Recensioni per
Il Cavaliere e la Chimera
di KillerKing

Questa storia ha ottenuto 618 recensioni.
Positive : 615
Neutre o critiche: 3 (guarda)


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Recensore Master
19/05/15, ore 16:10

Ho finalmente cinque minuti 5 per leggere e rilassarmi. Mi avrai dato tu come altri per desaparecido hahaha ma cmq a sprazzi sono qua. Passando al capitolo come sempre superlativo. Mi è piaciuto il coraggio di barca è morto da eroe. Le parole di rosaline mi hanno davvero colpito credo che comincerò a ricredermi su di lei. Ha dimostrato risolutezza non boria stavolta peccato che sagittario Non sia d'accordo ma si sa lui ha una concezzione di giustizia tutta sua. Ora cosa accadrà? Un bacio e a presto il tuo fede le lettore e amico Denny sei grande 😄

Recensore Junior
16/05/15, ore 21:03

Sono di nuovo in pariiiiiiii! \^o^/ Spero di essermi completamente redenta con quest'ultima recensione, ho recuperato tutto! *hero* Prometto che non rimarrò più indietro, quanto è vero che adoro Alexander, o non potrei più arrogarmi il diritto di considerarmi vostra figlia acquisita.
Bene, terminati i convenevoli mi accingo a commentare.

Woah, che capitolo sconvolgente! È successo proprio di tutto nel giro di quella che effettivamente credo sia un'ora scarsa.
Hai alternato i due fronti di battaglia in maniera magistrale, sei riuscito a condurre dialoghi e azioni senza mai far perdere il filo del discorso al lettore fra un paragrafo e l'altro e tutto si è amalgamato in un continuum d'avvenimenti i cui contorni indefiniti non fanno avvertire alcuno stacco.
Cercherò di procedere con ordine, anche se le me è in tumulto e ancora freme sul divano dopo la lettura, ma non te lo posso assicurare perché questo capitolo è come un urlo che si espande a macchia d'olio in ogni fibra dell'essere man mano che all'iniziale grido di Barca si aggiungono le grida di tutti gli altri personaggi, anche quello muto di Musashi. Una tale cacofonia di suoni lascia storditi e concorre ad aumentare il forte pathos di cui è pregna ogni singola parola.

Tipico dei nemici sottovalutare l'avversario solo perché davanti a loro si para un ragazzino, Ares non si dimostra meno stolto; calzante anche lo scetticismo di Hector, che rappresenta il tipico San Tommaso che non crede finché non vede e di certo gli Spiriti non gli si sono mai palesati. Comunque è lampante persino per lui che fidarsi del compagno è l'unica possibilità imminente di vincere lo scontro. L'ululato grottesco del Capricorno quando infine lo infilza con la freccia è venato di un'acuta disperazione: si vede che ormai è al limite, non ce la fa più, ha visto troppo durante lo scorrere di quella cruda giornata e molte sue certezze sono state minate, anche se non a livello di quelle del Sagittario. Focalizziamoci quindi proprio su quest'ultimo.
La strategia d'Athena era già precedentemente foriera della definitiva spaccatura fra l'autoritaria dea e il retto paladino. Il lancio della freccia dorata segna l'apice della vicenda, racchiude in sé l'inquietudine più nera ma anche un senso di liberazione, perché fino all'ultimo si è portati a chiedersi se il cavaliere la scaglierà o meno. Io stessa stavo in apprensione davanti al pc, urlando dentro di me: “Ti prego Vaios, scaglia quel dannato dardo!” L'incertezza che lo rode come un tarlo era d'obbligo, dubitare in questo caso è per lui l'unica strada percorribile dopo le indegne azioni, nella sua ottica, che è stato costretto a compiere in un così breve lasso di tempo. Il Gold è svilito dal fatto che il suo ideale di Giustizia non collimi con quello che per lui invece ha sempre rappresentato Athena.
Stavolta Vaios non mi ha fatta impazzire, sarà perché concordo con la maggior parte del discorso di Rosaline; benché io ritenga la decisione di segregarlo a Capo Sounion forse un po' estrema, con rammarico convengo nel pensare che era quasi necessaria. Non mi aspettavo certo la sua prigionia come risvolto, ma immagino che la francese sia satura di sentir questionare le sue decisioni e vedere saints che le si ribellano, chi apertamente come Harlan di Pegaso, chi ideologicamente come il Sagittario. Tutti bravi a venerarla quando si comporta in maniera munifica e benevola, ma al contempo subito pronti a criticare le sue scelte se non sono popolari. Come dice Rosaline stessa, Vaios avrebbe preferito veder decimate le truppe? E per cosa poi? La vita di Barca allo stesso modo di quella dei guerrieri di schiatta inferiore è devota alla virginea dea e si sa che questo cammino porta quasi immancabilmente alla morte in battaglia. Egli addirittura ha contribuito a sigillare un dio, mica pizza e fichi! Forse il virtuoso custode della Nona Casa si sarebbe sentito meglio e con la coscienza pulita se prima dello scontro avesse scorto Athena dispiacersi, magari versare lacrime nell'approntare il piano che pur richiedeva il compiersi del sacrificio della Vergine? In questo mi risulta assai ipocrita e l'invito della donna a farsi prete è una frecciatina che va ben oltre il semplice sarcasmo, è una pura e cruda constatazione della sua inadeguatezza come saint.
Cavolo, non pensavo sarei arrivata a parteggiare così apertamente per la capricciosa francesina O___o Ristabiliamo lo status quo. Nonostante la malinconia che ammanta le ultime righe del capitolo, la frase finale lascia adito a molti dubbi riguardo i sentimenti di colei che le pronuncia: è Athena che parla, nella consapevole ottica di essere l'estremo baluardo per la difesa della Terra, oppure è Rosaline, che si sente in diritto di essere così megalomane perché racchiude in sé lo spirito di una divinità? Ciò getta un'ulteriore ombra su un personaggio già di per sé assai difficile da inquadrare.

Non prendermi per malata, ma stravedo per l'immagine dell'essenza di Ponto che si propaga a Rodorio dopo l'esplosione del corpo di Barca sotto forma di liquido salmastro. Nella mente del lettore prende forma uno tsunami di emozioni allo stesso modo in cui l'antica divinità marina si erge per soverchiare le fiamme propagate da Ares nella cittadina. Molto teatrale.
Anche la freccia d'oro rappresentata come cometa che vola troppo bassa fa il suo effetto.
Altro momento top: la concitata situazione creatasi quando Musashi punta le spade contro il parigrado, con Iulius che gli ordina di rinfoderarle e la voce isterica di Rosaline che si sovrappone mi stava quasi procurando il mal di testa! Credo l'effetto sia voluto e devo dire che mi piace come siparietto, anche se è tutto tranne che una situazione comica x)
Piccolo appunto: a metà capitolo hai scritto “mantenenne” invece di “mantenne” quando Hector assume la posizione fetale. E poi c'è scarificate e non sacrificate. Mi pareva di aver scorto una terza sbavatura, ma al momento non la trovo :S Anche se so che il tuo tempo per scrivere e ricontrollare gli scritti si sia molto ridotto dopo la nascita della mia adorata sorellina attento a questi errorini, non inficiano sulla qualità dell'opera però sono dei minuscoli nei antiestetici a cui puoi facilmente porre rimedio :)

Che altro aggiungere ancora, se non i miei più estasiati complimenti? Ogni capitolo si schiude davanti agli occhi come una conchiglia in cui ci si augura di trovare una perla rara e tu non deludi mai. Il lettore non è mai preparato di fronte al dipanarsi della trama, forse neppure il narratore si rivela così onnisciente delle vicende riportate, perché ogni volta traspaiono sentimenti contrastanti e una velata imprevedibilità riguardo il futuro. Trascini tutti in un vortice di trepidante attesa e somme aspettative, che mai disattendi; questo fa di te un Autore con la A maiuscola. Se penso che finalmente fra una settimana sarò da voi il mio cuore batte a mille per la gioia, come dico sempre a mamy mi mancate un sacco T___T Continua su questa luminosa via, che i riscontri positivi ormai piovono da tutte le parti e te li meriti! Un abbraccio grande grande <3

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:57

Ecco, io mi prodigo a rimettermi in pari per bene ed proprio quando mi avvicino alla meta tu aggiungi un altro capitolo. Fuk! u.u

Dunque, non ho molto da dire (no, non è una frase di circostanza che smentirò con un papiello inaspettato xD). Questa parte presenta un ritmo lento della narrazione e si legge con scioltezza, calma il lettore dopo i molteplici colpi di scena e gli scontri sanguinari che si sono susseguiti incessantemente da quasi una decina di capitoli ad oggi.
Dopo un rapido volo di falco sopra Rodorio, giusto per tenerci aggiornati sulla sorte di Hector ed informarci dell'entrata in scena di Barca della Vergine nella battaglia contro Ares, ecco che sposti l'occhio sul Santuario.
Ti sei soffermato molto sulla figura di Vaios e le sue impressioni. Egli si dimostra molto coerente con l'idea del Sagittario che ci è stata proposta negli anni in tutte le serie di Saint Seiya, ma tu l'hai reso molto più gradito. Il mio lato “Yuuri” devo ammettere che trova apprezzabile questo nobile uomo, ma sono pronta a smentire qualsiasi tipo di affermazione in tal senso di fronte a mamy :P
Mi hai gradevolmente stupito con l'outing di Liam, l'hai trattato con la giusta sensibilità e non appare per nulla fuori luogo né un dettaglio fine a mero fanservice (se mai qualcuno osasse avanzare una tale accusa lo sbrano).
La veloce carrellata sull'attraversamento delle Dodici Case rivela alcuni succulenti particolari.
In primis il gioco di sguardi fra i due compagni alla Terza Casa e la reazione di Vaios a quel sorrisino che descrivi in maniera sublime con degli aggettivi in netta antitesi ha alzato la temperatura della stanza all'improvviso, soprattutto per l'accenno di follia che guizza nell'animo del piccione dorato quando immagina di far sputare la confessione al suo parigrado assieme al sangue *tira fuori un ventaglietto per farsi aria* Una scazzottata fra i due saints ci sarebbe stata benissimo, la sola idea mi esalta, ma capisco che quello non fosse il luogo né il momento adatto.
Dopo qualche riga compare l'altra gemellina del cuore, Diana, che enigmatica come una sibilla pronuncia quella frase con voce atona ma dal tono ineluttabile tanto che la mia schiena è stata percorsa da un brivido. Desidero assolutamente scoprire al più presto cosa le è successo, la mia curiosità su questo personaggio ha raggiunto picchi vertiginosi. Il mistero che ammanta la sua figura mi tormenta dal fatidico capitolo otto, ma, nonostante le circostanze creino un'occasione di condivisione con Vaios, non credo che sarà quest'ultimo a svelarlo.
Passiamo quindi proprio alla Casa di cui è custode il protagonista di questo episodio. Miriam, eh? Quella semplice allusione allo scambio di battute cui avremmo potuto assistere se i due fossero stati soli mi ha fatto partire un filmino in cui l'integerrimo Sagittario è tutto tranne che un santo, uhuh! Mi aspetto maggiori informazioni in futuro sull'Amazzone della Freccia.
L'arrivo alla Tredicesima mostra un inedito Gran Sacerdote, Rosaline invece non si smentisce ed anche in questo caso Vaios è costretto ad ingoiare la bile a causa dell'atteggiamento della dea nei suoi confronti.
Hai orchestrato ogni scena ed i vari personaggi in un'escalation di emozioni e tensione culminata proprio nel luogo più elevato del Santuario, nel momento in cui tutte queste sensazioni idealmente convergono sulla punta della freccia dorata del Sagittario, facendo così trattenere al lettore il fiato finché essa non verrà scoccata. Vado a procurarmi una bombola d'ossigeno ;D Kissotti a te e alla mia sorellina bella :*

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:56

Non ho parole per descrivere Harlan se non un vecchio detto: “Io lo so chi sei tu: un coglione!” xD
In questa scena, che vede fronteggiarsi due dei saints che di solito mi stanno più antipatici, parteggio nettamente per Vaios. Il discorso dell'ex cavaliere di Pegaso non ha alcun senso. Per un attimo mi sono quasi ritrovata a criticarti per aver addotto al suo rinnegamento motivazioni così misere, ma tutta la parte a seguire, fino alla sua umiliazione completa, mi ha fatto capire che proprio lo volevi rendere così, stupido ed oltremodo odioso! E come al solito sei riuscito nel tuo intento :)
Ho apprezzato la tua spiegazione al fatto che il potere e la nuova Surplice donatigli da Hades non abbiano potuto nulla contro la salda fermezza del Sagittario, proprio perché la forza di un paladino risiede nelle sue intenzioni e ideali (ciò è un po' ridicolo se paragonato a certi atteggiamenti di altri cavalieri, quali appunto Febo o Hector, ma penso la loro forza sia anche data dal fatto che l'attuale Athena apprezza uomini del genere e quindi essi sono forti di agire col benestare della loro dea).
A mio parere, visto come l'hai tratteggiato, è comprensibile il perché il Custode della Nona Casa si senta in colpa per non aver intuito dai suoi incontri con Harlan quanto l'immagine che aveva di sé il ragazzo fosse “deviata” dalla giusta consapevolezza che egli avrebbe dovuto avere del suo ruolo.
Sai che anch'io nutro un disprezzo profondo nei confronti dei suoi successori, ma ritengo tu abbia fatto bene almeno in ultima battuta a far sì che Pegaso si comporti degnamente e cerchi morire da cavaliere. Ma ecco che subito a smentirmi compare lei, la nostra ilare (ehm...) Athena, decisa a non concedergli neppure quell'ultimo straccio di onore.
Rosaline, se da una parte può schifarmi per la sua superiorità così ostentata, dall'altra mi è piaciuta fuori misura. Si poteva presentare anche non bardata di tutto punto (so che deve prepararsi ad un eventuale scontro con Ares, ma poteva anche indossare la God Cloth più tardi no?), però immagino abbia voluto mortificare il suo ex-sottoposto ancora di più così, parandoglisi di fronte in tutta la sua altera e divina bellezza, come secondo le parole del Sagittario: “vestita di quell’Armatura sconosciuta e traboccante potere, Rosaline aveva ormai travalicato del tutto la condizione terrena.”
Hai voluto farla incazzare? E mò son cavolacci tua pezzente! u.u
Il comportamento della dea è azzeccatissimo e quanto dice la giustifica pienamente: l'affronto da lei subito travalica ogni altro possibile atto di tradimento, tanto più viste le futili scuse dietro il gesto di Harlan, il quale è solo un bimbetto stizzito perché pensa di essere più importante degli altri e di non ricevere la giusta considerazione. E ha pure il coraggio di ribattere in maniera sfacciata! Se non l'avesse fatto Athena, mi sarei premurata io stessa di ucciderlo in sogno nei modi più fantasiosi. Ammetto di aver scoperto in me una vena leggermente sadica nel leggere la fine che gli ha riservato u.u La punizione inflittagli inoltre è la più adatta a lui.
Di particolare effetto l'immagine di Pegaso onanista compulsivo, lì sono schiattata dal ridere xD Harlan ha pagato caro il suo voltafaccia, causato poiché era preda di biechi istinti che mal si sposano con la causa per cui doveva lottare. Lungi dal me voler rinnegare l'umanità dei saints, sono uomini anche loro e con una come Rosaline in giro per il Santuario figurati se gli ormoni possono essere tenuti a bada, però è proprio la sua sfacciataggine quella da biasimare. Nella sua mente malata si immagina come l'unico in grado di portare la sua Signora alla vittoria (quando evidentemente non è così secondo me) e quindi ritiene tutto gli sia dovuto, mentre lo sprone per spingerlo a combattere avrebbe dovuto essere l'assai più nobile salvezza della Terra. Si è rivelato un vero minchione e indegno possessore di una Cloth. In relazione a questo mi ha ricordato un sacco Pegasus ne “La mamma di Crystal” che scalava le Dodici Case solo per il divin sedere di Saori!
Bien, non mi sembra il caso di sprecare altro tempo e parole per un simile soggetto; non voglio ragionar oltre di lui, guardo e passo al prossimo capitolo u.u

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:56

L'atmosfera si stava facendo troppo fredda e opprimente ad Asgard? E torniamo a Rodorio allora, che il tempo è una meraviglia! Portiamoci pure della carne per organizzare una bella grigliata, che Ares ha acceso un fuocherello niente male e risparmiamo su legna e diavolina, con buona pace anche del nostro lato ecologista! Stendiamo un variopinto plaid sul tetto di una delle case ancora in piedi e godiamoci quindi lo scontro banchettando con lujaniis e del buon frico.
Hector qui si dimostra uno stupido ad attaccare frontalmente il dio senza criterio, perché la disparità nei rapporti di forza fra i due è palpabile; lo scarto è tale che Ares riesce pure ad incrinargli la Cloth. Panico! Ecco quindi pronta, nella miglior tradizione saintseiyana, un'analessi che riprende un episodio della vita del giovine Capricorno, avvenuto all'epoca del suo addestramento (simili certezze per un fan della serie vanno mantenute, grazie *asciuga una lacrimuccia di commozione dal volto*). Qui si viene a conoscenza dell'insegnamento impartito dal vecchio Custode della Decima Casa a quello attuale riguardo il concetto di Giustizia, così scopriamo come mai l'andaluso risulti un “simpaticissimo” Chef Tony con manie di affettamento indiscriminato e portatore di un'idea tutta sua di come agire per il Bene (riferimento alla decapitazione del fanciulletto nel capitolo 34). La relatività delle convinzioni del saint va a braccetto verso uno splendido sposalizio con il suo orgoglio smisurato per dar vita ad un annicchilimento di proporzioni epiche, ben sottolineato dalla frase “tali erano stati i comandi impartiti da Madamigella Rosaline. E lui avrebbe preferito farsi annientare piuttosto che disattenderli”. Mi aspettavo a questo punto che la battaglia riprendesse un po' della verve che mi aveva fomentato la prima volta che hai messo di fronte queste due teste calde, invece sono rimasta basita dal gesto impudente di Ares di spogliarsi prima e di urinare in faccia al cavaliere quando egli si trova a terra stremato poi. La crudeltà sprizza da tutti i pori (xD) che è un piacere, anche se mi disgusta alquanto.
Ora però, momento elucubrazioni: capisco che i Capricorni siano persone dalla testaccia dura (e ne ho conosciuti altri a parte te papy), ma immagino Hector sia al corrente dei miti sugli dei; ancor più in quanto paladino d'Athena dovrebbe sapere come la sua dea protettrice abbia sempre avuto ragione del dio della guerra grazie all'astuzia piuttosto che con la forza. Possibile non faccia altrettanto?!? *sbash* In futuro mi auguro perciò che il saint, nonostante le provocazioni di Ares, metta in moto i criceti assopiti nel suo cervello e trovi il modo per mettere davvero in difficoltà il divin avversario.

Il passaggio da tempi verbali coniugati al passato a quelli in forma presente dopo lo stacco di metà capitolo accompagna adeguatamente i lettori verso la dimensione onirica in cui si muovono Barca e lo Spirito, rende subito l'idea che la scena cui assistiamo non ha collocazione temporale definita e le azioni avvengono tramite proiezione astrale.
La comparsa del leopardo e la sua successiva trasformazione è stata di un'eleganza sublime, il tuo stile si è dimostrato sinuoso e fluido quanto il nobile felino in tutto il brano a venire.
Hai affrontato con delicatezza e discernimento argomenti assai profondi ed io mi trovo in sintonia con la visione che hai fornito del Fato. Apprezzo quando nel racconto ci metti il tuo tocco personale.

La parte in cui lo Spirito dice al giovane cavaliere “Magari l’Universo stesso non è niente più che il sogno di qualcun altro” mi ha ricordato un po' gli invocatori di Final Fantasy X ^^
Ancor più però ha richiamato alla mia mente alcuni approfondimenti svolti durante le superiori riguardo le tribù dell'Australia. “Dreamtime” o “Dreaming” (tradotto in italiano “il Tempo del Sogno” o “il Sognare”) è il termine con cui dopo la colonizzazione si è ridotto l'intero sistema di credenze religiose degli indigeni australiani, fatto invece di una tale molteplicità e ricchezza semantica, di parole che da sole esprimevano articolati concetti astratti atti a incorniciare la particolare struttura epistemologica, cosmologica e ontologica propria di quelle popolazioni, che ha richiesto tutta una “terminologia satellite” per far comprendere questi fattori. Infatti i termini correlati al campo semantico del sogno non riescono a catturare la complessità degli assunti originali, ne enfatizzano meramente gli attributi magici, fantastici e illusori e rendono così in maniera riduttiva quello che per gli Aborigeni invece è realtà, religione e la Legge. Il Sognare rimanda ad un continuo ed eterno processo che implica il mantenimento delle forze vitali, rappresentate o simboleggiate da persone, spiriti, altre specie o fenomeni naturali, quali rocce, sorgenti o costellazioni per esempio. Secondo Jeannie Herbert Nungarrayi, insegnante e membro della tribù Warlpiri, “Jukurrpa (termine in lingua warlpiri tradotto con “Dreamtime”) è un concetto onnicomprensivo che stabilisce norme di vita e un codice morale, in aggiunta a regole per interagire con l'ambiente naturale. La filosofia alle spalle è di tipo olistico […] È importante capire che, per i Warlpiri e le altre popolazioni aborigene che vivono in remoti insediamenti aborigeni, il “Dreamtime” non è qualcosa relegato nel passato, ma si tratta di una realtà quotidiana”.
Senza soffermarmi troppo sulle nozioni accademiche (per scrivere questo pezzo di recensione non mi sono basata unicamente sulle mie memorie di studentessa, l'altra fonte è un interessante articolo di Christine Nicolls pubblicato su “The Conversation”, nel caso ti interessi), gli Antenati sono associati alle forze vitali e ai poteri di creazione, la conoscenza dei quali a volte veniva comunicata alle persone tramite sogni. Erano esseri dalle grandi capacità, in virtù delle quali potevano creare o distruggere, trasformarsi in qualunque cosa desiderassero, modificare l'architettura dell'ambiente e curare. Seguendo un “sogno” di genesi, diedero forma al territorio e origine ad ogni specie vivente, fornirono modelli o sagome per tutte le attività umane e non, comportamenti sociali, etici e morali; una volta terminata la loro opera si trasformarono in elementi della creazione nel cielo o in terra, ritirandosi in certi luoghi di particolare bellezza che ancora vibrano dei loro poteri.
Il Sognare però è anche qualcosa che va ben al di là di ciò che è presente sul nostro pianeta: è una dimensione senza tempo, nella quale coesistono diverse realtà, ed è onnipresente, ovvero esiste parallelamente alla nostra realtà, tanto che vi si può anche introdursi avendo il potere per farlo. Uno sciamano abile nell’accedere al Sognare può entrare tramite esso in ogni tempo e piano di ogni mondo possibile. Oltre ad essere una dimensione atemporale ed un ponte fra diverse realtà, il Sognare è anche un livello di grande saggezza: la gente sapiente delle tribù sapeva come accedervi e trovava in esso le risposte a qualsiasi problema affliggesse l’individuo o la comunità.
Il "sognarsi" in terra degli Antenati Creatori non è una metafora infantile. Secondo la cultura tradizionale infatti il sogno ha un grande potere e la padronanza del medesimo dà la possibilità di entrare consapevolmente in altre dimensioni. Se la capacità di chi vi accede è sufficiente, è anche possibile rimanervi ed operarvi coscientemente, cosa che può essere messa in pratica soltanto dagli sciamani con un enorme potere.
Ho letto il viaggio di Barca e dello Spirito che lo guida allo stesso modo, riscontrando molte analogie: il tutto avviene su un piano puramente spirituale, perché solo l'anima del saint della Vergine è giunto in Egitto, eppure le sue azioni si ripercuoteranno a livello reale. Lo so che il ragazzo è africano e non australiano, spero questo collegamento non ti sia sembrato fuori luogo, ma visto che era un mio punto di vista mi è sembrato giusto esporlo. Spero di non averti tediato con i miei bla bla bla, però sia mai che possano portare a qualche nuovo spunto ^^

Stavolta non so dare spiegazione e tanto meno capisco il nesso fra Egitto e Titani, ma non ho proprio la forza di scervellarmi ora sinceramente, soprattutto perché non sono certo ferrata in ambito kemetiano. In compenso mi hai fatto venire ancor più voglia di leggere Episode G di quanta già non ne avessi prima!
Il botta e risposta all'interno della cripta mi è piaciuto assai, soprattutto quando culmina nella presa di coscienza di Barca e lo Spirito lo chiama per nome, riconoscendolo infine come una persona matura e non più “bambino”. Non vedo l'ora di scoprire cosa ne sarà di lui!

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:56

La Salsiccia dell'Amore, ahahahahahahahah!! Quanto tempo T.T Riaffiorano in me ricordi di ruolate in cui si tentava vanamente di pucciare il biscotto e ci si scompisciava dalle risate xD
Il modo di fare strafottente di Cyd stavolta gli salva il tornito deretano, per fortuna che la sua tattica ha funzionato contro Violate. Lei la adoro in quanto guerriera forte e indomita, ma come donna mi scade alquanto in basso. Mi ricorda un po' Misa Amane di Death Note per la sua ossessione nei confronti della Garuda, le sta bene che proprio la troppa adorazione per Aiacos l'abbia fregata e sia stato l'elemento determinante alla sua sconfitta. Reagire così di fronte a tali provocazioni indica forse la presenza di una codina di paglia?...
La parte più esaltante dello scontro però è l'immagine della bionda donna che si palesa al God Warrior quando sta per cedere ed il richiamo a Hrist. Non vedo l'ora di saperne di più sulla prima (anche se mi sono già partiti i filmini :P) e spero che mia figlia abbia la decenza di mostrarsi presto ad Asgard visto tutto il marasma scatenato in città dagli specter!

Spostandoci a Villa Mizar, sono contenta tu abbia dato un nome ad alcune delle ragazze che si trovavano nella magione di Cyd, le rende meno vittime anonime e ci si sente in qualche modo più vicini a loro. Mi spiace per la fine di Annika, Smilla e ancor più per quella di Grethe ovviamente; anche se la loro presenza è stata marginale secondo me sono state preziose. Il tuo è un affresco (riferendomi alla storia in generale) di tali proporzioni che è impossibile affezionarsi ad un solo personaggio o ad una sola fazione: in ogni luogo e in ogni lago dissemini un qualcosa, varie sfaccettature per cui ognuno ritrova un pezzettino affine a sé.
Con la morte di Smilla per Algheb diciamo che si è creata una situazione di comodo, perché non si trova più di fronte alla “scelta” fra Anja e l'asgardiana. Non ho dubbi sul fatto che in ogni caso avrebbe scelto la prima, però i pensieri che gli hanno sfiorato la mente al suo ricordo (ancor più delle parole di Cyd verso la fine) fanno ipotizzare che fra i due ci sarebbe potuto essere un coinvolgimento emotivo pari a quello sessuale. Ma rifacendomi alle riflessioni finali della mia recensione precedente ora mi chiedo come si porrà il cavaliere: si ritroverà a classificare l'incontro con la norrena semplicemente come esperienza di vita? O gli sovverrà mai in testa la domanda su come sarebbe potuta andare se lei fosse ancora viva? Anche perché Reina rimane una specter di Hades e se i saints sconfiggono il suo Signore, beh... meglio non mi dilunghi anzitempo in supposizioni e voli pindarici sulle vicende future, altrimenti cadrei in un abisso composto da innumerevoli “what if...” che non gioverebbero al mio cervellino contorto.

Bravo fesso Perseo! Ma perché ogni volta deve far sapere a tutti qual è il suo potere peculiare, col rischio che qualcun altro nei paraggi (nemici in primis) lo scopra? Basta, non so più neppure come commentare la sua stupidità in simili frangenti -.-''
Poi le situazioni di stallo fra due contendenti, in cui uno chiede all'altro di aver salva la vita in cambio di qualcosa, mi fanno quasi venire i nervi. A parte che il cavaliere non può rendere il processo di pietrificazione reversibile, ma anche se fosse si ritroverebbe comunque nei casini: se libera lo specter figurati se quello non ne approfitta per tirargli qualche brutto tiro e non è neppure detto che gli racconti cos'è successo veramente alla sua amata, potrebbe inventarsi o modificare alcune parti con la scusa “che motivi avrei per mentirti?” (in cui cascano solitamente tutti, ma secondo me ce ne sono eccome di ragioni per dire una bugia al proprio avversario anche se si è alla sua mercé); d'altro canto se anche gli dicesse “ti libero solo se parli”, non avrebbe senso che lo specter dicesse alcunché senza essere prima sicuro di aver salva la vita, anche se il paladino d'Athena gli dà la sua parola (vai a fidarti, seeee...). In ogni caso secondo me temporeggiare così era un rischio che Algheb non poteva permettersi di correre, neppure per ottenere informazioni su Anja, alla luce del fatto peraltro che non poteva sapere a priori se il Negromante gli stesse dicendo la verità o meno. Imho è stato un po' avventato e già mi immaginavo che tutto sarebbe andato a rotoli concedendo a quel verme di Byak di vivere ancora, ma gli è andata bene due volte 'sto giro, avendo ottenuto delle notizie importanti per la causa di Athena.
Devo ammettere però che in generale mi ha soddisfatto il comportamento tenuto da Perseo durante tutto il capitolo, sta crescendo. Ma non ti esaltare piccoletto, non mi sei ancora tanto simpatico u.u
Infine ti segnalo due miseri errorini ortografici: hai dimenticato di accentare il verbo nella frase “Né ciò che ti è stato fatto” e poi, quando Algheb sta per uccidere Byak col coltello, hai scritto “un angoscia” senza apostrofo (questo più grave u.u).
Sappi che se non avrò altre info su Asgard prima di venirvi a trovare, ti torturerò per avere qualche spoiler! Ovviamente mi aspetto che al risveglio della nuova regina si dia il via ad un laido festino, altrimenti potrei spucciosirmi u.u

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:55

Oh Asgard, mia prediletta patria, in che guaio ti trovi T.T

Purtroppo non penso di avere molte parole da spendere su questo capitolo, primo perché dopo il papiellone scaturito nel precedente a causa della disamina su Excalibur ho esaurito le energie, secondo perché qui più che di azioni si parla di impressioni. Sia chiaro, io amo le parti riflessive tanto quanto quelle piene di fatti, a volte anche le preferisco in quanto le elucubrazioni mentali sono il pane quotidiano dei Pesci, però in questo caso mi sembra quasi che le parole siano vane.
Cosa si può commentare di fronte ad una tragedia di tale portata? Mi sento a disagio come quando devo fare le condoglianze a qualcuno. Da che parte cominciare, cosa dire senza risultare banale, inopportuna eppure confortante? Semplicemente non posso, non ci riesco.
Quindi non mi dilungo sulla ridda di emozioni scatenatesi nel mio cuore, penso che i tuoi personaggi da soli abbiano già espresso tutto il necessario. La reazione del soldato giunto da Palazzo Polaris tocca l'apice della drammaticità facendo velare gli occhi ai lettori ancor prima di leggere il prosieguo della vicenda e qui rinnovo i miei complimenti alla tua capacità di destreggiarti nel tratteggiare i sentimenti umani posti in simili contesti cruenti. Nulla appare artificioso e le parole sono misurate e adeguate alla situazione. Ci sta anche il commento ironico di Alexander, benché esso strappi solo un sorrisetto amaro e non riesca a squarciare neppure per un attimo la cappa di opprimente angoscia che pervade l'intero capitolo.
Io sono una pippa con le citazioni, però la scena nella camera da letto del principino mi ha ricordato in qualche modo una scena del film “L'alba dei morti viventi”: nel centro commerciale c'è una coppia e la ragazza è incinta, però essendo stata ferita da uno zombie il compagno sa che è destinata anche lei a diventarlo, comunque lui non vuole rinunciare al figlio, per cui nasconde la partner in un negozio di giocattoli e la tiene legata in modo che non possa far del male a nessuno. Quando infine partorisce, si vede chiaramente il bambino in versione zombie con gli occhi lattiginosi. Che impressione quella scena, non dimenticherò mai quello sguardo. Posso capire lo stato comatoso in cui Siegfried versa alla vista del figlioletto trasformatosi in un mostro. Sarò stupida, ma gli zombie rimangono una delle mie paure più grandi, la sola idea mi paralizza.

La risposta sdegnata di Hagen quando Cyd gli impartisce ordini è uno spettacolo: non mi aspettavo nulla di meno da lui, borioso al pari della tigre del nord, ma in maniera differente. Certi retaggi sono duri a morire, anche nelle situazioni critiche. Ovvio che poi al caro Mizar tocchi giocare d'astuzia, facendo leva sulla vanagloria che contraddistingue il cavaliere di Merak, per riuscire a farsi ascoltare da quel testone!
Mi fa piacere vedere come Cyd si preoccupi per le ragazze nella sua residenza. La frase “se il loro popolo le ha abbandonate, io non lo farò” richiama alla mia mente tutta una serie di commenti che potrebbero far partire una discussione sul come le persone perbeniste mantengano le distanze da ragazze considerate poco di buono e le ritengano inferiori a loro, con una vita di poco valore e quindi meno degne (in questo caso di essere salvate), relegandole così spesso davvero ai margini dai quali potrebbero e dovrebbero essere tenute lontane, ma poi mi salirebbe l'Isis (cit.) e non è il caso né la sede adatta.
Concludo quindi con una piccola considerazione su Algheb. Lo spaesamento provato dal saint accorgendosi che, per quanto lui abbia sempre in mente Anja, ora nei suoi pensieri il posto della Chimera è stato preso da Smilla, mi ha quasi acceso un campanello d'allarme in testa. Che tipo di uomo è? E intendo proprio l'accezione umana, tralasciando il fatto che lui sia un paladino d'Athena. Si è innamorato a prima vista di Reina, come può giustamente accadere perché, oltre che bella, l'hai descritta come una guerriera forte ma giusta, una ragazza passionale e “positiva”, in quanto riesce ad agire nobilmente nonostante tutte le avversità cui va incontro (tutti i lettori ci si sono affezionati penso); poi all'improvviso ecco che compare sulla sua strada un'asgardiana, con cui ha involontariamente (almeno in parte) vissuto l'avventura di una notte, ed eccolo concentrarsi unicamente su di lei. Ora, ciò è dovuto al fatto che Smilla si trovi in pericolo e giustamente voglia salvarla o sarebbe accaduto anche se ad Asgard non stesse succedendo tutto quel casino? Penserebbe a lei solo come ad uno sbandamento di percorso, un qualcosa di cui vergognarsi nonostante non abbia alcun legame effettivo o dovere nei confronti di Anja, oppure si ritroverebbe a richiamare le dolci memorie di quella notte passata assieme con una punta di nostalgia? In fondo Algheb è ancora un ragazzino senza alcuna esperienza di relazioni amorose alle spalle, per di più cresciuto all'interno del rigido contesto del Santuario, in cui certi rapporti se non vietati sono comunque considerati una specie di tabù e vengono consumati nel più assoluto riserbo. Per di più come hai precisato nel capitolo “non era ancora diventato così cinico da pensare a lei e a quello che avevano condiviso come ad un qualcosa senza nessuna importanza”; quindi che peso gli darà?
Non voglio muovere alcuna critica a come hai dipinto questo dualismo nel giovane Perseo (o magari il mio discorso non c'entra una beneamata ceppa e me lo sono immaginata solo io xD), anzi sono certa rientri nella tua grande visione di realismo, ma sai quanto so essere pigna!
Vediamo se riesco a trovare risposte andando avanti con la lettura. Un abbraccione ^^

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:55

Bene, passata l'abbuffata di cibo a Pasquetta, torno a saziarmi di buone letture proseguendo con i succulenti capitoli della tua storia (mi sto finalmente avvicinando al pareggio *.*)
Prima di soffermarmi sulle vicende costì narrate, voglio spendere qualche parola sul lessico di alto uso presente soprattutto nella parte iniziale dello scritto. I termini tecnici da te adoperati, quali loriche, oplita, panoplia, fanno intendere che quanto scrivi non sono argomenti riguardo i quali non hai alcuna cognizione di causa (come capita ad altra gente che scambia la mitologia di Saint Seiya per quella ufficiale o non si informa manco su ciò che scrive, rendendo il racconto paradossale, ma glissiamo...), bensì denotano una padronanza di linguaggio eccelsa accompagnata dalla tua cultura in materia di antichità e affini. Rendono forse un po' difficoltosa la lettura a chi non è avvezzo a certe parole, ma proprio se uno è puntiglioso e va a cercarsele al momento sul dizionario perché vuole capire meglio come si svolge la scena descritta, dato che nel complesso il tutto si intuisce adeguatamente.
Oltre al campo semantico tipico di guerrieri e corazze a cui attingi, se ne ritrova un altro ancor più pregnante, quello della distruzione. Esso richiama proprio il senso di deflagrazione cui si assiste e ci si aspettava di trovare con l'entrata in scena del rissoso Ares e le sue lingue di fuoco biforcute (qui spenderei un'intera recensione solo elencando tutti i doppi sensi in cui Rosaline potrebbe trovarle gradevoli, ma sono una figlia giudiziosa. Laida, ma con senso della misura u.u). Tornando alla devastazione di Rodorio, sembra proprio di trovarsi all'interno di un disaster movie dell'Asylum e sai quanto io adori tali capolavori!

“Nessun addestramento da Cavaliere, pensò furioso ed angosciato insieme, sarebbe stato bastevole per dar loro il potere di fronteggiare la sequela di avvenimenti che erano accaduti.”
Oh eccolo qui, finalmente esplicitato in tutta la sua crudezza! Mi fa molto piacere che tu abbia voluto rimarcare un particolare magari banale, ma da cui spesso veniamo tratti in inganno (io per prima ammetto di averlo messo da parte molteplici volte accusando Algheb di essere immaturo e fondamentalmente un pirla, ma che ci posso fare se mi sta antipatico a pelle? u.u): l'impossibilità di prepararsi alle atrocità perpetrate in guerra, non capire quanto quest'ultima sia abominevole e ben lontana dal considerarsi epica finché non la si prova sulla propria pelle. Inutile mascherarla dietro appellativi quali “Santa” perché combattuta in nome di Athena (o altre divinità, riallacciandomi a situazioni del nostro tempo), è uno schifo a prescindere; ciò vale tanto per i civili coinvolti, quanto e soprattutto per i guerrieri allenati a combattere. Ricordo che, in risposta ad una mia recensione, riferendoti a delle testimonianze di soldati americani tornati dal Vietnam scrivesti “Ebbene, anche loro erano ragazzi addestrati a combattere e ad odiare i loro nemici. Eppure nessun addestramento fu bastevole a prepararli per quello che poi si trovarono ad affrontare. […] E videro morire tanti altri come loro, sia nelle loro fila che in quelle nemiche, videro ragazzi piangere e chiamare la mamma mentre cercavano di tenersi dentro le budella, falciate da una scarica di mitragliatrice.” Appena ho letto di Otis, costretto a udire le grida strazianti del fratello, mi sono subito tornate alla mente le tue parole. Direi quindi che il concetto su cui mi sono focalizzata non ha bisogno di ulteriori chiarimenti.

Teokoles. Certo una bella dissonanza questo nome con il personaggio cui è affibiato. La traduzione letterale potrebbe essere più o meno “nano del dio”, ma dalla descrizione che ne fai il saint della costellazione di Eracle non mi pare decisamente tale! Immagino quindi tu non glielo abbia assegnato in virtù del suo significato, bensì forse perché è un personaggio della serie Spartacus. Ho indovinato?
Fantastica la scena in cui Ares taglia distrattamente la gola a Otis. Ok, fantastica non è magari il termine adatto, però mi ha colpita in positivo (qui rischio di passare per haggy, quindi se vuoi mantenere un'immagine utopica di tua figlia non proseguire oltre e passa al prossimo paragrafo). In nome del realismo che tanto sbandieri e ben trasponi nella tua opera, quello mi è sembrato il gesto più naturale da fare e imho anche “misericordioso” da parte di Ares in fondo, data la piega presa dalla situazione. La vita di Otis ormai si stava spegnendo, tanto valeva garantirgli una morte veloce dopo il dolore provato nella rottura della spina dorsale. Paradossalmente mi fanno più impressione le parti in cui descrivi lo spezzarsi d'ossa che non le morti in sé; sarà perché l'ho provato sul mio corpo? Se ripenso ancora ai dolori provocatimi dalla caviglia fratturata mi sento svenire.

Oddei, Justin di Andromeda! JUSTIN! *momento frivolezza mode on* Per un attimo ho immaginato Giustino Biberon nelle rosee vesti di Andromeda... … ...vabbè, con disdicevoli risultati che ora non sto qui a riportare va xD Però il fatto di averlo nominato nella tua fanfiction mi fa quasi temere che tu volessi rendergli in qualche modo tributo ed onore. Mi disconoscerei come figlia se le cose stessero davvero così!
In questo caso quasi apprezzo l'autoritarismo mostrato da Rosaline, che sprizza pacato furore bellico da tutti i pori e non si perde in convenevoli ora che il pericolo è alle porte (paura eh, franscesina delle mie brioches? u.u). Mi sono fatta un filmino con Vaios che alza timidamente la manina per avere il permesso di intervenire e Athena che smette la sua veste profumata svelando un completino da sadica maestrina frustino munita con cui bacchettarlo, per concludere il tutto con il povero Sagittario impaurito in un angolino a dondolare autisticamente. Ok ok, mini-viaggi mentali a parte, inforco i miei occhiali e torno seria, data la gravità degli eventi del capitolo.
La fasciatura al braccio della dea, ancor prima del prodigio cui assistono Febo e Vaios, ci fa intuire che presto entrerà in scena il divino cloth di Athena. Yeah! Sarebbe ora che venga usato non solo come ninnolo a cui far prendere polvere. L'altro oggetto che invece il Pontefice Iulius deve nascondere all'Altura delle Stelle sono forse le giare contenenti le ceneri delle armature dei Dodici Furiosi d'Ares? Perché se così fosse mi auguro che il Gran Sacerdote non faccia una brutta fine (almeno per ora).

Ecco che compare un Hector munifico nell'elargire giustizia a destra e a manca secondo la sua personale visione, dolcino! “Questo Athena aveva ordinato, questo lui avrebbe fatto. Ancora una volta, Excalibur avrebbe dispensato giustizia.” Da brividi le due brevi frasi con cui l'hai perfettamente tratteggiato, rendono con estrema precisione il tratto più marcato dei custodi della Decima Casa, ovvero l'intransigenza più cieca. Anche l'attuale detentore della suddetta cloth come al solito si dimostra rigoroso e superbo, appellandosi come il più valente e fedele dei cavalieri d'Athena, in fondo è una caratteristica di tutti i Capricorni presenti nelle opere appartenenti al mondo saintseiyano. Immagino che questa idealizzazione di sé venga tramandata da maestro ad allievo fin dai temi del mito, ma per un attimo mi sono chiesta come sarebbe un Capricorno attanagliato dai dubbi sul suo sistema di valori o lungi dal vanesio orgoglio tipico dei suoi predecessori. Insomma, diverso da Shura che ha capito solo all'ultimo quanto la sua assoluta fiducia negli ordini imposti da un superiore lo avesse in realtà allontanato dalla Giustizia che anelava di servire. Diverso fin dall'inizio. Ma forse non potrebbe esistere a prescindere o più probabilmente non sarebbe adatto a ricoprire tal ruolo.
Focalizzandomi nuovamente su Hector, trovo che il mondo in cui l'hai caratterizzato sia perfetto. Quest'aitante andaluso appare in tutto e per tutto come un'inflessibile macchina da guerra, contrasta non poco con l'idea paciona che solitamente si ha degli spagnoli, calienti e molto emotivi. Anche il fatto che per lui il nemico sia solo un bersaglio avvalora la descrizione da te fornita, stile Terminator non si fa scrupoli ad eliminare tutto ciò che si frappone fra lui ed il suo obiettivo, come nel caso del bambino suo malgrado presente allo scontro. A suo avviso la vita umana ha un'importanza futile rispetto alla nobile causa che serve. Ti dirò, per quanto straziante la morte del fanciullo, non mi aspettavo da Hector condotta diversa da quella tenuta, visti i preamboli qualsiasi altra azione sarebbe stata una forzatura del personaggio. Non lo si può proprio definire un paladino, o meglio lo è in senso assai distorto, dato che comunque egli assurge la propria figura a livello del più strenuo difensore di valori e ideali, come ben rimarca nel suo sbotto improvviso contro la madre del figlioletto trucidato.

“Ecco cosa succede a farsi creare una corazza da Hades. La mia Veste Divina non si sarebbe fatta nemmeno un graffio”
Puahahahahah, sono morta nel leggere Ares che si lamenta della corazza forgiata da Hades! Mi ha ricordato Sirio ne “La Mamma di Crystal”, che ritiene il suo scudo indistruttibile mentre in realtà è una cinesata xD Questo capitolo è più bipolare di Puccio cavolo, mi fa stare in ansia e al contempo ridere sguaiatamente! Solo tu sei capace di ciò, lode a te papy *beg.

Adesso però mi tocca bacchettarti un po'. La mia prima reazione al discorso di Hector su Excalibur è stata la seguente (visto che l'avevo già scritta prima di notare la tua pecca la riporto fedelmente): “Oh, finalmente una degna descrizione per la lama insita nel braccio del cavaliere del Capricorno. Porca paletta, ma Kuru-mangiocagoriso non pensa mai ad un caspio?!? Anche se Excalibur etimologicamente parlando potrebbe benissimo essere un nome affibiato alla spada anticamente, ben prima che la leggenda di Artù venisse narrata dai bardi almeno, mi pare ovvio che Champagnino abbia usato quel nome riferendosi all'antico re di Britannia. Per fortuna ci sei tu, che sistemi le sue lacune egregiamente.” Ero insomma entusiasta del tuo operato, ma ecco che noto una tua affermazione secondo la quale Excalibur non c'entra nulla con la Grecia; di primo acchito a molti può sembrare calzante, eppure così non è. Quindi, se me lo consenti, vorrei permettermi di spendere due parole riguardo l'origine del nome della lama di cui si fa vanto il saint della Decima Casa, a tuo uso e consumo (o anche dei lettori se può loro interessare) per dissentire con quanto hai detto. Lo so, potrei evitare un papiello di digressione più lungo della recensione in sé, però a volte mi fisso su questo aspetto dei vocaboli, nel caso non si fosse capito :P In più mio cugino mi ha sempre fatto una testa tanta riguardo Artù e compagnia bella perché è un appassionato del Ciclo bretone e quindi mi sento un cicinin in dovere di mettere a frutto tale background per dire la mia almeno riguardo quanto ho appreso. La tua sete di conoscenza spero ringalluzzisca al termine della lettura ^^
Mio cugino afferma che Excalibur significhi “lama possente”, anche se non vuole mai rivelarmi le sue fonti (“altrimenti ti dovrei uccidere” ha sempre risposto a seguito di ogni mia rimostranza), ma da quanto ho potuto capire dalle sue poche info in più deriva dalla lingua druidica. Per quanto possa essere un adorabile cazzone su certe cose so che posso fidarmi di lui, col tempo comunque mi sono stancata e ho deciso di documentarmi per conto mio.
Premetto che se tu avessi spulciato Wikipedia, tanto per citare il più comune strumento di “sapere” del nostro tempo, già un piccolo dubbio ti sarebbe dovuto sorgere. Non che spieghi granché, ma almeno ha il merito di accennare quanto vado di seguito ad esplicare. C'è effettivamente tra gli studiosi un dibattito aperto (e secondo me senza alcuna possibilità di chiudersi) sulla questione del ceppo linguistico dal quale derivi il vocabolo, se esso sia ascrivibile al latino o al sassone. Vero anche che fu Geoffrey of Monmouth a rendere di uso comune la parola Excalibur associata alla figura di Artù nell'Historia Regum Britanniae, basandosi su scritti dei primi cronisti britannici e su narrazioni popolari, contornando l'opera con materiale leggendario e fantastico. L'unico riconoscimento che gli si può tributare è stato di trasporre in latino tradizioni celtiche, benché le abbia arrangiate in maniera da far conciliare le fonti e spesso reinterpretate a scopo politico. Ciò indica che vi era già una preesistente “Excalibur”: Geoffrey utilizzò Caliburnus come adattamento del gallese Caledfwlch (letteralmente “spada possente”, quindi ecco che mio cuggggino non mi stava pigliando per i fondelli), riprendendo dal latino classico “chalybs”, che significa acciaio. Caledfwlch (o Caledbwlch) è una spada citata nel Mabinogion, un gruppo di testi in prosa provenienti da manoscritti gallesi medievali, contenenti fra l'altro numerose reminiscenze mitologiche e antichissime tradizioni (risalenti all'Età del Ferro) che hanno alcune corrispondenze con quelle dell'Irlanda. Infatti si associa spesso tale arma con la Caladbolg, conosciuta per i suoi incredibili poteri e impugnata da diversi eroi del Ciclo dell'Ulster.
La versione finale della parola deriva da successive varianti di Caliburn(us) in lingua romanza. Si veda il “Ciclo in vulgata” seguito dal “Post-Vulgata”, una serie di romanzi in francese appartenenti al ciclo arturiano composti da autori anonimi, in cui compare Escalibor ed interessanti anche perché danno una spiegazione fantasiosa riguardo l'origine del termine: si afferma che esso si rifà ad un vocabolo ebraico il cui senso è “che fende il ferro, l'acciaio e il legno”. A questi Thomas Malory si riallaccia per scrivere “Le Morte d'Arthur”, nella quale definisce la spada Excalibur (che rimarrà poi tale fino ad oggi) e il suo significato “Cut steel”, cioè taglia-acciaio.
Piccola considerazione: alla luce del fatto che dare un nome alle spade era un'antica usanza e visto soprattutto il papiello precedente, a mio parere non si può ricondurre Excalibur in maniera riduttiva unicamente a Re Artù, bensì si può definire come il frutto di un'opera di rimaneggiamento delle leggende preesistenti, cosa che spesso accade quando un autore vuole trasporle su carta.
Tornando a riflettere sulla parola in sé, ritengo molto più azzeccata per questa discussione l'etimologia latina rispetto a quella sassone sopra esposta (che ad ogni modo è in parte contaminata dalla latinizzazione operata da Geoffrey of Monmouth). Vi è una teoria secondo la quale Escalibur sia una sorta di crasi delle parole latine “ensis caliburnus”, ossia la "spada calibica", ad indicare che venne forgiata da fabbri Calibi, un antico popolo stanziato a seconda delle fonti in Anatolia o nella Scizia, in ogni caso quindi nelle regioni attorno al Ponto Eusino (Mar Nero). Si dice che essi scoprirono il ferro e ne portarono l’uso fra gli uomini; già nella tradizione greca questa mitica popolazione era famosa per la lavorazione di quel metallo e dell’acciaio (ad essa viene infatti attribuita l'invenzione della siderurgia), oltre che per la gestione delle miniere. Χάλυψ, il nome della tribù in greco, significa proprio "ferro temprato, acciaio", un termine passato in latino come chalybs, "acciaio".
Con tutte queste informazioni, mentre ti stavo scrivendo la recensione (ci ho impiegato un po' di giorni a prepararla per essere sicura di non scrivere minchiate), ho partorito una mia ipotesi per correlare i miti greci e celti e correre in aiuto alla coerenza della tua storia. Estrapola Excalibur dal solito contesto arturiano in cui sei abituato a vederla, ma immaginatela comunque come un'arma prodigiosa della tradizione gallese (in fondo Asgard e Barca della Vergine sono la dimostrazione che fin dai tempi del mito non esistevano esclusivamente gli dei greci e vi era un'eterogenea presenza di divinità nel mondo, per cui nessuno ci vieta di pensare che in Britannia e Irlanda avessero le proprie). Magari Athena aveva sentito parlare di questa leggendaria spada e voleva fare dono ad uno dei suoi paladini di un'arma con caratteristiche simili. E a chi chiedere di creare un tale prodigio? Tralasciando Efesto, con cui sappiamo la dea non aveva ottimi rapporti dopo il suo tentativo di strapparle brutalmente la verginità, a chi altro chiedere se non ai migliori fabbri conosciuti all'epoca? Ed ecco entrare in gioco i Calibi! Non mi è difficile credere che Pallade si fosse rivolta al popolo di ferrai per eccellenza per forgiarla.
Ricorda inoltre che all'inizio i saints non possedevano le cloth e combattevano a mani nude, per questo il Capricorno non possiede una spada vera e propria, bensì essa è inclusa nel suo braccio. Certo, c'è la statua nella Decima Casa che testimonia l'assegnazione di Excalibur al suo Custode, però quella immagino sia una rappresentazione simbolica o forse esisteva davvero fisicamente, ma egli non poteva usarla per il solito motivo che Athena vietava l'uso delle armi nei combattimenti, perciò la lama era solo un simbolo del potere che la dea stava conferendo ad uno dei suoi prediletti.
Che poi chi te lo dice che a quell'epoca il saint non avesse origini irlandesi, inglesi, gallesi o vattelapesca e abbia deciso di omaggiare la sua terra natale dando alla spada nel suo braccio un nome simile all'originale rifacendosi in parte al greco χάλυψ? Insomma, vi sono mille possibilità per cui a mio parere può essere plausibile la presenza di Excalibur nel racconto.
In conclusione, non mi ha mai neanche minimamente sfiorata l'idea che Champagnino si sia informato in maniera così approfondita riguardo Excalibur da arrivare a decretare che poteva inserirla tranquillamente in un contesto dove prevale la mitologia ellena senza essere tacciato di incongruenza; secondo me ha dormito sonni più che pacifici alla facciaccia nostra e dei soldi spesi per rimpolpare le sue tasche, ma in questo caso non mi è possibile insultarlo gratuitamente a cuor leggero, non prima almeno di aver mangiato un Kinder Bueno (badum tsssssh!)

Dopo tutto questo parlare di Excalibur torniamo al capitolo in sé o rischio che mi tacci di plagio per il magniloquente bla bla bla a cui stavolta io ho costretto te e non il contrario :P
Povero Vaios, mi fa quasi pena. Può essere che stavolta un Sagittario non mi sia inviso?
Era ovvio che Febo non avrebbe mantenuto la promessa fatta al collega, si intuiva sin dal primo scambio di battute fra loro. Angelo sul volto, demone nel cuore. Il contrasto apposto nel dipingere prima un Gemelli rispettoso della vita dei compagni, andando a coprirne i volti martoriati con il mantello, e poi un sadico che uccide perché ne ha voglia la dice lunga su quanto sia “schizzato” il tipetto.

Fino all'ultimo sono rimasta col fiato sospeso nel cercare di intuire l'identità dello sconosciuto, quando poi ha finalmente rivelato essere Harlan di Pegaso sono saltata sul divano. Alla faccia del plot twist! E mò qui ti voglio Vaios: riusciranno le parole di un saint rinnegato a fargli aprire gli occhi riguardo la vera natura della Guerra Sacra?
Come al solito con i tuoi scritti sei capace di scatenare in me emozioni contrastanti: da una parte la voglia irrefrenabile di rimettermi a scrivere, perché la tua vena creativa mi ispira a più riprese, d'altro canto il desiderio opposto, ovvero quello di smetterla di slambiccarmi per continuare la mia storia, visto che mi inibisci con la bellezza dei tuoi capitoli.
Rinnovo i miei complimenti una volta di più al tuo genio papy! Un bacione :*

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:54

Ed eccoci entrati nel vivo dell'azione. Complimenti una volta di più per la bravura con cui riesci a rendere le scene di lotta: i combattimenti si svolgono fluidi sotto gli occhi degli astanti tanto quanto sotto quelli dei lettori, che tramite le immagini da te ricreate con il tuo stile preciso e disinvolto riescono perfettamente a comprendere e figurarsi ogni passaggio. Invidia profonda da parte mia, sono pessima nelle descrizioni di battaglie, zuffe e affini :(
La precisazione sul fatto che le armature si possano portare nello Yomotsu Hirasaka perché in possesso esse stesse di uno spirito è una finezza davvero mirabile.
La disamina poi riguardo alla questione sull'Aldilà dona uno spessore ancora maggiore alla tua storia, perché riesci sempre ad affrontare temi spinosi, complicati dal punto di vista delle speculazioni a cui possono condurre, in maniera avveduta e soprattutto attuale all'interno di un universo alternativo in cui molto è stravolto (non rispetto alla serie originale cui ti appoggi, ma proprio diverso dalla realtà cui siamo abituati a vivere). Questo proprio in virtù del fatto che i tuoi personaggi sono VERI, li hai resi umani tali e quali a noi e non smetterò mai di ribadirlo, perché se siamo tanto preoccupati per la loro sorte il motivo è che ce li hai fatti entrare nel cuore come fossero nostri cari amici.

Qui mi scappa un “come non detto!”: Flare non diventerà magari seguace di Hades ma mi muore a causa della peste, Peste di una malattia! … … ok ok, vado a ripormi nell'umido.
La cappa oppressiva che continua ad aleggiare su Asgard si fa sempre più opprimente, a causa dell'aere infetto si propaga addirittura la Morte Nera (all'inizio questo epiteto mi ha portato a pensare ad altra nera signora, ma allora sì che non ci sarebbe stata speranza per il regno sotto il suo manto! xD Sono una persona orribile, come i cavalli). Una brutta gatta da pelare insomma, inoltre il panico dilagante non fa che peggiorare la situazione. D'altronde neanch'io sarei riuscita a rimanere tranquilla nell'udire il suono del Gjallarhorn, rimasto sopito per secoli, risvegliarsi ed annunciare la tanto temuta minaccia del Ragnarok alle porte della città. Pur avendo scatenato un tumulto generale hai esposto l'azione in maniera perfettamente ordinata, ciò denota un'indubbia padronanza della lingua, ma con te si è abituati ad alti standard di scrittura.
Forse ho trovato un errorino, o meglio solo una dimenticanza: verso metà, nella frase “Sage non si spostò, non fece per evitarlo come poco prima”, credo manchi la parola “nulla” dopo “fece”.

Mi spiace per questa recensione probabilmente sottotono, ma un po' sono i morsi della fame ad allontanarmi dal pc, un po' tanto è l'ansia che mi hai messo addosso al pensiero di quanto attende i cavalieri nell'immediato futuro a non farmi trovare parole più adatte ad elogiare questo ennesimo sublime capitolo. Spero di essere più in forma nel prossimo. Un abbraccione Flare style prima che crepi! :D

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:53

Capitoletto tranquillo rispetto agli altri, io almeno l'ho trovato così. E non perché privo di attrattiva, semplicemente credo che finalmente tu stia iniziando a srotolare il bandolo della matassa e non si può farlo in maniera sconclusionata. Quindi un inizio apparentemente calmo con l'intento di armonizzare le rivelazioni della passata stagione (mi sembra di parlare di un telefilm xD): dopo aver lanciato tutte quelle “bombe” nel tuo racconto direi che è giunto il momento di vederle sviluppate ad integrare le vicende dei personaggi e farne così la loro storia. Peraltro mi delizia notare la tua predilezione per gli accostamenti in parallelo degli scenari su un piano narrativo oltre che temporale; viaggiano che è una meraviglia. Manca ancora un quadro completo perché non hai più accennato ad Atlantide dopo l'ultima apparizione di Myu, ma sono fiduciosa di scoprire presto cosa sta accadendo laggiù (anche se la mia personale ipotesi ce l'ho: ovvero che quegli gnari di Monociglio&co. abbiano risvegliato il Tella e si siano beccati un encület di proporzioni epiche per il disturbo u.u)

Evviva, Gheb impanicato! Sì sì Perseo, accampa scuse come il “se la spingo via le faccio male” et similia, non ci crede nessuno. Tantomeno sono plausibili visto che gli è pure piaciuto farsi istruire dalla bella asgardiana, la quale, come dice lui stesso, “gli aveva spalancato le porte di un mondo nuovo”. Lode a te, oh Smilla, defloratrice di giovani cavalieri!
Comunque il senso di colpa nei confronti di Anja che lo attanaglia al pensiero di averla in qualche modo tradita è in totale accordo con l'immagine che hai dato di lui finora e la dicotomia fra ciò che si vorrebbe essere e come invece ci si comporta (molto spesso per casi della vita che presentano certe opportunità) è un contrasto ricorrente nel mondo reale. La colazione era l'occasione adatta per far sciorinare a Cyd un'altra delle sue lezioni, benché sia stato interrotto dal malore di una delle ragazze.
A proposito del morbo... Oddei, vuoi vedere che la mia Flare si trasforma in una seguace di Hades? Nuoooooooooooo! T_____T Mi auguro quei malori non siano il segno che il maledetto specter della Driade ha sparso il suo potere fino ad Asgard. Mi sembra improbabile visto che non è partito con Aiacos e Pandora gli ha ordinato di colpire le grandi capitali europee. La causa è quindi di uno dei sottoposti di Minos che la Garuda si è portato dietro? Non conosco bene i loro poteri... La curiosità mi sta uccidendo, perciò devo terminare velocemente questa recensione per dirigermi al prossimo capitolo.

Sigrun politicante di sta ceppa. Che discorso borioso, volto solo a rendere invisi i cavalieri d'Athena agli asgardiani. Non so quanto questi ultimi sarebbero comunque contenti di combattere al loro fianco dopo una simile presentazione, anche nel caso in cui lo scontro venga vinto da Sage e Hakurei. La spavalderia dei gemelli è una pennellata di cangiante figaggine nella tetra ambientazione pestilenziale che ammorba come una cappa questa parte del racconto.

Appena ho letto la parola Sestante sono sussultata: è femmina anche nella tua fic *.* Spero non crepi subito, anche se l'entrata in scena di Ares al Santuario non fa ben sperare in seguiti felici...
Ho apprezzato molto come hai deciso di introdurlo: Antea e Astor si stanno godendo un momento di “banale quotidianità”, una scena che in tempo di pace sarebbe potuta tranquillamente avvenire ogni giorno (benché essi siano paladini d'Athena in fondo sono ragazzi al pari nostro, semplicemente la loro scelta di vita è stata quella di votarsi alla Giustizia, ma per il resto si comportano come normali esseri umani), interrotta da un inaspettato evento portentoso e atto a sconvolgere l'esistenza dei due piccioncini. Un'altra stoccata a favore del realismo a cui ambisci rifarti e che tratteggi ad ogni passo con un'ulteriore inedita sfumatura.
A Rodorio l'arte di carpentieri e muratori dev'essere fiorita rigogliosa di generazione in generazione viste tutte le volte in cui la cittadina è stata distrutta! Per la prossima casa chiederò aiuto ad un'impresa edile del posto xD
Bene, la cazzata del giorno l'ho scritta per cui posso proseguire indomita. Kiss!

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:53

“1 2 3, libera!”
“Dai, forza. Forza!”
“Non c'è più polso, la stiamo perdendo!”
Eh, ormai mi avete già persa, in una pozza di bavetta più profonda della Fossa delle Marianne. Che capitolo signori, che signor capitolo! E non lo dico solo perché sono di parte quando si tratta di Asgard e per il fatto che ormai i miei sogni erotici saranno sempiternamente costellati dal pensiero della notte de fuego tra Flare e Alexander. No no, sono una recensitrice seria io u.u (seeeeeeeeeeh! Credeghe agli ufo e coreghe drio xD)

Ok, mi ricredo un po' su quanto affermato nella scorsa recensione. Sigrun sa essere davvero stronza!Malvagia nel gioire delle sue stesse parole quando afferma che Sage e Hakurei dovranno combattere contro altri due God Warrior per convincere Odino (o più probabilmente lei) a far scendere Asgard in guerra come alleata di Atene. Figurati se non se la pigliava con i gemelli -.-'' Per fortuna i Saints almeno vengono istruiti da Cyd riguardo le capacità dei loro avversari. Un altro esempio di excursus da te ben gestito.
Quale ironia sia proprio Flare a dichiarare quanto infido risulti essere il cavaliere di Megrez. Vabbé, considerazioni personali a parte, questo è un indubbio tratto caratteristico di quella casata e mi sembra giusto che il tuo Sven non faccia eccezione. Altra famiglia asgardiana con un'insita peculiarità è quella dei Phecda, visto il riferimento al gigantismo di cui è affetto Thor. Ma all'epoca erano già informati riguardo questa malattia? Peraltro l'arretratezza e l'isolamento del regno non so quanto abbiano giovato ai medici. Io penso che gli appartenenti alla casata la ritenessero più che altro una “benedizione” di Wotan, se non addirittura una prova della loro discendenza da Chris Hems... ehm, dal suo figlio martello-munito. Ma ecco che su tutti il vanto maggiore se lo piglia come al solito il comandante dei God Warrior, nonché in questo caso Re consorte (che coraggio poretto): un Dubhe può addirittura sopravvivere all'Athena Exclamation! *bisbigli da dietro le quinte* Aspetta, non stiamo parlando della stessa persona? *presta attenzione alle vocine dietro di lei* Ah ok, mi suggeriscono dalla regia che qui Siegfried è carino e (forse) coccoloso. In effetti sta simpatico pure a me. Spero che non sia lui uno dei due prescelti per battersi con i gemelli.

Passiamo ora a riflessioni più succulente *parte il jingle di “Hot time”*
Ho AMATO, ADORATO, GUSTATO ogni singola battuta dell'incontro tra Alex e Flare. Mentre esultavo i criceti dentro la mia testa sono inciampati e caracollati senza possibilità di riprendersi dal coma fino alla fine del capitolo. Hai provocato in me l'esaltazione maxima, al pari del momento in cui hai svelato che il saint della costellazione di Pegaso era morto ancor prima che iniziasse la Guerra Santa (l'ho già detto che godo per Pegasus?).
Come le descrivi tu certe scene solo tua moglie può. Da quelle righe traspare tutta una ridda di sensazioni vivissime: l'iniziale brivido quando Alex rischia di trapassare la principessa con la sua rosa (mentre poi userà ben altro...), la sottile ironia che non abbandona i loro discorsi nonostante la trasgressiva situazione, l'attrazione data in parte anche dal fascino del proibito (appartengono pur sempre a fazioni diverse), la leggiadria con cui Flare si spoglia della camicia da notte, il fiato sospeso quando la veste interrompe il suo percorso sul più bello, la passione frizzantina che sfrigola nell'aria e persino l'amara ma reale considerazione di lei che prelude l'amplesso. Tutte immagini pregne di sensualità e carica erotica alle stelle. Le emozioni che volevi trasmettere sono arrivate dritte al mio povero cuore, il quale ha accelerato a mille i battiti per riuscire a pompare ossigeno nelle sinapsi bloccate in un irreversibile stato catatonico.
Da notare come qui le parti si invertono. È il pesciolino cacciatore di avventure a divenire preda stavolta, passaggio perfettamente sintetizzato dall'imperativo ordine che lei gli impartisce, ma non credo ad Alex spiaccia poi molto siffatto “scambio interculturale”... Come dice sempre la mia cara amica Non Ricordo, self hig-five mentale xD Brava la mia (più tua, ma sono partita xD) Flare!

Dopo questi pensieri a mente sciolta (ma anche il cuore ormai è una poltiglia di neve bruciante), come posso passare a parlare di quell'inguaribile idealista di Algheb? No, dimmelo tu! Sappi che lo faccio solo per svolgere diligentemente il mio “dovere” (la parola si trova fra ovvie virgolette perché naturalmente a me deriva solo piacere il fatto di leggerti e recensirti <3).
Inutile dire che appoggio in pieno il pensiero del tigrotto, alla faccia del cavaliere d'Athena benpensante. Spero che il giovane Perseo abbia modo di rivedere Astor e parlargli, così magari darà più credito alle parole dell'amico, il quale ha ormai imparato la lezione che Cyd cerca di fargli apprendere anzitempo. E mi auguro anche che non si dimostri una mummia imbalsamata con Smilla, ma ormai non mi stupisco più di nulla se c'è lui di mezzo -.-''
Un appunto a livello di costruzione grammaticale (strano ma vero!): secondo me non dovresti mettere parentesi all'interno di un discorso diretto, perché il personaggio comunque continua a parlare al suo interlocutore, a meno che quelli non siano pensieri interiori. Cyd però non mi sembra tipo da tenersi delle considerazioni per sé senza estraniarle, nonostante risultino offensive nei confronti della regina Sigrun.

Finale al cardiopalma, con l'incontro fra Hades e Ares che mi ha assorbita completamente. Ero come Barca, paralizzata e rapita da quella scena. L'iniziale confusione a cui sottoponi il lettore, cambiando così out of the blue tempo verbale e registro linguistico, rispecchia in pieno lo spaesamento provato dal saint della Vergine all'apparire della visione e coinvolge ancora di più donando una prospettiva in prima persona. Hai operato una scelta azzeccatissima per tirare le fila della “seconda stagione”, accompagnando il pubblico e imbeccandolo con notizie a piccoli bocconi fino alla rivelazione clou, conducendolo così nel baratro della disperazione più cupa per l'ignara sorte dei personaggi (mi sono salvata e vado gongolante al prossimo capitolo senza trepidanti attese, tié :P).
Non ti sei proprio regolato nella stesura di questo capitolo. Prova eccellente del tuo genio, se mai qualche stolto ancora ne dubitasse. Continua così ;) Lovvo!

P.s. Noel doveva suonarmi Stand by me o Riverman, altroché T.T

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:52

Stranamente qui non c'è molto da dire, nonostante tu abbia tirato in ballo un sacco di cose. In questo capitolo sono le descrizioni a farla da padrone: della regina di Asgard, dei God Warrior, dei loro stendardi, delle stanze in cui si muovono i personaggi. Io non disdegno affatto questi elementi, anzi, li trovo molto coinvolgenti quando non sono lunghi, pesanti o dispersivi (e non è affatto il tuo caso), utili a rendere ancor più a tutto tondo una storia in cui finalmente non è il piattume di posti e attori a dominare. La mediocrità in questo e altri fandom purtroppo è sotto gli occhi di tutti, per cui trovare contrapposto un racconto quale il tuo con tutti i crismi per spiccare in mezzo alla marmaglia e a cui riesci ogni volta ad aggiungere un elemento di pregio mi fa gongolare manco fossi una tua possibile editrice. Ma non voglio permettermi di parlar oltre di terzi, soprattutto in una recensione in cui il focus è puntato su di te e la tua bravura.
Nello stesso modo in cui davanti ad Algheb si schiudono le varie porte di Palazzo Polaris, man mano che si avanza nella lettura si dispiega di fronte agli occhi del pubblico l'intera vicenda da te narrata con tale dovizia di particolari da potercisi completamente immergere tanto che, chiudendo gli occhi, sembra di trovarsi a propria volta di fronte al trono su cui è assisa Sigrun.
Sono contenta che tu abbia seguito il precedente consiglio di Elena: utilizzare il punto di vista del protagonista in questo frangente è assai adatto. Giusto anche il reminder di Flare riguardo al comportamento deferente da tenere davanti la corte.

Per tracciare la figura dell'officiante di Odino hai preso spunto dallo stereotipo greco “kalòs kai agathòs”, ribaltandolo a tua convenienza? Sono curiosa di scoprire se Sigrun è altrettanto sgradevole quanto brutta, in fondo ci credo poco che sia del tutto cattiva; più che altro posso capire quanto il suo aspetto incida sul caratteraccio che si ritrova e non fa nulla per celare. Non potendo sfruttare un'avvenenza di cui è priva, utilizza l'unica arma concessale dal Wyrd, ovvero il potere terrifico che può esercitare in quanto deriva dal suo status di regina (perché immagino sappia bene come verrebbe trattata “meno benevolmente”, usando un eufemismo, se fosse una comune asgardiana). Comprensibile quindi che alle parole di Flare, rea di aver utilizzato un appellativo fraterno per rivolgersi a lei, di contro reagisca sdegnata e sentendosi quasi minacciata, poiché di fronte agli stranieri il ruolo è tutto ciò che ha. Quello non glielo possono strappare. Infatti si nota quanto lo faccia pesare ai presenti tutti: lì è lei la persona più importante e quella da doversi ingraziare, non certo la principessa. Spero nelle mie elucubrazioni di averci azzeccato x)
Quanto detto spiega a mio parere anche la poca avvedutezza di Sigrun e il suo malumore ad ogni minimo accenno alla misteriosa profezia. Non solo quest'ultima è stata depositata nelle “mani” di un suo sottoposto e non direttamente a lei, a ciò si aggiunge il fatto che l'uditore prescelto sia un mezzosangue, una persona quindi che le è invisa già di suo. Oltre al danno la beffa, mi sento di dire.
Scopriremo mai la misteriosa identità della vaticinante? Ed è lei che ha rapito il cuore del tigrotto? Mi auguro di veder presto fugati i miei dubbi.

Sii orgoglioso di te quando riesci a far collimare gli eventi reali con i background dei tuoi personaggi, quelle che ci proponi sono delle vere perle di camei! E mi fa piacere che Cyd sia riuscito a prendersi la soddisfazione (come il padre prima di lui) di mostrare al prete olandese la potenza del credo asgardiano. Un uomo proprio in malaffare se non era riuscito già trent'anni prima a capire che con i norreni non si scherza. Mi ha però deluso l'assenza di Messer Pipino Auditore, visti i rimandi ad Assassin's Creed u.u Vedi di farlo comparire, perché sarebbe certamente di GRANDE supporto alla causa! xD
In compenso mi ha mandata in brodo di giuggiole il velato riferimento agli Oasis *.* Tu mi farai uscire pazza! Adoro quella band, come anche i lavori di Noel col nuovo gruppo (di cui sto appunto ascoltando l'album in loop da giorni). Ora pretendo un duetto con lui e Liam che strimpellano Wonderwall. Ma a parte questo tuo colpo di genio, non è che l'impressionante somiglianza tra i due cavalieri implichi che forse un gemello asgardiano sia approdato in terra di Grecia? Vallo a sapere se, per evitare la morte di uno dei due figli a causa di una superstizione, i genitori Benetnasch ne abbiano volutamente allontanato uno che poi è diventato Saint di Athena ignorando le sue origini... *mind blown*

Il discorso finale di Cyd ad Algheb è lo stesso che volevo sbattere io in faccia al cavaliere di Perseo all'epoca, quando lo tacciavo di essere un idiota (se finora non l'ho fatto è perché sono una personcina a modo che non si scalda più facilmente come un tempo, ovvio u.u)
Ho detto che sarei stata breve e non avevo nulla da dire? Just kiddin'! Per te sono sempre fornitissima di parole d'encomio papy <3 E complimenti di nuovo anche a mia figlia per la splendida fanart ^^ Kiss!

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:52

Ed eccola qui la tensione a cui avevo accennato nella precedente recensione che esplode in tutto la sua magnificenza, portando ad un fulmineo ma quanto mai letale scontro fra emeriti (e non aggiungo altri aggettivi di cui potresti farmi pentire) maschi alfa. La scena carica di pathos in cui Alexander, a ragion veduta, accusa Cyd che farsi presentare da lui alla regina avrebbe potuto compromettere la delegazione ateniese è il culmine del viaggio, costellato per tutto il tempo di battutine, beffe e motteggi che si intuiva sarebbero sfociati, se non in un duello fisico vero e proprio, quantomeno in una seria spaccatura nell'amicizia fra i due. Tu riesci a descrivere magnificamente l'attimo in cui tutto si incrina: il repentino cambio di registro, la gelida atmosfera che cala dopo la fine del racconto dell'asgardiano, il mutare delle espressioni sui volti dei contendenti fino al loro ruzzolone sulla neve. Caduta non solo concreta, ma anche metaforica. L'ilare rapporto fra i due vecchi amici va a peripatetiche in un lampo e solo l'orgoglio rimane a fare da padrone. Inutile dire che, fossero stati soli, il candido manto del regno norreno si sarebbe macchiato col sangue di entrambi, perché se anche Cyd alla fin fine avesse capito che la sua ora era giunta quel giorno si sarebbe trascinato dietro anche il Gold Saint. Nessuna resa finché l'altro non avesse tirato a sua volta le cuoia. Grazie agli dei l'intervento di Flare ha placato gli animi ed evitato l'inutile strage.
Non credo però si possa biasimare Alexander per quanto ha affermato, nonostante io stessa lo ritenga davvero indelicato visto quanto Cyd si è premurato di fare per loro. In fondo l'inglese è abituato ai tramacci di corte e sa quanto le apparenze purtroppo contino in determinati ambienti, perché ci sguazza sin da quando è nato. La sua stessa avvenenza gli ha dato modo di sperimentare quanto potere da esse derivi e ad ulteriore riprova di ciò basti osservare il comportamento che osa tenere nei confronti di Rosaline, non solo in privato: benché ella sia la dea Athena per lui è anche una francese, acerrima nemica della sua madrepatria Inghilterra. Tornando alla questione principale insomma, correre il rischio di mandare a monte un'importantissima missione diplomatica mettendo un piede in fallo dopo tutte le disavventure e gli intoppi incontrati da lui e i suoi compagni lungo il cammino è fuori discussione. Non mi sento proprio di dargli torto.

Bene, dopo questa disamina concernente il momento clou del capitolo viriamo l'attenzione sugli altri particolari più o meno succulenti di cui è disseminato.
Anch'io sono rimasta un po' stranita dal fatto che Cyd racconti tutto il suo passato così candidamente, ma dato che ciò è funzionale alla storia e non rivelabile in altre occasioni lo ritengo un “neo” su cui sorvolare. Le rivelazioni che lo accompagnano in sé e per sé puoi invece ben presumere quanto mi abbiano esaltata. Adoro i tuoi bla bla bla in cui accenni a Roma :P Non è un mistero neppure la mia passione per i riferimenti storici in cui intingi il tuo racconto: mi ha fatto fin ridere immaginarmi la faccia di Oberyn mentre, tranzollo e pacifico, risponde con calma agli inquisitori limandosi le unghiette prima di ficcarle nel “sacro deretano” di quegli sventurati. Nei casi sopraccitati però hai davvero rischiato di esagerare e un po' ha ragione la mia cara figlioletta ad averti bastonato. Io non sono altrettanto “malefica”, o semplicemente mi sono fatta distrarre dagli addominali di Pesci xD
Mica scema Flare, che si bea di Alexander a petto nudo ignorando bellamente Sage finché non passa al nocciolo della questione! *le me è pienamente compartecipe di simil laido atteggiamento* Povero Haggy, friendzonato pure qui dopo la batosta nella serie classica. Non posso però metter bocca, visto che io stessa parteggiavo spudoratamente per Hyoga! Dai, nella vita reale almeno ha di che gioire.

Chapeau per il modo in cui hai gestito la chiusura del capitolo. Gli screzi vengono cancellati con un colpo di spugna e al contempo alleggerisci l'aria greve che sinora ha prevalso e pervaso i rapporti, il tutto con una naturalezza ben sottolineata dalla frase “- E cinque minuti fa stavano per ammazzarsi. - commentò con tono biasimevole Flare”. Tanto più che dopo, terminate le cure necessarie e rimontati a cavallo in direzione di Palazzo Polaris, i due si intrattengono allegramente a disquisire sulle grazie della principessa come fosse successo nulla. Simpatiche canaglie!
Concludo con un sospirone. Era ora che arrivassero, sono troppo curiosa di rileggere l'udienza concessa dalla mia “diletta” sorella *ironia mode on* Corro! Un abbraccione Flare style ^___^

P.s. Postilla sulle prime frasi del capitolo: l'immagine che hai descritto è quella che mi è più piaciuta, anche se per un attimo ho temuto l'entrata in scena (o meglio, fra le nubi) di un fuk giallo che confermasse quel “no” implicito degli dei xD

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:51

Il mio capitolo! IL MIO CAPITOLO! Finalmente ci sono arrivata *.* Sbrodolo cuori e arcobaleni a tutto spiano come fosse la prima volta, anche se l'avevo già letto quando lo pubblicasti!
E come potevo, visto che si parla finalmente della mia adorata Asgard? Lovvo <3
Dunque, cercherò di essere obiettiva nonostante fremiti e saltelli di gioia manco fossi una bimba la mattina di Natale xD
Non ho infartato all'inizio del capitolo come magari ti aspettavi reagisse il lettore nel leggere della follia di Cyd, forse perché conosco quello scavezzacollo e so benissimo che deve sempre fare un po' di scena. La teatralità è senza dubbio la sua caratteristica più spiccata :P
Alexander si dimostra sempre avveduto, nonostante il suo comportamento possa indurre a pensare che lo faccia per semplice boria, ed il calcio dato al barcaiolo ne è la riprova. Si vede che ragiona col cervello e non solo con altro di cui pare essere ben fornito, benché i suoi compagni (Sage in primis) lo ritengano un gesto esagerato. D'altronde il concetto di nobiltà ad Asgard rispecchia appieno l'asprezza delle sue terre e simili spigolature non fanno altro che renderla ancora più tangibile. Non si potrebbe proprio vedere una città rinomata per la sua riservatezza e l'atteggiamento schivo nei confronti degli stranieri in cui i marinai si mostrano al contrario servili e ben disposti con gli ateniesi, ciò rovinerebbe la tanto cara verosomiglianza che aneli a raggiungere. Nella loro ottica il rispetto bisogna giustamente guadagnarselo. Sei così riuscito dal principio a far intuire l'aria che tira in questo gelido Nord, la tensione costante che impregnerà anche i capitoli successivi e che sono certa non abbandona mai del tutto i cavalieri d'Athena.
Già in questo vi è un momento in cui la trepidazione per la sorte dell'ambasciata raggiunge picchi elevati. Il viaggio verso Palazzo Polaris viene interrotto da un simpatico comitato di benvenuto di lupacchiotti capeggiati da Fenrir (fortunatamente mi sono vista le puntate di “Game of Thrones” prima di tornare a recensire la tua storia, perché due anni fa non avrei saputo né potuto intuire che per caratterizzarlo tu avessi attinto dalla descrizione del meta-lupo di Jon Snow) e subito raggiunti dal God Warrior della casata di Alioth. Mi immagino la scritta “don't panic” in grandi e rassicuranti caratteri che lampeggia sulle teste dei personaggi xD Mi piace come l'hai tratteggiato, come pure l'idea di volerlo rappresentare non più in giovane età. D'altronde se un guerriero non muore combattendo ed è ancora in grado di sostenere uno scontro non vedo perché dovrebbe rinunciare al suo titolo. Ma è un altro dettaglio ancora a garbarmi. Egli fa da apripista a quel malcontento generale che ammanta la figura di Cyd, intravisto solo di sfuggita quando il tigrotto ha discusso con lo stalliere per ottenere dei cavalli atti a portarli in città (e qui plauso conclamato per la cura con cui li hai raffigurati, lo sai quanto adoro le immagini che riesci a dipingere nella mente dei lettori! Qua il riferimento a LOTR l'ho capito al volo invece). La maldisposizione di Lars nei confronti del compagno, lo sprezzo mostrato quando gli urla contro non appena lo vede dopo mesi d'assenza senza averlo neppure salutato è il campanello d'allarme che poi porterà ad una, a mio parere, logica conseguenza (ma non spoileriamo oltre la mia prossima recensione xP). È un livore che va ben oltre il fatto che Cyd, ammettiamolo, sia un simpatico minchione e non a tutti possa andare a genio il suo modo di fare, stranieri o non stranieri al seguito di mezzo. Non mi pare una giustificazione plausibile neppure contando la presenza dei gemellini del destino.
L'iniziale situazione di stallo, che rischia di sfociare in uno scontro aperto (non avrebbe certo giovato ai nostri eroi ancor prima di giungere al cospetto della regina combattere contro uno dei suoi difensori), viene fortunatamente salvata in extremis da Flare. Cara lei <3 È ancor più bella di quanto la ricordassi grazie alla tua descrizione! In più si mostra forte, determinata, risoluta e previdente. Incarna perfettamente tutto ciò a cui aspiro, tesoro di papy :*
“Al momento non saprei proprio che farmene di un marito...”
Ahahahahahah, rotolo! Mitica *.* Sono contenta che la mia controparte la pensi alla stessa maniera xD Rimarrà una vedrane come me, ma almeno lei se la spassa u.u A proposito, grazie Haggy per la simpatica battuta riguardo l'aver dovuto essere la sessantanovesima Flare della mia casata, ma ventisettesima mi sconfinfera di più visto che ormai ho raggiunto il fatidico numero 27 anche nell'età. Sarà per questa coincidenza che il Fato mi ha fatto giungere or ora a recensire? E' per certo birichino costui, non solo con i protagonisti della storia...

La reazione della princy alla vista di Cyd sarà la stessa che avrò io quando finalmente potrò rivedervi! Ma evita di sforzare la tua schiena cercando di sollevarmi da terra o rischi la fine di Puccio xD Comunque questo momento conviviale aiuta un po' a riprendere il fiato e stemperare la tensione accumulata. Ci sta tutto.
L'unica cosa che mi ha lasciata un po' perplessa è proprio la parte finale, per un semplice motivo: la lingua. Comprendo che i due norreni non vogliano farsi sentire dagli altri e mi sta bene la decisione di allontanarsi dal gruppo, ma mi sembra strano che Flare non si rivolga al God Warrior in asgardiano (tralasciando il fatto che esista o meno), tanto per essere ancor più certi di non farsi capire. Insomma, già è anomalo proprio che tutti parlino la stessa lingua nella storia ma vorrei vedere, sai che casino altrimenti! Nessuno si pone mai questo problema scrivendo e neppure per me lo è ovviamente, ma in questo specifico caso non l'avrei trovato fuori luogo. Non metto in dubbio che una nobile sia stata istruita alla conoscenza di più idiomi e Cyd in particolare, essendo uomo di mondo, ne dovrà necessariamente conoscere altrettanti vista la sua prerogativa di assassino che viaggia per ordine dei Polaris, ma trovo assurdo il pensare che ad Asgard non si sia sviluppata una parlata locale. A mio parere questo punto non è un'inezia e tiro in ballo proprio la tua attinenza al vero a darmi man forte.
Piccola chicca invece la spiegazione sul come mai i personaggi non congelino nonostante le temperature proibitive registrate ad Asgard e la precisazione del VERO motivo per cui i gemelli sono malvisti nel regno. Le fregnacce di Champagnino non possono che avere vita breve nel tuo racconto, yeah!
Di buona lena quindi mi avvio al capitolo seguente. Lovvo!

Recensore Junior
16/05/15, ore 20:51

Cioè, ma io ero rimasta così indietro con le recensioni???!!?? O___o
Eppure mi sembrava di no. Ero certa, visto che ho letto anche gli altri capitoli dopo di questo, almeno di essere arrivata fin qui a recensirti. Chiedo veniaaaaaaa! T.T
La colpa è di sicuro di massoni, rettiliani, complottisti, directioners ... ma soprattutto delle scie kimike!!11!!! GOMBLODDO! xD
Ehm, coff coff... *tossicchia* Ok, ora cerco di tornare seria u.u
Che dire di questo capitolo che altre menti più eccelse di me nel recensire non abbiano già scritto? Anch'io all'epoca venni tratta un po' in inganno dalla frase di Antea che chiudeva il capitolo precedente e che riprendi all'inizio di questo. Certo, non pensavo che avresti raccontato una “scontata” (e non uso tale aggettivo perché ritengo che fatti del genere siano una banalità, sia ben chiaro) storia di violenza domestica - tu sei sempre capace di stupire anche nel raccontare accadimenti che hanno il sentore del “già sentito” -, però neppure mi aspettavo che la sorte da te decisa per l'Ofiuco avrebbe assunto contorni così beffardi. Questa amazzone è stata davvero sfigata come pochi povera! Poi vabbè, che un po' se la sia cercata facendo la bambina viziata e capricciosa è un pensiero che mi ha solcato la mente come un fulmine per un breve istante, lo ammetto. Shame on me *cilicio time* Però proprio in virtù di questa considerazione forse un po' stronzetta da parte mia, il percorso che poi l'ha portata a diventare l'Antea da te mostrata in questo frangente l'ha redenta ai miei occhi, rendendola un personaggio di cui non si può non innamorarsi. Oddeo, magari non ai livelli di adorazione che provo per Alexander (mi sento così degenerata rispetto agli anni in cui iniziasti la fanfic; possibile che la mia pucciosità non regni più incontrastata? Kni T.T), però non mi esimio dal venire inglobata anch'io nel gruppo dei sostenitori della storia fra lei e Astor.
Un Astor che ritrovo gradevolmente maturo come ricordavo, decisamente a me più gradito rispetto all'amico Algheb (che ci vuoi fare, sarà che i protagonisti mi stanno qui a prescindere xP). Dolce nell'ascoltare evitando facili commenti fuori luogo e nel redarguire poi l'amazzone dal pensare sciocchezze su di sé stessa quando lei afferma di essere una iettatrice, premuroso nel sottolineare come alla fine del racconto il ritratto dell'amazzone risulti quello di una ragazza forte che non si è lasciata scoraggiare dal Fato avverso e meriti la massima considerazione per il suo operato, per nulla reticente nel rimproverarsi quando sente di dover biasimare il suo pensiero, rispettoso della volontà della compagna quando ella decide di non mostrargli il viso.
Ritengo giusto che Antea non abbia accondisceso al desiderio del cavaliere di guardarla in faccia. Proprio come dice lei, “nessun Dio benevolo ti mostrerà il mio volto miracolosamente tornato alla normalità, una volta che ti fossi tolto la benda. Troveresti sempre le cicatrici, i denti in vista, il buco sul naso e la pelle dura. E ne avresti orrore. Ne avresti, per quanto tu possa essere bravo a dissimularlo”. Uno sguardo, un'espressione molte volte possono essere peggio di qualsiasi parola spesa per rincuorare l'altro sulle proprie intenzioni, perché è difficile falsarli. Crogiolarsi nel dubbio poi è una pena che gli amanti spesso adorano quasi più delle conferme.
Ma ecco che, su tutta questa scena dall'innegabile orrida bellezza, si allunga l'ombra di ben altro orrore, quello perpetrato ai danni di Diana dello Scorpione. Lo definisco così perché, oltre a quanto aggiungi tu in questo capitolo riguardo la sua vicenda, non mi era certo sfuggito il gesto della guerriera dorata durante il Chrysos Synagein in risposta al saluto del fratello Febo. Già all'epoca mi feci un sacco di filmini mentali su quel semplice incontro, figurati ora!
Non mi soffermo troppo sulla comparsa nel finale delle maledette farfalline spione di Myu. Qui servirebbe Roger Rabbit che compare di gran carriera al suono del jingle “Ammazza la vecchia... col flit!”, a cui sostituirei la parola “vecchia” con “farfalle” u.u Sono solo contenta nel sapere grazie a ciò che la battaglia negli abissi atlantidei si sta rivelando ardua per Monociglio&co. Ben gli sta!

In conclusione, è indubbio il fatto che in questa storia sia possibile rinvenire diversi intrecci narrativi ed il bello è che li sai gestire tutti magnificamente. Sposti il focus da un personaggio all'altro con una tale naturalezza da risultare quasi sconvolgente, senza stroncare nettamente le vicende degli uni dagli altri, benché alcune potrebbero benissimo come dici tu (e qui rispondo alla tua domanda del capitolo 26) entrare a far parte di una serie di spin-off. Perciò continua a mio parere con questi tuoi esperimenti interni, ci piacciono assai!
E poi, dulcis in fundo, last but not least, la bravura con cui riesci a punteggiare il racconto di informazioni che rendono coerente il tutto in modi che Champagnino si sogna. Senza dimenticare le tanto a me care immagini con cui contorni la tua già lodevole scrittura: mi fanno andare in brodo di giuggiole quasi più le metafore che la storia! No ok, sono alla pari. Ma se la contendono eh u.u
Passo al prossimo capitolo con annessa recensione ;) Un bacione!

P.s. Secondo me comunque in alcuni momenti il saint ha letto nella mente di Antea per sapere come farla impazzire appieno, un po' stile Mel Gibson in “what women want”, benché lui asserisca il contrario u.u Non negare carino, l'abbiamo visto tutti quel film e il tuo faccino da coniglietto inesperto non inganna nessuno!