Recensioni per
Il mondo prima che arrivassi te.
di Elle Sinclaire

Questa storia ha ottenuto 46 recensioni.
Positive : 46
Neutre o critiche: 0


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Recensore Junior
26/06/15, ore 00:20

Avrei mai potuto non leggere una storia che si chiama "il mondo prima che arrivassi te"? Comunque, tralasciando il nome (che ovviamente mi ha costretto a leggere, perché provate voi a resistere ai Tre Allegri Ragazzi Morti, e poi ne riparliamo) la storia è bellissima, ben strutturata e scritta in modo perfetto. Non vedo l'ora di poter leggere gli altri capitoli.
Ora canterò anche nel sonno, accidenti!
"era bello vederti nuotare andare in fondo per poi risalire... Nananananana"
un beso
-Odi

Nuovo recensore
23/06/14, ore 01:20
Cap. 7:

Molto bello veramente,mi sono emozionata tanto.... Cosi sempkicemente bellissimo!

Recensore Veterano
15/12/13, ore 02:32
Cap. 7:

<span style="color:#006400">[Recensione partecipante all&#39;iniziativa &quot;Babbo Natale Segreto 3.0&quot; del gruppo facebook &#39;HPeace&amp;Love]</span>

Questo racconto mi è piaciuto da morire. Ha i suoi piccoli difetti, le sue sviste anche belle grosse, le sue cose che andrebbero tanto betate, e uno stile che merità un commento a parte, quindi ci torno su dopo, ma - rientrando in topic - malgrado abbia questi nei, ha anche dei pregi enormi che me l'hanno fatto amare. 
Il primo è l'atmosfera. Non ho più quindici anni da un pezzo e oggi come oggi è raro che un racconto riesca a risvegliare in me le sensazioni esatte di quell'età. Nel migliore dei casi mi viene da leggere in preda a una nostalgia intenerita, però mai del tutto partecipe, sempre un po' distraccata, alla "Sì, era così, me lo ricordo ma ora non lo sento più dentro, lo vedo dal di fuori, mi fa perfino sorridere un po', dio come eravamo scemi a quindici anni". Nella peggiore delle ipotesi addirittura mi irrita e smetto di leggere. Ed è sempre un peccato quando succede, perché non ci sono poi tante altre cose belle al mondo quanto sentirsi dentro quindici anni quando si tratta di un certo tipo di sentire e quando i quindici anni, appunto, li hai superati da parecchio. 
Ecco, tu (tu? Voi? E' la sola cosa che non mi è chiara) sei riuscita a farmi fare un viaggetto nel tempo e a sentirlo nello stomaco quel modo di provare emozioni tutto adolescenziale che ho lasciato indietro crescendo. Mi hai restituito i colori, i sapori, gli odori perfino, degli anni del liceo, dei primi batticuori, della cotta tragicomica per il mio migliore amico, delle farfalle che sbattono impazzite dentro lo stomaco. E già solo questo basterebbe.
Ma non c'è solo questo, no, perché Tobia e Simone non rimangono adolescenti per tutto il racconto. Crescono, si evolvono, e nello stesso tempo restano umani, con deisderi, incomprensioni e paure, solo diverse da quelle di un quindicenne. Non meno assurde, non meno infondate e a volte sciocche, ma non più adolescenziali.
E questo solo parlando dell'atmosfera e della caratterizzazione dei personaggi.
Ma poi c'è l'amore. Ah, c'è davvero un sacco di amore in questo racconto. Amore di quello che ti fa fare il tifo e che ti fa borbottare "Stupido, ma non lo vedi quanto ti ama?" e che è romantico da fare schifo, nel senso buono e non melenso e mai mai stucchevole.
Questi due non fanno che pensare che perderanno l'altro, ma l'altro c'è sempre, alla fine si vanno sempre incontro, fanno sempre quel passo avanti per colmare la distanza che li stava separando e non è mai quello dei due che ha ragione a pretendere le scuse, non è mai scontato chi si muoverà per raggiungere l'altro. E quindi ci credo come se fossimo nella vita e non in una ff romantica o in una favoletta zuccherosa e idilliaca, ma ci credo sul serio: questi due possono farcela per tutta la vita ed essere ancora lì, a ridere delle proprie paure e dei poveri pesci rossi e a canticchiare canzoni in comune, anche tra cinquant'anni.
Non sarà "E vissero per sempre felici e contenti", saranno scazzi e dubbi e tentennamenti e venirsi ancora e ancora incontro e compromessi, ma ce la possono fare, questi due così vivi e veri, perché è questo l'amore: non le storielle che raccontano i film o chissà quale perfetto idillio, è pensare sempre prima all'altro, anche quando non sembra e soprattutto quando non è né facile né scontato ma è reso pesante dalla stanchezza, dall'orgoglio e da millemila cose diverse. E in mezzo sono baci e voglie e incontri e scontri e tanta ma proprio tanta condivisione. E in questo racconto l'amore è così e non è cosa che si trovi facilmente in una ff.
In più ti (vi? boh XD) vorrò bene in eterno per non averli chiamati, putacaso, John e Dylan, per averli fatti italiani, italianissimi, così tanto che parlano come mangiano e che mi hanno fatto sentire sulla pelle e sulla lingua il sapore unico che ha l'aria in certe notti romane, anche se io poi romana non lo sono affatto.
Adoro questa cosa che, tra l'altro, in questo specifico caso, è la dimostrazione lampante del fatto che si può scrivere una cosa bella senza essere esterofili per partito preso.
Infine c'è lo stile. Lo stile che le avrebbe tutte per non piacermi, e che in un altro contesto e in un altro racconto quasi certamente mi sembrerebbe buttato lì semplicemente per ottenere l'effetto, perché fa figo, "perché così sono tanto originale". Ma il punto è che qui suona benissimo. A tratti e un po' confuso, ok, a tratti si perde un po' in sprazzi di una scrittura un po' più comune (ma non per questo brutta scirittura) e se non ci fosse non ci sarebbero i nei di cui parlavo a inzio recensione, ma mi piace. Non dovrebbe piacermi e invece mi piace.
Ultimo, ma non ultimo, abbi tutta la mia stima per il fatto che sei riuscita a prendere il cliché dei cliché della ff slash originale, la cotta struggente per il migliore amico, e a farne una cosa originale e bellissima, anziché il solito polpettone angst (detto da una che scrive angst e adora l'angst è tutto dire) in cui uno dei due è lo stronzo superficiale di turno e l'altro gli muore dietro e mi ammoscia, e mi fa pure un po' girare le palle, perché è triste e trito e perdo tutta la stima per quello dei due che corre dietro allo stronzo. Per non dire quando poco credibile è quando alla fine si mettono seeeeempre insieme comunque. Tanto di cappello a te che non hai scritto nulla di tutto questo e che, addirittura, l'originalità sei riuscita a ottenerla scrivendo tutto questo, ma solo in apparenza. Perché Tobia sembra uno stronzo superficiale, ma non lo è. Sembra quello sicuro tra i due, ma non lo è. E Simone lo sa sotto sotto. Quando la bestia immonda che è l'isicurezza adolescenziale non se lo mangia vivo, Simone lo sa. E se al principio Tobia non ricambia è solo perché Simone non ci ha mai provato. Anzi, è anche questo il bello: che alla fine, a differenza di quello che succederebbe nel solito cliché è Tobia che fa il primo, inconfondibile, incancellabile passo.
E io a fine lettura a questi due voglio bene, anche se per i poveri pesci mi spiace comunque un po'... ah, che brutta fine!

Recensore Junior
19/11/13, ore 12:41

Oh, cielo caro. Non apro EFP da settimane, che tanto non aggiorna mai nessuno, e poi proprio per caso ci do un'occhiata e mi trovo questo aggiornamento, tra tutti quelli che non mi sarei mai aspettata.
Sai, non mi ricordo nemmeno se ho recensito la serie prima d'ora ogni volta che rileggo recensioni che ho lasciato secoli fa mi vorrei sotterrare, ma lasciamo perdere. Sono affezionatissima a questa serie, giuro, croce sul cuore, e vedere che ogni tanto ci aggiungi un pezzetto di vita mi ridona fiducia nell'umanità. Ok, forse sto esagerando, ma mi ha fatto davvero, davvero piacere tornare a leggere di Tobia e Simone; sono e restano due dei miei personaggi preferiti nel mondo delle Originali e non mi stanco mai di scoprire qualcosa in più su di loro.
Grazie per la sorpresa!
Vale

Recensore Veterano
17/11/13, ore 17:28

Ho recuperato temporaneamente la mia identità perduta per venire ad amare e frignare e wubbare e fangirlare ed essere felice e triste e disperata ed esaltata nello stesso identico momento, e a momenti alterni.
Ho recuperato temporaneamente la mia identità perchè non potevo non tornare qui a dire quanto mi siano mancati i Tomone, e quanto sia bello ritrovarli sul GRA, o sotto una tettoia, in spiaggia, in una bagno pubblico, OVUNQUE. Ritrovarli ovunque.
Perchè quando ho a che fare con loro, tu lo sai, è come se fossero amici miei, come se non ci sentissimo da una vita, e questi frammenti di loro fossero cartoline, scribacchiate sul retro con un "Hei sfigata, stiamo bene, siamo più o meno felici, ci manchi", e io sono contenta di ciò oltremisura, e sono felice ed esaltata ed entusiasmata di leggere di loro in qualsiasi modo, perchè è come una telefonata o una lettera, è come sapere con certezza che stanno bene, che va tutto bene, in fondo.
Io spero sempre a questa bonus track meravigliosa si aggungano altre canzoni, motivetti e poesie, altri momenti da ricordare e conservare.
Quanto amore.

Nuovo recensore
13/11/13, ore 12:43

Nota di una lettrice delirante:
questa storia mi è piaciuta davvero, davvero tanto! E' ben scritta, le emozioni che provano i personaggi si sentono sotto pelle ... insomma, non ho tanto da dire a parte: bellissima!

Nuovo recensore
02/04/13, ore 21:41

Ciao Elle Sinclaire
ho letto e riletto questa raccolta di storie perché sono splendide.
Non avevo ancora trovato qualcuno che scrivesse come te, come se ogni emozione o pensiero nascesse dalle viscere.
Hai un talento straordinario nel descrivere il dolore, la rabbia e la paura oltre al fatto che hai un magnifico taglio maschile che io adoro da tanto che è espressivo!
Loro due li amo, sono così "sbagliati e stonati" da sembrare reali e tangibili come quella forza centripeta che non smette mai di unirli.
Vorrei scrivessi altri mille frammenti della loro storia ma da quanto ho capito per ora non sei intenzionata...
comunque sia, se cambiassi idea e volessi scrivere qualche riga, sappi che mi renderesti davvero felice!
Tanti complimenti e a presto!

Recensore Master
15/02/13, ore 19:24
Cap. 7:

Eccomi...di nuovo...qui.
Ciao e ancora ciao e ancora ciao. Non riesco a dire..addio a questi due, credo che il fatto di averli letti tutto d'un fiato, il fatto di averli capiti sentiti ora e ancora, mi rende difficile accettare il fatto che siano finiti, almeno su carta; che poi non è nemmeno carta ma una schermo.
Perciò boh..cosa dovrei dirti? Che il Natale mi è sempre piaciuto ma ora mi piace un pò di più? Più che altro lo hai scritto tu? Perchè non ricordo che ti piaccia il Natale, non così, non con il maglione rosso con la renna stampata su o ricamata su, non lo so, può essere che mi sbaglio e se mi sbaglio fucilami ma..cazzo è il Natale più bello di cui abbia mai letto. E non parlo dell'albero, delle luci, o del tacchino o della famiglia o di qualsiasi altra cosa che sorrida e s'illumini e gioisca. Io parlo di loro due, il Natale che scoppia nelle lenzuola, ma prima nelle loro braccia e ancora prima nei loro occhi che s'incrociano sulla soglia.
E' bello sentirli famiglia, è bello pensarli sotto lo stesso tetto intrecciati con tutto l'intrecciabile e coperti solo dal maglione rosso con la renna ricamata\stampata.
Ed è bello anche pensare che a casa loro nulla è cambiato, tranne che loro stessi, decisi a stare uniti ora più che mai. Cambiano loro ma non l'ennesimo pesce rosso morto nell'ampolla dimenticato per le feste di Natale, per i genitori di Simone, per una casa a Milano e per l'amore di Simone.
Quindi. E' davvero la fine?
Cioè qui, una fine virtuale.
Allora ti dico ciao. E non, continuo.
Ciao Elle!
Lis

Recensore Master
15/02/13, ore 19:12

Eccola di nuovo qui, ma non ti sei stancata di tutti questi "eccomi" "di nuovo" e "qui"?? Io per niente quindi magari farò finta che il prossimo non è un epilogo e sparlo anche qui come se niente fosse. Perciò Eccomi-di nuovo- qui. Ho le gambe a pezzi, il culo piatto e il termosifone si è spento e mi è venuta anche un pò fame, può darsi che tra poco io mi alzi per andare a mettere su qualcosa sul fuoco..qualsiasi cosa non è che sia molto schizzinosa oggi. Mi accontento un pò di tutto. Adesso ti racconto una cosa che credo sappiano davvero in pochi, una roba che mi ha semi distrutta quest'estate. Mi son fatta un tatuaggio, quello dietro le spalle sai? Mi son fatta quel tatuaggio perchè una persona idiota, quale il mio migliore amico, mi aveva detto una roba da rubarti le lacrime a vita e a non ridartele più indietro. Mi voleva bene, bene per davvero, e io ero innamorata di noi più di chiunque altro, noi non di lui, l'idea di poter tatuare la sua frase in un'immagine sopra la mia pelle era bella ed importante e l'ho fatto senza pensarci, a sedici anni, perchè sapevo di volerlo per sempre lì, non potevo vederlo se non allo specchio ma il concetto era esattamente quello. Anche se non lo vedi lui c'è sempre, magari anche solo dentro di te.
E non conta di dove siamo oggi o chi siamo, il concetto è che quel tatuaggio è mio quanto suo. Come Tobia con Simone.
Pensare di portarsi dietro per sempre un pezzo di storia che appartiene a te quanto a lui, pensare che quel pezzo di pelle non è più tuo ma solo suo, ti fa sentire completo. Sei lì a quel punto perchè c'è lui e non frega a nessuno se un giorno vi odierete, in quel momento siete voi e ci siete e amate voi stessi e amate quello che siete e amate e basta, tanto da farvi male. Un male sulla nuca anestetizzato dalla vasellina quanto dai tocchi leggeri dei polpastrelli di Simone sulla pelle di Tobia.
Ed è meraviglioso. A livelli che non so spiegarti. Ma è tutto meraviglioso.
Lis

Recensore Master
15/02/13, ore 18:54
Cap. 5:

Non so perchè io ci metta così tanto\poco a leggere i tuoi capitoli. Mi ci ficco così tanto che non riesco a capire se è passata un'ora da quando l'ho aperto o solo qualche minuto. PErchè sono lì che fisso lo schermo e cerco di capire e mi chiedo cosa sto capendo e poi mi rendo conto di non aver capito nulla perciò risalgo lsu e leggo. E mi dimentico anche le virgole o gli accenti giusti ma è così che penso le cose e allora lo scrivo. Perciò eccomi qui, di nuovo.
Dio vivere da soli è estremamente bello ma anche troppo, troppo...strano. Ci sono giorni in cui hai la sensazione che faccia tutto schifo, che abiti in culo al mondo e quel quel culo puzza da fare schifo, c'è troppa merda lì fuori e dentro casa, c'è troppa roba tua e non sua o loro o di chiunque tu abbia fatto entrare una volta nella tua vita e poi puff è sparito con in mano uno zaino diretto chissà dove.
In quei giorni metti su un disco ma lo togli immediatamente perchè ti senti quasi in colpa per quel sorriso che ti spunta sulla faccia, è un sorriso idiota e sensza senso perchè la musica pure fa cose strane, ti mette in corpo strani istinti.
Però poi una mattina ti svegli e apri la finestra e noti quel pezzo di carta nel cestino, il frigo pieno di roba non tua, le lenzuola del letto disfatte e capisci che magari proprio sola non sei e che c'è qualcuno che è tornato a casa per te. Non conta se le persone vanno via, conta solo che tornino, prima o poi. Non sarà mai troppo tardi, non se le ami davvero e questo Tobia lo sa e lo sa anche Simone e adesso lo sa anche la mamma di Simone e adesso anch'io voglio dei nipotini con le loro facce. Però voglio che abbiano gli occhi blu di Tobia.
E donna vado avanti.
Coccole.
Lis

Recensore Master
15/02/13, ore 18:38

Ma perchè tu non sei una persona normale? Quel disegno?? Ahahahahah. Comunque indovina? Sono di nuovo qui per raccontarti i fattacci miei come se ti potesse davvero fregare qualcosa del mio pesce blu o di una parete blu a caso. Però io ti racconto tutto e solo perchè non ho un cazzo da fare e sto aspettando che tu mi dica cosa fare stasera e se c'è un qualsiasi posto in cui ficcare la mia testolina e dormire, purchè non sia casa mia che è troppo in culonia per qualsiasi mortale.
Va beh..c'era una volta Emike, che dipingeva la parete di blu ogni volta che bum..stava per esplodere. E sai ci sta bene questo esplodere, anche per Simo. Il blu è un colore che ha un milione di sensi, ma io l'ho scelto perchè è pesante e possente, è quasi mastodontico però è bellissimo. E' elettrico, illumina la stanza nonostante riesca a d assorbire quasi tutti i colori che gli girano intorno, è rassicurante nonostante ricordi tanto dei lividi in faccia o sulle ginocchia. E a me ricorda il mio mare, nonostante sia per la maggior parte del tempo verde o girgio o marrone per la sabbia, per il mal tempo o per il cielo limpido che risalta il fondale. Mi manca così tanto che lo ficco un pò ovunque come se nessuno lo notasse come se la gente ormai non mi conoscesse un pò.
E quel blu, per Simone non è esattamente la stessa cosa? Non ha esattamente lo stesso significato, quel blu degli occhi di Tobia non è rassicurante ma anche dannatamente presente, troppo presente? Quel blu non è livido? Macchiato del suo marrone come il mio mare con la sabbia? E dimmi quel blu non è dannatamente elettrico?
E Tobia non è stronzo, lo sarebbe se non si alzasse per andarsi a fumare quella sigaretta nel parco alle quattro di mattina. Lui capisce e lui sente e lui ama solo che non è pronto a gridarlo. Non è ancora il momento giusto.
Lis

Recensore Master
15/02/13, ore 18:22

Una volta avevo un pesce, si chiamava Gino, non ho idea del perchè, però mi piaceva un casino. Era blu, un blu spettacolare e la coda diventava nera come la pece ma se la muoveva e c'era un pò di luce nella stanza allora s'illuminava di riflessi azzurri che ti accecavano. L'avevo comprato perchè era un periodo di merda e a me piaceva parlare a vuoto con esseri che ascoltassero solamente e lui era bellissimo. Era lì e l'ho comprato, l'ho pagato quattro o mi sa dieci euro in tutto con la vaschetta e il mangime. Gli avevo insegnato persino a saltare. E' che dentro di me sapevo che quel pesce in quella vaschetta non ci voleva stare, però stava lì perchè doveva ascoltarmi, perchè era una fottuta stronza che aveva bisogno di un pesce a cui dire le sue cazzate. E gliene dicevo un sacco però gli insegnavo anche a saltare, forse perchè volevo che evadesse un giorno e che trovasse un acquario più grande o forse che evitasse proprio di trovarsi un acquario ma che finisse direttamente in mare. Non pensavo nemmeno al fatto che se fosse finito in mare sarebbe morto perchè era un pesce di acqua dolce e non pensavo nemmeno al fatto che oltre quella boccia non ci fosse acqua e che sarebbe morto comunque in ogni caso a contatto con il legno della scrivania.
E il mio pesce blu mi sa tanto di Tobia, mi sa di una persona alla quale s'insegna ad amare e la si lascia libera di farlo, ci si prova. E Simone è la boccia di vetro ovviamente. Lo tiene lì stretto a sè, si sente anche un pò in colpa di tenerlo così stretto magari lui vorrebbe vederlo libero, però ecco senza di lui finirebbe a disidratarsi sul legno scuro della scrivania e non potrebbe far altro che guardarlo perchè è solo una fottuta boccia di plastica manco di vetro.
Poi quel pesce blu è morto, gli è caduta una conchiglia sulla testa e..beh lo immagini. Tobia non fa quella fine, perchè Tobia e Simone non sono davvero il mio pesce e la sua boccia, Tobia e Simone vivono e muoiono insieme ogni giorno tra le lenzuola, tra le pareti di una casa, lungo le strade e addosso a un muro. Muoiono nei respiri dell'altro e vivono nel conforto e nelle lacrime di uno dei due o di entrambi o di nessuno.
E poi Tobia è meglio di Gino, che cazzo di nome è Gino??
Lis

Recensore Master
15/02/13, ore 18:07

E sono di nuovo qui. Mi sono alzata dalla sedia perchè stavo morendo di freddo e mi sono incollata al termosifone, credo di amare questi cosi di ferro, ferro proprio così, che dispensano calore ala mia stanza misera che prima o poi dovrai vedere, ti piacerebbe; ci sono foto ovunque e macchinette ovunque, anche di quelle inutili usa e getta che non sono poi tanto inutili. Cioè la gente ha istagram io ho la usa e getta della pull & bear che esce con il profumo a forma di macchinetta arancione perchè quella blu è da uomo. ME la sono portata anche all'Agm sai? Non ho potuto farci un buco di foto perchè non funzionava il flash quindi la dedicherò ai miei giorni di sole.
O magari al cielo di Torino.
Credo di avertelo già detto in una delle mie tante recensioni che ogni tanto ti lascio prima di sparire nel nulla, forse è per colpa della tua predisposizione verso la fotografia che le tue storie sono così...mmm...visive. E' un impatto che ho sempre quando leggo qualcosa di tuo e mi rendo conto che è una cosa che faccio anch'io in una maniera diversa, completamente, da non poter essere paragonata al tuo modo di vedere le cose che è a dir poco destabilizzante. Comunque è un impatto, va per dettagli, immagini forti e rumori. Rumori che in ogni caso ti portano a immaginare la causa di questo e di altre sensazioni diverse. Ci sono loro due su un autobus che immagino trasandato, lo immagino vedi?, ci sono loro due uniti da quell'mp3 che prima è in tasca di uno e poi nelle orecchie dell'altro. Ci sono loro due uniti ma anche divisi e ci sono dei sentimenti gridati, gridati da perforare i timpani. Ed uno sarebbe anche pronto a togliersi le cuffie e ad ascoltare quel grido mentre l'altro continua a cercare qualcosa che non è ciò che vuole, non ora, tra le gambe d una qualsiasi, una che non è lui.
E sono lì a manco dieci centimetri di distanza con quel grido pronto a esplodere ma che non esplode, non ancora. Ci prova, quando parte la playlist, quando si passano quell'aggeggio, ma non esplode. Sembra quasi timida, ancora, e arrabbiata per ora.
Continuo.
Lis

Recensore Master
15/02/13, ore 17:52

Porca miseria è sempre difficile cominciare a scrivere una recensione a TE, figuriamoci cominciarne una che non è solo per te ma è anche per la Butterphil. Io ci provo giuro, credodi averla già cominciata una manciata di troppe volte, che poi non significa nulla ma l'ho pensata così e la dico così. Ho aperto il capitolo e l'ho letto e letto di nuovo, perchè una volta non basta, e poi ho cominciato a scrivere, boiate tutte boiate, non mi piaceva nulla di quello che scrivevo. Ho mandato a quel paese tutto e ho deciso di scrivere quello che mi passa per la testa che non so di preciso cosa sia quindi magari devo anche scusarmi per le scemenze che dirò. Quindi ecco, magari, scusatemi.
Comunque, io ci vado a scuola in quel quartiere e adesso non lo vedrò mai più come prima, cioè già sapeva di baci rincorse, di mani intrecciati e di follie segrete nate da due menti malate che si scontrano alle tre e trentadue di notte. Però ecco, adesso ha quella nota in più che un misto di amaro e dolce al tempo stesso. Io sono due anni che sto lì, loro ci hanno passato una vita, quella nota amara sa di questo, di flashback che non appartengono a me ma a loro, due persone unite dalla vita e incasinati proprio per questo.
E allora cammino per San Lorenzo e penso che magari quel muro o quell'altro in fondo alla strada, che fa angolo con il fruttivendolo, potrebbe essere il loro, ma poi noto che è troppo esposto, però c'è quel vicolo poco prima dello scalo, potrebbe essere lui. Insomma mi guardo intorno e magari li trovo quei due, o forse trovo solo i segni brucianti della loro passione che si è consumata non so nemmeno quanto tempo fa, per me si consuma ancora adesso, scolorendo qualche murales. E sono belli, come nessuno, come solo loro possono esserlo, belli e chiusi in quel rapporto, belli e lì in quelle due lettere marchiate in eterno.
Cioè la nuca, i muscoli, gli occhi..giuro che li ho tutti stampati nella testa, avete parlato tutto il tempo di tatuaggi, di marchi, di segni, di lividi, io ho immagini ovunque, immagini forti ma anche leggere e delicate, immagini che si spingono fino a non so che diamine di posto e mi fanno dire queste cose. Che poi non sto dicendo nulla, me ne rendo conto ma 'sta roba nasce così e io non la posso fermare.
E i volti che gli avete dato, devo davvero parlarne? E la canzone?
Potrei dirvi anche che mi volete morta ma per ora mi limito ad andare avanti e a tentare di leggere il prossimo capitolo.
Coccole.
Ps: Stefano, è una citazione a casa? E i bicchieri rossi? Dio fanno proprio festa alcolica! Innamorata persa..

Lis

Recensore Veterano
30/01/13, ore 15:01
Cap. 7:

Non puoi essere gelosa e possessiva con loro fino a questo punto. Non puoi abbandonarmi così, io li amo, io ero pronta a leggere di loro a intervalli regolari PER SEMPRE!!!!!!
Però hai ragione te, perchè quando i personaggi diventano persone, e hanno vita propria, e colonizzano la tua vita, l'unica cosa che puoi fare è lasciare che se la sbrighino da soli, perchè scrivere di loro è un po' come cercare di manipolare le scelte delle persone, e ti senti in colpa, e non è bello, perchè se fino ad ora sei stata un po' la voce narrante di una storia, ora loro viaggeranno su loro meravigliose frequenze piene d'amore, e noi penseremo a quanto so' belli e a quanto li amiamo, per tutti i deliri che verranno.
Sempre.
Il mondo era meno bello prima che arrivassero loro.

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