Recensione pubblicata su www.criticoni.net a cura di Fae.
"La verità può fare parecchio male, ma spesso è un male necessario, come cavare un dente guasto o amputare un arto incancrenito. Se la pietà, la creanza, l’ipocrisia o non saprei che diavolo d’altro mi trattenessero dal dirvi quello che devo, vi farei un grave torto, Madame."
Ricordo di aver letto per la prima volta questa storia spinta principalmente dall'amore di vecchia data che ho sempre avuto per il kolossal di Victor Fleming. Ho trovato invece un racconto che si rifà a parer mio più al libro che al film, ma che è ugualmente godibile dai conoscitori sia dell'una che dell'altra versione o persino dai non conoscitori: i personaggi dell'opera originale fanno infatti più che altro da cornice, e nonostante abbiano il loro ruolo nella narrazione servono soprattutto a introdurre efficacemente il vero protagonista, creatura dell'autrice.
Una Rossella O'Hara ormai quasi quarantenne vive a New Orleans con Rhett Butler, col quale si è riconciliata dopo la loro rottura, e con Kitty, la seconda figlia avuta da lui dopo la tragica morte della prima. Un'insistente malattia che ha colpito la piccola porta la sua strada a incrociarsi con quella di Wade Gabriel Butler (se il cognome sia solo un caso di omonimia oppure no lo lascio scoprire a voi), giovane medico afroamericano. Per Rossella, figlia di quel Sud dove i neri non sono mai stati nulla più che schiavi, l'intelligenza e le capacità di Wade sono quasi un affronto; ed ancora di più lo è scoprire di sentirsi attratta da un uomo così diverso e così tanto più giovane di lei.
Wade è un personaggio che ho trovato molto ben riuscito. In altri contesti la sua abbondanza di qualità (intelligente, forte, molto bello) avrebbe potuto essere stucchevole, ma l'autrice riesce a non farlo risultare poi troppo esagerato o antipatico nel suo ruolo di 'riscatto' della razza afroamericana: il suo passato, raccontato tramite flashback, e la storia di cui è protagonista nel presente del racconto, portano inevitabilmente a simpatizzare per lui almeno un poco. Rossella è ancora la Rossella della Mitchell e di Fleming, caparbia e arrogante e forte della superiorità che sente di avere in quanto ricca e - soprattutto - in quanto bianca; ma è anche una donna cresciuta e cambiata dalla vita e dalla guerra, che uscirà indubbiamente segnata dall'incontro con Wade e con le verità scomode che lui le sbatterà impietosamente in faccia.
Ciò che ho trovato davvero bello da leggere è stata però la storia nel suo insieme, le ambientazioni, le descrizioni, le atmosfere, il corollario di personaggi secondari che costellano l'intera vicenda; i tre capitoli scorrono in modo abbastanza veloce, narrati con un'ottimo stile e proprietà di linguaggio, e l'autrice dimostra in essi tutto il proprio amore e la propria padronanza di un genere complesso come quello storico. Segnalerei che nel sito dove ho letto la storia i capitoli sono stati scambiati, pubblicando prima il terzo e poi il secondo: a parte questo non ho trovato altri errori, eccetto, in alcune parti, la mancanza di spazi dopo i segni di punteggiatura (nulla di grave, ma può rendere la lettura faticosa).
Mi sento di consigliare la storia a tutti, anche a quelli che al solo sentir parlare di 'Via col vento' cominciano a sbadigliare :D
Voto: 9/10 |