Master
24/09/12, ore 11:01

Due racconti brevi, diversissimi, che letti l'uno accanto all'altro danno un senso di straniamento incredibile.
Da un lato c'è la considerazione rapida e spietatamente sarcastica di Oscar, negli ultimi attimi che concludono la sua esistenza, per mano (e non solo) di chi già gliel'aveva rovinata.
Dall'altro c'è Margareth, con i suoi scrupoli di coscienza che sa di non potersi permettere. Neppure di fronte alla pena più grande, quella di divenire, seppure indirettamente, seppure in nome di una legge, seppure obbligata da un fine più grande, la carnefice del suo stesso figlio. Il peso che grava sul cuore di Henry traspare da quelle poche parole, dette senza rancore, ma piene di tristezza.
Ancora una volta hai dato un'immagine vivida del mondo straziato in cui si muovono i tuoi tanti personaggi.
Bravissimo.
Alla prossima!

Recensore Veterano
22/09/12, ore 16:13
Cap. 3:

Un altro racconto tanto bello da leggere quanto profondo.
Ormai i tuoi punti di forza te li ho elencati, e qui li ritrovo sostanzialmente immutati: buon linguaggio, buona caratterizzazione dei personaggi, tanti spunti di riflessione per i lettori...
Insomma: non ti smentisci mai!
Forse avrei tolto giusto qualche aggettivo qua e là per alleggerire la vicenda, già toccante di per sè, che dunque non necessita di troppe parole per emozionare.
All'inizio ti segnalo una ripetizione della parola "fatica", dopo le parole dell'anziano.
Infine la frase sul fatto che la religione, a differenza della scienza, offra una speranza a chi è sul punto di morire mi puzza un po': non quanto quella sulla "stilla di male", ma l'odore è sempre quello.
Non so esattamente perchè, ma come l'hai scritta non mi soddisfa totalmente (che aiutone che di sto dando...).
Comunque sono le solite piccolezze: la storia di per sè è molto bella e riuscita. Il finale è forse prevedibile, ma non per questo sgradevole.
Insomma, complimenti!

Recensore Veterano
22/09/12, ore 15:53
Cap. 2:

Una storia, se così vogliamo chiamarla, interessante da molti punti di vista.
I dialoghi sono naturali, efficaci e bastano da soli a dare corpo al racconto e alla vicenda.
Come lettura non mi è affatto dispiaciuta ed ho apprezzato molto anche il coraggio, diciamo, con il quale hai cercato di affrontare gli eventi nella maniera e col punto di vista più originale possibile.
Se poi il tuo intento è quello di aprire una finestra sulle emozioni e sui pensieri dei tuoi personaggi, dialoghi ben costruiti possono essere davvero esaustivi.
Detto ciò, devo dirti che io preferisco le atmosfere costruite con abili (non per questo lunghe) descrizioni e per quanto ammiri e trovi piacevole questo tuo scritto non posso non pensare a come sarebbe stato se avessi inserito altro oltre ai dialoghi.
Ovviamente è una cosa che non andava fatta: la storia è nata per essere così com'è, sono solo io, in questo caso, ad avere gusti differenti dalla tua proposta narrativa.
Avrei anche apprezzato un finale un po' più chiarificatore sul proseguo dell'episodio, anche se non necessariamente chiuso.
Detto questo ti faccio ancora una volta i complimenti per come hai gestito bene e con originalità il racconto.