Recensioni per
Lamento per un eroe dimenticato
di Gan_HOPE326

Questa storia ha ottenuto 9 recensioni.
Positive : 9
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
18/02/07, ore 17:51

Terribilmente bella. Non mi sarei mai aspettata di leggere una cosa del genere. Profonda, toccante, dura... ormai è diventata un'abitudine, ogni volta che leggo una storia scritta da te mi ritrovo in lacrime. Sei davvero fantastico, non riesco a trovare altre parole.

Recensore Veterano
18/02/07, ore 12:41

Incredibile e bellissimo, come sempre. Ormai sei la voce dei personaggi dimenticati :)

Recensore Veterano
18/02/07, ore 11:45

La storia ha una doppia faccia. A noi viene sempre presentato - a scuola e altrove - un solo lato di questa medaglia, mentre mai viene presa in considerazione l’altra faccia. Qui tu, invece, lasci per un attimo da parte quel lato, già troppe volte sviscerato, e ti concentri sull’altro, occulto e sconosciuto. L’Iliade è il poema eroico: in essa si vede lo sviluppo dell’epico scontro fra Ettore e Achille, ma, nello stesso tempo, assistiamo all’eroismo di Andromaca che, con il dolore nel cuore, affronta la futura morte del suo amato marito. In Dragon Ball, la grande storia la fanno gli eroi, mentre la gente comune, il più delle volte, viene lasciata da parte, dimenticata. Ma chi può dire che, fra tanta gente comune, non ci sia una figura, nel suo piccolo, eroica come nell’Iliade Andromaca, che scompare davanti all’emblematico eroismo di Ettore e Achille, ma che, nonostante questo, ci colpisce il cuore per il suo eroismo semplice? Questo è, a mio modesto parere, il modo migliore per descrivere il tema da te trattato. Ma ora partiamo con un commento più dettagliato. La storia si apre con una riflessione. Una riflessione che ha come oggetto la morte, o meglio, il “come morire”. Fin dai tempi antichi il valore primo è stato quello della gloria in vita, ma, meglio ancora, la morte gloriosa che procurasse onore anche dopo la vita. Qui ricompare, spezzato lungo il corso di tutta la ff, lo stesso tema: infatti Takashi, lo vediamo, è ossessionato dal pensiero di una morte gloriosa, che non sia comune a tutti. Dopo questa riflessione, che all’inizio ci appare bella e sensata, ma non ricollegabile a nessun personaggio, l’atmosfera cambia bruscamente. Il lettore si ritrova infatti in un piccolo bar sporco e squallido. Il barista guarda la TV e, nonostante le terribili notizie, non pare eccessivamente interessato. Questo per dimostrare quanto l’uomo si adatti ad ogni situazione, anche la peggiore e pericolosa: e questo adattamento può essere visto come simbolo di degenerazione del genere umano. Ah, qui scusa la stupidata, ma il tuo barista mi ha richiamato alla mente Tom del Paiolo Magico di Harry Potter. La descrizione che ne hai fatta è identica a quella della Rowling “Kim, il barista, puliva boccali lerci con uno straccio altrettanto sudicio.” La cosa era voluta o ti è uscita spontaneamente? Okay, detto questo, torniamo alla storia. Finalmente ci viene presentato il protagonista. Egli a me ha fatto uno strano effetto: dapprima mi è sembrato un tipo molto calmo, ma subito sono stata smentita dalla rissa che ha nel bar con Kaito. Ho visto in lui un personaggio molto contraddittorio, che ben concilia il suo lato tenero, dolce e sensibile, molto attaccato alla sorellina Molly con il suo lato, diciamo, più oscuro e violento, che si manifesta nella sua voglia di sconfiggere a tutti i costi Majin-Bu, così come quella di uccidere il suo antagonista durante il secondo scontro che avrà con lui. Ad ogni modo, dopo la rissa avvenuta nel bar fra Takashi e Kaito, ci viene proposta una nuova riflessione del protagonista. Questa, a differenza della prima, si trova su un livello successivo: infatti qui l’idea di poter morire per mano (o meglio, per bocca) di Majin-Bu viene in qualche modo scartata per lasciare spazio, dapprima, alla contemplazione della città distrutta, che sfocia poi in un desiderio di vendetta e di rivalsa. Vendetta che mira, anche e soprattutto, al bene della sorellina di Takashi, Molly. E infatti, proprio di lei si parla dopo questa riflessione. Ella ci appare come una normalissima bambina di otto anni, impaurita dal buio, dai topi e dalla solitudine. A dire il vero, Molly ci appare addirittura troppo presa da queste piccole paure infantili per una bambina che viva in un’epoca così difficile… questo ancora una volta sta a dimostrare che l’uomo a tutto si abitua. Molto bella invece l’immagine di Molly che si sdraia sull’asfalto quasi fosse un prato ed osserva la forma delle nuvole in cielo. La bambina si aggrappa infatti a qualunque piccola cosa le possa permettere di rimanere legata alla sua giovinezza. Dopo il dialogo fra i due fratelli, ci viene proposta una nuova riflessione di Takashi che, mentre si allena, fa crescere sempre più dentro di lui la voglia di sfidare e sconfiggere Majin-Bu. Questa volta però il pensiero è spezzato dalla descrizione del duro allenamento del protagonista. Infine, seguendo una sorta di climax ascendente, dopo il secondo colloquio di Takashi con Molly, l’idea di poter realmente sconfiggere Majin-Bu si fa strada nel cuore del ragazzo e diventa una convinzione. Segue una parte che mi ha riportato alla mente una famosa frase del Galileo di Bertold Brecht e che mi ha fatto pensare. “Non esistono eroi, non esistono guerrieri pronti a rischiare la vita per la Terra./Inutile sperarci./Puoi contare solo su te stesso.” Brecht scriveva “-Unglücklich das Land, das keine Helden hat!- [...] -Nein. Unglücklich das Land, das Helden nötig hat.-“ (che tradotto suonerebbe più o meno così: -Sventurata la Terra,che non ha eroi!- […] –No, sventurata la Terra che ha bisogno di eroi.-) Qui mi pare che Takashi faccia riferimento ad un concetto simile, sebbene l’approccio alla cosa sia molto diverso. Brecht infatti, a mio modesto parere, intendeva dire, che la Terra è in un certo senso debole poiché, per sopravvivere, ha bisogno di ricercare continuamente una figura eroica, quando invece ognuno dovrebbe essere eroe per sé stesso e di sé stesso. Il tuo personaggio è invece una via di mezzo fra il pensiero di Brecht e quello che potrebbe essere il pensiero di colui che ritiene la figura dell’eroe indispensabile alla sopravvivenza: egli infatti desidera ad uno stesso tempo che la Terra abbia una figura eroica, ma, da un altro lato, credendo che questa figura non esista, è disposto a riprendere il pensiero di Brecht secondo il quale ognuno deve valere da eroe a sé stesso. Ma va beh, qui ci siamo un attimino dispersi! xD Torniamo alla storia. Nella parte successiva assistiamo alla lotta fra Takashi e Kaito. Il protagonista combatte con molta sicurezza, e tutto sembra giocare a suo favore fino a che il suo avversario non cerca di uccidere sua sorella. Il ragazzo salverà la sorellina, ma verrà ferito lui dal coltello dell’avversario. E allora quando, dopo aver ucciso e Kaito, Takashi capirà la gravità della ferita riportata, tornerà sui suoi passi e metterà in dubbio le convinzioni che erano nate in lui dopo le precedenti riflessioni. Sarà stato un bene essere così convinto di sé stesso e delle sue capacità? Il suo coraggio dove lo ha realmente portato? Il risultato di questo suo eroismo è stata la morte, la quale comporta, di conseguenza, il dover abbandonare la sorellina minore in balìa dei pericoli. Molly però si rivela essere una bambina fuori dal comune, e sarà proprio suo fratello a rendersi conto di questo. Questa parte, dove Takashi sembra quasi riuscire a vedere come sarà sua sorella nel futuro e che spera nella sua sopravvivenza mi ha riportato alla mente l’episodio dell’Iliade che più mi piace: il colloquio fra Ettore e Andromaca. Salvatore Quasimodo così traduceva Omero: “-Zeus, e voi dèi del cielo,/fate che mio figlio cresca e diventi come me/uno dei primi Troiani, pieno di forza,/e che regni sovrano su Ilio, così che qualcuno/possa dire di lui che torna dalla guerra:/“E’ molto più forte del padre”. E che porti/le spoglie insanguinate di un nemico e ne abbia gioia in cuore la madre.-” Bene, tu a questo punto di domanderai, che cosa abbia a che fare questo brano dell’Iliade con quanto scrivi tu. Ebbene, sia Ettore che Takashi stanno per morire e sperano che i loro cari sopravvivano a loro e diventino come loro. Ma in entrambi i casi questo desiderio, questa speranza non si avvererà: il piccolo Astianatte verrà gettato dalle mura di Ilio dal figlio di Achille, Neottolemo; mentre Molly verrà uccisa da uno dei raggi di luce di Majin-Bu. Assistiamo poi ad una brevissima scena dove sono presenti i personaggi creati da Toriyama, che però hanno un ruolo del tutto marginale. E, infine, culmina tutto in un finale drammatico, ormai definibile “alla Gan”: magnifico. Molto delicato. Cos’altro posso dire? Bellissima come sempre, complimenti. Ciao e a presto; Mia. p.s. Scusa se ci ho messo una vita a postare il commento, ma ho passato tutta la sera di ieri a stilarlo e alla fine non ero abbastanza lucida per correggerlo. xD

loryen
17/02/07, ore 22:38

Se la si può descrivere con una sola parola... terrificante. In senso buono, naturalmente. Toccante e sincera, è una storia originale e ben scritta, ben trattata... dal punto di vista di "un eroe dimenticato", come ce ne possono essere tanti, è vero... e Toriyama li accenna appena, ma tu hai reso loro un grande onore... Un lieto fine mai eh?

G-man
17/02/07, ore 21:42

Generalmente non commento le fanfics... però non ho potuto astenermi questa volta. Complimenti, sei un autore veramente originalissimo (l'hai dimostrato anche con quella su Gohan e Piccolo, e in quella di soli 100 vocaboli). Non ti mancano nè lo stile nè le idee eccellenti. Continua così, ti prego!

Nuovo recensore
17/02/07, ore 18:09

Fantastico, Gan! Devo ammettere che non aspettavo altro che una tua nuova, meravigliosa creazione. Sei riuscito a trasmettermi una marea di emozioni, come sempre. Ed in particolare ho provato molta Angoscia, la stessa che si può provare di fronte al presagio di una morte improvvisa. Premetto che a me Majin Bu non ha mai fatto particolarmente paura, anzi, mi è sempre stato simpaticissimo in tutte le sue forme, sia per il suo *colore rosa*, sia per le sue espressioni. Ma tu, con la tua storia, me lo hai fatto vedere sotto una nuova luce. Ti prego, sforna ancora qualche bella ff delle tue che non posso stare troppo a lungo senza! P.S: domani SCANNER! ;) Tu sai di cosa parlo, vero? A presto!

Recensore Master
17/02/07, ore 17:47

Molto bella! hai colto in pieno un aspetto importante. In realtà la cosa che mi affascina dei personaggi di Db (in particolare Goku e Vegeta) è l'umanità che a volte dimostrano, nonostante siano "diversi", sia nel bene che nel male. Ma spesso in Db ci si dimentica che c'è una "vera" umanità che fa da sfondo alla storia, che come dici tu è spesso negativa, o è malvagia o è debole. In un certo senso, con questa storia hai reso giustizia proprio ai personaggi di DB, dimostrando che l'eroismo è una prerogativa umana, tanto quanto la malvagità e la debolezza. E' un pò quello che succede ai nostri eroi, continuamente, durante la storia, non è la loro forza che li fa vincere, ma i loro sentimenti... Mi è piaciuta molto! Un bacione, lilac.

Recensore Master
17/02/07, ore 16:32

Allucinante. E non è un commento negativo. No. Finalmente si vede qualcosa che Toriyama, troppo occupato a farci vedere le imprese da fighi dei saiyan, non ci mostra: che non è necessario essere super potenti per essere eroici. Si può essere coraggiosi senza avere la potenza di un Vegeta, che tra l'altro, nel suo egocentrismo infantile, ha causato questa tragedia, anche se poi ha avuto il coraggio di cercare di rimediare, pur sapendo a cosa andasse incontro. Questo piccolo cammeo è l'eroismo alla Ken il guerriero, ispirato dall'amore per chi si ama, che in pochi guerrieri di dragon ball ho visto. Quindi, che dire... splendida storia.

Nuovo recensore
17/02/07, ore 15:15

Questa fiction fa piangere, soprattutto alla fine, quando Molly vede i raggi di Majin Bu e Takashi le dice di esprimere un desiderio. Comunque è molto bella, anche perchè la popolazione mondiale non ha proprio un ruolo fondamentale in Db a parte alla fine!^^''' Ciao!^_-