Bene, eccomi giunta a cose più recenti!
Che posso dire, questi due riesco a vederli solo come padre e figlio, per cui mi hai ampiamente soddisfatta.
C'è l'accenno a Nor che manca orribilmente, ogni giorno, al danese e questo ha anche dato breve e palpitante gioia al mio cuoricino romantico che li vuole inciuciati a morte!
Detto questo... per me Dan è proprio così, un padre apprensivo e presente, che è terrorizzato all'idea di perdere il suo Islanda.
Per questo ho annuito quando parli dell'Islanda che si sta a poco a poco avviando verso l'indipendenza e di come questo inquieti uno (giustamente, per quanto la voglia, è ancora un po' inesperto nel gestirsi da solo) e di come “distrugga” (*approva verbo*) l'altro che non vorrebbe separarsi mai da lui.
Mi piace Islanda che pensa che non sia più un bambino e che Dan non dovrebbe chiamarlo “piccolo”, ma che poi di fatto non protesti e non gli chieda di non farlo.
Sì, gli dispiace ferire il danese, ma è solo per questo? Secondo me un po' non gli spiace essere /sempre/ il suo bambino... anche se non lo ammetterà mai!
L'idea di regalargli l'orsacchiotto è tanto dolce, ce lo vedo Dan a gasarsi tantissimo nel consegnargli quel regalo ed il fatto che quando Ice era piccolo non ci fossero cose del genere è un segno in più di come lui, da padre, voglia in qualche modo rimediare sfruttando le nuove invenzioni. <3
E se Ice può leggere -e deve!- romanzi d'amore -femminili un corno, Dan!-, può benissimo accoccolarsi sotto le coperte stringendo un peluche puccioso, no?
Insomma, ci faccia quello che vuole, basta che lo coccoli e lo tenga da conto perché è un regalo amorevole, fatto senza un'occasione particolare. <3
E poi niente, si abbracciano, sono cariniii!

Vogliamo parlare della tenerezza infinita di questa storia? No, ne vogliamo parlare? Avevo fatto passare alcuni giorni per evitare che la mia recensione si riducesse ad un ASHDGHDFHDGHDGH! ma dopo averla riletta di nuovo credo che fangherlerò un pochino lo stesso. Mi spiace.

Che poi io sono sensibilissima a questi due personaggi insieme, a Dan che fa il padre e Islanda che è il figlio. Sono una cosa allucinante,mi fanno impazzire perché il legame che si forma tra loro è il più forte di tutti, è l'amore più puro e più profondo di tutti. Quello rimarrà lì, qualunque cosa accada. E tu lo hai fatto vedere in modo eccezionale con queste righe: c'è l'Islanda che vuole fare l'adulto ma sotto sotto è sempre un bambino che si emoziona per un giocattolo, e c'è il Dan adulto ma anche lui bambino dentro, e contemporaneamente anche genitore. Sono tenerissimi.
E poi quell'accenno all'indipendenza di Is, che spezzerà il cuore al danese, e spezza il cuore a noi solo con un accenno.
E poi infine di nuovo la tenerezza con la frase finale di Islanda.

Mi hai sciolto il cuore, insomma. Questi due sono i miei preferiti tra i nordici, ed insieme sono un amore, basta. E tu mi hai fatto venire gli occhi a cuoricino per dieci giorni <3
Ed infine, complimenti per esserti documentata prima di scrivere la storia! Non è da tutti, ed è una cosa che mi piace tantissimo in una storia!

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Sai...vorrei trovare un aggettivo per descrivere ciò che ho appena avuto il piacere di leggere, ma non riesco a trovarne uno che sia perfetto, o diciamo, globale. Perchè è una sorta di "turbinio", come quelli che d'autunno fanno girare in tondo le foglie secche. Un turbinio di emozioni diverse, ecco. All'inizio sei tranquillo (con giusto quella punta di ansietà che ti fa pensare: «Chissà cosa succederà?»), poi ti rallegri, e sorridi quando immagini quel tenerone di Dan offrire ad Ice un morbidoso orsacchiotto. Dopodichè sfoci nella malinconia e piccole lacrimucce fastidiose fanno capolino agli angoli degli occhi. E infine, ti sciogli e ti immergi nelle ultime quattro righe. <3

*sventola bandierine colorate e liquirizie* Complimenti!! :D *-*

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