Recensioni per
Dodici Margherite
di Belinda Nero
eccomi qui! |
ehi!!! bentornata! scusa se non sono passata prima, ma ero in Germania e la connessione andava e veniva ^^ |
Hey, ho trovato questa storia per caso e quindi mi sono detto: "beh, perchè non leggerla?", ho trovato anche interessante la trama e quindi un motivo in più per farlo. |
è bello diventare il mentore di qualcuno, istruirlo in qualcosa che si ama e condividere poi quella passione insieme. è come un figlio che svezzi e che guardi crescere, maturare, perfezionarsi. certo poi, il carico di lavoro diminuisce e l'artista è più libero di dedicarsi con cura ad un solo dettaglio, o al progetto, o al soggetto del quadro senza doversi preoccupare dello sfondo o di particolari meno significativi; però non so, qualcosa va irrimediabilmente a perdersi, perchè anche se qualcuno imita il tuo stile, non sarà mai identico al cento per cento. non è più un'opera tua, ecco. |
Ciao! :) |
e qui la celebrità arriva e travolge tutto! però bisogna stare attenti a non lasciarsi fagocitare da essa, altrimenti essa divorerà anche l'ispirazione. perchè a quel punto diventa più importante l'approvazione altrui e quella è la morte dell'artista. la sua fantasia deve essere libera di viaggiare e nutrirsi e a volte le luci della ribalta la imprigionano, consumandola lentamente. dopo tutta questa gioia e soddisfazione, c'è il rischio che al primo accenno di caduta crolli tutto il castello di carta. |
ahhahah, capisco bene! se si tratta di dipingere o disegnare per se stessi allora siamo tranquilli. ma se qualcuno ci chiede di mostrare i nostri lavori non siamo mai abbastanza fiduciosi nelle nostre capacità e ci sminuiamo, timidi, per paura di essere rifiutati e ricevere così un'amara delusione. però, ovviamente, se siamo dilettanti e il nostro lavoro diventa un successo, questo ci spara a vette altissime e ci dà la carica giusta. dipingere per se stessi e ricevere lodi da altri è il massimo! |
Inserisco qui i tuoi giudizi! |
prediligere l'oscurità invece della luce. pare come la fase che si attraversa da adolescenti, quando tutto intorno a te e in te comincia a cambiare, ti senti diverso, catapultato in un universo misterioso, spaventoso e intrigante, dalle tinte cupe e fosche eppure affascinanti e decadenti, come il crepuscolo. i colori accesi permangono, seppur velati da qualcos'altro, come la magia notturna. da bambini il buio ci spaventa e spesso si odia la notte, ma quando si cresce si arriva ad amarla forse ancor più del giorno, perchè ammanta tutto di curiosi presagi e oserei dire anche di romanticismo. |
l'evoluzione, la maturazione interiore. il mondo grigio della matita non è più sufficiente, il bisogno di qualcosa di più attrae. avere a che fare con i colori è molto complesso, occorre attenzione e flessibilità, nonchè un occhio allenato per distinguere le varie sfumature. quando passi dal lapis al pennello è come morire e rinascere insieme: la paura, l'incertezza possono dapprima bloccare e le dita devono abituarsi a quel nuovo prolungamento, come ci si abitua al cambiamento. |
mi piace come in poche righe riesci a condensare concetti molto estesi, in questo caso la passione per l'arte. |
bella anche questa, davvero. per ritrarre su un foglio o su una tela o su qualunque altra superficie qualcosa di semplice è sempre molto più difficile che riprodurne i particolari più complessi. potremmo anche trasporla su un piano di vita vissuta: le scelte, i percorsi, le parole più semplici sono sempre più difficili da prendere, percorre e proferire. le cose complicate ci riescono meglio. |
aaaahhh, adoro quando tiri fuori queste perle che hanno come unica protagonista l'arte! e qui affronti il tema della mancanza d'ispirazione, quando un artista non riesce più a creare nulla e dentro si sente vuoto, proprio come morto. |